Mondo Agricolo n. 12 - Dicembre 2021

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ITALIA FRANCIA • LINEE GUIDA AGRONETWORK • MASTER FAUNA • NETWORK BOSCHI • VERTICAL FARMING • IDROPONICA CRESCITA YOUNG • SFIDA DONNA • FAMIGLIA 2.0 • INDAGINE ETICHETTE • IL FLOROVIVAISMO • AGRO-FOTOVOLTAICO FOTOVOLTAICO

Protagonisti del futuro Assemblea Confagricoltura presenta HubFarm

Anno LXXII - n. 12 - DICEMBRE 2021 - TAR. R.o.c. - Poste Italiane spa - Periodico di Tecnica, Economia e Politica Agraria - 1 copia euro 3 Autorizz. Trib. di Roma n. 1662 del 22/06/1950 - Editrice Confagri Consult - 00186 Roma - Corso Vittorio Emanuele II, 101


La

collaborazione, il motore

per accelerare

l’innovazione

In Syngenta crediamo che la collaborazione sia lo strumento più potente per portare l’innovazione nelle mani di tutti. Siamo da sempre impegnati a costruire una fitta rete di accordi con tutti i partner della filiera agroalimentare per generare un impatto migliore sulla vita di milioni di agricoltori e per rendere l’agricoltura più resiliente, più sicura e più sostenibile. Perché noi sappiamo che solo uniti si va più lontano.

Syngenta è una delle principali realtà dell’agroindustria nel mondo. Presente in oltre 90 Paesi e con più di 28.000 dipendenti, lavora al fianco degli agricoltori per contribuire a nutrire il mondo in modo sicuro prendendosi cura del pianeta. La sua mission è essere il partner più collaborativo e affidabile in agricoltura.

www.syngenta.it


L’ E D I T O R I A L E nnn

L’ora dell’impegno

L’

Italia sta vivendo un momento straordinario per capacità di reazione dopo la pandemia, con una crescita del Pil che alla fine dell’anno dovrebbe superare il 6%, andando oltre le più ottimistiche previsioni, il rialzo del rating da parte dell’agenzia Fitch dopo vent’anni e la rivista britannica Economist che ci incorona “Paese dell’anno 2021”. Grazie alle imprese italiane la ripartenza è avvenuta nei migliori dei modi ed è concreta. E quelle stesse imprese non stanno perdendo l’ottimismo e continuano a credere fermamente nel futuro. L’indice Pmi manifatturiero dell’Italia ha toccato a novembre un massimo storico. Nel terzo trimestre del 2021 il livello del valore aggiunto dell’industria manifatturiera italiana è già risultato del 3,2% superiore a quello del quarto trimestre 2019, prima della pandemia, mentre gli altri maggiori Paesi dell’Eurozona non sono riusciti a fare altrettanto. Lo stesso è accaduto per la produttività e l’export. Solo per l’agroalimentare, nel 2021, sulla base dei preconsuntivi, è emerso che si è raggiunto il risultato storico dei 50 miliardi di esportazioni. Gran parte di questo cambiamento strutturale è dovuto alle misure Industria/Impresa 4.0, che hanno favorito un radicale rinnovamento dei macchinari, delle tecnologie e dei processi produttivi delle nostre imprese, con un boom degli investimenti. L’obiettivo del 2022 sarà quello di consolidare tale incremento e di lasciarsi definitivamente alle spalle la prolungata stagnazione durata dieci anni. I prossimi mesi saranno decisivi per l’attuazione del Pnrr. Per l’agroalimentare, in particolare, il Piano ha quattro valenze strategiche: il rafforzamento delle filiere (nell’ottica dell’integrazione tra le sue varie componenti e per migliorare la presenza dell’agroalimentare sui mercati internazionali), lo sviluppo delle agroenergie, la digitalizzazione e l’intervento sulle infrastrutture, che sono importanti per la competitività del sistema produttivo. Se i cospicui investimenti pianificati saranno realizzati con efficienza e rispetto dei cronoprogrammi, l’Italia avrà la possibilità di diventare tutta intera una economia 4.0, riducendo i suoi più acuti divari cronici. Il nostro tessuto produttivo sta mostrando dinamismo e resilienza, dopo la fase di acuta difficoltà causata dalla pandemia, durante la quale, con sacrificio e determinazione, le imprese hanno fornito un contributo vitale alla tenuta sociale e al benessere collettivo. Ora è il momento dell’impegno, per non vanificare gli sforzi fin qui compiuti, e della fiducia, elemento fondamentale, insieme a riforme e investimenti, per assicurare le basi di una crescita duratura. Raccogliamo, dunque, con convinzione l’esortazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha chiamato l’intera comunità a una straordinaria prova di responsabilità e iniziativa; invitando le istituzioni, le forze economiche e sociali e le rappresentanze di categoria a partecipare attivamente allo sviluppo della vita economica del Paese in questa stagione decisiva. Massimiliano Giansanti DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 3


SOMMARIO L’EDITORIALE L’ora dell’impegno Massimiliano Giansanti................. 3

Italia-Francia palla al centro Francesco Bellizzi ......................

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APERTURA ASSEMBLEA A tutto campo Gabriella Bechi ........................... 5

Amministrare la fauna Valerio De Paolis .......................

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FOCUS VERDE Nertwork dei boschi Francesco Bellizzi ......................

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Natale magico Anna Gagliardi .........................

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NOVITÀ IN CAMPO Emozioni verticali G.M. .....................................

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Visionari per tradizione Gabriella Bechi ........................... 8

(Foto Massimiliano Fusco)

Direttore responsabile Gabriella Bechi Coordinatore responsabile Gaetano Menna Editrice Confagri Consult

Presidente Diana Theodoli Pallini

Tecno project Gaetano Menna ........................ Svolta digitale Valerio De Paolis .......................

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PRIMO PIANO RAPPRESENTANZA Linee guida di Agronetwork C.S. ....... ...............................

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Crescita young Paola Castello ..........................

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Famiglia 2.0 Alessandra Porro ......................

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Assistenza, inclusione e dignità Elisabetta Tufarelli ....................

Stampa e diffusione a cura di New Business Media srl Via Eritrea 21, 20157 Milano Stampa: Faenza Group - Faenza (RA)

Sfida donna Gaetano Menna ........................

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Rubriche EPS Audizione sui selvatici. . . . . . . . . 50 Organizzazione La Pac che verrà. . . . . . 52

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ANGA Sostenibilità e Pac . . . . . . . . . . . 55 Enapra Informazione e formazione. 58

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Over65 Italia ignora la sua età. . . . . . 60 Agriturismo Albenga (SV). . . . . . . . . . 62

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Vino Vermentino Boceda . . . . . . . . . . . 64


APERTUR A A SSEMBLE A

A tutto campo

R

iforma della Pac, inflazione, aumento dei costi di produzione, commercio internazionale, tutela della Dieta Mediterranea: sono i questi i temi affrontati dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti nella relazione che ha aperto i lavori della parte dell’assemblea riservata ai dirigenti dell’Organizzazione, il 15 dicembre scorso. Nonostante la Commissione europea abbia confermato, con una serie di proposte, l’importanza dell’approvvigionamento alimentare per affrontare situazioni di crisi, come la recente pandemia, il mondo agricolo si trova a fare i conti con una riforma della Pac che richiede un maggiore impegno per la so-

Massimiliano Giansanti

stenibilità ambientale, a fronte di una riduzione delle risorse finanziarie. Per l’Italia la diminuzione è del 15% in termini Un intenso lavoro reali fino al 2027. di informazione “La coperta era corta - ha detto Giansanti - ma riteniamo di ed assistenza aver fatto la nostra parte, indi- alle imprese cando da subito la necessità di concentrare le risorse finanzia- sulle più urgenti rie sulle imprese professionali problematiche che producono per il mercato e che sono in grado, per di- del settore mensione economica e capacità imprenditoriale, di ricorrere alle innovazioni tecnologiche indispensabili per tagliare il di Gabriella Bechi traguardo della neutralità climatica. Il Piano strategico illustrato dal ministro Patuanelli alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato è una sintesi equilibrata tra le diverse esiDICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 5


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Piano strategico sintesi equilibrata tra le diverse esigenze genze di cui tener conto. Ora il Piano deve essere inviato a Bruxelles per il vaglio della Commissione, che dovrà approvarlo al massimo entro sei mesi. Non possiamo escludere che saranno chiesti alcuni aggiustamenti. Quello che è certo è che saremo chiamati tutti a svolgere un inteso lavoro di informazione ed assistenza alle imprese in vista dell’entrata in vigore della nuova Pac il 1° gennaio 2023.” Sul piano economico la situazione è segnata dalla ripresa dell’inflazione e dall’aumento dei costi di produzione che, in assenza di interventi, rischiano di avere un forte impatto anche sulle prospettive dei raccolti. Le imprese agricole sono in sofferenza, così come le industrie di trasformazione nei confronti della grande distribuzione, e si è riproposta in tutta evidenza una grave lacuna che caratterizza il sistema agroalimentare italiano, ovvero la mancanza di una sede strutturata e permanente di dialogo e confronto tra tutte le componenti della filiera, come già esiste in Francia e Spagna. Il prodotto interno lordo dell’Italia farà registrare quest’anno una crescita di oltre il 6% sul 2020. Un risultato al di sopra delle previsioni: nei primi mesi dell’anno venturo dovrebbe essere completato il recupero del crollo provocato dalla pandemia. Un altro risultato di grande rilievo riguarda le esportazioni agroalimentari, che quest’anno dovrebbero raggiungere il livello record di 50 miliardi di euro. “Oltre che dell’eccellenza delle nostre produzioni, le esportazioni hanno beneficiato di un contesto internazionale più favorevole al multilateralismo 6 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2021

ha spiegato Giansanti -. È stata superata la fase dei dazi e delle misure di ritorsione come strumenti di regolazione dei contenziosi in materia di commercio internazionale. In aggiunta, alcuni segnali importanti sono stati lanciati dalla Commissione europea, come la proposta di regolamento che prevede l’obbligo per gli importatori di certificare che i prodotti destinati al mercato europeo non siano stati ottenuti su terreni oggetto di deforestazione illegale. L’obiettivo rimane quello che il mercato unico della UE sia aperto solo ai prodotti che

rispettano i nostri standard in materia di tutela ambientale e protezione delle risorse naturali. Per non parlare della sicurezza alimentare e della tutela del lavoro.” La pandemia ha messo in evidenza il legame stretto che esiste tra alimentazione e salute. Di conseguenza, risulta di fondamentale importanza la corretta informazione dei consumatori basata esclusivamente su rigorose valutazioni scientifiche. “La Dieta Mediterranea - ha evidenziato il presidente Giansanti - è oggetto di crescenti


Postorino, Giansanti e Barrile

attacchi: dal Nutriscore fino alla recente presa di posizione della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo che ha messo sotto accusa il consumo di vini e carni rosse nell’ambito della lotta contro il cancro. Siamo già al lavoro per rivedere la posizione in occasione del voto all’assemblea plenaria del Parlamento europeo in programma a febbraio. Intanto registriamo i buoni i risultati raggiunti, grazie anche alla nostra azione, sul sistema di etichettatura nutrizionale Fop.” nnn DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 7


APERTUR A A SSEMBLE A

Foto Massimiliano Fusco

Visionari per tra

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dizione

La relazione di Massimiliano Giansanti. Agricoltura innovativa e strategica costruisce le fondamenta del rilancio economico

di Gabriella Bechi

U

na visione comune che ponga l’agricoltura come settore strategico per l’economia mondiale e che la metta al centro di un progetto di innovazione e sostenibilità, riconoscendone ruolo e valore nella crescita e nell’affermazione dell’Italia in ambito europeo e internazionale. È questa la richiesta forte del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, avanzata nel corso dell’assemblea di fine anno dal titolo “Coltiviamo l’Italia del futuro”, alla presenza dei ministri delle Politiche agricole Stefano Patuanelli e della Transizione ecologica Roberto Cingolani. L’eccellenza della produzione agricola e agroalimentare italiana deriva da secoli di tradizione e continua innovazione, partendo dalla genetica e dalla meccanizzazione, arrivando alla chimica e infine allo sviluppo tecnologico e digitale come documentato dal filmato che ha aperto i lavori dell’assemblea. Una evoluzione che ha permesso, negli anni, di accrescere il livello di produttività senza intaccare gli standard qualitativi, di cui le aziende di Confagricoltura sono sempre state protagoniste, anticipando il futuro. “Le pagine dell’agricoltura italiana - ha detto il presidente Giansanti - sono state scritte da Confagricoltura. I nostri antenati DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 9


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erano “visionari”, nel senso che avevano una visione chiara del futuro, come l’abbiamo noi oggi. E che ci aspettiamo anche dalle istituzioni e dalla politica”. L’ultimo piano strategico per l’agricoltura, come ha fatto notare il presidente di Confagricoltura, risale al 1977, la famosa “Legge Quadrifoglio” voluta dal ministro Marcora. Fu la risposta alle esigenze di un comparto agricolo radicato in un contesto storico di profonde incertezze, un piano caratterizzato da ambizione e visione, come quello che serve in questo momento al Paese e al settore agroalimentare. “Oggi siamo di fronte a nuovi cambiamenti e riequilibri di contesti politici, sociali ed economici che direttamente o indirettamente interessano il settore agricolo e agroalimentare mondiale - ha continuato Giansanti -. È quindi indispensabile dare avvio ad una serie di riforme strutturali, che partano dal sistema produttivo

g

e che coinvolgano sia l’industria della trasformazione, sia la distribuzione, oltre al mondo della ricerca, concentrandosi nel trovare soluzioni per remunerare il lavoro e i capitali investiti, per far crescere la qualità, la sicurezza ed il peso economico delle produzioni agroalimentari e la competitività delle imprese.” Quattro i pilastri fondamentali su cui “coltivare il futuro del Paese”: transizione verde, digitale e innovazione, sostegno alla filiera agroalimentare, logistica. Nel percorso di rinnovamento generale di cui l’agricoltura vuole e può essere protagonista, rientra il suo coinvolgimento nel miglioramento dell’ecosistema. Il territorio italiano è, infatti, composto per un terzo da aree urbane, per un terzo da aree boschive/forestali e, per la restante parte, da attività agricole. Giansanti ha sottolineato, quindi, che, potenzialmente, i due terzi della superficie del nostro Paese potrebbero ave-

L’EVOLUZIONE DELL’AGRICOLTURA

La rivoluzione digitale è l’ultima tappa del processo evolutivo dell’agricoltura. Scienza, ricerca e politica hanno accompagnato questo percorso che ha visto Confagricoltura protagonista del cambiamento, insieme alle sue imprese. Il video ripercorre le tappe salienti del settore primario in Italia e ci porta fino ad oggi, con uno sguardo al futuro. 10 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2021

Cingolani, Giansanti e Patuanelli

re un ruolo fondamentale nell’assorbimento di CO2. “Valorizzare le aree boschive e forestali - ha spiegato - oltre ad avere un ruolo importante per il sequestro di carbonio, significa svolgere una fondamentale azione di contrasto al dissesto idrogeologico e fornire materie prime di qualità alla filiera del legno, con l’industria del mobile e dell’arredo di interni, alla filiera della carta, così come alla bioedilizia. Il tema del Carbon Farming e del sequestro di carbonio può estendersi, inoltre, anche alle aree verdi urbane, favorendo la riqualificazione della città, con la creazione di spazi verdi intesi come luogo di incontro e socialità.” A tale riguardo Confagricoltura si è rivolta direttamente alla Commissione UE per evidenziare l’importanza che il sequestro del carbonio riveste ai fini dello sviluppo di un’economia verde ed il ruolo che hanno aziende agricole e foreste. Nella risposta pervenuta dalla direzione generale per l’Agricoltura dell’Esecutivo UE si è annunciato che la Commissione presenterà nel secondo semestre 2022 una proposta legislativa proprio riguardante il sequestro del carbonio nei suoli agricoli.


“Allo stesso modo - ha aggiunto Giansanti - la produzione di energia elettrica da risorse naturali, di biogas/biometano, così come gli investimenti nella produzione di idrogeno, da biomasse, sottoprodotti o reflui della zootecnia, o lo sviluppo dell’agrofotovoltaico (sui tetti o a terra nei terreni marginali) possono portare all’autonomia energetica delle imprese agricole, generare energia per la collettività e contribuire alla formazione del reddito degli agricoltori, grazie ad un modello virtuoso basato su un fondo pubblico, che permetta di investire proprio sugli agricoltori.“ Lo sviluppo tecnologico e la digitalizzazione possono agevolare la transizione verso processi produttivi a minore impatto ambientale che, oltre a ridurre l’utilizzo di suolo e di risorse idriche, puntino a una maggiore efficienza dell’intero sistema di produzione e trasformazione, permettendo al contempo una progressiva riduzione di costi di medio e lungo termine.

«Nel percorso di rinnovamento generale l’agricoltura vuole e può essere protagonista» “Per fare ciò - ha ribadito il presidente Giansanti - è necessario uno sforzo corale che parta dalla ricerca scientifica e dalle Università e che coinvolga le intere filiere e le istituzioni nazionali ed europee nella promozione, nel finanziamento e nella realizzazione di investimenti in tal senso. Ed anche l’impegno degli agricoltori. E Confagricoltura vuole fare la sua parte nel sostenerli, fornendo risposte e servizi adeguati.” In questo impegno verso l’innovazione e lo sviluppo sostenibile, è necessario un cambio di passo anche nella logistica del nostro Paese, con la creazione delle infrastrutture fisiche necessarie per collegare le aree rurali con quelle urbane, portuali e aeroportuali e implementando l’apertura dell’agricoltura nazio-

nale verso un mercato globale. Allo stesso tempo, se vogliamo avviarci verso una progressiva digitalizzazione dei sistemi produttivi e la creazione di un patrimonio di dati e informazioni utili per il miglioramento e la crescita del settore, è necessario puntare sulla diffusione di infrastrutture digitali, cominciando con il risolvere il problema dell’assenza di connessione internet in numerose aree del Paese, tra cui quelle rurali. Altra questione di fondamentale importanza è quella legata alla formazione delle giovani generazioni, più propense all’utilizzo delle nuove tecnologie e alla gestione della progressiva digitalizzazione del settore. Così come è importante la formazione e l’educazione del consumatore. “Sicurezza, innovazione, digitalizzazione, salubrità, Dieta Mediterranea, rischiano pero’ di rimanere parole vuote se non si ha visione e se non si guarda al futuro dell’agroalimentare italiano - ha concluso Giansanti -. Bisogna quindi potenziare i canali di dialogo tra le imprese, le organizzazioni di rappresentanza e le istituzioni e lavorare insieme a soluzioni condivise. Se la Pac e il Pnnr sono occasioni di crescita e di sviluppo, non possiamo pretendere che siano soluzioni assolute.” Per questo Confagricoltura chiede un nuovo piano per l’agricoltura, che possa affrontare un’importante stagione di programmazione, un progetto che sia strategico per il Paese, che stimoli la crescita, l’innovazione e lo sviluppo di vecchie e nuove attività economiche, contestualizzandole in uno scenario in perenne mutamento. Ed è pronta a fornire tutto il supporto necessario alle imprese attraverso il progetto HubFarm presentato nel corso dell’assemblea: il più grande progetto che Confagricoltura abbia mai intrapreso. nnn Lasagna, Centinaio e Emo Capodilista DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 11


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L’intervento del ministro Patuanelli: “Confagricoltura costruttiva, individua soluzioni e non solo problemi” di Gabriella Bechi

“I

l vostro progetto mette al centro l’agricoltura del futuro. E non ci può essere un futuro per l’agricoltura senza ricerca e sviluppo, nuove tecnologie, transizione verde, e senza i giovani.” Così il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, intervenendo all’assemblea di Confagricoltura, si è espresso a proposito di HubFarm, strumento “in grado di superare il problema della dimensione aziendale del nostro Paese, in quanto in grado di offrire servizi di alto livello a tutte le realtà imprenditoriali, anche alle più piccole, favorendo l’aggregazione”. Soave e Patuanelli

Il ministro si è quindi soffermato sui temi di attualità, a cominciare dalla riforma della Pac: “Non dobbiamo dimenticare che quello raggiunto è un compromesso, e tale rimane. E all’interno di un compromesso credo che abbiamo trovato la soluzione più equilibrata possibile. A tale riguardo ringrazio Confagricoltura che, nei numerosi tavoli di confronto che si sono susseguiti, ha avuto sempre un atteggiamento costruttivo teso a trovare soluzioni e non solo a porre problemi. Ora bisogna raggiungere gli obiettivi dei cinque eco-schemi, ai quali andrà il 25% delle risorse e che possono rappresentare un concreto strumento di compensazione della perdita di reddito”. A proposto della manovra economica: “In quella di quest’anno abbiamo destinato all’agricoltura il doppio delle risorse dell’anno passato. Ma non credo che il problema sia solo il quanto, ma il come questi soldi verranno utilizzati. E per me questo significa sostenere le aziende agricole nel faticoso percorso della transizione ecologica. La cultura della tutela dell’ambiente non può essere quella dell’abbandono dei campi. Di pari passo passo utilizzeremo le risorse del Pnnr, che verranno destinate al rafforzamento delle filiere, alle agroenergie, alla meccanizzazione e

alla logistica. Con un’attenzione nuova nella legge di Bilancio alla tutela del reddito agricolo e alla gestione del rischio: siamo il primo Paese europeo ad avere introdotto un fondo di mutualizzazione nazionale.” Costi di produzione: “Sull’aumento del prezzo dell’energia siamo intervenuti più volte sugli oneri di sistema. Ora bisogna agire sulle infrastrutture, dare impulso all’autoproduzione e ragionare sul prezzo marginale.” Fisco: “Nella discussione sulla manovra avrei preferito un maggiore equilibrio tra riforma del fisco e taglio del cuneo fiscale, elemento su cui si sono concentrate le richieste di Confagricoltura e che avrebbe rappresentato un sicuro vantaggio per il mondo agricolo, ma il risultato raggiunto è frutto di un equilibrio che si è trovato nella maggioranza di governo.” Liquidità delle imprese: “Accolgo volentieri la sollecitazione del presidente Giansanti di affrontare il tema della rinegoziazione dei mutui bancari attraverso il Fondo centrale di garanzia e Ismea.” Nutriscore: “Se è vero che i consumatori vogliono essere informati, ma che si lasciano condizionare, la nostra non deve essere solo una battaglia contro il Nutriscore, ma per affermare il nostro sistema di etichettatura a batteria Nutrinform”. nnn

Una nuova stagione 12 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2021


Affrontare la transizione

“I

l piano di digitalizzazione di Confagricoltura è un grande passo avanti”. Sono le parole usate dal titolare del ministero per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, su HubFarm, la piattaforma interna di servizi annunciata dal presidente Massimiliano Giansanti durante l’assemblea generale della Confederazione all’Auditorium della Tecnica di Roma. “È ciò di cui oggi il Sistema Paese ha bisogno, è un progetto da sostenere e spero venga imitato anche da altri settori”, ha aggiunto il ministro dal palco dell’assemblea. L’Italia si trova a dover affrontare una grande sfida, quella di una ripresa economica da declinare necessariamente in chiave sia ambientale, sia tecnologica. “Il prezzo di questa transizione lo dobbiamo pagare oggi per poter investire sul futuro - ha continuato Cingolani -. Si tratta di un prezzo inevitabile, perché ci troviamo ad agire sulla spinta della necessità e non per cultura o ravvedimento. Dobbiamo farlo, se vogliamo scongiurare un disastro ambientale e sociale. Siamo costretti a correre, ma siamo anche consapevoli di dover tenere un ritmo che permetta al mercato del lavoro e all’attutale modello economico di cambiare e adattarsi”. Secondo Cingolani sono due i

contributi che la politica può dare alla transizione tecnologica e ambientale: “Autonomia energetica per le aziende agricole e tracciabilità delle produzioni, per offrire servizi e informazioni sia agli agricoltori sia ai consumatori”, ha spiegato alla platea dell’Auditoriun della Tecnica. Due aspetti su cui batte da tempo. “Il nostro compito - aveva detto all’assemblea della Confederazione dello scorso luglio - è rendere le vostre aziende autonome dal punto di vista energetico con l’uso di energie rinnovabili e con il riutilizzo degli scarti. La strada da percorrere non è solo quella della qualità, ma anche quella della certificazione di sostenibilità”. Un punto di vista che trova d’accordo Confagri, che da tempo vede nelle agroenergie una fonte di diversificazione di reddito e un tampone all’abbandono delle campagne. Lo stesso vale per la tracciabilità che, in quanto principio base del made in Italy, non può che trovare d’accordo il presidente Giansanti, che ha voluto l’ecosistema digitale di HubFarm basato sul principio della trasparenza attraverso la condivisione dei dati. In Italia è necessario cambiare paradigma, anche culturale. Perché la nuova Europa, descritta dal Next Generation Eu (e di riflesso dal Pnrr), sarà possibile

Soave e Cingolani

Per ministro Cingolani il progetto di Confagricoltura deve essere esempio per altri settori

di Francesco Bellizzi

soltanto con la combinazione di più tecnologie e più competenze. Su questo, Roberto Cingolani ha concluso il proprio intervento. “Preferiremmo essere operati da un medico che non ha competenze con la robotica o da un ingegnere di robotica che non sa nulla di medicina? Con questo paradosso - ha detto - voglio mettere l’accento su una questione: per tenere il passo con l’evoluzione delle conoscenze e delle professioni di oggi è necessario puntare su una formazione multidisciplinare. E questo è importante farlo a partire dalla scuola”. nnn DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 13


APERTUR A A SSEMBLE A

Talk show con Microsoft Italia e Reale Mutua per la presentazione di HubFarm di Gaetano Menna

I

l filmato introduttivo proposto all’assemblea di Confagricoltura (v. QR-Code a pag. 17) parte da un interrogativo: “Come possiamo fare meglio?” HubFam nasce così: dalla voglia innata delle imprese agricole di progredire. Per presentare il progetto, si è tenuto, nell’ambito dell’assemblea, un interessante talk show, condotto dalla giornalista del TG1 Maria Soave, a cui hanno partecipato, oltre al presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, il direttore generale della Società Reale Mutua di Assicurazioni Luca Filippone e, in collegamento video, l’amministratore delegato di Microsoft Italia Silvia Candiani. Microsoft è il partner tecnologico per costruire l’infrastruttura digitale di HubFarm, Reale Mutua - società da sempre al fianco degli agricoltori quello per perfezionare i servizi. In particolare Filippone ha ricordato come Reale sia nata, 194 anni fa, come società di mutuo soccorso ed abbia radici profonde nel contesto rurale; recentemente ha scelto di essere una ‘società benefit’, esaltando così il forte modello di sostenibilità che la guida. “L’evoluzione dei comportamenti della clientela impone delle priorità strategiche orienta-

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te, in particolare, all’innovazione e alla sostenibilità e proprio per questo - ha detto Filippone - che Reale Mutua non può lavorare solo sul modello tradizionale, ma è alla ricerca e sta spingendo per trovare nuovi ecosistemi nei quali integrarsi e svilupparsi. Insieme a Confagricoltura e Microsoft, vogliamo comprendere ancora meglio l’ambito dei bisogni delle imprese agricole, motore del-

Giansanti e Filippone

lo sviluppo del nostro Paese, per accompagnarle nella transizione digitale e sostenibile, attraverso una piattaforma innovativa, in grado di contribuire a migliorare l’efficienza aziendale e garantire il rispetto per l’ambiente che viene coltivato”. Microsoft, dal canto suo, è appar-


Tecno project sa fortemente affascinata dalle prospettive che si profilano con l’agricoltura di precisione, che è già una realtà, ma ha potenzialità enormi di sviluppo. “Siamo orgogliosi di aver messo a disposizione del progetto HubFarm la nostra piattaforma cloud e le nostre competenze, facendo ecosistema con Confagricoltura e Reale Mutua, con l’obiettivo - ha evidenziato Candiani - di innovare il settore agricolo italiano, renderlo competitivo sugli scenari globali e continuare sulla strada dell’eccellenza del nostro Made in Italy, in vista dei progetti di ammodernamento del settore previsti dal Pnrr”. “Attra-

verso la digitalizzazione dei dati è possibile puntare sull’agricoltura di precisione, dosare ad esempio i fertilizzanti solo quando necessario, la quantità ideale di acqua o prevenire eventi climatici grazie alla tecnologia - ha proseguito -. Sono esempi concreti già applicati, che hanno permesso un miglioramento delle coltivazioni. La tecnologia è al servizio dell’agricoltura ed il nostro compito, attraverso HubFarm, è di semplificare ed accelerare il processo. Tutto questo costituisce un primo fondamentale passo per aiutare l’agricoltore, creando un ecosistema aperto al cambiamento”. “HubFarm è stato modellato lun-

go tre anni di lavoro, seguendo l’evoluzione digitale e tecnologica, che è stata velocissima - ha concluso Giansanti -. Il progetto nasce dall’ascolto delle imprese, così da rendere disponibili a tutti gli strumenti che si profilano. Con HubFarm intendiamo sostenere un modello di sviluppo basato sull’innovazione, sulla sostenibilità e su valori importanti quali la tutela dell’ambiente, l’importanza della salute e della coesione sociale. Grazie i dati messi a sistema si daranno risposte agli impenditori agricoli per tutte le loro attività e si permetterà di posizionare al meglio i prodotti sul mercato”. nnn DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 15


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Svolta digitale

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Si avvia il progetto Hubfarm per accompagnare le imprese agricole nella transizione tecnologica ed ecologica di Valerio De Paolis

g

L’

GUARDA IL VIDEO

assemblea confederale è stata l’occasione per presentare “Hubfarm”, il progetto di Confagricoltura per accompagnare le imprese agricole nella transizione tecnologica, digitale ed ecologica. Il contesto storico impone un cambio di passo generalizzato, che riguarderà anche l’agricoltura e le imprese agricole. I mesi del lockdown hanno dimostrato come l’agricoltura, nonostante le difficoltà, sia in grado di assicu-

rare la fornitura di beni alimentari ai cittadini italiani ed europei. È evidente però che il settore agricolo ancora soffra di carenze strutturali ed infrastrutturali che limitano un adeguato accesso alle innovazioni tecnologiche. Il superamento di questi limiti consentirebbe all’agricoltura nazionale di collocarsi a livelli di eccellenza nella capacità di competere sui mercati internazionali, sia in termini quantitativi, sia qualitativi, riducendo anche gli impatti ambientali legati alle produzioni. Il principale obiettivo del progetto di Confagricoltura è quello di portare le imprese agricole al centro del contesto economico nazionale, costruendo una filiera che veda coinvolti gli operatori agricoli, gli sviluppatori, gli incubatori tecnologici ed il mondo della ricerca. Il progetto di Confagricoltura Agri Innovation Hub - ha dato vita ad una società operativa Hubfarm spa che, attraverso le Unioni provinciali di Confagricoltura, fornirà servizi ad alto valore aggiunto per le imprese agricole. Le Unioni avranno un ruolo fondamentale in questo processo, garantendo il contatto diretto con le imprese agricole e fornendo il supporto necessario per l’accompagnamento e il tra-

Confagricoltura affronterà l’avventura dell’hub assistita da grandi player sferimento tecnologico e digitale. Inoltre, per sostenere una operatività integrata e specifica per i settori delle tecnologie e dell’innovazione, Hubfarm stipulerà contratti commerciali di tipo esclusivo con player di alto livello. La società avrà dunque il compito di trasferire le innovazioni alle imprese agricole e di gestire i dati informativi raccolti, anche sulla base delle necessità del settore. Queste non saranno legate solamente alla produzione di beni alimentari, ma concorreranno ad innalzare il valore aggiunto delle produzioni, attraverso l’incentivazione delle filiere no-food ed in particolar modo quelle energetiche. Ciò permetterà, insieme alla transizione tecnologica e digitale, di avere anche una transizione ecologica reale. L’agricoltura dovrà fornire un supporto concreto nella produzione di energie sostenibili. Il tema e la gestione dei dati sarà fondamentale. Pertanto Confagricoltura ha previsto per Hubfarm spa la creazione, con la collaborazione di Microsoft, di un Big Data Warehouse, attraverso una

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Innovazione: il New Holland T6 Methane Power è il primo trattore di serie al mondo alimentato al 100% a metano, fondamentale per ridurre le emissioni di CO2

Giansanti: “La competitività non è legata solo alla qualità, ma anche al generare valore” piattaforma, motore del sistema, con l’obiettivo di semplificare anche i processi amministrativi, burocratici e di certificazione e che sarà utile per l’analisi e l’evoluzione di impatto legati ai processi di transizione tecnologica e digitale delle imprese che saranno coinvolte. L’accompagnamento delle aziende sarà

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a 360 gradi tutelandole anche dai rischi di impresa, prevedendo il coinvolgimento nel sistema di GAA (Gestione Assicurazioni Agricole). L’attività sarà partecipata da gradi player nazionali che operano su scala internazionale con competenze specifiche, soprattutto in campo del Digital and Technology Innovation. Il punto di forza sarà quello di avere capacità tecniche specializzate non sovrapponibili ed orizzontali, che permetteranno di sviluppare una verticalità nelle azioni e nei programmi, calibrati sulle necessità dei vari settori del comparto, dalla zoo-

tecnia, al vitivinicolo, l’ortofrutta. “Nel prossimo futuro le caratteristiche indicate dal mercato non saranno più solo riferite alla qualità intrinseca del prodotto, ma anche ai parametri che l’azienda produttrice deve rispettare per dimostrare di operare in modo sostenibile - ha commentato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. Di fatto, dunque, si sta lavorando per costruire un ambiente in cui le regole della competitività non siano più legate solo alla qualità dei prodotti, ma anche alla capacità delle produzioni di generare valore per l’uomo e l’ambiente. La produzione europea è già legata indissolubilmente alla qualità e quella italiana per motivi storici e culturali lo è più di tutte. La nostra produzione è dunque nella migliore condizione storico culturale per poter conquistare la leadership di questo modello innovativo.” L’obiettivo è ambizioso, ma il progetto rappresenta una grande opportunità per il settore agricolo, una nuova alba che permetterà all’agricoltura italiana di collocarsi su livelli produttivi e tecnologici, ma anche ecologici, concorrenziali rispetto agli altri Paesi europei e non, rispondenti alle esigenze e dei cittadini. nnn


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

Presentata a Roma l’indagine su etichette fronte pacco in sette Paesi dell’Osservatorio Waste Watcher International con Agrinsieme. Canadesi e russi preferiscono il sistema “a batteria”

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lla presenza del ministro per le Politiche agricole Patuanelli, Agrinsieme il 15 dicembre, a Roma, ha presentato i risultati dall’indagine “Le etichette fronte pacco in sette Paesi: Nutriscore VS Nutrinform”, a cura dell’Osservatorio Waste Watcher International diretto dal professor Andrea Segrè, monitorata con Ipsos, Università di Bologna e campagna Spreco Zero, in sinergia con Agrinsieme, Federalimentare, Federdistribuzione e Unioncamere. L’indagine offre un articolato report su base internazionale, visto che può contare su un campione rappresentativo di mille individui per ciascun Paese oggetto del rapporto, ovvero Italia, Spagna, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Canada e Russia, ed è stata condotta seguendo il metodo CAWI (Computer Assisted Web Interviewing). Ha approfondito il dibattito in corso sulle etichette alimentari e su come queste possano andare a influenzare il giudizio e le abitudini dei consumatori. La maggior parte dei consumatori di tutti i Paesi oggetto dell’indagine ha dichiarato di apprezzare le informazioni presenti nelle etichette fronte pacco. In media, il 36%

delle persone che hanno risposto ha spiegato che gradirebbe maggiori informazioni relative alla qualità dei singoli ingredienti, mentre il 49% ne vorrebbe di più sulla loro provenienza (addirittura il 58% in Italia e Germania). Un altro elemento a cui i consumatori sembrano prestare particolare attenzione è quello relativo alle informazioni nutrizionali (53%) e a quelle sugli ingredienti che possono causare allergie (51%). Emerge in modo chiaro come il consumatore dichiari di voler ricevere più informazioni sul cibo che acquista, soprattutto se queste ultime sono legate agli “effetti” che i prodotti potrebbero avere sulla salute. L’analisi, in particolare, ha preso in esame tre tipo-

Nutriscore vs Nutrinform

logie di etichette fronte pacco: quella attualmente in uso, basata sull’indicazione delle quantità dei valori nutrizionali; il sistema Nutrinform proposto dall’Italia, che indica l’apporto percentuale di grassi, zuccheri e sali rispetto all’assunzione quotidiana raccomandata; l’etichetta Nutriscore in uso in Francia, che associa ad ogni alimento un colore che ne indica il grado di salubrità. Nutrinform, il sistema di etichetta “a batteria” dei prodotti alimentari proposto dall’Italia, risulta essere, con punteggi molto simili a quelli dell’etichetta attualmente in uso nel nostro Paese, una delle modalità più apprezzate dal consumatore in relazio-

ne ai comportamenti e alle abitudini di acquisto. Nutrinform, infatti, risulta essere particolarmente apprezzato dai canadesi, con un indice di gradimento di 102, e dai russi (71); anche la tabella nutrizionale dell’attuale etichetta viene molto apprezzata, con un punteggio massimo di 110 in Canada e di 81 in Russia. Il Nutriscore, ovvero la cosiddetta etichetta “a semaforo”, è al contrario il sistema meno gradito, con indici negativi in tantissimi Paesi (con picchi di -109 in Italia e -94 in Canada), ad esclusione della Germania e della Spagna, che mostrano un indice di gradimento, seppur basso, di 35 e 6. (C. S.) nnn DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 19


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

Linee guida di Agronetwork Comitato di presidenza Agronetwork

Prima riunione del comitato di presidenza del think tank dell’agrofood con Sara Farnetti

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a nuova squadra di Agronetwork, l’associazione di promozione dell’agroindustria costituita da Confagricoltura, Nomisma e Università Luiss - Guido Carli, si è riunita a Palazzo Della Valle, in occasione del primo comitato di presidenza sotto la guida della neoeletta Sara Farnetti. Il dialogo tra agricoltura e industria, protagonisti nello scenario della sostenibilità ambientale, è fondamentale per l’evoluzione del sistema agroalimentare sempre più orientato verso i temi del cibo sano e sostenibile, della nutrizione, della longevità e della salute dei consumatori, con i quali è necessa-

rio confrontarsi attraverso un approccio scientifico. Ed è proprio nelle difficoltà di questo particolare periodo storico che il ruolo di Agronetwork assume maggior importanza. Occorre, infatti, promuovere ed agevolare lo sviluppo della competitività delle imprese agroalimentari e, più in generale, del patrimonio agroalimentare italiano, come dato identitario del Paese. “Possiamo riuscirci - ha detto Sara Farnetti - attraverso una strategia ancora più rivolta al territorio, alle imprese agroalimentari, maggiormente orientata al servizio, capace di cogliere i fabbisogni progettuali, di dialogo industria/agricoltura, di ricerca ed innovazione”.


Impegno su tre grandi direttrici: sostenibilità, salute e infrastrutture “La nuova presidenza di Agronetwork - anche a seguito di una riflessione sui temi di maggiore attualità da parte del comitato - vedrà tre grandi direttrici sulle quali si impegnerà in modo particolare: la sostenibilità, l’efficienza, la circolarità delle filiere agro alimentari e il recupero e la valorizzazione dei sottoprodotti in ciascuna fase produttiva e di servizio lungo la catena alimentare fino al consumatore finale; l’impiego funzionale e nutraceutico degli alimenti e delle ricette delle nostre tradizioni gastronomiche, con attenzione alla composizione delle diete ed al loro bilanciamento in un’ottica di personalizzazione; l’urgente infrastrutturazione e modernizzazione del nostro Paese, soprattutto delle aree interne, grazie anche alle risorse comunitarie, dal digitale alla ricerca genomica, dall’agricoltura di precisione alla gestione dei big data, dalla logistica alla interportualità”. (C. S.) nnn

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ECONOMIA CIRCOLARE E SALUTE CIRCOLARE

Al termine del comitato di presidenza la presidente Farnetti ha incontrato i giornalisti sul tema “economia circolare e salute circolare”. “È scientificamente provato - ha sottolineato Farnetti - che gli alimenti caratteristici del bacino del Mediterraneo, di alta qualità (provenienti da Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e Francia del Sud), siano tra i più salutari al mondo. Infatti, la Dieta Mediterranea è stata proclamata Patrimonio dell’Umanità. Il modello mediterraneo, personalizzato nelle quantità e nella combinazione degli alimenti, sposa perfettamente il concetto della sostenibilità ambientale e si contraddistingue per il suo equilibrio nutrizionale. Se i benefici per la salute di un’alimentazione basata sulla dieta mediterranea risultano ormai noti, quelli legati all’ambiente rappresenteranno una piacevole sorpresa per i consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità dei prodotti che acquistano. Un individuo utilizza in media dai due ai cinque litri di acqua al giorno per bere, mentre il consumo giornaliero di acqua virtuale (quella utilizzata per produrre il cibo) per alimentarsi varia dai 2.000 ai 5.000 litri a persona. La maggior parte degli alimenti dei quali è consigliato dalla comunità medica e scientifica un consumo più frequente sono anche quelli con una minore impronta idrica. DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 21


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

Crescita young Francesco Mastrandrea

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a Politica agricola comunitaria è cambiata, il budget previsto si è ridotto e alcune risorse prima destinate ai pagamenti diretti sono state riallocate su altre misure. Questo ci pone davanti ad una nuova sfida”. Così ha aperto l’assemblea dei Giovani di Confagricoltura, il presidente Francesco Mastrandrea. Pac e carbon farming i temi salienti dell’appuntamento che si è svolto a Palazzo della Valle, a Roma. “Con la nuova Pac agli agricoltori viene chiesto un maggiore impegno per la sostenibilità ambientale - ha proseguito Mastrandrea - ma con una riduzione delle risorse finanziarie”. Il presidente dei Giovani ha fatto riferimento allo scenario entro cui la nuova politica agricola comune si inserisce, sottolineando come ci troviamo davanti ad un’altra grande rivoluzione agricola, quella digitale, che può esser affrontata con la scienza e la tecnologia. “In quest’ottica bisogna guardare alla Pac - ha aggiunto Mastrandrea - come l’occasione per ridisegnare le aziende, guardando al

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mercato. L’impegno di Confagricoltura e di Anga su questo fronte prosegue: stiamo lavorando con il ministero delle Politiche agricole alla definizione degli eco-schemi, consapevoli di come la sostenibilità giochi un ruolo cruciale in questa sfida”. Quello della sostenibilità è stato il secondo tema al centro dell’assemblea dei Giovani, con un focus particolare sul carbon farming. A proposito di questo Mastrandrea si è detto soddisfatto del lavoro svolto dai gruppi di lavoro interni all’Anga che hanno trattato l’argomento, portandolo anche davanti alla platea del ‘Food & Science Festival’. “Il tema dei crediti di carbonio è cruciale per i prossimi anni e imprescindibile da quello dell’innovazione. Innegabili sono i vantaggi per gli agricoltori in termini di fertilità del terreno, mantenimento idrico e resistenza delle colture, ma il carbon farming rappresenta anche una fonte di reddito aggiuntivo. E in tal senso è di assoluto rilievo quanto comunicato a Confagricoltura dalla Commissione UE circa la presentazione nel secondo semestre 2022 di una proposta legislativa riguardante il sequestro del carbonio nei suoli agricoli”.

Politica agricola e carbon farming temi salienti dell’assemblea dei Giovani di Confagricoltura di Paola Castello

Mastrandrea ha ricordato, inoltre, come la sfida della transizione ecologica e della neutralità climatica sia molto ambiziosa, ma che possa essere vinta grazie all’impegno di imprese agricole aperte all’innovazione tecnologica e in grado di far fronte agli investimenti necessari per la sostenibilità ambientale. “Il nostro impegno prosegue con convinzione - ha concluso il presidente - e ci vede occupati su più fronti, dalla nuova Pac, al Pnrr, fino al Green Deal, per portare le istanze dei giovani imprenditori sui tavoli dei decisori politici”. nnn


Famiglia 2.0 Assemblea Fiiaf sul ruolo delle PMI agricole. Carlo Lasagna riconfermato presidente

di Alessandra Porro

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nnovazione, sostenibilità, competitività, formazione e progetti con le scuole, servizi alla società civile con il patronato, riequilibrio della filiera produttiva, accesso al credito”. Sono questi gli obiettivi definiti da Carlo Lasagna, riconfermato presidente della Fiiaf, la Federazione che riunisce 150.000 imprese agricole familiari associate a Confagricoltura. “La produzione alimentare nel legame con il territorio appartiene al Dna delle imprese agricole familiari, da sempre custodi atten-

te dei paesaggi e delle tradizioni locali. Esse rappresentano un importante modello organizzativo che si sviluppa attraverso le generazioni. Sono imprese attive, dalle quali la famiglia trae il reddito principale. Devono quindi essere le prime destinatarie delle risorse della Pac - ha sottolineato Lasagna -. Inoltre, mai come in questo momento serve la nostra voce di sindacato per difendere e tutelare, attraverso un confronto costante sui tavoli istituzionali, i bisogni, ma anche le proposte della nostra base associativa”. “Fiiaf ha messo tra le prime finalità del proprio statuto, da poco rinnovato, il sostegno all’innovazione e alla ricerca. Occorre però che le istituzioni accompagnino il processo di ammodernamento del settore con interventi concreti e facilmente fruibili - ha concluso -. Non ci può essere sostenibilità ambientale se prima non si definiscono basi solide per quella economica”. Parlando dei prossimi impegni, Carlo Lasagna ha annunciato l’imminente costituzione di un Tavolo tecnico sull’innovazione per un confronto tra mondo imprenditoriale e istituzioni, volto a discutere dei temi cruciali per lo sviluppo sostenibile delle impre-

Carlo Lasagna

se e dell’agricoltura italiana. Il presidente di Fiiaf, Carlo Lasagna, sarà affiancato dai vicepresidenti Danila Massaroli (vicario, Ravenna), Alberto Faccioli (Rovigo) e Nicola Gatta (Foggia), designati dal Consiglio Direttivo il 14 dicembre). Consiglieri eletti sono: Michele Ambrosio (Napoli), Gianpietro Boieri (Bergamo), Luciano Bortolan (Bologna), Stefano M. Boschetto (Latina), Renato Delsignore (Vercelli), Graziano Giacosa (Cuneo), Paola Granata (Cosenza), Josef Haller (Bolzano), Diodato Menè (Chieti), Giuseppe Modica (Palermo), Elena Neri (Grosseto), Antonio Palumbo (Salerno), Marzio Pattaro (Padova), Corrado Sanna (Oristano), e Lorenzo Severgnini (Cremona). Lasagna conduce insieme al fratello un’impresa familiare a San Benedetto Po, in provincia di Mantova, dove produce mais, grano tenero e duro, soia ed erba medica. L’impresa lavora a stretto contatto con gli altri attori della filiera, in particolare con gli allevatori di suini, soprattutto quello pesante tipico della zona, e quelli di vacche da latte per la produzione di Parmigiano Reggiano. nnn DICEMBRE 2021| MONDO AGRICOLO | 23


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Assistenza, inclusione e dignità Giansanti, Santori e Garbellini

All’Assemblea Anpa Garbellini e Santori indicano tre direttrici su cui intervenire per gli anziani anche con fondi Pnrr di Elisabetta Tufarelli

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l nostro Paese e il mondo intero hanno dovuto affrontare una pandemia senza pari, che ha colpito, in particolare, i nostri anziani. Ci auguriamo di lasciarla presto alle spalle per costruire un mondo migliore, attento alle esigenze dei nostri pensionati. Mi riferisco ad un reddito dignitoso, all’inclusione sociale, all’invecchiamento attivo e all’efficacia del sistema sanitario nazionale. Come associazione continueremo ad impegnarci per far applicare le politiche a

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favore degli anziani e dei pensionati”. Lo ha affermato Rodolfo Garbellini, presidente dell’Associazione nazionale pensionati di Confagricoltura (Anpa), durante l’assemblea che lo ha confermato alla guida per il prossimo quadriennio. Certamente, come è stato sottolineato nei diversi interventi, gli anziani sono la fascia più colpita da questa infinita ondata virale. Quella che riguarda i senior è una vera emergenza: dall’emarginazione di chi non ricopre più un ruolo attivo nella società, alla solitudine; dalle carenze del servizio sanitario nazionale e delle RSA, alla mancanza di assistenza domiciliare. Ha anche sottolineato il grave rischio di povertà che corrono i pensionati, in particolare gli autonomi, per l’inadeguatezza del sistema: quasi il 60% delle pensioni erogate dall’Inps nel 2020 hanno un importo inferiore a 750 euro. Nella

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sua ampia relazione il vicepresidente vicario Angelo Santori si è soffermato, in particolare, sulla situazione dei pensionati. “L’Italia - ha detto - è il Paese delle forti contraddizioni demografiche, con un tasso di nuovi nati e di giovani più basso al mondo e una delle percentuali più alte di anziani, con problemi conseguenti di sostenibilità dei sistemi previdenziali e sanitari; ed a loro dedica poche risorse rispetto agli altri Paesi europei. Ci impegneremo, anche con il Cupla (il coordinamento delle associazioni degli anziani), per risolvere, anche con le risorse del Pnrr, i gravi problemi che riguardano tre direttrici: la salute, l’assistenza e la disabilità; l’invecchiamento attivo e l’inclusione; la previdenza, con l’adeguamento dei trattamenti pensionistici, per permettere, dopo una vita di lavoro, una vecchiaia dignitosa”. nnn

ESECUTIVO ANPA CONFERMA GARBELLINI E SANTORI

Il comitato esecutivo di Anpa ha confermato Rodolfo Garbellini a presidente ed Angelo Santori a vicepresidente vicario; ha quindi eletto vicepresidenti Antonio Zampedri (Brescia) e Americo Cretaro (Frosinone). Cristofaro Imperato (Napoli) è stato nominato componente del comitato esecutivo. Il nuovo consiglio è composto anche da Ernesto Balma (Torino), Vittorio Brianti (Parma), Michele D’Apolito (Foggia), Maria Daville (Alessandria), Calogero Farruggia (Agrigento), Giovanni Occhioni (Sassari), Antonio Paradiso (Benevento), Carlo Sivieri (Ferrara), Matteo Spairani (Pavia) e Carlo Lasagna (FIIAF).


Il giardino invisibile

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a dicembre nel quartiere di Tor Marancia a Roma, nel cortile dell’istituto per persone cieche e ipovedenti, Sant’Alessio - Maria di Savoia, è possibile visitare il Giardino Invisibile: uno spazio verde, frutto della collaborazione tra la struttura e la onlus di Confagricoltura, Senior L’Età della Saggezza, che ne ha sostenuto la realizzazione coinvolgendo nei lavori le aziende Assiverde e Vivai Frappetta. Il Giardino Invisibile è stato pro-

Mons. Piovani, Organtini (Sant’Alessio), Santori (Confagri) e arch. Ghezzi

gettato pensando alle persone che lo vivranno: un percorso lungo il quale ci si puo’ orientare con i sensi dell’olfatto, dell’udito e del tatto. Un lavoro svolto dalla giovane architetto romana, Eleonora Ghezzi, che si è confrontata a lungo con Amedeo Piva e Antonio Organtini, rispettivamente presidente e direttore dell’istituto, per comprendere quale fosse il ruolo che il verde rivestiva nella quotidianità degli ospiti della struttura. Ad accogliere il visitatore c’è un pergolato dal quale pendono delle canne di bambù: la pergola sonora; subito dopo il giardino odoroso: un orto di piante aromatiche. Al centro è posizionato il giardino produttivo, che ospiterà laboratori e altre attività. Quindi, la fontana dei sensi: una sezione circolare in roccia di peperino, sulla quale scivola una piccola sorgente d’acqua, e il giardino soffice: fatto di sabbia su cui camminare e su cui si affacciano piante di piume della pampa. Infine, intorno a un imponente eucalipto (la pianta più antica del cortile), si sviluppa un percorso in legno a spirale che conduce a delle sedute disposte intorno al tronco. “Apriamo al pubblico il Giardino Invisibile nel giorno in cui si

All’istituto Sant’ Alessio percorso sensoriale per non vedenti realizzato con Onlus Senior di Francesco Bellizzi

festeggia Santa Lucia, protettrice degli occhi e dei ciechi, ma la mia speranza è che diventi un luogo vissuto dall’intero quartiere di Tor Marancia”, ha detto il direttore del Sant’Alessio durante la conferenza stampa a cui hanno partecipato anche monsignor Carlo Maria Piovani, delegato della Santa Sede e Barbara Funari, assessore al Sociale del Comune. Una speranza a cui si unisce anche il presidente di Senior L’Età della Saggezza, Angelo Santori: “Il valore di questo giardino va oltre le mura di questo istituto. Spero, dunque, che diventi un luogo di ritrovo e di socialità per tutti i cittadini”. nnn DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 25


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Oddi Baglioni confermata presidente dell’associazione femminile. Imprenditrici protagoniste di Gaetano Menna

Sfida donna

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La nuova squadra. Alessandra Oddi Baglioni con vicepresidenti e consigliere.

alla resilienza alla crescita. Questo l’obiettivo che si dà Confagricoltura Donna per il prossimo triennio. Lo ha detto la presidente dell’Organizzazione delle imprenditrici di Confagricoltura Alessandra Oddi Baglioni, nella sua relazione all’assemblea generale che l’ha riconfermata per il prossimo triennio al vertice dell’associazione. Nominate anche le due vicepresidenti: Maria Pia Piricò (Sicilia) e Rosanna Scipioni (Emilia Romagna). A completare il consiglio direttivo Paola Sacco (Piemonte), Orsola Balducci (Lazio) ed Elisa Aquilano (Puglia). “In questi tre anni - ha sottolineato Oddi Baglioni - ho cercato di traghettare l’associazione attraverso un mondo molto complicato e molto difficile e le battaglie che ci aspettano sono ancora tante rispetto a quelle che abbiamo affrontato”. Quindi ha fatto un excursus sulle tante iniziative svolte dal 2019 ad oggi, nonostante la pandemia. Sempre vivo l’impegno dell’associazione pure

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per superare le disuguaglianze di genere e contro la violenza alle donne. Ha quindi affrontato la situazione socio-economica. “Molte le novità che vengono da Bruxelles - ha ricordato Oddi Baglioni -. Si sta delineando un percorso di crescita delle imprese, alimentato dalla programmazione del piano strategico nazionale relativo alla nuova Pac, dal Pnrr, dagli impegni per la transizione energetica definiti dal Green Deal. Le imprenditrici agricole vogliono essere protagoniste del rinnovamento, investendo e puntando sulle nuove opportunità che vengono, ad esempio, dalla multifunzionalità e dalle agroenergie”. A Cristina Tinelli (responsabile della sede confederale di Bruxelles) è toccato poi fare il punto sulla nuova Pac. E Christiane Lambert, presidente del Copa (Comitato delle Organizzazioni Professionali Agricole) e della Fnsea (Fédération nationale des syndicats d’exploitants agricoles) ha espresso l’impegno delle Organizzazioni agricole europee per rilancia-

re l’imprenditoria femminile. Si è quindi parlato di rilancio e di come supportare le imprese femminili. Valentina Giarletta, responsabile dei rapporti con Associazioni Consumatori e Pmi di Enel Italia ha rimarcato come la sinergia Enel-Confagricoltura ponga le condizioni per coniugare in modo armonico soluzioni energetiche efficienti e sostenibili con la vocazione agricola del suolo. Federica Garbolino, responsabile Sviluppo Mercato e Servizi di Invitalia (l’agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del ministero dell’Economia) ha parlato degli incentivi nazionali che favoriscono la nascita di nuove imprese e startup innovative. Maria Cristina D’Arienzo, responsabile per il Credito di Confagricoltura, ha sottolineato il compito di impostare, in una logica nuova, i rapporti tra finanza, credito e imprese del settore. Ed a proposito degli investimenti, la presidente di Confagricoltura Donna ha espresso preoccupazione per il fatto che il ‘Fondo impresa donna’, istituito con decreto interministeriale, abbia escluso le imprenditrici agricole, ammettendo solo le imprese che si occupano di trasformazione agricola. “Ne va - ha concluso - della competitività del sistema produttivo e della tenuta delle aziende del settore primario”. nnn


Italia-F rancia palla al centro

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T T U ALI TÀ EUROPA

Da sx: Macron, Mattarella e Draghi

Agricoltura in primo piano nel Trattato del Quirinale firmato da Draghi e Macron di Francesco Bellizzi

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l Trattato del Quirinale rappresenta per Italia e Francia il ritorno ad un bilateralismo interrotto circa due anni fa. Voluto fortemente dal presidente della Repubblica, Sergio Matterella, l’accordo firmato lo scorso novembre a Roma da Mario Draghi e Emmanuel Macron dedica alle politiche agroalimentari un corposo paragrafo. Collaborazione e unità di vedute sono i principi su cui i due Paesi vogliono ripartire per una politica agricola condivisa. Una ritrovata intesa, forte del dialogo avviato recentemente dai due rispettivi settori primari, come accaduto con la condivisione dei dubbi sulla nuova politica agricola comune tra Confagricoltura, Fnsea (principale associazione dei sindacati agricoli d’oltralpe) e Comité Général de la Coopération Agricole de l’Union Européenne. Analizziamo i passaggi principali dedicati al settore agricolo. I due Paesi lavoreranno insieme per la “protezione degli ecosistemi naturali e rurali, il risanamento e la protezione delle acque e del

suolo” e si impegnano “a sostenere progetti di lotta alla deforestazione, in particolare in seno al partenariato delle dichiarazioni di Amsterdam”, firmato dalle Nazioni Unite nel 1998. Parole non usate a caso, ma che ricalcano gli ambiti su cui il Next Generation Eu concentra i circa 9 miliardi di euro destinati all’agroalimentare continentale. Italia e Francia, continua il Trattato, “lavorano insieme per garantire il raggiungimento di obiettivi globali sulla biodiversità ambiziosi”, rilanciando quanto previsto dalla Convenzione del 1992 sulla diversità biologica delle Nazioni Unite e dalla Convenzione Onu del 1994 contro la desertificazione. Poi, la previsione dell’impegno “a sostenere, proteggere e promuovere, sia nell’Unione Europea che nei Paesi terzi, a livello bilaterale, plurilaterale e multilaterale, le denominazioni d’origine e le indicazioni geografiche registrate nell’Unione Europea”. Se si parla di Dop e Igp, è impossibile non pensare all’importanza che ha


I due Paesi lavoreranno per la sostenibilità e la sovranità alimentare

il mercato francese, che anche quest’anno si conferma il secondo per dimensioni dopo gli Usa, con una crescita di 11 punti percentuali per l’export italiano. L’accordo romano prevede anche l’impegno congiunto nella “lotta contro gli sprechi alimentari e nella gestione del rischio, nonché su progetti di sviluppo sostenibile nell’ambito delle filiere agro-alimentari e dell’agricoltura biologica”. Da una collaborazione per l’ammodernamento tecnologico e di

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governance delle filiere produttive, l’Italia ha soltanto da guadagnare. Basti dare un’occhiata al valore che l’export delle filiere agroalimentari italiane hanno raggiunto nel secondo semestre di quest’anno: 5,6 miliardi di euro di esportazioni per un valore complessivo di 10,8 miliardi. I primi della classe restano i distretti vitivinicoli che, dopo la flessione delle esportazioni del 2020 (-2,1%), quest’anno hanno chiuso il primo semestre con un +15,5 percento (fonte: direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo). Il Trattato pone anche le basi per un rinnovato confronto sul Nutriscore, il sistema di etichettatura nutrizionale a colori contro il quale l’Italia si è schierata fin dal primo momento e che dopo una prima fase di solitudine, sembra aver fatto breccia a Madrid. Anche Parigi ha assunto recentemente una posizione più laica. Non più tardi di un mese fa il ministro dell’Agricoltura, Julien Denormandie, ha chiarito che senza unanimità nell’Unione non imporrà il sistema promosso dai Paesi del Nord. Insomma, restano i distinguo, ma il confronto c’è. “Con la Francia abbiamo una profonda

diversità di posizioni sul sistema Nutriscore”, ha detto al riguardo Massimiliano Giansanti, aggiungendo però che il Trattato del Quirinale dà vita a “una nuova sede formale di dialogo per provare a superare le differenze”. “Le parti - prosegue l’accordo - agiscono di concerto a livello europeo per favorire la resilienza, la sostenibilità e la transizione del sistema agricolo e agroalimentare, garantendo al contempo la sovranità alimentare dell’Unione Europea”. Un passaggio che va ad aggiungersi all’annuncio di Parigi di voler usare il suo semestre di presidenza dell’Ue (che inizierà dal 1° gennaio prossimo) per inserire la cosidetta “clausola a specchio” negli accordi commerciali tra Europa e Paesi terzi. Un’intenzione che piace anche a Confagricoltura, perché garantirebbe che le importazioni agroalimentari extra-Unione siano in linea con le regole comunitarie in materia di sicurezza alimentare, di tutela sociale e protezione delle risorse naturali. Un tale impegno darà i suoi risultati anche su un altro fronte importante: la lotta alla contraffazione dei marchi che, dal punto di vista operativo, viene rafforzata di riflesso con la previsione di una più stretta collaborazione tra le polizie e le magistrature dei due Paesi. nnn

A GENNAIO TAVOLO ITALIA-SPAGNA SU DIETA MEDITERRANEA

“La decisione dei ministri dell’Agricoltura italiano e spagnolo, Patuanelli e Planas, dell’apertura a gennaio di un tavolo di lavoro europeo a tutela della Dieta Mediterranea è un’ottima iniziativa. Sarà importante lavorare in sinergia con gli spagnoli per valorizzare una delle diete alimentari più salubri al mondo e spesso posta sotto attacco”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti che ha evidenziato come il lavoro che sarà svolto assumerà un rilevante significato, ancor più tenendo presenti le decisioni che la Commissione europea dovrà prendere l’anno prossimo sull’etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari. Sulla questione del Nutriscore esiste al momento una diversità di posizioni tra i due Paesi che l’attivazione del tavolo potrà consentire di superare; considerato anche il fatto che i produttori spagnoli di olio d’oliva e di prodotti del settore suinicolo hanno contestato il metodo di etichettatura basato sugli ingredienti senza riferimento alle quantità. I prodotti della Dieta Mediterranea sono particolarmente apprezzati dai consumatori di tutto il mondo e le esportazioni agroalimentari dei due Paesi assommano a circa 110 miliardi di euro l’anno. DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 29


FOCUS VERDE

Master a Venezia per formare operatori per la gestione selvatici. Intervista al direttore scientifico Marco Olivi

Amministrar

di Valerio De Paolis

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resso l’Università Ca’ Foscari di Venezia si terrà la quinta edizione dell’interessante Master in “Amministrazione e gestione della fauna selvatica”, le cui iscrizioni sono previste entro il 17 gennaio 2022. Il corso - che, volendo, potrà essere fruito anche interamente online - si svolgerà da febbraio a novembre 2022 (info a pag. 33). Ne parliamo con il direttore scientifico, prof. Marco Olivi.

Prof. Marco Olivi

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I danni da fauna selvatica e le imprese agricole. Prof. Olivi quali sono gli strumenti giuridici disponibili? Il tema è ampio e va detto subito che i maggiori problemi per la tutela delle aziende dipendono in parte da carenze normative, ma molto di più da carenze nell’attuazione di previsioni normative che già ci sono. È importante cogliere questa distinzione per evitare di chiedere nuove norme e poi accorgersi che nulla è cambiato, perché la questione è un’altra e cioè quella di far funzionare le norme esistenti. Per accennarne brevemente, prendiamo l’esempio degli indennizzi e dei risarcimenti dei danni. Possiamo identificare tre ordini di problemi. Il primo: solo di recente la giurisprudenza comincia a riconoscere la responsabilità dell’amministrazione che non abbia adottato strumenti di gestione della fauna, ma l’indirizzo deve consolidarsi e soprattutto estendersi anche alla cattiva gestione oltre che all’assenza di gestione. Il secondo: l’eccesso di burocratizzazione che tende a scoraggiare le domande di risarcimento e di indennizzo. Il terzo: l’assenza di criteri uniformi di valutazione

dei danni. Dal lato invece della prevenzione lo strumento principe è costituito dal controllo regolato dall’art. 19 della legge 157/92. Sul punto vi è una grossa novità. Dopo molti anni la Corte Costituzionale ha legittimato le Regioni a ricorrere a personale volontario, in pratica cacciatori muniti di specifica abilitazione. Il tempo dirà se questo strumento può funzionare, o meglio a quali condizioni potrà funzionare. Qualche idea al master ce l’abbiamo e programmeremo un convegno su questo tema. Perché nasce e cosa l’ha spinta a pensare ad un master in Amministrazione e gestione della fauna selvatica? Ho pensato a questo master notando quanto spesso le scelte gestionali in materia di fauna selvatica venissero censurate nelle aule giudiziarie. Giusto per fare l’esempio di quest’anno, i calendari venatori di quasi tutte le Regioni sono


«Abbiamo scelto di non limitare l’accesso al Master a lauree predefinite»

e la fauna stati sospesi dai Tribunali amministrativi regionali. Mi sono detto che probabilmente dipendeva dal fatto che per gestire la fauna non sono sufficienti competenze in materia di zoologia ed ecologia, ma anche di diritto, visto che queste scelte devono tradursi in regolamenti, piani, programmi, provvedimenti. Questi sono tutti atti giuridici per i quali occorrono competenze giuridiche. Sappiamo tutti invece che, mentre nessuno si sognerebbe mai di operare una appendicite senza una laurea, una specializzazione e un consistente apprendistato in medicina e chirurgia, molti si sentono in grado di redigere regolamenti o provvedimenti senza aver sostenuto neppure un esame di diritto. E i risultati si vedono. Ho quindi ritenuto essenziali due pilastri per formare un operatore competente: lo studio della biologia e quello del diritto. Ne ho poi aggiunti altri due: l’economia e l’etica. L’econo-

mia perché ogni scelta gestionale, come dimostra la prima domanda, produce effetti economici. L’etica perché mi sono accorto che molto spesso, soprattutto quando le scelte gestionali conducono all’abbattimento di animali viene sollevata la questione etica. E questo è giusto, perché senz’altro vi è un problema etico quando si deve decidere se abbattere un animale o addirittura tutta una popolazione. Tuttavia molto spesso dietro alla questione etica si celano posizioni ideologiche o emotive. Nulla di male, ma un professionista che opera nel mondo della fauna deve padroneggiare anche gli strumenti dell’etica con approccio scientifico. Qual è il profilo in entrata? In altre parole il master a chi si rivolge? Il master in amministrazione e gestione della fauna selvatica si rivolge ad una platea molto ampia. Innanzitutto, premesso che è necessaria la laurea (è sufficiente quella triennale) essendo appunto un master post lauream, abbiamo scelto di non limitare l’accesso a lauree predefinite. Nel nostro corso sono presenti studenti che provengono da un percorso tecni-

co scientifico (laureati in biologia, agraria, scienze forestali, veterinaria), dalla laurea in giurisprudenza o economia, ma anche laureati in lettere e in filosofia. Sottolineo anche, dopo l’esperienza di questi anni, che l’eterogeneità della provenienza si è rivelata una forza del master, perché ciascuno studente ha dovuto imparare a interloquire con approcci diversi dal proprio. Anche l’età degli studenti è variabile: vi sono giovani laureati, ma anche funzionari che già operano nel campo della gestione della fauna e intendono colmare le carenze di cui parlavo prima. Vi sono aziende e associazioni che fanno frequentare il master a propri dipendenti o a propri associati perché ritengono necessario dotare la stessa azienda o l’associazione di personale competente nel campo della gestione della fauna selvatica. Vi sono studenti che lavorano in altri campi, ma stanno valutando la possibilità di dare un colpo di barra alla loro vita professionale, per indirizzarla su competenze che li appassionano di più. Vi sono anche studenti che non cercano uno sbocco professionale ma vogliono approfondire una materia che li appassiona; molto spesso questi studenti sono vicini al mondo venatorio o, al contrario, al mondo animalista. Ovviamente il master offre una formazione scientifica ed è equidistante da questi diversi approcci ideologici. Che figura viene formata? Il master forgia una figura professionale in grado di gestire e amministrare la fauna selvatica. Sembra banale rispondere con il titolo stesso del master, ma è così. E tengo a sottolineare da un lato che la situazione attuale, come dimostra la prima domanda, necessita di questa figura professionale, e d’altro lato che non vi sono percorsi di studi né universitari, né master DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 31


FOCUS VERDE

post lauream, pensati per creare un operatore che sappia al tempo stesso applicare competenze scientifiche padroneggiando i necessari strumenti giuridici e tenendo presente quelli economici, ma anche i riflessi etici di ogni scelta. È ben vero che vi sono altri master sulla fauna selvatica sia in Italia sia in Europa (per altro in due di questi, uno in Italia e l’altro a Barcellona, insegno anch’io). Tuttavia o costituiscono approfondimenti di specifiche competenze, come la biologia, oppure il diritto, oppure la comunicazione, o sono orientati a specifici obbiettivi come la conservazione. Orbene, secondo noi, la sfida è giungere ad un operatore che invece sappia far sintesi di queste competenze, perché tutte sono necessarie per amministrare la fauna selvatica e sappia anche inserire specifici obbiettivi, come per esempio la conservazione, in una più ampia visione gestionale. La legge 157/1992, luci e ombre di una normativa ormai da aggiornare, quali sono le sue considerazioni? La legge 157/92 nasce in un contesto molto diverso da quello attuale. Innanzitutto pur se è datata 1992, in realtà nella sua struttura essenziale risale agli anni ’70. È stata quindi pensata come una legge di protezione della fauna e di regolamentazione dell’attività venatoria, come infatti è intitolata, sulla base di un’idea di conservazione rispetto alla caccia. Il vizio d’origine ha comportato effetti perversi. Primo fra tutti che è l’unica legge di protezione della fauna. Dunque è assente una legge generale di protezione della fauna che sia idonea cioè a salvaguardare specie indipendentemente dal tipo di minaccia e cioè da minacce diverse dalla caccia. Poi vi è un altro problema: il contesto attuale è completamente cambiato sia dal lato della fauna, sia dal lato dell’attività venatoria. Dal lato della fauna vi sono specie che sono aumentate in maniera considerevole. Negli anni ’70 vedere un cervo era come vedere 32 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2021

un animale esotico; ora i cervi arrivano fin dentro gli abitati, per non parlare degli incidenti stradali. Negli anni ’70 se si pensava al cinghiale si pensava alla Toscana, ora sono la causa forse maggiore di danni all’agricoltura in tutta Italia. D’altro lato i cacciatori sono, potremmo dire, una specie ormai in via di estinzione: decrescita continua del numero di licenze rinnovate ed età media (o meglio anzianità media) sempre più elevata. Quindi senz’altro la legge 157/92 andrebbe aggiornata. Ma svolgo due considerazioni. Prima di tutto andrebbe verificata la reale applicazione per quelle parti che sarebbero tuttora valide come negli esempi che ho fatto nella prima domanda. Seconda considerazione: è un rischio modificare una legge come questa, che per sua natura è fortemente condizionata da orientamenti emotivi, in assenza di una forte maggioranza parlamentare. Vi è il rischio che le scelte non siano orientate nell’ambito di un’ampia visione strategica diretta alla salvaguardia della natura (non di singole specie, o peggio di singoli individui), in una prospettiva di sostenibilità e quindi anche in rapporto all’economia e alle attività umane. Il rischio è che le scelte siano dettate dall’accaparramento di simpatie dell’elettorato fomentando contrapposizioni ideologiche e radicali sul modello dei talk show anziché sull’analisi di dati. Ci può essere un equilibrio tra natura e agricoltura? In una simpatica intervista condotta del noto conduttore Patrizio Roversi che riguardava i danni da cinghiali mi è stato chiesto se stavo dalla parte dell’agricoltore o dalla parte dei cinghiali. La mia risposta è stata tagliata per ragioni di tempi televisivi, allora sfrutto l’occasione per riproporla qui. Io amo gli animali, soprattutto quelli selvatici. Anzi ho fondato questo master proprio per la passione che provo verso la fauna selvatica. Sono convinto

però che amare gli animali non significa farne un totem, qualcosa da adorare come il vitello d’oro che ha scatenato l’ira di Mosè nella Bibbia. Sono convinto che amare gli animali selvatici significhi creare le condizioni per una convivenza con l’uomo. Ma non solo con l’uomo, anche tra specie ed altre specie. Mi spiego. Molto spesso si affaccia un’idea animista della natura. L’animismo però, cioè l’idea che ogni fenomeno o cosa sia dotata di anima e di pensiero, e che quindi la natura crei da sola condizioni di equilibrio, è una concezione infantile. Per smentire questa idea basta un esempio: non è che i cervi sfruttino il sottobosco facendo attenzione a non distruggerlo per evitare il rischio di far estinguere il gallo cedrone. Non è che i cinghiali grufolano facendo attenzione a non toccare i nidi dello succiacapre o di altri uccelli la cui popolazione è fortemente minacciata. Possiamo dirla così: la natura è sempre in equilibrio, sia con il cambiamento climatico, sia con una glaciazione che distrugge la gran parte delle forme di vita, sia con un pioggia di meteoriti che le distrugge tutte. La natura è in equilibrio con certe specie, ma anche senza se sono sopraffatte da altre, ed è in equilibrio con l’uomo ma anche senza l’uomo. Per farla breve il problema non è un equilibrio che giovi alla natura, perché la natura procede sempre in qualunque condizione. Il problema è conseguire un equilibrio della natura che giovi all’uomo. In altre parole l’equilibrio della natura è sempre una scelta umana. Quindi, per rispondere alla domanda: certo che ci può essere equilibrio tra natura e agricoltura, perché sta all’uomo trovare il miglior ambiente in cui stare per il presente e per le generazioni future. Senza dimenticare che una scelta sostenibile non può certo trascurare le esigenze primarie dell’uomo e che queste sono prima di tutto soddisfatte grazie all’agricoltura. nnn


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Confagri incontra i rappresentanti del Cepf. Fronte comune ai tavoli della politica

di Francesco Bellizzi

L

a Confederazione europea dei proprietari forestali (Cepf) è una realtà che riunisce al suo interno venti confederazioni nazionali e vari enti internazionali associati. Complessivamente rappresenta 14 milioni di soggetti, titolari del 60% delle aree forestali europee. Dal 2019, tra i soci dell’associazione c’è anche Confagricoltura. Lo scorso fine novembre il responsabile del network del Cepf, Hubert de Schorlemer e il segretario generale Fanny Pomme Langue (in diretta streaming), sono stati ospiti della Fnp Risorse boschive e coltivazioni legnose e del suo presidente, Enrico Allasia. L’incontro, tenuto a Palazzo della Valle, rientra nel confronto in corso tra Confagricoltura e Cepf sulla linea da assumere sui tavoli in cui si sta definendo la strategia di gestione del patrimonio boschivo del Vecchio Continente. Il consorzio europeo ha un approccio critico, ma costruttivo alle politiche comunitarie, che de Schorlemer definisce “green, ma troppo poco vicine alla quotidianità degli operatori del settore”. Lo dimostra la disomogeneità tra le diverse politiche che si ritrovano nel New Green Deal europeo. Un esempio, hanno spiegato i due rappresentanti dell’associazione, è la definizio-

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Network dei

ne di “degrado forestale” contenuta nel nuovo regolamento sulla deforestazione. Una definizione strettamente legata alla classificazione di quali siano le pratiche sostenibili, senza però approfondire le modalità con cui operare. “Per noi la gestione attiva dei boschi è un elemento fondamentale - ha commentato Hubert de Schorlemer -. Invece, la nostra impressione è che la Commissione Europea sia orientata verso l’idea della crescita na-

turale dei boschi con interventi umani molto limitati. Il rischio è che si vada verso una sbagliata interpretazione di sostenibilità delle attività forestali - ha aggiunto - con una conseguente acutizzazione dello scontro con il mondo ambientalista e un rallentamento del processo di modernizzazione della filiera”. Il primo a risentire di regole troppo conservative e limitanti sarebbe l’obiettivo - che la stessa Ue si è data - di potenziamento


de Schorlemer: “Politica Ue non rallenti il processo di modernizzazione”

boschi

Allasia e de Schorlemer

delle infrastrutture verdi. Spesso, infatti, le imprese forestali si trovano a non poter utilizzare i macchinari più moderni proprio a causa della carenza di reti viarie che ne permettano la circolazione in sicurezza. Un guaio. In particolare per i Paesi, tra cui l’Italia, caratterizzati da zone boschive in altura; sirtuazione che alza i costi di gestione rispetto a

chi opera in boschi pianeggianti, come accade in Germania e Francia. Sia Allasia che de Schorlemer non vedono nella strategia Ue un’attenzione a queste differenze morfologiche. “Ecco perché è importante la presenza di Confagricoltura nel Cepf - ha aggiunto il responsabile del network dell’associazione -. Attualmente, il 45% del nostro bilancio è rappresentato dalla Germania, e un altro 15-20 deriva dal contributo di Finlandia e Svezia. È

importante che anche i Paesi del Bacino Mediterraneo siano presenti per far sentire la propria voce”. Enrico Allasia è d’accordo. “Nonostante l’estensione dei boschi abbia raggiunto gli 11 milioni di ettari con un incremento in dieci anni di 587 mila ettari - ha detto il presidente della federazione di Confagricoltura - sfruttiamo solo il 30% dell’intero patrimonio boschivo, con la conseguenza che l’Italia importa il 70% del suo fabbisogno interno. Siamo i primi per import di legna da ardere e per semilavorati, quarti per la produzione di scarti destinati a produzione di energia da biomasse”. Meno univoche sono le posizioni del Cepf e di Confagricoltura sul tema delle bioenergie. I rappresentanti dell’associazione europea dei proprietari di boschi si sono mostrati prudenti: “Temiamo l’influenza dei grandi gruppi industriali del settore energetico e preferiamo mantenere una distanza che garantisca la nostra indipendenza”. Diversa è la posizione di Allasia che, nella produzione di energia termoelettrica da scarti legnosi, vede un’occasione sia di integrazione al reddito per gli imprenditori, sia di ottimizzazione dei processi produttivi. Per il presidente della Fnp è fondamentale sburocratizzare il sistema e potenziare la programmazione. “Ottenere le autorizzazioni al taglio è difficile e i piani di assestamento e di gestione sono pochi e tutti concentrati nel Nord Italia. L’incontro con de Schorlemer e Pomme Langue - ha aggiunto Allasia - è stata un’occasione importante. Dobbiamo fare fronte unico ai tavoli della politica sulle principali problematiche del nostro settore”. nnn DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 35


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Positivo il mercato delle festività 2021 per aziende florovivaistiche. Penalizzano i costi di materie prime imballaggi ed energia

di Anna Gagliardi

I

n attesa dei dati ufficiali, si può sicuramente affermare che le festività 2021 si chiuderanno con segno positivo per le 27.000 imprese del comparto florovivaistico, con la bilancia a favore di quelle specializzate nella produzione di alberi e Stelle di Natale. Il mercato è partito molto presto: una tendenza che già lo scorso anno ha avuto una palese conferma, complice la pandemia che ha fatto riscoprire con forza la voglia di calore e buonumore. Valori che fiori e piante contribuiscono a ritrovare con maggiore facilità. Ci sono anche numerosi studi che nel corso degli anni hanno confermato questa tesi, sostenendo, in particolare, che gli addobbi di Natale rendano le persone più felici. Molto più che un rito quindi, colorare e ‘scaldare’ le mura con abeti, stelle, ciclamini, ghirlande, composizioni con fronde e fiori colorati. E il settore florovivaistico italiano sa dare ottime risposte, sia per l’alta qualità della produzione, sia per la capacità degli addetti di realizzare composizioni di grande eleganza, esempio tangibile del migliore Made in Italy.

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Natale Si calcola che almeno il 70% delle famiglie italiane abbia fatto l’albero di Natale e che sempre di più si scelga quello vero. Tra le regioni più vocate troviamo Toscana, Piemonte, Lombardia e Veneto. Stabile la richiesta dei ciclamini, di cui la Liguria è leader, affiancata da Puglia, Lazio e Toscana. Una pianta in vaso che ha una lunga stagione, in genere molto anticipata rispetto alle feste di

fine anno. Tra le novità di tendenza c’è la cosiddetta “Rosa d’inverno”, l’Helleborus niger, di grande eleganza, che è il must di quest’anno. L’Euphorbia Pulcherrima, più comunemente Stella di Natale, si produce principalmente in Toscana, Liguria, Lazio, Piemonte e Puglia. Quella dalle brattee rosse è la più ambita, ma si sta facendo spazio sul mercato anche quella di colore arancione


Non solo piante e fiori. I produttori puntano su vendite delle fronde

magico tenue. Il vero problema è il costo di produzione, aumentato in maniera vertiginosa. “Il caro bollette - precisa il presidente della Federazione nazionale di prodotto florovivaismo di Confagricoltura Luca De Michelis - ha provocato aumenti per le imprese di oltre il 100%, tanto che alcuni vivai hanno deciso di fermarne la produzione, nonostante la domanda, aumentata di oltre il 20% rispetto allo

scorso anno. Ci sono stati casi in cui non si è sempre riusciti a soddisfare la richiesta”. Il caro materie prime ed energia è un serio problema per tutte le aziende agricole e non solo. Il comparto florovivaistico è tra i più penalizzati per la necessità di produrre in ambiente a temperatura controllata, in serre che devono essere riscaldate. Ma l’incremento dei costi riguarda anche i prezzi degli imballaggi e

della plastica, che sono cresciuti di quasi il 30%. Gli imprenditori segnalano inoltre difficoltà a reperire la torba per il terriccio. “Anche per i fiori recisi - continua De Michelis - si registrano aumenti esponenziali del caro materie prime: a titolo di esempio, il costo di un singolo stelo è passato in un anno da 0,20 centesimi a 1,20 - 1,40 euro”. Non si sa fino a quando il mercato possa reggere, se le condizioni rimangono queste. Tutti questi elementi stanno influenzando l’ordinamento colturale delle imprese agricole che, in alcuni casi, si stanno orientando verso coltivazioni meno onerose. C’è tuttavia una nota positiva: il mercato delle fronde recise (agrifogli, ghirlande, rami colorati, pigne, bacche, fogliame) è in grande crescita, complice la loro capacità di arredare la casa anche al di fuori delle feste natalizie. “Si tratta ancora di una nicchia - dice De Michelis - ma molto richiesta e che contraddistingue l’Italia per varietà, qualità e bellezza delle produzioni”. nnn DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 37


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A Perugia l’impresa familiare Pagliani e Maccherani nel 1993 ha convertito l’azienda cerealicola puntando sul florovivaismo. Una sfida vinta di Gabriella Bechi

U Cipresso con carta d’identità 38 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2021

n’intuizione e poi una sfida: riconvertire l’azienda cerealicola di famiglia e iniziare a produrre di piante ornamentali. Così nel 1993 nasce a Perugia l’azienda Ideaverde, impresa familiare di Confagricoltura condotta Maria Grazia Maccherani insieme al marito Luigi Pagliani e dal figlio Nicolò. Una sfida perché in Umbria il vivaismo era praticamente una novità e bisognava cominciare da zero e un’intuizione felice quella di puntare da subito su colture altamente specializzate, prima fra tutte il cipresso, che in Umbria cresce spontaneamente grazie al particolare microclima, ma che non ha quel valore paesaggistico e simbolico che lo caratterizza nella vicina Toscana. Ben presto gli imprenditori capiscono come il futuro del cipresso (cupressus sempervirens pyramidalis), conosciuto anche come cipresso nero o cipresso toscano, fosse legato alla differenziazione varietale e negli anni introducono nuovi cloni resistenti al cancro del cipresso, come il Sancorey, pianta brevettata nel 1990


Cipresso nero e piante ornamentali di Ideaverde certificate ISO 9001-2000 dai vivai “Jean Rey”, nota per le sue buone caratteristiche sia ornamentali, sia di rusticità, molto resistente al freddo e alla malattia. In questo modo offrono al mercato un prodotto innestato, radicato in vaso, di prima scelta, differenziato per clone. Le caratteristiche genetiche e produttive delle piante vengono garantite da un rigido disciplinare di qualità. Oltre al cipresso, l’azienda produce piante di leccio, la secolare quercia sempreverde, riprodotte da seme, coltivavate ad alberetto, a cespuglio, a cono e a spalliera; di pino nero, pino di Scozia, piburno, lauro del Portogallo, corbezzolo, melograno. Trenta ettari la superficie aziendale, estesa nella piana tra Perugia e San Martino in Campo, di cui 25 dedicati alle coltivazioni in piena terra, 5 a piazzali per piante in vaso e 3.000 metri quadrati occupati da serre fredde, serre calde ed ombrai. Cinquantamila le piante di cipresso allevate, 19.000 quelle di leccio e 11.000 di altre essenze mediterranee. L’attività, portata avanti con l’aiuto di venti dipendenti, è suddivisa tra produzione e vendita al dettaglio e produzione e vendita all’ingrosso. Il 50% del fatturato è rappresentato dal mercato estero, sostanzialmente europeo. Perché, nonostante quello che comunemente si pensa, il cipresso non è una pianta tipica solo del nostro Paese: viene da Cipro ed ha una forte tradizione in Francia, soprattutto in Costa Azzurra e Provenza, lungo le coste dell’Inghilterra del Sud, in Spagna e in Svizzera. Completa l’attività il plant center perugino, che si estende su una superficie di 15.000 metri quadrati, con una serra in ve-

tro che accoglie un vasto assortimento di piante per giardini, terrazzi e appartamenti in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza: piante grasse di tutte le dimensioni, agrumi adatti alla coltivazione in vaso allevati in forma libera, a cerchio e a spalliera in varie taglie, anche esemplari; arbusti ornamentali, da siepe e da fiore, e un’ampia selezione di rose a cespuglio e rampicanti, erbacee perenni ed aromatiche. Tra i punti di forza gli alberi da frutto (più di 60 varietà) coltivati in ampi vasi. La famiglia Pagliani, attivamente impegnata anche in Confagricoltura (Maria Grazia è componente del direttivo di Confagricoltura Donna e presidente della Federazione regionale vivaistica e Jacopo è vicepresidente Anga Umbria), ha da tempo intrapreso la strada della sostenibilità: nel 2002 Ideaverde ha conseguito la certificazione ISO 9001-2000 per la produzione e vendita di piante di cipresso nero ed altre piante ornamentali.

Nel 2009 l’azienda si è dotata di impianto fotovoltaico da 44 kwh che la rende autonoma dal punto di vista energetico e dispone di un impianto di microirrigazione computerizzato che consente un notevole risparmio idrico. Sta lavorando in maniera sperimentale anche sui filari inerbiti e sulla riduzione della plastica. Parlando del futuro Jacopo si dice ottimista: “Abbiamo passato momenti difficili durante il lockdown. Meno di altri, perché siamo stati sempre aperti e non abbiamo sofferto allo stesso modo di alcuni settori, come quello floricolo, ma la pandemia per certi versi è stata un volano per avvicinare di più le persone al verde e anche le politiche europee vanno in questa direzione. L’intuizione ‘green’ dei miei genitori è stata vincente”. nnn

Nicolò Pagliani con i genitori

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NOV I TÀ IN C AMP O

Le nuove modalità produttive e innovative sono un’opportunità e non un ostacolo. Confagricoltura dà casa a tutti

Emozioni verticali

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imandato a febbraio 2022 “NovelFarm”, salone della Fiera di Pordenone, che è probabilmente il più importante evento italiano interamente dedicato alle nuove tecniche di coltivazione fuori suolo. Riservare un intero salone alle coltivazioni indoor - vertical farming, aquaponica, idroponica e dell’agricoltura ambientale integrata - è un segnale importante che di-

Prodotti di PlanetFarms

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A Pordenone, a febbraio, NovelFarm, salone per coltivazioni indoor mostra come cresca l’interesse per le innovazioni di processo e di prodotto. Di recente (v. Mondo Agricolo n. 11, p 42 ndr) PlanetFarms ha effettuato l’inaugurazione ufficiale del proprio stabilimento a Cavenago di Brianza, all’insegna dello slogan/filosofia azienda “Go Vertical”). Insomma c’è grande fermento e tanto interesse intorno ad una vera novità/rivoluzione. Ci si sta muovendo anche sul piano dell’inquadramento normativo. E la recente proposta di legge regionale della Lombardia su “Agricoltura urbana, periurbana e metropolitana” rappresenta un esempio di come ci si accinga ad abbandonare un modello di agricoltura incentrato sul beneficio fondiario, cioè attuato con l’apporto insostituibile della terra (all’aperto o in serra). Come si legge nella proposta di legge, il vertical farming si sostanzia in un sistema di coltivazione agricola in camere di crescita chiuse, a controllo ambientale totale, in assenza di terreno, ovvero fuori suolo o anche in assenza di luce naturale, sviluppate su moduli verticali sovrapposti, sfruttando la combinazione di tecniche quali l’acquaponica, l’idroponica o l’areoponica. Sul piano del diritto interno, il vertical farming potrebbe trovare il suo inquadramento nell’art. 2135 c.c. II secondo comma di questa disposizione ha inserito due elementi di novità rispetto al previgente testo: da un lato l’introduzione di un criterio di individuazione dell’attività agricola principale, che diviene tale se diretta “alla cura e allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria dello stesso”; dall’altro la trasformazione del legame di tale attività con il fondo da “necessario” a meramente eventuale

(“che utilizzano o possono utilizzare il fondo”). Quindi il prossimo passo dovrebbe essere la riforma della legge sulla IV Gamma, troppo datata, visti i grandi passi avanti della tecnologia. La natura giuridica dell’attività di vertical farming dovrebbe essere definita agricola quando il soggetto attuatore - l’imprenditore che gestisce la produzione - sia titolare di un’azienda agricola, anche una di quelle già esistenti di IV Gamma, che decida di differenziare le proprie tecniche produttive introducendo tecnologie di coltivazione verticale. C’è da chiedersi se agricoltura IV gamma e vertical farming possano convivere. A nostro avviso sì, perché si tratta di due processi completamente diversi, ma che possono essere fortemente integrati per dare delle prospettive più ampie, non solo al settore produttivo, ma anche al consumatore. Per questo Confagricoltura dà casa sia ai produttori di IV Gamma, sia a quelli di vertical farming È evidente come il vertical farming debba rientrare tra le attività agricole quando è espressione di un’impresa agricola. Diverso è il caso in cui l’attività sia gesti-

ta, ad esempio, da un fondo di investimento che, per definizione, non rappresenta un’attività agricola. Già oggi c’è una chiara dicotomia tra i trasformatori e confezionatori di IV Gamma (che appartengono al mondo industriale) e la parte agricola ma che rimangono uniti da un patto di filiera. Non c’è dubbio che anche l’attuale contesto europeo è proteso ad incentivare la tipologia di produzione agricola che si realizza attraverso il vertical farming. Sia il modello di agricoltura multifunzionale definito dalla UE a partire dalla fine degli anni ‘90, sia in particolare l’attuale componente ecologica del regime di sostegni a favore degli agricoltori (c.d. greening), che tende a supportare le pratiche agricole utili per l’ambiente ed il clima, attribuiscono all’attività produttiva con modalità vertical farm un rilievo ed una natura agricola Il problema allora non è se la “risorsa terra” perda o meno centralità tra i fattori produttivi, ma se i prodotti ricavati siano agricoli o “sintetici”, cioè nati in un laboratorio; in quest’ottica i prodotti di vertical farming sono agricoli a tutti gli effetti. (G. M.) nnn DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 41


NOV I TÀ IN C AMP O

A tutta idroponica

Fri-El Green House estende la coltivazione fuori suolo di pomodori con altri 20 ettari di serre. Inaugurazione con Bonaccini, Mammi, Giansanti e Gherardi

di Leonora Guerrini

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L

a Fri-El Green House è un’impresa di Ostellato, vicino Ferrara, fondata nel 2015 dal gruppo omonimo, operante nel settore delle energie rinnovabili, per la coltivazione di pomodori a marchio H2Orto attraverso la particolare tecnica della coltura idroponica, che permette una produzione costante 365 giorni all’anno grazie al grande risparmio di materie prime come l’acqua. L’azienda, socia di Confagricoltura Ferrara, lo scorso novembre ha inaugurato altre due serre in ferro-vetro: Ostellato 3 e Ostellato 4. Dei venti ettari su cui si estendono i nuovi impianti, dieci sono già operativi, l’altra metà lo sarà da marzo 2022. Con questo ampliamento l’azienda

raggiunge una superficie produttiva di 31,1 ettari. Fri-El Green House è il primo produttore a poter fornire per 365 giorni all’anno pomodoro italiano proveniente dallo stesso sito di coltivazione, con sistemi di produzione che garantiscono un risparmio del 70% di superficie e del 70% di acqua rispetto alle coltivazioni tradizionali. Parte del riscaldamento viene alimentato con l’energia termica prodotta in surplus e ceduta dalle centrali a biogas vicine. Per permettere che la produzione non si interrompa nei mesi invernali le serre sono dotate di luci al led, che garantiscono un basso consumo energetico e la necessaria luce per la crescita della pianta. Attualmente la produzione consiste in pomodori a grappolo, cocktail e ciliegino certificati Nichel Free che vengono distribuiti in Italia, Austria e Germania presso le principali catene della GDO. L’ecosistema delle serre funziona in un ciclo chiuso, gestito attraverso un software di ultima generazione che monitora la temperatura, l’irrigazione e l’umidità, attraverso l’eliminazione degli sprechi e il riutilizzo di


Risparmio del 70% di SAU e del 70% di acqua

tutte le componenti vitali per la pianta. Per l’azienda questa è la dimostrazione che grazie alla tecnologia è possibile coltivare prodotti buoni e naturali in maniera sostenibile per l’ambiente e per l’economia locale. “Benvenuti in un mondo che può sembrare forse poco romantico, ma molto efficiente - ha detto durante l’inaugurazione Alessio Orlandi, direttore sales & marketing di Fri-El Green House -. Le politiche europee mirano alla neutralità carbonica entro il 2050, un obiettivo che può essere raggiunto con la transizione

verso l’economia circolare. La nostra azienda è già oggi una realtà consolidata che combina energie rinnovabili, ridotte emissioni di CO2 e produzione agricola a basso impatto con il riutilizzo della materia residua nel ciclo produttivo. Siamo stati pionieri in Italia e puntiamo a raggiungere presto l’impatto zero su tutta la linea”. All’inaugurazione ha partecipato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti e Nicola Gherardi Ravalli Modoni, componente di giunta e presidente della Fondazione per l’agricoltura F.lli Navarra di Ferrara. Presenti anche esponenti delle istituzioni: il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e l’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi. Tra gli intervenuti anche l’assessore alla Cultura del comune, Marco Gulinelli. Il presidente Fri-El Green Hou-

se, Ernst Gostner ha ripercorso i momenti salienti del percorso produttivo, sottolineando quanto l’innovazione sia sempre stata al centro delle strategie di sviluppo aziendale. La parola è poi passata Giansanti, per il quale l’impianto è “una punta di diamante dell’agricoltura italiana”. Con centinaia di collaboratori con un’età media di 34 anni, di cui il 41% donne, e altre assunzioni previste per il 2022, la società partecipa all’economia locale sostenendo l’occupazione nei territori nei quali è presente. “Qui si sta seminando il futuro - ha aggiunto Giansanti -. Da qui a qualche anno il settore primario vivrà uno stravolgimento e Confagricoltura avrà il compito di indicare la direzione accompagnando gli agricoltori lungo il nuovo percorso. Oltre a produrre cibo, gli imprenditori agricoli avranno il compito di fornire servizi ecosistemici alla collettività; magistrale è l’esempio di questa azienda, titolare di un investimento poderoso e coraggioso nel cuore agricolo della regione Emilia-Romagna”. nnn

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NOV I TÀ IN C AMP O

Nel mantovano l’allevamento Piggly ha puntato decisamente sull’agro-fotovoltaico con pannelli sui tetti delle stalle

di Nicola Artoni

L’aiuto del

C

he l’agricoltura sia un settore da sempre attento alla sostenibilità ambientale è ormai un dato di fatto, e a supporto di questa tesi vi sono innumerevoli dati scientifici inconfutabili. Nemmeno i continui attacchi da parte di persone o categorie mal informate possono scalfire il progresso che il settore ha intrapreso da numerosi anni a questa parte. E proprio in questo solco si inserisce l’esperienza dell’Allevamento Piggly, a Pegognaga (Mantova), vero e proprio esempio virtuoso di come l’allevamento dei suini possa sposarsi perfettamente con il massimo grado di rispetto per l’ambiente e benessere animale. «Poche settimane fa a Bovimac - spiega il presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi - abbiamo dedicato un convegno al tema del fotovoltaico in agricoltura, che ha avuto un gran numero di partecipanti,

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a dimostrazione di come l’argomento sia di strettissima attualità. Abbiamo analizzato, insieme al dottor Lanfredi, presidente del Cgbi, le opportunità in arrivo grazie ai fondi del Pnrr». E chi, in anticipo sicuramente sui tempi, dimostrando lungimiranza, il fotovoltaico l’ha già installato in azienda è proprio l’allevamento Piggly, che dispone di un impianto da 2,2 Mw complessivi. «I pannelli - spiega il titolare Sergio Visini - sono presenti su

Sergio Visini

tutti i tetti delle stalle che, in abbinata con l’impianto di biogas da 637 Kw alimentato con liquame e letame prodotti in azienda, ci consentono di produrre più energia di quella consumata, con l’eccesso che viene immesso in rete». Le porcilaie Piggly offrono un’innovazione importante, vale a dire tetti monofalda disposti al meglio per ottimizzare l’energia


sole

fotovoltaica: «Grazie ad un’originale inclinazione - prosegue Visini - siamo riusciti ad installare su ogni struttura pannelli fotovoltaici che ci permettono di produrre energia rinnovabile e di coibentare maggiormente i tetti, con evidenti benefici sulla ventilazione naturale». «Quando siamo partiti, dieci anni fa, siamo stati dei veri e propri visionari, ma la realtà dei fatti ora ci dà ragione. Fare suinicoltura in maniera diversa dal consueto è possibile, la strada giusta è questa. Siamo all’inizio di questo percorso, ma siamo ambiziosi e vogliamo crescere ancora». E la sostenibilità dell’allevamento Piggly, oltre al Premio Innovazione di Confagricoltura, ha portato anche ad altri riconoscimenti, addirittura a livello internazionale. Uno di questi è

Cortesi: “Stiamo valutando le opportunità in arrivo grazie ai fondi del PNRR” arrivato grazie alla visita di una delegazione del gruppo EU-PiG, che si occupa di trovare le migliori soluzioni innovative per gli allevatori, seguita da una lettera di congratulazioni. Ma produzione agricola e fotovoltaico, in sostanza, possono essere compatibili? «Sicuramente sì - spiega ancora il presidente Cortesi - ed è un’abbinata da non sottovalutare nel prossimo futuro, soprattutto alla luce dei recenti cambiamenti climatici. Il nostro Pianeta ci chiede soluzioni immediate per contrastare gli effetti di tali cambiamenti, e questa può esserlo. In primo luogo

occorre accelerare quanto più possibile circa la diffusione degli impianti sui tetti di edifici e fabbricati rurali, senza però dimenticare anche una nuova possibilità, che preveda una forte connessione tra produzione agricola ed energetica, sfruttando anche i suoli agricoli. Tutto ciò, naturalmente, con i dovuti accorgimenti, perché non vogliamo assolutamente sottrarre terreno al nostro settore». «In agricoltura - conclude Cortesi - la transizione ecologica è già iniziata, e da un bel po’. Basti pensare che il nostro è l’unico settore che mette in atto la “carbon sequestration”, cioè che toglie dall’atmosfera i gas serra. Un ettaro di mais infatti assorbe ogni giorno 500 kg di CO2, pari a 43 t/anno, mentre un ettaro di pioppeto ne assorbe 18 t/anno». nnn DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 45


NOV I TÀ IN C AMP O

Impegno di Syngenta nella riduzione del consumo di suolo attraverso buone pratiche e tecnologie digitali di Claudio Costantino

Agricoltura

O

ltre il 50% dei terreni agricoli è interessato dal degrado del suolo. In occasione della “Giornata mondiale del suolo”, Syngenta - azienda leader a livello globale nell’agribusiness - intende ribadire il proprio impegno nel promuovere pratiche agricole che aiutino gli agricoltori di tutto il mondo a mantenere suoli sani. “Il futuro veramente sostenibile dell’agricoltura - io lo chiamo agricoltura rigenerativa - sta prendendo forma. È un futuro guidato dal miglioramento della salute del suolo e dell’agricoltura attraverso le tecnologie digitali, e stiamo già intravedendo i benefici che questi strumenti di precisione offriranno nei prossimi anni”. Queste le parole pronunciate qualche mese fa dall’Amministratore Delegato di Syngenta, Erik Fyrwald. Non si tratta di una specifica tecnologia o di una metodologia, ma piuttosto di numerose pratiche agricole che aiutano a proteggere la terra dall’erosione del suolo e a migliorare la qualità dei raccolti,

Petra Laux Head CP Business Sustainability di Syngenta 46 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2021

oltre a ridurre le emissioni di gas serra dovute al settore agricolo. L’azienda ha già superato il proprio obiettivo per il 2020 di migliorare 10 milioni di ettari di suolo e le proprie soluzioni digitali stanno aiutando a intensificare gli sforzi degli agricoltori per mantenere il suolo sano, dimostrando così i vantaggi per la catena alimentare. “Syngenta è molto attiva nel supportare gli agricoltori nella transizione verso un modello di agricoltura ancora più sostenibile da un punto di vista economico e ambientale attraverso la tecnologia”, ha evidenziato Petra Laux, Head CP Business Sustainability, durante il Politico Summit, dal 30 novembre al 1° dicembre, a cui ha parte-


rigenerativa

cipato come speaker. “Al cuore di questa transizione c’è appunto l’agricoltura rigenerativa, un approccio per fornire il giusto equilibrio tra il bisogno di fornire cibo a sufficienza e quello di prendersi cura dell’ambien-

g

te, ottenendo ottimi risultati. Questi risultati includono l’uso efficiente del terreno, per proteggere i territori non coltivati ma anche il suolo dove coltiviamo i nostri raccolti per le future generazioni”. “Ci sono specifici

incentivi o policy che possono accelerare la transizione verso un nuovo modello agricolo - ha proseguito Laux -. Ad esempio, c’è la necessità di un quadro normativo su misura per i biologicals, oppure di assicurare una soddisfacente copertura Internet nelle aree rurali per poter utilizzare ampiamente gli strumenti digitali che abbiamo a disposizione, oppure facilitare la selezione delle piante attraverso l’accesso alle più moderne tecnologie di breeding. Abbiamo la necessità di ‘ascoltare la scienza’ mentre lavoriamo per salvaguardare il nostro sistema alimentare”. La Giornata Mondiale del Suolo ha rappresentato quindi solo un’occasione in più per Syngenta per ricordare l’elementare verità che, senza la salute del suolo, non ci può essere futuro sostenibile e ribadire come, man mano che l’agricoltura rigenerativa diventerà la norma, gli agricoltori avranno accesso ad analisi e consigli più solidi e scientifici che mai e i consumatori avranno sempre più informazioni e più scelta quando si tratterà di selezionare cibo sano e sostenibile per le loro famiglie. nnn

IN ITALIA OGNI SECONDO SPARISCONO 2 MQ DI SUOLO

“Nel nostro Paese, secondo il rapporto ISPRA, nel 2019 sono andati persi 57 milioni di mq di suolo per nuove cementificazioni, con un ritmo di 2 mq al secondo. Si stima inoltre che, negli ultimi sette anni, il consumo di suolo abbia determinato una perdita di produzione agricola complessiva di 3.700.000 quintali, per un danno economico di 7 miliardi di euro”. “Il problema non è solo il consumo della terra, ma la sua qualità: sempre secondo il rapporto ISPRA, dal 2012 ad oggi su quasi un terzo del Paese è aumentato anche il degrado del territorio dovuto anche a cambiamenti di uso del suolo, alla perdita di produttività e di carbonio organico, all’erosione, alla frammentazione e al deterioramento degli habitat, con la conseguente perdita di servizi ecosistemici”.

Riccardo Vanelli AD Syngenta Italia

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NOV I TÀ IN C AMP O

Tra i filari dei vigneti Caprai scorre un pezzo di Umbria che nel 2021 ha festeggiato mezzo secolo di Anna Gagliardi

L

a giornata di festa per i primi 50 anni dell’azienda Arnaldo Caprai ha confermato il ruolo che la Cantina ha avuto e ha tuttora per la terra umbra: una valorizzazione costante dell’agricoltura, del territorio, delle persone che lo animano e della cultura. Insieme a Marco Caprai, amministratore delegato e figlio del fondatore, Arnaldo, c’erano la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, il sociologo Aldo Bonomi, la critica d’arte Cristiana Perrella, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, oltre a Vittorio Sgarbi e lo chef Gianfranco Vissani. La scelta del luogo per le celebrazioni, il Museo San Francesco in Montefalco, conferma la vocazione alta della cantina: coniugare valori che vanno oltre il core business aziendale ed elevano il modello produttivo a una dimensione più importante. “Le aziende sono organismi delicati - dice Marco Caprai alla platea di invitati - soprattutto dopo la pandemia. Mio padre decise di investire nel Sagrantino come monolite sul quale mettere a leva l’impresa e la zona. La nostra azienda si è fatta territorio e abbiamo creato un modello in cui agricoltura, arte, turismo e sviluppo stanno insieme”. L’ultima fatica - oltre a quella appena iniziata di ampliamento della cantina - è il bilancio

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di sostenibilità, fresco di stampa, frutto di un percorso in questa direzione, avviato con spirito pioneristico e diventato prassi di lavoro ed esempio per altre realtà. “I 50 anni vogliono essere l’oltre per i prossimi cinquanta - dice Marco -. Eredi di una storia, precursori di una nuova viticoltura”. Etichetta d’oro Qualità, ricerca, operosità, eccellenza: l’etichetta d’oro zecchino, senza nome e senza immagine, creata dall’artista Paolo Canevari, è un elogio a tutto questo. È un’opera d’arte per le nozze d’oro della famiglia Caprai e il mondo del vino. Tiratura limitata a 2.400 bottiglie di Montefalco Sagrantino Docg 2016. La sagoma è quella della tavola dello “Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria” di Benozzo Gozzoli, opera del 1466 conservata a Terni. A questo artista si devono i meravigliosi affreschi con le storie della vita di San Francesco proprio nel Museo Comunale di Montefalco, teatro del cinquan-

“Creato un modello in cui agricoltura, arte, turismo e sviluppo stanno insieme” tenario della cantina Arnaldo Caprai. Una struttura museale che oggi attira circa 40.000 visitatori l’anno: numeri importanti per una realtà piccola come il comune di Montefalco, “ma che si ottengono anche grazie al vino, al Sagrantino che fa da volàno per tutta la zona”, conferma la critica Perrella. Le fa eco Sgabri: “La grandezza dell’arte di affianca a quella del vino e l’etichetta di Canevari è un’opera d’arte applicata all’agricoltura”. Terra e territorio Istrione della giornata è il sociologo Bonomi, che spinge a una riflessione citando Max Weber: “La proprietà obbliga - afferma e la storia di Arnaldo Caprai parla di un imprenditore di tessuti che si è sentito obbligato a restituire investendo in agricoltura e nel

Cinqua enoici e


vitigno Sagrantino quando stava cadendo nell’oblio”. Dai primi 5 ettari di vite si è passati a 43. “Marco ne ha 500 e tocca a lui proseguire - aggiunge -. Ora è l’innovazione che obbliga, e può essere coniugata con la lunga storia dell’Umbria, dove sono nate le virtù civiche che precedono l’economia. Tradizione e modernità sono nel Dna di questa regione, dove la terra, che è ecologia, dialoga con il territorio, che è costruzione sociale”. Marco Caprai ha colto tutto ciò e ha fatto un’operazione di marketing delle virtù civiche, di innovazione del vitigno, di collaborazione con le scuole, costruendo reti commerciali e valorizzando il lavoro e la sua funzione sociale, avviando recentemente un accordo con la Caritas sui migranti. Enogastronomia e turismo sono una conseguenza. “Ci sono alcuni aspetti che mi legano a Marco - afferma Giansanti -. Certamente l’amicizia sincera, ma anche il fatto che egli inter-

Marco Caprai

nt’anni d eroici

preti molto bene alcuni concetti che ispirano il mio lavoro di presidente di Confagricoltura: la consapevolezza di essere agricoltore, la responsabilità, economica e sociale, di tenere alto il nome della famiglia guardando al futuro per il territorio nella sua più forte valorizzazione. E poi l’orgoglio di voler portare questo luogo nel mondo, ottenendo riconoscimenti anche per l’avanguardia del processo produttivo aziendale. L’augurio è di continuare a ottenere successo per il lavoro che quotidianamente svolge”. In cantina è lo chef Vissani a celebrare la ricorrenza con un piatto creato per l’occasione: un raviolo di lenticchie, Parmigiano Reggiano Vacche Rosse, salsa di carbonara al pepe nero e nettare di “Sagrantino 25 Anni”. nnn DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 49


EPS Ente Produttori Selvaggina di Landolfo di Napoli

RIFORMARE LA NORMATIVA SULL’ATTIVITÀ VENATORIA

Audizione sui selvatici Il 25 novembre la Commissione Agricoltura della Camera, nell’ambito dell’esame abbinato delle proposte di legge C. 174 Paolo Russo, C. 2138 Caretta e C. 2673 Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, recanti “Disposizioni in materia di danni provocati dalla fauna selvatica”, ha svolto una serie di audizioni di associazioni, tra cui EPS - Ente Produttori Selvaggina (che rappresenta le AFV-aziende faunistico-venatorie). La rappresentanza di EPS - dopo aver sottolineato di condividere quanto espresso ad agosto nell’audizione di Agrinsieme - ha inteso richiamare l’attenzione sui alcuni specifici problemi. In particolare, su quelli originati da un controllo e da una gestione della fauna selvatica - sia autoc- tona, sia alloctona - non più ri- spondenti alle mutate necessità dei territori, della popolazione e della stessa fauna.

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Come sottolineato da Agrinsieme, anche per EPS va definito un sistema d’intervento lineare e diffuso, che permetta di raggiungere gli obiettivi nel minor tempo possibile. Lo chiedono le attività produttive, i territori, e i cittadini. Molte delle proposte di legge depositate anche nel corso del- le passate legislature, soprattutto sul tema cinghiali - non hanno, alla resa dei fatti, prodotto alcun tangibile effetto. Ai danni materiali (stimati in circa 100 milioni annui) derivanti dalla prolungata mancata gestione e da irragionevoli iniziative di tutela integrale devono aggiungersi quelli provocati dalla perdita della biodiversità e dai rischi sanitari conseguenti al sovrappo- polamento degli areali rurali ed oggi anche delle zone urbane, considerato che ormai si assiste ad un’incontrollata presenza di fauna selvatica in campagna ma anche in città (piccioni, corvi, cor-

nacchie, gabbiani, parrocchet- ti verdi, per non parlare di volpi e cinghiali). EPS ha poi ribadito quanto da tempo va sostenendo sulla necessità di adottare un adeguato supporto normativo affinché il mondo agricolo, quello ambientalista ed il mondo venatorio - ognuno per la propria parte - possano finalmente operare con gli altri attori per proporre, costruire e sostenere un’effettiva gestione faunistica. A tal fine EPS ha inteso richiamare l’attenzione della Commissione sul fatto che non è possi- bile pianificare la gestione della fauna se manca la conoscenza delle popolazioni selvatiche; se il territorio nazionale non viene suddiviso correttamente a livello regionale (in molte realtà regio- nali i modelli di vocazionalità del territorio e gli obiettivi di gestio- ne sono elaborati tenendo conto solo della percentuale di coltiva- zione e non delle aree boschive); se non si pongono in essere mo- delli di gestione di istituti fauni- stici (ATC, Parchi, etc.) diversi e più rispondenti alle necessita dei territori e della fauna. Il prelievo di alcune specie, come il cinghia- le, deve essere, inoltre, effettuato tutto l’anno, attraverso la caccia di selezione, e si deve procede- re alla formazione delle figure da coinvolgere nelle attività di pre- lievo (prevedendo un sistema di formazione riconosciuto ed uni- co per tutto il territorio naziona- le). Per i danni arrecati all’attività agricola ed alle produzioni, infi- ne, deve essere concessa non si conceda la possibilità di stipula- re polizze assicurative con premi agevolati da adeguate coperture pubbliche.


PATRONATO

di Francesco Bellizzi

Due domande a… Umberto Danieluzzi “Il nostro è il migliore ma anche il peggiore patronato del Friuli. Semplicemente perché è anche l’unico patronato della regione”. Umberto Danieluzzi usa l’ironia per descrivere un lavoro iniziato nel 1995 quando il direttore di Confagricoltura Udine dell’epoca, dopo il lavoro al tavolo tecnico sulla prima Pac lo incaricò di strutturare l’ufficio che oggi dirige insieme a Elena Costa. Sono passati molti anni da quell’inizio. Qual è il bilancio oggi? Oggi il patronato di Confagri Udine è una realtà consolidata. Ci è stata favorevole la vicinanza con con gli amici e colleghi degli storici patronati di Padova e Venezia. La svolta risale a 15 anni fa con il trasloco in una sede di fronte all’Inps. Abbiamo potuto farci conoscere diventando un punto di riferimento. In questi due anni di epidemia il lavoro è aumentato, ma è diven-

tato anche più difficile. La riduzione dei servizi in presenza offerti dall’Inps ha avuto un effetto domino colpendo le basi della nostra attività: i rapporti interpersonali e il confronto dal vivo. L’anno scorso abbiamo gestito 3.500 pratiche, di cui 600 relative a bonus agricoli. Il 15% dei nostri utenti sono lavoratori agricoli, il 30% immigrati. Sono molte le pratiche per Naspi e pensioni, per nostra fortuna. Perché per vostra fortuna? Perché sono i servizi dai quali riusciamo recuperare entrate economiche. La che stiamo affrontando al tavolo maggior parte del nostro lavoro tecnico aperto con la Confederaè a titolo gratuito. È un aspetto zione.

NEO PAPÀ IN CONGEDO OBBLIGATORIO Il congedo di paternità obbligatorio entrerà in vigore dal 1° gennaio 2022. La misura è inserita nella legge finanziaria stabilendo per i neo padri 10 giorni di congedo con retribuzione piena. La misura interessa i lavoratori dipendenti e si applica alla nascita di ogni figlio e, trattandosi di un dovere, ha carattere di obbligatorietà. I dieci giorni di congedo dovranno essere presi entro i primi cinque mesi di vita del nascituro, comunicando, con 15 giorni di anticipo, le giornate scelte al datore di lavoro, il quale si occuperà di informare l’Inps.

PEREQUAZIONE PENSIONI 2022 Il tasso di adeguamento dei trattamenti pensionistici erogati nel 2021 è stato definito con un decreto ministeriale. L’adeguamento che verrà applicato dal 01/01/2022 sarà pari all’1,7%. La rivalutazione delle pensioni torna quindi a essere effettuata con un criterio più favorevole: in misura parziale per le pensioni superiori ai a 2062,32 euro lordi, e intera per quelle che non superano tale importo. Si tratta del meccanismo della perequazione applicato per adeguare il potere d’acquisto dei trattamenti pensionistici all’andamento del costo della vita. DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 51


ORGANIZZ A ZIONE E TERRITORIO MARCHE ELETTO CASTELLUCCI

Federico Castellucci è il nuovo presidente di Confagricoltura Marche. È stato eletto per acclamazione dall’assemblea dei delegati che ha confermato alla vicepresidenza Emiliano Pompei. Noto produttore di vino, Castellucci è titolare dell’omonima azienda di famiglia a Montecarotto (AN). Attualmente presidente della Federazione Vitivinicola di Confagricoltura nazionale, dopo essere stato per 15 anni direttore generale di Federvini e per due mandati (10 anni) a capo dell’organismo intergovernativo Oiv (Organizzazione Internazionale della vigna e del vino) a Parigi. Castellucci ha indicato gli obiettivi strategici per il proprio mandato, tra cui quello di «rafforzare la qualità dei servizi erogati agli associati, che rappresentano le principali aziende agricole e agroalimentari regionali, per accompagnarle nelle nuove opportunità di investimento legate al Pnrr». Ma anche «confrontarsi in maniera ricorrente con la Regione contribuendo a far sì che scelte e provvedimenti siano coerenti con le prospettive delle imprese». 52 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2021

di Alessandra Porro

TAVOLA ROTONDA DI CONFAGRICOLTURA COSENZA

La Pac che verrà

Si è svolta nella Sala degli Specchi del Palazzo della Provincia la tavola rotonda sul tema “La Pac che verrà tra nuovi impegni e sostenibilità delle imprese”, organizzata da Confagricoltura Cosenza, che ha visto la presenza del componente di Giunta nazionale Nicola Cilento, del presidente regionale Alberto Statti e dell’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, del presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e il responsabile dell’area economica, Vincenzo Lenucci. Un dibattito tra amministratori locali e vertici dell’Organizzazione, moderato dalla giornalista Gabriella D’Atri, sul Piano Strategico Nazionale che dovrà attuare le misure della nuova Pac 2023-2027 varata dalla UE. Riforma che - come espresso da Paola Granata presidente di Confagricoltura Cosenza - sta generando preoccupazioni nel settore, sia per le novità che verranno introdotte, sia per la riduzione delle risorse stanziate a sostegno delle aziende. Da una parte, infatti, ci sono nuove e più stringenti regole da rispettare in tema di sostenibilità ambientale per l’accesso ai fondi dei programmi operativi. Dall’altro, un budget non sufficiente ad accompagnare le imprese nel processo di inno-

vazione e transizione ecologica. Anche Alberto Statti si è detto preoccupato per le conseguenze della Pac in Calabria, che pur vantando prodotti di eccellenza fatica a stare sui mercati, nazionale e internazionale. Ha inoltre posto l’accento sugli eco-schemi per compensare le perdite delle aziende e la necessità di supportarle nel processo di internazionalizzazione. Nicola Cilento ha evidenziato come la nuova Pac non sarà più una politica a sostegno del reddito delle imprese, ma squisitamente ambientale, varata sulla spinta di movimenti ecologisti europei che vivono realtà differenti da quella italiana. “Dovremo essere bravi - ha detto - a saper promuovere i nostri prodotti”. Massimiliano Giansanti ha parlato dell’operato di Bruxelles, che ha portato allo stravolgimento delle politiche agricole comunitarie nonostante il grido d’allarme lanciato da Confagricoltura. “Sapere oggi che avevamo ragione - ha affermato - non ci consola. La multilateralità è stata sostituita dalla bilateralità, che penalizza l’Europa con le sue differenze. Quell’essere tutti uguali non può più esistere, è importante premiare chi opera sul mercato in maniera professionale e dà lavoro”.


CONCORSO FOTOGRAFICO CONFAGRICOLTURA FERRARA

Scatto d’autore

Con l’opera “Impianto di irrigazione in azione tra le piante di Tifa”, Roberto Targa si è aggiudicato il primo premio del XXII concorso fotografico di Confagricoltura Ferrara. Lo scorso 30 novembre, nella sede dell’Organizzazione, si è riunita la giuria per selezionare le foto più rappresentative. “Tecnologia e innovazione in agricoltura”, questo il tema scelto per l’edizione 2021, che ha visto la partecipazione di numerosi appassionati di fotografia naturalistica, professionisti e non, della provincia. Ogni autore poteva partecipare con un numero massimo di cinque opere. La giuria era composta da Gianluca Vertuani e Paolo Cavalcoli, rispettivamente presidente e direttore di Confagricoltura Ferrara, Bianca Maria Giovannini, componente di giunta, Adriano Facchini, esperto di marketing territoriale e vicepresidente sezione Ambiente di Confagricoltura Ferrara e Lino Ghidoni, grande appassionato di fotografia e imprenditore agricolo associato storico di Confagricoltura. Questi i premi messi in palio

da Confagricoltura Ferrara: 1° premio € 300,00 + coppa, 2° premio € 200,00 + targa; 3° premio €150,00 + targa. Il 2° Premio è andato a Valentina Mazza con lo scatto “strp 4.0”, mentre sul terzo gradino del podio è salita Ketti Vallieri con “La coltivazione idroponica”. Per il secondo anno sono state pubblicate sulla pagina Facebook di Confagricoltura Ferrara tutte le opere pervenute per la votazione online. Ketti Vallieri, con lo scatto “Protagonista la luce” è anche l’autrice della foto che ha ricevuto più “Mi Piace”; a lei andrà il premio speciale rappresentato da vari prodotti delle aziende associate. Il Concorso fotografico, giunto alla sua ventiduesima edizione, è un appuntamento ormai conosciuto e apprezzato e ogni anno vede crescere le adesioni da parte di appassionati di fotografia di ogni età. Le opere vincitrici di tutte le edizioni precedenti sono in esposizione permanente presso la sede di Confagricoltura Ferrara. Le premiazioni ufficiali avverranno nel corso dell’assemblea dei delegati.

LOMBARDIA ZULIANI DIRETTORE

Stefano Zuliani guiderà operativamente la squadra regionale di Confagricoltura nelle sfide quotidiane a tutela e a supporto degli associati e in sinergia con tutti i direttori e i funzionari delle Unioni provinciali. Classe 1960, originario di Seregno e già direttore dell’Associazione provinciale Allevatori di Milano, Lodi e Monza Brianza, e poi dell’Associazione nazionale Allevatori di Cavalli Haflinger. Dopo una formazione in ambito agrario, Zuliani ha maturato competenze nell’assistenza tecnica alle aziende agricole e rafforzato la propria esperienza nell’organizzazione di eventi fieristici, approfondendo numerose collaborazioni con amministrazioni comunali, Camera di Commercio, Università ed Istituti di ricerca. “Sono pronto ad ascoltare tutti coloro che hanno a cuore gli interessi dell’Organizzazione per trovare soluzioni condivise ai problemi che ogni giorno i nostri agricoltori lombardi si trovano ad affrontare ha affermato Zuliani - e ad offrire il mio contributo sui temi d’interesse per il settore”. DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 53


CAMPI ROSA

di Francesco Bellizzi

CONFAGRI E CIA SU FONDO IMPRESA DONNA

Agricoltura esclusa

Il nuovo Fondo Impresa Donna rischia di trasformarsi in un terreno di scontro. Istituita recentemente da un decreto interministeriale e finanziata con 40 milioni di euro, la misura prevede contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per vari settori, compreso quello della trasformazione dei prodotti agricoli, ma non per il primario. I ministeri dello Sviluppo economico, delle Pari Opportunità e il Mef hanno spiegato che l’agricoltura non è esplicitamente prevista perché è un ambito di competenza specifica dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea). Risposta che non soddisfa la presidente di Confagricoltura

Donna, Alessandra Oddi Baglioni e l’omologa di Donne in Campo (Cia), Pina Terenzi perché - scrivono in una lettera ai tre ministri - “L’Ismea, non accede ai fondi previsti da questa norma e non ci risulta che sia stato finanziato un analogo fondo presso tale istituto”. Di conseguenza per Confagri Donna, il rischio reale è che restino escluse dal Fondo Impresa Donna circa 200.000 aziende agricole condotte da donne che non si occupano - o si occupano solo in parte - dell’attività di trasformazione. La sollecitazione, quindi, è che si avvii urgentemente una concertazione per una soluzione da raggiungere il prima possibile.

LE ISCRIZIONI DI NUOVE ATTIVITA’ IMPRENDITORIALI FEMMINILI, nei primi nove mesi del 2021, sono state maggiori di quelle registrate nello stesso periodo dell’anno scorso. Lo dicono i dati aggiornati dell’Osservatorio sull’Imprenditoria femminile di Unioncamere e InfoCamere. La crescita rispetto al 2020 è di settemila unità. Pur essendo un importante segnale di ripresa, la strada per tornare ai livelli prepandemia è lontana. Rispetto al 2019, sono 9.200 le aziende guidate da donne che si sono perse per strada. 54 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2021

CLEMENTINE & SOLIDARIETÀ

Ottimi risultati per la nona edizione di “Clementine contro la violenza sulle donne”, l’iniziativa di Confagricoltura Donna dedicata alla memoria di Fabiana Luzzi, la studentessa uccisa dal fidanzato nel 2013 in un agrumeto di Corigliano Calabro. I gazebo allestiti nell’ultimo weekend di novembre, in occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, hanno registrato un alto interesse. Sono stati più di 50 quintali le clementine offerte in piazza a Perugia, Cremona, Vercelli, Alessandria, Bari, Voghera, Brescia, Frosinone, Agrigento e Palermo. Il ricavato è stato devoluto ai centri anti-violenza e alle case rifugio locali.


NEXT GENERATION FARMING

IL PUNTO

Giovani di Confagricoltura

“Sostenibilità e agricoltura sono inscindibili l’una dall’altra”. Lo ha ricordato il presidente dei Giovani di Confagricoltura Francesco Mastrandrea al secondo appuntamento del “Next Generation Farming”, format ideato da SDA Bocconi School of Management, in collaborazione con l’Anga e i Giovani Imprenditori di Federalimentare, per promuovere un tavolo permanente tra mondo accademico, imprenditoria e istituzioni, con lo scopo di fissare le linee guida per un percorso verso la sostenibilità. Titolo dell’evento, tenutosi all’Auditorium SDA Bocconi, “Carbon Farming, Agricoltura rigenerativa e la strada verso l’agricoltura sostenibile: prospettive dagli attori del settore”. “È importante declinare la sostenibilità secondo due concetti fondamentali per l’agricoltura: innovazione e formazione. Solo un approccio innovativo - ha ribadito Mastrandrea - può consentire agli agricoltori di continuare a compiere la propria missione: produrre cibo.” Il presidente dell’Anga ha così approfondito altri strumenti volti a migliorare la sostenibilità delle imprese, soffermandosi sul Carbon Farming, di cui ha illustrato i vantaggi in termini di fertilità del terreno, mantenimento idrico e resistenza delle colture; sulle NBT (New Breeding Techniques), fondamentali per valorizzare le produzioni e migliorarne la resa; sulla produzione di energia di matrice agricola, ricordando come il PNRR stia investendo molto su questo. All’appuntamento è intervenuta anche Diana Lenzi, presidente del CEJA, l’Organizzazione dei Giovani Agricoltori Europei, che ha parlato della nuova Pac, illustrandone luci ed ombre. “La Pac è cambiata, il budget si è ridotto e alcune risorse prima destinate ai pagamenti diretti sono state riallocate su altre misure - ha evidenziato Lenzi -. Oggi siamo davanti ad un’altra grande rivoluzione agricola, che possiamo affrontare con la scienza e la tecnologia. In quest’ottica bisogna guardare alla Politica Agricola Comunitaria come ad una sfida da vincere tutti insieme, come un modo per ridisegnare le aziende guardando al mercato. E la sostenibilità gioca un ruolo cruciale in questa sfida: occorre investire in essa”. Mastrandrea ha quindi concluso evidenziando come non esista un unico modello sostenibile, definito a priori e applicabile a tutti i contesti, “ma occorre costruire dei modelli di sostenibilità adatti alle diverse realtà produttive del nostro Paese.”

Giovani di Confagricoltura

Sostenibilità e nuova Pac

Francesco Mastrandrea Presidente Nazionale Anga

a cura di Paola Castello

In un momento storico in cui l’agricoltura ha davanti a sé grandi sfide, dalla Pac all’etichettatura, passando per la neutralità climatica, l’unione di intenti tra i giovani agricoltori deve essere quanto più rappresentativa. I Giovani di Anga non si fanno trovare impreparati. Dobbiamo dare il benvenuto a tanti nuovi associati che hanno fondato nuove sezioni Anga da Nord a Sud, proprio per migliorare e accrescere il coro di voci di rappresentanza. Lo hanno fatto spinti dalle sfide e dai temi che portiamo avanti e per i quali non possiamo smettere di lavorare nei prossimi tempi, poiché sono cruciali per l’agricoltura del domani. La nuova finanza, il Carbon Farming, le nuove regole europee entreranno di forza nelle aziende dei giovani agricoltori e su questi temi siamo obbligati ad accelerare il dibattito tra tutti i territori, per non lasciare indietro nessuna delle tante “agricolture Italiane”.

DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 55


Giovani di Confagricoltura

FOOD DESIGN

NUOVE SEZIONI

Impegno attivo sul territorio

Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) ha presentato oggi l’hub “Sustainable Food Design”. L’obiettivo che si prefigge è quello di documentare le esperienze e i progetti dell’Italian Food Design, ovvero il modo nuovo di ripensare i prodotti del nostro agroalimentare, coniugando una maggiore sostenibilità (ambientale e sociale) con una migliore qualità (nutrizionale ed organolettica). L’hub ha tra le finalità quella di integrare discipline diverse (le biotecnologie, l’agronomia, l’ecologia, la nutrizione, la chimica degli alimenti, il design, la gastronomia, la comunicazione e le scienze sociali) con lo scopo di accompagnare i produttori italiani nel percorso della transizione verde, anche attraverso dei veri e propri ‘brand di sostenibilità’. “L’hub - ha affermato la ricercatrice Crea Stefania Ruggeri - è un contenitore dove saranno fatte diverse azioni con l’intento di migliorare la sostenibilità delle Pmi e di supportare la transizione ecologica, ma allo stesso tempo di trasmettere al consumatore un prodotto rinnovato motivandolo verso scelte diverse”. All’incontro ha partecipato anche il presidente dei Giovani di Confagricoltura - Anga Francesco Mastrandrea che ha valutato positivamente il progetto Crea. “Mi sembra che da esso emerga in pieno che non c’è cibo senza agricoltura - ha osservato -. Qualsiasi dieta venga preferita dal consumatore (sia quella mediterranea, vegana, o occidentale) sempre dal campo si deve passare. Certo ci potrebbe essere il pericolo del cibo sintetico, costruito in laboratorio, ma siamo di fronte al no-food. Ed è importante non perdere il collegamento tra cibo e agricoltura, anche quando parliamo di prodotti trasformati: anche il biscotto ha un’origine agricola. Ciò detto, il Food Design è importante per venire incontro alle nuove esigenze dei consumatori più esigenti, ad esempio i Millennials, che sono attenti al valore del food e cercano qualità e innovazione”. Mastrandrea ha poi ricordato l’impegno dell’Anga per la ricerca e l’innovazione; in quest’ottica i rapporti che ha istituito con centri universitari e di sperimentazione. “Il nostro mantra è ‘Agricoltura innovativa e grande’, dove per ‘grande’ si intende la capacità di fare massa critica sui mercati al fine di garantire sempre di più il valore all’interno della filiera”.

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È nata il 1° dicembre la nuova sezione dei Giovani di Confagricoltura - Anga Latina. Durante la riunione nella quale si è costituita l’associazione è stato nominato presidente Marco Lanza. Trentaquattro anni, laureato in giurisprudenza, Lanza conduce un’impresa frutticola e cerealicola, l’azienda Lanza Società Agricola. Di nuova formazione è anche la sezione Anga di Forlì - Cesena - Rimini, costituitasi il 3 dicembre. Il gruppo sarà guidato dal presidente Michele Ghetti di 33 anni che conduce l’azienda viticola Soc. Agr. Fundus. Ad affiancarlo nel suo mandato saranno i vicepresidenti Federico Montemaggi, 33 anni, che ha un’impresa orticola, l’Azienda Agricola Montemaggi Federico, e Federico Magnani di anni 31, socio dell’azienda Fungar. Sarà Lorenzo Cannella alla guida della nuova sezione Anga Ragusa. Trentuno anni, fondatore e titolare dell’azienda agricola “Mangrovia”, operante nel settore dell’acquaponica, Cannella sarà affiancato da Tommaso Ferrisi, 32 anni, della “Gold Green Soc. Coop. Agricola” di Santa Croce e da Salvatore Tomasi, 28 anni, della OP “Vittoria Tomatoes” di Vittoria.

Anga Forlì - Cesena - Rimini


L’ANGA FA RETE

Giovani di Confagricoltura

Anga Latina

Anga Ragusa

È ripartito con gli eventi in presenza il gruppo “Giovani Per un Progetto” (GPP), tavolo interdisciplinare che riunisce i presidenti delle associazioni di categoria e degli ordini professionali under 40 di Brescia. A farne parte, tra gli altri, anche l’Anga provinciale. Dopo alcuni anni di fermo, il tavolo ha ripreso con grande entusiasmo le sue attività nel 2019. Tra le tante iniziative una masterclass realizzata nel 2021 con nove panel sulle tematiche di interesse comune a tutti i membri del gruppo. “Il GPP è l’occasione per farci conoscere e conoscere altre realtà del tessuto imprenditoriale bresciano, per fare un’attività di lobby congiunta e più efficace”, ha detto Giovanni Grazioli, presidente di Anga Brescia. Esperienza simile è quella di Anga Verona, che ha creato, insieme ad altri, il gruppo “Giovani Verona”, che riunisce tutte le associazioni di categoria e le interprofessioni under 40 di Verona. Avviato nel 2019, prima della pandemia, il gruppo si riunisce con cadenza mensile (in modalità webinar, durante il lockdown) per approfondire le tematiche di comune interesse, dai punti di vista delle diverse categorie professionali. Anga Verona ha portato nel gruppo, tra le altre cose, l’idea degli “speed date” per fare network tra i vari membri, realizzando così una vera e propria “Linkedin” in presenza. Il gruppo è inoltre impegnato nella redazione di un documento che verrà presentato a tutti i partiti politici in occasione delle elezioni del sindaco a maggio 2022. Il network veronese conferma così il suo impegno nel fare lobby in maniera unitaria e compatta. Stesse modalità e stessi obiettivi caratterizzano il gruppo “Giovani a confronto” di Cremona, che riunisce l’Anga, i giovani artigiani di Crema, i giovani industriali, l’ANCE Cremona e i giovani esercenti. Scopo principale del gruppo è il confronto tra le varie categorie su tematiche e problematiche di interesse comune per la ricerca di soluzioni condivise. Anga Cremona fa parte dei “Giovani a confronto” da sempre e con orgoglio porta al suo interno la voce dell’agricoltura. DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 57


FORMAZIONE

di Antonella Torzillo

CONVEGNO A FERRARA SULLA SOSTENIBILITÀ

Tra informazione e formazione Promuovere e divulgare la conoscenza dei temi di attualità dell’agricoltura italiana rappresenta un must per Enapra che, in qualità di ente di formazione di Confagricoltura, è da sempre al fianco dell’Organizzazione a livello nazionale e territoriale. Un’occasione di discussione e riflessione su argomenti di grande interesse e novità per il settore è stata quella dello scorso 22 novembre a Ferrara, dove si è tenuto il convegno dal titolo “La sostenibilità come opportunità di sviluppo delle imprese agricole”. Organizzato da Confagricoltura Ferrara nella propria sede, con il supporto e la collaborazione di Enapra, il convegno è iniziato con i saluti di Francesco Manca, vicepresidente della Confederazione provinciale. L’intervento introduttivo è stato affidato al componente della giunta esecutiva nazionale, Nicola Gherardi, che ha sottolineato l’importanza, per gli operatori agricoli, del tema della sostenibilità in tutte le sue dimensioni: sociale, ambientale ed economica.

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“È già da qualche anno che stiamo collaborando con Confagricoltura Ferrara per il trasferimento nelle aziende associate di conoscenze e competenze in materia di agricoltura di precisione e di sostenibilità e i risultati sono assai soddisfacenti e tangibili - ha detto Luca Brondelli di Brondello, presidente Enapra e rappresentante di giunta in Confagri -. Grazie anche al finanziamento messo a disposizione dal Foragri, oggi inauguriamo la seconda edizione di un corso che coinvolge undici aziende agricole di Ferrara e provincia e circa quaranta risorse umane. L’obiettivo è offrire una formazione continua sulle potenzialità degli strumenti di precisione nella gestione delle coltivazioni grazie all’ottimizzazione della produzione, dei fattori di input, dell’hardware e del software delle macchine. Senza dimenticare la lettura dei dati che questi strumenti permettono di acquisire. Allo stesso tempo - ha continuato Brondelli di Brondello - attra-

PUBBLICATA GRADUATORIA AVVISO FORAGRI 1/2021

Lo scorso 29 novembre il consiglio di amministrazione di Foragri ha approvato le graduatorie dell’Avviso 1/2021. Ottimo risultato per Enapra che ha ottenuto il finanziamento di 21 piani formativi. Si tratta principalmente di percorsi di formazione ideati e progettati per i dipendenti delle aziende agricole associate, al fine di garantire l’accrescimento, l’aggiornamento e l’adeguamento dei profili professionali coinvolti in funzione con gli obiettivi di crescita aziendale. Altrettanta attenzione è stata dedicata ai dipendenti delle sedi territoriali dell’Organizzazione. Con l’avvio di interessanti corsi di formazione che hanno l’obiettivo di qualificare e adeguare ulteriormente l’attività di consulenza e di servizio alle imprese socie. Lo svolgimento dei corsi finanziati a valere sull’Avviso 1/2021 è previsto per il prossimo anno 2022. 58 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2021

verso percorsi formativi e convegni, Enapra mira a perseguire anche un altro obiettivo, non meno importante, che è quello di far riflettere e sensibilizzare i vari livelli aziendali sull’opportunità e l’utilità di integrare i modelli di produzione tradizionale con le più moderne tecnologie offerte dall’innovazione e dalla digitalizzazione”. Raffaele Maiorano, delegato nazionale SDG’S e Alessandra De Seneen, segretario nazionale


FORMAZIONE

Istituto nazionale di sociologia rurale (Insor) hanno presentato alla platea composta da numerosi imprenditori i principi di sostenibilità riconosciuti dalle Nazioni Unite e di riflesso da Bruxelles, insieme al potenziale di crescita della competitività che deriva dalla loro applicazione. Si è sottolineata, inoltre, l’importanza dell’autovalutazione dell’azienda agricola come punto di partenza fondamentale per la pianificazione di effi-

caci modelli di sviluppo della produzione sostenibile. Il convegno si è concluso con la presentazione della buona pratica

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rappresentata dall’azienda ferrarese di Alberto Cavallini, uno dei massimi esperti di agricoltura conservativa.

“AGRICOLTURA 4.0”: ANTICIPAZIONI DELLA RICERCA OSAF

Lo scorso 14 dicembre Enapra ha partecipato al IV workshop tematico sul tema “Agricoltura 4.0”. Organizzato dall’Osservatorio Smart AgriFood (OSAF) del Politecnico di Milano e Università degli Studi di Brescia. Il workshop ha illustrato i primi risultati dell’indagine svolta dall’Osservatorio per le aziende agricole italiane ed è stato l’occasione per coinvolgere tutta la community in uno scambio proficuo su questi argomenti. DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 59


OVER 65

di Elisabetta Tufarelli

L’Italia ignora la sua età

Nonostante abbia uno dei livelli più elevati al mondo di popolazione con oltre i 65 anni (ben oltre la media Ue), l’ Italia dedica all’assistenza di anziani e disabili soltanto il 2,5% del proprio prodotto interno lordo. Nei paesi Ocse sviluppati si arriva al 3,5%, con la Germania al 4,5%, la Gran Bretagna al 4,3% e la Francia al 4,1%. Nel nostro Paese la metà dell’offerta di posti letto per anziani e disabili è garantita dal settore non profit: il 49%, rispetto al 42% di 10 anni fa. È cresciuta anche l’offerta delle strutture private, al contrario di quella pubblica, scesa

IMPORTANZA DELLE PROTEINE

dal 30 al 25%. Siamo indietro anche per quanto riguarda il “long term care” (LTC) a cui dedichiamo circa lo 0,7% del Pil: la metà rispetto ai paesi Ocse (1,5%), e molto di meno rispetto ai maggiori partner europei come Francia (2,4%), Gran Bretagna (2,4%) e Germania (2,2%). Gli interventi di supporto ai disabili rappresentano circa l’1,8% del prodotto interno lordo del Paese, contro la media del 2,0% nell’Ocse: siamo in linea in questo caso con Francia (1,7%) e Gran Bretagna (1,9%), ma lontani dalla Germania (2,3%).

Le persone anziane non mangiano cibi abbastanza ricchi di nutrienti e la situazione peggiora quando vivono da sole. Lo rileva, in Gran Bretagna, una ricerca secondo cui una percentuale tra l’11 e il 19 di coloro che hanno superato i 65 anni non assume sufficienti calorie e proteine. Gli studiosi dell’Irish Longitudinal Study on Aging sostengono che il 10% degli anziani sia a rischio malnutrizione. La carenza di proteine​ , causa della perdita muscolare, aumenta il rischio di cadute e fratture: è per questo consigliato includere un alimento ad alto contenuto proteico ad ogni pasto.

NEL POST PANDEMIA gli ultrasessantenni si sono scoperti più digitali. Il 60% degli over 60 italiani utilizza più agevolmente i dispositivi e le app, rispetto a due anni fa. Tra gli strumenti più diffusi in questa fascia d’età ci sono le videochiamate (34%), lo shopping on line (28%), la visione di film in streaming (21%) e lettura di libri, riviste e quotidiani in digitale (19%). A rivelarlo sono i dati emersi dall’indagine internazionale Readly-YouGov, il servizio di abbonamento digitale che consente l’accesso illimitato a circa 5000 riviste italiane e internazionali. 60 | MONDO AGRICOLO | DICEMBRE 2021


Sport, elisir di lunga vita

FALSI MITI

Ecco cinque false credenze sugli over 70 da sfatare. Non è vero che gli anziani non possono bere caffè. Questa bevanda aiuta nella prestazione psicofisica e contrasta i cali di pressione. È falso anche che l’aumento di peso sia inevitabile con il progredire dell’età. Semplicemente, occorre mangiare meno e fare movimento. Ancora: è falso che gli anziani abbiano meno bisogno di bere degli adulti. Anzi. Il rischio di disidratazione cresce con l’età. È inesatto anche affermare che gli anziani non digeriscono il latte. Infine, non si deve limitare l’assunzione di fibra negli over 70 per paura di problemi intestinali.

Lo sport, contrariamente a quanto si crede, non ha età. Anzi. Man mano che s’invecchia è ancora più importante rimanere fisicamente attivi. Muoversi e condurre una vita poco sedentaria sono abitudini ritenute universalmente corrette per il benessere psicofisico del corpo umano. Lo dimostra uno studio di Harvard, pubblicato su PNA da un team dibiologi evoluzionisti e ricercatori biomedici che hanno determinato quali sono i due modi attraverso i quali l’attività fisica a lungo termine abbia effetti posi-

tivi per la salute e la durata della vita. Aiuta ad evitare fattori di rischio come il grasso in eccesso e l’obesità. L’attività fisica praticata da anziani, come ha stabilito la ricerca, permette di recuperare più in fretta da infortuni alle fibre muscolari, riparare danni alla cartilagine e guarire da microfratture. Infine, favorisce il rilascio di antiossidanti e antinfiammatori e migliora il flusso sanguigno. Anche solo 10 o 20 minuti di esercizi al giorno al giorno riducono sostanzialmente il rischio di morire precocemente.

C’È UNA RELAZIONE tra gotta e rischio cardiovascolare? Questa patologia sistemica, che trova correlazione con la presenza nell’organismo di acido urico e dei depositi che si possono concentrare nelle articolazioni, è spesso asintomatica nella fase iniziale. Secondo le statistiche sono oltre 5 milioni gli italiani che soffrono di iperuricemia, il che aumenterebbe sensibilmente il rischio di infarto. Proprio perché questa condizione patologica non dà sintomi, la percentuale di persone che si sottopone a esami per controllare i livelli di acido urico è molto bassa, attorno al 2%. DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 61


AGRITURISMO

di Elisabetta Tufarelli

IL COLLETTO A CAMPOCHIESA D’ALBENGA (SV)

A misura di bambino

S

iamo a Campochiesa, piccolo borgo agricolo nelle valli dietro Albenga a soli quattro chilometri dal mare, dove incontriamo Silvia Parodi e il marito Marco, insieme ai genitori Corrado e Ivana e ai fratelli Claudia, con il marito Davide, e Pietro, conducono “ll Colletto” un agriturismo ideale per rilassarsi immersi nella natura, tra prati e boschi. “Siamo agricoltori da generazioni - racconta Silvia - e questa resta la nostra attività principale alla quale, nel 1995, è stato affiancato l’agriturismo, quattro appartamenti per un totale di 18 posti letto, perfettamente attrezzati. La nostra struttura è stata pensata a misura di bambino”. L’azienda agrituristica si estende per quattro ettari, di cui uno in serra, più altri quattro tra

boschi uliveti, dedicati in particolare all’out door. “La nostra è un’attività di famiglia per le famiglie. Siamo 13 persone, dai 6 ai 76 anni, tutte coinvolte, a diverso titolo, in azienda. I miei tre nipoti (Lorenzo, Riccardo e Corrado) praticano mountain bike e stiamo lavorando in questo settore: lo scorso anno si è tenuta proprio qui in azienda la “Coppa città di Albenga”. Ma non solo outdoor, a “Il Colletto” c’è una piscina, uno splendido giardino e un parco giochi dedicato ai più piccoli. “Il collegamento tra l’azienda agricola e l’agriturismo è fondamentale e abbiamo puntato ad esaltarlo, facendo scoprire ai nostri ospiti le tipicità del nostro territorio con le colazioni, gli aperitivi e le merende a base della nostra frutta, verdura e fiori eduli. Per i bambini sono programmate attività ludiche e didattiche; i laboratori (seguiti da mia figlia Benedetta e dalle mie nipoti Chiara e Paola) partono dai nostri prodotti: piace moltissimo quello che insegna a disegnare e colorare con i fiori”. In azienda si producono frutta e ortaggi, tra i quali i famosi quattro di Albenga: Zucchina Trombetta, Asparago Violetto, Pomodoro Cuore di Bue e Carciofo Spinoso. “Per accorciare la filiera - spiega l’imprenditrice agrituristica - abbiamo deciso di rivolgerci direttamente al consumatore con i “Cesti di nonno Corrado”. Così tre volte alla settimana le nostre composizioni di frutta e verdura, che cambiano secondo le disponibilità

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e la fantasia, vengono consegnate direttamente e in giornata, a casa dei nostri clienti. E i nostri cesti sono apprezzati anche da negozi e ristoranti”. Soggiornare a “Il Colletto” significa tante diverse esperienze per godere pienamente natura, sole, mare, sport e cultura, con i bambini e gli animali da compagnia per condividere a pieno le vacanze di famiglia. Formula apprezzata, oltre che dagli italiani anche dai turisti stranieri. “Tra i nostri ospiti -9 afferma Silvia Parodi - abbiamo un’alta percentuale di tedeschi e olandesi e quest’anno, anche se la stagione è partita un po’ in ritardo, saltando Pasqua e ponti, si è allungata, grazie anche al nostro microclima,

fino a fine ottobre: c’è tanta voglia di vacanza e natura, dopo la pandemia”. Una particolarità dell’azienda sono i fiori eduli, non solo per abbellire i IL COLLETTO

Via Cavour, 34 Campochiesa d’Albenga (SV) Tel. e Fax: +39018221858 Cell: +39335260254 e-mail: ilcolletto@virgilio.it Web: www.agriturismoilcolletto.com

piatti. “I nostri ospiti sono sempre pronti ad assaggiare i nostri prodotti; i nostri aperitivi sono arricchiti dai fiori da gustare, come Begonie, Nasturzi, Tagete, Rose, Salvie, Bocche di leone e Violette, solo per nominarne alcuni”. Progetti futuri? “Non ci fermiamo mai. A gennaio - conclude Silvia Parodi - partiremo con una nuova attività, insieme all’azienda agricola di mio marito Marco e un’azienda di trasformazione, vogliamo chiudere la filiera, proponendo i prodotti tipici del nostro territorio dai fiori al pesto, dalla verdura alla frutta anche in barattolo e i nostri ospiti saranno sempre i primi a testare e valutare le nostre novità”. DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 63


VINO

di Gabriella Bechi

VERMENTINO SUPERIORE BOCEDA DELL’AZIENDA ZANGANI

Due secoli di vini

N

ell’entroterra spezzino, tra il fiume Magra e i colli della Lunigiana, ai piedi dell’antico borgo di Ponzano Superiore, la famiglia Zangani si dedica all’agricoltura dal XIX secolo. Da tre generazioni la passione e il forte legame con il territorio hanno portato l’azienda a recuperare antichi poderi agricoli per la coltivazione di vite e olivi. Merito di Alberto, nonno di Filippo, 31 anni, giovane presidente di Confagricoltura La Spezia e vicepresidente regionale, che oggi è alla guida dell’azienda. “I nonni di mio nonno erano mezzadri nell’antico podere di Mortedo, appartenuto in passato alla famiglia Malaspina, e il suo obiettivo è sempre stato quello di comprarlo e intraprendere l’attività agricola in qualità di proprietario”. Così ha fatto, anche attraverso successive acquisizioni, coltivando oliveti, vigneti, alberi da frutta e ortaggi, facendo diventare l’azienda una tra le realtà più grandi della provincia di La Spezia, con una

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produzione di 15/20.000 bottiglie l’anno. Filippo si era da poco laureato in Giurisprudenza quando, nel 2014, la scomparsa di nonno Alberto, lo convince ad occuparsi direttamente dell’azienda, facendola diventare, dice, “un’impresa degna di Confagricoltura”. Innovazione, organizzazione aziendale e una tecnologia rispettosa dell’ambiente sono diventati strumenti fondamentali per ottimizzare i processi produttivi che, insieme all’acquisto di nuovi terreni vitati, hanno portato in pochi anni al traguardo delle 100.000 bottiglie. L’azienda si estende oggi su 40 ettari: 12 di vigneto e 15 di oliveto, il resto bosco. La produzione vitivinicola si concentra principalmente sulle uve a bacca bianca, in particolare sul Vermentino, bandiera enologica dei Colli di Luni. Tre le Dop: il Vermen-

tino base Mortedo, quello superiore Boceda e un Rosso Colli di Luni, il Montale, derivato da un raffinato blend di Sangiovese, Merlot e Canaiolo. Più i due Igp: Marfi Rosso (Merlot, Ciliegiolo e Canaiolo) e Marfi bianco (Vermentino, Albarola e Malvasia), blend tipiche del Golfo dei Poeti. In cantina però continuano gli studi e le sperimentazioni sulla Dop Albarola, insieme alla speranza di ottenere l’autorizzazione per recuperare la produzione del Vermentino Nero, il fratello ligure del Canaiolo toscano. La fedeltà all’autentico Vermentino ligure distingue l’etichetta top della Casa, che ha meritato numerosi riconoscimenti, il Boceda, da uve coltivate nella zona più alta dell’azienda a 350 metri sul livello del mare, caratterizzata forti escursioni termiche. Dopo una macerazione prefermentativa sulle bucce per esaltare i profumi e una pressatura soffice, fermenta ed affina in vasche inox su fecce fini per due mesi. Colore giallo paglierino, profumo fruttato e persistente, al gusto regala il giusto compromesso tra freschezza e mineralità. La produzione aziendale finisce principalmente sulle tavole dei liguri, oltre a qualche incursione nelle metropoli delle regioni vicine. Ma rappresenta una fetta importante di mercato anche la vendita diretta e l’offerta turistica ricettiva in cui la famiglia è impegnata: l’Hotel ristorante “La Trigola” a Santo Stefano Magra e l’albergo diffuso in zona Tellaro, nel Comune di Lerici.


RISTORANTE LA TRIGOLA A SANTO STEFANO DI MAGRA SP

La Liguria è servita

A

ppartiene alla famiglia Zangani anche l’albergo e ristorante La Trigola, situato nella prima collina di Santo Stefano di Magra, eccellente punto di collegamento per Sarzana, la costa ligure, il Golfo dei Poeti e le Cinque Terre. La struttura, con muri in pietra ed elementi in legno, è stata completamente rinnovata nel 2014. Si sviluppa su due piani ed è circondata da un ampio giardino, dal quale si gode una splendida vista sulla vallata circostante, coperta di oliveti e vigneti. Quattordici le camere, di varie tipologie, provviste di aria condizionata, Wifi, TV a schermo piatto e minibar, bollitore per tè e tisane. Ogni mattina gli ospiti hanno a disposizione una prima colazione servita nella sala con veranda panoramica, con un ricco buffet di pietanze sia dolci che salate (torte fatte in casa, croissant, uova, formaggi, salumi). L’albergo dispone anche un bel ristorante aperto al pubblico esterno che si caratterizza per la genuinità dei prodotti utilizzati, molti dei quali provengono direttamente dall’azienda agricola di famiglia, seguendo il ritmo delle stagioni, in base alle quali cambia anche il menù. La cucina è genuina e rispettosa delle tradizioni, con proposte che alternano piatti di pesce e di carne preparati secondo le tradizionali ricette del territorio. Tra gli antipasti non mancano mai i salumi della Lunigiana o le torte di verdura cotte nel forno a legna, ma si possono trovare anche il Baccalà mantecato con polentina di ceci, il

Tortino di acciughe o il Petto di Cappone alla Marialuigia; tra primi piatti molti quelli a base di pasta fresca, come i Ravioli di Baccalà con salsa al basilico, le Crespelle SPAGHETTI AI FRUTTI DI MARE

In abbinamento al Vermentino superiore Boceda si consigliano gli Spaghetti ai frutti di mare

ai carciofi, le Lasagnette con gli asparagi; ma anche zuppe, minestre, risotti, come quello Vecchia Spezia con i muscoli. Tra i secondi le Acciughe fritte, i Muscoli alla marinara, lo Stoccafisso in umido, il Filetto di maialino bardato con lardo di Colonnata, il Coniglio ripieno alla ligure e l’immancabile carrello dei bolliti. Tra i dolci le crostate di frutta fresca, il sufflè di cioccolato con salsa al Rum, il Dolce mangiare con coulis di lamponi, la Panna cotta con salsa di cachi. Molte le serate a tema proposte con menù abbinati ai vini dell’azienda agricola. Via Antonio Gramsci, 63, 19037 Santo Stefano di Magra SP. DICEMBRE 2021 | MONDO AGRICOLO | 65


CAMPI SONORI

di Gaetano Menna

50 ANNI DEGLI OSANNA

Sound e memoria

B

envenuti a “Osannaples”, come si intitola il film di M. Deborah Farina. I 50 anni del primo vinile pubblicato (“L’Uomo” del 1971) degli Osanna, la band di rock progressive partenopea più amata, andavano festeggiati a dovere. E sono giunti così il film “Osannaples”, il libro “L’uomo: sulle note di un veliero” (Iacobelli) di Franco Vassia e l’album “Il diedro del Mediterraneo” (MaRaCash - Afrakà, CD+DVD con il film “Osannaples”). La copertina, così come la title track, L’uomo del prog sono dedicati al dramma dei mi- Magia, follia granti del Mediterraneo su imbar- al di fuori del tempo

ZANETTI OMAGGIA DONNE AFRO

Africa jazz

S

i intitola “Mother Afrika” (Comar23 Edizioni Musicali) il settimo suggestivo album del compositore e pianista veneto, Roberto Zanetti. “Sono convinto che la cultura afroamericana sia la radice della musica del XX e XXI secolo - ha osservato -. Ho cercato di renderle omaggio attraverso la forma del call and response, che era all’origine dei primi canti africani, che si sono poi sviluppati attraverso i gospel, gli spiritual, il blues, il funk, fino ad arrivare alle nuove forme espressive contemporanee”. Il jazz diventa strumento per abbattere barriere e portare a riflettere sui diritti umani. Infatti quello proposto è un vero e proprio concept con storie afro-americane al femminile: la forza di Wilma Rudolph, il coraggio di Rosa Parks, la genialità di Katherine Johnson, lo straordinario talento di Nina Simone. In apertura e chiusura i versi - recitati da Nicolò Sordo - della poesia “Africa” di David Mandessi Diop, del movimento filosofico letterario Nègritude.

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cazioni precarie; un brano di denuncia con richiami alle canzoni “L’Uomo” e “Vado verso una meta” del loro primo, celebrato disco; con il leader della band, Lino Vairetti (che è anche autore dei brani) il quale, pensando ai tanti morti delle migrazioni, esclama: “Nel diedro del Mediterraneo, in quel mondo alla fine del mondo, ci sarai tu alla meta… ed io ti ritroverò”. Il disco è dedicato al compagno di viaggio Danilo Rustici - scomparso di recente - e c’è nostalgia e commozione per l’amico (Canta Varietti: “Ti ritroverò nei mercati dell’anima”). Non mancano momenti di sound e memoria, come in “Caracalla 71”, ricordando la Woodstock italiana in cui gli Osanna trionfarono.

Il fabbro del dark Album d’esordio dei Blacksmith Tales, la formazione fondata da David Del Fabro: “The Dark Presence” (Immaginifica di Aereostella). Il leader si è fatto le ossa in gruppi di cover di Rush, Genesis, Pink Floyd, Kansas, Gentle Giant. Ora con la band realizza un concept che è un viaggio dall’antico Egitto fino al Medioevo, attraverso simboli e immagini; percorso alchemico e visionario, il cammino di un’anima alla ricerca della luce interiore, del proprio sé, e per farlo deve affrontare la sua parte più oscura, scendere negli abissi della sua mente e del suo cuore, superare gli ostacoli per affrontare poi un nuovo viaggio, una nuova vita. Centrali nel racconto sono i due brani acustici: Interlude (in cui il protagonista riconosce il proprio sé e vi si affida) e Last Hero’s Crusade (in cui l’anima riesce a trovare la strada verso le stelle). Il nome della formazione è un gioco di parole relativo al cognome di Del Fabro (Blacksmith significa fabbro). Un album oscuro, misterioso e intrigante.



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