Mondo agricolo n.4

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FACCIO PRESIDENTE FEDERAZIONE VINO • INCONTRO FOR.AGRI • ACCORDO CON PERONI • PASQUETTA AL CASTELLO QUOTE LATTE ADDIO • I NUMERI DELLE STALLE • SUCCESSO DI AGRIUMBRIA • LIBRO DI DE CASTRO • IRRIGAZIONE


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L’ E D I T O R I A L E

Un mondo sempre più digitale

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er quanto possano essere lunghi i tempi del legislatore o quelli di attuazione delle riforme, il mondo è sempre più “digitale” e bisogna saper stare al passo, se non anticiparne le mosse. Nonostante alcune lungaggini normative, diversi provvedimenti, coerentemente con questa “velocità”, stanno introducendo l’esigenza della digitalizzazione ed il suo utilizzo. I primi decreti attuativi della delega fiscale, che approderanno tra poco in Consiglio dei Ministri, prevedono - tra le altre cose la fatturazione elettronica tra privati; si sta andando verso una tracciabilità telematica delle transazioni business (il DEF appena approvato dedica una voce a questa novità); la dichiarazione dei redditi precompilata è già realtà, solo per citare alcune delle novità in questa direzione. L’innovazione coinvolge in maniera profonda anche il nostro settore (in cui è tanto strategica quanto necessaria): al Vinitaly è stato attivato ufficialmente Agricoltura 2.0, il piano del Mipaaf che introduce una serie di novità che – grazie all’innovazione tecnologica - semplificheranno attività e oneri che le imprese devono adempiere, come ad esempio l’Anagrafe Unica delle Aziende Agricole; il Fascicolo Unico Aziendale; la domanda Pac precompilata; la Banca dati Unica dei Certificati. Alcuni provvedimenti sono già in vigore, altri stanno per essere varati. Il dato evidente è che la digitalizzazione è già realtà e ci coinvolge, sia come cittadini/contribuenti, sia come organizzazione. Tuttavia questa accelerazione nell’introduzione della tecnologia e del digitale non ci coglie impreparati. Su questo fronte – infatti – come Confagricoltura abbiamo iniziato a muoverci con grande anticipo sia nei confronti delle imprese, sia in termini di efficientamento della nostra organizzazione. Da un lato stiamo diversificando i servizi offerti, creandone di nuovi e innovando quelli già esistenti, con l’utilizzo ad esempio di piattaforme informatiche e nuovi device. Dall’altro ci stiamo ristrutturando anche attraverso la digitalizzazione di alcuni strumenti di lavoro e processi (il digitale è stato anche il tema centrale dei recenti laboratori cui hanno partecipato i direttori di tutte le sedi territoriali) e investendo sulla relativa formazione. Contestualmente stiamo allargando gli ambiti d’azione - dove necessario per garantire alle nostre imprese una sempre maggiore professionalità anche in campi che fino a poco tempo fa non sembravano doverci coinvolgere da vicino e che oggi invece è necessario presidiare per essere competitivi. Il mondo sta cambiando sempre più velocemente. Non siamo abituati a subire il cambiamento, ma a promuoverlo e governarlo. Lavorando perché l’agricoltura possa cogliere le tantissime opportunità che questa rapidità comporta, garantendone di altre, con un contributo, a nostra volta, rapido ed efficace. Mario Guidi

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SO MMA R I O FACCIO PRESIDENTE FEDERAZIONE VINO • INCONTRO FOR.AGRI • ACCORDO CON PERONI • PASQUETTA AL CASTELLO QUOTE LATTE ADDIO • I NUMERI DELLE STALLE • SUCCESSO DI AGRIUMBRIA • LIBRO DI DE CASTRO • IRRIGAZIONE

L’EDITORIALE Un mondo sempre più digitale Mario Guidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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ATTUALITÀ ZOOTECNIA Quote latte addio Daniele Mezzogori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40

Direttore responsabile GABRIELLA BECHI Coordinatore di Redazione GAETANO MENNA

I numeri delle stalle Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43

Editrice Sepe Presidente DIANA THEODOLI PALLINI

APERTURA RAPPRESENTANZA La sfida del cambiamento Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II, 101 00186 Roma Tel. +39.06.6852329

In piazza sventola la bandiera del coordinamento Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

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mondo.agricolo@confagricoltura.it

Abbonamento annuo Testata associata all’USPI

Italia, Euro 30,00 Conto corr. postale n. 33755000 Intestato a: Sepe – Mondo Agricolo, Roma Autorizzazione Tribunale di Roma, n. 1662 del 22/06/1950

PRIMO PIANO VITIVINICOLTURA Scenari enologici Palma Esposito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24

ATTUALITÀ IRRIGAZIONE Per non sprecare acqua Claudio Pietraforte . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48 SERVIZI TRIBUTI Uscire dal labirinto Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50 UNCAI NOTIZIE

Pubblicità

Le news dei contoterzisti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I

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Responsabile Pubblicità e Marketing CLAUDIO PIETRAFORTE

Rubriche Che sapore ha la sostenibilità Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 La cantina familiare Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24

Stampa TIPOLITOGRAFIA EUROINTERSTAMPA

Confagricoltura

Voglia di lusso M.M. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46

@Confagricoltura

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Mappamondo Suini Usa . . . . . . . . . . . 38 Organizzazione Mantova . . . . . . . . . . 52 Anga Futuro intelligente . . . . . . . . . . 54 Campi rosa Maratona . . . . . . . . . . . . 56 Over65 Papa Francesco . . . . . . . . . . . 58

ATTUALITÀ CEREALI A scuola di buone pratiche Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28

Agriturismo La Traversina . . . . . . . . 60 Buono a sapersi Arte . . . . . . . . . . . . . 64



APERTURA RAPPRESENTANZA

La sfida del cambiamento Direttori e funzionari dell’Organizzazione e dei centri servizi perdue giorni,aChianciano,hanno parlatodi“futuro”, dellenuovefrontiere deldigitale edicomecisistia preparandoallenuove sfide. Fail punto ildirettore generale Mastrobuono di Gabriella Bechi 6 | MONDO AGRICOLO|APRILE 2015

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er la prima volta una riunione a cui hanno partecipato insieme direttori, funzionari e anche i vertici politici della Confagricoltura, non solo per parlare di questioni di attualità, ma per capire quello che accade, per aggiustare la rotta e prepararsi al prossimo futuro che ci incalza e ci raggiunge rapidamente. Abbiamo chiesto al direttore generale di Confagricoltura, Luigi Mastrobuono, di spiegarci le ragioni di questo incontro. «Negli ultimi due anni in Italia – ci ha detto - siamo passati da una società che risultava in ritardo nell’uso dei computer, ad

una allineata a quella americana per accessi ad internet dai dispositivi mobili. E’ un cambiamento che in parte ci spaventa, per la velocità con cui è avvenuto e per le trasformazioni che ha portato nei processi di comunicazione e di relazione con le informazioni e nella percezione di utilità dei servizi. In questo incontro abbiamo chiamato a portare la propria esperienza soggetti che gestiscono questo processo, dalle banche che hanno visto il crollo dei clienti negli sportelli, a chi organizza piattaforme per sistemi associativi, per aiutarci a capire il cambiamento. Abbiamo compreso che non siamo gli ultimi della classe, anzi. Il fat-


Direttore, le abbiamo sentito pronunciare spesso la parola “efficientamento”. Cosa significa questo processo in un’organizzazione come Confagricoltura?

Il progetto sull’“efficientamento” dei servizi è stata la palestra in cui abbiamo esercitato l’arricchimento reciproco, per elaborare soluzioni migliori, per mettere a fattor comune i percorsi di innovazione, per recuperare risorse da investire sul nuovo.

decisionale del consiglio direttivo, integrazione tra esigenze territoriali e di sistema; incarichi diretti in alcuni progetti, a cominciare dalle partecipazioni societarie in GAA ed in Agricheck. L’“efficientamento” è la ricomposizione di 20 progetti sugli specifici servizi. Il processo deve avere un traguardo: diventare un’Organizzazione diversa, più efficiente, più efficace, modello per gli altri. Noi ci siamo dati due anni per concludere questo lavoro, compresa la riorganizzazione delle Unioni, delle FederazioAbbiamo cominciato con le Federa- ni e i processi di aggregazione. Sta a zioni regionali e sul loro modello, noi tenere il ritmo e fissare obiettivi cambiandone i presupposti. Ruolo sfidanti, ma possibili, e dare metodo.

Il cambiamento è l’effetto di un lavoro di squadra, la più ampia possibile,e sa fare leva su coloro che meglio sanno tradurre in processi le innovazioni, contando su un effetto di coinvolgimento e di trascinamento

to di esserci trovati a Chianciano a ragionare di questi scenari, di queste realtà che avanzano, è un segnale di contemporaneità importante».

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APERTURA RAPPRESENTANZA

E’ preziosa, prepara ed aiuta, ma da sola non riorganizza le strutture. In un anno abbiamo realizzato corsi su internazionalizzazione, credito e assicurazioni, e tra pochi giorni partirà quello sui fondi europei. Ed anche tra noi direttori abbiamo lavorato molto sui cinque temi dell’Alta Scuola, dando vita anche ai successivi laboratori. Stiamo attenti però a non delegare alla formazione la soluzione di altre questioni. Il cambiamento è l’effetto di un lavoro di squadra, la più ampia possibile, che tendenzialmente non esclude nessuno dei dipendenti, e che sa fare leva su coloro che meglio sanno tradurre in processi le innovazioni, contando su un effetto di coinvolgimento e trascinamento.

Presso le nostre strutture territoriali i “servizi” supportano l’attività sindacale. Ma attenzione, perché servizi non adeguati, non aggiornati, che non soddisfano la domanda, la minano alla base

Quanto è utile la formazione in questo processo di cambiamento?

Il dualismo servizi/sindacato ha ancora ragione di esistere?

Nessuno ha dubbi che i servizi supportino il rapporto sindacale. Ma attenzione, perché servizi non adeguati, non aggiornati, che non soddisfano la domanda, lo minano alla base. Il legame sindacale si alimenta sempre più con la personalizzazione del servizio, che è possibile proprio attra-

verso il digitale, che avvicina, rende trasparente, lascia scegliere anche banalmente il giorno e l’ora in cui usufruirne. Il digitale può essere una grande opportunità di rilancio del sindacato. In questo senso anche la nostra posizione nei confronti della P.A. deve cambiare: se noi abbiamo utilizzato l’intermediazione con il pubblico come motivo di associazione, oggi che la P.A. è in oggettiva crisi, addirittura si sgretola in alcuni settori, il ruolo di intermediari è perdente. Non dobbiamo stare seduti di fronte all’azienda, ma a fianco dell’azienda. Dobbiamo sostituire l’intermediazione con la consulenza.

Si potrebbe arrivare alla costruzione di un’unica piattaforma informatica per i servizi?

Più che si potrebbe, direi che si dovrebbe. Altri lo hanno già fatto, come la Confesercenti, che ha scoperto dai dati comuni quali altri servizi poteva progettare ed erogare, servizi mai ipotizzati prima, come le campagne pubblicitarie per gli associati. Ma c’è bisogno di condivisione. Abbiamo cominciato con la Banca dati unica, che riteniamo strategica. Si tratta di un passaggio fondamentale, perché consente al direttore di pensare strategicamente, in base a dati e non a percezioni. Quando la Banca dati unica sarà completata e comincerà a funzionare saremo pronti per una piattaforma unica, un cloud, ovvero un ambiente esterno che elimina i nostri server e relativi costi diretti ed indotti e consente di gestire i servizi ed i dati da tutta la rete, combinandoli anche in modo nuovo e produttivo e su supporti mobili come tablet e smartphone. Ma i soci apprezzano il digitale?

Luigi Mastrobuono

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E’ un discorso che non ci deve interessare più di tanto nel senso che il digitale riguarda le nostre strutture. Le banche dati sull’agricoltura diventeranno pubbliche, cioè big data. Ciò significa che chiunque, facciamo l’esempio di Google, potrà prendere i


Come si riflette questo profondo cambiamento dell’Organizzazione sull’immagine esterna?

La nostra comunicazione di sistema è stata rivoluzionata. I nostri processi

Il “Cubo” di Confagricoltura a Palazzo Italia

Expo, deve essere l’occasione per posizionarci in modo netto, presso l’opinione pubblica, la business community e le Istituzioni, sul gusto del bello, sullo stile di vita italiano, sulla cultura e sull’arte; un’arte fruibile come i nostri prodotti

ca dati del sistema e della sua conoscenza, ne trae grandi benefici. Poi c’è la comunicazione web e sui social, che è cresciuta molto, sia a livello nazionale, sia locale e che ci sta insegnando a parlare un linguaggio comune. Certo, ora serve un salto di qualità nella nostra immagine e lo vogliamo fare in occasione di Expo, posizionandoci in modo netto, presso l’opinione pubblica, la business community e le Istituzioni, sul gusto del bello, sullo stile di vita italiano, sulla cultura e l’arte, un’arte a portata di decisionali sono diventati molto tra- tutti perché fruibile come i nostri sparenti. E ognuno di noi fa conosce- prodotti. re agli altri ciò che ritiene rilevante. Questa è la chiave di lettura, con cui Ogni giorno più di 500 persone con- arricchiremo il nostro logo Confagridividono conoscenze, informazioni, coltura (lo vedremo a breve), ci caratnotizie, programmi, progetti. E’ la no- terizzeremo dentro e fuori Expo e stra piattaforma e chi la interpreta se- sarà una delle eredità importanti delcondo le sue potenzialità, come ban- la manifestazione.

dati e grazie all’incrocio con altri, conoscere molte cose delle imprese o delle persone e quali servizi e prodotti proporre. E se noi non saremo pronti, ci troveremo spiazzati. Poi avremo associati 2.0 e altri che non lo sono, ma noi dovremo essere vicini ai primi ed essere in grado di sostenerli nel loro processo verso il cambiamento e lo sviluppo. Non possiamo assecondare il declino.

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APERTURA RAPPRESENTANZA

In piazza sventola la bandiera del Coordinamento 1 0 | MONDO AGRICOLO|APRILE 2015


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Con tre partecipati sit-in e gli incontri con le forze politiche e parlamentari Agrinsieme ha richiamato i temi dell’Imu, dei Psr, della semplificazione. Iniziativa coesa e di alto valore simbolico

di Gaetano Menna

C

on tre partecipati sit-in a Roma, presso i luoghi simbolo dell’attività parlamentare e governativa (la Camera dei Deputati, il ministero dell’Economia e delle Finanze e quello delle Politiche agricole), e migliaia di agricoltori provenienti da ogni parte d’Italia, si è conclusa la mobilitazione sul territorio di Agrinsieme, diretta a sensibilizzare le forze politiche, le istituzioni, i media e l’opinione pubblica sul ruolo dell’agricoltura e dell’agroalimentare per la crescita e l’occupazione del Paese. Ricordate la canzone di Battiato, “Bandiera bianca”? La prima novità che balzava agli occhi era la totale assenza di vessilli delle varie Organizzazioni; in piazza solo le bandiere bianche di Agrinsieme. Un segnale preciso di un nuovo corso, di un’alleanza sempre più stringente e coesa. Al termine della giornata di mobilitazione i rappresentanti di Agrinsieme hanno incontrato la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, il ministro

delle Politiche agricole Maurizio Martina, il consigliere della presidente della Camera Carlo Leoni, il presidente della Commissione Agricoltura di Montecitorio Luca Sani, i rappresentanti della Commissione Agricoltura, della Conferenza delle Regioni e del ministero dell’Economia e delle Finanze, a cui è stato consegnato un articolato documento con proposte e priorità del mondo agricolo. Guidi e molti dirigenti delle varie organizza-

Vanno attenuati gli effetti di una tassazione che pesa sui fattori di produzione zioni di Agrinsieme, si sono intrattenuti con alcuni parlamentari che hanno testimoniato la propria solidarietà, tra i quali Mario Catania di Scelta Civica, Filippo Gallinella di M5S, Renato Brunetta di FI, Nunzia De Girolamo di NCD. L’indomani poi c’è stato l’incontro con i rappresentanti della Commissione Agricoltura del Senato. Invece nei giorni precedenti la manifestazione i rappresentanti di Agrinsieme avevano incontrato pure i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, in particolare Sergio Chiamparino e il coordinatore degli assessori regionali all'Agricoltura Fabrizio Nardoni. Per quanto riguarda la partita dell' Imu agricola, se, come ha detto il ministro Martina, è aperta, noi la vogliamo giocare – ha detto Guidi nelle varie occasioni di incontro a cui ha partecipato -. Le misure tampone decise sono assolutamente insufficienti per lenire gli effetti di una tassazione che grava in maniera pesantissima sui fattori di produzione. Oltre tutto c’è stata una progressione che ha visto quasi triplicare il carico fiscale: la vecchia Ici era di 350 milioni di euro, oggi siamo a 900 milioni di euro. Ma soprattutto è sbagliato il modo con cui è stato fatto questo provvedimento, per questo occorre fermarsi subito. Al di là della questione Imu, Agrinsieme ha quindi evidenziato tutta una APRILE 2015| MONDO AGRICOLO |11


APERTURA RAPPRESENTANZA

serie di “priorità”: accelerare l’applicazione della riforma della Pac superando alcune recenti decisioni negative e non in linea con le aspettative delle imprese e garantire massima flessibilità e tolleranza per il non rispetto del “greening”; approvare rapidamente i PSR e partire quanto prima con i bandi; intervenire sui gap strutturali che minano la redditività agricola, inferiore al 2005; definire rapidamente le forme dell’organizzazione economica (le organizzazioni di prodotto e l’interprofessione); applicare le normative ambientali e sanitarie tenendo conto delle esigenze delle imprese, dei processi produttivi e della competitività; spingere con convinzione sulla diversificazione ed in particolare sulla produzione di energia da fonti rinnovabili; puntare sul “lavoro vero” in agricoltura (con misure specifiche per il settore e riducendo il cuneo fiscale); incentivare l’attività agricola come strumento di gestione del territorio per evitare il dissesto. Il Coordinamento tra Cia,

Agrinsieme sta lavorando per darsi una nuova struttura formale ed organizzativa Confagricoltura ed Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, infine, ha chiesto di intervenire sui mercati in crisi che subiscono i contraccolpi dovuti ai problemi produttivi, ma anche a quelli legati agli andamenti cli-

Roberto Poggioni

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Mario Guidi e Dino Scanavino

matici, alle fitopatie, ai cali dei consumi ed all’export: ortofrutta, praticamente tutte le produzioni zootecniche, olio e vino. Ad avviso di Agrinsieme “occorre promuovere i consumi interni ed esteri, rinsaldare le filiere ‘dalla terra alla tavola’ e rilanciare l’aggregazione, come fattore di competitività e redditività”. C’è infine da ricordare che, nelle ultime settimane, Copagri aveva espresso la propria disponibilità ad entrare a far parte del Coordinamento delle organizzazioni delle imprese e delle cooperative agricole costituito da Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari. Anche a tal proposito, in questi giorni, Agrinsieme sta lavorando per darsi una nuova struttura formale ed organizzativa che sarà presto definita. "Sarà questa l'occasione – ha detto il coordinatore Mario Guidi - per aprire in maniera positiva il confronto con Copagri"."Agrinsieme - ha concluso Guidi - è un organismo che si è costituito spontaneamente per volontà dei soggetti che ne fanno parte, aperto e senza preclusioni di sorta".



PRIMO PIANO VITIVINICOLTURA

Scenari enologici Rinnovata la Federazione Vino di Confagricoltura. Il neopresidente Faccio: «Occorre favorire la crescita del valore aggiunto delle imprese» di Palma Esposito

S

i è insediata la nuova Federazione Nazionale Vitivinicola di Confagricoltura. Il rinnovo si inserisce nell’ ambito del processo di riforma delle Federazioni di prodotto voluto dalla presidenza confederale per ridefinirne il ruolo e la rilevanza ed è stato l’occasione per eleggere i nuovi organi. Alla presidenza è stato eletto Andrea Faccio, piemontese, titolare dell’azienda agricola Villa Giada di Canelli, che succede a Piergiovanni Pistoni presidente negli ultimi dieci anni; in qualità di vicepresidente, la Federazione ha confermato Alessandro Candido, amministratore delegato dell’azienda vitivinicola Francesco Candido di Sandonaci (Brindisi).

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Andrea Faccio proviene da una famiglia che, da due secoli, si dedica, con passione, al settore vitivinicolo; ha anche un agriturismo Cascina Dani dove coniuga la filosofia del turismo collegato al mondo del vino; è vicepresidente di Confagricoltura Asti ed è componente della Federazione di prodotto, in rappresentanza della sua regione, dal 2006. Il neopresidente ha accolto con entusiasmo la nuova nomina ed ha voluto da subito sottolineare la volontà di confermare l'impegno che Confagricoltura ha verso il mondo del vino e di rafforzare l'attenzione sul settore da parte di tutte le Istituzioni. “Il vino - ha affermato Faccio - è un settore molto articolato, che richiede estrema attenzione e impegno per le difficoltà legate alla fase produttiva e al mercato. Siamo tutti consapevoli che, a fronte di risultati molto positivi dei prodotti italiani sui mercati internazionali, viviamo nel nostro interno la problematica della contrazione costante delle superfici vitate. Occorre interrogarsi sui cambiamenti strutturali che le aziende stanno vivendo e sempre più sulle opportunità legate alle varie forme di aggregazione”. I temi che saranno approfonditi in Federazione sono molteplici e variegati e saranno tutti volti all’obiettivo di tutela e supporto del mondo vitivinicolo. A partire dalla semplificazione normativa e dall’alleggerimento burocratico che, in parte, è stato già affrontato con la proposta, di cui Confagricoltura è stata principale promotrice, del c.d.“Testo Unico” del vino (v. pag. 22, ndr). Il susseguirsi di norme, dal livello comunitario a quello locale, accompagnate da quelle accessorie esplicative nel corso degli anni, ha creato un coacervo normativo molto intricato ed eccessivo, che confonde il produttore e impone una serie di adempimenti che appesantiscono molto l’attività delle aziende soprattutto di quelle a conduzione familiare. “Il Testo Unico – sottolinea Faccio - è da intendersi come l’avvio di un processo che deve essere por-

La Federazione si interroga sui cambiamenti strutturali che le aziende stanno vivendo tato avanti anche in altri ambiti e che deve riguardare tutti gli aspetti del settore. Certamente saremo molto attivi e attenti nella fase di definizione degli adempimenti derivanti dal Testo Unico, soprattutto per quanto attiene ai controlli che hanno un forte impatto nell’operatività aziendale; lavoreremo affinché il coordinamento fra enti ed il registro unico dei controlli sia realmente attuato”. Grande attenzione sarà riversata, nel breve periodo, all’applicazione nazionale del sistema di autorizzazione agli impianti vitati, di cui la Federazione ha già cominciato a discutere, alle politiche settoriali di internazionalizzazione legate alle esigenze di investimento e promozione, che sono basilari per le aziende che intendono avere un approccio di successo con il mercato estero. Nel mercato internazionale sarà prioritario lavorare per la tutela delle denominazioni di origine delle Indicazioni Geografiche che, soprattutto nel vino, sono costantemente sotto attacco da parte di

Il pr esidente della “Feder azione Vino” Andr ea Fac c io

chi usurpa il nome ed il legame con il territorio di origine. "Gli ambiti di discussione e di lavoro sono ampi ed il comune denominatore delle nostre istanze sarà quello di favorire la crescita del valore aggiunto delle imprese, in particolare per le aziende agricole che devono ritrovare la massima redditività in un settore che, nel complesso, è trainante per il comparto agroalimentare". Faccio ritiene fondamentale per ottenere risultati positivi per il settore vitivinicolo, aprirsi verso un approccio di filiera dove ogni organizzazione si confronti con le diverse sfaccettature della realtà produttiva, anche se differente dalla propria realtà di partenza. L'obiettivo finale deve restare quello di rafforzare l’attenzione sul settore vitivinicolo e riportare il punto di vista delle aziende al centro della discussione, ribadendo i valori della filiera vitivinicola e la conferma che essa è protagonista non solo nel settore agricolo, ma nell’economia nazionale. APRILE 2015| MONDO AGRICOLO |15


PRIMO PIANO VITIVINICOLTURA

Che sapore ha la sostenibilità?

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Tavola rotonda organizzata da For.Agri a Palazzo della Valle con le aziende leader, preceduta da una degustazione esclusiva condotta da Antonio Galloni, autorità della critica enologica di Gabriella Bechi

O

tto vini selezionati come modelli di agricoltura sostenibile, scelti da Antonio Galloni, fondatore di “Vinous” e indiscusso critico enologico, degustati alla cieca dai più autorevoli produttori del mondo del vino. Inizia così l’inedita ed esclusiva giornata di lavoro, organizzata da For.Agri in Confagricoltura, dedicata a uno dei temi più interessanti del momento, la sostenibilità, che ha richiamato a Palazzo Della Valle l’eccellenza dell’enologia del nostro Paese. Sei vini rossi (degustati per primi) e due bianchi, difficili da riconoscere anche per i palati più esperti, dai profumi e dal gusto diversi, ma caratterizzati da un tratto inconfondibile: il legame con il territorio.Vini biologici, biodinamici, naturali o semplicemente “fatti bene”, nel rispetto cioè dell’ambiente e della collettività. Ma se la sostenibilità non ha un sapore percepibile nel bicchiere, ha però un valore indiscusso sia per chi il vino lo produce, sia per chi lo consuma. Sono queste le conclusioni della tavola rotonda, intitolata “Vino: sostenibilità e mercati”, che è seguita alla degustazione, moderata da Davide Gaeta, docente di Economia dell’Impresa e Politica vitivinicola all’Università degli Studi di Verona, e introdotta dal presidente di For.Agri, Stefano Bianchi, a cui hanno

preso parte alcuni dei più importanti produttori di eccellenze sul territorio italiano: Chiara Lungarotti,Azienda Viticola Lungarotti e Consigliere di Federvini, Marcello Lunelli, Cantine Ferrari e consigliere UIV, Giovanni Manetti, Azienda Vinicola Fontodi, Giuseppe Liberatore, Presidente AICG, Piero Antinori, Marchesi Antinori,Valentino Mercati, presidente e fondatore di Aboca, oltre allo stesso Antonio Galloni. “Il tema della sostenibilità ci sta particolarmente a cuore – ha aperto Piero

È necessario rendere compatibile lo sviluppo con l’impatto ambientale Antinori, dei Marchesi Antinori – perché rappresenta il futuro. Preservare l’ambiente è la nostra garanzia per continuare ad esistere”. Aggiungendo però che “non ci può essere sostenibilità di alcun tipo, senza quella economica”. “La sostenibilità non è una moda, ma un modo di vivere – gli ha fatto eco Chiara Lungarotti, Azienda Vinicola Lungarotti – che applichiamo dalla prima metà degli anni ’90 alla produzione in vigna e che abbiamo esportato anche in cantina negli ultimi anni, grazie allo sfruttamento delle biomasse, l’energia prodotta dai fermenti di potatura che riesce a coprire buona parte del nostro fabbisogno”. Un’attitudine condivisa da Valentino Mercati, presidente e fondatore di Aboca. “Non mangiamoci il mondo – ha dichiarato – lasciamo qualcosa ai nostri figli e nipoti. Agricoltura, ambiente e salute sono le nostre parole d’ordine da oltre 40 anni. Il rispetto per il consumatore viene prima di tutto. E saranno i consumatori stessi a fare selezione: nel giro di pochi anni chi non applicherà i criteri di sostenibilità etica e ambientale sarà spazzato via dal mercato”. “La sostenibilità – ha rimarcato Giuseppe Liberatore, presidente AICG - ha però bisogno di definizioni chiare a livello legislativo. Le buone pratiche APRILE 2015| MONDO AGRICOLO |17


PRIMO PIANO VITIVINICOLTURA

danno garanzie al consumatore e aiutano le aziende a limitare gli sprechi, ma è ora di passare dalle buone pratiche alle norme”. Perché se è vero che oggi le aziende che perseguono la sostenibilità individuano un nuovo modo di essere competitive differenziandosi dai concorrenti, è altrettanto evidente che il proliferare di certificazioni ed eco-etichette rischia di intaccare la credibilità dell’intera operazione. I distretti possono svolgere un ruolo molto importante nel guidare le singole aziende in questa direzione. Come ha dimostrato l’esempio portato da Giovanni Manetti, alla guida dell’azienda Fontodi, del biodistretto di Greve in Chianti, nel cuore del Chianti Classico.“È un progetto nato nel 2005, e che ha coinvolto più realtà e aziende, perché insieme si lavora e si cresce meglio. Siamo passati dal 30% al 95% di superficie vitata biologica, ma pian piano abbiamo coinvolto l’amministrazione pubblica e altri produttori di prodotti tipici, sensibilizzando il territorio a diversi livelli”. La sostenibilità, insomma, deve essere

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Bianchi: «For.Agri vuole essere in prima linea per accompagnare le aziende» “contagiosa”. Ma, in ogni caso, serve una definizione di ciò che è sostenibile e, servono “dei punti fermi da cui partire, sia per i produttori, sia per i consumatori – ha aggiunto Marcello Lunelli, delle Cantine Ferrari, una delle realtà più prestigiose della spumantistica italiana e consigliere di Unione

Italiana Vini - e questa è la vera sfida, perché è difficile mettere tutti d’accordo su questi concetti. Ma quello che è importante è che i produttori di vino prendano in mano il processo normativo, che partecipino a costruirlo e non lo subiscano come è successo, con una lunga serie di protocolli, negli ultimi anni.” Tutti d’accordo, perciò, che se la sostenibilità non deve essere una “religione”, deve comunque essere una strada da intraprendere e da usare con intelligenza. E tutti d’accordo anche sulla necessità di rendere compatibile lo sviluppo economico con il basso impatto ambientale e sulla possibilità di trasformare la sostenibilità dei processi produttivi in valore aggiunto da spendere sul mercato. “Spesso il basso impatto ambientale viene collegato alla produzione su piccola scala e alla filiera corta – ha concluso Roberto Bianchi, direttore di ForAgri - ma la sostenibilità si persegue attraverso investimenti in ricerca, formazione e nuove tecnologie. Attività in cui le imprese vitivinicole sono da sempre impegnate, nel tentativo di trasformare la necessità di preservare l’ambiente in una opportunità di fare azienda. ForAgri è da sempre in prima linea per accompagnare le aziende che vogliono crescere in questa direzione”.


GLI IMPEGNI IMPEGNI N CONCRETI PER P IL FUTURO O DELL DELL’AGRICOLTURA L’A ’ GRICOLTTURA The Good Growth Plann - Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura - è l’ambizioso l piano relativo all’impegno all’imppegno concreto che nel rispetto dell’ambiente. Syngenta intende assumere assumeere per contribuire alla sicurezza alimentare a dell’ambieente. The Good Growth Plan consiste consisste in tre sfide e sei impegni misurabili con cui cuui Syngenta vuole dimostrare che agricoltura e salv salvaguardia aguardia dell dell’ambiente ’ambiente possono coesisteree e che l’aumento sostenibile, della produzione agricola agriccola può avvenire in modo sosteni ibile, senza spreco di risorse. risorse. “Th G G h Plan Pl - Gli impegni iimpegnnii concretii per il futuro f ddell’agr ll’ ricoltura” nel contesto agricol lo italiano Il piano “The Goodd Growth dell’agricoltura” agricolo si basa su 3 element ti fondamentali declinati declinati in pro ogetti specifici: specifici: elementi progetti

t Promuovere Promuovere un’Agricoltura Intensiv Intensivaa Sostenibile S Salvaguardare produzioni t Salv aguaardare la qualità delle prod duzioni t Promuo Promuovere vere le peculiarità peculiarità delle filiere agroal agroalimentari imentari italiane Gestionee multifunzionale del territo territorio orio

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PRIMO PIANO VITIVINICOLTURA

Al Vinitaly la tavola rotonda della filiera su sostenibilità, globalizzazione ed Expo 2015 di Gabriella Bechi

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ovanta minuti di dibattito, vivace e costruttivo, che hanno dimostrato il valore di riuscire a superare le logiche chiuse e di aprirsi ad un approccio di filiera dove ogni Organizzazione si confronta con le diverse sfaccettature della realtà produttiva. È stato questo il successo della tavola rotonda, organizzata da Confagricoltura, Cia, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Federvini, Unione Italiana Vini, Federdoc e Assoenologi, a Vinitaly 2015, “La filiera del vino a confronto sul futuro del settore tra sostenibilità e nuove sfide globali”, moderata dal giornalista Nicola Porro, a cui è intervento il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina. La presenza congiunta delle sette Organizzazioni è frutto della collaborazione e del confronto nati a fine 2013 e che sono cresciuti in questi ultimi mesi con il lavoro sul Testo Unico della Vite e del Vino. L'obiettivo dell’incontro organizzato a Vinitaly è stato quello di rafforzare l’attenzione sul settore vitivinicolo e riportare il punto di vista delle aziende al centro della discussione, ribadendo i valori della filiera e confermare che essa è protagonista non solo del settore agrico-

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Bacco s’interroga lo, ma dell’economia nazionale. “C’è bisogno - ha evidenziato il presidente di Confagricoltura e coordinatore di Agrinsieme, Mario Guidi - di una visione più lungimirante e di una valutazione delle misure che sia concertata ed approfondita. Occorre programmare per tempo le nostre politiche di settore ed essere più attivi nel-

le decisioni, guardando alle esigenze specifiche delle aziende.A cominciare dal sistema di autorizzazione agli impianti vitati, su cui è assolutamente necessario avviare la discussione”. Al vigneto Italia, con i suoi 670.000 ettari, sono collegati percorsi e dinamiche economiche importanti, che concorrono alla definizione del made in Italy e che se viste in una dinamica “olistica”, come coacervo di risultanze di investimento e azioni di marketing, acquistano una valenza fortemente rilevante in termini di occupazione, reddito, attrazione ed accessibilità dei territori interessati. “E fra i valori legati al territorio e all’ambiente - ha ricordato il presidente della Cia, Dino Scanavino - c’è il contributo che il settore ha


dato alla discussione della sostenibilità in agricoltura. Il vino è il prodotto agricolo per cui sono già pronti protocolli privati, il cui approfondimento è già in fase avanzata, ma ai quali oggi comunque non viene riconosciuto il giusto valore”. Sulla necessità di politiche che favoriscano una maggiore aggregazione, di prodotto e di soggetti, si é soffermato, nel suo intervento, il presidente di Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Giorgio Mercuri. “La cooperazione - ha detto - svolge questo ruolo fondamentale di aggregare tanti piccoli, piccolissimi produttori, permettendo di raggiungere le dimensioni aziendali richieste dal mercato, per arrivare nei Paesi più lontani, dove i consumi sono in crescita e con essi la domanda di vino”. Negli ultimi anni l’export del vino è cresciuto in valore e diminuito in volumi. Siamo passati da 22.108

Guidi: «Programmare le politiche di settore ed essere più attivi» mln/ettolitri nel 2010, per un valore di 3.932 mln/euro, a 20.424 mln/ettolitri e 5.111 mln/euro nel 2014. Con una crescita costante del valore medio unitario al litro: da 1,78 €/l (2010) a 2,50 €/l (2014). Questa crescita è stata sostenuta dagli investimenti in promozione resi possibili dalla misura dell’OCM, ma l’utilizzo dei fondi, assegnato per il 70% alle Regioni e per il restante 30% al ministero per i progetti nazionali, ha incontrato due criticità: nelle Regioni negli ultimi due anni si sono persi 33 mln di euro,dirottati su altre misure o non utilizzati, e i progetti finanziati con il fondo nazionale hanno dimostrato una efficacia

maggiore in termini di risultati economici e commerciali. “In queste settimane - ha sottolineato Domenico Zonin, presidente dell’Unione Italiana Vini - è in discussione al ministero delle Politiche agricole la revisione del decreto che regola la gestione di questi fondi. A tale riguardo la filiera ha presentato una proposta molto dettagliata, nella logica di far prevalere l’interesse nazionale, rispetto ai particolarismi locali”. “Per arrivare sui mercati mondiali - ha aggiunto Sandro Boscaini, presidente di Federvini - è necessario valorizzare i marchi, espressione del nostro territorio, anche attraverso la Grande Distribuzione, ma la protezione internazionale dei vini a denominazione di origine è ancora un miraggio”. “Gli illeciti si moltiplicano – ha detto il presidente di Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro - specie nel commercio elettronico, con il web che diventa il luogo “ideale” per perpetrare condotte ingannevoli nei confronti dei consumatori e per cagionare danni alle denominazioni”. Sul problema del riconoscimento delle Indicazioni Geografiche, molti Paesi Terzi, in primis gli Usa, non hanno alcuna intenzione di collaborare. Il Wto è fermo ormai da anni. Il Ttip (Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti) è molto rallentato, data la distanza tra le posizioni emerse nei primi sette round, e la questione della protezione delle IG finora non è stata affrontata. Ad oggi l’unico sistema valido di protezione sono gli accordi bilaterali della Ue con i singoli Paesi Terzi. In mancanza di questi accordi, si devono registrare le denominazioni d’origine come marchi in tutti i Paesi di interesse, spendendo cifre importanti, non sopportabili da parte dei singoli produttori. “Tutto questo a poco più di un mese dall’inizio di Expo 2015 – ha evidenziato Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi - dove il vino italiano avrà il suo palcoscenico mondiale e dove dobbiamo arrivare preparati e compatti per cogliere tutte le opportunità che questo evento ci offre”. APRILE 2015| MONDO AGRICOLO |21


PRIMO PIANO VITIVINICOLTURA

Semplificazione in arrivo Il Testo Unico è un disegno di legge e ci sono le condizioni politiche per la rapida conclusione del suo iter

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initaly è stata anche l’occasione per presentare il Testo Unico di semplificazione in materia di vino e prodotti vitivinicoli, che rappresenta uno straordinario risultato, frutto dell’intesa raggiunta tra le organizzazioni rappresentative della filiera, e molto atteso dagli operatori. “Un anno fa – ha esordito il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Luca Sani, introducendo il tema – ci eravamo presi l’impegno di portare a Vinitaly 2015 un testo organico, che desse risposte complete ai produttori. Oggi il Testo è un disegno di legge e ci sono le condizioni politiche per una rapida conclu-

sione del suo iter”. Il testo riordina la materia dei controlli in una prospettiva di maggiore efficienza ed efficacia, riducendo il carico burocratico ed i costi per i produttori; differenzia i piani di controllo in base alla classificazione qualitativa dei vini Docg, Doc e Igt e favorisce la stipula di convenzioni fra gli enti di vigilanza per razionalizzare i controlli ispettivi. Forti novità sono previste sul fronte della lotta alla contraffazione e nell’impianto sanzionatorio, in quanto il nuovo testo privilegia, per le inadempienze, la possibilità di risoluzioni preventive delle irregolarità con diverse modalità, fra cui il ravvedimento operoso. Il Testo Unico propone, infine, un’ulteriore sburocra-


Si riordina la materia dei controlli in una prospettiva di efficienza ed efficacia tizzazione a seguito dell’implementazione delle procedure informatiche del Sian e innovazioni in materia di produzione ed etichettatura. “E’ stato un lavoro enorme che, per la prima volta, ha visto insieme tutta la filiera nazionale – ha detto il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, a nome di Confagricoltura, Cia, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Unione Italiana Vini, Federdoc e Assoenologi -. L’attenzione e la sensibilità che Camera, Senato e Ministero hanno mostrato per il Testo è senz’altro un segnale importante per le imprese”.“Il provvedimento – ha sottolineato Massimo Fiorio, vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera e relatore del provvedimento - è il frutto di un ampio ed articolato confronto, che ha raccolto le proposte ed i contributi delle differenti sensibilità parlamentari e delle associazioni di categoria. Ora però è necessario lavorare per una sua approvazione rapida e collegiale”. Ora la filiera si attende che il Testo arrivi presto all’approvazione, per offrire alle imprese un nuovo quadro normativo capace di stimolarne la competitività, offrire maggiori garanzie in termini di tracciabilità dei prodotti, a vantaggio di produttori e consumatori. E, in tal senso, il presidente Guidi si è augurato che il traguardo finale possa tagliato in occasione di Expo, garantendo pieno supporto politico a Parlamento e Ministero”. ''I dodici mesi che abbiamo alle spalle ci hanno dato un testo fondamentale - ha sottolineato il ministro Martina, ringraziando per i contributi -. Ora va sviluppata una riflessione per vedere se il filo conduttore tiene. Nessuno di noi vuole essere sordo a osservazioni utili, dobbiamo però ammettere che la variabile tempo é fondamentale per la capacità di fare impresa che si respira tra i padiglioni di Vinitaly”. (G. B.) APRILE 2015| MONDO AGRICOLO |23


PRIMO PIANO VITIVINICOLTURA

Sulla Strada del vino del Trentino, il Maso Poli è un bell’esempio di azienda gestita dal nucleo familiare di Luigi Togn. Vitigni autoctoni per un “vino con l’anima”

La cantina familiare

di Elisabetta Tufarelli

C’

è una cantina familiare che lavora con successo e passione, selezionando le migliori uve per vinificarle e produrre vini importanti, frutto di conoscenza, sapere enologico e tecnologia. E’ una cantina modello, che commercializza l’80% del suo prodotto principalmente negli USA e che è frutto dell’impegno di un padre, Luigi Togn, di tre figlie: Romina, Martina e Valentina e di un genero, l’enotecnico Goffredo Pasolli. “Abbiamo le cantine Gaierhof, Lechthaler, l'Azienda Vinicola Valdadige, che vende esclusivamente vini sfusi, ma il nostro fiore all'occhiello è l'azienda agricola Maso Poli, una quindicina di ettari di vigneto”, precisa l’imprenditore Luigi Togn, componente della Federazione vitivinicola di Confagricoltura. Siamo nel nord del trentino, a Pressano di Lavis, sulla Strada del vino, non lontano da San Michele all’Adige, in un’azien-

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da a struttura familiare che è cresciuta nel tempo e che oggi propone una importante e vasta gamma di vini, profondamente radicati nella tradizione vinicola della regione. Il Maso Poli, un vecchio Maso del 1700 ristrutturato, oltre ad essere la residenza – per scelta precisa – di Valentina, del marito e dei tre figli Silvia, Riccardo e Sofia, viene anche usato,

con successo, per incontri e seminari. “Rispetto ad un hotel – spiega l’imprenditore - molte aziende scelgono il nostro maso, la costruzione tipica delle nostre parti, perché ha una posizione invidiabile, a 300/450 metri sul livello del mare, gode di panorami meravigliosi e soprattutto permette di trovare un ambiente sereno, ideale per il team building”.


Un posto stupendo, circondato da 15 ettari di terreno, 11 dei quali vitati, dedicati prevalentemente alle uve bianche e quattro ettari di bosco. “Abbiamo in affitto ulteriori quattro ettari e mezzo – spiega Luigi Togn – e manteniamo, volutamente, le rese basse dai 55 a massimo 90 quintali l’ettaro. Preferiamo per questo nostro vino di fascia alta, farne poco,

Il prossimo Natale esce la speciale “Riserva Trento Doc” ma buono”. L'attività dell'azienda agricola è dedicata esclusivamente alla coltivazione della vite, che è concentrata solo su alcune specie di vi-

tigni autoctoni e tipici e su una selezione attuata in base a parametri rigorosi che implicano una ricerca costante per ottenere la massima qualità possibile. “Il nostro obiettivo sottolinea – è quello di dare un'anima ai nostri vini, trasmettendo il nostro amore e la nostra passione, per renderli unici, irripetibili e profondamente legati al nostro territorio. Il APRILE 2015| MONDO AGRICOLO |25


PRIMO PIANO VITIVINICOLTURA

Luigi Togn e la sua famiglia

prossimo Natale presenteremo una speciale Riserva Trento Doc”. A Maso Poli si produce Pinot Grigio, Chardonnay, Nosiola e Gewurztraminer, tra i bianchi, e Pinot nero, Teroldego e Lagrein tra i rossi. “I nostri vini – continua – sono il risultato di una perfetta coesistenza tra tecniche tradizionali e metodi moderni. Vinifichiamo separatamente le uve dei singoli vigneti e, attraverso tecniche differenziate in cantina, riusciamo a mantenere le diverse caratteristiche del territorio, trasferendo un equilibrio di sfumature che creano la complessità e l'unicità dei nostri prodotti”. Un Maso che va oltre la media che, in Trentino è di circa un ettaro, ma che ci tiene alla qualità dei propri vini. “Siamo – mette in evidenza Togn - un centinaio di piccole aziende, rispetto alle grandi cantine, che lottano per crearsi la giusta immagine. Il mercato tedesco e quello austriaco sono stati mal abituati a vini a tre 26| MONDO AGRICOLO|APRILE 2015

«Per il nostro vino di fascia alta, preferiamo farne poco, ma buono» euro. Come facciamo a starci con i costi? Quello energetico, ad esempio, è molto superiore a quello austriaco, così come altissimi sono

quelli delle certificazioni di qualità e di tutela della salute. Noi commercializziamo prevalentemente negli Stati Uniti e in Italia attraverso la rete delle altre nostre aziende, che conta una sessantina di agenti sul territorio.” Maso Poli è un’azienda all’avanguardia: già dagli anni ’90 pratica la lotta integrata alla Tignola, attraverso la confusione sessuale per impedire la riproduzione della specie utilizzando falsi richiami. “Tutto sommato – conclude Luigi Togn – se dovessi fare un confronto con i settori immobiliare, del commercio e dell’edilizia devo dirmi moderatamente soddisfatto, anche se mi piacerebbe che i costi fossero adeguati a quelli dei nostri concorrenti stranieri. Ho 73 anni e ho deciso di passare il testimone alle mie figlie: Romina, la più grande ha la responsabilità della commercializzazione, mentre Martina si occupa in particolare di Maso Poli e Valentina, che ha scelto di viverci, è laureata in agraria ed è im pegnata in cantina”.


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I M P O R T A N T I S T R U M E N T I :E A S Y F L O W ,S M A R T L I N E E D R E S S C O D E

Impegno per la sicurezza degli operatori ayer CropScience promuove diverse attività inerenti all’uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci. I nuovi imballaggi “SmartLine” di Bayer CropScience sono un ulteriore passo avanti verso un futuro migliore: maggiore praticità, sicurezza, protezione individuale e, quindi, una migliore sostenibilità ambientale, che sono i principali vantaggi per gli agricoltori. Nell’etichetta di ciascun agrofarmaco sono racchiuse, in modo sintetico ma esauriente, tutte le informazioni per usarlo nel migliore dei modi: dosi, momenti di applicazione, intervallo di sicurezza, ma anche tante altre notizie utili per proteggere l’agricoltore e l’ambiente circostante. In modo particolare sono riportate le frasi, i simboli di pericolo e le indicazioni su come proteggersi durante tutte le fasi di impiego: dalla quantificazione del prodotto da usare, alla sua applicazione in campo. L’impegno verso la sicurezza per gli operatori, di Bayer si CropScience, avvale del servizio online “DressCode” che consente, per ciascun prodotto della propria gamma, l’individua-

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dell’agrofarmaco nella botte. Il sistema è composto da un adattatore per il serbatoio che si avvita ermeticamente con un dado di raccordo alla tanica dell’agrofarmaco. Grazie ad una maniglia è possibile regolare la quantità di prodotto da versare nella botte e, in caso di svuotamento completo, è possibile puzione dei “dispositivi di protezione lire immediatamente la tanica grazie individuale” (DPI) corretti per un uti- all'attacco per l'acqua di lavaggio. lizzo sicuro dei prodotti. Il servizio è Il sistema di trasferimento “Easyaccessibile visitando la sezione Flow” permette di evitare possibili stewardship del sito www.cro- contaminazioni durante le fasi di prepscience.bayer.it, e fornisce anche parazione del trattamento e di auraccomandazioni generali circa le mentare quindi la sicurezza per l’ocaratteristiche tecniche, la manuten- peratore, consentendo l’utilizzo anzione e i consigli di utilizzo dei DPI. che parziale del contenuto di una Una volta indicato il prodotto, le con- confezione di agrofarmaco. Con dizioni di campo e l'attrezzatura per “EasyFlow” si riducono gli sprechi di l'applicazione del prodotto, “Dress- prodotto e si tutela l’ambiente; il laCode” comunica l'abbigliamento vaggio dei contenitori vuoti è di effipiù adatto nelle tre fasi appli- ciente e veloce realizzazione, così da cative: preparazione del- ottimizzare la gestione dei contenitola miscela, applicazione, ri e la loro bonifica prima dello smalpulizia dell'attrezzatura. timento. Inoltre è facile da installare Si tratta di una semplice sui serbatoi delle attrezzature irroe utile guida per la pro- ranti e sui pre-miscelatori. pria sicurezza. “EasyFlow” è progettato per soddiInoltre, per la prepara- sfare gli standard di protezione amzione della miscela in bientale e la sicurezza operativa ed tutta sicurezza c’è un ul- ha ricevuto alla manifestazione teriore strumento nuo- Agrithecnica di Hannover, in Germavo ma già molto ap- nia, la medaglia d'argento come soprezzato, chiamato luzione innovativa per migliorare i “EasyFlow”, che rap- processi produttivi garantendo magpresenta un sistema di gior efficienza, rispetto per l'ambientrasferimento chiuso te e sicurezza per l'operatore.


A T T UA L I TÀ C E R E A L I

A scuola di buone pratiche

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Nuova intesa di Confagri e Birra Peroni per creare un network di imprese agricole “ecofriendly” di Gaetano Menna

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i viene in mente il vecchio slogan della Peroni, “La bionda più amata dagli italiani”. A ricordare come questa birra nazional-popolare sia sempre stata apprezzata e, tradizionalmente, collegata all’Italia, sia a valle del processo produttivo (i consumatori) ma anche a monte (i produttori). L’azienda nacque nel 1846 a Vigevano, allora appartenente al Regno dei Savoia, quando Francesco Peroni avviò l’attività di una piccola fabbrica di birra. Nel 2003 Birra Peroni ha assunto definitivamente i tratti di un’azienda internazionale entrando a far parte del Gruppo SABMiller plc, il secondo produttore mondiale di birra presente in 60 paesi e 6 continenti. Da Vigevano alla globalizzazione, alla sostenibilità, mantenendo però l’italianità come tratto distintivo. Da diversi anni c’è una collaborazione stringente di Peroni con Confagricoltura e con il suo ente di Formazione Enapra. Partnership che è stata rinsaldata con la firma dell’intesa tra il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, ed il direttore delle Relazioni esterne di Peroni, Federico Sannella, finaliz-

Precedente corso, con il responsabile dell’Area Ambiente di Confagri, Donato Rotundo

Si promuove, tra le imprese, il protocollo ‘EcoCloud’ per le buone pratiche zata alla promozione della sostenibilità della filiera agroalimentare italiana, attraverso le rispettive iniziative: “Insieme dalla Terra alla Tavola”, adottata da Birra Peroni; “EcoCloud-EcoGrains”, protocollo fortemente voluto da Confagricoltura. Non solo si vuole tutelare ancor di più la qualità italiana, ma si vuole promuovere ulteriormente la sostenibilità, il rispetto della tradizione e l’innovazione nel settore agricolo.Attraverso le rispettive piattaforme sulle buone pratiche i due attori s’impegnano a collaborare per la diffusione di tecniche e processi produttivi a basso impatto ambientale e per la tutela dei consumatori. L’obiettivo è di creare un network di imprese agricole “ecofriendly” sempre più forte e consolidato. "La filiera della birra presenta grandi opportunità di sviluppo e crescita

per l’agricoltura italiana ed è senza ombra di dubbio – ha osservato Guidi - un fiore all'occhiello del made in Italy che deve essere tutelato affinché rimanga un'eccellenza. Per questo motivo, assieme a Birra Peroni, Confagricoltura ha deciso di promuovere, tra le imprese agricole associate, il protocollo ‘EcoCloud’ basato su tecniche agronomiche ecosostenibili”. La formazione diventa elemento pregnante, come tiene a sottolineare Sannella: “Abbiamo dato vita a un programma di formazione per trasmettere alla filiera agricola gli strumenti e le competenze necessarie per aumentare la produttività, puntare sulla bontà delle pratiche di coltivazione, nonché incrementare la redditività”. Sannella spiega quindi l’approccio aziendale: si parte “dalla Terra”, attraverso politiche agrarie rigorose e sostenibili, fino ad arrivare “alla Tavola”, con costanti attività di comunicazione finalizzate a un uso responsabile del prodotto e pertanto volte alla tutela del consumatore. APRILE 2015| MONDO AGRICOLO |29


A T T U A L I TÀ C E R E A L I

Ad apprezzare l’ iniziativa anche il denza i valori positivi di questo setministro delle Politiche agricole tore dell’agroalimentare italiano, Peroni parte “dalla Terra”, Maurizio Martina che, in una lettera che - con i suoi prodotti - oltre a esattraverso politiche rigorose, fatta pervenire in occasione della sisere molto apprezzato all'estero, per arrivare “alla Tavola” gla, ha sottolineato: “L’agricoltura e rappresenta un valido sbocco occule politiche strategiche di filiera rappazionale. presentano la vera forza del nostro Paese. Il nostro sistema agricolo n AVVIATO IL NUOVO CICLO DI CORSI DI FORMAZIONE guarda già al futuro e all’ambiente. Basti pensare che emettiamo il 35% È partito il terzo ciclo di corsi di di gas serra in meno della media Ue. formazione di “Birra Peroni per l’aE la sostenibilità aziendale è un gricoltura” svolto in collaborazione obiettivo prioritario del nostro Gocon Confagricoltura e con Enapra verno che, non a caso, si inserisce (l’ente di Formazione confederale perfettamente nel tema di Expo,“Nuche è partner tecnico, che coordina trire il Pianeta, energia per la vita”. In i docenti e le attività didattiche). questo contesto, anche la birra fa la Il primo si è svolto a Foggia il 9 e 10 sua parte, essendo un prodotto soaprile (presso la sede della Confastenibile per gli elementi utilizzati e gricoltura dauna). Tali corsi preveche punta a ottimizzare il consumo dono 16 ore formative in aula (8 ore delle materie prime, mantenendo la al giorno) e sono incentrati su due qualità e la sicurezza attraverso conmoduli: il primo sulla “Gestione trolli capillari”. dell’impresa agricola”; il secondo su L’accordo sottoscritto tra Confagri“Principi e tecniche di sostenibilità coltura e Birra Peroni prevede pure in agricoltura”. Le prossime tappe si che, in occasione di Expo 2015, si terranno a settembre a Viterbo e poi dia vita ad attività di comunicazione nel Nord Italia. L’obiettivo è di formare, entro il 2020, più di mille agricoltori coordinate che metteranno in evi- italiani appartenenti alla catena di fornitura di orzo e di mais. 30| MONDO AGRICOLO|APRILE 2015


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Passione, esperienza, innovazione e tradizione: le solide qualità degli agricoltori italiani sono le stesse di Siapa, partner privilegiato dei Consorzi Agrari dal 1948 e sostegno essenziale per affrontare le nuove side del mercato globale. Oggi Siapa, dopo oltre 65 anni, continua ad essere un prezioso punto di riferimento per i Consorzi Agrari, con un supporto tecnico all’avanguardia, grazie all’ampiezza e alla speciicità del catalogo prodotti, per colture sempre più protette e produttive.

Alle radici del futuro


A T T U A L I T À DA L L E I M P R E S E

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N O S T U D I O S U G LII B R I D I D I M A I S D I D U P O N T P I O N E E R

Le sementi ibride Optimum® e AQUAmax® aumentano le rese mediamente del 6% in ambienti a stress idrico u Journal of Crop Science, è apparso uno studio pluriennale condotto per valutare gli ibridi di mais sotto stress idrico o in condizioni di scarsità di acqua. I risultati dimostrano scientificamente l’efficacia degli ibridi di DuPont Pioneer (Optimum® AQUAmax®), che aiutano gli agricoltori a ottenere rese più stabili in condizioni di siccità e un potenziale di alte rese in condizioni colturali favorevoli. Jeff Rowe, Regional Director, DuPont Pioneer Europe, ha confermato, “grazie all’ impegno nella ricerca su queste problematiche, DuPont Pioneer sta ottenendo concreti progressi nella comprensione dei fattori che contribuiscono alla tolleranza alla siccità. Ciò permetterà di continuare a fornire agli agricoltori ibridi di mais tolleranti, in Europa e in tutto il mondo”. La comunità internazionale sta affrontando la sfida di produrre gli alimenti in modo sostenibile, che comporta il dover rispondere alle richieste di una popolazione in aumento in un contesto di cambiamenti ambientali avversi. Globalmente, l’acqua è il fattore più limitante per la produttività agricola e alimentare e, ogni anno, provoca la perdita di raccolti per 13

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miliardi di dollari a causa della siccità. Anche nell’Unione Europea la scarsità di acqua e la siccità sono fenomeni ampiamenti diffusi e in aumento. Come riporta l’ Environment Directorate General della Commissione Europea, la scarsità di acqua in Europa, negli ultimi trenta anni, ha comportato un costo dovuto alla siccità di 100 miliardi di euro. La Commissione prevede un ulteriore peggioramento della situazione idrica in Europa, se le temperature continueranno ad aumentare per effetto dei cambiamenti climatici. L’acqua non è più un problema di poche regioni,

ma riguarda attualmente tutti i 500 milioni di cittadini europei. Oltre 10.700 aziende agricole americane hanno fornito dati esaustivi, paragonando 78 ibridi Optimum® AQUAmax® con un campione di 4.200 ibridi leader del settore usati dagli agricoltori nella zona denominata Corn Belt. Per quanto riguarda i test in campo, gli ibr idi Optimum® e AQUAmax®,hanno mediamente avuto una resa del 6,5 percento più alta in condizioni di scarsità idrica e un aumento della resa dell’1,9 percento in con dizioni di crescita favorevoli.


L’A P E R T U R A

In Umbria i PSR si fanno in rete Nel Piano di Sviluppo Rurale umbro una misura in favore dei contoterzisti al servizio delle aziende agricole del territorio

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a Regione Umbria ha inserito nel PSR una misura (la 16.3.1) in favore dei contoterzisti che si aggregano insieme a piccoli operatori agricoli. L’obiettivo è agevolare investimenti in strutture Fernanda “collettive” che consentano di Cecchini condividere impianti e risorse per produrre, trasformare e commercializzare i prodotti agricoli. Uno strumento che “obbligherà i contoterzisti umbri a ragionare in rete”, ha spiegato Fernanda Cecchini, assessore umbro alle Politiche agricole, nel corso del talk show “Il contoterzismo strategico per gli agricoltori, organizzato da Contoterzisti Umbria e Uncai nell’ambito di Agriumbria e trasmesso sui canali Sky da Agrilinea. L’iniziativa, in linea con la collaborazione avviata tra Uncai e Confagricoltura, va nella direzione di un’agricoltura remunerativa, competitiva, che inquini sempre meno e rispettosa del terreno, ha sottolineato il presidente Uncai Aproniano Tassinari nel corso del dibattito che ha visto, tra i partecipanti, anche il direttore di Enama Sandro Liberatori, quello di Mercato Italia New Holland Marco Mazzaferri e di Contoterzisti Umbria Andrea Stortini.

UNA SINERGIA SEMPRE MAGGIORE.L’invito ad agricoltori e contoterzisti è di lavorare ancora più in sinergia. Un approccio che permetterebbe, ha aggiunto il direttore di Confagricoltura Umbria Cristiano Casagrande, di “acquisire notevoli vantaggi nei confronti dei sistemi di approvvigionamento dei mezzi tecnici e della commercializzazione delle produzioni agricole”. “Sul territorio – ha proseguito Alfredo Monacelli, segretario generale Confagricoltura Umbria – abbiamo piccole aziende che dispongono di potenze meccaniche eccessive rispetto al numero di ore di utilizzo annuale. Per questo l’iniziativa della Regione di inserire nel PSR una misura a vantaggio dei contoterzisti impegnati nella gestione associata dei mezzi meccanici può concretamente servire a ottimizzare le risorse”.

BRUXELLES.L’accesso ai finanziamenti europei per le aziende agromeccaniche umbre viene, quindi, vincolato alla stipula di contratti di rete. Tuttavia, “l’obiettivo a lungo termine di Uncai continua ad essere il riconoscimento a pieno titolo dei contoterzisti nei PSR regionali, così come indicato da Bruxelles”, ha puntualizzato il direttore Uncai Francesco Torrisi. Nonostante l’Europa abbia già riconosciuto le aziende agromeccaniche tra i soggetti beneficiari di finanziamenti in virtù dei servizi forniti alle aziende agricole, le Regioni preferiscono seguire altre strade, come quella diretta a favorire la diffusione di una gestione associata dei mezzi meccanici attraverso aziende conto terzi.

I VANTAGGI PER L’AMBIENTE.La condivisione di strategie e programmi tra agricoltori e contoterzisti si traduce in vantaggi anche per l’ambiente, ha aggiunto il Commissario Capo del Comando Regionale Umbria del Corpo Forestale dello Stato Daniela Mandoloni. Inoltre, ha concluso Sergio Bambagiotti, presidente di Contoterzisti Umbria, “una stretta collaborazione tra primo e secondo anello della filiera agricola, come quella realizzata in Umbria, offre alle istituzioni un punto di riferimento chiaro e univoco per delineare le giuste strategie per promuovere lo sviluppo rurale, la salvaguardia del territorio e una semplificazione della burocrazia che, spesso, ostacola il buon funzionamento della filiera”.

UNCAI L'Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici ed Industriali rappresenta e tutela su tutto il territorio nazionale imprenditori che lavorano per conto terzi nel settore agricolo e industriale. Sede Corso Vittorio Emanuele II, 87 - 00186 Roma Tel. +39 06 6852557 - Email segreteria@contoterzisti.it Web: www.contoterzisti.it Presidente: Aproniano Tassinari Direttore: Francesco Torrisi

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N O T I ZI E

L’eurodeputato Paolo De Castro ed il direttore di Uncai Francesco Torrisi

Ttip, una sfida comune ad agricoltori e contoterzisti De Castro: “Un’opportunità per l’agricoltura italiana, ma la qualità non basta. Occorrono organizzazioni di categoria, consorzi, sistemi a rete più coesi”. Sul modello di Uncai e Confagricoltura

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l Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti, più noto come Ttip, è un accordo, ancora in fase di negoziazione, per il libero scambio tra i mercati europeo e statunitense, un sistema per far circolare le merci più facilmente senza le barriere "non tariffarie", cioè quei controlli che impediscono ancora oggi l’importexport di alcuni prodotti tra Europa e Usa. Relatore permanente per il negoziato per il capitolo agricoltura è l'eurodeputato Paolo De Castro, più volte ministro delle Politiche agricole e già presidente della Commissione agricoltura nella precedente legislatura. Uncai, con il direttore Francesco Torrisi, ha avviato con Paolo De Castro una riflessione sugli aspetti organizzativi del comparto agricolo italiano in vista di un possibile accordo sul libero scambio Ue-Usa.

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In agricoltura il Ttip rappresenta un’opportunità più per l’Europa o per gli Usa? Le esportazioni europee verso gli Usa riguardano prevalentemente prodotti finiti di qualità come vino, olio, formaggi e pasta che non possono essere rimpiazzati da prodotti di pari qualità di altre aree geografiche. Al contrario, i prodotti che l’Ue importa dagli Usa sono perlopiù commodities (mais e grano) che potrebbero arrivare anche da altri mercati. Inoltre il trend delle esportazioni europee verso gli Usa è in crescita e aumenterebbe ulteriormente senza alcune barriere sanitarie, per esempio il divieto di esportare in Usa salumi con una stagionatura inferiore ai 400 giorni. Non esiste la possibilità che, venendo meno alcuni ostacoli, gli

Usa possano esportare in Europa carne agli ormoni? Le regole europee sulla sicurezza del cibo non saranno modificate. L'Europa si è sempre mossa riguardo ad aspetti come quello della carne agli ormoni o degli OGM seguendo il principio di precauzione, per cui prima di immettere qualsiasi cosa sul mercato occorrerà sempre verificare che non sia nocivo per la salute. Inoltre gli standard degli Usa e i sistemi di controllo sono ancora più rigidi rispetto a quelli messi in campo dall’Europa, quindi è assurdo sostenere che il trattato porterebbe a un livellamento verso il basso della qualità dei prodotti alimentari presenti nel mercato europeo. Se si dovessero aprire nuovi mercati in Usa, i nostri agricoltori avranno la forza di raggiungerli?


CIBO. LA SFIDA GLOBALE Nei prossimi decenni, saremo di più e consumeremo enormemente di più. Il fenomeno coinvolgerà tutti, paesi ricchi, paesi meno sviluppati e paesi emergenti. Per rispondere a una domanda crescente di cibo occorreranno soluzioni più sostenibili rispetto al passato, con l'incognita dei cambiamenti climatici sui processi produttivi. Il libro di Paolo De Castro affronta gli scenari posti al centro dell’Expo, dal rafforzamento del ruolo della ricerca e dell’innovazione alla food security, dalle inedite politiche che governeranno il cibo ai mutati protagonisti dei flussi commerciali, alle scelte dei consumatori. Ce la faremo a sfamare gli oltre 9 miliardi di persone che abiteranno il pianeta nel 2050? Possiamo farcela, risponde De Castro. Ma occorre essere consapevoli che lo scenario è cambiato, definitivamente. Paolo De Castro, CIBO. La sfida globale, Donzelli 2015 Non servirà produrre di più, ma puntare maggiormente alle nostre eccellenze, riservando, per esempio, più latte o uva alla produzione di formaggi e vini di qualità, e guardare con più decisione al ricco mercato americano, disposto a pagare gli stessi prodotti di più di altri Paesi. Oggi solo l’8% del nostro export alimentare raggiunge gli Usa; se si raggiungesse il 30% i nostri agricoltori starebbero molto meglio. Ma le aziende agricole hanno gli strumenti per raggiungere questi mercati? Se riusciamo a rivolgerci con successo a mercati internazionali è grazie a prodotti di qualità, distintivi, facilmente identificabili, tracciati. Ma la qualità non basta. Per raggiungere mercati lontani, l’Italia deve lasciarsi alle spalle la cultura per cui l’agricoltore deve pensare solo a fare bene l’agricoltore, mentre spetta ad altri occuparsi della commercializzazio-

ne. L’imprenditore agricolo moderno è un professionista che dedica il 40% del suo tempo a produrre e il 60% a studiare il modo migliore per immettere il suo prodotto nel mercato. Perché la domanda c’è, occorre saperla intercettare, come abbiamo dimostrato nel nostro ultimo saggio “Cibo”. Come fa l’Olanda, un paese con meno di 100.000 agricoltori che esporta prodotti agricoli per 88 miliardi contro i 34 dell’Italia. Esporta addirittura più agrumi dell’Italia, coprendo benissimo la fase commerciale con strutture distributive concentrate, più fondamentali dei mercatini a km zero. Perché complicarsi a vita? In Italia una struttura produttiva molto frammentata sembra fatta apposta per una distribuzione al dettaglio e all’ingrosso ugualmente frammentata e locale, non si potrebbe andare avanti così? Finché si vendevano i prodotti nei

piccoli esercizi commerciali, l’agricoltore poteva non curarsi della commercializzazione. Oggi però l’80% dei prodotti passa attraverso le strutture a libero servizio: grandi centrali di acquisto che si rapportano con le organizzazioni di categoria, i consorzi, i sistemi a rete e non con il piccolo produttore agricolo. Gli agricoltori hanno già dimostrato una volta di saper far fronte alla loro frammentazione ricorrendo ai contoterzisti… Si può dire che il contoterzismo sia stata la risposta organizzativa italiana alla frammentazione delle imprese agricole, spesso non grandi abbastanza per permettersi le tecnologie più innovative. Gli agromeccanici hanno avuto ed hanno il merito di permettere agli agricoltori di raggiungere una capacità competitiva non inferiore a quella delle aziende francesi e tedesche. Anche l’Europa lo ha riconosciuto, dando la possibilità a regioni e stati membri di includerli nei PSR. Solo alcune regioni hanno però inserito gli agromeccanici nei PSR, per quale motivo? C’è un problema politico che non può essere risolto solo sul piano normativo. Tocca alle associazioni degli agricoltori avviare una collaborazione sempre più stretta con gli agromeccanici e progettare una politica comune per ridurre, per esempio, il differenziale tra prezzi al consumo e alla produzione dei prodotti agricoli; ma anche politiche comuni sulla qualità delle produzioni e sulla loro commercializzazione, in vista anche del Ttip e di mercati più ampi; così come sui Psr per disporre di un parco macchine sempre aggiornato e in grado di fare qualità. Ma per cogliere tutti questi obiettivi, gli agricoltori devono smettere di vedere i contoterzisti come soggetti esterni, come competitor e avviare una collaborazione fruttuosa per entrambi come stanno facendo Confagricoltura e Uncai. APRILE 2015|MONDO AGRICOLO|III


NOTIZIE

Meccanizzazione agricola: l’esperto risponde Si apre sulle pagine del nostro inserto una rubrica, uno "sportello" per chi desidera chiarimenti su aspetti sia tecnici, sia normativi legati alla meccanizzazione agricola. A rispondere alle domande dei lettori sarà Silvio Balloni, dottore di ricerca in ingegneria agraria, presidente Ordine Dottori Agronomi di Ragusa e responsabile del Centro controllo funzionale irroratrici della Sicilia

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ontoterzismo e controllo funzionale delle macchine per la difesa. La razionalizzazione delle tecniche di difesa fitosanitaria delle colture è un elemento strategico per ottenere produzioni di qualità. Occorre tuttavia verificare l’efficienza e le modalità di utilizzo delle macchine per la distribuzione dei fitofarmaci. Queste motivazioni tecnico-scientifiche sono alla base delle normative relative all’uso sostenibile degli agrofarmaci. In questo articolo ci limiteremo al “controllo funzionale delle macchine irroratrici”, riservandosi di approfondire in un altro momento la tematica della “Taratura”. La direttiva 2009/128/CE del Parlamento europeo e il Piano d’Azione Nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN), adottato ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150., hanno indicato le linee guida e le prescrizioni per operare opportunamente la regolazione della distribuzione di agrofarmaci. Queste normative impongono la data del 26.11.2016 come limite

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temporale per la quasi totalità delle macchine e attrezzature per la distribuzione degli agrofamaci per essere sottoposte a controllo funzionale nei centri di controllo accreditati presso gli assessorati regionali all’agricoltura che operano secondo le linee guida del gruppo di lavoro insediato presso l’ENAMA. Sono escluse da questa scadenza, che viene spostata al 26.11.2018, solo alcune particolari macchine quali quelle schermate e quelle abbinate ad altre macchine operatrici (D.M. n.4847 del 03/03/2015 - Scadenze controllo funzionale macchine irroratrici). Il settore del contoterzismo già dal 26.11.2014 opera con macchine irro-

Silvio Balloni

ratrici che hanno superato il controllo funzionale, con fra l’altro una validità dell’attestato di durata biennale invece che quinquennale. Ciò consente di affermare che il mondo del contoterzismo nel settore della efficiente distribuzione degli agrofarmaci è una risorsa professionale di valore “certificato”. Operare con macchine irroratrici che hanno superato il controllo funzionale consente di ottenere vantaggi sia in termini ambientali, sia di sicurezza sia economici, con la drastica riduzione dei costi, attraverso l'utilizzo di quantitativi di fitofarmaci nettamente inferiori rispetto a quelli che sarebbero necessari con un cantiere per l’irrorazione non controllato e non efficiente. È stato infatti stimato che in macchine non funzionali la quantità di miscela di agrofarmaco che raggiunge il bersaglio è solo il 20%, mentre la restante percentuale si perde nell’ambiente. La quantità di prodotto “utile” invece cresce sino a 80% in macchine funzionali, quali quelle impiegate dai contoterzisti dallo scorso 2014. Per inviare le vostre domande scrivere a: lettere@contoterzisti.it.


Pasquetta al Castello

Prove di Expo nel Borgo di Malpaga, nel bergamasco. Mostra-mercato con oltre trenta aziende agricole. Più di 5000 i visitatori chiamati a riflettere sul ruolo sociale, ambientale e produttivo dell’agricoltura

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manifestazione, complimentandosi con Confagricoltura per l’organizzazione e, soprattutto, per aver saputo avvicinare il grande pubblico all’Expo, attraverso un momento ricreativo e piacevole.“Va evidenziato – ha detto il presidente di Confagricoltura Lombardia Matteo Lasagna – che le aziende agricole partecipanti venivano da tutte le province lombarde, ma anche da altre regioni come Piemonte e Sicilia, a dimostrazione di come ci sia uno sforzo coeso per la valorizzazione del’agricoltura”. “Abbiamo voluto sottolineare un tema che espliciteremo con evidenza a Expo – ha dichiarato dal canto suo Antonio Boselli, delegato di Confagricoltura per l’Esposizione Universale - che è quello dell’agri-

coltura come motore della crescita, ponendosi a monte di attività di filiera e di trasformazione agroindustriale, che danno occupazione e sviluppo integrato”. Vivo interesse hanno suscitato i prodotti delle aziende agricole partecipanti: dalle mostarde al vino, dalla birra al salumi, dai formaggi alle nocciole, dal riso ai biscotti, dall’ortofrutta al miele, dalle lumache alle confetture, dalle tisane ai succhi.Alla mostra mercato, che ha presentato una “veste scenografica” in stile feudale, sono stati abbinati eventi collaterali quali: attività ludiche per i bambini, animazione per adulti e piccini, giochi medioevali, passeggiate in carrozza e momenti di relax sui balloni di fieno disseminati sull’aia. (M. M.)

ra gli eventi di “avvicinamento ad Expo” di Confagricoltura in evidenza quello realizzato al Castello di Malpaga, nel berCOLLABORAZIONE ENAMA E AUTODROMO DI FRANCIACORTA gamasco, che è stato il n L’Autodromo di Franciacorta (Franluogo dell’interessante mostra-mercaciacorta International Circuit) ha to che ha coinvolto, a Pasquetta, oltre 30 aziende agricole associate che hanindividuato in Enama (Ente Naziono esposto, fatto conoscere, posto in nale Meccanizzazione Agricola) la vendita e somministrazione i loro prostruttura di riferimento del settore dotti. Più di 5000 i visitatori, con faagricolo con cui collaborare per damiglie al completo, che hanno colto re un contributo in tema di sicurezl’occasione di vivere il castello e scoza dei mezzi agricoli. In tale ottica, prire la bontà dei prodotti agricoli e presso l’Autodromo è stata realizzadelle tradizioni, unite alla cultura, nelta un’area test; è stato poi messo a dila giornata usualmente dedicata alle sposizione di Enama una vasta sugita fuori porta, ai picnic ed al diverti- perficie di 60 mila mq, pianeggiante e non, dove poter effettuare altri esercizi e mento. Ospite d’onore il ministro per sviluppare ulteriori iniziative. Si effettueranno anche corsi di “guida sicura”, per le Politiche agricole Maurizio Martina, raggiungere un elevato livello di sicurezza durante l’uso delle macchine, in camche ha partecipato con la famiglia alla po e in strada.

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MAPPAMONDO di Jordan Nash

Per gli Usa i suini sono un vero affare Uno studio internazionale pone gli americani al terzo posto dopo Cina e Europa

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li Usa hanno i migliori atout per la produzione suinicola, perché hanno grandi forze produttive, notevoli capacità di export e il migliore potenziale – tra i Paesi industrializzati - di crescere ancora, rinforzando la loro leadership internazionale. Questo il parere degli economisti in occasione della ‘Swine Conference’ organizzata da Adisseo, che aveva commissionato uno studio all’agenzia economica PrimeView. Secondo l’analisi si rileva

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come gli Stati Uniti abbiano perso terreno in alcuni comparti. L’agricoltura, ad esempio, è stata surclassata dalla Cina che nel 2013 ha raggiunto il 12% delle esportazioni mondiali, contro l’8% degli Usa e il 3% della Francia. E’ stata proprio l’agricoltura ad esplodere in Cina, contrariamente alla tendenza al ribasso americana.Tuttavia, a parere di Pierre Sabatier, direttore di PrimeView, Usa ed Europa posseggono forze strutturali e grandi superfici coltivabili, all’opposto della Cina e il potenziale delle terre coltivabili potrebbe, entro il 2050, raddoppiare. Secondo l’economista le possibilità sarebbero ancora maggiori in Sud America, ma inesistenti in Asia.Yves Tregaro economista di FranceAgriMer, ritiene che la produzione suina negli Stati Uniti è cresciuta da 8 a oltre 10 milioni di tonnellate di carcasse tra il 1995 e il 2013, ponendo il paese al terzo posto, con il 9%, a livello mondiale, dopo la Cina (49%) e l’Europa (19%). La produzione è

principalmente nelle mani dei macellatori. Smithfield conta 900 mila scrofe, concentrate nella ‘corn belt’, essenzialmente in Iowa e Minnesota. Il 60% degli allevamenti statunitensi conta più di 50 mila suini e il costo di produzione è il più basso al mondo dopo quello del Brasile. Questo è uno dei motivi che spiega la vivacità dell’esportazione di carne di maiale made in Usa in tutto il mondo. Il paese produce più di 10 milioni di tonnellate

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equivalente peso carcassa e consuma circa 8,5 milioni di tonnellate. Due milioni di tonnellate trovano uno sbocco per l'esportazione con destinazione Messico al primo posto, seguito da Cina, Giappone e Canada. Prima dell'embargo, la Russia rappresentava meno del 6% dell’export e l’embargo, a differenza che in Europa ha pesato poco. La sfida per mantenere il potenziale di produzione e di export è nell’abbassare i costi di produzione.

SPAGNA, OTTIMI RACCOLTI DI PESCHE E NETTARINE

Si prevedono per la Spagna, precisamente nell’area di Murcia, grazie alle condizioni climatiche, ottimi raccolti per pesche, nettarine ed albicocche con prodotti di buona qualità. D’altronde, da sempre, l’agricoltura è una delle principali risorse economiche della regione, molto ben connessa – attraverso una completa rete di comunicazione - con il resto del Paese e con l’estero. Sono stati effettuati grossi investimenti, non solo nelle infrastrutture, ma anche riconvertendo varietà a favore di quelle precoci. Già da maggio tra nettarine, pesche e pesche tabacchiere si attendono raccolti che superano le 60.000 tonnellate e si conta di far aumentare l’export anche in mercati come Algeria e Sudafrica e di riuscire ad ottenere l’accesso al mercato cinese.


In Nebraska terre meno care Non calano le quotazioni delle zone a pascolo dei ranch

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l valore medio dei terreni agricoli del Nebraska è sceso del 3% l'anno scorso,un calo

alimentato in gran parte dal pessimismo sui prezzi del grano.Lo sostiene un rapporto University of Nebraska-Lincoln, secondo il quale il valore medio si è attestato,in media,sui 3.210 dollari all’acro,rispetto ai 3.416 di un anno prima. Anche la Federal Reserve Bank di Kansas City,Missouri, aveva calcolato diminuzioni del 3,4 % per i terreni

delle zone aride in Nebraska e del 3,1% per quelli irrigui.Si tratta del primo calo registrato negli ultimi sei anni e potrebbe

dipendere dai dati diffusi dall’U.S.Agriculture Department sul calo del prezzo del grano, del mais e della soia.In alcune zone,la diminuzione dei prezzi arriverebbe al 10%. Da questa contrazione sono esenti solo i prezzi delle terre a pascolo nelle aree dei ranch,che sono cresciuti, invece,del 7% grazie all’allevamento che realizza buone performance.


A T T U A L I TÀ Z O O T E C N I A

Quote latte addio

Dopo 30 anni cambia il regime per il settore lattiero caseario. Quali conseguenze per le aziende zootecniche e la filiera?

di Daniele Mezzogori

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l 31 marzo è stata decretata la fine del regime comunitario delle quote latte, che è durato trent’anni, dal 1984 ad oggi. E così ora il settore lattiero caseario si trova di fronte a cambiamenti epocali. È indubbio che le quote latte, per quanto non riuscissero più ad essere garanti di una stabilità commerciale, in questi anni hanno comunque assicurato un equilibrio tra le diverse aree produttive europee e all’interno dei singoli

Stati membri. Con tale modalità Bruxelles aveva voluto porre un freno ai surplus produttivi che facevano scattare meccanismi di compensazione per sostenere il prezzo del prodotto con strumenti quali l’intervento pubblico, l’ammasso privato e le restituzioni all’esportazione. Tali strumenti di mercato, se da un lato garantivano il benessere del settore, dall’altro riempivano di prodotti trasformati i magazzini europei con un incisivo co-


Le quote latte, in questi anni, hanno assicurato l’equilibrio tra le aree produttive dell’UE

sto sostenuto dagli Stati membri. Assegnando una quota di produzione nazionale a ciascuno Stato membro in base alle quantità commercializzate (all’Italia spettarono 8.823 migliaia di tonnellate), l’UE tentò di controllare questo meccanismo, ma continuando a sostenere i produttori grazie ad aiuti diretti legati alla produzione. Negli anni successivi, raggiunto ormai un livello consolidato di food security, la politica agricola comunita-

ria cambiò nuovamente orientamento e da un aiuto legato alle produzioni, che quindi continuava ad incentivarle, si passò, nel 2004, ad un aiuto disaccoppiato, non legato al tipo di produzione, che potesse lasciare libero l’allevatore di fare le proprie scelte imprenditoriali. La prima fase di liberalizzazione ebbe lo scopo di facilitare l’inserimento degli operatori del settore nelle dinamiche del mercato, diminuendo progressivamente il sostegno economico che la

UE conferiva a questo importante settore produttivo. Infatti, dopo il 2004, si assistette ad un progressivo abbassamento del prezzo di intervento discostandolo sensibilmente da quello di mercato, facendo così scattare sempre meno gli strumenti di ammasso delle produzioni. Tale decisione fece sì che il prezzo del latte europeo seguisse sempre di più le fluttuazioni dei mercati internazionali portando però il settore alla profonda crisi registratasi nel 2009, che dimostrò che il sistema delle quote da solo non poteva più salvaguardare il settore lattiero caseario dalla volatilità dei prezzi di mercato. I Paesi del Nord Europa, a maggiore vocazione liberale, videro nelle quote una maggiore restrizione alle scelte produttive per meglio affrontare le dinamiche dei mercati e chiesero con forza la fine di tale regime. Resisi conto della inefficacia del sistema delle quote, per controllare il mercato ed in previsione della sua fine, dopo le forti rimostranze dei produttori europei, che si sentirono abbandonati dalle istituzioni, la Commissione europea cercò nuovi strumenti per supportare i produttori e, quindi, costituì un gruppo di esperti del settore che elaborarono il cosiddetto “pacchetto latte” (reg. Ce 261/2012). Si stabilirono così regole più chiare sulle relazioni contrattuali con contratti tra produttori di latte e trasformatori. E decise quindi di mantenere le informazioni sui tenori di produzione degli Stati membri dopo la fine del sistema delle quote, di rafforzare il potere contrattuale del comparto produttivo, dando la possibilità di negoziare collettivamente le condizioni contrattuali attraverso le organizzazioni dei produttori (OP) e di stimolare il dialogo della filiera con norme specifiche per la costituAPRILE 2015| MONDO AGRICOLO |41


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zione e il funzionamento delle organizzazioni interprofessionali (OI). A favore soprattutto dell’Italia è stata prevista la programmazione delle produzioni di formaggi Dop e Igp che può mantenere un benefico effetto nell’adattare le produzioni alle esigenze di mercato. È sempre difficile prevedere il futuro di un settore produttivo, perché sono troppe le varianti che condizionano il settore agricolo. Esempio valido è l’embargo della Russia verso le produzioni europee che ha portato ad un ulteriore appesantimento della situazione di mercato per il settore lattiero caseario. In generale, gli studi effettuati dagli esperti del settore, pur non rilevando un forte aumento complessivo delle produzioni europee nei prossimi anni, mettono in evidenza il forte rischio che la produzione si concentri nelle aree a maggiore vocazione a discapito di quelle marginali e svan-

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L’embargo della Russia ha portato ad un ulteriore appesantimento del mercato taggiate. Le discussioni a livello europeo e nazionale sul futuro del settore si stanno, quindi, incentrando su tre obiettivi: la mitigazione degli effetti della volatilità del prezzo, un miglior posizionamento dei produttori sul mercato e il mantenimento della produzione lattiero casearia su tutto il territorio dell’Unione e non solo nelle aree a maggiore vocazione. A livello nazionale è stato adottato un piano straordinario per dare una risposta immediata agli oltre 35mila allevatori italiani, nei mesi a ridosso della cessazione del regime delle quote latte e per provvedere a un urgente riordino delle relazioni commerciali nella filiera. Si stanno stimolando il dialogo tra i compo-

nenti della filiera; l’applicazione del “pacchetto latte”; la trasparenza del mercato con la creazione di un osservatorio del prezzo ed una maggiore vigilanza sui rapporti di filiera per individuare le pratiche scorrette; la creazione di strumenti di stabilizzazione del mercato e del reddito dei produttori tramite sistemi assicurativi e fondi mutualistici; la definizione di percorsi di valorizzazione e qualificazione del latte fresco e delle produzioni tutelate come punto di forza delle produzioni nazionali; aiuti specifici per i produttori delle aree svantaggiate e risorse per l’innovazione. Il settore lattiero caseario si trova ad affrontare scelte importanti per il proprio futuro, sia a livello di politica comunitaria e nazionale, sia a livello delle singole imprese, per un miglior posizionamento sul mercato e per l’utilizzo degli strumenti messi a disposizione del settore.


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I numeri delle stalle Il 21° “Rapporto Latte” fornisce i dati per ragionare sui mutamenti di scenario. Paesi Bassi, Germania, Spagna, Irlanda e Francia stanno spingendo sull’acceleratore di Gaetano Menna

nazionali, sia stata la crescita delle quotazioni nel contesto europeo e mondiale, insieme ad un andamento positivo delle esportazioni dei formaggi Dop. Oggi, invece, assistiamo ad una situazione critica delle commodity ed iamo in una fase cruciale alla conseguente pressione esercitata per il settore lattiero-ca- sui nostri formaggi Dop dal peso delle seario. La fine del regime scorte, anche in seguito all’embargo delle quote latte (di cui russo, che costituiscono elementi sui parliamo a pag. 40, ndr) quali è necessario intervenire. Dall’aè uno snodo da gestire nalisi si apprende poi che la zootecnia con attenzione.“Il mercato del latte – bovina da latte nel nostro Paese ha preRapporto 2014” dell’“Osservatorio sul sentato nel 2013 segnali di difficoltà mercato dei prodotti zootecnici”, Uni- per un certo ridimensionamento del versità Cattolica del Sacro Cuore e comparto.Alcune statistiche mostrano Smea (Franco Angeli Editore, 2014, eu- segni di recupero sul 2011,peraltro ro 39) è una focale importante per anno storico per la forte contrazione; comprendere le dinamiche del settore comunque esso, per buona parte è dolattiero. L’impostazione dello studio vuto, a “rettifiche statistiche”. L’increprevede che esso non si limiti ad una mento che emerge in Italia (+3,26% la semplice elencazione dei fatti di mer- consistenza di vacche da latte nel 2013 cato; rappresenta, piuttosto, un’analisi rispetto al 2012) però non è assolutadell’intera filiera produttiva, in grado mente paragonabile con quanto sta acdi fornire delle chiavi di interpretazio- cadendo negli altri principali Paesi ne che, a partire dal comportamento produttori europei, dove si è spinto dei singoli operatori, considerano gli fortemente in questo settore, in vista effetti dello scenario internazionale e della liberalizzazione del mercato. I dadelle politiche comunitarie di settore. ti rilevano come ci sia un’inversione di Emerge, in particolare, come il princi- tendenza, rispetto al passato, dove si pale elemento propulsore dei prezzi tendeva a ribassare la produzione eu-

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ropea di latte. Nel biennio 2012/13 solo 9 su 28 Paesi UE hanno mostrato un calo della mandria di latte e, tra questi, solo Svezia, Danimarca e Portogallo appartengono all’ EU-15.Al di là del caso italiano forti incrementi si osservano in Paesi Bassi, Germania, Spagna, Irlanda e Francia, ossia in un gruppo di Paesi in grado di approfittare abbastanza rapidamente delle accresciute possibilità di collocamento sul mercato dei derivati del latte che, nel loro insieme, mostrano un aumento di circa 310 mila bovine.In Italia il numero di stalle classificate ad orientamento produttivo da latte, al 30 novembre 2013, sono state 31.370 (-4,1% rispetto ad un anno prima e -33,5% rispetto al 2006).Alla stessa data il numero di quelle ad orientamento produttivo misto è 17.185 (+3,5% rispetto a 2012, -32,7% rispetto a 2006). La variazione positiva dell’ultimo anno altro non è che un aggiustamento sul calo di circa il 24% avvenuto l’anno precedente. C’è una radicale ristrutturazione degli allevamenti specializzati nella produzione di latte; negli ultimi 7 anni la loro dimensione media è salita da 29 a 41 vacche/stalla, con un incremento medio di 2 capi solo nell’ultimo anno. APRILE 2015| MONDO AGRICOLO|43


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Al centro dello sviluppo Agriumbria ha mostrato il cuore pulsante degli allevamenti italiani. Kermesse e polo di eccellenza, con tutte le principali razze presenti. Impegno per la biodiversità

di Gaetano Menna

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o slogan è efficace: «Al centro dello sviluppo». L’Umbria è al centro del Paese, un cuore verde e pulsante. E, in questa regione vitale, a Bastia Umbra per la precisione, il “centro del centro” è indubbiamente “Agriumbria”, la mostra nazionale dell’agricoltura, zootecnia e alimentazione, giunta alla 47° edizione. “Agriumbria 2015” è stata un’occasione importante per fare il punto soprattutto sulla zootecnia italiana. In particolare, per verificare l’innovazione tecnologica, la genealogia del patrimonio zootecnico e l’impiantistica industriale modulabile a seconda del-

le dimensioni e delle tipologie delle filiere agroalimentari. Non è un caso, infatti, che Agriumbria sia stata definita “Polo delle Carni Italiane”, a conferma del ruolo svolto quale centro fieristico catalizzatore che consente di far conoscere, non solo ai tecnici e agli allevatori, ma anche al numeroso pubblico, i risultati conseguiti dagli allevatori italiani nei vari comparti. I numeri raggiunti dimostrano la buona riuscita della kermesse. Quattrocento gli espositori, in rappresentanza di 1.500 aziende e di allevamenti con capi bovini, ovicaprini, suini, equini, avicunicoli, selezionati e iscritti ai rispettivi Libri Genealogici Nazionali. Successo anche di pubblico


con ben 80 mila visitatori provenienti, per oltre il 60%, da regioni al di fuori dell’Umbria – che, nelle tre giornate della manifestazione, hanno affollato il quartiere fieristico di Bastia Umbra (Perugia). In apposite aree espositive si sono svolte le mostre nazionali dei bovini Limousine e Charolaise, degli ovini di razza Appenninica e le interregionali dei bovini di razza Chianina e Frisona. Presenti, inoltre, i nuclei selezionati di bovini di razza Marchigiana, Romagnola, Podolica, Maremmana, Piemontese e Pezzata Rossa. Non vanno dimenticate l’esposizione dei suini iscritti al Libro genealogico e la mostra mercato degli animali da cortile e selvaggina. Tra le altre esposizioni quelle di Equini Cai Tiro pesante rapido, Avelignese, Catria, degli asini di Martina Franca, Sardo, Amiati-

Appuntamento clou, quello di Cratia (Confagri Umbria) per il punto sulle agroenergie no. Tra l’altro, il Consorzio di tutela IGP “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale”, ha organizzato eventi promozionali per la valorizzazione dei diversi tagli di carne. Insomma, una panoramica esauriente ed a 360 gradi

per comprendere l’importanza ed il ruolo della zootecnia. Anche i convegni e gli approfondimenti in fiera sono stati di spessore. Tra gli appuntamenti clou, quello di Cratia (Confagricoltura Umbria) che ha fatto il punto sulle agroenergie. In evidenza anche l’incontro di Uncai sul contoterzismo (v. pag. 33, ndr). Si è parlato tra l’altro di agricoltura sociale, biodiversità, sicurezza, “macellazioni itineranti” per l’avicoltura rurale (valutandone opportunità e limiti).«La nostra rassegna è sempre stata una validissima opportunità – ha fatto presente il presidente di Umbriafiere Lazzaro Bogliari – per verificare i risultati raggiunti, anche in termini di selezione, ottenuta con il fattivo impegno degli allevatori, e di valorizzazione delle biodiversità»


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Voglia di lusso

L’Italia rappresenta nella pellicceria, un esempio di filiera completa che piace all’estero: dall’allevamento al capo finito, pronto per le sfilate

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n questi momenti fa davvero piacere trovare settori che, in controtendenza, hanno risultati decisamente positivi e previsioni addirittura entusiasmanti. E’ quanto emerge dall’esame dell’andamento dell’allevamento dei visoni, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Come è noto la vendita delle pelli pregiate da pellicceria avviene nel corso di aste specializzate e - durante le prime tenutesi a Helsinki,Toronto e Copenhagen - sono state vendute 13 milioni di pelli di visone, con la previsione di superare i 50 milioni entro la fine dell’anno. Le ricerche di mercato dicono che entro il 2050 la

richiesta di prodotti di lusso – e quindi anche di pellicce – decuplicherà, grazie anche all’esplosione di mercati fino ad oggi impensabili. Russia, Cina, Africa sono diventati i maggiori fruitori di prodotti di lusso:all’ultima asta di Copenhagen tra gli oltre 600 acquirenti accreditati quasi la metà proveniva dalla Cina e Hong Kong e ben 77 erano nuovi. Ma vediamo qualche numero. Su un mercato costantemente in crescita, sia di volume che di prezzi, le aste della prima parte dell’anno hanno evidenziato un trend decisamente positivo: in gennaio +10 % sul 2014 che è


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Entro il 2 0 5 0 le richieste di pellicce decuplicheranno soprattutto in Russia e Cina

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S E M E N T E C O N C IA T A D I S Y N G E N T A P E R L A M A S S IM A P R O T E Z IO N E D E L L E C O L T U R E

Semine sicure, dalla fabbrica al solco arrivato al +16 % in febbraio a Copenhagen. Solo in quest’ultima asta sono state vendute oltre 6 milioni di pelli di visone – per arrivare solo in questa sede a 26 milioni entro la fine dell’anno – con un incremento medio di prezzo tra il 7 % (tipi Velvet) ed il 20 % (tipi Brown/Glow Classic). Il prezzo di una pelle di visone varia tra le 505 corone danesi (67,78 €) prezzo medio per i maschi, e le 340 corone danesi (45,64 €) per le femmine. Il prossimo appuntamento a C o p e n h a ge n sarà l’asta che si terrà tra il 17 ed il 23 aprile. In questo contesto l’Italia, da sempre simbolo d’eccellenza nella concia e lavorazione delle pelli e nella confezione di capi dall’elevato contenuto stilistico, rappresenta un esempio di filiera completa: dall’allevamento al capo finito, pronto per le sfilate. Il made in Italy ancora una volta può fare la differenza. (M. M.)

atologie e insetti terricoli arrecano danni alle colture già dalla fase di germinazione. Per tali ragioni è stata messa a punto la pratica della concia delle sementi, utilizzando agrofarmaci sempre più efficaci contro le avversità, ma anche più sicuri per l'uomo e per l'ambiente. Fra le diverse realtà che operano nel settore della concia, Syngenta gioca un duplice ruolo, dal momento che fornisce sia sementi elette di alto profilo genetico, sia prodotti per la concia. Per tali ragioni, la società di Basilea ha sviluppato progetti dedicati a questo specifico segmento di mercato, rendendo sempre più efficienti e sicuri i vari passaggi lungo la filiera. A partire dai propri stabilimenti, nei quali vengono seguite le più rigorose procedure operative. Inoltre, Syngenta ha dato vita al progetto "Semina Serena", indirizzato a distributori, tecnici e agricoltori, con lo scopo di rafforzare la diffusione delle corrette informazioni sulle buone pratiche da seguire per assicurare un uso sicuro, responsabile e sostenibile delle sementi

P

conciate. È stato inoltre realizzato uno specifico decalogo che tocca le fasi di stoccaggio, manipolazione e distribuzione delle sementi conciate. Syngenta si è inoltre dedicata anche alla formazione dei protagonisti della filiera, cioè distributori e agricoltori, come pure ha distribuito appositi kit atti a manipolare in tutta sicurezza le sementi stesse. Nei kit sono inclusi respiratori a carboni attivi e occhiali di protezione dal design gradevole e sportivo. Infine, molta attenzione è stata posta anche alle procedure di deposizione in campo mediante le seminatrici di precisione, attrezzature che sono state allestite con appositi deflettori atti a ridurre la diffusione nell’ambiente della polvere generatasi nel percorso che porta i semi dalle tramogge al solco.


A T T U A L I TÀ I R R I G A Z I O N E

Irrigazione a pioggia permette efficienze d’uso dell’acqua to un corposo “Rapporto finale”. Dal punto di vista agronomico, le produzioni sono risultate sostanzialmente equivalenti e comunque percepite tali dagli agricoltori che utilizzano i due sistemi di irrigazione a confronto. L’irrigazione a pioggia si è rivelata più semplice da gestire dal punto di vista tecnico e capace, in ultima analisi, di permettere efficienze d’uso dell’acqua di irrigazione in linea con le prestazioni attese. In alcune condizioni, come nel caso della coltivazione della cipolla, i sistemi a goccia si sono rivelati difficili da progettare e gestire. In generale, la fertirrigazione è ritenuta attualmente più agevole con la manichetta, fatto che, in parte, è da attribuire alla insufficiente divulgazione delle possibilità offerte in proposito dal recente sviluppo tecnologico delle macchine semoventi. Dal punto di vista economico, l’irrigazione, con i semoventi ad ala avvolgibile, ha evidenziato minori costi complessivi e risultati economici generalmente migliori, compreso l’utilizzo produttivo dell’acqua, come emerso dall’analisi degli indici economici. È evidente che, nella realtà operativa, entrambi i metodi irrigui - rotoloni o i particolare interesse si gocciolatoi - presentano vantaggi e dimostra lo studio effet- svantaggi e che ciascuno di essi può tuato dal Dipartimento di risultare più o meno adatto e conveEconomia, Ingegneria, niente a seconda delle caratteristiche Scienze e Tecnologie specifiche di ogni coltura, di eventi agrarie e forestali (DEI- contingenti e del contesto ambientale STAF) dell’Università di Firenze – di cui ed aziendale. è stato responsabile scientifico il prof. Spesso, in molte aziende, sono presenGraziano Ghinassi - sulla comparazione ti entrambi i sistemi che, di fatto, risuldell’efficacia agronomica ed economi- tano essere complementari. Non si ca dell’irrigazione effettuata con mac- tratta quindi di stabilire quale tra i due chine irrigatrici semoventi e linee goc- metodi sia il migliore, ma di determiciolanti. I risultati ottenuti sono stati in- nare a livello aziendale la migliore tegrati con informazioni raccolte all’in- combinazione dei due, tenendo conto terno delle aziende coinvolte. anche della necessità di una maggiore Lo studio, molto approfondito, è durato informazione e preparazione tecnica tre anni e, al suo termine, è stato redat- degli agricoltori.

Per non sp recare acqua Accurato stu dio dell’Università di Firenze sull’efficacia agronomica ed economica dell’uso della risorsa idrica. Di fatto, i due sistemi sono complementari

di Claudio Pietraforte

48| MONDO AGRICOLO |APRILE 2015

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SERVIZI TRIBUTI

Uscire dal labirinto di Gaetano Menna

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CAF Confagricoltura fornisce ai contribuenti “il filo di Arianna”. Un valido supporto per affrontare le novità fiscali di quest’anno

50| MONDO AGRICOLO|APRILE 2015

asciati guidare nel labirinto fiscale”: questo lo slogan con cui il Centro di Assistenza Fiscale di Confagricoltura (C.A.A.F. Confagricoltura Pensionati S.r.l.) veicola la campagna di comunicazione per il 2015. L’obiettivo è dare un “filo di Arianna” ai contribuenti che si trovano nel “labirinto”. C’è la novità del 730 precompilato che può essere, per una parte dei contribuenti, un’utile via d’uscita. C’è da evidenziare infatti che, dal 15 aprile 2015, in via sperimentale, l'Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei titolari di redditi di lavoro dipendente e assimilati, il modello 730 precompilato. Il vantag-

gio fondamentale per il contribuente (oltre a quello relativo all’ulteriore semplificazione nella compilazione del modello) è legato ai controlli. Infatti, se il 730 precompilato viene presentato senza effettuare modifiche, direttamente, oppure al sostituto d’imposta, non saranno effettuati i controlli documentali sulle spese comunicate all’Agenzia dell’Entrate dai soggetti che erogano mutui fondiari e agrari, dalle imprese di assicurazione e dagli enti previdenziali (interessi passivi, premi assicurativi e contributi previdenziali). Se il 730 precompilato viene presentato, con o senza modifiche, al CAF o al professionista abilitato, i controlli documentali saranno ef-


fettuati nei confronti di questi ultimi. Resta ferma la possibilità di presentare la dichiarazione dei redditi autonomamente compilata con le modalità ordinarie (730 ordinario o modello Unico Persone Fisiche). La scadenza dei termini per la presentazione del 730 è prevista per il prossimo 7 di luglio (per tutti i tipi di modulo,sia precompilato che tradizionale). Proprio in quest’ottica il CAF si rivela indispensabile per i contribuenti, essendo un valido supporto per predisporre il modello più congeniale ed anche per dare risposte in sede di controlli documentali che la P.A. effettuerà. Risulta evidente che la compilazione della dichiarazione 730 da parte del CAF garantisce ai contribuenti assistiti il corretto assolvimento degli adempimenti tributari ed agevola, al contempo, l’Amministrazione finanziaria nella selezione delle posizioni da controllare e nell’esecuzione dei

pendenti direttamente dall’INPS e riguarda la certificazione della situazione reddituale e patrimoniale dei contribuenti; tale servizio è gratuito per gli utenti. La suddetta certificazione serve all’INPS per calcolare la controlli di competenza. Infatti, risul- misura effettiva del trattamento preteranno correttamente determinati, videnziale da attribuire a ciascun sogsulla base della documentazione esibi- getto interessato al fine di eliminare ta dai contribuenti e delle disposizioni ogni tipo di sperequazione. Pertanto di legge, gli oneri deducibili e detrai- tutti i soggetti che riceveranno dalbili, le detrazioni di imposta e le rite- l’Inps il modello RED potranno renute d’acconto spettanti, nonché gli carsi al CAF dipendenti per richiedeimponibili ed i relativi importi dovuti re la elaborazione e la consegna della a titolo di saldo o di acconto ovvero i propria certificazione reddituale e rimborsi spettanti. I contribuenti po- patrimoniale.Assistenza viene fornita tranno avvalersi del CAF Confagricol- anche per Imu e Tasi e il modello Isee tura per la compilazione del modello (Indicatore della Situazione EconoUnico PF, che va presentato, in via te- mica Equivalente); quest’ultimo è lo lematica, entro il 30 settembre. strumento adottato da molti enti Altro campo di azione del CAF è quel- pubblici e privati per valutare la silo dell’elaborazione e trasmissione tuazione economica delle famiglie modelli RED. che intendono richiedere una prestaE’ questa un’attività affidata ai CAF di- zione sociale agevolata.

La scadenza dei termini per la presentazione del 730 è fissata al 7 luglio 2015


ORGANIZZAZIONE E TERRITORIO A PIACENZA A CENA CON LA SCIENZA

di Elisabetta Tufarelli

ASSEMBLEA CONFAGRI MANTOVA CON LASAGNA E GUIDI

Dibattito con i sindaci

Enrico Chiesa e Michele Lodigiani

"A cena con la scienza" guarda a Expo. Quattro appuntamenti a Piacenza con Confagricoltura e Agriturist, che continuano ad offrire temi di riflessione di alto livello in "punta di forchetta". Per il 2015 quattro incontri, dal 17 aprile al 12 giugno, in altrettanti agriturismi, affronteranno le varie sfumature del tema "Non di solo pane... le risorse del pianeta fra miti, mistificazioni e opportunità". «Nell'anno di Expo spiega Michele Lodigiani, ideatore dell'iniziativa - si guarda a questi stessi temi da un punto di vista più "laterale": la possibilità di soddisfare i fabbisogni alimentari ed energetici di un umanità in crescita dipende, infatti, prima ancora che dalla disponibilità di tecnologie adeguate, da un approccio culturale razionale e positivo, che voglia e sappia fare buon impiego delle uniche risorse veramente inesauribili di cui disponiamo: il cervello umano, l'aspirazione al progresso personale e sociale, il riconoscersi affratellati dalla condizione umana e da un comune destino». Nel primo incontro, all'agriturismo Boschi Celati di Fossadello, è stato affrontato, grazie a Piero Morandini, ricercatore al Dipartimento di Bioscenze dell'Università di Milano, il rapporto tra chimica, biologia e genetica, scienze che incidono enormemente sulle nostre vite. 52| MONDO AGRICOLO | APRILE 2015

L’assemblea di Confagricoltura Mantova è stata l’occasione per esaminare le principali questioni del comparto. Dall’Imu all’italian sounding, dalle reti d’impresa all’internazionalizzazione. E poi Expo, gli Ogm, il consumo del suolo, la burocrazia, l’agricoltura delle zone protette, i presidi sanitari, l’emergenza nutrie. Ma anche per fare un’analisi dettagliata del difficile momento che stanno attraversando i settori più rappresentativi della provincia: la suinicoltura, il lattiero caseario, la cerealicoltura, la zootecnia. «Quest’anno – ha osservato il presidente di Confagricoltura Mantova, Matteo Lasagna – per la nostra assemblea abbiamo scelto una formula più dibattuta. Per dare spazio al confronto, abbiamo invitato tutti i sindaci della nostra provincia, perché ascoltino direttamente la voce dei produttori, motore della nostra economia. Anche per evitare incomprensioni come quelle con il Comune di Mantova, dopo l’approvazione del regolamento sul benessere degli animali che, di fatto, non ne privilegia i diritti ma calpesta il buonsenso. Ci aspettavamo una smentita del Consiglio comunale, ma è apparso, sulla

stampa, solo un timido accenno al ritiro dell’articolo 23, quello che vieta la caccia su tutto il territorio». Lasagna ha proposto l’utilizzo produttivo di quelle aree urbanizzate, non ancora cementificate per il protrarsi della crisi e ha annunciato l’imminente chiusura di un accordo con una delle principali compagnie assicurative italiane per i trattori e le macchine agricole. «Così – ha precisato – dopo l’introduzione del servizio sul prezzo agevolato del gasolio, sistemeremo definitivamente anche il capitolo meccanizzazione». Le conclusioni sono state affidate al presidente nazionale di Confagricoltura, Mario Guidi, che ha puntato l’indice contro «quella burocrazia che a parole tutti condannano, ma che nei fatti è la fonte di sopravvivenza di tante organizzazioni che dicono di non volerla. La verità – ha aggiunto Guidi – è che abbiamo costruito dei mostri: esistono dieci o venti organismi pagatori con sistemi diversi. È una follia. Prima di affrontare ogni altro argomento, è indispensabile eliminare inutili lungaggini e mantenere solo quella burocrazia che è strettamente necessaria alle imprese».


RICHIESTE CONFAGRI

Expo, porte aperte al porceddu

“Abbiamo appreso con soddisfazione la decisione del ministero della Salute, che apre la strada dell’Expo al porceddu. Questo primo successo, frutto dell’importante lavoro della regione Sardegna, in stretta collaborazione con la nostra Organizzazione, auspichiamo riesca, dopo 37 anni di embargo, ad aprire le porte dell’export anche alla carne fresca e ai salumi provenienti dagli allevamenti sardi certificati, sicuri, sani e di alta qualità, regolarmente consumati in Sardegna”. Così, Giovanna Parmigiani, presidente della Federazione nazionale suinicola di Confagricoltura, ha commentato il via libera all’Esposizione universale per il maialino sardo. “Aprire le porte dell’Expo alla carne di coccodrillo e agli insetti, ma non al nostro porceddu - ha messo in evidenza il rappresentante degli allevatori sardi nella Federazione, Pier Luigi Mamusa - sarebbe stato un grave paradosso, per fortuna ora risolto grazie all’impegno in particolare degli assessori della Sanità e dell’Agricoltura, che desidero ringraziare. I suini termizzati ed a lunga stagionatura che provengono da aziende certificate e controllate sono prodotti sani, sicuri e di alta qualità”. APRILE 2015| MONDO AGRICOLO |53


A tutto campo per definire il futuro intelligente L’ANGA È ATTIVA SU MOLTEPLICI FRONTI, IN SINERGIA CON FILIERA E MONDO DELLA RICERCA, PER DELINEARE IL PERCORSO DI CRESCITA DELLE IMPRESE

I

mpegno a tutto campo. Si sintetizza così l’attività dei giova- avranno luogo durante il semestre dell’Esposizione Universani imprenditori di Confagricoltura, in vista di Expo, ma non le a Milano. Importante anche il sostegno di partner esterni, solo. L’Anga ha saputo ritagliarsi uno spazio nella rete delle come Istat, Registro.it, Infocamere, Cisco System, l’agenzia delattività confederali. Food Made in, Road Show e Gec sono gli le Nazioni Unite per il trasferimento tecnologico, alcuni doesempi più calzanti. Sul fonte organizzativo i contatti con i po- centi universitari, soggetti che operano nel marketing stratelitici e con l’Ismea per le giovani imprese. Sul territorio, le atti- gico, rappresentanti di aziende innovative e start up del monvità organizzate dalle sezioni: Floranga, la Fiera in Campo di do della tecnologia, aziende storiche nazionali ed internazioVercelli e la Giornata della Legalità di Palermo, sono solo alcu- nali come Ferrero, Coca Cola, Mac Donald,Antinori ed il mine delle numerose iniziative. Con il CNR, Federalimentare ed nistero dello Sviluppo economico.Il fine ultimo di questo peril ministero dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca,è sta- corso è quello della creazione di un nuovo modello econoto avviato un percorso virmico da sviluppare e divulgaI L C O M M E N T O tuoso. Con #Filiereintelligenre, con lungimiranza e proti si è riusciti, infatti, a chiudegrammazione. Il Convegno Ad ottobre il Convegno re idealmente una filiera proQuadri dell’Anga, una sorta Quadri che si terrà a duttiva (Confagricoltura e Fedi Stati generali dell’econoPalermo, sarà la sintesi deralimentare come rappremia agroalimentare nazionadi tutto il nostro sentanti del mondo della prole, servirà – in questa logica percorso in questo duzione e della trasformazioa definire proprio questo anno: le iniziative ne), ma che lascia uno spiranuovo modello strategico di organizzative, politiche glio aperto all’evoluzione del agricoltura. e sindacali e l’incessante mercato e del sistema. Il Miur Fondamentale anche la collaattività sul territorio, – attraverso la rete degli Istiborazione con Ismea. Il disono state il trampolino tuti agrari e di quelli alberrettore Raffaele Borriello è inper andare lontano. Abbiamo scelto proprio Palermo, tra il Mediterraneo e ghieri (un protocollo già firtervenuto all’ultimo Consil’Europa, proprio per guardare tutto lo Stivale ed oltre. mato e l’altro in essere) – inglio Nazionale e, insieme,AnCogliere le opportunità, questo il nostro obiettivo. sieme al CNR, sono infatti i ga sta valutando la possibilità Dobbiamo essere fieri di esserci messi in discussione, di soggetti ideali per rappresendi organizzare giornate foraver dato un colpo di reni, in linea con le politiche tare la scienza e la linfa degli mative di lavoro sulla moduconfederali, decidendo di provare a realizzare un nuovo studenti, le nuove leve che si listica e sull’istituzione di modello economico sostenibile, per questa e per le affacciano nel nostro monsportelli regionali che, sulla generazioni di futuri imprenditori agroalimentari. do. Questo percorso si è sviscia del manager d’impresa, luppato nei sette eventi di avporti i chiarimenti e le speciRaffaele Maiorano Presidente Nazionale Anga vicinamento ad Expo e confiche necessarie. tinuerà con altri sette, che Elisabetta Tufarelli

54 | MONDO AGRICOLO | APRILE 2015


IMPEGNO SINDACALE ITINERANTE DELL’ANGA

PROGETTO

Incontro sulla zootecnia. Servono iniziative per il “post quote”

McDonald’s Italia cerca giovani agricoltori

L’on. Gessica Rostellato durante la visita in allevamento

Occorre che gli allevatori italiani abbiano, dopo la fine del regime delle quote latte, un futuro sostenibile dal punto dal vista ambientale, sociale ed economico. I giovani di Confagricoltura sono convinti che, per capire, occorre toccare con mano la situazione. “È con questo obiettivo – ha detto Pier Giovanni Ferrarese, componente della Giunta Anga che abbiamo, come comitato nazionale, voluto organizzare una visita tecnica, a cui hanno partecipato gli onorevoli Gessica Rostellato e Tancredi Turco, a due stalle venete. Il punto, importante è far capire che noi imprenditori agricoli non chiediamo un controllo dei prezzi, ma di essere messi in grado di competere, ad armi pari, con gli altri Paesi Ue. La questione è tutta qui. Bisogna capire dove ci sono i nodi e scioglierli. Primi fra tutti i costi di produzione”. E i giovani di Confagricoltura, dopo le visite all’azienda Finato Martinati e alla Cooperativa La Torre, hanno organizzato un incontro informale su latte e carne con imprenditori coinvolti nelle Federazioni di prodotto a livello Confagricoltura e Anga nazionali e Confagricoltura regionale. Così Laura Dalle Donne e Fa-

bio Curto per il latte, Riccardo Artegiani ed Enrico Pizzolo per la carne hanno affrontato le varie questioni emergenti per i rispettivi settori, proponendo soluzioni. Questo approccio che trasforma i componenti delle federazione di prodotto in una potente macchina sindacale, rafforza il ruolo delle Fnp. I primi risultati non si sono fatti attendere. Grazie all’impegno dei deputati Oliveiro, Rostellato e Gallinella c’è stata una risoluzione unitaria approvata dalla Commissione agricoltura, che impegna il governo a intraprendere iniziative a sostegno del settore lattiero-caseario per il post quote latte nella maniera il più possibile indolore per i produttori. “La risoluzione che ho presentato in Commissione e che è stata accolta – ha sottolineato Gessica Rostellato -, è stata scritta grazie all’aiuto ed ai suggerimenti dei giovani di Confagricoltura. E' necessario ridurre lo squilibrio del potere contrattuale tra gli agricoltori e gli altri operatori del settore e anche garantire i contratti e il prezzo del latte per un numero minimo di mesi, per permettere agli allevatori di programmare la propria attività”.

McDonald's Italia cerca giovani agricoltori. Il colosso del fast food ha in piedi un progetto con il ministero delle Politiche agricole per trovare venti imprenditori italiani under 40, che diventeranno loro fornitori per tre anni. “Fattore Futuro”, questo il nome dell’iniziativa anche in collaborazione con l’Anga, ha l'obiettivo di accompagnare e aiutare i giovani agricoltori e gli allevatori italiani nello sviluppo delle loro aziende. Non solo la possibilità di un contratto pluriennale, ma anche l’opportunità di venire in contatto con una realtà che opera su scala internazionale cercando di creare rapporti di filiera duraturi. I candidati dovranno essere agricoltori e allevatori operanti all'interno di 7 diverse filiere: carne bovina, carne avicola, pane, insalata, patata, frutta, latte. Gli agricoltori selezionati potranno approfondire la conoscenza delle filiere ed entrare in contatto con esperti e certificatori per comprendere al meglio le dinamiche dell’industria. APRILE 2015| MONDO AGRICOLO |55


CAMPI ROSA di Elisabetta Tufarelli

In Calabria valorizzate le donne con sinergie e reti

“E’ una importante iniziativa per rafforzare ulteriormente lo spirito di gruppo che caratterizza Confagricoltura Donna Calabria, creando un maggiore margine di operatività per ciascuna azienda, in linea con la nostra mission”. Questo il commento di Paola Granata, presidente regionale dell’Associazione, alla firma del Protocollo d’intesa siglato, in occasione dell’Assemblea ordinaria, tra Arsac e Confagricoltura Donna Calabria. “Questo accordo con l’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura – precisa Granata – sarà un vero e proprio ‘laboratorio d’idee’, con

l’obiettivo di promuovere e costruire percorsi formativi/informativi a favore del settore agricolo e forestale e, più in generale, delle imprenditrici e lavoratrici agricole calabresi aderenti all’associazione che possono contribuire allo sviluppo equilibrato delle aree rurali, all’interno piano di sviluppo rurale regionale. Infine, permetterà anche di utilizzare la forza contrattuale di un gruppo, il nostro, per spuntare prezzi più competitivi per servizi comuni a molte imprese associate”. La presidente di Confagricoltura Cosenza, Fulvia Caligiuri, si è soffermata sull’importanza delle reti d’impresa. “Il comparto agricolo – ha detto - deve oggi riuscire rivendicare il proprio ruolo all'interno del sistema economico. Le reti d’impresa costituiscono proprio un’opportunità di sviluppo attraverso progettualità condivise”. Dal punto di vista tecnico, gli agronomi Marcello Bruno e Maurizio Falbo, hanno chiarito che il Protocollo d’intesa,per lo svolgimento di “Attività volte alla promozione e progettazione di azioni di formazione e informazione nell’ambito del Psr Cala-

PROSEGUE IL PERCORSO DI AVVICINAMENTO ‘Maratona delle Imprenditrici verso Expo 2015’. “Il circuito di visite guidate ad aziende agricole condotte da imprenditrici, che si distinguono particolarmente per attività ed assetti innovativi e all'avanguardia, è una formula che ha avuto successo ed è replicata su tutto il territorio nazionale – ha messo in evidenza Gabriella Poli, presidente di Confagricoltura Donna Lombardia –. E’ importante aver individuato un modo per promuovere l'agricoltura all’avanguardia ed il suo carattere multifunzionale uniti alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità ambientale, facendo emergere il ruolo strategico delle donne che fanno impresa in agricoltura”. La tappa di Pavia è all’Azienda Montelio, una delle imprese vitivinicole di maggior prestigio nel panorama vitivinicolo dell'Oltrepo'. Situata in un’antica sede della grangia di un monastero, già nella seconda metà del 1200 era coltivata a vite, come si legge nei contratti di affitto dell'epoca. Nel 1802 Angelo Domenico Mazza acquistò i primi terreni che, nel 1848, diedero inizio all'azienda Montelio. Ad accogliere i partecipanti le titolari Caterina e Giovanna Brazzola, che hanno organizzato una visita guidata ai vigneti ed alla cantina storica e l'illustrazione e la degustazione dei prodotti aziendali abbinati ai prodotti tipici del territorio. 56| MONDO AGRICOLO|APRILE 2015

bria 2014/2020”, in coerenza con quanto previsto nelle misura 1 del piano di sviluppo rurale deve riuscire a superare l’estrema frammentarietà dell’offerta formativa e di trasferimento di conoscenze. Tra gli altri requisiti quello di consentire a tutte le operatrici economiche delle aree rurali di accedere agli stessi contenuti di conoscenza e di informazione ed includere il requisito della qualità, sia nell’effettiva corrispondenza tra domanda ed offerta formativa, sia nella definizione puntuale di standard qualitativi e professionali degli operatori.

CONFERENZA MONDIALE E’ importante continuare a riflettere e a condividere le esperienze, le soluzioni e i contributi di imprenditrici, artigiane, docenti universitarie, libere professioniste, politiche e cittadine in vista della “Conferenza mondiale delle donne, Pechino vent’anni dopo” che si svolgerà a Milano, durante l’Expo il 26, 27e 28 settembre. D’altronde non c’è dubbio che occorra fare ancora passi avanti sulla questione femminile. Una necessità recentemente sottolineata anche da Papa Francesco, che ha messo in evidenza come il "genio femminile" vada valorizzato, in una dinamica di dialogo uomo-donna che porti arricchimento reciproco. Anche la mostra fotografica “Il lavoro della Donna nella ricostruzione dal dopoguerra”, che abbiamo organizzato a Palazzo della Valle, ha l’obiettivo di percorrere il cammino del lavoro femminile compiuto finora, lasciando intravedere la strada ancora da percorrere per arrivare alla reale parità di genere. Marina di Muzio


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di Elisabetta Tufarelli

Il Papa difende gli anziani: «Ricchezza della società»

Papa Bergoglio non perde occasione per difendere gli anziani. Sottolinea come la società li consideri un «peso» e tenda a scartarli. In una recente udienza generale ha ammonito: «Una società che abbandona gli anziani, porta con sé il virus della morte». E ha parlato a lungo delle situazioni che vivono, citando statistiche e raccontando episodi della sua vita.«Fino a quando siamo giovani – ha osservato il Pontefice - siamo indotti a ignorare la vecchiaia, come fosse una malattia da tenere lontano; quando siamo anziani, specialmente se poveri e malati, sperimentiamo una società programmata solo sull'efficienza e anche sull'ignoranza, perché gli anziani sono una ricchezza e non si possono ignorare». Ricorda anche le statistiche occidentali che parlano del calo delle nascite e dell’au-

mento della terza età. Non va dimenticato che i pensionati italiani-come rileva l’associazione degli “Over 65” di Confagricoltura- hanno silenziosamente svolto, proprio in questi anni, un importantissimo ruolo di ammortizzatore economico e sociale, sostenendo i consumi e integrando i bassi redditi di figli e nipoti sottoccupati o disoccupati. “Il vero dramma - mette in evidenza il vicepresidente vicario del Sindacato Pensionati Angelo Santori – è che le fasce più deboli hanno addirittura oltrepassato la soglia della povertà relativa e, in alcuni casi, quella della povertà assoluta. Sono aumentati i costi delle cure sanitarie e sono diminuiti dappertutto i livelli delle prestazioni a causa della chiusura di centinaia di ospedali” . Una recente indagine del Cupla, a cui aderisce l’organizzazione degli “Over 65” di Confagricoltura, ha messo in evidenza che 7,4 milioni di pensionati, ben il 44% del totale, vive in condizioni di semipovertà con una pensione inferiore a 1.000 euro al mese e che, negli ultimi cinque anni, il valore reale delle pensioni basse e medio-basse si è ridotto, al netto del prelievo fiscale, di oltre il 4%. Infine – rileva lo studio - sempre negli ultimi cinque anni, il prelievo fiscale a causa del fiscal drag ha ulteriormente ridotto i redditi dei pensionati dello 0,7%. “Quanto è emerso da questo studio – conclude Santori - è, nel contempo, notevole e preoccupante e va assolutamente risolto”.

NELLA TERZA ETÀ le cadute sono più frequenti: circa il 40% degli anziani cade più volte in un anno. Il rischio di caduta aumenta con l'avanzare dell'età e raggiunge il suo culmine tra gli 80 e i 90 anni. Le cause sono molteplici e tra di esse troviamo l'equilibrio precario e la debolezza degli arti inferiori, disturbi della deambulazione, gli eventi accidentali, ma anche la confusione, i disturbi visivi e l'ipotensione ortostatica, associata spesso a capogiri. Ma anche la polifarmacoterapia, cioè l'assunzione di un numero di farmaci superiori a 3 -4 al giorno espone maggiormente al rischio. Secondo i dati riportati dal Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, quasi il 7 0 % delle cadute avviene in casa. A maggior rischio sono la cucina, la camera da letto, le scale interne ed esterne ed il bagno. La maggior frequenza si verifica nelle prime ore del mattino, specie nell'atto di scendere dal letto, e la sera, quando la luce è più scarsa. Anche le conseguenze varierebbero con l’età. Tra i 6 5 e i 7 5 anni sono più frequenti le fratture al polso e quelle dell'anca, che continuano a predominare anche ad un'età più avanzata. Le più temibili, però, sono quelle del femore, eventi traumatici abituali tra le donne, in particolare tra quelle soggette a forme di grave osteoporosi. 58| MONDO AGRICOLO | APRILE 2015

PRESCRIZIONE DI FARMACI Si chiama “effetto porte girevoli” e significa che è sufficiente un breve lasso di tempo dalla dimissione per essere nuovamente ricoverati in ospedale. Il problema riguarda principalmente gli anziani, ai quali non andrebbero somministrati troppi farmaci. L'avvertimento arriva dagli specialisti di medicina interna, che ricordano che a rimetterci è la salute dei pazienti. La Società Italiana di Medicina Interna rivela che secondo i dati nel Registro nazionale REPOSI (REgistro POliterapie SIMI), l’eccesso di prescrizione di farmaci riguarda 1 paziente su 5 e quando arriva in ospedale ben il 59% degli anziani sta già assumendo più di 5 medicinali al giorno. Analizzando il consumo dopo le dimissioni, questa percentuale sale addirittura al 72%. “Il carico – spiegano dalla SIMI – aumenta spesso senza che ve ne sia un reale bisogno, perché ad esempio a un paziente su quattro vengono prescritti inutilmente antidepressivi e a due su tre gastroprotettori senza una vera utilità”. Per gli esperti, occorrerebbe una revisione critica del carico di farmaci per stabilire priorità terapeutiche. E i benefici non saranno solo economici, ma migliorerebbero l’efficacia e la qualità della vita di chi li assume.


Bisogna meditare per preservare la salute “Anziani meditate perché così preservate la salute dei neuroni”. L’invito è dei ricercatori dell'Università della California di Los Angeles, che hanno scoperto come la materia grigia delle persone che, per anni, hanno praticato l'arte della meditazione fosse più al riparo da disturbi legati all'età. In base alle Statistiche Sanitarie Mondiali del 2014 dell'Organizzazione mondiale della Sanità, l'aspettativa di vita è in aumento in tutto il mondo. In media una bambina e un bambino nati nel 2012 hanno, rispettivamente, un'aspettativa di vita di circa 73 e 68 anni. Ben sei anni in più rispetto ai nati nel 1990. E l'Italia è uno dei Paesi in cui è più alta: 85 anni

per le donne e 80,2 per gli uomini, ma ciò che conta è la qualità degli ultimi anni. Per questo ridurre il rischio di malattie neurovegetative è molto importante. “È fondamentale che aspettative di vita più lunghe non si trasformino in un costo in termini di qualità della vita – ha osservato il principale autore dello studio, la dottoressa Eileen Luders -. Molte ricerche hanno cercato di individuare i fattori che incrementano il rischio di insorgenza di malattie mentali e quelli alla base del declino neurodegenerativo, mentre poca atten-

zione è stata dedicata ai quei fattori che possono mantenere il cervello in salute”. Con l'avanzare dell'età è fisiologica la riduzione del volume e del peso del cervello: ciò potrebbe comportare un rallentamento delle sue normali facoltà. Nella ricerca sono state coinvolte cento persone, dai 24 ai 77 anni, di cui metà dedite alla meditazione da un minimo di quattro anni a un massimo di 46. Ed ecco che viene dimostrato come la meditazione aiuti a preservare la salute dei neuroni.


AGRITURISMO di Anna Gagliardi

“LA TRAVERSINA” A STAZZANO (AL)

Quiete,convivialità e rose antiche Immaginate un luogo incantato in cui la natura è l'assoluta protagonista, in cui i fiori, rose soprattutto, incorniciano ogni angolo di quiete; dove non esiste televisione ma non manca la convivialità di una cena condivisa allo stesso tavolo; dove non si fuma in camera. Questo posto esiste in Piemonte, a pochi minuti dall'uscita di Serravalle Scrivia dell'autostrada A7 Milano Genova, nella porzione della provincia di Alessandria più vicina alla Liguria. Sono i luoghi di Fausto Coppi, del Timorasso e del più diffuso Cortese. In

Rosanna Varese

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un angolo di questa terra il giardino incantato si trova a Stazzano, si chiama La Traversina ed è l'agriturismo decisamente sui generis di Rosanna Varese. Le origini della sua famiglia hanno qui radici profonde: trecento anni. Nell'ultimo secolo la tenuta si è trasformata da azienda vitivinicola a seconda casa, da allevamento di pastori bergamaschi ad azienda agricola con agriturismo. La svolta avviene alla fine degli anni Settanta, quando da luogo di villeggiatura estiva diventa residenza vera e propria. Al posto delle vigne di Cortese, Barbera, Nebbiolo e Moscato, ormai abbandonate anche per lo spopolamento delle campagne dovuto al boom industriale, prendono forma i roseti e i giardini che dialogano con il bosco circostante. L'armonia tra passato e presente e tra le varie espressioni di flora e di fauna è garantita dalla sensibilità e dalla formazione accademica (architettura) di Rosanna. Oggi tre mini alloggi e due camere danno ospitalità a una clientela nella quasi totalità straniera, che supera felicemente il 'test di ingresso', ovvero le quattro domande che sul web (www.latraversina.com) introducono l'eventuale ospite nel mondo della Traversina: senza tv, senza

I fiori incorniciano ogni angolo di relax

fumo in stanza, con cani e gatti e un desco condiviso. In questo mondo convivono duecento varietà di Rose antiche e moderne, cinquanta delle quali dedicate alla produzione di un pregiato sciroppo, cinquanta varietà di Iris, cento varietà di Hosta, oltre a erbe aromatiche e piante rare. Un tripudio di colori e di odori che meritano l'assenza di rumori estranei al contesto.


L'arredo degli alloggi racconta la storia della famiglia, arricchita da libri, giornali e ricordi di generazioni. Poi c'è la cena, con gli ospiti seduti tutti insieme a un unico tavolo. Una caratteristica magari difficile da apprezzare finchÊ non la si prova, ma poi - garantisce la titolare - ben accolta da tutti. In considerazione della clientela soprattutto straniera, a tavola si parla inglese. "E'necessario: a volte - racconta Rosanna Varese - ci sono quattro o cinque madrelingua diverse!" Gli ospiti rompono il ghiaccio con l'aperitivo da

Quattro domande sul Web introducono alla filosofia aziendale sulla vacanza lei ideato e offerto: una versione locale del Kir francese, con vino Cortese e sciroppo di rose, il prodotto simbolo dell'azienda agricola, realizzato 'alla ligure', ovvero con i petali di rosa freschi e non fatti seccare. Lo stesso sciroppo profuma torte, ingentilisce macedonie e disseta d'estate.

Su richiesta, alla Traversina si organizzano corsi di giardinaggio, quando la stagione lo consente, altrimenti di cucina. La struttura è aperta tutto l'anno e d'inverno il bianco della neve regala al luogo magiche atmosfere, dipingendo un paesaggio totalmente diverso da quello colorato della primavera fiorita. Rosanna vive qui con il marito Domenico, insieme a un pastore bergamasco femmina piuttosto vivace e alcuni gatti. Completano il quadro gli abitanti del bosco che si estende su buona parte dei nove ettari della tenuta. APRILE 2015| MONDO AGRICOLO |61


VINO

di Gabriella Bechi

“CAPPELLO DI PRETE” DELL’AZIENDA CANDIDO

Un buon bicchiere ed un selfie “Sentirsi a casa sempre”, questo il claim della nuova campagna di comunicazione dell’azienda Candido, che si ispira al digital-trend dell’autoscatto, in cui il vino, oltre ad evocare il piacere della quotidianità e della convivialità, diventa protagonista di un “selfie” che il gruppo di amici fanno con uno smartphone, per condividere sui social network la gioia di incontrarsi, di stare insieme in compagnia di un buon calice. Una campagna voluta da un’azienda che, pur mantenendo saldo il legame con la storia e la tradizione, ha scelto di promuoversi stando al passo con i tempi, catturando l’attenzione del consumatore con un linguaggio immediato ed originale. È questa la filosofia dell’impresa, nata nel 1929, quando Francesco Candido produsse il suo primo vino. Una data importante che segna l'inizio di una storia enologica, tutta salentina, che ancora oggi continua grazie al lavoro e alla passione di Alessandro e Giacomo, rappresentanti della terza generazione, che hanno saputo mantenere vivo e radicato il legame con la propria terra e, nel contempo, avviare un programma di innovazione e sviluppo, capace di rendere il proprio nome riconosciuto e competitivo in Italia e all’estero. La storia della Candido affonda le sue radici nello straordinario Salento, che ha confini ben precisi ed è espressione di colori, profumi e atmosfere intense e irripetibili. Caratterizzato da un clima tipicamente mediterraneo, con i suoi venti, le scarse piogge e con l'influenza mitigatrice del 62|MONDO AGRICOLO|APRILE 2015

mare. Forti escursioni termiche fra giorno e notte determinano una lenta maturazione delle uve, prevalentemente a bacca rossa, favorendo lo sviluppo di aromi e l'accumulo di sostanze estrattive. “Da quando il Salento era solo piazza mondiale di vini che partivano in cisterne per il Centro e il Nord d’Italia – racconta Alessandro Candido – ad oggi le cose sono cambiate veramente tanto nel modo di fare il vino. Ed anche la nostra azienda è cambiata, ma non la filosofia che la ispira, legata alla valorizzazione del territorio e dei vini ottenuti da varietà autoctone, Negro Amaro, Malvasia Bianca, Fiano, alla cui riscoperta abbiamo partecipato in prima persona con Enosis Meraviglia e il nostro enologo Donato Lanati, Aleatico Salice Salentino, una piccola nicchia di cui siamo molto fieri”. Anche se l’imprenditore non nasconde la sua soddisfazione per l’intraprendente esperimento di avere piantato alcuni anni fa Pinot Grigio da cui oggi ricava l’ottimo Pensèe, Igt del Salento. Centoquarantacinque ettari vitati in

produzione, 1.700.000 bottiglie, di cui il 68% destinato ai mercati esteri (Europa in primis, Giappone e Hong Kong), il resto commercializzato in Italia attraverso il circuito Ho.re.ca e Metro. Due stabilimenti che distano pochi chilometri l'uno dall'altro, uno a Guagnano (LE), dove viene effettuata la trasformazione dell'uva con tecnologie all'avanguardia ed un primo stoccaggio, e uno a San Donaci (BR), dove avviene la vera e propria lavorazione dei vini, con elevazione in barriques per alcuni, l'imbottigliamento e la commercializzazione. Quattordici etichette, 3 bianchi, 3 rosati, 6 rossi e 2 vini dolci, tra cui spicca per personalità il Cappello di Prete, Igt del Salento, da uve Negro Amaro. Dopo una lunga macerazione in acciao e fermentazione malolattica, viene invecchiato in barriques. Colore rosso rubino, aroma intenso, dalle note speziate e dal delicato sapore di vaniglia. Vino di grande struttura, dal gusto pieno e vellutato. Tra i numerosi progetti avviati dalla Candido, anche la creazione di un'area multifunzionale, attigua alla cantina di San Donaci, uno spazio tutto in pietra leccese - tra tradizione e contemporaneità nato per accogliere gruppi di viaggiatori (da 6 a 60 persone) interessati a conoscere le fasi del processo produttivo, a capire l'identità del vino Candido e a scoprire il Salento anche attraverso i suoi prodotti enogastronomici.


“LEMÌ”, A TRICASE, NEL CUORE DEL SALENTO

La magia della cucina di Ippazio Turco “Lemì” è l’acronimo della tivate dai alcuni produttori famiglia Turco, Luca, Eugelocali da cui si rifornisce, le nio, Margherita, Ippazio, erbe le verdure spontanee, scelto proprio da Ippazio e che utilizza per addolcire o dalla moglie Margherita per per “amaricare” i suoi piatti; il ristorante da loro fortecome il “Sugherello allo mente voluto che, dal 2005, yogurt di lampacioni” hanno creato a Tricase, nel (quando è stagione), in cui cuore del Salento. Un nome utilizza anche i fiori e la birche evoca l’accoglienza e la ra di piccoli artigiani della cucina familiare che lo chef zona. E poi ci sono i legumi, Ippazio Turco porta nel sangue, cresciuto le fave, le lenticchie di Altatra profumi e semi tramanmura, i piselli di Zollino, i dati da una generazione all'altra. Un ni e lampadine tascabili, con cui la frutti dimenticati, come le carrube, i vero e proprio tesoro ed un bagaglio domenica le mamme preparavano la gelsi, il mirto, le more selvatiche, il culturale autoctono salentino che si pasta. Le cozze patelle mangiate diret- corbezzolo. Le patate, con cui prepara ritrovano in quasi tutti i suoi piatti. tamente sugli scogli, i ricci di mare. meravigliosi gnocchi. Grande atten«Abbiamo avuto la fortuna – dice - di Le case bianche che abbagliano il sole, zione e fantasia nei sistemi di cottura, nascere in un lembo di terra baciata i sentieri di macchia mediterranea, arricchiti da un forno a legna e da un dal sole e da due mari ed è qui che l’ulivo imponente e austero, come un barbecue. E così un tradizionale polmia moglie ed io abbiamo deciso di vecchio padre che aspetta i propri po grigliato, viene prima “arriciato” in esercitare il nostro lavoro, cercando di figli”. Tutto questo si ritrova a “Lemì”, acqua di mare, poi cotto a vapore a 90 non rovinare quello che i nostri ristorante all’interno di Tricase, 28 gradi, sottovuoto, e infine passato sulpescatori, contadini, allevatori e la coperti, un fresco patio; semplicità, la carbonella. O il filetto di Podolica natura, ogni giorno ci consegnano. eleganza, professionalità e tanta simalla griglia, che diventa incredibilNel Salento fare cucina è una specie di patia. Margherita in sala e Ippazio ai mente burroso e profumato, dopo “macaria” (magia). fornelli, che, in pochi anni, tocca i ver- essere stato fatto frollare per 30 giorni Si definisce autodidatta, Ippazio che, a tici della cucina pugliese, distinguennel fieno. Personale anche la carta dei 12 anni, ha iniziato come garzone in dosi come brillante vini, creata dallo stesuna pizzeria (“Per comprarmi un paio nuovo interprete delso Ippazio, che è TROCCOLI DI GRANO ARSO anche sommelier, di scarpe alla moda”, dice), ma a 15 già la tradizione. Una gestiva da solo una pizzeria e, con i cucina “personale”, convinto però che, soldi che guadagnava, girava il moncome egli stesso la anche se ogni vino ha do interessandosi di cucina. Poi, da definisce. Perché lo la sua pietanza giusta grande, la scuola alberghiera, molte chef certo non rinneper esaltarne proesperienze in famosi ristoranti d’Euga la tradizione, ma prietà e gusto, bere sia ropa, il ritorno a Tricase, dove apre la reinventa, con fansoprattutto un piaceuna trattoria con i suoi fratelli, con il tasia e originalità, re. Ben venga, dunsogno nel cuore di un ristorante tutto ricreando sapori, gioque, un buon rosso In abbinamento con il Cappello di suo.“Non riuscivo a dimenticare le cando su accostacon il pesce o un Prete dell’azienda Candido, Ippazio passeggiate in riva al mare dove cresce menti, cotture, tagli e bianco con la carne. E Turco consiglia “Troccoli di grano di tutto: il cripto (finocchietto marifarciture fuori dagli nel Salento, il rosato arso, pomodoro da filo, cotto al no), la salicornia, i tumi (timo selvati- schemi. La base sono mette tutti d’accordo forno e ricotta forte”. co). I granchi pescati di notte con reti- spesso le verdure colcarne, pesce, legumi. APRILE 2015| MONDO AGRICOLO |63


BUONO A SAPERSI...

DAL 1 5 AL 1 8 MAGGIO LA BIENNALE “ROMART 2 0 1 5 ”

Dai un “like” all’arte contemporanea

D

al 15 al 18 maggio si tiene la prima edizione di “RomArt 2015”, Biennale Internazionale di Arte e Cultura di Roma, appuntamento con l’arte moderna e contemporanea. In mostra i linguaggi artistici declinati in pittura, scultura, grafica, fotografia, video e digital art. Un’occasione per monitorare l'attuale produzione contemporanea e dare spazio alla cultura attraverso una serie di iniziative che animeranno la quattro giorni romana. Verranno presentate al pubblico, in circa 17 mila mq, opere provenienti da ogni parte del mondo, frutto di una attenta cura e di un’oculata selezione da parte del comitato scientifico. Verrà assegnato un premio al primo classificato di ogni sezione. Un premio speciale è “Internationat exhibition” offerto da una nota gallera d’arte che darà modo al vincitore di partecipare ad una prestigiosa mostra internazionale che si terrà nel 2016. Una giuria virtuale invece, composta dai frequentatori del web, visitatori del portale web ufficiale della manifestazione www.romart.org e dei social ad esso collegati, assegneranno il premio “I like your art” all’opera che avrà ricevuto più “mi piace” (like) su facebook. Inoltre, ad ogni visitatore della manifestazione verrà chiesto di esprimere la propria preferenza, assegnando così il “Pre64| MONDO AGRICOLO | APRILE 2015

Ennio Calabria, “Ombre del futuro”, 2008. Dalla personale "Visioni - fantastiche trame dell’invisibile"

n

mio del pubblico” all’opera più votata. Numerosi gli eventi collaterali che andranno ad arricchire la manifestazione. Saranno ospitate due personali: “Visioni - fantastiche trame dell’invisibile” e “Immaginario - invenzioni e storie di vita” entrambe a cura di Francesco Gallo Mazzeo. La prima intende presentare al pubblico opere di Ennio Calabria, esponente del figurativismo europeo che insieme ad artisti come Vespignani, Attardi, Guccione, Farulli, Giaquinto fu protagonista della ricerca artistica nel campo della pittura figurativa; la seconda dedicata ai lavori del noto fotografo Fabio Donato. (M.M.)

L’IMPRESSIONISMO AGRESTE DI CAMILLO VENA

La Galleria d’arte Sangiorgio (che è tra i promotori di “RomArt2015”) tra gli artisti di punta della sua scuderia ha l’artista Camillo Vena. La pittura impressionistica di Vena, milanese, classe 1940, nasce en plein air. I soggetti prediletti sono figure femminili seducenti e raffinate, nature morte dai colori caldi e paesaggi agresti in cui esalta la fisicità del colore, in particolare verdi e azzurri. Ha sperimentato con l’acquerello, la gouache, l’incisione, per poi approdare all’olio su tavola. Vive tra Milano e un paese in provincia di Campobasso, dove ha la possibilità di immergersi nella natura. Il quadro proposto si intitola “Alpeggio” ed è un olio su tavola del 2005.



CAMPI SONORI di Gaetano Menna

LA COLONNA SONORA DELLA COMMEDIA CON COLANGELI E MONTANARI

Deserto Rosso, tra prog e teatro Deserto Rosso è il progetto portato avanti da Erika Savastani e Danilo Pao; il nome è un omaggio al celebre film di Antonioni. D’altronde con il cinema (ed il teatro) la band ha molta affinità. Ha scritto le musiche (premiate) del cortometraggio "Ce l'hai un minuto?" che vedeva autore e regista Alessandro Bardani e protagonisti Giorgio Colangeli e Francesco Montanari. Ora ha firmato la colonna sonora dello spettacolo teatrale "Il più bel secolo della mia vita", sempre scritto e diretto da Bardani (assieme a Luigi di Capua) e interpretato da Colangeli e Montanari, apprezzato dal pubblico e sold out nelle rappresentazioni al Teatro

della Cometa di Roma. Il momento clou della colonna sonora, la canzone "Messico lontano", è una particolare rilettura di un brano dimenticato degli Albero Motore, band degli anni '70. Una bella interpretazione, quella di Deserto Rosso, ricca di poesia, con suggestivi arrangiamenti, intrecci di chitarre e la voce ispirata di Erika. "Messico lontano" è anche uno dei momenti più intensi dal secondo album dei "Deserto Rosso", “Progresso” (Aroma

Rec); si intitola così perché è un album tributo al rock progressive, quello delle band più note - New Trolls, Le Orme, Equipe 84, Il Banco del Mutuo Soccorso – ma anche dei gruppi meno conosciuti. Alla canzone degli Albero Motore gli artisti gli levano la polvere di dosso per farne un brano di atmosfera che sa chiudere una commedia di successo, che affronta tematiche sociali scottanti, come quelle dei figli di N.N. alla ricerca delle loro origini.

Tour: il rocker e surfer portoghese Frankie Chavez conquista l’Italia Il rocker e surfer portoghese Frankie Chavez, nel tour italiano (a Roma, al Teatro Quirinetta, il 16 aprile) ha dimostrato che ha energia da vendere. La sua guitar – accompagnata dalla sola batteria - è stata sanguigna, potente, tagliente. Ha proposto i brani del suo secondo album - “Heart & Spine ” (Musicastrada) - mix intenso di rock, blues, folk. Quella approdata al Quirinetta

è stata una Lisbona inaspettata, che ha un’anima indie. Con il surf che è filosofia di vita: «Il surf ha influenzato il mio modo di suonare, che è come andare

LA SUITE DI QUANAH PARKER

Suoni magici per raccontare animali fantastici Il nome della band veneziana guidata da Riccardo Scivales, Quanah Parker, è quello di uno dei più fieri condottieri dei pellirosse Comanche, che si impegnò a preservarne la cultura e l’identità. Un nome che è diventato un monito per questo gruppo di rock progressive nato nel 1981, quando quel filone musicale si era esaurito. Difficile mantenere l’identità del prog negli anni Ottanta, più fattibile nei Duemila in cui, finalmente, sono arrivate le incisioni discografiche. Ora hanno pubblicato – dopo il promettente primo disco “Quanah” del 2012 66| MONDO AGRICOLO|APRILE 2015

sulla tavola per improvvisare sull'onda – ha detto -. Non mi fermo a pensare alla composizione, ma solo al suono che più mi piace». Sul palco ha stritolato la chitarra, mentre il drummer picchiava sui tamburi, in brani che ci hanno ricordato i grandi bluesmen e rocker americani. Ha conquistato letteralmente la platea, con spine che sono andate dritto al cuore.

Comanche Il rock si ispira al capo tribù

– il loro secondo album “Suite degli animali fantastici” (M.P. & Records); praticamente un unico brano (a sequenze) che è un fiero omaggio all’amato progressive italiano (la cultura identitaria), denso di melodia, feeling e momenti “magici”. Da evidenziare la presenza anche di un altro componente storico dei Quanah, il bassista Alessandro Monti. Il CD, per certi versi, è pure un tributo al Banco del Mutuo Soccorso: al compianto vocalist Francesco Di Giacomo e, soprattutto, a Vittorio Nocenzi ed alle sue tastiere, che Scivales ha come modello.


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