Mondo Agricolo n.1

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I PASTORI DEL TERZO MILLENNIO • AGROPIRATERIA, FALSI IN CUCINA • COLTIVARE CON IL TABLET • ITALIA, SALUMERIA DEL MONDO • ANNO INTERNAZIONALE DELL’ AGRICOLTURA FAMILIARE • AVICOLTURA DI SUCCESSO • CARNE, CINA BATTE USA


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I PASTORI DEL TERZO MILLENNIO • AGROPIRATERIA, FALSI IN CUCINA • COLTIVARE CON IL TABLET • ITALIA, SALUMERIA DEL MONDO • ANNO INTERNAZIONALE DELL’ AGRICOLTURA FAMILIARE • AVICOLTURA DI SUCCESSO • CARNE, CINA BATTE USA



L’ E D I T O R I A L E

L’agricoltura è la professione del futuro

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ogliamo pensare che il 2014 sarà l'anno della ripresa. Noi continueremo a fare di tutto per far sì che ciò avvenga. L'agroalimentare infatti è stato uno dei pochi ambiti in cui l’occupazione si è mantenuta stabile e che, nel complesso, ha registrato nei primi dieci mesi del 2013 un + 5,5%. Un punto di partenza, quindi, da cui nasce la nostra convinzione che per il 2014 la ripresa sia un obiettivo realmente raggiungibile. Ciò nella totale consapevolezza che lo scenario entro cui ci muoviamo resti comunque complesso e meriti un livello di vigilanza alto. Abbiamo ottenuto da parte delle forze politiche importanti segnali d’attenzione verso l’agricoltura: alcune misure all’interno della Legge di Stabilità sono la prova del riconoscimento del settore agroalimentare quale fattore strategico per il Paese. Ci sono state anche recenti e significative novità: l’emanazione del decreto attuativo sulle assunzioni di Rete, tassello importantissimo per i risvolti in termini di trasparenza, stabilizzazione dei lavoratori e semplificazione delle procedure di assunzione; l’approvazione alla Camera della mozione sull'etichettatura; l’accordo raggiunto in Lombardia sul prezzo del latte, in maniera vantaggiosa e in tempi rapidi; il recepimento da parte del Governo delle nostre proposte di soluzione contro la contraffazione, in sede di audizione al Senato; l'accordo raggiunto dalla Conferenza Stato/Regioni per la ripartizione dei fondi FEASR per lo sviluppo rurale. Tuttavia sono ancora tanti i fattori di incertezza che pesano gravemente sulla ripresa: l’urgenza della riforma della legge elettorale e di quella del Titolo V della Costituzione, punti – entrambi – su cui le forze di Governo in questi giorni, con grandi difficoltà, stanno cercano un’intesa; il credit crunch che continua a mettere in difficoltà le imprese, già provate dalla crisi, dal calo dei consumi e dall'aumento dell'inflazione. A fare da contraltare alla mutevolezza e alla complessità che contraddistinguono la politica di questo periodo, c'è la costanza del nostro impegno e la garanzia di una continuità delle strategie che stiamo attuando, per la semplificazione e la trasparenza, la riduzione della pressione fiscale, le agevolazioni per l’accesso al credito, la tutela del made in Italy e la sua valorizzazione sul mercato nazionale e su quelli internazionali, la creazione di condizioni favorevoli all’export, l’innovazione e la sostenibilità in agricoltura. Tutti aspetti sui quali non possiamo e non vogliamo transigere, perché vengano create nuove opportunità e perché non vadano sprecate quelle già in agenda per i prossimi mesi - tra tutte risaltano il semestre italiano di presidenza europea e l'EXPO 2015 - perché l’agricoltura è la professione del futuro! Mario Guidi

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SO MMA R I O L’EDITORIALE L’agricoltura è la professione del futuro Mario Guidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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La scacchiera: installazione indonesiana nel “Giardino delle Sculture” dell’azienda “Casanuova di Nittardi” nel Chianti

SPECIALE FIERAGRICOLA «Al passo con l’agricoltura che cambia» Claudio Pietraforte. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44

Direttore responsabile GABRIELLA BECHI Coordinatore di Redazione GAETANO MENNA Editrice Sepe Presidente DIANA THEODOLI PALLINI Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II, 101 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it

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#Confagricoltura

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PRIMO PIANO OCCUPAZIONE Progettare il lavoro Serena Scarpello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

Italia, salumeria nel mondo Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52

Impegno per under 30 e over 50 Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Job Sharing Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 ATTUALITÀ STORIE D’IMPRESA Il kit per l’orto in balcone Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 I pastori del terzo millennio Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 ATTUALITÀ WORLD Il respiro degli alberi E.T. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29

Uno sguardo sui vigneti Claudio Pietraforte. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58 Il trattore si fa audace Claudio Pietraforte. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64

Rubriche Mappamondo Spagna Cina . . . . . . . . 38

Falsi in cucina M.M. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32

Energia Biometano . . . . . . . . . . . . . . 41 Organizzazione Maltempo . . . . . . . . 69

Due milioni di ore di lavoro Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34

Anga Lavoro giovani . . . . . . . . . . . . . . 73

Sfida Fame Zero M.M. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36

Campi rosa Cognome materno . . . . 80

Over60 Salute . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76

Vino Sardegna . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84

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PRIMO PIANO OCCUPAZIONE

Progettare il lavoro

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Il lavoro resta in cima alla lista delle priorità di “Impegno 2014”, il patto di governo lanciato dal premier Enrico Letta

di Serena Scarpello

Matteo Renzi

Bankitalia scatta una fotografia molto chiara: la disoccupazione aumenterà nel 2015 (+12,9%)

S

ul fronte lavoro ci sono una buona e una cattiva notizia. Quella cattiva è che non siamo ancora entrati nella “buona annata” del lavoro: “Nonostante i primi segnali di stabilizzazione dell’occupazione e di aumento delle ore lavorate, le condizioni del mercato del lavoro restano difficili”. L’osservatore è Bankitalia che nel suo ultimo Bollettino trimestrale scatta una fotografia molto chiara: la disoccupazione è destinata ad aumentare anche nel 2015. Il tasso di disoccupazione è infatti stimato al 12,8% quest’anno e al 12,9% nel 2015. Per l’Istituto di Via Nazionale solo il recupero della domanda interna potrà estendere la ripresa anche al mercato del lavoro. Va un po’ meglio sul fronte del Pil che “dopo essersi ridotto del dell’1,8% nel 2013, crescerebbe dello 0,7% quest’anno e dell’1% nel 2015”. Una timida ripresa che avrà effetti ritardati sull’occupazione, che normalmente segue a distanza l’andamento del ci-

clo economico. La buona notizia però è che il momento è fertile: gli addetti ai lavori si rimboccati le maniche e tra tavole rotonde e strilli sui giornali stanno ponendo le basi per un cambiamento. Il neo segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, presentando il suo “Jobs Act” si è fatto carico della “princi-

pale sfida politica per una classe dirigente che finge di non vedere come la disoccupazione giovanile al 42% sia una sconfitta terribile per l’Italia”, come scrive lui stesso in una lettera a “La Stampa” del 15 gennaio scorso. Il suo piano per il lavoro contiene dunque proposte precise, di sistema: spostare la tassazione dal lavoro alle rendite finanziarie, diminuire del 10% il costo dell’energia elettrica per le piccole e medie imprese, eliminare la figura del dirigente pubblico a tempo indeterminato, sopprimere l’obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio, introdurre la trasparenza nelle spese per le pubbliche amministrazioni, i partiti e i sindacati. Ma soprattutto creare nuovi posti di lavoro in sette settori strategici, tra cui l’agricoltura. Una proposta che ha ricevuto il plauso dell’Unione Europea, con Laszlo Andor, il commissario Ue per il Lavoro che, in occasione della conferenza alla rappresentanza della Commissione Ue in Italia, ha parlato di proposte che “sembrano andare nella direzione auspicata dall’Unione Europea in questi anni”. Con qualche suggerimento: “rendere il mercato del lavoro più dinamico ed inclusivo, affrontando i temi delicati della GENNAIO 2014| MONDO AGRICOLO |9


PRIMO PIANO OCCUPAZIONE

disoccupazione giovanile e dell’occupazione delle donne”. Le prime indicazioni fornite dal neo segretario del Pd sono state valutate positivamente anche da Confagricoltura “diamo atto a Renzi di aver individuato nell’agroalimentare un comparto in grado di svolgere un ruolo di primo piano nella tanto auspicata ripresa economica del Paese.” Un positivo riconoscimento del valore del made in italy agroalimentare e delle sue grandi potenzialità, che è confortato dai numeri incoraggianti che arrivano dalle analisi sulla congiuntura del comparto: l’Osservatorio IsmeaUnioncamere ha evidenziato come il 10% delle nuove imprese nate in Italia nel primo semestre del 2013 siano proprie imprese agricole. Ben 11.485 nuove imprese, vere start up, non derivanti cioè da processi di scorporo,

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mento, una riforma complessa e molto costosa da realizzare. In un’intervista al magazine di cultura ed economia del lavoro di ManpowerGroup “LinC”, il ministro ha sottolineato che il governo stesso oggi è “oltre la trasformazione o cambiamento di fase delle proposte” e che “molti forma giuridica o di localizzazione, di provvedimenti per affrontare l’emercui quasi la metà nel Mezzogiorno genza della disoccupazione giovanile d’Italia. Una conferma della vitalità sono già esecutivi: il governo ha indel settore che si sta muovendo però vestito oltre un miliardo per favorire senza una precisa strategia, senza po- l’ingresso dei giovani, e meno giovalitiche finalizzate come è avvenuto ni, nel mercato del lavoro”. Ed elenca invece per altri comparti. alcune misure che sono già in atto Sul «Jobs Act» si testerà la capacità del come “gli incentivi alle imprese per governo di dialogare con il nuovo l’assunzione a tempo indeterminato corso renziano. L’attuale ministro, di giovani tra i 18 e i 29 anni introl’ex direttore Ocse Enrico Giovanni- dotti con il DL 76/2013, una misura ni, si è finora mosso con grande pru- che da ottobre a oggi ha prodotto oldenza. Non ha mai parlato né di con- tre 15 mila domande relative a posti tratto unico, né tantomeno di univer- di lavoro stabili aggiuntivi” o “gli insalizzazione delle tutele dal licenzia- centivi per l’assunzione delle donne e per gli over 50 che in pochi mesi hanno portato a 12 mila nuove assunzioni”. Infine ricorda che “sono stati inoltre stanziati fondi per finanziare tirocini, per incentivare l’autoimprenditorialità” e che il governo si appresta “a dare attuazione al Piano italiano per la Garanzia Giovani, il programma europeo che prevede che entro quattro mesi dalla fine del ciclo formativo ai giovani venga offerto un lavoro, un tirocinio o un corso professionalizzante”. Il lavoro resta, comunque, in cima alla lista delle priorità di “Impegno 2014”, il contratto di coalizione alla tedesca in cottura a palazzo Chigi, lo strumento con cui Enrico Letta cerca il rilancio dopo l’accelerazione impressa da Renzi sulla legge elettorale. La scommessa del premier è forte: «Approveremo il piano sul lavoro entro l’estate». E sarà una sintesi delle proposte contenute nel Job Act di Renzi con quelle, sulla stessa linea, presentate dal nuovo centrodestra e da Pietro Ichino di Scelta civica. Insomma la carne sul fuoco di certo non manca, quello che è certo è che sul capitolo lavoro non è più l’ora degli annunci: ora occorrono i fatti. Sperando finalmente in un’ottima annata.

“Job Act” di Renzi riconosce le potenzialità del “made in Italy” agroalimentare


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PRIMO PIANO OCCUPAZIONE

Impegno per under 30 e over 50

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Presentate al governo le proposte per creare 100 mila nuovi posti di lavoro nei campi. Previsti contratti di inserimento e formazione continua

di Gaetano Menna

L’

economia riparte dal lavoro ed il lavoro riparte dai campi: questo l’assioma che il presidente Guidi ha evidenziato in un incontro (a cui è intervenuto anche il direttore generale Mastrobuono) a Palazzo Chigi con il vicepremier Angelino Alfano. Presidente e direttore hanno quindi presentato ad Alfano le proposte per il lavoro in agricoltura dell’Organizzazione, che tengono conto della situazione attuale (e del fatto che il settore agricolo è stato uno dei pochi in cui l’occupazione si è mantenuta stabile, nonostante la crisi), ma che sono orientate soprattutto verso gli scenari che si prospettano per il futuro. E il tema dell’occupazione è stato anche al centro dell’attenzione della Giunta Esecutiva della Confederazione del 15 gennaio che ha varato un articolato documento in materia. In evidenza le proposte confederali su: contratti di inserimento per i giovani fino a 35 anni e per gli ultracinquantenni; estensione della riduzione del cuneo fiscale ai rapporti di lavoro agricolo stabili; misure per la stabilizzazione dell’occupazione agricola; innalzamento della soglia di accesso alle prestazioni temporanee agricole; collocamento obbligatorio; formazione continua delle figure professionali occupate e da occupare all’interno delle aziende agricole. «Le nostre proposte – ha evidenziato Guidi - potranno portare un incremenGENNAIO 2014| MONDO AGRICOLO |13


PRIMO PIANO OCCUPAZIONE

to occupazionale di oltre 100 mila nuovi soggetti (di cui almeno 50 mila giovani fino a 35 anni di età), senza nuovi oneri a carico dello Stato. Parliamo di ben un 10% in più della manodopera attualmente impiegata in agricoltura». Insomma, si tratta di suggerimenti che incentivano l’occupazione, creando condizioni favorevoli sia per i dipendenti sia per i datori di lavoro e che tengano conto di fattori assolutamente peculiari del settore primario. È importante, a nostro avviso, aver previsto anche l’assorbimento di unità lavorative ultracinquantenni. In epoca di crisi, difficoltà e licenziamenti, con il dramma degli esodati non ancora compiutamente risolto, la Confederazione studia la possibilità di un reinse-

Confagri chiede la riduzione del cuneo fiscale per i rapporti di lavoro agricolo stabili rimento in agricoltura anche di persone purtroppo estromesse da altri settori produttivi e dando prospettive non brevi (almeno un triennio); tutto ciò avvalora il ruolo del settore primario e delle sue imprese nella società attuale. La proposta confederale prevede che i datori di lavoro che assumano lavoratori di età superiore ai cinquanta anni con contratto di lavoro a tempo indeterminato o con contratto a tempo determinato della durata di trentasei mesi abbiano diritto allo sgravio dei contributi previdenziali ed assistenzia-

IL LAVORO IN AGRICOLTURA Le giornate di lavoro denunciate ogni anno all’INPS superano i 1 0 0 milioni.

LA FORZA LAVORO

Il numero di lavoratori dipendenti occupati nel settore agricolo ammonta, secondo i dati INPS, a circa 1 .1 3 0 .0 0 0 unità; di questi 3 6 .0 0 0 sono impiegati, quadri e dirigenti, 1 1 5 .0 0 0 sono operai a tempo indeterminato e 9 7 0 .0 0 0 sono operai a tempo determinato.

Le aziende assuntrici di manodopera agricola sono circa 2 0 0 .0 0 0 . Si tratta in gran parte di ditte in economia (circa 1 2 0 .0 0 0 ); le imprese diretto coltivatrici che utilizzano, oltre all’apporto di manodopera familiare, quello di lavoratori dipendenti sono circa 6 8 .0 0 0 .

I DATORI

Lecooperative che occupano operai agricoli sono poco meno di 8.000.

Le aziende che occupano impiegati, quadri e dirigenti, iscritte all’Enpaia, ammontano ad oltre 10.000 unità.

IL MERCATO DEL LAVORO

L’IMMIGRAZIONE

La consistente presenza di rapporti a termine dipende dalle intrinseche caratteristiche del lavoro agricolo caratterizzato da una forte stagionalità strettamente legata ai cicli biologici delle diverse produzioni.

Gli operai extracomunitari rappresentano poco meno del 10% della forza lavoro.

Si tratta di circa 100.000 lavoratori, di cui 20.000 a tempo indeterminato e il resto (circa 80.000) a tempo determinato.

La cassa integrazione agricola ordinaria (CISOA) è riservata ai soli operai a tempo indeterminato e agli impiegati. Tale istituto è integralmente finanziato dalle imprese agricole che contribuiscono per oltre 36 milioni di euro l’anno a fronte di 24 milioni di prestazioni erogate dall’INPS.

GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI

La disoccupazione agricola, ordinaria e speciale è riconosciuta agli operai che hanno lavorato almeno5 1 giornate nell’anno; la spesa INPS per indennità di disoccupazione agricola e relatica copertura previdenziale ammonta ad oltre 1,9 miliardi di euro, a fronte di 121 milioni di euro di contributi versati. Rappresenta il “vero” ammortizzatore sociale agricolo vista la forte incidenza del lavoro stagionale.

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li a proprio carico nella misura del 50 per cento; qualora il lavoratore assunto a tempo determinato sia un operaio agricolo dovranno essere garantite al lavoratore almeno 101 giornate di lavoro in ciascuno dei tre anni di durata del contratto. Altro tema scottante è quello della disoccupazione giovanile, che preoccupa il presidente dei Giovani di Confagricoltura Raffaele Maiorano, che mette in guardia: «Si rischia di mettere un’intera generazione fuori mercato» (v. pag. 73, ndr). Confagricoltura per favorire l’occupazione giovanile ha proposto di attivare “contratti di inserimento lavorativo in agricoltura” di durata non superiore a trentasei mesi, non rinnovabili; qualora si tratti di operai agricoli, ai lavoratori debbono essere garantite almeno 101 giornate di lavoro in ciascuno dei tre anni di durata del contratto di inserimento. Il datore di lavoro è tenuto ad impartire almeno venti ore annue di formazione, rilasciando un attestato finale. Si chiede lo sgravio totale dei contributi previdenziali ed assistenziali a carico dei datori per la durata dei contratti di inserimento; in caso di trasformazione del rapporto a tempo indeterminato, lo sgravio è concesso per un ulteriore anno. Il lavoro in un’azienda agricola diventa sempre più complesso ed evolvono le figure professionali in relazione ai mutamenti ed alle diversificazioni produttive verificatisi di recente; tutto ciò genera una crescente richiesta di formazione continua. C’è poi da dire che, accanto alle tradizionali attività di coltivazione ed allevamento, gli imprenditori agricoli hanno cominciato a dedicarsi sempre più alla ricezione ed ospitalità turistica, alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti, ai servizi conto terzi, alla tutela del territorio, alla produzione di biocarburanti e di energia elettrica, e così via. Tutte attività queste che richiedono lavoratori dipendenti sempre più qualificati. Da ciò la richiesta confederale di un sistema di formazione continua adeguatamente strutturato e finanziato.


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PRIMO PIANO OCCUPAZIONE

Job sharing Più imprese, legate da un contratto di rete o riconducibili ad uno stesso proprietario o ad uno stesso nucleo familiare, ora possono assumere congiuntamente i lavoratori di Gaetano Menna

C

on il recente D.L. 76/2013 - cd.“Decreto lavoro” – convertito dalla L. 99/2013 si sono attivate una serie di semplificazioni sul piano lavoristico che potranno dare impulso ad un nuovo modello di fare impresa. Per la prima volta si è previsto un riferimento ai profili giuslavoristici del contratto di rete: assunzioni congiunte, distacco e codatorialità per le imprese che si uniscono in rete. Attivata finalmente una forma particolare di job sharing – fortemente

voluta da Confagricoltura - che consente a più imprese, fra cui cooperative (legate da un contratto di rete o facenti capo allo stesso gruppo o riconducibili ad uno stesso proprietario o ad uno stesso nucleo familiare) di poter assumere congiuntamente i lavoratori, facendo loro prestare la propria attività là dove sussiste la necessità. Come visto, l’assunzione congiunta è consentita anche alle imprese che hanno stipulato un contratto di rete, purché i soggetti aderenti siano rappresentati per almeno il 50% da imprese agricole. GENNAIO 2014| MONDO AGRICOLO |17


PRIMO PIANO OCCUPAZIONE

Sempre nel Decreto Lavoro l’istituto del distacco (regolato dal D. Lgs 276/2003) viene esteso alle imprese “in rete”, che possono distaccare tra di loro il personale senza dover dimostrare la sussistenza dell’interesse della parte distaccante che, come noto, rappresenta uno dei requisiti di legittimità del distacco. Quindi la “codatorialità” dei dipendenti, ingaggiati con regole stabilite attraverso il contratto di rete; ossia la possibilità che più imprese legate da un contratto di rete possano assumere contestualmente un unico lavoratore. In estrema sintesi la nuova disciplina favorisce una maggiore mobilità per i lavoratori, che possono essere distaccati presso le diverse imprese che hanno stipulato un contratto di rete e permette, altresì, alle imprese legate da un contratto di rete di avvalersi della “contitolarità” dei contratti di lavoro. Una sottolineatura merita il fatto che il successivo decreto attuativo sulle assunzioni congiunte, recependo anche le indica-

n

I contratti di rete uniscono 6.400 aziende e danno lavoro a 50 mila persone zioni di Confagricoltura, individua meccanismi piuttosto lineari per l’effettuazione delle comunicazioni obbligatorie che non comportano duplicazioni o appesantimenti burocra-

ONLINE IL NUOVO PORTALE ENAPA

Con l’arrivo del nuovo anno è stato inaugurato il nuovo portale dell'Enapa (www.enapa.it), simile per struttura e impostazione a quello di Confagricoltura e costruito sulla stessa tipologia di piattaforma web, 4ME. Il patronato presieduto da Roberto Poggioni adesso ha a disposizione una serie importante di strumenti tecnologici che gli permetteranno di comunicare, operare ed interagire al meglio a livello centrale e territoriale (compresa una propria intranet specifica). Un ulteriore progresso verso modalità di lavoro innovative compiuto da un membro della famiglia Confagricoltura. «Il nostro impegno – ci dice Poggioni - è diretto ad aprirci sempre più alla collettività, dando assistenza e facendo del nostro portale un preciso punto di riferimento per gli utenti. Ma c’è anche l’esigenza di aggiornare l’interscambio e facilitare ancor più la collaborazione tra sede nazionale e sedi provinciali Enapa. Tutto ciò sempre con la consapevolezza che la tempestività dell’informazione, unita all’approfondimento ed alla professionalità, è un valore aggiunto». 18| MONDO AGRICOLO |GENNAIO 2014

tici. È previsto, infatti, che l’adempimento amministrativo sia effettuato da un unico soggetto (capogruppo in caso di gruppi di impresa o di contratto di rete; proprietario in caso di pluralità di aziende appartenenti allo stesso soggetto; incaricato in caso di imprese condotte da persone legate da vincolo di parentela o affinità) che agisce per conto di tutti gli altri soggetti interessati. Confagricoltura, che aveva sollecitato più volte una misura di questo tipo, è pienamente soddisfatta anche perché il decreto va proprio nella direzione di una semplificazione giuridica e di uno snellimento burocratico che incentiverà sia questa tipologia di assunzioni che, più in generale, il ricorso al contratto di rete e alle aggregazioni di impresa. Nuovi posti di lavoro e l’incremento di una occupazione stabile e di qualità nel settore agricolo si creano proprio con misure come queste che guardano con occhi nuovi al mondo del lavoro. Per quanto riguarda il fenomeno dei contratti di rete, oggetto delle nuove disposizioni, ecco alcune cifre: oltre 1.300 contratti di rete e oltre 6.400 aziende coinvolte, per un totale di oltre 50mila dipendenti.


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trattori di media o grande potenza. superficiale o profonda, perfettamente in linea con le tecniche di agricoltura conservativa. Si adatta alle diverse situazioni favorendo una idonea miscelazione dei residui colturali,

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suolo anche fino a 30 cm ove necessario, ottima lavorazione delle stoppie e livellamento della superficie lavorata, una efficace preparazione del letto di semina. Velocità e semplicità della lavorazione, in un solo passaggio. Efficacia garantita!

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Il kit per l’orto in balcone L’azienda vivaistica Remo Di Meo, grazie al metodo brevettato, fornisce online tutto il necessario per coltivare ortaggi anche in città di Elisabetta Tufarelli

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“I

l mio lavoro è nel Dna della mia famiglia, è una vocazione naturale. Mio padre ha comprato l’azienda nel 1998, ma prima era il direttore di un’azienda e già nel passeggino mia sorella ed io venivamo portate nelle serre”. Esordisce così Roberta Di Meo, 38 anni, laureata in economia, che conduce insieme alla sorella Roberta, 37 anni agronoma ed al padre Remo un’azienda florovivaistica innovativa a Nettuno, in provincia di Roma. Venti ettari di superficie, di cui 10 di serre e 10 di campi aperti, che hanno un sistema computerizzato computerizzato in grado di gestire il clima, la fertirrigazione e i trattamenti fitosanitari all’interno delle strutture in maniera completamente automatizzata, creando le condizioni ideali per la crescita di piante di ottima qualità. Un’impresa dinamica, moderna, efficiente e tecnologicamente all’avanguardia, che ha tutte le carte in regola per crescere ancora, sui mercati nazionali ed esteri. Le varietà coltivate sono moltissime: stelle di natale, ciclamini, viole del pensiero, piante

aromatiche, piante da orto per l’ hobbistica, primule, crisantemi, gerani, petunie, gazanie, dalie, ortensie, rose a cespuglio e rampicanti. Ma anche piante verdi da interno, siepi e molto altro. In totale, annualmente vengono coltivate cinque milioni di piante principalmente di produzioni stagionali. “Abbiamo deciso di specializzarci in varietà con un ciclo di produzione breve – continua l’imprenditrice - che va dai tre ai sei mesi, al fi-


ne di aumentare la produttività della superficie aziendale.Abbiamo sviluppato due linee ben distinte di prodotto: quella ‘professionale’, dedicata specificamente agli operatori del settore e quella hobbistica, orientata al consumatore finale, commercializzata con il marchio ‘Hobby Orto’. E’ ora possibile, grazie al metodo elaborato e brevettato dall’impresa associata a Confagricoltura, coltivare senza troppi problemi e difficoltà il

C’è tutto quello che serve: un vascone con serbatoio, argilla espansa, tessuto non tessuto, terriccio speciale, telo coprente, pacciamatura, concime idrosolubile complesso e perfino un manualetto di coltivazione.“Ci teproprio orto anche in città. L’azienda nevamo – spiega Alessia - a creare un ha realizzato un kit apposito, che gra- prodotto veramente alla portata di zie alle sue dimensioni contenute tutti, anche dei meno esperti e dopo (cm 115x58x28 di altezza), permet- una lunga sperimentazione, abbiamo te di creare un orto anche in piccoli messo a punto il kit Hobby Orto, spazi, come ad esempio un balcone. commercializzato online, per supe-

Disponibili due linee di prodotto la “professional” e l’hobbistica che avvicina ai consumatori

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rare i problemi di chi si dimentica di annaffiare o concimare o che non sa quale terriccio scegliere”. In una fase di crisi occorre accorciare la filiera e rivolgersi ai segmenti che ‘tirano’, così l’impresa punta a piantine da orto e ha lanciato una nuova linea registrata con il marchio ‘Buon Appetito aromi’, si tratta di un cestino con sei piantine diverse di erbe aromatiche. “Il nostro sito dà ampio spazio alle nostre linee rivolte agli appassionati – precisa l’imprenditrice – e vi pubblichiamo anche ricette che promuovono la cucina mediterranea”. Tutta la produzione ha un elevato standard qualitativo e l’impresa provvede con un servizio preciso e veloce alle consegne. Una vera posizione di leadership nel panorama florovivaistico italiano.“An22| MONDO AGRICOLO |GENNAIO 2014

“Buon Appetito Aromi” è il marchio registrato del cestino di spezie diamo sul mercato svizzero, ma il nostro obiettivo – continua Alessia - è quello di conquistare anche l’austriaco e quello tedesco. Ecco per-

ché abbiamo adottato un processo che assicura un prodotto alimentare sano e genuino, a basso impatto ambientale e privo di residui chimici. Ci teniamo a promuovere e garantire aromi e sapori autentici propri dell'antica tradizione italiana. Dedichiamo molta attenzione al packaging e le ricette che consigliamo sono attente alla sana e corretta alimentazione, riducono l'utilizzo di sale ed altri condimenti grassi e ricchi di conservanti”. E per il futuro? “Non intendiamo fermarci – conclude l’imprenditrice - vogliamo continuare ad investire sia in tecnologia sia in informazione del personale, per tenere sempre aggiornati i nostri collaboratori, senza trascurare i dettagli e mantenendo l’elevata qualità del nostro servizio”.


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I pastori del terzo millennio

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Tre giovani fratelli hanno fatto diventare la tradizione familiare, che va avanti da cinque generazioni, un’innovativa attività di allevamento di ovini e trasformazione di prodotti

di Gabriella Bechi

n tempo il gregge attraversava chilometri e chilometri di strade di campagna, quando si avvicinava il periodo estivo per raggiungere pascoli montani più freschi e fertili. Oggi i 2000 capi, tra pecore, agnelli, agnelloni e castrati, dell’“Allevamento Ovini Veneto” viaggiano due ore in camion, da Padova a Belluno, per passare l’estate in montagna. E’ la versione moderna dell’antica transumanza, un’operazione ancora necessaria, ma che in un’azienda come quella della famiglia Morandi, che ha trasformato la pastorizia in una moderna attività allevatoriale, si è “motorizzata”. Pastori da cinque generazioni i Morandi oggi conducono un’azienda agricola all’avanguardia nella bassa Padovana, al confine con la provincia di Rovigo. Duemila capi, allevati in parte allo stato brado, in parte in stalla, destinati alla riproduzione, alla vendita di animali vivi, di carne, di prodotti trasformati, dai formaggi ai salumi. Artefici del cambiamento i tre giovani figli di Osvaldo Morandi: Luca, 34 anni, Davide, 30 e Andrea 24, che nel 2009 hanno deciso di inserirsi in un mercato completamente vergine,

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Davide e Andrea Morandi

quello dei salumi di pecora. “L’idea - racconta Andrea - ci è venuta pensando alle potenzialità di un mercato fatto da milioni di consumatori che, pur apprezzando i salumi, non mangiano carne di maiale per motivi di religione o di dieta alimentare. I salumi di pecora i pastori li hanno sempre fatti per il loro consumo e a casa nostra li abbiamo sempre mangiati. La carne di pecora è molto magra e saporita e con essa si possono fare ottimi insaccati”. Oggi l’azienda produce prosciutti, salami, salamelle, lonzini e fiocchi (una sorta di culatelli), che vengono commercializzati nei punti di vendita aziendali, nel canale ho.re.ca (per ora soprattutto in Veneto e 26| MONDO AGRICOLO |GENNAIO 2014

Transumanza motorizzata per trasferire 2000 pecore nelle malghe bellunesi Emilia Romagna) e recentemente anche attraverso la vendita on line, con consegna diretta o tramite corriere. “Abbiamo creduto subito in questa attività – continua Andrea - che ci sta dando molte soddisfazioni. E sono certo che le possibilità di espansione

sono ancora molte. Abbiamo un prodotto assolutamente idoneo per ottenere la certificazione Halal, che abbiamo già richiesto, e credo che quando la otterremo avremo grandi possibilità di crescita sia in Italia, sia all’estero, nei Paesi musulmani che conoscono la qualità e i sistemi di lavorazione dei prodotti made in Italy e che apprezzeranno sicuramente i nostri salumi di pecora.” Accanto a questa che è la linea di punta, l’azienda vende carne di agnello, spiedini di pecora, arrosticini e salsicce, oltre a bestiame da riproduzione per chiunque voglia iniziare questa attività. E anche pelli conciate. “Per ora macelliamo e trasformiamo in aziende artigianali della zona che vengono da noi accuratamente selezionate, perché ci stiamo concentrando soprattutto sull’attività di marketing, ma ci auguriamo presto di poter fare tutto in azienda. Oltre all’entità dell’ investimento, quelle che ci frenano sono soprattutto le difficoltà di ordine amministrativo e burocratico per aprire queste attività. Una vera e propria follia di un Paese che blocca ogni iniziativa imprenditoriale. Anche di tre giovani pieni di voglia di fare come noi”. In estate, da giugno a settembre, l’attività si sposta nella Malga Faverghera, situata sull’omonimo monte a 1.600 metri di altezza, nel gruppo del Visentin, all’interno del comprensorio sciistico del Nevegal, in comune di Belluno, di cui la famiglia Morandi ha avuto la concessione da Veneto Agricoltura. Sessanta ettari di pascolo, oltre a 150 ettari in gestione nei versanti a Sud del Monte Visentin e del Monte Favergara, dove si trasferiscono gli animali. Prodotto


Andrea Morandi:«Chi nasce pastore difficilmente cambia lavoro nella vita» principe della malga è un delizioso formaggio pecorino, fresco o stagionato, che viene venduto in un locale recentemente ristrutturato. Completa l’attività aziendale l’agriturismo Corte Bonicella sul Delta del Po, ad un’ora da Venezia. Tre camere matrimoniali arredate con gusto, secondo l’antica tradizione contadina, un punto di vendita dei prodotti dell’azienda e un ristorante per 30 persone dove si cucina prevalentemente agnello o pecora, ma anche carni di altro tipo e specialità tipiche della cucina veneta. L’antica aia è stata trasformata in un accogliente spazio verde per eventi e cerimonie in campagna. “Siamo in una posizione strategica – dice Andrea Morandi – sul Delta del Po, vicino alla bellissima Oasi di Ca’ di Mezzo, alla spiaggia di Sottomarina, a due passi da Padova e Rovigo e ad un’ora da Venezia, collegata con la storica littorina. E’ un posto ideale per rilassarsi, vivere nella natura, mangiare bene e al tempo stesso visitare città di arte e cultura.” L’azienda è anche una fattoria didattica che si propone di far conoscere alle scolaresche un’attività in via di estinzione, ma che deve essere rivalutata, attraverso due percorsi “Dalla pecora alla lana, un bene prezioso” e “Il lavoro del pastore”. “Il nostro è un mondo dove il contatto uomo-animale è tanto forte quanto efficace. Chi nasce pastore – conclude Andrea – difficilmente cambia lavoro…”. GENNAIO 2014| MONDO AGRICOLO |27



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Il respiro degli alberi

Fao e Unece, nella “Settimana europea delle foreste”, hanno chiesto di applicare i principi dell'“economia verde” nel settore boschivo entro il 2020

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entre in Amazzonia le foreste diminuiscono, il verde aumenta nel Vecchio Continente. Il fenomeno riguarda Francia, Germania, Scandinavia e Paesi mediterranei ed è particolarmente evidente in Italia dove, nel 1940, solo il 20 per cento del territorio era co-

perto da boschi ma ora è più del 30 per cento.A livello europeo le foreste coprono circa il 44 per cento della superficie e continuano a crescere al ritmo di circa 360 milioni di metri cubici l’anno; tuttavia solo 2/3 di questa crescita viene sfruttata. Negli ultimi

Ruolo foreste fondamentale per l’equilibrio energetico e per i mutamenti climatici 15 anni i boschi hanno ricoperto circa 13 milioni di ettari, una superficie grande quasi quanto la Grecia. I Paesi in via di sviluppo diventano sempre più “calvi”, mentre l’Occidente più sviluppato, rinfoltisce abbondantemente la propria chioma per vari motivi. In parte grazie alla crescita di una “sensibilità verde” nella popolazione, che ha dato il via a politiche ambientali e di conservazione più attente, ma anche a causa dello spopolamento della montagna, prima decisamente più presidiata dagli agricoltori, dalle mandrie e dalle greggi. Il

ruolo delle foreste per l’equilibrio energetico globale e nella lotta contro gli effetti del cambiamento climatico è fondamentale. Gli alberi assorbono ed immagazzinano il diossido di carbonio, mitigando gli effetti del cambiamento climatico. Il carbonio viene immagazzinato nella biomassa forestale, nel tronco, nei rami, nel fogliame e nelle radici, oltre che nel suolo. In una foresta ben gestita, questo assorbimento non si ferma mai, perché nuovi alberi sostituiscono quelli abbattuti ed anche dopo i prodotti legnosi continuano ad immagazzinare carbonio. Il legno è ancora ampiamente usato come fonte di energia rinnovabile. Produrre legno di per sè fa impiegare meno energia e fa emettere minore CO2 rispetto alla produzione di altri materiali da costruzione comunemente usati. Usare di più il legno, invece del cemento, della plastica e dell’acciaio, aiuta a ridurre le emissioni di gas serra. Anche la Fao e la Commissione economica delle Nazioni Unite per l'Europa (UNECE), in occasione dell’ apertura della Settimana europea delle foreste avevano incoraggiato ad applicare i principi di un'economia verde nel settore forestale entro il 2020. I ministri europei delle foreste e altri delegati ad alto livello provenienti da 40 Paesi hanno proposto, entro il 2020, di utilizzare con saggezza tutte le risorse del settore forestale per ridurre gli sprechi, riutilizzando e riciclando il più possibile. Si dovrebbero inoltre consumare solo prodotti provenienti da foreste gestite in modo sostenibile. Il settore forestale dovrebbe ridurre al minimo l'impatto del cambiamento climatico, sequestrando carbonio nelle foreste e nei prodotti forestali, e sostituendo combustibili e prodotti non rinnovabili con prodotti legnosi rinnovabili. Ad esempio, nel settore edilizio legno e bambù possono sostituire il calcestruzzo, che invece richiede maggiore energia. Inoltre, il settore forestale dovrebbe migliorare significativamente la sicurezza e la salute dei lavoratori e garantire la parità di genere. (E. T.) GENNAIO 2014| MONDO AGRICOLO |29


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Carota a quattro ruote Annunciata negli Usa la nuova autovettura con la componentistica realizzata con ortaggi e mais. Ancor più ecologica ed efficiente di Elisabetta Tufarelli

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fatta a base di carote, patate e mais, ma non è un minestrone, bensì un’automobile. Progettata in collaborazione con l’icona USA del lusso Neiman Marcus, l’auto del futuro potrebbe essere realizzata, almeno in parte, con fibre derivate da patate, mais, carote e altre naturali. Lo ha recentemente annunciato uno dei colossi del settore, la multinazionale americana Johnson Control, che si occupa di prodotti e

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servizi per ottimizzare l'efficienza energetica e operativa degli edifici, batterie per autoveicoli, elettronica e sistemi per interni di automobili. I vegetali potrebbero essere l’uovo di Colombo da utilizzare nelle componentistiche delle autovetture, soprattutto per quel che riguarda la riduzio-

mercato nuovi pannelli porta realizzati con la tecnologia di stampaggio ibrido CHyM (Compression Hybrid Molding), che unendo le fibre vegetali alle resine ad alta resistenza presentano, rispetto ai tradizionali, una rigidità superiore del 30% e un peso inferiore del 40%, una peculiarità di importante beneficio ecologico. Nel futuro dell’agricoltura non solo biogas e bioenergie. Non solo bioenergie. L’uso alternativo dei prodotti agricoli Agricoltura nel futuro continua a crescere e si moltiplica, sottolineando la ‘multi importanza’ del sempre più utile settore primario, che continua ad allargarsi ai mercati più disparati. Cerne del peso e quindi dei consumi. Ci tamente non ci saranno campi semisaranno presto automobili sempre più nati per costruire automobili, ma gli ecologiche, che contribuiranno a far scarti agricoli di carote, mais, patate, raggiungere gli obiettivi di conteni- grano ecc. potrebbero essere utilizzamento delle emissioni di CO2 in Euro- ti, senza sottrarre risorse all'alimentapa e nel resto del mondo. Ovviamente zione. Affascina e diverte pensare i vegetali non sarebbero usati ‘natural- che presto i rivestimenti in pelle pomente’, ma trasformati in bioplastica, il trebbero essere sostituiti da quelli in materiale che deriva da materie prime patata e che il volante potrebbe esserinnovabili o biodegradabili. Per le au- re rivestito a base di carota. D’altrontomobili, in particolare, la soluzione in- de, nel Regno Unito qualcosa esiste dividuata dai ricercatori sarebbe quel- già. Grazie ai ricercatori dell’Univerla di unire le fibre vegetali con resine sità di Warwick, a Coventry si possoad alta resistenza, utilizzando un parti- no raggiungere i 200 chilometri all’ocolare procedimento di stampaggio. ra con un’auto di Formula 3 ‘fatta’ di In effetti sarebbero già disponibili sul carote e patate.



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Falsi in cucina

Se combattere l’agropirateria è difficile, limitare l’italian sounding lo è ancora di più. Audizione di Guidi al Senato

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i chiama “Cambozola” e si produce in Germania. Un formaggio che è una “combinazione” del gorgonzola italiano e del camembert francese, in un colpo solo si danneggiano due prodotti di eccellenza italiano e francese e, cosa gravissima, tutto ciò avviene nella “casa Eu-

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ropa”. Sul tema dell’agropirateria, delle frodi e dell’italian sounding (prodotti che echeggiano l’italianità che non possiedono come, per l’appunto, il Cambozola) ha parlato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi in un’audizione in Commissione Agricoltura del Senato. I Nuclei Antifrodi Carabinieri recentemente hanno individuato pure la diffusione su internet di una vasta gamma di “cheese-kit” prodotti e commercializzati oltre che in Gran Bretagna, Usa anche in Nuova Zelanda e Australia. Formaggi “fai da te” con immagini accattivanti che evocano in etichetta il tricolore e l’ita-

lianità di mozzarella, ricotta, burrata, mascarpone e di altri formaggi tipici tricolori. L’agropirateria – ha spiegato il presidente confederale al Senato - è un vero atto di contraffazione e frode industriale punito da leggi nazionali, comunitarie e internazionali, mentre l’italian sounding si limita ad utilizzare nomi o simboli che si richiamano alla tradizione alimentare e culturale del nostro Paese, contro i quali, in campo internazionale, non esistono accordi significativi. «Se combattere l’agropirateria è difficile limitare l’italian sounding lo è ancora di più». Per l’italian sounding il problema maggiore è la mancanza di leggi europee ed internazionali. Per questo vanno create nuove regole e si deve fare una fortissima pressione su Governo, Parlamento europeo e Commissione UE, affinché vengano al più presto pubblicati i decreti attuativi


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«La battaglia sulle frodi la vogliamo combattere con i consumatori» che dovevano disciplinare questa materia e che avrebbero dovuto essere pubblicati entro la metà dello scorso dicembre, prima dell’entrata in vigore (entro la fine del 2014) del regolamento europeo sull’etichettatura, che prevede una misura ad hoc sull’uso di immagini, nomi evocativi di un certo Paese. Il diritto internazionale sulla tutela contro l’agropirateria è ancora incompleto; paradossalmente non si potrà parlare di contraffazione vera e propria nei Paesi extra Ue sino a quando non sarà istituito un registro multilaterale delle denominazioni dove far confluire tutti i prodotti europei cui, a quel punto, sarebbe garantita protezione anche in tutti i Paesi del WTO. Ma va rilanciato anche il tema degli standard tecnici, sociali e ambientali. Occorre sicuramente guardare con attenzione alla accresciuta concorrenza internazionale ma senza eccessiva preoccupazione. Non si può pensare di contrastare l’importazione dei prodotti da Paesi extra Ue attraverso motivazioni generiche. Quello che si deve pretendere è che, oltre alla tradizione ed alla storia di un prodotto, siano presenti anche i requisiti legati alla qualità, compresa quella igienico sanitaria, il cui rispetto può essere misurato solo attraverso puntuali controlli. Nel corso dell’audizione il presidente confederale si è soffermato anche sul ruolo dei consumatori nella lotta alla frode ed alla contraffazione. La battaglia va combattuta a 360 gradi, dai controlli sulle importazioni, agli aspetti normativi, sino alla garanzia di una sempre maggiore informazione dei consumatori, non solo in termini di indicazioni in etichetta, ma anche di campagne di sensibilizzazione sui danni che vengono causati all’economia agroalimentare italiana. (M. M.)

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Nasce «Semina Serena», il programma d’informazione e formazione di Syngenta sul seme conciato ngenta lavora da S sempre alla realizzazione di strumenti che possano fornire un supporto concreto agli agricoltori nell’ottica dell’Agricoltura Responsabile, l’approccio culturale che integra benefici economici, attenzione alla salvaguardia dell’ambiente e responsabilità sociale. In questo contesto, Syngenta ha sviluppato «Semina Serena», il programma di informazione e formazione sull’uso sicuro e responsabile delle sementi conciate, rivolto ad agricoltori, tecnici e distributori. Syngenta si impegna con questa iniziativa ad agevolare e affiancare gli agricoltori nelle quotidiane attività lavorative relative la gestione del seme conciato, fornendo una serie di strumenti che vanno dalla formazione diretta all’assistenza tecnica durante la campagna, dall’utilizzo di appositi deflettori all’analisi dell’implementazione delle misure di mitigazione attraverso interviste e osservazioni dirette. Inoltre, ha realizzato ad hoc il kit «Semina Serena», costituito da 2 dispositivi di protezione individuale - mascherina e occhiali pro-

tettivi - e dépliant contenente le «10 Regole per un uso sostenibile del seme conciato», che costituiscono il decalogo delle buone pratiche agricole per un uso sicuro e responsabile del seme conciato, dallo stoccaggio alle fasi di post-semina. Agricoltori, tecnici e distributori potranno in più ricevere supporto on-line attraverso due portali dedicati: www.agricoltura-responsabile.it e www.takecareprogram.com (il programma sviluppato a livello europeo da Syngenta). Il materiale potrà essere consultato e scaricato direttamente dal sito www.syngenta.it nella sezione Agricoltura Responsabile.


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Due milioni di ore di lavoro Roberto Poggioni presidente di FNIFC: «Le PMI di Confagri danno occupazione e futuro». Il 2014 è l’“Anno internazionale dell’agricoltura familiare” di Elisabetta Tufarelli

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e Nazioni Unite hanno dichiarato il 2014 “Anno internazionale dell’agricoltura familiare”, per sottolineare l'enorme potenziale dell’impresa familiare agricola nella lotta alla fame e per la preservazione delle risorse naturali. Nel mondo sviluppato e nei Paesi in via di sviluppo, la Fao stima oltre 500 milioni di aziende agricole a conduzione familiare. “Occorre dare attenzione a questo tipo d’attività - rimarca Roberto Poggioni, presidente della Federazione Nazionale Impresa Familiare di Confagricoltura (FNIFC) - che, ad oggi, è quella più diffusa nell’agricoltura italiana. Un’enorme capacità produttiva che, con la celebrazione di quest'anno viene sottolineata e ricono-

sciuta a livello mondiale”. Nei Paesi in via di sviluppo, mette in evidenza la Fao, le aziende a conduzione familiare rappresentano in media l'80 per cento del totale e occorre puntare anche su di esse per sfamare miliardi di esseri umani. Il Consiglio informale dei ministri dell’Agricoltura di Vilnius aveva affrontato, già nel 2013, il futuro dell’agricoltura a conduzione familiare, riconoscendone l’importanza. La presidenza lituana aveva individuato tre priorità per promuoverne lo sviluppo: sottolineare il valore delle imprese familiari come modello per realizzare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; creare un quadro istituzionale favorevole; rafforzare l'agricoltura a conduzione familiare all'in-


terno della catena di approvvigionamento alimentare. “È cambiata la tipologia dell’impresa agricola - spiega Poggioni -. Le famiglie non sono più numerose come una volta e nello stesso tempo si chiede alle nostre Pmi di essere competitive, di saper stare sul mercato ed di aggiornarsi. È dunque corretto ed importante che ci si interroghi per individuare ed attuare azioni politiche, sia a livello europeo, sia nazionale, sia regionale, che permettano di migliorare la sostenibilità delle aziende agricole a conduzione familiare”. Le imprese associate a FNIFC di Confagricoltura sono 151.000 e impiegano manodopera per due milioni di ore lavoro. “Le nostre aziende – mette in evidenza il presidente dell’impresa familiare - oltre che un importante ruolo economico e di presidio del territorio hanno un grande potenziale. Servono azioni di sostegno all’innovazio-

le e una revisione complessiva della legge sui contratti d’affitto”. All’interno del sistema associativo di Confagricoltura l’Impresa Familiare è una componente molto rappresentativa, l’indispensabile anello di collegamento capace di coniugare l’elemento di tradizione di un’agricoltura che, in ogni modo, non vuole rifuggire dalla modernizzazione.“Molti agricoltori di oggi sono figli di agricoltori – conclude Roberto Poggioni – il nostro è forse ancora uno dei pochi meRoberto Poggioni stieri che si tramanda di padre in figlio, ma sarebbe insensato pensare di esercitarlo come i nostri nonni. «Cambia l’ impresa agricola. Certamente l’età pensionabile in Le famiglie non sono agricoltura non è un parametro significativo e specialmente all’interno più numerose come ieri» dell’impresa familiare collaborano sovente tre generazioni, creando un ne e alla redditività di lungo termine, logico legame e una connessione tra anche attraverso i Psr, incluso il trasfe- fasce di età diverse, che andrebbe svirimento di terreni, l'accesso al capita- luppata”.


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Sfida Fame Zero In vista di “Expo 2015” a novembre si tiene la “Conferenza internazionale sulla nutrizione”, che segue al Summit di 22 anni fa

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xpo si terrà l’anno prossimo; ma anche, e soprattutto in vista di questo importante appuntamento mondiale, se ne tiene un altro di grande portata che, in un certo senso, fa da apristrada. Si tratta della seconda “Conferenza internazionale sulla nutrizione” (ICN2), che si svolgerà a Roma dal 19 al 21 novembre 2014; è il proseguimento del primo Summit che si tenne nel lontano 1992 e si propone anche di contribuire all'orientamento generale dell' “Agenda per lo Sviluppo Post-2015” ed al tema di Expo Milano 2015 che è

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"Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita"; servirà pure a rilanciare il messaggio della “Sfida Fame Zero”, lanciata dalle Nazioni Unite in occasione della Conferenza Rio+20. L' obiettivo della Conferenza del prossimo novembre è fare il punto della situazione sui progressi fatti per migliorare la nutrizione e discutere come il coordinamento internazionale possa essere migliorato in modo da avere un maggiore impatto sulle politiche e sui programmi che influenzano diete e salute a livello nazionale. La situazione mondiale resta drammatica. Si contano 842 milioni di persone che patiscono la fame cronica, e molti di più che soffrono gli effetti legati ad una nutrizione inadeguata; circa due miliardi di persone sono affette da carenze di micronutrienti. Quasi sette milioni di bambini muoiono prima dei cinque anni, 162 milioni di bambini sono rachitici; di contrasto 500 milioni di persone sono obese. C’è stata a Roma una riunione preparatoria della Conferenza sulla Nutrizione a cui sono intervenuti circa 300 esperti e rappresentanti dei Paesi, assieme ai partecipanti di altre Agenzie dell' ONU, organizzazioni intergover-

native, società civile, settore privato, istituti di ricerca e associazioni dei consumatori. Il direttore generale della FAO ha ribadito l'impegno, insieme al FAD (Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo) ed al WFP (Programma Alimentare Mondiale), affinché la maggiore sicurezza alimentare e la nutrizione siano incluse tra i punti fondamentali dell'Agenda dello Sviluppo post 2015. «È evidente che il modo in cui oggi il cibo è gestito non riesce ad apportare miglioramenti sufficienti della nutrizione - ha detto il direttore generale della FAO José Graziano da Silva nella riunione tecnica -. L'elemento più sorprendente è che oltre 840 milioni di persone soffrono la fame, nonostante il mondo produca già cibo sufficiente per tutti e sprechi un terzo di quanto produce». «Nel nostro pianeta - ha concluso Graziano da Silva - la quantità totale di cibo prodotta ma non consumata basterebbe a sfamare altri due miliardi di persone. Il problema é che le politiche attuali non trasmettono ai consumatori messaggi adeguati su come mangiare in modo salutare. Questo è certamente un problema che dovremo affrontare». (M. M.)



MAPPAMONDO di Elisabetta Tufarelli

Spagna agricola sorride Reddito +7,7% AEROPONICA PER LE PATATE AMERICANE

Il valore della PLV supera i 44 miliardi e cresce l’occupazione grazie all’olivicoltura

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a Spagna agricola sorride.Il reddito agrario,nel 2013,è cresciuto del 7,7%, secondo i dati provvisori elaborati dal ministero dell'Agricoltura e cresce anche l’occupazione grazie all’olivicoltura.Per la prima volta nella storia,

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il valore della produzione agricola finale ha superato i 44 miliardi rispetto a cifre medie negli ultimi anni di 41 miliardi.Nel caso delle produzioni agricole, questo aumento è dovuto ai buoni raccolti,in particolare per cereali e vino,anche se c'è stata una

USA: AGRICOLTORI DOPO IL BOOM TEMONO LA DISCESA

I produttori agricoli statunitensi hanno chiuso i libri contabili del loro miglior anno finanziario e sono preoccupati per il futuro. La doppia ‘minaccia’ è il calo dei prezzi cerealicoli e la marcia indietro di Washington sui biocarburanti. Il timore, è che nel 2014, si faccia fatica a raggiungere il pareggio di bilancio, registrando un netto spostamento, rispetto al record nominale di 131 miliardi di dollari di quest'anno. L’eventuale indebolimento dell’economia agricola inciderebbe negativamente, di riflesso, sulle vendite dei trattori made in Usa e potrebbe anche arrestare l’eccezionale incremento dei prezzi dei terreni coltivabili. I prezzi più bassi delle colture potrebbero costringere a pagare miliardi di dollari di nuovi sussidi, nonostante il taglio di altre sovvenzioni. I produttori agricoli, nell'anno commerciale iniziato lo scorso 1° settembre, otterranno una media di 4,40 dollari a bushel a fronte del loro mais, con un calo del 36% rispetto all'anno precedente, secondo le stime del Dipartimento all'Agricoltura. 38| MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2014

L'aeroponica potrebbe incentivare il miglioramento varietale delle patate. Un progetto della Cornell University, verrebbe incontro ai coltivatori di patate, incoraggiando la produzione in una maniera più efficiente e sostenibile, velocizzando l'introduzione sul mercato di varietà resistenti alle fitopatie e assicurando che i consumatori continuino ad affidarsi a patate coltivate localmente anche in futuro. Il nematode dorato della patata, Globodera Rostochiensis, è uno dei parassi-

ti più deleteri, che può rimanere dormiente nel terreno fino a 30 anni. E’ presente su migliaia di ettari nello Stato di New York, ma i ricercatori sono riusciti ad impedirne la diffusione. Inoltre, Keith Perry, direttore del programma per le Patate da Seme della New York State Foundation e del centro di sviluppo Uihlein Farm, ha lavorato con l'imprenditore Chris Nobles su un nuovo sistema "aeroponico" che si sta dimostrando molto promettente per la coltivazione di patate.

riduzione dei prezzi.Nel caso della zootecnia,alla stabilità di produzione si sono aggiunti aumenti significativi dei prezzi, soprattutto per bovini, suini e latte.Nella sola provincia di Jaen si concentra quasi il 60% dell'aumento dell'occupazione registrato a dicembre,rispetto al mese di novembre.Questa spinta straordinaria (37mila iscrizioni nel regime speciale) è stata indotta dalla stagione olivicola che ha trainato anche Cordoba con diecimila iscrizioni. La crescita dell’occupazione (+

53.880 iscrizioni al regime speciale agricolo rispetto a novembre) è stata registrata per la quasi totalità in Andalusia,legata alla raccolta delle olive. Il settore agricolo diventa così un importante protagonista della lotta alla disoccupazione. La crescita di contratti di lavoro è stata quasi il doppio rispetto all’anno precedente perché il 2012 si è rilevato, con poco più di 600mila tonnellate, l’annata olivicola peggiore degli ultimi 15 anni. Quest’anno, invece si stima di produrre 1,5 milioni di tonnellate.


La “terra dei fuochi” cinese è grande quanto il Belgio n

Sono 3,3 milioni gli ettari che presentano un inquinamento da moderato a grave a Cina ha 3,3 milioni di ettari troppo inquinati per la coltivazione.La contaminazione deriva dall’arsenico ed altri metalli pesanti,dispersi nell’ambiente dalle oltre 280.000 miniere attive e dalle centrali di carbone,due dei pilastri dello sviluppo economico cinese. Una’terra dei fuochi’ cinese,pari un'area agricola grande come il Belgio è una cattiva notizia

L

per una nazione già sovrappopolata.Il problema è venuto alla luce a causa di scandali alimentari sul riso e su altri tipi di coltivazioni contaminate, soprattutto nelle regioni orientali,centrali e sudorientali del Paese,dove più intenso è stato lo sviluppo industriale ed economico che ha reso la Cina la“fabbrica del mondo”negli ultimi decenni.Secondo la Fao,il gigante asiatico ha circa il

GB: MENO IMPORT E PIÛ BRITISH

Owen Paterson, ministro dell’Ambiente della Gran Bretagna invita all’autarchia. Le famiglie dovrebbero acquistare prodotti ‘british’ per ridurre le importazioni alimentari. Paterson ritiene che un quarto degli alimenti importati potrebbe essere prodotto internamente. La Gran Bretagna riceve dall'estero il 40 per cento del suo fabbi-

sogno, acquistando tra l'altro agnello dalla Nuova Zelanda, mele dalla Francia; cetrioli dalla Spagna e bacon dalla Danimarca. In ‘Union Jack’, lo scorso anno, sono stati importati frutta e ortaggi per 8 miliardi di sterline, di cui, a parere del ministro, 2 miliardi corrispondono a varietà che potrebbero essere prodotte nel Paese.

AUSTRALIA PRIMO ESPORTATORE DI CARNE DI CAPRA

La carne di capra è molto consumata nel mondo, soprattutto per l'assenza di problemi religiosi che ne limitano il consumo. Le capre sono arrivate in Australia nel 1788 diffondendosi, con i coloni, in tutto il Paese. Da allora la specie si è evoluta ed ha contribuito allo sviluppo delle moderne varietà australiane di cashmere e di angora, preziosissime per molti produttori agricoli. Recentemente si è sviluppato pure il settore della carne di capra e continuerà a crescere per soddisfare la crescente domanda globale di prodotti lattiero caseari e di fibre. Ne è convinto il Goat Industry Council, che sottolinea che il Paese, pur essendo produttore relativamente piccolo, è il principale esportatore mondiale di carne di capra. Nel 2011-12, l'Australia ha esportato 24.478 tonnellate di carne di capra prevalentemente negli Stati Uniti e in Taiwan.

12% del suo territorio formato da terre arabili, per nutrire una popolazione rurale di 900 milioni di persone,oltre ai circa 500 milioni delle città. In una conferenza stampa il viceministro delTerritorio e delle Risorse naturali,Wang Shiyuan,ha riconosciuto in questa settimana l'entità del problema spiegando che l’agricoltura sarà vietata su questi terreni ormai troppo contaminati.La ‘terra dei fuochi’con gli occhi a mandorla verrà bonificata per garantire la sicurezza alimentare.Non è chiaro se gli alimenti che erano già stati coltivati su

queste terre contaminate siano stati ritirati dal mercato,ma Wang ha affermato che“in queste aree non può continuare l’attività agricola”.Il ministero della Protezione ambientale ha ritenuto che tutti i 3,33 milioni di ettari abbiano un inquinamento da moderato a grave, anche se non ha fornito dati precisi relativi ai livelli di contaminazione.Il viceministro ha concluso assicurando che il suo governo ha gia' destinato decine di miliardi di yuan all'anno per risanare le terre e le falde acquifere sotterranee contaminate. GENNAIO 2014| MONDO AGRICOLO |39



N O T I Z I A R I O E N E R G I A E A M B I E N T E D I C O N F A G R I C O LT U R A R U B R I C A

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C U R A

D E L L ’ A R E A

LEGGI NAZIONALI Al via gli incentivi sul biometano: pubblicato il DM 5 dicembre 2013 Con la pubblicazione del decreto 5 dicembre 2013 sulle modalità di incentivazione del biometano immesso nella rete del gas naturale (GU n. 295 del 17-12-2013), si va a perfezionare il percorso normativo avviato con il d.lgs. 28/11 con cui l’Italia ha recepito la direttiva comunitaria in materia di promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili al 2020. Il decreto, che dà finalmente attuazione all’articolo 21 del d.lgs. 28/11 “Incentivazione del biometano immesso nella rete del gas naturale”, rappresenta per il settore agricolo una concreta opportunità di sviluppo nella direzione della multifunzionalità delle aziende agricole, grazie all’utilizzo di colture non alimentari, sottoprodotti agricoli ed agroindustriali. Il provvedimento interministeriale introduce più modalità di incentivazione del biometano in relazione alle possibili destinazioni (combustibile/carburante): nelle reti di trasporto e di distribuzione del gas naturale secondo specifiche modalità che saranno definite dall’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, anche mediante carri bombolai; in impianti di cogenerazione ad alto rendimento; in impianti di distribuzione di metano per autotrazione. Nel primo caso (immissione nella rete del gas naturale) il biometano può essere incentivato mediante i seguenti strumenti: vendita sul mercato del gas naturale gestito dal GME, ad un prezzo “speciale” determinato come differenza tra il doppio del prezzo del gas naturale riscontrato nel mercato di bilanciamento nel 2012 ed il prezzo medio mensile del gas nel medesimo mercato. Tale prezzo è inoltre funzione della capacità produttiva dell’impianto (sotto i 500 standard metri cubi/ora il prezzo è maggiorato del 10% mentre sopra i 1000 standard metri cubi/ora è ridotto del 10%) e della tipologia di biomasse utilizzate (gli impianti di capacità superiore ai 250 standard metri cubi/ora de-

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Q U A L I T À

vono utilizzare almeno il 50% in peso di biomasse classificate come sottoprodotti (di cui alla Tab. 1A del DM 6/7/2012) e/o rifiuti; ritiro da parte del GSE, ad un prezzo pari a quello del gas naturale riscontrato nel mercato di bilanciamento nel 2012 maggiorato del 10%. Prezzo che viene incrementato del 50% in caso di uso esclusivo di sottoprodotti e rifiuti. Tale incentivo si applica limitatamente ad impianti di capacità fino a 500 standard metri cubi/ora (capacità analoga ad un impianto a biogas di circa 2 MWe). Nel secondo caso gli incentivi sono rilasciati alla produzione elettrica secondo le modalità già stabilite dal DM 6 luglio 2012 se utilizzato in impianti di cogenerazione ad alto rendimento (la durata dell’incentivo è di 20 anni). Per gli impianti di distribuzione di biometano per autotrazione è previsto invece il rilascio di certificati in immissione in consumo (i certificati sono utilizzabili ai fini del rispetto dell’obbligo di cui all’articolo 2-quater, comma 2 del decreto legge 10/01/2006 n.2, convertito nella n. 81 del 11/03/2006 relativo all’immissione in consumo di una percentuale biocarburante a fronte GENNAIO 2014| MONDO AGRICOLO |4 1


N O T I Z I A R I O E N E R G I A E A M B I E N T E D I C O N F A G R I C O LT U R A

sione obbligatoria. delle macchine agricole che slitta così all’1 gennaio 2015. La legge 150, oltre a posticipare la data della revisione, sposta al 30 giugno 2014 la dead line entro la quale il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti - di concerto con quello delle Politiche agricole - dovrà definire il decreto attuativo contenente le procedure, i tempi e le modalità delle revisioni nonché i criteri per l’accertamento dei requisiti minimi di idoneità per le macchine agricole in circolazione. Al di là della proroga urge individuare soluzioni per quanti saranno messi di fronte ad un impegno economico importante per l’adeguamento dei mezzi di lavoro. Considerato il momento di perdurante crisi, vanno prioritariamente definiti incentivi utili, individuati nei fondi del Piano di sviluppo rurale e nei i fondi Inail, non ultimo le agevolazioni fiscali. (G. M.)

dei quantitativi di carburante da fossile commercializzati); la durata dell’incentivo è di 20 anni. In conformità all’articolo 33 del d.lgs. 28/11, al biometano, prodotto a partire da colture non alimentari (Tab. 1B del DM 6/7/2012), sottoprodotti o da frazione biodegradabile dei rifiuti, è riconosciuto un numero doppio di certificati in immissione (double counting); ciò in relazione all’elevato valore ambientale che viene riconosciuto a questo biocarburante. La nuova normativa si applica agli impianti realizzati dopo l’entrata in vigore del decreto nonché agli impianti a biogas entrati in funzione precedentemente e che utilizzano parte del biogas per la produzione di biometano, anche a seguito di incremento della capacità di produzione. Per questi ultimi però gli incentivi sul biometano sono ridotti del 60%, ad eccezione del caso in cui sia utilizzato in impianti di distribuzione di metano per autotrazione dove l’incentivo è ridotto del 30%. Limitatamente ad impianti per la produzione di biometano di proprietà di aziende agricole, i diversi incentivi sono cumulabili con altri incentivi pubblici per la realizzazione degli impianti non eccedenti il 40% del costo dell’investimento. (R. P.) Proroga per la revisione obbligatoria delle macchine agricole Il Decreto sviluppo o legge 221 del 2012, modificando e integrando l’articolo 111 del codice stradale, ha reso obbligatoria anche per il nostro Paese la revisione delle macchine agricole soggette ad immatricolazione in base allo stato di vetustà, con precedenza per quelle immatricolate prima dell’1 gennaio 2009. Con la legge 150/2013 però si è rinviato di sei mesi l’adozione del decreto attuativo contenente le procedure, i tempi e le modalità delle revisioni e di un anno l’inizio della revi42 | MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2014

ETICHETTATURA Origine delle carni fresche di suino, avicoli e ovicaprini La Commissione EU ha pubblicato il 13 dicembre l’atto esecutivo per stabilire le regole di etichettatura dell’origine per le carni fresche di suino, avicoli e ovicaprini. Non si poteva fare peggio di così. In via generale il regolamento prevede che si indichi il luogo (Paese membro o Paese Terzo) di allevamento e di macellazione, ma non quello di nascita. E’ possibile tuttavia individuare ove è nato l’animale solo nel caso in cui il ciclo (nato, allevato e macellato) sia completato in un medesimo Paese. La definizione del Paese di allevamento cambia in funzione della specie, del peso e del periodo di allevamento. Un modo così complicato e differente per le tre specie, che il consumatore non trarrà alcuna informazione coerente ed utile dalla nuova etichettatura. (L. T.) PRATICHE AGRONOMICHE D is tribuzione per uso agricolo dei fertilizzanti Cala l'uso di concimi e fertilizzanti da parte degli agricoltori italiani mentre aumenta l'impiego di ammendanti e concimi naturali. Infatti, secondo il nuovo rapporto Istat, analizzando la serie storica di dati, nel periodo 2002-2012 i fertilizzanti distribuiti sono diminuiti in complesso del 5,8% (da 50,7 a 47,5 milioni di quintali), in un contesto di riduzione del 2% della superficie agricola utilizzata. Al contempo, i concimi sono diminuiti del 25,6% (da 42,1 a 31,3 milioni di quintali), mentre gli ammendanti sono aumentati del 50,6% rispetto al 2002 (da 8,3 a 12,2 milioni di quintali). Per quanto riguarda il 2012 sono stati utilizzati in totale circa 47,5 milioni di quintali di fertilizzanti per uso agricolo. In particolare, la quantità dei concimi minerali ammonta a 26,2 milioni di quintali: 16,1 sono costituiti dai minerali semplici, i restanti 9,9 dai minerali composti. La distri-


buzione dei concimi organici e organo-minerali sul territorio è pari rispettivamente a 2,8 e 2,3 milioni di quintali, mentre gli ammendanti risultano pari a 12,2 milioni di quintali. Nel 2012, i correttivi registrano il picco degli ultimi dieci anni, con una quantitĂ distribuita pari a 3 milioni di quintali, mentre i substrati di coltivazione ammontano a 897 mila quintali. Gli elementi nutritivi contenuti nei fertilizzanti risultano pari a 23,3 milioni di quintali e il titolo (o concentrazione) è pari al 49%. Complessivamente, dunque, la dinamica distributiva dei fertilizzanti è coerente con la politica agricola dell’Unione europea, tendente a sviluppare l’impiego di ammendanti e concimi organici in luogo dei prodotti minerali di sintesi, per migliorare la qualitĂ produttiva, la salvaguardia della salute e il rispetto dell’ambiente. (A. P.)

HABITAT Premio europeo Natura 2000 Natura 2000 è una rete di aree protette che copre circa il 20% del territorio UE ricco di flora e di fauna e costituisce l’elemento centrale della politica dell’UE in materia di natura e biodiversitĂ .L’obiettivo di questa

rete è quello di assicurare la sopravvivenza a lungo termine delle specie e degli habitat europei piĂš preziosi e minacciati. Sebbene la rete comprenda le riserve naturali, gran parte del terreno è di proprietĂ privata. Oltre alla protezione del patrimonio naturale, questa rete assicura numerosi benefici sociali ed economici. In tale contesto, la Commissione europea ha indetto il “Premio Natura 2000â€? per riconoscere l’eccellenza nelle migliori pratiche di conservazione del patrimonio naturale in Europa. Ogni anno saranno assegnati cinque premi in diversi ambiti, tra i quali comunicazione, azioni di conservazione, benefici sociali ed economici, conciliazione di interessi/percezioni, networking e cooperazione transfrontaliera. Si accettano candidature da tutte le entitĂ direttamente coinvolte in Natura 2000 (autoritĂ pubbliche e locali, imprese agricole, organizzazioni non governative, istituti di istruzione e privati cittadini). Il termine per la presentazione delle domande scade il 18 febbraio 2014. Ulteriori informazioni sono disponibili sulla pagina web del premio Natura 2000: http://ec.europa.eu/environment/nature/natura2000/awards. (A. P.)

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L’azienda agricola è esposta ad una pluralitĂ di rischi derivanti da avversitĂ atmosferiche. Per la sua sopravvivenza ed un successo garantito è fondamentale una adeguata copertura assicurativa. 6L DIÂżGL DOOÂśHVSHULHQ]D GL FKL GD ROWUH DQQL VL LPSHJQD SHU SURWHJJHUH LO IXWXUR GHJOL DJULFROWRUL

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S P E C I A L E FI E R A G R I C O L A

«Al passo con l’agricoltura che cambia»

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Appuntamento a Verona, dal 6 al 9 febbraio 2014. Parla Ettore Riello, presidente di Veronafiere: «Accompagniamo l’evoluzione del primario e ne anticipiamo le tendenze»

Ettore Riello

di Claudio Pietraforte

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ieragricola dal 1898 accompagna l’evoluzione del settore e ne anticipa le tendenze, come deve fare un evento che ha 115 anni di storia e che è stato il trampolino di lancio per Veronafiere. Oggi rappresenta in ambito agroalimentare il 45% dell’offerta fieristica in Italia, con un panorama di iniziative dedicate alla filiera simbolo del made in Italy, che parte proprio da Fieragricola e comprende Siab, Eurocarne, Sol&Agrifood, Vinitaly». Parola di Ettore Riello, presidente di Veronafiere.

scenario europeo caratterizzato da livelli record di disoccupazione, l’agricoltura rivela una sostanziale tenuta. Anche in Italia, dove è in corso un processo evolutivo nel comparto primario, stanno nascendo nuove iml’agricoltura e le esigenze saranno prese, molte delle quali trainate da sempre più legate alla quantità e alla giovani imprenditori. È un segnale imqualità. Parliamo di “food security”, in- portante, se si tiene conto che in Itatesa come sicurezza alimentare e sicu- lia oltre un terzo degli agricoltori ha rezza di avere cibo. Fieragricola par- più di 65 anni e solo il 5% ha meno di lerà anche di questi temi che, inevita- 35 anni. Un dato che finalmente sta bilmente, passano attraverso produ- cambiando e che porta con sé prozioni più sostenibili in termini econo- gressi in termini di know how, nuove mici e ambientali. Alla base del pro- tecnologie. Fieragricola sarà sempre gresso, però, serve l’innovazione».Per più smart perché, ancora una volta, sa affrontare al meglio questo scenario, dove andrà il settore e ne conosce le all’interno del padiglione 2 è stato esigenze». Presidente Riello, quali sono i previsto il “Forum dell’Agricoltura Sograndi temi di Fieragricola 2014? stenibile”: quattro giorni di approfonRispetto ad altre fiere di settore «Innovazione e sostenibilità. Sono dimenti, convegni, interviste. Inoltre Fieragricola scommette su un queste le sfide dell’agricoltura a livello c’è un’area speciale su rintracciabilità modello trasversale. Per quale mondiale, se pensiamo che la terra, e sostenibilità in 5 filiere produttive». motivo? nel 2030, dovrà sfamare oltre 8 miliar«I motivi sono più di uno. La tradiziodi di persone, i cui fabbisogni alimenL’agricoltura è sempre più un set- ne storica di Fieragricola, che ha semtari medi saranno superiori a quelli attore strategico? pre coniugato la meccanizzazione alla tuali. La produzione di cibo parte dal«Senza dubbio. Basti dire che, in uno zootecnia e alla produzione, amplian-

«Fieragricola sempre più smart perché sa dove va il settore e ne conosce le esigenze»

GENNAIO 2014 | MONDO AGRICOLO | 45


SPECIALE FIERAGRICOLA

dosi dal 1898 sulla base dell’evoluzione del settore. Inoltre, è questa la richiesta degli addetti ai lavori: chiedono specializzazione, ma senza trascurare i segmenti che compongono l’agricoltura. Non possiamo dimenticare che l’impresa agricola del futuro sarà sempre di più multiple choice, in grado di coniugare più modelli produttivi, dalla ceralicoltura alle colture specializzate, dalle produzioni in serra all’allevamento, dalla filiera corta all’agriturismo, dalle energie rinnovabili alla terziarizzazione dei servizi. A Verona dal 6 al 9 febbraio troveranno tutto questo». Fieragricola sarà anche il primo evento di ampio respiro dopo l’approvazione dei regolamenti attua-

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«Il futuro sarà sempre di più multiple choice e così è la nostra rassegna» tivi della Pac. «Esattamente. Anche a livello nazionale abbiamo visto che si è raggiunto finalmente l’accordo in Conferenza Stato-Regioni, premessa importante per l’applicazione della Pac e la declinazione a livello territoriale. Era un traguardo importante da raggiungere e l’obiettivo, grazie all’impegno del ministero delle Politiche agricole e delle Regioni, è stato conseguito. Il valore complessivo dei fondi per lo sviluppo rurale, come è noto, è di 20,85 miliardi

di euro in sette anni, di cui 18,6 destinati all'attuazione dei programmi regionali e 2,2 miliardi di euro destinati a misure nazionali, nel settore della gestione delle crisi, delle infrastrutture irrigue, della biodiversità animale e al finanziamento della nuova rete rurale. Ora bisogna proseguire con le declinazioni territoriali, per garantire alle imprese agricole l’assistenza economica per programmare il proprio futuro senza discontinuità e con uno sviluppo il più possibile armonico, in modo da proseguire il processo di rafforzamento del Made in Italy in termini di produzione, di export, di immagine e, conseguentemente, della sua tutela.Temi, questi, che saranno affrontati a Fieragricola».


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Una bottiglia, un cavatappi e un tablet L’high-tech rivoluziona l’agricoltura. Guida satellitare, geoposizionamento e poi app per iPad e smartphone, web market, digital library di Gaetano Menna

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resce l’attenzione del mondo agricolo per le nuove tecnologie hi-tech, come le app dedicate all’agricoltura o a specifici prodotti per smartphone e tablet ed in ausilio a sistemi di guida satellitare o di geoposizionamento. E tali novità non a caso saranno in primo piano nella prossima edizione di Fieragricola. I nuovi strumenti tecnologici hanno un impatto incisivo per le grandi ma anche per le medio-piccole aziende. In particolare, il tablet rivoluziona il modo di lavorare e permette di ottenere un livello di efficienza prima impensabile. Ad esempio si può montare sul trattore una videocamera wireless, gestendola con una apposita app (mydlink Lite) attraverso l’ iPad della Apple, che facilita nell’aratura: seguendo le immagini sull’iPad, si è in grado di creare solchi con precisione millimetrica, ottimizzando al massimo le aree di coltivazione. Si può poi utilizzare il navigatore satellitare. AvMap, dal canto suo, ha studiato un GPS agricolo da posizionare a fianco del volante che assicura una copertura totale del territorio nel minor tempo possibile. Il sistema indica con precisione il percorso da seguire e garantisce lo stesso tratta-

C

mento a tutto il terreno senza sovrapposizioni. Con il GPS per l’agricoltura è possibile mappare un terreno, registrare i dati relativi alla lavorazione e ottimizzare le operazioni; è possibile così ottenere una riduzione dei costi di gestione e una maggiore redditività. Si stima che utilizzando il sistema si possono ridurre del 10/12% i costi dei fertilizzanti e dei fitofarmaci. Inoltre il GPS evita molti incidenti, grazie alla possibilità di segnalare ostacoli, a volte sommersi dalla vegetazione, per esempio in un campo di grano. AutoSteering System 350 di Topcon prevede la guida automatica delle trattrici riducendo l’affaticamento dell’operatore, l’usura dei macchinari e i costi di immissione e di sovrapposizione. Naturalmente il tablet permette di approfondire in modo più completo, ed anche i cataloghi delle case trattori-


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stiche si fanno multimediali. Con Landini Digital Library si possono ottenere tutte le informazioni sul trattore di interesse con contenuti aggiuntivi (audio, video e immagini). Dal farmer market al web market. Si parla tanto dei mercatini agricoli ma, in Paesi digitalmente avanzati come gli Stati Uniti, si stanno affermando pure sofisticate piattaforme web che permettono di creare veri e proprio mercati online, un analogo di e-Bay, che ampliano la platea dei consumatori e degli scambi commerciali. Per rendere più efficaci i rapporti con i consumatori molte imprese agricole pure italiane, soprattutto del

Il tablet rivoluziona il lavoro e permette di ottenere livelli di efficienza impensabili settore vitivinicolo, si stanno attrezzando con app per tablet che descrivono l'azienda, i vigneti, il metodo di vinificazione, i dati tecnici dei vini e tanto altro; spesso includono tour virtuali delle vigne e della cantina. «Quando un nostro venditore contatta un ristoratore o un buyer – racconta John Jordan, proprietario dell’azienda vitivinicola californiana “Jordan Vineyard & Winery” - porta con sé solo tre cose: una bottiglia di Jordan, un cavatappi e un

iPad. Il tablet ci aiuta a raccontare la nostra storia in modo più convincente e a parlare dell’attenzione per i dettagli, che è il punto che ci distingue dalla concorrenza; prima non potevamo farlo così efficacemente, non è la stessa cosa con le foto o una sem plice brochure».

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SPECIALE FIERAGRICOLA

Gestore dei servizi energetici (Gse), gli impianti alimentati da fonti rinnovabili rappresentavano circa il 37% della potenza complessiva installata in Italia e il 31% della produzione lorda totale. Gli impianti italiani alimentati con fonti rinnovabili, a fine 2012, erano 484.587, contro i 335.151 dell’anno precedente. In testa si posiziona la produzione di energia da fonte idraulica con 41.875 Gwh, seguita dal solare (18.862 Gwh), l’eolico (13.407 Gwh), le bioenergie (12.487 Gwh) e la geotermica (5.592 Gwh). A Fieragricola il salone mette in contatto le aziende espositrici con imprenditori agricoli, ingegneri, progettisti, installatori, consulenti specializzati ed energy manager, Esco (Energy service companies), utility per la fornitura di energia, ma anche banche, assicurazioni, co, una fonte di reddito e un connubio servizi e istituti di ricerca. Il percorso Tutto il padiglione 3 concreto fra ambiente, imprenditoria- espositivo si snoda attraverso biomasa Verona è dedicato lità e sviluppo. Il comparto delle rin- se solide (da legno e residui vegetali), novabili - nonostante il calo degli in- biogas, biocombustibili liquidi (bioalle rinnovabili, centivi che progressivamente ha ac- carburanti), energia da rifiuti e riciclo comparto in crescita, di scarti, sia da produzione agricola che ha proiettato che da verde urbano, cogenerazione e Prevista pure un’area Forum trigenerazione, eolico, idrogeno, solal’Italia al terzo posto per le presentazioni re termico e fotovoltaico. In fiera si riin Europa propone poi la Bioenergy Arena, un’aed i convegni di alto profilo rea Forum per presentazioni e convegni di alto profilo, grazie ai principali compagnato questi ultimi anni, in pa- player del settore; nelle aree esterne rallelo però con la diminuzione dei co- (B e D) sono ubicati gli spazi dimosti di installazione degli impianti - è in strativi in cui le aziende presentano Fieragricola grande at- crescita. Italia, Francia, Germania e Re- macchinari in funzione e le novità tectenzione alle bioener- gno Unito, complessivamente, produr- nologiche. A Verona il dibattito riguargie da fonti rinnovabili ranno installazioni con fonti rinnova- da anche le opportunità offerte dagli in agricoltura e all’effi- bili per 8 degli 11 gigawatt previsti in incentivi definiti nei giorni scorsi dal cienza energetica, a cui Europa. Nel 2012 solo la Germania, decreto interministeriale che punta alè dedicato l’intero pa- con 136.814 GWh, e la Svezia, con lo sviluppo di una rete nazionale per il diglione 3. Sono presentate tutte le 96.511 GWh, hanno prodotto più biometano. I bonus variano a seconda nuove forme di energia, che rappre- energia rinnovabile del nostro Paese, della destinazione del gas verde, a sesentano in maniera sempre più rile- che, toccando quota 92.222 GWh conda che la destinazione sia l’immisvante una soluzione multifunzionale, (+11% sul 2011), ha scavalcato la Spa- sione nella rete gas, l’autotrazione o la un meccanismo di risparmio energeti- gna. Secondo l’ultimo rapporto del cogenerazione. (M. M.)

L’ arena delle bioenergie

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400 anni di crescita sostenibile 2014 ...

2012

2011

2002

s e s t o s e n s o co m . i t

1913

1691

1615

La responsab responsabilità ilità sociale per Sumitom Sumitomo mo Chemical risiede nei principi del fondatore, Masatomo M Sumitomo, de einiti in dal 1 615 e perfettamente perfetta amente integrati nella ilos soia della S ocietà. Consa pevolezza deiniti 1615 ilosoia Società. Consapevolezza responsabilità trasferito divisione agricoltura e responsabil ità cche he abbiamo trasferit to nella di visione agrico oltura con l’impegno di soddisfare s il crescente fabbisogno alimentare dell’umanità nel rispet tto delle esigenz e dell’ambiente. dell’a ambiente. rispetto esigenze La creati vità nella ricerca cchimica, himica, il confronto con i protagonisti protago onisti della iliera agroalimentare, agroallimentare, creatività il costante t t sviluppo sviiluppo l i i e prodot d tti t iinnovativi innovati tivii ne sono la l prova prrova più iù evidente. id t O co ome ieri i ie di servizi prodotti Oggii come come domani i. Sumitomo Chemical, da a 40 0 anni dalla par te dello delllo sviluppo sostenibile. domani. 400 parte

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Italia, salumeria del mondo

La filiera suinicola vale più di centomila posti di lavoro

minuito, in alcuni casi, fino al 50%. Riduzioni sensibili, anche del 40%, sono state riscontrate nelle componenti dei grassi saturi e del sale. Inverso, invece, il trend seguito dai grassi insaturi, responsabili della riduzione del colesterolo LDL nel sangue. Piu’ completo l’apporto di vitamine B1, B2 e B3 (tiamina, riboflavina e niacina), rispetto al passato. E’ stata riscontrata anche una presenza significativa di vitamina B6 e piccole quantità di vitamina E. Insomma un ruolo importante per i salumi, abbinati a verdura, carboidrati e frutta, nei pasti fuori casa. Ma, nonostante questo, il comparto nazionale suinicolo soffre di un mercato gricola sono presenti le principali razdrammaticamente basso e dei ben noGiovanna Parmigiani, ze allevate sulla Penisola: Limousine, ti problemi della CUN (Commissione presidente della Charolaise, Piemontese, Romagnola e unica nazionale dei suini da macello) e Chianina. L’altro attiene alla suinicoltu- di quelli delle importazioni di suini per Federazione nazionale ra, punta di diamante e serbatoio della produrre prosciutti non marchiati, cosuinicola: «La filiera salumeria Dop made in Italy. Nessun munque in concorrenza con i nostri Paese al mondo ha la varietà e la qua- Dop.“Servono regole chiare e occorre sta ridefinendo azioni lità dei salumi che le regioni italiane of- farle rispettare per riuscire a rilanciare d'aggregazione, frono. Oltre ad essere la ‘salumeria del la filiera suinicola italiana. Come prostrategie commerciali mondo’, l’Italia dà grandissima atten- duttori stiamo affrontando un periodo zione alla tutela dei prodotti agroali- difficile: ci siamo un po' risollevati dal e linee produttive» mentari e richiede che gli animali ri- crollo verticale delle quotazioni delle spondano a precisi requisiti di razza, carni, che nel giro di un paio d'anni ha di Elisabetta Tufarelli peso, alimentazione e condizioni di vi- portato al dimezzamento degli allevata. A vigilare non c’è solo una rigorosa menti suinicoli, ma i costi produttivi normativa comunitaria, ma anche un continuano a salire esponenzialmente severo disciplinare di produzione co- rispetto ai ricavi”. Ha detto Giovanna Verona attenzione a stantemente applicato da enti certifi- Parmigiani, presidente della Federazio360 gradi per la zoo- catori. La carne di maiale, fresca o la- ne nazionale suinicola di Confagricoltecnia. Per quanto ri- vorata che sia è sempre buona e gu- tura, che ha aggiunto:”Stiamo cercanguarda i bovini da latte stosa e i salumi italiani ora possono di- do di ridefinire strategie commerciali in evidenza il 13° “Eu- ventare anche protagonisti di una die- attraverso azioni d'aggregazione e difropean Open Holstein ta equilibrata. Lo certificano il CRA- ferenziando le linee produttive, così da Dairy Show”sulla razza Frisona e la 46ª NUT (Centro di Ricerca per gli Ali- poter interpretare le nuove tendenze “Mostra nazionale della razza Bruna”, menti e la Nutrizione ex INRAN) e la di consumo che sembrano esigere, olappuntamenti ormai istituzionalizzati SSICA (Stazione Sperimentale per l’In- tre al suino pesante, primo anello della in Fieragricola. Grande spazio pure per dustria delle Conserve Alimentari). Gli filiera per i nostri preziosi prosciutti, i comparti bufalini, avicoli, ovini e ca- studi hanno evidenziato un sostanziale anche altri prodotti. Eppure, malgrado prini. La novità è data dai due grandi miglioramento della composizione in la drastica cura dimagrante dell'ultimo focus attinenti a due filiere di estrema nutrienti dei salumi italiani e dimostra- decennio, la filiera suinicola italiana gaimportanza per il nostro Paese. Il pri- to come, nell’ultimo ventennio, il con- rantisce ancora oggi più di centomila mo riguarda i bovini da carne.A Fiera- tenuto lipidico totale nei salumi sia di- posti di lavoro”.

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Avicoltura di successo

Per Oreste Massimino, presidente Federazione di prodotto,«la filiera non si è fermata e ha saputo ristrutturarsi, nonostante il comparto sia tagliato fuori dagli aiuti comunitari»

di Elisabetta Tufarelli

rezzi contenuti, poche calorie, innovazione di prodotto ed elevata professionalità del sistema allevatoriale. Poggia su questi pilastri il successo dell’avicoltura made in Italy. “Il nostro è un settore strategico per l’agroalimentare e i nostri allevamenti sono contraddistinti dall’efficienza di una filiera di punta nel panorama europeo”. Lo ha detto il presidente della Federazione Nazionale dei produttori avicunicoli di Confagricoltura, Oreste Massimino, commentando una ricerca commissionata a Nomisma da UnaItalia (Unione nazionale delle filiere agroalimentari delle carni e delle uova). Il fatturato del comparto, nel 2012, ha raggiunto i 5,7 miliardi di euro, con una produzione di 1,26 milioni di tonnellate (+2%). Anche i consumi sono aumentati di ben 8,5% negli ultimi dieci anni arrivando ad un consumo nazionale di 12,7 kg di carne di pollo l’anno, che diventano oltre 20 aggiungendo il tacchino e le altre carni avicole. “Lo spazio di crescita c’è ancora – continua Massimino – se consideriamo che in Francia si consumano quasi 25 kg procapite e la nostra carne è

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magra,digeribile e ha un contenuto proteico alto, che la rendono adatta per le diete, in particolare degli sportivi e dei ragazzi in crescita, con il loro contenuto di amminoacidi fondamentali per l’alimentazione durante le fasi di sviluppo”. Le carni avicole, in questa lunga crisi, vantano anche un altro beneficio: il prezzo, che secondo Nomisma è addirittura sceso in 10 anni, Oreste Massimino passando dai 4,8 euro al chilo del 2002 ai circa 4,2 euro attuali, facendo risparmiare ai consuUn prodotto genuino, matori in media il 12%. “La filiera italiana, non si è fermata – conclude Oreleggero, gustoso ste Massimino – e ha saputo ristruttue molto conveniente rarsi, nonostante l’avicoltura sia tagliata fuori dagli aiuti comunitari”. Il comparto italiano, che nel 2012 ha fattura- buzioni lorde sono tra l’altro cresciute to 5,7 miliardi di euro, conta 1.600 im- negli ultimi 10 anni del 58%, molto di prese con 25.000 addetti, le cui retri- più rispetto al panorama complessivo

dell’industria alimentare (+45%). Nel mondo, sottolinea lo studio Nomisma, la carne avicola è già la più apprezzata, con un consumo pro capite di 13,3 kg seguita da quella suina con 12,2 kg e da quella bovina con 6,6 kg. E si stima che da qui a dieci anni i consumi di carne bianca nel mondo aumenteranno del 19% per toccare i 14,5 kg nel 2022. Saranno i Paesi emergenti, in primis Cina, Russia, Brasile, Messico e India, assieme agli Usa, quelli che spingeranno verso l’alto i consumi di carni avicole.Anche nel primo trimestre dell’anno, i consumi di carni avicole sono cresciuti dell’1,2% sullo stesso periodo del 2012, per un consumo pro capite di 19,4 kg. Nel dettaglio, +2,2% per i consumi di pollo, stabili quelli di tacchino, +0,8% per le uova.


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Carne, Cina batte Usa Il dragone rosso consuma il doppio degli Stati Uniti ed aumenta l’import dall’Australia. In Italia, complice la crisi, c’è un calo delle richieste di Elisabetta Tufarelli

desco si attesta, secondo la pubblicazione, su una media di 60 chili di carne all'anno, ma negli Stati Uniti il consumo pro capite sarebbe addirittura superiore ai 75 chili. In nessun altro Paese del mondo, poi, viene prodotta e consumata tanta carne come in Cina, che già dal 2012 è più del doppio di quella degli USA. Lo conferma l’impennata dello scorso anno delle esportazioni australiane di carne, che hanno registrato un forte incremento, arrivando al picco record di 1,7 milioni di tonnellate. Secondo “Meat and Livestock Austra-

n uello della carne è un business decisamente importante, con enormi tassi di crescita a livello globale. Nel mondo vengono prodotte circa 320 milioni di tonnellate di carne all'anno che, per la metà del secolo, diventeranno almeno 470. Lo sottolinea l'”Atlante della carne 2014” (Meat Atlas), presentato recentemente a Berlino dalla fondazione Heinrich Boell e dall'Associazione per la protezione dell'ambiente e della natura (Bund). Il consumo medio di un te-

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lia”, nonostante l’anno scorso sia stato caratterizzato dalla siccità, le macellazioni si sono mantenute su livelli estremamente elevati, superando diversi record, dal momento che quasi tutta la produzione aggiuntiva è stata commercializzata sui mercati internazionali, Cina in primis. Infatti, nel 2013, la fame di proteine del mondo ha visto proprio la Cina aumentare le importazioni di manzo provenienti dall'Australia, da 32.906 a 154.833 di tonnellate. In questo modo il Paese del Dragone è diventato il terzo maggior mercato, dopo il Giappone e gli Stati Uniti. In USA, ogni settimana, la società Tyson Foods, che rappresenta – dopo il gruppo brasiliano Jbs – il secondo produttore mondiale di carne,macella 42 milioni di polli, 350.000 di suini e 170.000 di bovini. Nel mondo si calcola che circa il 70% circa delle superfici agricole venga utilizzata direttamente o indirettamente per la filiera della carne. E l'ingrasso di manzi, maiali e pollame costituisce una delle attività più redditizie dell'agricoltura e contribuisce per il 40% al valore complessivo del settore primario mondiale. Ma non in tutti i Paesi però i consumi sono sempre in crescita: in Italia, complice la crisi, da qualche anno si registra un calo. Eppure il Bel Paese e uno dei maggiori produttori di carne bovina e la qualità italiana è riconosciuta nel mondo.Vanno superati però i principali nodi che ne frenano lo sviluppo.

SINERGIE DI FILIERA

Confagricoltura ha siglato un accordo con Uniceb diretto a sviluppare la filiera italiana della carne bovina e ad agevolare la commercializzazione. “Il nostro obiettivo – osserva il presidente della Federazione Nazionale carne bovina Luigi Andretta – è quello di orientare l'offerta alla domanda, creando le condizioni per lo sviluppo di attività sinergiche tra i vari Luigi Andretta componenti della filiera (produzione, industria e commercio), valorizzando il sistema di produzione italiano”. Confagricoltura continua a fare sistema, questa volta con un'organizzazione protagonista nell'ambito della filiera della carne bovina; nell’ottica di mettere anche i propri associati nelle condizioni di attivare strutture flessibili e di creare reti con gli altri attori del mercato con cui si hanno obiettivi comuni.


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Uno sguardo sui vigneti

Nella kermesse scaligera due padiglioni dedicati ai trattori speciali per filari e frutteti affiancati da attrezzature, prodotti e vivaismo di Claudio Pietraforte 5 8 | MONDO AGRICOLO |GENNAIO 2014

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a profonda crisi che attanaglia il mercato interno delle macchine agricole (ribadita anche dagli esiti del 2013) non li ha certo risparmiati, penalizzandoli anzi in misura superiore rispetto ad altre tipologie trattoristiche. Tuttavia i trattori specializzati per vigneto e frutteto rappresentano sempre un segmento di grande rilievo

nel nostro Paese, dove continuano a trovare il primo mercato in ambito europeo: numeri di vendite comunque elevati – stando ai dati riferiti dalla rivista Macchine e Trattori, nel 2012 sono stati immatricolati in Italia, cingolati e isodiametrici compresi, circa 7.000 trattori specialistici – e ingenti volumi dell’export (che si aggira intorno all’80%) attestano infatti la leadership vantata dai


Gli “specializzati” presentano reali margini di crescita a livello nazionale e mondiale

costruttori italiani in questo settore della meccanizzazione agricola che prospetta, specialmente nel comparto vitivinicolo, ancora interessanti margini di crescita a livello nazionale e mondiale. Tant’è vero che l’imminente Fieragricola, in programma a Verona dal 6 al 9 febbraio, ha scelto di puntare l’attenzione proprio sul segmento degli specializzati, dedicando al vi-

New Holland serie T4 cabina ancor più confortevole ed ergonomica

gneto e al frutteto due interi padiglioni: qui, accanto agli isodiametrici e ai cingolati, troveranno ampio spazio i trattori speciali destinati a lavorare tra i filari, affiancati da attrezzature, prodotti e vivaismo per

vigne e impianti frutticoli. Tra i big della meccanizzazione specialistica presenti a Verona, in primo piano New Holland, market leader assoluto del comparto vigneto/frutteto – metà degli specializzati venduti in Italia sono del brand gialloblu – e ancora una volta al centro dell’interesse con la sua rinnovata serie T4F/N/V, aggiornata nella proposta dei sistemi idraulici e delle pdf in vista di minori consumi e maggiore flessibilità, oltre che ampliata con l’introduzione del nuovo modello T4060 da 106 cavalli di potenza, dotato di prerogative che lo rendono idoneo a soddisfare le esigenze della moderna attività frutticola e vitivinicola. Prerogative, quali gli elevati standard di comfort ed ergonomia della riprogettata cabina, il kit di spandimento fertilizzante per applicazioni speciali con controllo della distribuzione a dose variabile e il blocco di stazionamento meccanico in favore di una maggiore sicurezza di chi opera in zone collinari, che hanno meritato al T4060F il titolo di “Tractor of the Year 2013” per la categoria “Best of Specialized”. Ma, in tema di nuove proposte firmate New Holland, occhi rivolti anche ai compatti T3F, studiati per vigneti e frutteti di piccole e medie estensioni (ma anche per aziende orticole e servizi municipali): quattro modelli con potenze comprese tra i 50 e i 72 cavalli, offerti nell’unica versione piattaformata con rollbar abbattibile, caratterizzati dal vantaggio di una notevole maneggevolezza assicurata dalle dimensioni ridotte (1350 millimetri di larghezza e peso di 2200 chili) e da un raggio di sterzata di soli 3,4 metri. Senza dimenticare, frutto della decisione presa da New Holland di rientrare in grande stile nella fetta di mercato degli isodiametrici e dell’accordo di GENNAIO 2014| MONDO AGRICOLO |59


SPECIALE FIERAGRICOLA

fornitura siglato con Goldoni, le nuove serie TI3 e TI4, per un totale di undici nuovi modelli a bassa e media potenza e dimensioni contenute, particolarmente affidabili, sicuri (eccellente la loro stabilità anche sui terreni più difficili) e di ottima manovrabilità. Anche Argo Tractors sfoggerà a Fieragricola 2014 il suo nutrito pacchetto di novità scaturite dall’intensa fase di progettazione e investimenti dell’ultimo biennio, a partire da quelle rigorosamente made in Italy targate Landini, in forte evidenza con le sue nuove serie 6 e 7 e soprattutto con la nuova serie 4, che rivoluziona il segmento delle basse e medie potenze del marchio di Fabbrico sostituendo di fatto la serie Alpine e, in un secondo tempo, il Technofarm con una soluzione unica decisamente più versatile. Sei i nuovi modelli – tre da 61 a 75 cavalli e tre da 85 a 101 cavalli tutti con mo-

Landini Rex 1 1 0 F

Occhi rivolti ai “compatti” utili anche per aziende orticole e servizi municipali derne motorizzazioni emissionate Tier 4 Final e Tier 4 Interim – che, oltre all’aspetto dinamico e compatto, offrono la possibilità di essere configurati in funzione delle esigenze del cliente, da una versione Entry Level fino ad allestimenti full optional. Vedi, tra questi, una nuova confortevole cabina a quattro montanti e la trasmissione completamente nuova 12+12 (costruita da Argo Tractors), in abbinamento con l’inversore meccanico o idraulico, espressamente concepita per garantire una modularità che risulta fondamentale per l’utilizzo delle macchine agricole nelle varie specificità del nostro territorio. Con lo sguardo proiettato verso i Balcani e l’Oriente per far crescere il proprio export, il gruppo Bcs approderà a Verona con i nuovi modelli di isodiametrici che hanno arM a s s e y F e r g u s o n Serie MF3600/V

ricchito la sua variegata offerta, l’Invictus K600, il Ferrari Cromo K60, il Pasquali Siena K5.60 Ar e K6.60 Rs, mossi da motore 4 cilindri Kubota a iniezione diretta da 2,2 litri di cilindrata, erogante 48 cavalli di potenza massima, abbinato al cambio Os-Frame con inversore meccanico e 12 rapporti in entrambi i sensi. Da segnalare, tra i requisiti salienti di questi trattori dal look accattivante, il passo contenuto a 139 centimetri che consente di ridurre al minimo il raggio di sterzata, incrementando la manovrabilità della macchina. I 4 modelli sono offerti con postazione di guida monodirezionale o reversibile e sono disponibili nelle versioni ad articolazione centrale (AR), con ruote sterzanti (RS) o con ruote sterzanti in configurazione fienagione 6 0 | MONDO AGRICOLO |GENNAIO 2014


rantiti agli utilizzatori dal collaudato cambio Vario, che permette di variare la velocità senza scatti, ottenendo la massima trattività anche nelle pendenze più ripide, e di scegliere la velocità ideale per ogni singola lavorazione. Sotto i riflettori della prossima edizione di Fieragricola, infine, sarà presente, nelle varianti piattaforma e cabinato, il nuovo MF 3600 GE (Ground Effect) di Massey Ferguson, dal profilo ribassato per consentire l’accesso anche a vigneti a tendone o a colture dalla vegetazione particolarmente bassa. Per massimizzarne la compattezza, la progettazione del global brand del gruppo Agco è partita dal propulsore, scegliendo un motore Agco Power common rail a 3 cilindri al fine di contenere le misure e le lunghezze, fattori fondamentali per il lavoro nei moderni vigneti e frutteti restando al passo con il costante trend di riduzione degli spazi tra i filari. Kubota M8540 Stretto

Macchine a profilo ribassato per consentire l’accesso a vigneti a tendone (MT). Da segnalare anche l’avvio della collaborazione con Lombardini-Kohler che fornisce al gruppo di Abbiategrasso il nuovo propulsore 4 cilindri a iniezione diretta serie KDI da 2,5 litri di cilindrata e 49 cavalli di potenza con il quale sono motorizzati i nuovi Valiant 600 e gli omologhi Ferrari Cobram 60 e Pasquali Eos 5.60/6.60. I trattori per vigneto e frutteto saranno il fulcro della partecipazione alla kermesse scaligera del marchio Fendt, che esibirà i modelli della gamma 200 Vario VFP, fiori all’occhiello della casa di Marktoberdorf nel campo degli specialistici e dotati dell’elevata sicurezza e dell’ottimale livello di comfort operativo gaGENNAIO 2014| MONDO AGRICOLO |61


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Appuntamento doppio a Jesi Nelle Marche conferenza stampa e presentazione del nuovo stabilimento di New Holland. Illustrati ai media i dati sul business e sulle vendite di Barbara Mengozzi

oppio appuntamento per New Holland Agriculture che ha abbinato alla tradizionale press conference di fine anno la presentazione in anteprima ai giornalisti del nuovo Customer Centre dello stabilimento di Jesi. «È un orgoglio aver potuto organizzare la conferenza stampa in questa nuova struttura che darà allo stabilimento di Jesi maggiore visibilità, permettendo ai clienti, che giungeranno in visita, di accedere al mondo New Holland Agriculture in maniera approfondita», ha affermato Marco Mazzaferri, business

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director New Holland Agriculture Mercato Italia. La nuova struttura, che va ad affiancarsi ai Customer Centre di Basildon e di Zedelgem, si estende su 800 metri quadrati e comprende, tra l’altro, una sala conferenze da 50 posti, un punto vendita merchandising di prossima apertura ed un’area espositiva dove è messa in vetrina l'attuale produzione dello stabilimento di Jesi: le serie di specializzati T4F/N/V, i trattori cingolati TK e le gamme T4,TD5 e T5. Durante la Press Conference Marco Mazzaferri e Nazareno Misuri, marketing manager New Holland Agriculture Mercato Italia, hanno fatto un excursus sull’andamento del business, sui prodotti lanciati e sulle attività di comunicazione e marketing svolte nel 2013. I dati relativi alle vendite di trattori New Holland nel periodo gennaio-novembre evidenziano sul mercato italiano una contrazione del 6,1 per cento in volume (da 4.233 unità si è scesi a 3.973), equivalente ad una perdita di 1,9 punti percentuali di market share (dal 25,3 al 23,4%). Una battuta d’arresto che Mazzaferri ha attribuito in larga parte al fatto di aver introdotto per primi, in netto anticipo rispetto ai principali competitor, le

motorizzazioni Tier 4 in tutte le gamme di trattori commercialmente più importanti. Per effetto di tale scelta, infatti, il brand giallo-blu si sarebbe visto costretto a vendere delle macchine dal prezzo mediamente superiore del 15 per cento a quelle della concorrenza, per i maggiori costi produttivi dovuti ai forti investimenti in ricerca e sviluppo. Nel comparto mietitrebbie la flessione delle vendite dello 0,9 per cento, rapportata ad un mercato nazionale da 379 macchine, equivale per New Holland ad una sola macchina venduta in meno rispetto al 2012 (110 contro 111), mentre per quanto riguarda le trince è stata piazzata una macchina in più rispetto al 2012 (14 contro 13), che ha fatto segnare una crescita dei volumi del 7,7% a fronte di un mercato nazionale formato complessivamente da 123 macchine. Bilancio positivo, infine per le big baler con le quali New Holland è largamente leader di mercato (37,6%), grazie soprattutto alle nuove gamme di prodotto che hanno fatto crescere i volumi di vendita del 20,6 per cento con 41 macchine totali su un mercato globale nazionale di 109 unità nel 2013 (+ 23,9% rispetto al 2012).



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modelli precedenti già a 2.000 giri motore.Tutto il blocco trasmissione è stato riprogettato attorno alla trasmissione SDF SMARTronic con un nuovo supporto anteriore e una maggiore capacità del ponte anteriore anche in frenata per la presenza di freni a dischi a bagno d'olio. Il primo gruppo di 12 marce consente di avere tutte le velocità utili per le lavorazioni in campo, fino ai 19 km/h della dodicesima; il secondo gruppo, indicato per i trasferimenti stradali, permette di viaggiare da 0 fino a 60 km/h a 1.750 giri/min. Con l'aggiunta del gruppo di 9 marce ridotte, le velocità diventano 33+33, permettendo alla gamma Audax ST di adattarsi perfettamente anche alle lavorazione lente a partire da 650 m/h. L'inversore Sense Clutch con modulazione di reattività consente al conducente di adattare l'aggressività del cambio di direzione alla situazione di lavoro. L'impianto frenante comprende servofreni idraulici PowerBrake per la massima capacità di arresto con minima pressione del pedale ed Electric Parking Brake per lo stazionamento in piena sicurezza anche su terreni divisi per codice colore e, in partico- in pendenza. Il sistema idraulico di balare, quelli per il controllo di motore, se prevede una pompa Load-Sensing guida, funzioni PTO e idraulica sono da 113 l/min., più una pompa indiconcentrati nel bracciolo con il nuovo pendente per l'idroguida. Il sollevatojoystick ergonomico. I nuovi motori re posteriore a controllo elettronico leggeri Deutz Tier 4i a sei cilindri con ha una capacità di sollevamento di quattro valvole per cilindro consento- 10.000 kg, quello anteriore opzionale no di scaricare la stessa potenza dei di 4.695 kg.

Il trattore si fa audace

SAME Audax ST è il nuovo alleato in campo per le lavorazioni più pesanti e impegnative. Previsti due modelli da 200 e 220 cavalli

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GRUPPO KUHN: CAMBIO AL VERTICE

di Claudio Pietraforte

AME ha pensato e realizzato il nuovo Audax ST; la gamma è composta da due modelli, 200 e 220 cavalli, e porta importanti novità rispetto alla gamma Iron3. Si riconosce subito anche per il nuovo design e l'ergonomia dei comandi della cabina MaxiVision. Tutti gli elementi di comando sono raggruppati per area funzionale e sud-

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Il gruppo Kuhn ha annnunciato che Michel Siebert, attuale presidente del gruppo, andrà in pensione alla fine di settembre 2 0 1 4 e a partire dal 1 ° ottobre gli succederà Thierry Krier, presidente e Ceo di Kuhn Nord America. Michel Siebert è stato attivo in Kuhn per più di trenta anni, di cui quindici in qualità di presidente e Ceo del gruppo Kuhn. Sotto la sua guida Michel Siebert e grazie ad una strategia equilibrata di crescita interna ed esterna, è stata in grado di svilupparsi passando dal rango di società francese di successo a quello di azienda fiorente a livello globale, che oggi impiega 4.500 persone operanti in nove siti produttivi (in Europa, Nord e Sud America) e in undici unità di marketing e di distribuzione presenti in tutti i cinque continenti. Nel 2 0 1 2 il gruppo Kuhn è stato in grado di riportare ricavi superiori a 1 miliardo di euro, con un alto livello di redditività.


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Un muro attorno al mais In Usa calano le scorte ed aumentano i prezzi. L’Ue vuole impedire speculazioni, garantendo l’unificazione del mercato finanziario di Elisabetta Tufarelli

l Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti ha tagliato le stime sul raccolto di mais dello 0,5% rispetto al rapporto precedente. Secondo l’Usda il mais raccolto lo scorso autunno ammonta a 13,925 miliardi di bushel, ovvero 353,5 milioni di tonnellate, in calo di 1,6 milioni rispetto alle stime di dicembre. E’ stata una mossa inaspettata per gli analisti. Il dipartimento Usa

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ha tagliato, senza spiegarlo, le sue stime di rendimento per Iowa e Illinois, gli stati americani maggiori produttori di mais. Il mercato è stato colto completamente di sorpresa all’annuncio della diminuzione della produzione di mais. Gli analisti, infatti, si aspettavano rese maggiori. Il raccolto record dello scorso anno, che si è verificato solo ad un anno di distanza dalla terribile siccità che aveva colpito la ‘corn belt’, aveva innescato un calo del 40 % dei futures di mais degli Stati Uniti. I produttori di ‘corn’ americani possono tirare una boccata d’aria fresca perché, per il mais, fresco dei minimi triennali, le sorprese sono state sufficienti ad invertire violentemente la direzione dei prezzi, facendoli risalire di ben il 4,8% a 432,75 USc/bu. La spinta rialzista è certamente riconducibile alla riduzione delle stime sul raccolto e sulle scorte statunitensi da parte dell’Usda. Gli investitori, come succede abitualmente, hanno concentrato l'attenzione soprattutto sulle stime relative agli Usa. A livello europeo, intanto, è stato

siglato un accordo tra Parlamento Ue e Consiglio sulle nuove regole sui servizi finanziari. La direttiva Mifid (Markets in Financial Instruments Directive) ha lo scopo di garantire l’effettiva unificazione del mercato finanziario Ue, assicurandone anche la trasparenza, la correttezza e l’efficienza. L’obiettivo è quello di alzare un muro anti-speculazione, che interessa in particolare le materie prime, da quelle alimentari a quelle energetiche. Con queste nuove regole, infatti, per la prima volta, come spiega un comunicato del Parlamento europeo:“Si renderanno i mercati più sicuri, e si proteggeranno meglio gli investitori per limitare la speculazione sui mercati delle materie prime e regolare il trading ad alta frequenza”. Le autorità competenti potranno arginare le posizioni degli operatori, piccoli o grandi che siano, sul mercato dei derivati delle materie prime, compresa l’energia. Perché sia varata la direttiva, manca ancora il voto della plenaria dell'Eurocamera, in programma a marzo, e un nuovo pas saggio all'Ecofin.


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di Elisabetta Tufarelli

MALTEMPO DOPO I DANNI DEL SISMA E DEL TORNADO

A Modena p io ve sul b a g na to

Dopo il sisma e il tornado, un’ondata di acqua e fango ha colpito, il 1 9 gennaio, la provincia di Modena. La rottura dell’argine destro del fiume Secchia in località S. Matteo, ha coperto gran parte dei terreni agricoli dei comuni di Bastiglia, Sorbara, Bomporto, San Prospero, Camposanto, San Felice e Medolla, territori che erano già stati colpiti duramente dal Sisma nel 2 0 1 2 . Si stimano danni ingentissimi alle colture, ma anche ai fabbricati e alle attrezzature. Dalla stime effettuate da Confagricoltura Modena sono state direttamente coinvolte dall’accaduto circa 1 1 0 aziende associate, per un totale di circa 2 .6 0 0 ettari e una decina di allevamenti di suini, di bovini da carne e da latte e di equini, senza contare tutti gli animali di bassa corte. Solo poche aziende sono riuscite a spostare i capi giovani, perchè più vulnerabili, all’arrivo dell’acqua. Altri allevamenti non hanno potuto, a causa dell’interruzione della viabilità, spostare gli animali. Nella zona sono presenti allevamenti di tori da carne per circa 1 .4 0 0 capi, allevamenti suinicoli con circa 8 .2 0 0 capi, allevamenti di vacche da latte che contano 4 0 0 capi in lattazione ed un maneggio con una decina di cavalli. Danni anche a concimi, fitofarmaci, attrezzature e macchine agrico-

le, scorte di foraggi, mangimi, cereali, ed in alcuni casi ad acetaie delocalizzate a seguito del terremoto in locali al pian terreno. Si segnalano, inoltre, danni ad alcune cantine, tra cui quella di Sorbara. “Siamo di fronte ad un disastro annunciato – ha detto la presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi, la cui azienda situata a 2 0 0 metri dalla falla del fiume è stata una delle prime ad essere coinvolta -. Da anni denunciamo una forte preoccupazione sulla gestione degli argini e del letto del fiume Secchia, ma i nostri proclami non sono stati ascoltati e ora ci troviamo ad affrontare una situazione drammatica. In primo luogo come cittadina, ma anche come presidente di Confagricoltura Modena, voglio avere risposte da chi in tutti questi anni non ha lavorato per prevenire un incidente di questa portata. I controlli e la manutenzione sono scarsi, superficiali o inesistenti. Dopo le piene il letto del fiume non viene pulito e le nutrie costruiscono le loro tane all’interno dell’argine stesso, rendendolo più debole. Così oggi ci troviamo ad affrontare una nuova emergenza, a 2 0 mesi dal terremoto, con nuovi problemi e danni economici ingenti, in un contesto già complicato”.

AGRITURIST LIGURIA CAMBIASO NEOPRESIDENTE

L'assemblea di Agriturist Liguria ha eletto la genovese Alessandra Cambiaso, titolare dell'agriturismo “Le Pale” di Bogliasco (GE), alla presidenza regionale dell'associazione agrituristica ligure, in sostituzione di Cosimo Melacca, dimissionario dopo la sua elezione a presidente nazionale di Agriturist. Il vertice di Agriturist Liguria, è interamente "in rosa". La affiancano alla vicepresidenza, Silvia Parodi, titolare dell'agriturismo "Il Colletto" di Campochiesa di Albenga (SV), Mariangiola Marcoli titolare della Cascine dei Peri di Castelnuovo Magra (SP) e Maria Alessandra Molinari dell'agriturismo "Argentea" di Arenzano (GE). “Un agriturismo da solo – ha detto Alessandra Cambiaso non può essere concorrenziale con le esigenze sempre più qualitativamente alte dei mercati turistici globali. Associarsi diventa quindi una necessità in quanto occasione di crescita, di sinergia economica e strumento di penetrazione dei mercati più moderno ed al passo con fruitori sempre più esigenti”. GENNAIO 2014 | MONDO AGRICOLO | 69


ORGANIZZAZIONE E TERRITORIO

A L’AQUILA FOCUS SUI PSR

Confagricoltura L’Aquila ha dedicato una serie di seminari agli agricoltori in vista dell’imminente predisposizione del nuovo Piano di Sviluppo Rurale (PSR) da parte della regione Abruzzo e dell’applicazione della riforma della Pac 2014-2020, appena varata dalla Commissione Europea. “Gli agricoltori devono essere informati sulle novità recentemente approvate, perché incidono profondamente sulle scelte degli imprenditori agricoli nei prossimi 7 anni. Solo con la conoscenza delle opportunità è possibile affrontare consapevolmente le insidie del futuro che, certamente, non è roseo -ha affermato Fabrizio Lobene presidente di Confagricoltura L’Aquila-. L’agricoltura che vuole l’Europa deve conciliare l’obiettivo della produttività con quello della sostenibilità, dal momento che la domanda di derrate alimentari è destinata ad aumentare del 70% entro il 2050, unitamente alla forte crescita di mangimi, biomasse e biomateriali”. I seminari, tenuti dai tecnici dell’Organizzazione, tratteranno anche temi di attualità come le novità introdotte dalla Legge di Stabilità in materia fiscale, in particolare le nuove imposte IUC, TASI e TARI, e i temi delle assicurazioni e delle calamità naturali. 70| MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2014

SEMINARIO A UDINE AD “AGRIEST LAND”

Agroenergia: dal biogas al biometano

Alla4 9 °edizione di Agriest Land, punto di riferimento per tutto il Nord Est, Agroenergia ha promosso un seminario dal titolo “Dal biogas al biometano”, per analizzare le opportunità messe in luce dal nuovo decreto sul biometano. La location è il frutto di una collaborazione quadriennale con Confagricoltura Udine e la fiera Agriest, appuntamento agricolo, ma anche presidio ambientale e di tutela del territorio. Grande attenzione al biometano che ha un bilancio ambientale superiore ad ogni altro carburante oggi disponibile. Molti dei Paesi più avanzati

stanno già puntando su questa fonte energetica per la mobilità. Dei tre possibili utilizzi, cogenerazione, distribuzione e autotrazione, quest’ultimo sembra essere immediatamente operativo. La Regione Friuli Venezia Giulia ha spiegato il ruolo del biometano nelle scelte energetiche regionali. La seconda parte dell’incontro si è sviluppata attorno ai piccoli impianti alimentati prevalentemente con effluenti zootecnici (con eventuali piccole quantità di colture dedicate), che permettono di ottenere una buona integrazione del reddito senza compromettere l'equilibrio dell'allevamento con i terreni disponibili per l'utilizzazione agronomica dei liquami a costo zero. Piero Mattirolo, a.d. di Agroenergia ha dichiarato - ”Il seminario di Udine è il primo di diversi incontri in tutta Italia, in cui toccheremo temi molto sentiti, dal biogas agricolo a quello da rifiuti, al biometano”.

POLITICA REGIONALE PER IL RILANCIO DEL SETTORE

Sicilia, più impegno per i campi «Non è un bello spettacolo quello a cui stiamo assistendo in questi giorni di vigilia della nuova Finanziaria regionale». Questo il commento di Confagricoltura Sicilia preoccupata dall’atteggiamento della politica regionale nei confronti del settore, fondamentale per l’isola in termini di occupazione e reddito. L’organizzazione chiede tre cose fondamentali: facilità di accesso al credito, riduzione dei costi e snellimento della burocrazia. “Senza una preventiva opera di ristrutturazione di tutto il sistema regionale che riguarda l’utilizzazione e la distribu-

zione delle acque per usi irrigui e per il mantenimento del territorio, la decurtazione delle somme andrà a gravare sui bilanci delle aziende agricole per un totale pari a quello necessario per coprire i buchi di gestione di queste strutture”. Sull’accesso al credito le soluzioni prospettate sono lontane dalle reali esigenze del settore. Gli agricoltori hanno bisogno di pagamenti celeri per l’organizzazione siciliana aggiungere un altro tassello, nuovo e poco rodato, al sistema dei pagamenti comunitari significa appesantire ancora la macchina burocratica”.


A GIARRE IL PREMIO INTERNAZIONALE SUL FLOROVIVAISMO

A Francesco Mati il “Garofano d’argento 2013” A Giarre (CT) la trentanovesima edizione del premio internazionale “Garofano d’Argento”, che ha accompagnato la crescita e lo sviluppo del florovivaismo italiano, internazionale, etneo e siciliano. Quest’anno grazie all’impegno e alla genialità di Carlo Calì, promotore dell’Associazione culturale “I fiori di Giarre e dell’Etna” e del Consorzio di Arte Floreale, è stato organizzato un convegno sulle problematiche settoriali, oltre alla premiazione, presso la Sala degli Specchi del Comune di Giarre, alla presenza di varie personalità locali, provinciali e regionali. Il “Garofano d’Argento”è assegna-

to ogni anno a persone che si sono distinte nella loro professione contribuendo ad elevare l’immagine della Sicilia e del nostro Paese nel mondo. Tra

i premiati del settore florovivaistico Francesco Mati, titolare dell’Azienda Piante Mati di Pistoia, che si è distinto nella promozione del vivaismo in Italia e nel mondo. “Premio Internazionale Garofano d’Argento” anche ad Antonio Michelucci, già dirigente di Confagricoltura per la sua intensa vita sindacale dedicata alla formazione professionale e culturale degli operatori florovivaistici italiani in particolare a Como, Liguria e Savona.Il premio è stato consegnato da Arturo Croci, ex direttore della rivista “Flortecnica”, e da Pippo Toscano, presidente dell’Associazione regionale Florovivaisti della Sicilia.

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«Non è possibile mettere un’intera generazione fuori mercato» PREOCCUPA LA “QUESTIONE GIOVANI”: UN PAESE AVANZATO NON PUÒ PERMETTERSI LO SPRECO DI FUTURO

S

i parla tanto e non solo sui media di ‘questione giova- cora e crescano sia le iscrizioni agli istituti agrari ed enologini’, emergenza lavoro, neet e crisi. I dati Istat fotografa- ci, sia le immatricolazioni ai dipartimenti (ex facoltà) di Scienno il dramma della disoccupazione.“Non si può aspet- ze agrarie, forestali e alimentari. Né è una coincidenza che il tare ancora,occorre far ripartire l’economia, ma questo è pos- 79% dei laureati specialistici di Agraria lavori con una stabilità sibile solo se riparte il lavoro”. Questa la logica conclusione del 66%. Indubbiamente questo è un ulteriore segno della videl presidente Raffaele Maria Maiorano. Ed è certo che un talità e del fascino del nostro settore. Così come non è un caPaese avanzato non può permettersi lo spreco di risorse uma- so che le aziende giovani siano più vivaci, vitali e guidate da ne e del proprio futuro. Alla base di entrambi ci sono i gio- imprenditori con un tasso di scolarizzazione più alto della vani, che continuano ad esmedia del settore. A parere I L C O M M E N T O sere il segmento di popoladel presidente Anga è un’azione più colpito dalla crisi. berrazione che, in generale, Su quattro nuove imprese ag ricole Le difficoltà e la disoccupai laureati italiani incontrino che nascono in Lombardia una è zione, certamente, non sono difficoltà maggiori di quelle condotta da un giovane. Molti un fatto esclusivamente nadi altri Paesi. Maiorano è hanno cantato vittoria. Certo è zionale. La recessione ha colconvinto che, messo in conm e g l i o d i n i e n t e , ma come pito a livello mondiale, ma in dizione, il settore primario presidente di una associazione alcuni dei Paesi OCSE e negli possa certamente offrire ocgiovanile e come rappresentante Stati Uniti d’America sono casioni professionali al neo della categoria dei giovani sono state adottate politiche ecoimprenditore, in particolare convinto che una piena vittoria sarebbe stata quella di nomiche più favorevoli alla in comparti alimentari e neltotalizzare il 100%, ovvero 4 neo imprese su 4 in mano ad un imprenditore ‘under 40’. O almeno tre su quattro. crescita e all’occupazione. I l’agriturismo, anche con le Sarebbe fisiologico, oltre che logico. Anche perché ci sono risultati si vedono. Maiorano, nuove opportunità delle reti tante imprese familiari nel nostro settore che non hanno un come giovane e leader di d’impresa. Nonostante gli efsuccessore. un’associazione giovanile, fetti perduranti della crisi ed Certamente andrebbe favorito il “passaggio del testimone” sottolinea che“non è possibiil susseguirsi delle calamità da un anziano ad una nuova leva. Di positivo c’è le mettere un’intera generanaturali, che hanno fatto perl’approvazione del decreto attuativo del ministero del zione fuori-mercato”. Puntadere reddito ed occupazioLavoro sulle assunzioni congiunte in agricoltura. Un primo re sull’agricoltura potrebbe ne, tra le 300 e le 500 mila passo verso la ripresa di reddito e occupazione che, sono essere una possibilità concrepersone vengono assunte convinto, potrà partire proprio dalle nostre campagne. ta. Non è certamente un caogni anno dalle imprese asso che, nonostante la diminusociate a Confagricoltura. Raffaele Maiorano zione degli studenti universiNon è un caso nemmeno Presidente Nazionale Anga tari, il gruppo agrario tiri anquesto. Elisabetta Tufarelli GENNAIO 2014 | MONDO AGRICOLO |73


ALLA CAMERA

DAL 21 FEBBRAIO “FIERA IN CAMPO” DI ANGA VERCEL L I

Convegno organizzato dall’Ancis

Riso, meccanizzazione ed alta cucina

Occorre attivare il comune denominatore generazionale, per far diventare i giovani protagonisti della ripresa in una fase in cui in Europa e nel Mondo si stanno sviluppando pericoli che minano i futuri lavorativi e la prospettiva di un’intera società. Ne è convinta l’Ancis International, l’associazione non profit nata per mettere in comune i principi della partecipazione, della libertà e della solidarietà che, per festeggiare i trent’anni di attività ha organizzato il convegno: “L’impegno per l’Occupazione Giovanile: Voci e Proposte”. “L’agricoltura, nonostante la crisi generale, può fare molto per chi vuole lavorare nel settore e per chi desidera mettersi in gioco e diventare imprenditore. Lo spazio nel nostro settore per i giovani c’è, basterebbe incentivare il passaggio di testimone dagli anziani. Moltissime sono le medio-piccole aziende agricole senza successore. L’esigenza molto sentita è quella di reperire il capitale di avviamento, nonché la quota dei costi di gestione nella fase di start up delle iniziative”, ha detto Il presidente Maiorano, intervenendo tra i relatori all’evento che si è tenuto alla Camera dei Deputati. 74 | MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2014

Dal 21 al 23 febbraio Fiera in Campo si moltiplica e si rinnova. Sempre partendo dal riso, protagonista indiscusso della tre giorni vercellese al Centro Fiere di Caresanablot, si va oltre. Passando dalle produzioni agricole e dalle eccellenze italiane, il passo all’alta cucina è breve. Due giorni saranno dedicati, in collaborazione con Witaly, ad un cooking show a cui parteciperanno chef emergenti e stellati. D’altronde l’agricoltura è strettamente collegata all’alta cucina. Accanto alle prove in campo e all’esposizione dei macchinari agricoli, da sempre punto di forza dell’annuale kermesse di settore organizzata dai giovani agricoltori di Confagricoltura, per la prima volta sarà presentato “Riso. Colture & cotture”. Sedici chef, alcuni con stelle Michelin, si alterneranno cucinando a vista e servendo due ricette: una, ovviamente, a base di riso e l’altra ‘libera’, preparata con i prodotti delle imprese di Confagricoltura, in esposizione (e in vendita) sempre nel salone Monterosa della fiera. “I giovani di Vercelli sono un esempio in Italia”, ha osservato Raffaele Maria Maiorano alla conferenza stampa di presentazione dell’evento, sottolineando la straordinarietà di Fiera in Campo che è un punto di riferimento per l’organizzazione e per il comparto. Questa, infatti, è una fiera agricola organizzata inte-

ramente da giovani agricoltori capaci di dare vita ad un evento internazionale importante e di ripeterlo attraverso le generazioni che si passano il testimone. «Combattiamo per dar voce all'agricoltore ed informare il consumatore» è lo slogan scelto per l'edizione 2014, per puntare l'attenzione sulle situazioni critiche del mercato italiano, soprattutto quello del riso e informare il consumatore. E’ un modo per fare emergere le gravi problematiche che l'agricoltura, nonostante sia l'unico settore lavorativo in crescita, sta vivendo. «Abbiamo deciso di puntare l'attenzione sulla situazione critica del mercato del riso - spiega il presidente dell’Anga Vercelli Alice Cerutti -. A partire dalla crescita vertiginosa dai Paesi meno avanzati come Cambogia e Myammar, che, con le loro importazioni a dazio zero e alla totale assenza di tracciabilità del prodotto penalizzano sia la nostra agricoltura sia il consumatore». Anche il presidente regionale Davide Cravero ha voluto mettere in evidenza che la sezione di Vercelli e molto attiva da sempre. Appuntamento il 21, 22 e 23 febbraio a Caresanablot (VC) per Fiera in campo 2014; 15mila metri quadrati di esposizione di attrezzature agricole, 40 ettari di prove in campo e area test drive, eventi e workshops sull’etichettatura e il cooking show.


CONSIGLIO NAZIONALE ANGA VARA IL NUOVO LOGO

Dalla “A” di agricoltura alla “G” di generazione viva Essere capaci di conservare la propria identità per oltre mezzo secolo, mantenendo come costante la qualità dell’associazione e il simbolo dell’atomo, convinti che il cambiamento possa essere un forte volano per dare continuità al successo dell’associazione. Questa la linea seguita dai giovani di Confagricoltura, che hanno cambiato il loro logo. L’associazione di rappresentanza, a parere del Consiglio nazionale, deve crescere sempre di più, mostrarsi il più possibile e farsi riconoscere da tutti; sapersi rinnovare pur restando coerente con i valori storici e con l’identità del passato. I giovani imprenditori agricoli, con la decisione

di cambiare sensibilmente il logo vecchio, hanno pensato di racchiudere i valori rappresentati da quello storico, ampliandoli in quello nuovo. Guardando il marchio si capisce subito che si tratta dei Giovani di Confagricoltura. Così come si è deciso di rinnovare l’atomo. Negli anni ‘50 era stato scelto perché rappresentava il nuovo, ora amplia il proprio significato originario, raffor-

zando Confagricoltura e l’agricoltura, come simbolo di un “nucleo” naturale e fondamentale della società. In pratica evoluzione, riformulazione e ampliamento del concetto che vede il territorio parte centrale e cuore pulsante dell’associazione. L’Anga ha inteso, partendo dalla “a” lavorare attorno alla “g” una lettera che è presente nelle tre parole Anga, giovani e Confagricoltura. Un passo importante per ‘certificare’ l’impegno dell’associazione, oggi pronta ad affermarsi come brand di riferimento per tutti i giovani imprenditori agricoli.


OVER 60

di Elisabetta Tufarelli

Salute: l’attività sportiva ha un vero e proprio effetto anti-età

L’attività sportiva fa bene, si sa, e chi pratica sport in gioventù è più incline a mantenersi in forma anche in età avanzata. Lo confermano due ricerche: una svizzera, condotta dallo Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo, pubblicata di recente sulla rivista BMC Public Health e l’altra della Saarland University di Homburg (Germania). Dallo studio svizzero emergono dati che incitano ancor di più ad intraprendere carriere sportive, anche amatoriali;mantenersi in forma negli anni del Liceo, permetterebbe di arrivare in splendide condizioni di salute oltre i 70 anni. Dai ricercatori sono stati esaminati 712 veterani della seconda guerra mondiale, con un’età media di 78 anni e si è notato che coloro che praticavano costantemente attività sportiva negli anni liceali, godevano di una salute di gran lunga maggiore rispetto a chi invece era a digiu76| MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2014

no di palestre o piscine. Così, fare esercizio fisico è una vera medicina per tutto l’organismo. Ovviamente, bisogna tener conto anche di altri fattori, quali il fumo (in molti infatti avevano il vizio delle bionde ed hanno vanificato di fatto i vantaggi di aver svolto attività fisica), le condizioni igieniche, così come anche la qualità della vita nella città di provenienza. Insomma, diversi i fattori presi in esame, ma alla fine il risultato è unico: se si fa sport da giovani, si invecchia senz’altro meglio. Lo conferma anche una ricerca tedesca, che prova che l’esercizio fisico, praticato con costanza, inibisce l'accorciamento dei «telomeri», le sequenze di Dna che proteggono le estremità dei cromosomi che hanno un ruolo chiave nei meccanismi dell’invecchiamento. Per gli studiosi della Saarland University

MISURARE LA STANCHEZZA Essere anziani non significa necessariamente sentirsi privi di energie, anzi, secondo uno studio della London School of Economics and Political Science, nella la terza età addirittura si è meno stanchi dei giovani, inclusi gli adolescenti. Lo studio, apparso sulle pagine di Journals of Gerontology Series B, riporta che su una scala da 0 a 6 (dove 6 significa “molto stanco”) la popolazione di età superiore ai 65 anni attribuisce al suo livello di stanchezza un punteggio di 1,8, mentre per i giovani tra i 15 e i 24 anni questo punteggio è di 2,5. Gli autori dello studio, hanno analizzato i dati raccolti nel 2010 dall'U.S. Census Bureau da un campione di 13 mila individui tra i 15 e gli 85 anni, cui è stato chiesto di valutare quanto si sentissero stanchi durante varie attività quotidiane. A dichiararsi meno affaticati erano gli uomini, le persone più istruite e chi godeva di un migliore stato di salute, mentre la sensazione di stanchezza aumentava per ogni figlio in più nel nucleo familiare. A sorprendere i ricercatori è stata però l'entità della differenza tra la stanchezza percepita dai più giovani rispetto ai più anziani. di Homburg l’attività sportiva ha un vero e proprio effetto anti-età. Lo provano i campioni di sangue prelevati a un gruppo di sportivi professionisti, comparandoli a quelli di persone della stessa età e in buona salute, non fumatori. L’attività sportiva ha un vero e proprio effetto anti-età perché frena l’accorciamento dei telomeri nelle cellule esaminate (leucociti o globuli bianchi). Le conclusioni dello studio hanno provato che esiste un metodo naturale per mantenere la lunghezza dei telomeri: lo sport praticato per anni. Infatti la ricerca ha dimostrato che, negli atleti più anziani con pratica sportiva abituale per molti anni, la perdita di telomeri era particolarmente ridotta. «È la prova diretta dell’effetto anti-invecchiamento dell’esercizio fisico», ha dichiarato Ulrich Laufs, uno degli autori dello studio.


Dosatori “intelligenti” pensati per facilitare gli anziani Entro il 2015 i farmaci diventeranno sempre più 'amici' degli anziani. Il consumo di medicine, normalmente, cresce con l’avanzare dell’età. Gli anziani sono i maggiori utilizzatori di pillole, fialette, gocce, pomate, bustine e altre forme di medicinali, ma il loro utilizzo è spesso difficile a causa di confezioni complicate da aprire, ‘bugiardini’ scritti in caratteri minuscoli. Gli anziani inoltre, spesso non ricordano di prendere per tempo il medicinale. Così l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) si è posta l’obiettivo, entro il prossimo anno, di rendere i medicinali sempre più “amici“ dell’anziano, attraverso blister più pratici, istruzioni più chiare e semplificate al massimo e dosatori in grado di permettere al medico di verificare la corretta assunzione del farmaco. Solo il 40% degli anziani assume correttamente i farmaci seguendo le indicazioni del medico. Per migliorare questa situazione, che comporta costi pesanti per la collettività, si sta intervenendo su più fronti, a cominciare dall''abito' dei farmaci, il blister. L’iniziativa, frutto della collaborazione tra pubblico e privato, è

stata promossa dall’Aifa, nell'ambito della partnership europea per l'innovazione sul tema ''Invecchiare rimanendo attivi e in buona salute”. ''Ogni anno 10mila persone si feriscono aprendo la confezione dei farmaci – ha spiegato il presidente dell’ Agenzia Italiana del Farmaco Sergio Pecorelli - per questo vogliamo blister sicuri, a prova di bambino, ma più pratici per gli anziani. Stiamo pensando anche a dosatori 'intelligenti' che permettano al medico di verificare se il paziente ha assunto le medicine corrette e ad un foglietto illustrativo supplementare semplificato e più comprensibile''. Tutto questo sarà poi affiancato da altre iniziative che dovranno creare una 'rete di sicurezza' intorno all'anziano, per esempio con un maggior peso del ruolo del farmacista e con la creazione di un sistema automatico di sms, che ricordi al paziente quando deve prendere le medicine. Per i medici di famiglia sarà invece creato un nuovo database che raccoglierà tutti i dati disponibili sulle interazioni tra farmaci, così da seguire meglio gli anziani che devono assumere più terapie contemporaneamente.

IL CONSUMO MODERATO di alcol nella terza età migliora la memoria, ma l'effetto benefico riguarda solo chi non è a rischio Alzheimer. Bere uno i due bicchieri di vino al giorno può aiutare a mantenere il cervello attivo. Lo dicono i ricercatori delle Università del Kentucky e del Maryland. Mentre negli anziani portatori del gene associato al rischio di Alzheimer, il consumo moderato di alcol favorirebbe un maggior declino delle capacità cognitive e della memoria, in chi non lo ha gli alcolici, se consumati in quantità limitate, aumentano sia le capacità di apprendimento, sia la memoria. La ricerca ha coinvolto 619 pensionati statunitensi di età compresa tra i 69 e i 92 anni. Il 22% dei partecipanti è risultato portatore di Apoe4, un gene che contribuisce alla regolazione dei livelli di colesterolo nell'organismo. Nel restante 78% è stato rilevato l'effetto positivo dell'alcol, che si manifesta con un consumo compreso tra i 7 e i 14 bicchieri di alcolici alla settimana. I meccanismi di questo effetto non sono stati chiariti. Potrebbero, però, giocare un ruolo fondamentale le proprietà antinfiammatorie dell'alcol, già in passato associate a una riduzione del rischio di demenza, ictus, malattie coronariche e diabete di tipo 2.

PENSIONATI NOVARA: QUAGLIA CONFERMATO L'assemblea ordinaria del Sindacato Pensionati Confagricoltura di Novara, svoltasi lo scorso 16 dicembre, ha confermato Pierantonio Quaglia nella carica di presidente per il prossimo triennio. Nominati anche gli altri componenti del consiglio direttivo: vicepresidente Remo Riva, consiglieri Rita Chabert, Luigina Albera, Antonio Quaglia, Andrea Mezzano, Italo Rigoni, Enrico Sarnataro, Pacifico Crespi. Revisori dei conti sono stati designati: Francesco Ferrari, Giuseppe Ferraris e Celso Ioli. Quaglia, coltivatore diretto titolare di un'azienda agricola a Cameriano, già presidente provinciale per il triennio 2010/2013, nonché presidente regionale e consigliere nazionale, subito dopo la nomina ha commentato: «Accetto volentieri l'incarico e ringrazio tutti i pensionati per la fiducia che mi è stata data. Continuerò, a livello nazionale, a sostenere e promuovere le varie iniziative, aiutando i pensionati e stando loro più vicino. Saluto in particolar modo i neo pensionati che per la prima volta hanno partecipato all'assemblea, con l'augurio di una lunga e fattiva collaborazione». All'assemblea è seguito il tradizionale pranzo di Natale, momento particolarmente sentito e partecipato, in quanto occasione per i pensionati di Confagricoltura di mettere in rilievo il loro importante contributo all'interno dell'organizzazione e delle loro realtà familiari/lavorative, nonché di scambiarsi gli auguri in un clima di gioia e di convivialità. Particolarmente gradito è stato il consueto omaggio offerto ai partecipanti grazie alla disponibilità delle aziende agricole associate.

GENNAIO 2014| MONDO AGRICOLO |77


FORMAZIONE di Gaetano Menna

COLLABORAZIONE CONFAGRICOLTURA – SDA BOCCONI IN VISTA DI EXPO

Un osservatorio sul biologico Inizia la collaborazione tra Confagricoltura e SDA Bocconi nell’ambito del “BIO Management Lab l’Osservatorio sul Prodotto Agroalimentare Biologico” della scuola di management, finalizzato a promuovere la realtà produttiva del biologico made in Italy. Attraverso questo progetto di «Osservatorio», a cui collabora anche FederBio, si crea il potenziale per lo sviluppo di nuove sinergie e prospettive per la ricerca e per l’attività didattica. L’analisi e il monitoraggio del settore del biologico peraltro si collocano all’interno delle attività sulla sostenibilità alimentare previste per Expo 2015 e hanno lo scopo di dare impulso al settore agroalimentare nazionale. L’Osservatorio si propone di contribuire allo sviluppo delle conoscenze e competenze del settore, incentivandone così lo sviluppo futuro a livello nazionale come nuovo modello di riferimento per il settore agroalimentare convenzionale. In tale ottica l’indagine e l’analisi della filiera del prodotto alimentare. Ad avviso di SDA Bocconii cambiamenti in atto lasciano presagire che il bio non sia solamente una nuova segmentazione, ma che sia alla base di un nuovo modello agroindustriale, «in cui consumatore e produttore guidano proattivamente il cambiamento». Per raggiungere gli obiettivi, l’attività dell’osservatorio si concentrerà dapprima sull’analisi delle dinamiche che guidano le decisioni dei due attori protagonisti del cambiamento in atto nelle filiere produttive (i produttori agricoli ed i consumatori) e della catena di approvvigiona78| MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2014

mento fornendo uno scenario di settore che evidenzi gli sbocchi commerciali presenti e futuri, il grado d’innovazione del comparto, le esigenze formative degli imprenditori. Per questo si procederà alla mappatura quantitativa e qualitativa dei flussi per canale e degli attori coinvolti, nonché delle esperienze più significative in tema di gestione innovativa ed efficiente della supply chain dell’agricoltura biologica, sia a livello nazionale che internazionale. La collaborazione tra Confagricoltu-

ra e SDA Bocconi proseguirà con l’approfondimento e la diffusione delle pratiche gestionali innovative nel settore del biologico nazionale con corsi, iniziative di formazione mirata e divulgazione attraverso i media. Ogni azienda biologica può contribuire al progetto compilando un piccolo questionario online, totalmente anonimo, la cui analisi fornirà il report che sarà presentato nel mese di marzo. Le informazioni ricavate dai questionari saranno utilizzate esclusivamente per lo svolgimento della ricerca e saranno diffuse solo in forma aggregata, così che non se ne possa trarre alcun riferimento agli intervistati. Al questionario si può accedere dal link diretto unibocconi.qualtrics.com/SE/?SID= SV_9Aksr7Nq9XsQ1h3

Le tre priorità Per il primo anno, lo “steering committee” (il comitato guida) ha deciso di concentrare gli sforzi di ricerca su tre attività di ampio respiro: • un esperimento per studiare il comportamento del consumatore rispetto all’ampiezza dei canali distributivi disponibili nella filiera del biologico; • un forum con la business community per cogliere aspettative e impressioni sul biologico da parte degli operatori del settore agroalimentare e dei servizi ad esso collegati; • una survey (sondaggio) sugli agricoltori per studiare le competenze manageriali specifiche del settore biologico e rilevare il relativo fabbisogno formativo.


The Good Growth Plan

Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura. Come unico Gruppo mondiale interamente dedicato all’agricoltura siamo consapevoli che in futuro una delle maggiori sfide per il nostro pianeta sarà soddisfare in modo sostenibile il fabbisogno alimentare di una popolazione in rapida crescita a fronte di risorse naturali sempre più scarse. Nei prossimi cinquant’anni il mondo dovrà produrre una quantità di cibo superiore a quella prodotta negli ultimi diecimila anni, mentre l’erosione dei suoli causata dai cambiamenti climatici e dall’urbanizzazione ridurrà progressivamente i terreni coltivabili. In Syngenta crediamo sia assolutamente necessario promuovere un cambiamento radicale nella produzione agricola, indirizzandola sui binari di una intensificazione colturale sostenibile, mettendo al centro della nostra azione l’imperativo categorico del “produrre di più con meno risorse”. Da qui nasce The Good Growth Plan - Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura - un programma lanciato globalmente da Syngenta il 19 settembre 2013 che rappresenta il nostro impegno per la sicurezza alimentare e la sostenibilità del pianeta. The Good Growth Plan consiste in un piano di azioni concrete e misurabili con cui Syngenta vuole dimostrare che agricoltura e salvaguardia dell’ambiente possono coesistere e che l’aumento della produzione agricola può avvenire in modo sostenibile, senza spreco di risorse.

The Good Growth Plan contribuisce a cambiare il modo di fare agricoltura e fissa 6 impegni da raggiungere entro il 2020:

1

Aumentare la produttività media delle colture del 20% senza utilizzare più risorse naturali e mezzi tecnici per l’agricoltura

2

Migliorare la fertilità di 10 milioni di ettari di terreno agricolo a rischio degrado

3

Arricchire la biodiversità di 5 milioni di ettari di terreno agricolo

4

Aumentare la produttività agricola del 50% di 20 milioni di piccoli produttori, in particolare nei paesi in via di sviluppo

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Formare 20 milioni di agricoltori sulla sicurezza sul lavoro, in particolare nei paesi in via di sviluppo

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Garantire condizioni di lavoro eque in tutta la nostra rete di fornitori.

Un pianeta. Sei impegni. Scopri di più su www.goodgrowthplan.com

Anche noi, come Syngenta in Italia, siamo chiamati a dare il nostro contributo al sistema agricolo nazionale valorizzando la tipicità delle nostre produzioni e ponendoci al fianco di tutti gli operatori che ogni giorno lavorano per esportare nel mondo la qualità dei prodotti agroalimentari “Made in Italy”. Per far ciò, includeremo questi impegni concreti nelle nostre attività che, a partire dal 1° gennaio 2014, saranno ancor più connesse ed integrate grazie alla fusione societaria dei due rami d’Azienda Syngenta Crop Protection S.p.A. e Syngenta Seeds S.p.A. in un unico soggetto che assumerà la denominazione di Syngenta Italia S.p.A. La nascita di Syngenta Italia S.p.A. è molto di più di un semplice cambiamento legale e societario. Questo nuovo assetto racchiude in sé lo spirito d’innovazione che da sempre caratterizza la nostra Azienda come leader nel settore dell’Agribusiness e, grazie all’unicità nell’agire scaturito da questa nuova struttura, faciliterà il lavoro che siamo chiamati a svolgere per tradurre The Good Growth Plan in realtà.

t Sementi t Agrofarmaci t Insetti ausiliari t Servizi ad alto valore aggiunto t Programmi di Agricoltura Responsabile

TM


CAMPI ROSA di Elisabetta Tufarelli

Cognome materno? Importante quando ci sono marchi storici

I genitori devono avere il diritto di dare ai figli il solo cognome materno. La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver violato i diritti di una coppia di coniugi avendo loro negato la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre invece di quello del padre. “Finalmente – ha rimarcato il presidente di Confagricoltura Donna Marina Di Muzio - il Consiglio dei ministri ha dato il via al disegno di legge per l’attribuzione

del cognome ai figli. L’importante è che sia una buona legge che non crei ulteriori problemi e permetta di tramandare il cognome materno. E’ importante sempre, ma questa necessità è particolarmente evidente nel caso di aziende e marchi storici. Come Organizzazione, mentre stiamo approfondendo i contenuti, monitoreremo il percorso legislativo, partecipando al dibattito”. Infatti,come precisa una nota di Palazzo Chigi: «Nel dare piena attuazione alla sentenza della Corte europea inerente al cognome materno tuttavia, il Consiglio dei ministri ha rilevato che la complessa materia presenta ulteriori profili che, oltre ad essere ovviamente aperti al dibattito parlamentare, saranno, in sede governativa, approfonditi da un gruppo di lavoro presso laPresidenza del Consiglio, con la partecipazione dei rappresentanti dell'Interno, degli Affari esteri, della Giustizia e delle Pari Opportunità».

IN LIGURIA CI SONO 427 imprese agricole associate a Confagricoltura gestite da donne. Imprenditrici attive, impegnate, che lavorano in un territorio difficile e bellissimo. Nel corso degli ultimi decenni, aumentano le imprese rosa e diventano sempre più forti e dinamiche. “Non è un caso – ha sottolineato Silvia Parodi, presidente di Confagricoltura Donna Liguria – che in questo momento difficile siano proprio le aziende a conduzione o coconduzione femminile ad aver tenuto più delle altre”. In Liguria le aziende rosa sono, in percentuale, superiori alla media nazionale. “Le nostre imprenditrici – ha osservato Silvia Parodi - lavorano in tutti i comparti, generalmente sono multifunzionali e si occupano anche di vendita diretta, accoglienza, trasformazione e fattorie didattiche. D’altronde il ruolo degli agricoltori è fondamentale in termini di prevenzione e custodia del territorio. Lo vediamo, purtroppo, con il maltempo. “Anche in Liguria – continua il presidente di Confagricoltura Donna regionale - con il nuovo Psr 2 0 1 4 -2 0 2 0 e la nuova legge sulla Banca della Terra si potrà avviare una stagione nuova basata anche su una attenta prevenzione”. Ma non solo. E’ tutto lo sviluppo locale a trarre giovamento dalle imprese femminili. “Condivisione, cooperazione e lavoro in rete sono termini modernissimi – conclude Silvia Parodi – ma non va dimenticato che per noi donne sono processi naturali”.

L’ANNO DELLE DONNE La rivista americana Forbes individua 1 1 motivi che spiegano perché il 2 0 1 4 sarà l’anno delle donne. Di fronte all’aumento significativo della percentuale di società a conduzione femminile e alla ripresa degli investimenti, il successo delle donne imprenditrici è indiscutibile. Pitchbook, la società di ricerca che ha realizzato lo studio, calcola un balzo in avanti di circa il 2 0 % per le aziende femminili, rispetto a soli due anni fa. E su questo fronte, gli Stati Uniti si confermano al primo posto, lasciando indietro l’Italia. Le donne hanno ormai acquisito straordinarie competenze nel mondo della tecnologia, di internet e dei social media. Sono intuitive e conoscono i desideri e le richieste del loro sesso. Se si pensa che circa l’8 0 % della spesa è decisa dalle donne, è chiaro che averle a capo di un team aziendale, si traduce in una produzione intelligente, orientata in maniera efficace a rispondere alle esigenze di chi decide per l’acquisto. Conoscono l’importanza del lavoro in rete e sono in grado di escogitare sensazionali strategie di networking. Sono umili, consapevoli che il loro business deriva in buona parte dalla disponibilità continua all’apprendimento. Sanno usare il fallimento come trampolino di lancio. Gestiscono bene le finanze, amministrandole con oculatezza.



AGRITURISMO di Gaetano Menna

STAND AD “AGRITURISMOINFIERA” A MILANO

Torta di compleanno per i 50 anni di Agriturist Toscana notare vacanze, apprezzare, assaporare ed acquistare prodotti agricoli; e poi per apprendere il ruolo multifunzionale dell’agricoltura che è anche natura (e rispetto dell’ambiente), divertimento (perché no?), cultura, cibo, tradizione ed innovazione. Alla kermesse c’è stato anche lo spettacolo ed hanno coinvolto ed entusiasmato i Cafululè gruppo di danza contemporanea verticale. È stata realizzata in fiera una vera e propria fattoria in cui interagire e toccare lama, capre, pavoni, prendere in braccio coniglietti, cavalcare asini e cavalli e scoprire tutti i segreti della campagna; ed ancora laboratori di semi, di macina, di apicoltura, di falegnameria. Non è mancato l’ “agri-ristorante” per pranzi e cene a base di prodotti tipici, “Agriturismoinfiera” si scrive tut- piatti naturali e tradizioto attaccato. È il grande salone nali che caratterizzano la dedicato alle vacanze in campacultura eno-gastronomigna, giunto alla seconda edizione, ca del Belpaese. che si è svolto a Milano al Parco Tra gli espositori erano Esposizioni di Novegro, l’area molte le aziende associaespositiva nei pressi dell’aeroporto te ad Agriturist. In evidi Linate. Un’apprezzabile manidenza soprattutto lo spafestazione per grandi e piccini zio di Agriturist Toscana (questi ultimi coinvolti in iniziati- che ha voluto festeggiare ve di agrodidattica), che sono in fiera i 50 anni di attiaccorsi numerosi per trascorrere vità (1964-2014). Le un week end particolare, per straordinarie intuizioni conoscere di persona gli operatori di Simone Velluti Zati agrituristici, programmare e pre- portarono, mezzo secolo 82| MONDO AGRICOLO |GENNAIO 2014

fa, alla nascita dell’associazione toscana e, un anno dopo, alla costituzione della grande organizzazione dell’agriturismo nazionale di cui fu a lungo il primo presidente nazionale. «Siamo davvero felici – ha detto Laura Cresti, presidente di Agriturist Toscana - di aver raggiunto questo splendido traguardo e di festeggiare il gioioso evento proprio in seno ad uno degli appuntamenti più importanti a livello nazionale del settore agriturismo. Nonostante la crisi continui a “picchiare duro” e le vacanze in campagna ne risentono, gli operatori si rimboccano le maniche e fanno di tutto per essere presenti a questo tipo di manifestazioni che promuovono l’agriturismo, il territorio, le aziende». Lo stand toscano è stato per due giorni – il 18 e 19 gennaio - la casa


Laura Cresti, presidente di Agriturist Toscana

dell’agriturismo, con grande professionalità ed allegria si sono coinvolti i visitatori. La presidente Cresti in monopattino, le dolci collaboratrici, gli imprenditori, i prodotti in mostra e degustazione… C’è stata anche la “festa di compleanno”, con tanto di torta, alla presenza del presidente e del direttore nazionali di Agriturist Cosimo Melacca e Filomena Maio, del membro di giunta di Confagricoltura Diana Pallini. Da Melacca, Pallini e Maio sono giunti i complimenti all’effervescente associazione toscana per l’impegno e lo spirito organizzativo. Il presidente nazionale di Agriturist ha quindi ricordato lo sforzo in atto, 50 anni dopo, per rilanciare ancor più l’Associazione ed ha annunciato che la prossima edizione della gloriosa “Guida dell’ospitalità rurale”, giungerà su tablet e smartphone grazie ad una apposita “app”. La crisi si sconfigge anche così, con la voglia di impegnarsi, di coinvolgere, di aprire al futuro. GENNAIO 2014| MONDO AGRICOLO |83


VINO di Barbara Mengozzi

IL CANNONAU DELL’AZIENDA LOI

Emozioni mediterranee Dire Cannonau è dire Sardegna, e viceversa. E non potrebbe essere altrimenti, perché questo grande rosso della tradizione frutto dell’omonima uva, la più diffusa e la più importante dell’isola, racchiude in sé un po’ tutte le sfaccettature di questa bellissima terra dove il cangiante panorama di suoli, paesaggi e microclimi genera uno scenario vitivinicolo estremamente variegato e qualitativamente assai intrigante. È sempre capace di dare vini di gran temperamento e dagli aromi intensi, il Cannonau, ma è soprattutto in certe aree che il famoso vitigno riesce ad esternare le sue caratteristiche migliori sul piano olfattivo e degustativo e una precisa identità territoriale: a partire dalla zona probabilmente più vocata alla sua produzione, l’Ogliastra, regione centro-orientale della Sardegna incastonata tra il massiccio del Gennargentu e lo splendido mare di Arbatax e Barisardo. È qui che si trova l’antico borgo di Jerzu – che dà il nome ad una delle sottozone in cui è articolata la Doc Cannonau di Sardegna – circondato dai suggestivi vigneti ricavati sui fianchi ripidi delle colline che lo hanno reso noto nell’isola come “la città del vino”. Proprio nel cuore dell’Ogliastra, in agro di Cardedu (a pochi chilometri da Jerzu), opera dai primi anni Cinquanta l’azienda Vitivinicola Alberto Loi, creata da un autentico innamorato del proprio terroir come Alberto Loi, nativo di Jerzu e figlio di viticoltori. Oggi al timone di questa interessante e affermata realtà del vino sardo ci sono i suoi cinque figli, Sergio, Alessandro, Renato, Gianluigi e Annagiulia che, ani84| MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2014

mati da immutata passione per il loro mestiere di vignaioli, coniugata peraltro a tanta competenza e professionalità, continuano a seguire il percorso evolutivo dei vini aziendali con la ferma intenzione di esprimere il meglio della tradizione enologica locale. La scommessa forte, naturalmente, è sempre sulle uve autoctone, Cannonau in testa, coltivate nelle proprie vigne estese su circa 50 ettari in questo aspro territorio dominato dai graniti, insediate su suoli sabbiosi limosi, favorite sia dall’esposizione sia dal ventilato clima mediterraneo e allevate a spalliera bassa ad alta densità di impianto. Una viticoltura, quella dei Loi, meticolosa e attenta al rispetto dell’ambiente, coronata da una tecnica di cantina moderna e ben dosata, impostata su alcuni punti fermi quali lunghi tempi di affinamento e gradazioni alcoliche generose. Il tutto all’insegna di una filosofia produttiva che, senza dimenticare la tradizione e la cultura del vino, guarda al nuovo, all’eleganza e alla piacevolezza del bere. Ne deriva una gamma di vini che hanno conquistato critica e pubblico per tipicità e forza espressiva ma anche per fascino, ricchezza e stile avvolgente di

innegabile impatto. Nel ruolo di protagonista di cantina, il Cannonau viene declinato con mano sicura in diverse tipologie, offrendo in ogni caso egregie interpretazioni del grande potenziale del vitigno principe della zona, proposto in purezza o assemblato con altre varietà isolane. Ai vertici della produzione aziendale, dalle pregiate uve raccolte da una particolare e bella vigna in altura (il cru “Delle Riserve” nella tenuta principale di Cardedo) nasce il rosso dedicato al fondatore, il Cannonau di Jerzu Riserva Alberto Loi, fatto maturare 22-24 mesi in botti di rovere di Slavonia di media capacità e affinato in vetro per un anno. Di bel colore rubino carico, all’olfatto è incisivo e complesso con i suoi corposi profumi di frutta rossa matura e confettura completati da note speziate. In bocca è appagante per volume e salda struttura, delicatamente secco, molto sapido ed alcolico, ma al tempo stesso morbido e setoso, carnoso, giustamente tannico, in equilibrio con una buona freschezza che lo accompagna verso un finale intenso e persistente. Un vino assolutamente emozionante dall’anima mediterranea perfetto in compagnia di primi saporosi (ravioli d’agnello in sugo piccante, ad esempio), carni, anche grasse, e selvaggina, oltre che di formaggi ben stagionati tipo il pecorino sardo. Partner di tavola ideale, in Sardegna, del porchetto arrosto, specialmente se cotto allo spiedo.


RISTORANTE SA CARDIGA E SU SCHIRONI A CAPOTERRA ( CAGLIARI)

Una griglia di sapori

Agli inizi c’era solo dell’ottimo pesce portato in tavola dentro un piccolo caseggiato in riva al mare, a pochi passi da Cagliari, punto di ritrovo ideale per i pescatori del posto. Cosìèpartita l’avventura del ristorante Sa Cardiga e Su Schironi, creato nel 1967 da Cesare Murgia e ben presto divenuto uno dei punti di riferimento della gastronomia isolana, tanto da doversi trasferire nell’attuale sede, ad una quindicina di chilometri dal capoluogo sardo sul lungomare di Capoterra, in località La Maddalena Spiaggia. Fatto sta che a distanza di decenni, grazie ad un sapiente lavoro e a sempre migliori risultati, lo storico Sa Cardiga e Su Schironi (che in dialetto sardo sta per la griglia e lo spiedo) è più che mai sugli allori,rinomato e pluri-decorato dalle più importanti guide di settore e da una lunga serie di riconoscimenti, tappa obbligata per gli amanti del buon pesce che passano dalle parti di Cagliari. Il patron adesso è il figlio di Cesare, Gianluca Murgia, ma la passione e lo stile di famiglia procedono sempre all’insegna della professionalità e del-

la cordialità profuse a piene mani in questo locale schiettamente marinaro anche negli arredi dell’ambiente interno, particolarmente caldo, piacevole e accogliente, con rivestimenti lignei in mogano, cordami alle pareti, lampade e suppellettili che rievocano l’atmosfera di un antico vascello. Qui appena entrati ci si imbatte nella Anguilla cotta alla brace su tipici “schironi”

grande griglia a vista (la cardiga, appunto) alloggiata dentro una vecchia imbarcazione locale, per passare poi in una delle ampie sale separate in cui si snoda il ristorante, dotato anche di splendida terrazza panoramica affacciata sulle onde. Degna cornice di una caratteristica cucina regionale prevalentemente di mare (anche se i patiti della carne non restano certamente delusi dai fantastici arrosti) che fa della freschezza e della assoluta bontà delle materie prime la sua arma vincente, abbinata alla semplicità di preparazione proprio per esaltare al massimo il sapore unico conferito al piatto dal prodotto sardo di migliore qualità. Ad accompagnare le pietanze, direttamente dalla fornitissima cantina sotterranea, un assortimento delle più prestigiose etichette nazionali con possibilità di spaziare tra i migliori vini di Sardegna. Il repertorio culinario celebra dunque il trionfo delle ricette marinare tipiche della tradizione sarda, servite in maniera impeccabile. Qualche specialità? Accanto a piatti forti come la cassola de pisci, il tonno alla carlofortina, le trofiette di Capoterra con uova di ricci di mare e bottarga, spiccano “sa burrida” (squisito piatto della tradizione popolare del cagliaritano preparato con gattuccio di mare, aglio, olio, aceto e Cannonau) e l’aragosta alla sarda. Dulcis in fundo, i gustosissimi dolci isolani proposti nella più classica delle versioni. E c’è anche una nota decisamente peculiare:l’aggirarsi tra i tavoli dei camerieri “armati” di lunghi spiedi (gli schironi) con anguille calde appena cotte alla brace, da provare, suggeriscono a Sa Cardiga e Su Schironi, con un bicchiere di Cannonau, magari del ricco e suadente Cannonau Riserva Alberto Loi. GENNAIO2014| MONDO AGRICOLO |85


BUONO A SAPERSI...

SCAFURI E ROVERSI RENDONO OMAGGIO AD UNA PIETANZA DALL’ANIMA POPOLARE

Le polpette ci salvano dalla maleducazione, dall’acne e dalla crisi iovono polpette, è il caso di dire parafrasando il titolo del noto film d’animazione, campione di incassi, di cui è uscito recentemente il sequel. Quella delle polpette è una delle più antiche pietanze che permetteva (e permette) il riutilizzo degli avanzi, con la buona abitudine di recuperare e reinventare; però, diciamo la verità, negli anni scorsi erano state bistrattate e un po’ accantonate nelle preparazioni culinarie familiari e fuori casa. Oggi finalmente sono state sdoganate e tornano a nuova vita. Ed è tutto un fiorire di iniziative che le pongono sotto i riflettori. A Milano, ad ottobre scorso, c’è stata l’inaugurazione del nuovo locale del popolare attore Diego Abatantuono che si chiama “The Meatball Family” (in via Vigevano) ed è davvero la casa delle polpette, preparate in tutti i modi possibili, tra cui l’innovativa “Sashball” (sashimi di tonno, salsa teriyaki, mandorle a lamelle e alga nori); a fine novembre a Roma si è inaugurato“Le Polpette” (a piazza Euclide) che le propone in mille alternative: con curry e riso basmati,con erbe al vapore di prosecco e porro croccante, alla carbonara in cestino di parmigiano... ma nella Capitale non va dimenticato “Roscioli” (in via dei Giubbonari) che, ad esempio, le fa con carne di manzo di razza piemontese, sugo di pomodoro e una spruzzata di ricotta della Carnia. Altre “residenze”, dove è il piatto principe, le troviamo a Bologna (da “Polpette e Crescentine” in

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86| MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2014

via dei Fornaciai) a Catania (a “La Polpetteria” in via Santa Filomena) e in tante altre città. A consacrare il loro ritorno giunge ora in libreria l’accurato libro “Una polpetta ci salverà” (Giunti Editore, 192 pagine, 12 euro) a cura di Anna Scafuri (giornalista della Rai che da dieci anni cura la rubrica settimanale di enogastronomia del TG1 “Terra e Sapori”) e Giancarlo Roversi (scrittore e direttore di “Menù Magazine, www.menumagazine.it). Già dal titolo del volume e dall’angelica polpetta raffigurata in copertina si comprende che gli autori intendono santificare questo cibo dall’anima popolare, che è - come annota nella presentazione lo chef dell’ “Osteria Francescana” di Modena, Massimo Bottura «la nostra bandiera». «Fanno parte di diverse tradizioni culinarie e – sottolinea sempre lo chef - possono essere preparate in mille modi diversi (con la carne, con il pesce oppure con splendide verdure) ma una cosa che le accomuna è sempre la loro forma: tondeggianti, piccole, a volte un po’ schiacciate, sempre diverse, ma di uguale sapore e bontà». Gli autori compiono un viaggio intorno alla polpetta in compagnia di illustri italiani che la osservano da ogni punto di vista - culinario, sociologico, storico - e ci portano alla scoperta delle polpette d’autore servite ai quattro angoli della penisola. Ne emerge un “elogio della polpetta” che si rivela filosofia del nuovo millennio,

coniugazione del nostro sguardo rivolto al passato artusiano, al presente del risparmio e del riuso, al futuro della tradizione rivisitata. Chi poi vuol proseguire la meditazione mettendosi ai fornelli trova 120 ricette selezionate con riguardo a leggerezza, facilità e stagionalità, salvando così il portafogli e la linea. Tutti gli interpellati dai due autori sono convinti che una polpetta ci salverà: dalla crisi economica, perché trasforma l’indigenza in eccellenza (Marino Niola); dall’immobilismo, perché trasforma il passato in una proposta per il futuro (Beatrice Buscaroli); dalla maleducazione, perché la polpetta è gentile, un garbato dosaggio tra dolcezza e sincerità (Gualtiero Marchesi); dall’acne, perché se diamo polpette di verdure ai nostri bambini difficilmente da grandi avranno problemi (Ciro Vestita); e anche dalla scomparsa delle stagioni di una volta, perché ogni stagione vuole le sue polpette. Insomma, direbbe Diego Abantantuono nelle vesti di ristoratore, le polpette sono «eccezzziunale veramente». Gaetano Menna



BUONO A SAPERSI...

MOSTRA A ROMA DEI MUSEI CAPITOLINI SULL’INVENTORE SIRACUSANO

L’agricoltura geniale di Archimede A come agricoltura, ma anche come Archimede. Allo scienziato, che ha ideato una serie lunghissima di invenzioni che ancora oggi sono utilizzate ogni giorno nel mondo agricolo, è stata dedicata una grande mostra nei Musei Capitolini di Roma. La vite di Archimede, per esempio, è tuttora usata, principalmente per sollevare acqua per l'irrigazione oppure per innalzare il grano e confinarlo nei silos; è anche usata in Olanda per il continuo drenaggio di acqua dai polder accoppiata a motori che ne permettono il funzionamento. Poiché la capacità di sollevamento è limitata dalla lunghezza del dispositivo, spesso vengono utilizzate più viti che lavorano in catena sollevando l'acqua su livelli successivi. “Archimede, arte e scienza dell’invenzione” è stata una straordinaria occasione per ammirare il genio di Siracusa (287 a.C. – 212). Una mostra articolata in due filoni principali: il primo fa capire la portata del contributo che ha dato Archimede alla crescita delle scienze in età ellenistica. Qui, i visitatori possono, attraverso la riproposizione filologica delle macchine che la tradizione attribuisce ad Archimede, ammirare modelli funzionanti di congegni e dispositivi, applicazioni multimediali e filmati in 3D che ne visualizzano il funzionamento, consentendo quasi un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio. I trattati di Archimede sono invece il cuore del secondo filone della mostra: questi codici 88| MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2014

manoscritti, acquisiti tramite riproduzioni di altissima qualità, contengono le opere dello scienziato siracusano e raccontano gli aspetti più significativi della fortuna di Archimede e del suo mito fino alla riscoperta dei suoi testi da parte degli umanisti del XV secolo e all’uso vantaggioso che ne fecero i protagonisti della rivoluzione scientifica. Per avere una percezione immediata dello straordinario contributo recato da Archimede all’avvento del mondo moderno, così profondamente caratterizzato dalla funzione centrale della scienza e della tecnologia, sottolinea il direttore del Museo Galileo Paolo Galluzzi, «basterebbe dare anche solo uno sguardo al monumentale “Archimedes in the Middle Ages” di Marshall Clagett. Nei dieci volumi di questa opera lo studioso statunitense

Orologio solare dell’ età ellenistica, Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi”, Siracusa

ha tracciato in maniera puntuale le complesse traiettorie attraverso le quali l’opera e il mito del Siracusano filtrarono dal mondo romano, attraverso il Medioevo, fino ai padri fondatori della Rivoluzione Scientifica, che esaltarono Archimede quasi come una divinità. Prima del lavoro di Clagett non si aveva una percezione chiara della continuità e densità della presenza di Archimede anche durante i “secoli bui” dell’età di mezzo. Né si aveva consapevolezza dei vari modi nei quali vennero contrapponendosi o, viceversa, coniugandosi le due componenti fondamentali dell’attività di Archimede attestate dalla tradizione dossografica e, in particolare, dall’influente vita del Siracusano scritta da Plutarco: il grande studioso di questioni matematiche immerso in studi di elevato livello speculativo (al punto da non lasciarsi distrarre neppure dalla minaccia del gladio del soldato romano che gli tolse la vita) e l’inventore di dispositivi di straordinaria ingegnosità di uso militare e civile. Un Archimede bifronte, si potrebbe definire, quello consegnatoci da Plutarco: l’erede diretto, il più autorevole, della tradizione euclidea e platonica, da un lato, e l’interprete più eccezionale della lunga stagione di innovazione delle tecniche del mondo greco, che raggiunse il culmine nell’età alessandrina, dall’altro». Come ha scritto il sovrintendente capitolino


Modello di vite di Archimede per sollevare l’acqua

Claudio Parisi Presicce, «secondo le fonti Archimede era dotato di tale profondità di pensiero e di tale sovrumana sagacia, che nulla volle scrivere sulle arti meccaniche, utili solo a soddisfare i bisogni materiali della vita. Egli dedicò tutti i suoi sforzi soltanto a quegli studi che non dipendono dalla necessità. In questi studi, egli pensava, la materia è compenetrata nella dimostrazione, che le dà grandezza e bellezza, precisione e potenza. La perfezione a cui Archimede si rivolgeva era dovuta alla sua straordinaria capacità di attenzione e di lavoro. Sembrano credibili, quindi, gli aneddoti che si raccontano di lui, ossia che egli spesso dimenticasse di mangiare e trascurasse la sua persona, o conducesse linee col dito intinto nell’olio con cui si ungeva il corpo».E

Giovanni Pasquale, del Museo Galileo, sottolinea che «l’opera di Eratostene, Archimede e Filone di Bisanzio conferma come, in linea generale, l’ingegnosità degli studiosi nel corso del III secolo a.C. si rivolga anche verso l’invenzione e il perfezionamento di strumenti e dispositivi, il cui impiego è ritenuto essenziale non solo per l’evidente utilità, ma anche per il progresso delle conoscenze scientifiche. Inquadrata nel più ampio contesto dei fenomeni culturali che caratterizzano il III secolo a.C., la

Cammeo con ritratto di Archimede Collezione Farnese Pasta vitrea Napoli, Museo Archeologico Nazionale

parte tecnologica dell’attività di Archimede acquista una dimensione più chiara ed equilibrata. Se la stesura di testi e l’utilizzo di strumenti sono il segno della nuova cultura scientifica che va diffondendosi nel Mediterraneo, Archimede è perfettamente integrato in questo scenario».Una fama, quella di Archimede, che è arrivata ai giorni nostri attraversando i millenni. Tanto che il direttore del Max Planck Institute, Jurgen Renn, ha affermato che «la meccanica preclassica teneva assieme componenti eterogenee e talvolta persino in conflitto tra loro, sviluppando un sistema concettuale che sarebbe stato abbandonato soltanto con la nascita della meccanica classica tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento. Tra queste diverse componenti vi erano anche la scienza araba e latina medievale dei pesi (scientia de ponderibus). Nella mente dei contemporanei, l’approccio di tale scienza all’equilibrio poteva competere con quello di Archimede nella spiegazione del comportamento della bilancia. Uno degli argomenti fondamentali della meccanica preclassica era infatti la conoscenza della bilancia e la spiegazione del suo funzionamento grazie alla legge della leva, riconducibile ad Archimede. Secondo la legge della leva, una bilancia con bracci disuguali è in equilibrio quando i bracci delle leve sono inversamente proporzionali ai pesi ad essi applicati. Ma perfino un elemento così fondamentale della conoscenza meccanica come l’equilibrio della bilancia era in certa misura controverso ed evidenziava l’eterogeneità dei fondamenti concettuali della meccanica preclassica». Gianfranco Ferroni GENNAIO 2014| MONDO AGRICOLO |89


CAMPI SONORI di Gaetano Menna

PETER HAMMILL E GARY LUCAS TRA GALASSIE E RUSCELLI

Vagando verso “Other World” La band inglese dei Van Der Graaf Generator, negli anni ’70, ebbe uno straordinario successo, soprattutto in Italia. A distanza di anni rimane viva l’attenzione sugli artisti del gruppo. Lo dimostrano, ad esempio, tutti e tre i dischi in cui parliamo (con il fiatista dei VDGG David Jackson che appare nel cofanetto degli Osanna e nel CD di Pandora). Apriamo con il nuovo, atteso, album del cantante dei VDGG Peter Hammill e del chitarrista di The Magic Band e di Jeff Buckley, Gary Lucas “Other World” (che appare per l’etichetta inglese Esoteric Recordings, in vendita dal 3 febbraio). È il primo che nasce dalla collaborazione tra i due. Disco suggestivo,

a tratti anche sperimentale. Si apre con la melodica e intensa “Spinning coins”. “Attar of roses” è il miraggio di un’oasi nel deserto dei sentimenti; una strumentale cascata di acqua e di suoni limpidi. “Some kinds of fracas” è dura, un brano di space rock, di accenti siderali con l’elettronica che domina. “Built from scratch” è uno strumentale anch’esso sperimentale, un divagare nelle galassie. In “Cash” la voce di Peter si erge sulle chitarre elettriche; si staglia sui virtuosismi. “This is showbiz” vede la voce di Peter farsi ironica e sprezzante; “Reboot” con la voce

che è uno strumento di viaggio per guidare l’astronave alla scoperta di altri mondi. Lirica e rock, elettronica, robotica e sonorità spaziali, chitarre e loop: pur suonato solo dai due, nel disco c’è una ricchezza di sonorità, con cambiamenti repentini di atmosfere. Un album di grande fascino, per certi versi “avventuroso”. Sia perché spinge ad andare al di là dei confini (mentali, spaziali), sia perché è particolare, immaginifico. Poi giungono momenti come “Black ice” con la voce di Peter che svetta sul rock elettronico; il ghiaccio nero si scioglie e tutto si fa chiaro.

Alibi filosofici nel vaso di Pandora Beppe Colombo, pluristrumentista e tastierista piemontese, h a vis s u to la s tag io n e effervescente del rock progressivo degli anni ‘70 ma, all’epoca, nonostante il talento, non riuscì ad incidere album. Solo a fine anni Duemila è arrivato il progetto Pandora realizzato assieme al figlio Claudio batterista. È nata così una staffetta ideale padrefiglio che hanno gli stessi interessi

musicali. È stato pubblicato ora "Alibi filosofico", terzo album della band, quello più complesso ed ambizioso, con testi fantasy e mitologici, con la "narrazione" suggestiva di Emoni Viruet. Sette brani tra musica e teatro, tra prog sinfonico, world e jazz. Alle registrazioni hanno partecipato numerosi ospiti, dall’ex VDGG David Jackson ad Arien Lucassen, da Dino Fiore de “Il Castello

SUONI IN DUE TEMPI

Osanna ieri ed oggi Rock e commedia dell’arte Lino Vairetti, al telefono, ci dice quanto sia orgoglioso e soddisfatto del nuovo cofanetto degli Osanna, “Tempo”, un book con doppio DVD, “Live in Naples” e "Osanna Story” , prodotto da due etichette discografiche indipendenti, Afrakà di Napoli e Black Widow di Genova). Il disco più succulento è quello sull’oggi, con un live al Teatro Trianon della loro Napoli, con molti ospiti sul palco, a partire dal mitico David Jackson, il sassofonista dei Van Der Graaf Generator. Nel concerto Lino irrompe in platea con la classica “divisa” del “pazzariello” (che è la colorita figura della Napoli del passato che girava per le vie cittadine declamando “annunci pubblicitari”). I volti dei musicisti, 90| MONDO AGRICOLO | GENNAIO 2014

di Atlante” al bassista Leo Gallizio. “Apollo” è il brano più esemplare della dimensione teatrale, del perdersi nel labirinto delle sonorità, con il sax di Jackson dai toni coltraniani. Emoni e Duilio Mongittu recitano le parti di Pandora e Apollo attraverso le cui parole si apre una riflessione sulla natura e sulla forza misteriosa dell’arte. Quindi “Tony Il Matto” il delirio del pittore Ligabue efficacemente sottolineata dai fiati dell’ex VDGG. Lino Vairetti degli Osanna Le maschere del rock

oggi come ieri, sono ancora dipinti e coperti dalle maschere di Pulcinella. Continua dunque e si esalta la loro particolarità di unire esecuzione sonora e teatralità, ma c’è di più; c’è una saldatura con la commedia dell’arte, con l’espressione popolare, con le radici mediterranee che sono nella tradizione. Il DVD “Story” raccoglie invece tutti i passaggi televisivi degli anni Settanta (e Duemila). Quella realizzata è un’operazione archeomusicale che ha fatto emergere, dalle teche Rai e di Capodistria TV, diversi spezzoni di programmi di cui si era perso la memoria.


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