Brek Magazine 22

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EDITORIALE

Anno V - n°22 Marzo/Aprile 2012

EDITORE

Soc. Cop. Sociale a r.l. via Nicola Sole, 73 - 85100 Potenza tel. 0971 36703 - fax 0971 25938 DIRETTORE RESPONSABILE Nicola Pace IMPAGINAZIONE E GRAFICA Bloop Srl Riccardo Telesca STAMPA Tipografia Zaccara - Lagonegro DISTRIBUZIONE Potenza e dintorni elenco su www.brekmagazine.it ABBONAMENTI Per ricevere BREK Magazine via posta ordinaria e in tutta Italia è possibile abbonarsi online su www.brekmagazine.it PUBBLICITÀ commerciale@brekmagazine.it tel. 0971 36703 HANNO COLLABORATO Giovanna Caivano, Domenico Calderone, Angela Cammarota, Mimmo Claps, Vito Colangelo, Antonio Coppola, Anna D’Andrea, Veronica D'Andrea, Mari Donadio, Alba Gallo, Angela Laguardia, Maya Matteucci, Elenia Marchetto, Leonarda Sabino, Fabio Salvatore, Andrea Samela, Francesco Tripaldi, Wine_R.

C’È UN SENTIMENTO CHE PUÒ ESSERE MANIFESTATO IN MILLE MODALITÀ DIVERSE. URLANDO O IN SILENZIO. SORRIDENDO O CON LE LACRIME. PACIFICAMENTE O RICORRENDO ALLA VIOLENZA. PREGANDO O IMPRECANDO. MANIFESTANDO E PROTESTANDO. DA SOLI O CON MILIONI DI ALTRI UOMINI. QUESTO SENTIMENTO È LA RABBIA. UNA STRANA SENSAZIONE CHE SALE LENTAMENTE (O RAPIDAMENTE A SECONDA DEI CASI), INVADE OGNI SINGOLO CAPILLARE DEL NOSTRO CORPO E TENDE AD ESPLODERE IN MANIERA INCONTROLLATA. PRIMA O POI SUCCEDE. PRIMA O POI SUCCEDE A TUTTI. ED È COSÌ NATURALE. QUASI BENEFICA, A VOLTE. FORSE ANCHE PER QUESTO LA RABBIA SEMBRA IL PARADIGMA PERFETTO DI QUESTO DELICATO PASSAGGIO STORICO. RABBIA VERSO TUTTO E VERSO TUTTI. PERCHÉ OGNUNO DI NOI HA UN GIUSTO MOTIVO PER ARRABBIARSI. IL LAVORO. IL MUTUO. LE BANCHE. IL GOVERNO. LA DELINQUENZA. I SOPRUSI. LA CORRUZIONE. LE CRICCHE. E MILLE ALTRI ANCORA. E SE CI FERMASSIMO PER UN ATTIMO. E SE INVECE DI SPRECARE ENERGIA E TEMPO CI FERMASSIMO A RIFLETTERE? FORSE ELIMINEREMMO, CON LA RAGIONE, TUTTE LE CAUSE CHE ALIMENTANO LA NOSTRA RABBIA.

PROSSIMA USCITA n°23 (maggio-giugno 2012) Tutti i numeri sono sfogliabili in formato pdf all'indirizzo www.brekmagazine.it

FORSE. MA VARREBBE LA PENA PROVARE.

Autorizzazione Tribunale di Potenza nº 376 del 7/5/08 Iscrizione al ROC n°19633

anno IV - n° 22 Marzo / Aprile 2012

BREK garantisce la libertà di pensiero e di espressione. Per questo motivo ogni collaboratore è singolarmente responsabile delle proprie idee e di ciò che scrive.


SOMMARIO

METROPOLIS

QUARTA PARETE

06. Modern Money Theory. 08. Dal bunga bunga al banca banca. 12. L'antipolitica. 14. Storie di Mafia al nord. 16. La rabbia riflessa.....

26. La rabbia della solitudine. 28. Blu di rabbia. 30. Il quaderno di Maya. 31. I silenzi degli innocenti.

POLITICA, COSTUME E SOCIETÀ

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CINEMA, TEATRO E ARTE

• [...] Ci hanno fatto il brain washing (lavaggio del cervello) per decenni, per inculcarci l’odio per il comunismo, che secondo la propaganda capitalistica rappresentava il vaso di di Pandora contenente tutti .......

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CONVIVIO

INCONTRI

SORSI & MORSI, LETTURE & BENESSERE

PERSONE E PERSONAGGI

37. Se volete stare tranquilli..... 38. Etichetta? Si,no,forse. 39. Verde, colore dell'olio.

20. Ivolution / Inside Tv 22. Annamaria Sodano. pag. 20

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WEB 3.0

INTERNET E MULTIMEDIA

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42. Crash da evitare!

CANTIERI URBANI PENSIERI IN MOVIMENTO

44. Cuori lontani ...rabbia vicina. 45. La rabbia, ovvero espressione debole di..... 46. Tra sentimento e peccato. Quando e se...... 47. Ma che rabbia questa "rabbia". 48. Voce del verbo scatenare l'inferno.

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BREK ZOOM

PIANTE HI TECH PER ALLUNGARCI LA VITA

VIVA L'ORTO SOCIAL

Come combattere l’effetto serra? Un nuova proposta arriva dall'Associazione degli ingegneri britannici che, grazie alla geo-ingegneria, disciplina che si propone di arginare il problema dell'inquinamento con soluzioni ad alto contenuto tecnologico, ha evidenziato come gli alberi high tech rappresentino la strada migliore per com-

Diventare contadini 2.0 è possibile grazie a “Grow the Planet”. L'idea nasce da una società italiana che trova spazio al TechCrunch Disrupt di San Francisco. Il sito, dalla grafica accattivante, vuole insegnare a coltivare piante e relazioni a chiunque intende condividere consigli e raccolti con la community dal pollice verde. La “FarmVille per il modo reale”, infatti, si alimenta grazie a comunità locali che scambiano semi e ortaggi e permette di seguire la crescita degli orti veri anche su pc. Obiettivo: operare in un'ottica di crescente sostenibilità. E allora... zappa, vanga e rastrello per tutti!

battere il surriscaldamento globale. Le piante, simili a panelli solari, attualmente, vengono prodotte da un’azienda in Arizona e sfruttano una reazione chimica in grado di catturare l’anidride carbonica. Unici problemi: costi e difficoltà tecniche. Aspetti che sarà necessario considerare per realizzare il bosco artificiale.

LA RANA MIAGOLA MA NON MANGIA I TOPI Non gracida, bensì miagola ma non è stata creata in laboratorio. È la nuova scoperta dell'India occidentale. La rana, appartenente ad una specie che si credeva estinta da novant'anni, è uguale in tutto e per tutto alle rane che conosciamo, ma è in grado di emettere suoni simili a quelli dei felini. Fa parte del genere Nyctibatrachus, un gruppo di animali notturni e poco conosciuti. Per l’esattezza Nyctibatrachus poocha, da "poocha” che nella lingua locale significa, appunto, gatto domestico. Sarà questo il nuovo nome della rana, che come tutti gli animali notturni, oltre ad essere riservata ama nascondersi nelle cavità rocciose

degli stati indiani.

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BREK ZOOM

SEPOLTO DALLA NEVE. VIVO DOPO 2 MESI. È il 19 dicembre e una fortissima tempesta di neve si sta abbattendo sulla Svezia. Mancano pochi giorni a Natale e Peter Skyllberg,, un automobilista quarantacinquenne, mentre sta facendo ritorno a casa rimane con l’auto in panne. Una sciocchezza che si trasforma in tragedia poiché, sembrerà incredibile, ma Peter rivedrà la luce dopo due mesi trascorsi sepolto in macchina da metri di coltre bianca. La sua salvezza sono stati un sacco al pelo e la stessa neve con la quale si è nutrito per tutto il periodo di isolamento. Distrutto, gelato e rinsecchito lo sfortunato cittadino svedese è stato ritrovato vivo grazie alla segnalazione di un giovane abitante del luogo che improvvisamente aveva visto spuntare il tetto dell'auto in cui era rimasto intrappolato.

GATTA DA 1.600 MIGLIA. E' scomparsa 5 anni fa in Colorado e si chiama Willow. E' la gatta tigrata che per molti mesi è comparsa ovunque su manifesti e annunci in rete. A ritrovarla, però, non è stato il tam-tam della community ma un'associazione che si occupa degli animali abbandonati, la Animal Care & Control. C’è solo un piccolo dettaglio. L’associazione si trova a New York

a circa 2.600 chilometri di distanza! Come abbia fatto Willow ad arrivare nella Grande Mela resta un mistero. Intanto, grazie al microchip impiantato da quando era cucciola, è stato possibile identificarla e presto ritornerà dai legittimi proprietari i quali sono rimasti letteralmente scioccati quando hanno ricevuto la telefonata del ritrovamento.

PICCOLISSIMO MA POTENTISSIMO E’ fatto con un solo atomo di fosforo posizionato con estrema precisione su una superficie di silicio. Stiamo parlando del più piccolo transistor mai realizzato al mondo. La stupefacente scoperta, con la conseguente realizzazione, è merito dei un gruppo di fisici dell’ università australiana del Nuovo Galles. La scoperta è sensazionale per un motivo molto semplice e che riguarda ognuno di noi. Infatti la scoperta troverà ambito d’applicazione nel mondo dei conputer permettendo la realizzazione di Pc piccoli e potenti capaci di elaborare dati quantici. Un ulteriore tappa verso un futuro in cui i computer si avvicineranno sempre di più all’uomo e alla sua capacità unica di pensare

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Modern Money Theory. Quando la rabbia spinge a studiare l’economia…

Il giornalista Paolo Barnard

www.paolobarnard.info 6

Domenica 26 febbraio ore 17.30 presso il 105 stadium di Rimini più di 2000 persone di ogni età, di ogni categoria sociale e provenienti da ogni parte d’Italia si alzano in piedi per una lunga standing ovation. Sul palco a ricevere l’applauso fragoroso non c’è né un cantante, né un comico, né una spogliarellista. Sul palco, strano ma vero, ci sono 5 economisti di fama mondiale coordinati da un giornalista bravo, preparato, coraggioso e pessimista. Paolo Barnard. L’evento, magistralmente realizzato dal basso dallo stesso giornalista bolognese attraverso la rete e il suo sito ufficiale www.paolobarnard.info, ha coinvolto migliaia di persone. 2088 per la precisione. 2088 nomi. 2088 identità. 2088 vite. Ad accomunarli un senso di appartenenza. Un senso di appartenenza misterioso che ha un filo comune: ridare dignità e speranza al popolo italiano. Ma come? Semplice, attraverso lo studio dell’unica materia, almeno secondo Barnard, che tutti dovrebbero approfondire: l’economia. E a guardare ciò che accade oggi in Europa e nel mondo è impossibile dargli torto. Nell’epoca attuale è l’economia a governare la politica e non il contrario. Un mondo alla rovescia che sta procurando immani disastri economici, finanziari e sociali. E così è stato per ben 3 giorni, dalla sera di venerdì 24 febbraio fino al pomeriggio di domenica 26 febbraio, a ritmi serratissimi e con sessioni mattuti-


ne, pomeridiane e serali, con accorato e partecipato silenzio i 2088 “studenti” hanno ascoltato le lezioni, le testimonianze e i suggerimenti di 5 grandi economisti: William Black, Micheal Hudson, Stephanie Kelton, Marshall Auerback, Alain Parguez. Il tema portante è stato l’illustrazione della MMT, ossia della Modern Money Theory. Una teoria economica basata sul concetto di moneta moderna che deve essere sovrana e dunque di proprietà dello stato che la emette, non convertibile, e soggetta a fluttuazione nei cambi. Insieme alla MMT sono stati poi, di conseguenza, affrontati temi inerenti come: L’Euro, l’eurozona, la crisi, i debiti sovrani, gli annunciati

Il tavolo con i 5 relatori

lazione.” Un nuovo paradigma alternativo e opposto al liberismo di stampo mercantilista che sta dominando le economie occidentali ormai da un lungo ventennio. Ventennio

“Grazie alla MMT è possibile costruire un’economia salva vite, salva stato, salva democrazie…attraverso uno stato con moneta sovrana che spenda a defict positivo per il beneficio del 99% della popolazione.” default, Il funzionamento delle Banche centrali e della BCE, i trattati europei. Inoltre lunghe sessioni di domande dal pubblico per chiarimenti e approfondimenti. La MMT prende corpo dalle teorie Keynesiane e si rifà al pensiero di economisti del calibro di John Maynard Keynes, Georg Friedrich Knapp, Abba Lerner e Hyman Minsky. Complicato in poco spazio farne un riassunto perciò mi affido alle parole di Paolo Barnard: “Grazie alla MMT è possibile costruire un’economia salva vite, salva stato, salva democrazie…attraverso uno stato con moneta sovrana che spenda a deficit positivo per il beneficio del 99% della popo-

nel quale le sperequazioni di ricchezza tra le classi sociali sono aumentate in modo indescrivibile e nel quale si è assistito lentamente alla demolizione degli stati sovrani nell’Europa occidentale in nome e per conto dell’EURO; unico caposaldo e vero trionfatore di un Europa rattoppata sul piano politico ma perfettamente strutturata sul piano finanziario. Uso le parole del Professor Parguez, persona straordinaria e di grandissima competenza, avendo vissuto in prima persona le fasi delicate della creazione dell’Euro, per sintetizzare cosa rappresenta oggi la moneta unica: “L’euro è un Nuovo Ordine Sociale totali-

taristico”. La situazione illustrata al summit di Rimini è da vero golpe finanziario ma una via d’uscita è possibile. E la ricetta proposta dalla MMT non parla di austerità, di tagli ai salari e alla spesa sociale. Niente precarizzazione selvaggia o riduzione delle pensioni. Niente licenziamenti di massa. Niente privatizzazioni e svendita del patrimonio pubblico, come invece prescrive la troika liberista (FMI, UE, BCE). Finanche i titoli di stato torneranno ad essere ricchezza per i cittadini. Ma questa via d’uscita è mistificata, oscurata, censurata. Nessuno ne parla. Nessuno la spiega. Nessuno la racconta. Tutti i media sono concentrati sullo spread. E mentre godiamo e ci rallegriamo per il differenziale sceso sotto i 300 punti, il nostro governo sottoscrive il fiscal compact, aderisce al MES o ESM, cambia l’articolo 81 della Costituzione. Come, non sapete di cosa sto parlando? Nessuno vi ha informato? Beh, informatevi. Perché questa è l’unica via di salvezza possibile. Nicola Pace


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DAL BUNGA BUNGA AL BANCA BANCA. Ovvero, dalla crisi etica al default della politica. economie nazionali di vari Paesi occidentali, legati a doppio filo all’impero rappresentato dal dollaro. Ora siamo nelle mani della B.C.E, che decide le sorti di Italia, Spagna, Grecia etc. scrivendo l’agenda delle misure restrittive che esse obtorto collo sono costrette ad adottare in campo socioeconomico, intervenendo selvaggiamente su pensioni, salari, stipendi e welfare: l’accetta è diventata il suo simbolo. E se non vengono operati questi tagli, intervengono immediatamente gli “oracoli” della finanza internazionale, come Standard & Poor’s, Fitch, Moody’s (agenzie di rating private anglo-americane, peraltro nel mirino della Procura della Repubblica di Trani), che, con i loro declassamenti degli Stati, scatenano gli...dei della finanza, minacciando il loro fallimento, che per falso pudore chiamano “default”, onde non far capire fino in fondo la gravità della minaccia. In una fase di totale “non compos mentis”, non passa giorno in cui non si affastellano idee di rinuncia all’euro e ritorno alle ex monete nazionali, salvo poi smentirle il giorno dopo, poi riprese il terzo giorno a mo’ di resurrezione delle idiozie partorite da menti distrutte dal persistere della “Burn out syndrome”. Insomma, il grande sogno americano è diventato un vero incubo per i cittadini di tutto il mondo, ma, ciò nonostante, il presidente Obama e la sua segretaria di Stato hanno l’ardire di dare consigli agli Stati europei, esortandoli a mettere in atto i suggerimenti indigesti forniti dagli stessi fautori di questa strana, anomala crisi finanziaria che, operando un vero e proprio darwinismo sociale su scala planetaria, sta distruggendo il futuro di intere generazioni, facendo indietreggiare di secoli la macchina del tempo. Come se le banche che hanno venduto titoli tossici a mezzo mondo, non fossero americane!

Ci hanno fatto il brain washing (lavaggio del cervello) per decenni, per inculcarci l’odio per il comunismo, che secondo la propaganda capitalistica rappresentava il vaso di Pandora contenente tutti i mali del mondo. Hanno utilizzato tutti i mezzi, leciti e illeciti, per demonizzare tale ideologia. Hanno fatto di tutto e di più, ricorrendo a leggende metropolitane secondo cui in Russia e in Cina si sarebbero alimentati uc-cidendo i bambini. Lo spauracchio del marxismo, in effetti, ha stimolato per parecchi lustri fantasie perverse sostenute dal grande capitale e dalla religione di Stato. E chi ha studiato Storia contemporanea ricorderà sicuramente le famose “lettere dall’America”, in cui gli Italiani giunti nella “Grande Mela” erano costretti dalle autorità statunitensi a scrivere accorate lettere ai parenti rimasti in patria per esortarli a non votare mai comunista alle elezioni, altrimenti sarebbero scattate ritorsioni contro di loro, compresa l’espulsione dal suolo americano. Una conferma della sovranità limitata in cui l’Italia ha formato le sue generazioni dal dopoguerra ad oggi, passando per la “Guerra fredda”. La caduta dell’U.R.S.S e poi, per reazione a catena, di tutti i paesi del “Patto di Varsavia”, avvenuta grazie agli auspici di Gorbachov e all’intervento fattivo del Papa polacco, ha posto fine ad un equilibrio mondiale che, simboleggiato dalla “Guerra fredda”, ha garantito mezzo secolo di pace. Sicchè i destini del mondo sono stati consegnati nelle mani degli U.S.A, nemico storico dell’ex potenza euroasiatica ed incarnazione autentica del capitalismo selvaggio, della deregulation in campo economico e sociale. Nel 2007 è giunta poi la crisi economica mondiale di cui tanto si parla, irradiata sempre dagli Stati Uniti (da dove se no?) attraverso le sue megabanche multinazionali che con i famigerati “derivati” hanno prima illuso e poi distrutto

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Adesso che gli istituti finanziari italiani ed europei ne sono pieni, si invocano risparmi e tagli. Ma chi sono i destinatari di tali nefasti messaggi? Strano a dirsi, sono coloro che la crisi non l’hanno determinata, ma la subiscono, impotenti, sin dai primi prodromi del 2007, allorquando negli U.S.A si concedevano prestiti a vagonate, senza garanzie, drogando così l’economia fino a portarla all’implosione finanziaria, i cui effetti perniciosi hanno superato i confini americani, diffondendosi in tutto il mondo. I cosiddetti “titoli tossici”, acquistati a piene mani anche dai Comuni, illusi dall’idea malsana che tali strumenti finanziari potessero rimpinguare le casse svuotate dalla mala politica amministrativa e dai ridotti trasferimenti statali, stanno causando il fallimento di molti enti locali. In aggiunta, le lobbies politico-finanziarie della U.E. hanno imposto all’Italia il famigerato “patto di stabilità”, che secondo i fautori dovrebbe impedire gli sperperi della spesa pubblica, favorendo i “virtuosi”. Se ci stanno riu-

scendo ancora non si sa. Ciò che è certo è che tutte le imposte dirette locali stanno aumentando a dismisura, motivate dall’alibi dei tagli che non consentirebbero la normale fornitura di servizi ai cittadini. La morale della favola è che i soldi vengono prelevati sempre dai poveri, che ne hanno pochi, ma sono in tanti. Ma i “papaveri”, dopo aver recitato i soliti sermoni agli altri, continuano a sprecare risorse pubbliche: il Ministero della Difesa, infatti, ha acquistato la bellezza di 19 Maserati blindate, assumendo nel contempo 33 nuovi impiegati, giusto per dare il ...buon esempio! E i costi della politica? Solo 9 miliardi di euro all’anno, per il funzionamento delle due Camere: “appena” 350 euro pro capite per ogni cittadino italiano, neonati compresi! Il nuovo governo, come primo effetto tangibile ha risparmiato sui Monti (da Tre-monti è passato ad uno solo), per tutto il resto l’odiata manovra non sembra incontrare i favori delle parti sociali, in quanto iniqua e condizionata

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dall’esecutivo uscente. E intanto la Confindustria è partita all’attacco, grazie a certe sigle sindacali imborghesite che, firmando accordi separati, hanno indebolito il fronte sindacale prestando il fianco ad attacchi senza precedenti allo Statuto dei lavoratori. A dare man forte a questo modus operandi è giunto, inaspettatamente, un membro importante del PD, il sen. Pietro Ichino, che, già mentore ispiratore di Renato Brunetta, evocando la “Flex-security” danese ha elaborato un progetto miracoloso che, abolendo l’art. 18 per licenziare più facilmente, dovrebbe creare nuova occupazione (sic!). Alla faccia del buon Keynes, che si rivolterebbe nella tomba! Un’idea balzana che, ovviamente, è piaciuta molto agli industriali, molto meno ai lavoratori dipendenti di tutte le categorie, tant’è che ora l’ex “colletto bianco” della FIOM colto dalla “Burn out syndrome” è costretto a viaggiare sotto scorta. E a niente sono servite le promesse verbali circa lo stanziamento di fondi speciali statali per aiutare i licenziati, nel caso di varo del progetto di legge. Con i “chiari di luna” di questa fase storica, a tutti è venuto subito in mente il famoso detto popolare:<< Campa, cavallo, che l’erba cresce!>>. Ciò in quanto nell’Italia delle caste, purtroppo, non c’è il welfare che offre la Danimarca e, contraddicendo Shakespeare, lì non c’è il ... marcio che c’è da noi, dove, invece, manca il senso dello Stato, e la meritocrazia inversa instaurata dai partiti produce una corruzione annua di 70 miliardi di euro e una burocrazia sclerotizzata degna dei migliori romanzi di Kafka (provate, ad esempio, a chiudere un conto di banco-posta, in caso di morte di uno dei cointestatari!). Di là dalla crisi, sono queste anomalie, insieme ai fenomeni malavitosi, dunque, che tengono lontani gli investitori stranieri e alimentano le nostre delocalizzazioni produttive all’estero, non certo i miseri stipendi da fame che percepiscono i lavoratori italiani in tutti i settori, pubblici e privati. Quindi, basta con la demonizzazione del proletariato e dei poveri, sempre più vittime di questo genocidio finanziario. E non illudiamoci di aver risolto i nostri problemi, passando dal governo “bandana” del “bunga bunga” al malinconico governo “loden” del “banca banca”. Il peggio deve ancora venire, e saranno “Bocconi amari”, perché dare l’incarico di governo ai banchieri è stato come affidare le trasfusioni a Drac ula! Prof. Domenico Calderone

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grafica: Michele Nella


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L'ANTIPOLITICA. Preoccupazioni recenti per gli anni che parleranno di12 noi


Probabilmente fra cent'anni si parlerà di questi anni come quelli della crisi globale. O come degli anni in cui i libri hanno smesso di prender polvere e essere di carta e sono diventati veloci, moderni e digitali. Chissà... forse si parlerà di questi anni, come degli anni in cui gli italiani avevano perso il senno in seguito ad una mostruosa epidemia e si facevano abbindolare dalle promesse di mediocri dirigenti politici senza scrupoli se non per i propri conti bancari – tenuti all'estero. Di sicuro, si parlerà della nostra crisi, intesa come internazionale, come nazionale, se vogliano anche locale, e magari si potrà affermare con più onestà di oggi, che è nata alla sufficienza cui sono stai tenuti i conti dello Stato (e degli Stati in generale) non proprio diligentemente. Decenni di assistenzialismo, di sprechi, di sperpero, di ingiustizie, ed ecco gli ingredienti della torta marchiata anni 2012. Contorno di panna e dissesto, impressionante dissesto. Un pizzico di rabbia che non manca mai, non manca davvero mai e voilà, il piatto è servito. Perché la nostra unica certezza davvero certa è che questa crisi è tutta nostra. I più colpiti? Noi. I più svantaggiati? Sempre noi, tanto che appartengono alla modernità di ieri le affermazioni, poi divenute scomode sul “posto fisso”. E' talmente impossibile da garantire che i politici, il Premier Monti prima e la Cancellieri poi, hanno ironicamente-ma-non-troppo iniziato a definire come “monotono”. Come se la monotonia, giustificasse la non-opportunità che ci stanno costringendo ad accettare di non-costruirci una famiglia, di non-realizzare i nostri desideri lavorativi, magari assecondan-

do una inclinazione personale, che scrivo, una non-inclinazione personale. No, il lavoro, se c'è la maggior parte delle volte non rispecchia te stesso, non rispecchia i tuoi sogni, ti devi adattare, e più ti adatti più la rabbia sale, più pensi che sia arrivato il momento di lasciare a casa le buone maniere (casa, se ti resta una casa...) e mandare tutti, tutti in quel fantastico Stato in cui le convenzioni sociali non esistono e tutti parlano liberamente e senza preoccupazioni legali che possano derivare da una “umile manifestazione di pensiero”. Sì, è quello Stato che ha per capitale quella bellissima città che inizia per V. La rabbia di tutti noi, risiede in una amara consapevolezza. Si sta pagando per gli eccessi che altri prima di noi hanno avuto. Che i politici ancora hanno, che la ridistribuzione del reddito è una teoria che non solo non sta in piedi ma nemmeno sta in cielo. Che le manovre finanziarie tolgono a chi ha già poco, e lascia allegramente festeggiare chi della crisi non ne conosce nemmeno il significato. Scalfari, qualche mese fa, nel suo solito editoriale, scriveva che la politicizzazione della crisi economica sia quasi un fatto naturale. E' come se si discutesse e decidesse di quale sarà il nostro futuro prossimo - che porrà le basi per quello dei nostri figli e dei futuri nipoti - e non si possa deciderlo che con la partecipazione responsabile della coscienza collettiva. Ma se questa coscienza collettiva non ci fosse? Alternativa: Scalfari ce l'ha: dominio del dispotismo. L'antipolitica non è una risorsa ma un pericolo. E' il frutto acerbo di una mediocrità della politica presente, che non solo fa rabbia, fa schifo. È iniziato lo sgomento dei popoli per questi soprusi che ci

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stanno infliggendo e ancora non basta, deve esplodere la rabbia, dobbiamo tifare rivolta. Alcuni pensatori, sostengono che sia solo per mezzo di questa antipolitica che possa affacciarsi la possibilità di nascita di una nuova politica finalmente intesa come la sfera delle decisioni collettive sovrane. Ma ci sarà mai una decisione davvero collettiva e davvero sovrana?In “Storie di ordinaria follia”, un romanzo in disordinate puntate, Charles Bukowski fa terminare la storia d'amore del giovane e disadattato scrittore Charley con la grassa Marie, che per vivere confezionava di cappelli. Mentre il racconto sta per volgere al termine Charley rifiuta un lavoro offertogli per strada perché: “Avevo il sole in faccia. Avevo 75 cents. Il sole m'andava bene”. Charley non è arrabbiato, Charley aveva il sole in faccia e gli bastava. Charley, pare capire, esser felice. Noi, il sole in faccia, quando lo avremo? Lea Sabino.


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Storie di MAFIA a nord La Linea Gotica, si estendeva per oltre 300 chilometri, da Massa-Carrara a Rimini. Era il ’44 e i Tedeschi, nel tentativo a arginare l’avanzata degli Alleati, disegnarono una linea protettiva da difendere con ogni mezzo. La Linea Gotica ha poi rappresentato un labile confine identitario fra legalità e senso civico da una parte, lassismo e illegalità dall’altra, una barricata ideale tra nord e sud e il trionfo degli stereotipi. In realtà un

confine permeabile. “Io mi chiamo Giovanni Tizian” esordisce il responsabile della sezione modenese di Libera alla presentazione di Gotica.’ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea (Round Robin editore, 2011), il libro inchiesta di Giovanni Tizian sulle infiltrazioni mafiose a Nord. Giornalista e

scrittore calabrese, Giovanni Tizian è sotto scorta dal ventidue dicembre per aver ricevuto minacce a seguito della pubblicazione del suo libro. Nel 1989 la mafia gli ammazza il padre costringendo lui e sua madre ad allontanarsi dalla Calabria. “Io mi chiamo Giovanni Tizian” è anche la campagna lanciata daSud per dall’associazione daSud, tenere alta l’attenzione sul giornalista e ribadire che «la lotta alle mafie, da Sud a Nord,

deve essere una priorità del Paese». La mafia a nord esiste, e questo non dovrebbe stupire perché già dagli anni sessanta si organizzavano incontri mafiosi a Nord ma nonostante tutto si è continuato a pensare che esistessero zone immuni e che gli stessi colonizzatori mafiosi, per altro approdati nel Nuovo

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Mondo il secolo scorso, se ne stessero buoni in poche isole di criminalità. Omicidi, azioni eclatanti, pizzini, un immaginario comune che ha reso tutti ciechi su ciò che la mafia stava costruendo lontano dalle zono critiche o classiche della criminalità organizzata. La mafia a Nord si insinua nelle economie legali attraverso la gestione di appalti, imprese di movimento terra, ma è anche traffico di stupefacenti, corruzione elettorale, gestione di gioco d’azzardo, e soprattutto si occupa di acquisizioni


societarie con prestiti a usura. Quando le banche non fanno credito, per evitare il marchio del fallimento, i soldi vengono da altrove e “la ’ndrangheta è la banca più grande del mondo” Acquisire un’impresa rende gli incravattati contemporanei invisibili, molto spesso perché il marchio storico delle aziende acquisite fa da scudo essendo di per sé garanzia di correttezza e professionalità. Inoltre a Nord le

mafie, che a Sud sono separate in zone d’influenza, si alleano e supportano negli affari. Un mondo quasi invisibile nonostante sia risaputo che la lotta alle mafie sia un insieme di azioni quotidiane, non solo una questione da tribunale.

invece scegliere prodotti e servizi forniti da imprenditori, esercenti e professionisti che non paghino il pizzo o che, essendo stati vittime di richieste estorsive, ne abbiano fatto denuncia rappresenta un passo importante verso la cultura della legalità.

Nel 2004 nasce a Palermo “Addiopizzo”, «[…] un movimento aperto, fluido, dinamico, che agisce dal basso e si fa portavoce di una “rivoluzione culturale” contro la mafia. È formato da tutte le donne e gli uomini, i ragazzi e le ragazze, i commercianti e i

«Io mi chiamo Giovanni Tizian perché non sono né un eroe e né un simbolo. Faccio la mia parte, mentre altri vi hanno rinunciato da tempo. Sono e siamo la società civile: se non lo facciamo noi, chi deve farlo?» daSud

consumatori che si riconoscono nella frase “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”». Perché, come ricorda Giovanni Tizian alla numerosa platea desiderosa di dare un contributo alla lotta alle mafie, il consumo critico è una delle piccole azioni quotidiane da intraprendere per marginalizzare i comportamenti mafiosi: i soldi dati a esercenti che pagano il pizzo sono in parte soldi dati alla mafia

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Angela Cammarota


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LA RABBIA RIFLESSA. …MA ORMAI MI VIEN SOLO DA RIDERE. Potrei raccontare una storia di rabbia comune a molti, ormai così comune che mi vergogno quasi a raccontarla. Potrei raccontarla con rabbia ma ormai mi vien solo da ridere… La storia di un cervello cresciuto in una casa piena di stimoli e di libri, di quelle case, come ce n’erano molte in Italia, in cui i bambini non venivano maltrattati né abusati, né abbandonati di fronte a televisione o videogiochi. Quelle case in cui i bambini venivano coccolati ed educati con rigore. Alla legalità e al senso del dovere, ormai così fuori moda. Quelle case in cui capitava, ad esempio, che ti venisse chiesto cosa volevi fare da grande e che ti fossero finanziati i sogni, se solo dimostravi di avere la volontà di perseguirli. Quello dove a fine anno non ti regalavano il motorino perché eri stato promosso col massimo dei voti, ma ti rispondevano laconicamente che “avevi solo svolto il tuo dovere”. Poi magari ti ritrovavi in vacanza a studiare da qualche parte del mondo per imparare a dare un nome alle diversità. In una di quelle case lì sono cresciuta, ho letto, ho imparato ad amare e rispettare le

diversità. Ho conosciuto l’inversione dei ruoli crescendo, maturando e vedendoli invecchiare. Da una di quelle case lì, come ce ne erano molte in Italia un tempo, sono uscita per studiare, finanziata da sacrifici di genitori “normali” che mi hanno mantenuto e sostenuto anche quando mi sono ritrovata a terra attonita e rabbiosa. Ho studiato, in fretta che non avevo soldi da sprecare, lavoricchiando per continuare a viaggiare, a sorprendermi e a diventare saggia come loro mi avevano insegnato… mi sono laureata, ho firmato il primo contratto, e poi mi sono dottorata, e sono diventata cultrice della materia, ho iniziato ad insegnare alle nuove leve, li ho entusiasmati ed innamorati, e poi ho firmato un nuovo contratto come assegnista di ricerca e poi un altro come tutor e poi sono stata trasferita e ho fatto la pendolare a mie spese per 5 anni su e giù per lo stivale… E ho fatto i miei workshop, i miei international symposium, l’esperienza all’estero che sennò resti al palo e… all’ennesimo taglio sulla ricerca sono rimasta al palo. Anche io, che con rabbia e con amore ero rimasta a galla fino ad ora. Prima ero troppo gio-

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vane ed inesperta per pretendere, ora sono troppo vecchia e specializzata. Un ricercatore di 35 anni è vecchio. E si ritrova a spedire decine di CV ogni mese per sentirsi rispondere che non ci sono soldi nemmeno a Berkeley per pagare un post-doc. Che fai ti arrabbi? E chi invece c’è arrivato ti risponde che è normale che il passaporto te lo deve fornire il tuo capo amico del capo dell’altro laboratorio. E cosa fai ti arrabbi? Rischi di esser preso per pazzo… anzi, “come hai fatto finora? Ah, con le tue gambe?! Ma davvero? Sei un’eccezione non la regola… cara mia”. E quando il segretario di una scuola minuscola di un minuscolo paese di montagna ti guarda imbarazzato mentre consegni la domanda per l’insegnamento e ti dice “dottorè, ma con tutto sto pappiè lei vole proprio insegnare la matematica a ste zucche vuote?” e tu che fai gli rispondi con rabbia o… annuisci e sorridi? Annuisci e sorridi. Perché pensi ancora che insegnare e fare ricerca sia la cosa più bella del mondo. Ma sai che probabilmente non ti chiameranno nemmeno


quest’anno perché la SIS non l’hai fatta, eri troppo impegnata a lavorare, non con uno di quei dottorati fittizi che ti lasciano il tempo di fare altro. E i corsi universitari che hai tenuto non fanno punteggio per la scuola pubblica… già, buffo, hai insegnato ai professori della scuola pubblica la scienza e l’evoluzione durante i loro corsi di aggiornamento ma sei in fondo alla lista, dietro di loro, perché sei solo un ricercatore e sei, soprattutto, vecchio! Alla cartolibreria del quartiere ti guardano male mentre lasci

volantini per le ripetizioni perché col tuo spocchiosissimo CV vieni a togliere ore di lavoro ad altri poveri professori… una guerra tra poveri capponi come quella del Manzoni. E quando il proprietario del vivaio sotto casa ti risponde “dottorè io non la posso pagà in nero, me vergogno a faje potà le rose, al rumeno lo posso pure cazzià ma a lei no, me vergogno!” che fai, ti arrabbi? No, te ne torni a casa ridendo che non hai altra scelta che ridere, non è la tua di rabbia che fai fatica a gestire. Per quella

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ormai saggiamente hai imparato a correre, a camminare, ad urlare sottacqua mentre nuoti, hai imparato a sfogarla quella rabbia lì. Ma è quella delle persone che ti aspettano a casa, quelli che ti hanno cresciuto nella legalità, nella trasparenza e nel senso del dovere, è quella rabbia che vedi riflessa nei loro occhi, ogni giorno, e che non riesci a digerire né a gestire. Maya Matteucci.




BREK INCONTRI / ivolution

UN NUOVO MEDIA E UN NUOVO MODELLO DI BUSINESS AL SERVIZIO DEI CITTADINI E DELLE IMPRESE Punta su forza attrattiva delle immagini e alta tecnologia. Ha un palinsesto visibile su grandi monitor in alta definizione dislocati in selezionati locali pubblici di Potenza e della sua area metropolitana, di Altamura e sul web (www.inside-tv.it). E' Inside Tv, il dinamico network proposto dall'agenzia di comunicazione iVolution Lab – comunicazione evoluta. A parlarcene è Giovanni Fanelli, direttore creativo dell'agenzia.

ambiti nazionali e internazionali più cosmopoliti, questa nuova forma di video comunicazione digitale parte dal cosiddetto digital signage ma ne rappresenta una naturale evoluzione. Consente la trasmissione di messaggi e contenuti multimediali che uniscono comunicati commerciali, avvisi di interesse generale, informazione locale e interessanti rubriche.

Come è nata Inside Tv, con quali obiettivi e con quale struttura?

In primo luogo intrattenimento ma anche informazioni e attualità attraverso dei programmi prodotti esclusivamente per essere trasmessi nel circuito come: Verba Volant, che raccoglie opinioni e riflessioni libere dalla viva voce della gente comune sui principali temi di attualità; Talent Scout, che guida alla scoperta di cortometraggi realizzati da promettenti registi locali e internazionali; Imagination, dove sogni e fantasie divengono reali grazie all'impiego di tecniche cinematografiche come stop motion e tilt shift.

Le ispirazioni derivano spesso da necessità, mescolando esperienze vissute e soluzioni scoperte viaggiando. Inside Tv nasce in risposta all'esigenza di avere una Tv locale capace di mostrare e dare spazio ad aspetti e tematiche che suscitano interesse e attenzione ma anche dalla necessità di mettere un mezzo piú versatile, elastico, economico e accattivante a disposizione della creatività pubblicitaria. Già adottata in

Cosa può trovare la gente su Inside Tv?

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Quali sono i vantaggi che offre a livello pubblicitario? L'efficacia e l'immediatezza del linguaggio visivo e una grafica particolarmente accurata permettono di raggiungere il proprio target di riferimento lasciando il segno. Con Inside tv, sono garantite facilità e flessibilità nella definizione e pianificazione del palinsesto. Inside Tv è, dunque, la soluzione ideale per creare valore e fidelizzare, ampliare le vendite, assicurare ad ogni impresa un'immagine moderna e attraente. Facendo leva sulla componente emozionale che solo un filmato riesce a stimolare, offre maggiore incisività e versatilità dei più costosi cartelloni pubblicitari. Il consumatore lucano è ricettivo verso questo nuovo mezzo di comunicazione? Il pubblico è sempre più attento alla comunicazione e ha imparato ad effettuare una selezione tra contenuti utili e contenuti superflui. Vengono rifiutate le notizie indifferenziate e Inside Tv rende tutto più piacevole mettendo lo spettatore al centro, divertendolo, intrattenendolo e informandolo. E come si comportano gli imprenditori lucani? Gli imprenditori lucani vivono una fase di sperimentazione delle tecnologie di prossimità ed esistono ancora pochi casi di utilizzo continuativo, ovvero di inserimento definitivo di tali iniziative all'interno del media mix aziendale. Ma siamo sicuri che presto comprenderanno l'utilità e i vantaggi economici di questo strumento e del suo return of investment. Quali sono le soluzioni comunicative che hanno maggiori possibilità di sviluppo nel prossimo futuro? La parola chiave oggi è engagement e le tecnologie di prossimità vanno in questa direzione. Viviamo in un mondo dominato dai marchi, da una serie di percezioni che inquadrano l'offerta commerciale e il digital signage, se integrato nella comunicazione tradizionale, innesca un circolo virtuoso che porta ad un ritorno tangibile. Si tratta di un canale dalle grandi potenzialità, molto più economico della cartellonistica tradizionale, ecologico e versatile. N. P.

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BREK INCONTRI / annamaria sodano

INTERVISTA AD ANNAMARIA SODANO LA BELLEZZA CONTRO LA RABBIA Annamaria Sodano è una giornalista professionista, laureata in Lingue e letterature straniere e un Master in Comunicazione pubblica. Per due anni consecutivi è stata responsabile della comunicazione per il Concorso Nazionale di Miss Italia in Basilicata; attualmente è anche la responsabile della comunicazione della Scuola Calcio Milan di Potenza, cura i contatti con la dirigenza dell’AC Milan e con i testimonial rossoneri. Presenta e cura l’organizzazione di eventi culturali e sportivi (per citarne alcuni, il Premio Alfredo Mancinelli; la festa del Calcio lucano; la Coppa Scirea, Torneo intercontinentale di calcio U16 anche in qualità di madrina). Ha un curriculum lunghissimo che spazia dal giornalismo con esperienze lavorative con Sky Tg 24, Ansa Roma e Rai, all’organizzazione di grandi eventi, dallo sviluppo turistico al teatro. Insomma, una ragazza che di certo non sta con le mani in mano eppure la Gazzetta del Mezzogiorno del 23/10/2011 si è occupata di lei collocandola tra le capaci e belle lucane discriminate nel mondo del lavoro. 1. Annamaria a leggere il tuo lungo curriculum sembrerebbe proprio che la precarietà faccia parte del tuo stile di vita o no? Accedere a un lavoro in tempi ragionevoli, attualmente, è una vera impresa. Sostenere una vita precaria mette in crisi gli equilibri sociali ma è pur vero che io non amo subire passivamente la realtà che ci circonda. Sono a favore di strategie coraggiose diventando parte di produttori di bene comune.

Nella foto Annamaria Sodano

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2. Nell’immaginario collettivo si pensa alla bellezza come un grimaldello che spalanca qualsiasi porta, ma nel tuo caso sembra il contrario. Alcune volte, la bellezza suscita ‘sospetti’ affinché si possa risultare credibili dovendo continuamente dimostrare di essere competenti. È vero, alcuni commenti non sempre gradevoli mi hanno causato dispiaceri ma essendo determinata nelle cose che faccio, non accetto di mortificare il mio aspetto esteriore per ‘convincere’. Ritengo che la bellezza di una persona raffinata nei modi, quando si pone con gli altri, è una caratteristica che mi appartiene così come credo di essere capace di saper condividere forme aperte di cultura. 3. Ma è più discriminata la bellezza o l’essere donna? Credo che sia più utile ragionare in termini di slancio degli ideali veri, di una cultura che possa riappropriarsi della sua umanità attraverso quel ‘garbo femminile’ che appartiene a tantissime donne. 4. I modelli comportamentali spinti dai mass media, continuano a pendere verso l’apparire, quanto è negativa questa tendenza? I media facilitino l’accesso alla diversità culturale aumentando le occasioni di aprire un dialogo interculturale lasciando interagire voci diverse. L’apparire, spesso, nasconde il limite di chi desidera comunicare solo con coloro che condividono gli stessi riferimenti culturali. 5. C’è stato mai un momento di rabbia che ti ha portato a voler mollare tutto? Mai. Sono determinata, so che voglio e ho la sana ambizione di portare a termine le cose che faccio.

6. E il calcio? E’ una passione o è semplicemente lavoro? Diciamo che è un lavoro che faccio con passione ma del resto come tutte le cose che intraprendo. Non amo annoiarmi. Come responsabile della Scuola Calcio Milan di Potenza, ho avuto l’occasione di dialogare con spiccate professionalità e questo ha aggiunto valore alla mia preparazione. 7. Cosa ti ha aiutato di più nella tua professione, la tua formazione universitaria o l’apprendistato? Possedere delle conoscenze di base aiuta sempre ma l’apprendistato è fondamentale per riuscire a comprendere se si è capaci di tradurre le proprie conoscenze e poter garantire alla società un alto profilo professionale. 8. Se oggi potessi dare un consiglio a una ragazza che vuole fare la giornalista cosa le diresti? Io ho visioni positive della vita e consiglierei questo mestiere con la passione di voler raccontare con forte intelligenza e straordinario impegno civile le vicende. È un lavoro che crea relazioni tra le persone e questo, per me, è sempre stato motivante. È anche faticoso, non sempre regala una vita ordinata e privata ma la passione genera occasioni di soddisfazioni personali. 9. Quanto sono distanti le politiche regionali dal futuro dei giovani comunicatori? Il comunicatore, oggettivamente, non ha bisogno di politiche ma di contesti in una terra, la Basilicata, in cui l’editoria non ha tanti spazi. Sarebbe auspicabile che si generassero condizioni reali impiegando giovani talentuosi come comunicatori piuttosto che partecipare al turn over at-

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traverso le ‘stagioni’. Si potrebbe pensare a una progettualità ad hoc che definisca delle linee di indirizzo, di valorizzazione delle figure professionali emergenti come comunicatori che svolgono un mestiere interessante, che sanno raccontare la nostra terra. Mi piacerebbe che si riuscisse a far conoscere l’offerta formativa lucana attraverso, magari, degli incontri tra chi governa il nostro territorio e i network nazionali per generare occasioni di sinergie, di inserimento professionale e di orgoglio per ciò che noi giovani sappiamo rappresentare per la Basilicata. 10. Cosa c’è all’orizzonte? Quali sono i tuoi progetti futuri? Sono al lavoro per la prossima edizione del Trend Expo, il Salone dell’Orientamento e del Lavoro in qualità di responsabile della comunicazione. Ormai, seguo l’iniziativa da moltissimi anni. Nel frattempo, lavoro sempre per la Scuola Calcio Milan e, a breve, ci saranno altri eventi che proporremo alla città. Lavorare per i bambini è motivo di grande soddisfazione, stabilire con più di 250 piccoli campioni e con le loro famiglie un rapporto di confronto e di crescita personale, mi gratifica tanto. Come ho fatto già in passato, curerò iniziative legate all’inclusione sociale, al confronto culturale coinvolgendo anche gli istituti scolastici della città e occasioni di confronto per combattere le devianze sociali. Presenteremo con la società un progetto legato alla nutrizione, argomento delicato che l’AC Milan segue con particolare attenzione. Nel frattempo, mi sto specializzando lavorando su un progetto che può portare a sviluppare un nuovo modo di comunicare, in positivo, le opportunità del mondo del lavoro. Vito Colangelo


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BREK QUARTA PARETE / cinema

“La solitudine mi ha perseguitato per tutta la vita, dappertutto. Nei bar, in macchina, per la strada, nei negozi, ovunque. Non c'è scampo: sono nato per essere solo.” Travis Bickle in “Taxi Driver”

Questi sono i pensieri di Travis Bickle, alias Robert De Niro, quando dal suo taxi osserva gli individui passeggiare sui marciapiedi newyorkesi. Siano essi delinquenti o persone per bene per lui non fa alcuna differenza. Sono tutti estranei con i quali è impossibile comunicare. Travis Bickle è il protagonista del celebre film “Taxi Driver” del 1976 diretto da Martin Scorsese e scritto da Paul Schrader. Il film, drammatico, ricevette 4 nomination agli Oscar; 2 nomination per il Golden Globe e fu premiato con la Palma d’oro al festival di Cannes. New York, è notte, Travis entra in un garage di taxi e chiede di poter far il tassista. Soffre d’insonnia e poiché passa le nottate e gironzolare per le strade di New York decide che potrebbe diventare il suo lavoro. Travis è un ragazzo di 26 anni, ex marine, che dopo aver partecipato alla guerra in Vietnam,

ritorna a New York palesemente depresso, frustrato e solo. Non riesce a reintegrarsi nella società, vorrebbe farne parte ma essa è indifferente alle sue emozioni, alle sue opinioni, alla sua persona. Inesorabilmente si spalancano davanti ai suoi occhi le porte dei bassifondi, ai quali, suo malgrado crede di appartenere. Di notte guida e di giorno scrive un diario guardando la televisione. Fino all’incontro con Betsy, una bellissima ragazza bionda. La ragazza fa parte dello staff elettorale del senatore Charles Palantine, candidato alle elezioni presidenziali. Travis la osserva ogni mattina, finchè un giorno trova il coraggio di presentarsi a lei. Anche Betsy sembra essere attratta da lui, ma il secondo incontro si rivela un fallimento: Travis porta Betsy al cinema a vedere un film pornografico, lei si sente terribilmente offesa e nonostante le

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sue scuse decide di non volerlo vedere più. I giorni e le notti si susseguono e Travis è sempre più arrabbiato con la società che lo circonda, dalla quale vorrebbe ricevere comprensione e considerazione, e invece ottiene solo freddezza e indifferenza. Devastato da questi pensieri e dalla solitudine i suoi attacchi di rabbia diventano sempre più frequenti. Diventa irragionevole e un giorno decide di acquistare delle pistole. Una notte incontra una prostituta di 13 anni di nome Iris (la giovanissima Jodie Foster). Da quel momento Travis cerca di fare tutto il possibile per aiutare la ragazza ma lei non vuole essere “salvata”. Travis è frustrato perché non riesce a farsi ascoltare, vuole compiere una buona azione ma non ci riesce. L’unico modo per fare qualcosa di positivo sembra essere farsi giustizia da solo. Tenta di uccidere il sena-


tore Palantine, a suo avviso incarnazione dell’ipocrisia della società. Quella stessa sera raggiunge Iris e uccide il suo protettore Sport, l’affittacamere e un mafioso che si trovava con lei. Travis cerca infine di suicidarsi ma la pistola non ha più pallottole. Ferito, si accascia sul divano mentre nella stanza entrano i poliziotti accorsi a causa della sparatoria. La scena successiva ci mostra articoli di giornale ritagliati e appesi a un muro, insieme a una lettera molto commovente. Sono i ringraziamenti della città e della famiglia di Iris al “taxi driver”. Travis è da loro considerato un eroe, una sorta di angelo della strada.

E’ un Travis diverso quello che ritorna a lavorare. Rincontra Betsy, che cerca di parlargli per recuperare un rapporto con lui ma Travis, orgogliosamente, le offre la corsa e va via. Scorsese con “Taxi driver” mostra sul grande schermo il volto notturno della New York degli anni 70’, dove le strade si popolano di malviventi, prostitute, drogati e le luci al neon si colorano di rosso mescolando il degrado della città al malessere interiore di un uomo. Il regista, in maniera lucida e sempre realistica riesce così bene a raccontare, attraverso le immagini, i sentimenti e le emozioni di Travis che il pubblico è come catapultato nel suo universo interiore, riesce quasi a provarne l’angoscia, la rabbia. Scorsese racconta cosa vuol dire sentirsi estranei al mondo che ci circonda pur essendo parte di esso, mostra quanto possa essere devastante questo malessere esistenziale se accompagnato

dall’indifferenza della società. Travis sorride, ma dietro i sorrisi e l’atteggiamento spavaldo iniziale vi è una personalità fortemente insicura, che come spesso accade, sfocia nella rabbia più cieca. Già dalle prime scene si capisce che il personaggio esploderà e lo farà in tutta la sua violenza. Celebre è la scena del film in cui De Niro fa le prove con la pistola davanti allo specchio dicendo: “Ma dici a me? Ma dici a me?”Nel finale aperto del film ci si chiede: sarà riuscito il nostro tassista a sconfiggere la rabbia e a tornare a vivere una vita “normale”? A voi la risposta. Mari Donadio Angelo Caiazzo

Nelle foto Robert De Niro

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BREK QUARTA PARETE / arte

BLU DI RABBIA L’anno è il 1883, ma non importa, le foto di Isabella Stewart Gardner (collezionista d’arte americana, 1840-1924) immortalano la Cina del tempo, ma neanche questo è importante. Spazio e tempo sono riferimenti alquanto vaghi in un META – viaggio in cui ciò che unicamente rileva è l’interpolazione dei luoghi con punti e valori appartenenti a dimensioni parallele. “Travels whit Isabella”, la video istallazione del 2008 di Luisa Rabbia, appare come un “flusso viaggiante” dove l’anabasi del segno dell’artista torinese, ospitato nella culla color seppia

delle foto della Gardner, sboccia in un blu tentacolare che racconta gli elementi, e disegna varchi e portali per altre dimensioni ripartendosi in radici stritolatrici ma anche seminatrici di vita. Difatti in quest’opera, definita con pregevole acume, durante la mostra “In viaggio sotto lo stesso cielo” (Fondazione Mertz – Torino – 2009): “reportage della psiche”, le radici blu paiono sinapsi di un organismo vivente e infestante, una pianta parassita dal colore innaturale che ne sottolinea inconfondibilmente

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l’irrealtà. La cifra stilistica di Luisa, orgoglio d’Italia, e figlia adottiva d’America (a Brooklyn molto prima che pullulasse di hipsters), si manifesta fin dalle esposizioni iniziali di Torino del 1995 (Proposte X: Ansie Luisa Rabbia - Daniele Galliano curata da Riccardo Passoni, Galleria San Filippo, e Luisa Rabbia, curata da Marco Noire, Studio d'Arte Recalcati), dove esibisce un’estetica fatta di profonda riflessione ma anche di istintiva sperimentazione. Partendo dal disegno a mano libera e passando poi per il video,


il silicone, la ceramica e la scultura, l’artista sembra semplicemente lasciar fluire l’ispirazione attraverso di se, facendosi settaccio naturale dalle scorie della realtà, per ripulirla dai concetti di tempo, spazio, e materia, con lo scopo di creare una rappresentazione artistica interiore ed universale capace di attraversare gli anni e puntare all’eternità. Unico ed inconfondibile è il suo blu, il blu di Rabbia, se mi perdonate il gioco di parole sin troppo scontato. Luisa inizia ad usarlo quando nel 2000 sbarca negli States e per mantenersi trova lavoro come cameriera a New York. L’urgenza di disegnare anche durante il lavoro le impose la biro come medium e i tovagliolini di carta come tela, pratica questa che contribuì a rendere pulite e nette le linee e accrebbe la sua tendenza a occupare completamente le superfici fino ad appropriarsene e trasmutarle. Di li in seguito giunse a riempire superfici sempre più ampie e ad usare il blu anche per le sculture, in “Crowd” infatti, un complesso di figure caratterizzate da lineamenti, personalità e culture diverse, esposto alla fiera di arte contemporanea Art Basel di Miami Beach e allo stand della galleria newyorkese di Peter Blum (e venduta il primo giorno a trentacinquemila dollari), la colorazione della pelle è appunto blu, l’effetto scaturente è l’astrazione delle figure dalla realtà, l’impenetrabilità del loro spazio personale e al contempo la connessione con l’abbraccio invisibile e sotterraneo delle radici da cui forse traggono la loro linfa vitale per divenire alberi che si ergeranno imperiosi e che saranno custodi della memoria del mondo. Francesco Tripaldi

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BREK QUARTA PARETE / libri

Il quaderno di Maya di Isabel Allende Non so perché mi abbia regalato quel libro. Se per rabbia o per amore. Spesso, la linea che li divide, rabbia ed amore, è così sottile che l’una sfuma nell’altro e li confondiamo. Non so se avesse letto la trama o se fosse stato attratto semplicemente da un paio di coincidenze, l’omonimia e il colore. La protagonista del libro ha il mio nome e forse lui ha pensato che regalare, ad una divoratrice di libri, un libro col suo nome stampato a lettere cubitali nel titolo fosse una gran figata. E la copertina poi… rosso fuoco. Con quella ragazza strana che ti guarda con gli occhi enormi. A lui piace il rosso, in ogni senso… dalle barricate ai golf di lana. Ed io sono una delle “ragazze” più strane che abbia mai dovuto gestire nella sua vita. Eravamo al porto quando mi ha allungato la busta di carta dell’autogrill, niente carta regalo, figuriamoci, non gli aveva tolto nemmeno il prezzo. Fa così quand’è arrabbiato, diventa affettato, il contrario di com’è normalmente. Gli ho detto, con modi altrettanto spicci, che almeno la data e il nome doveva scriverli sulla prima pagina. L’ha fatto, continuando a guardarmi storto. Però l’ha fatto. Avevo una gran voglia di ridere ma mi sono trattenuta. Però anche lui sotto sotto rideva. La rabbia,

spesso, non può che sfociare in enormi risate. Lo accompagno spesso al porto quando parte per la Tunisia, dove lavora, sta diventando una specie di rito… lui che parte, io che lo accompagno fino al molo, e vado via prima che si imbarchi, lui odia gli addii. É la mia città in fondo, il mio porto… lo accompagno volentieri, poi lui se ne va, da solo, lui sta sempre da solo ed io torno a casa. Una volta l’ho seguito fino in Tunisia, forse riaccadrà. Quando gli sarà passata la rabbia. Probabilmente. Quel giorno, quando l’ho lasciato, ho iniziato subito a leggere il suo libro. Amo la letteratura sudamericana ma la Allende non è la mia scrittrice preferita, troppo romantica, troppo melò per i miei gusti, eppure il Quaderno di Maya ha un colore, un odore, un retrogusto diverso. Quello di chi ha la rabbia come motore per attraversare la vita, chi la divora, la vita, di fretta. Ci somigliamo tutti. Quelli che di rabbia siamo vissuti. Finché non capisci che devi trasformarla in saggezza prima che ti distrugga. La metamorfosi della rabbia. Il libro era pieno di cose di cui conoscevo bene il sapore, di altre che mi erano sconosciute ma che non ho fatto fatica a capire. E poi c’era quella coincidenza incredibile di un’amicizia tra una ragazza ed un uomo molto maturo, anziano,

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che vive in un luogo deserto insieme ad un segreto e alla sua rabbia. E mentre lui aiuta lei a non autodistruggersi, lei guarisce lui. Con rabbia e con amore. Non credo che il mio amico avesse letto la trama, altrimenti non mi avrebbe mai regalato quel libro. La vita è piena di coincidenze incredibili e non puoi far altro che accettarle per quello che sono e condirle con una gustosa risata. Maya Matteucci

L'autrice Isabel Allende


BREK QUARTA PARETE / libri

I SILENZI DEGLI

INNOCENTI

(e la rabbia dolorosa dei parenti). “Quello che fecero durante gli anni di piombo è meno devastante di quello che fanno oggi per occultare la verità. E quello che fa ancora più rabbia è che lo fanno con gli strumenti di quello stesso potere che ieri volevano abbattere con le armi” Queste le parole di Giovanni Berardi, figlio di una vittima delle Br. Questa una delle testimonianze, colme di indignazione, dolore e intollerabilità verso certi ricordi, raccolte da Giovanni Fasanella e Antonella Grippo in un libro dedicato alle vittime degli anni di piombo,delle stragi nere e del terrorismo rosso. Libro che rappresenta una denuncia verso la complicità delle autorità,l’arroganza dei carnefici impuniti,la dimenticanza di quello Stato che “non ha saputo onorare i suoi morti. Nè rispettarli, né proteggerli” e verso l’informazione,che spesso ha trasformato ex terroristi in personaggi mediatici.

Venti storie di sofferenza ed amarezza. Silenzi diversi: quello della madre di una vittima della Stazione di Bologna del 2 agosto del 1980,che “sceglie” di farsi suora;quello “imposto” a un dirigente della DC milanese, ferito dalle Br, che vorrebbe spiegare, ma non trova spazio sui giornali e quello dello Stato,che molto custodisce nei suoi archivi,ma si cela dietro il silenzio di ex terroristi che non parlano,occultando le responsabilità.

ché “la storia di quegli anni terribili non può davvero considerarsi chiusa finchè non la conosceremo fino in fondo”. Un libro forte ed intenso che sottolinea ed evidenzia un binomio inscindibile: giustizia e verità. Le uniche richieste. Le sole condizioni capaci, in parte, di alleviare il dolore, perché “il dolore fisico è niente in confronto al dolore provocato dalle ferite dell’anima. È lì, nell’anima, che continuano a spararci e colpirci”.

I familiari delle vittime chiedono è verità,perché “solo la verità ha il potere di mettere in moto quel meccanismo che spinge le vittime, con un’elevazione dell’anima, ad arrivare al perdono. Solo la verità può colmare il freddo dell’assenza”. I silenzi degli innocenti è un libro coraggioso che dà voce a coloro cui solitamente viene tolta,poiché,come chiarisce Maria Fida,figlia di Aldo Moro“le vittime devono morire assieme al loro congiunto e non apparire più. Non devono piangere né tanto meno parlare”.

Elenia Marchetto

Ed invece si deve eccome “continuare a parlare di quegli anni e scavare”! “I più giovani devono sapere”,come ben sottolinea il giudice Sassi, per-

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BREK EVENTI BASILICATA

MICHELE TEDESCO. Un pittore lucano nell’Italia unita La mostra, curata da Isabella Valente, presenta per la prima volta l’opera di Michele Tedesco (Moliterno 1834-Napoli 1917), uno dei protagonisti della scena artistica del secondo Ottocento e del primo Novecento italiano cui finalmente si dedica l’approfondimento storico e artistico che da tempo si attendeva. Le opere in esposizione alla Pinacoteca Provinciale di Potenza abbracciano tutte le fasi dell’esperienza artistica del pittore lucano. Info su: www.tedescoinmostra.it

Potenza fino al 15 Aprile

ELIO E LE STORIE TESE IN CONCERTO. La band più irriverente d’Italia sarà al Teatro Duni di Matera per un appuntamento da non perdere per i fan lucani del gruppo milanese. Come di consueto Elio e le Storie tese proporranno uno spettacolo variopinto e ricco di colpi di scena con al suo interno i grandi classici e i nuovi brani il tutto coreografato dal mitico Mangoni, architetto di giorno e scatenato ballerino di notte. Info su: www.cineteatroduni.com

Matera 4 Aprile

RITI DELLA SETTIMANA SANTA. La lavanda dei piedi, l’arresto, la via crucis, la crocefissione. Tutte le tappe più importanti della vita di Gesù Cristo, durante la settimana Santa, rivivono in una serie di appuntamenti nei centri del VultureMelfese (Rionero, Melfi, Rapolla, Atella, Ginestra, Maschito). Ogni rievocazione è rigorosamente proposta in costume e realizzata grazie al contributo volontario di figuranti del posto. Grazie a questo teatro popolare il sentimento religioso rivive nella sua dimensione più tragica. Info su: www.aptbasilicata.it Viggianello, dal 2 al 15 Aprile

Vulture Melfese, dal 2 all’8 Aprile

RITO ARBOREO DELLA “PITA”. Nei boschi di Pedali di Viggianello il taglio degli alberi diventa un rito con significati profondi e ancestrali. Questo appuntamento si ripete ogni anno la prima settimana dopo Pasqua. Vengono abbattuti gli alberi di faggio, 'Pitu’ e ‘Cuccagna’, e un abete 'Rocca', che andrà a unirsi alla 'Cuccagna' o alla 'Pitu', a esprimere la fusione della forza virile e della fecondità femminile della terra. Info su: www.comune.viggianello.pz.it

BALENABLANCA. Di e con MASSIMO LANZETTA Nello splendido scenario della Casa Cava di Matera, all’interno del rione Sassi, Massimo Lanzetta presenta questo particolare spettacolo di musica teatrale che così viene presentato: ogni abisso ha una profondità nota e definita, ma se ci sei dentro, questo spazio diventa infinito. Non esiste più larghezza, spessore, altezza. La dimensione dello spazio è nota soltanto ai desideri intimi e sinceri di chi affronta la discesa. Info e biglietti su: www.incompagnia.com

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Matera, dal 29 al Aprile al 5 Maggio


BREK EVENTI ITALIA

Torino, stadio olimpico, 24 maggio.

COLDPLAY IN CONCERTO. La rock band inglese, a dispetto di quanto comunicato tempo fa, farà un’unica tappa nel nostro paese per il tour 2012. Ad ospitarli sarà la città di Torino che si sta già preparando per un evento che rimmarrà di sicuro nella storia della città sabauda. Varie le possibilità per assistere al concerto che vanno dalla tribuna al prato. I biglietti sono già in vendita da tempo e si prevede presto il sold out. Tutte le informazioni e l’acquisto dei biglietti su www.tiketone.it

HENRI CARTIER-BRESSON. IMMAGINI E PAROLE. Quarantaquattro fotografie tra le più suggestive del grande maestro della fotografia in bianco e nero, accompagnate dal commento – tra gli altri – di Aulenti, Balthus, Baricco, Cioran, Gombrich, Jarmusch, Kundera, Miller, Scianna, Sciascia, Steinberg e Varda. Una selezione di capolavori unici – forse le più incisive e celebri fotografie del grande autore francese – ognuna “chiosata” dalle parole affettuose e autorevoli di intellettuali e amici. Info: www.provincia.roma.it Ile d e la C ité , Pa ris, 1952

Rovigo, palazzo Roverella, fino al 24 giugno.

© He rnri C a rtie r-Bre sson/ M a g num Photos

Roma, palazzo Incontro, fino al 6 maggio. www.provincia.roma.it

Il Pre sid e nte d e lla Provinc ia d i Rom a Nic ola Zing a re tti è lie to d i invita rla a ll’a nte p rim a sta m p a d e lla m ostra

H EN R I C A R TIER -B R ESSO N IM M AG INI E PARO LE g iove d ì 19 g e nna io 2012 - ore 12 Pa la zzo Inc ontro - via d e i Pre fe tti 22 - Rom a

a c ura d i

org a nizza zio ne

IL DIVISIONISMO. LA LUCE DEL MODERNO. E’ stata una delle più emozionanti stagioni dell’arte italiana negli ultimi secoli e ora, finalmente, una grande mostra la ripropone, con un taglio nuovo e con una scelta perfetta di opere. “Il Divisionismo. La luce del moderno”, che si svolgerà a Rovigo, a Palazzo Roverella dal 25 febbraio al 24 giugno 2012, sarà sicuramente tra i più importanti eventi espositivi italiani del 2012. Previati, Segantini, Morbelli, Pellizza da Volpedo, Boccioni, Balla, Severino. Info: www.palazzoroverella.com / www.mostradivisionismo.it

GAMECON. Salone del gioco e videogioco. GameCon è la manifestazione italiana che riunisce in un unico evento tutto ciò che riguarda il gioco in ogni sua forma: board games, card games, giochi di ruolo, giochi di società e tutto il mondo dell'intrattenimento elettronico. Si svolge in contemporanea a COMICON, il Salone Internazionale del Fumetto, in sedi separate: GameCon alla Mostra d'Oltremare e ComiCon a Castel Sant'elmo. Info: www.gamecon.it

Napoli, dal 28 aprile al 1 maggio

FESTA DEI CERI.

Gubbio, centro storico, 15 maggio

La Corsa dei Ceri di Gubbio è una delle manifestazioni più singolari d'Italia e così sentita che i Ceri sono diventati il simbolo della regione Umbria. Ogni 15 maggio i ceraioli, come atto devozionale, portano a Sant’Ubaldo i Ceri, strutture in legno particolarissime con in cime la statua del Santo. I Ceri, lungo un percorso di circa 4 km, devono essere portati alla massima velocità per misurare l’abilità dei ceraioli. Tradizione antichissima e bellissima. Da vedere. Info su: www.ceri.it

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BREK OPPORTUNITÀ

Concorso letterario, scadenza Aprile 2012

LE DONNE RACCONTANO LE DONNE. Il concorso è promosso dall’Associazione Digitales (www.digitales.it) e l'Associazione Intesa Cittadina con il patrocinio di Roma Capitale. “Le donne raccontano le donne” è un concorso completamente dedicato al mondo femminile e riservato a racconti inediti scritti da donne. Si propone di promuovere lo sviluppo dell’arte della scrittura, sostenendo le autrici che non hanno ancora riscontrato notorietà presso il grande pubblico.Scheda di adesione e regolamento su www.digitales.it

CORT E MALCAVAT L’Associazione Culturale Colacatascia organizza un concorso di cortometraggi a premi “Corto e Malecavat" “a tema libero”. Il concorso nasce con l'intento di permettere a chiunque di poter esprimere attraverso lo strumento video la propria espressione artistica in tutte le sue forme. I cortometraggi potranno trattare qualsiasi tema e dovranno avere una durata massima di 15 minuti, inclusi i titoli di testa e di coda; le opere in lingua straniera o in dialetto dovranno essere sottotitolate in italiano. Info: www.colacatascia.it

Concorso di cortometraggi scadenza Aprile 2012

CONCORSO FOTOGRAFICO “ENERGIA”.

conorso fotografico, scadenza 31 maggio 2012.

Il concorso è organizzato dal Gruppo Fotografico "La fabbrica dell'immagine" di Reggio Emilia, con il patrocinio del comune di Reggio Emilia e della Provincia di Reggio Emilia. Il concorso è aperto a tutti: fotografi amatoriali e professionisti di età superiore a 18. Il vincitore porta a casa la possibilità di partecipare ad un corso di perfezionamento del valore di 2.500 euro. Scheda di adesione e regolamento su www.lafabbricadellimmagine.it

ZOOPPA E LE GARE CREATIVE. GameCon è la manifestazione italiana che riunisce in un unico evento tutto ciò che riguarda il gioco in ogni sua forma: board games, card games, giochi di ruolo, giochi di società e tutto il mondo dell'intrattenimento elettronico. Si svolge in contemporanea a COMICON, il Salone Internazionale del Fumetto, in sedi separate: GameCon alla Mostra d'Oltremare e ComiCon a Castel Sant'elmo. Info: www.gamecon.it

Concorso musicale, scadenza 30 Giugno

Contest creativo sempre aperto.

PREMIO “PIERO CIAMPI”. A Livorno torna il Premio Ciampi, la manifestazione che premia i nuovi linguaggi e le sperimentazioni musicali. Possono partecipare al concorso singoli artisti o gruppi musicali che presentino due brani originali entro la data del 30 giugno 2012. Facoltativamente sarà possibile presentare anche una propria versione di un brano di Piero Ciampi che sarà giudicato separatamente dalla Giuria. Tutto il necessario per partecipare e il regolamento su www.premiociampi.it

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BREK CONVIVIO / letture

“C’è chi nega la miseria indicando il sole, chi nega il sole indicando la miseria” (F. Kafka)

SE VOLETE STARE TRANQUILLI, QUEL TIZIO NON LO LEGGETE! Oggi vi racconto la storia di un sentimento inevitabile, verso il quale non ho libertà di decidere se provare o meno. Non che gli altri sentimenti siano frutto di un atto di volontà, ma a volte li posso ignorare fino a fargli perdere il senso che la parte irrazionale si sforza di dare a sensazioni e artifici che i sensi creano tanto per complicarti un po’ una vita, che senza queste prese per il culo della natura sarebbe noiosa come la giornata di un ricercatore che impiega la sua mente a fare le iniezioni ai topi e aspettare che impazziscano. Si, mi incazzo, provo rabbia ma non, come si dice in genere, “quando vedo certe cose”. Quando le vedo provo rassegnazione, la rabbia mi viene leggendo uno qualunque dei racconti di Kafka, perché lui è il solito stronzo che parla, che a volte deve anche alzare la mano per parlare e farsi ascoltare come fosse l’ultimo degli scolaretti, e nessuno si cura di ascoltare cosa abbia da dire, a volte qualcuno ne ha apprezzato le idee (parlo dei suoi contemporanei) ma non gli si dava importanza più di tanto. E poi, leggendo le pagine di questo profeta dell’inferno, ti incazzi, perché aveva un rapporto con il futuro immediatamente prossimo pari a quello di

Cassandra a Troia, solo che a puttane ci siamo andati noi. Non è vedendo le metropolitane di Milano già strapiene, alle 6 del mattino, di gente con una vita da schifo che sacrifica tutto per un lavoro con orari e in luoghi improponibili che provo rabbia, ma è leggere La metamorfosi che mi fa incazzare, perché lui ci aveva avvertito che stavamo diventando dei vermi. Non è vedendo i documentari sull’olocausto che posso provare rabbia, è leggendo Nella colonia penale che i “cosiddetti” mi girano tanto da iniziare a sentire puzza di bruciato, perché il buon Franz ce lo aveva provato a dire che continuando su una determinata strada saremmo arrivati alla creazione della burocrazia della morte, all’indifferenza di chi esegue, alla scrupolosa miopia di chi ordina, al silenzio di chi dice si perché assente. Se penso alla frase del sottotitolo mi incazzo, perché mi vedo circondato da gente con gli occhiali scuri che cerca disperatamente di esporsi al sole, pur di non vedere la miseria.

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Andrea Samela.


BREK CONVIVIO / sorsi

etichetta?si,no,forse. E’ un po’ che non ci si vede, ognuno preso dal tempo che ordina i ritmi ed impone gli spazi. Questo tempo strano, convulso, inquieto e senza mèta, dove, però, emerge con forza il tema dei territori e dell’identità. Tranquilli, non aprirò alcuna discussione socio economica, benché non posso non considerare come questo tema sia di moda, oramai, o per fortuna, anche nel mondo del vino. Chi di voi ha seguito le mie rubriche, ricorderà certamente l’importanza che ho sempre dato a questo tema, raccontandovi invece in maniera scanzonata il vino a dispetto dei più classici tecnicismi. Perché ho sempre ritenuto imprescindibile conoscere chi hai nel bicchiere partendo da dov’è nato e chi lo ha allevato. Il carattere di ognuno si forma così, perché dunque dovrebbe essere diverso per una vite e quindi per un vino? Vi ho sempre parlato di persone e di luoghi che ho conosciuto e mai di etichette che pure ho bevuto. Il vino è emozione non si indossa. Ma torniamo a noi, come vi dicevo il bizzarro showbiz del vino impellicciato, anch’egli, come moda vuole, tra aggettivi, sostantivi e tendenze linguistiche è passato dal monotematico discorso sul legno, a quello sulla freschezza, dalla mineralità alla struttura e alla struttura legata al legno, poi il troppo legno e oggi al terroir . Si parla di territorio e magari manco sappiamo dov’è quel luogo, forse è bastato (ci auguriamo) bere tre vini di quella zona, si infila il naso in un bicchiere per respirare un vitigno che probabilmente si è sempre ignorato, si chiudono gli occhi sperando che l’immaginazione arrivi in soccorso, ci si riempie la bocca attendendo che lui parli per noi. Siamo fatti così, abituati a digerire tutto alla velocità della luce e a consumare senza esserci lasciati un po’ andare; l’importante è ottenere ciò che desideriamo senza troppa fatica. Ecco che allora ognuno si fa winemaker costringendo ad allevare viti in territori assurdi. Purché si faccia, è il mercato! Si troverà una storia accattivante da raccontare ai consumatori, che la berranno assieme a quel vino perché “ho sentito dire” è straordinario. Quanto vino c’è oggi in giro? Chi lo fa? Dove lo fa? Come lo fa? Perché costa così? Vi invito, come sempre, a scoprire, a cercare, a non fermarvi, ad incontrare, ad essere curiosi, a non lasciarvi ingannare da mode e tendenze, dai facili giudizi, dai più semplici teoremi. Nel vostro cammino, sono certo, ad un punto scorgerete una collina che flirta col sole e dove le viti, ben nutrite da un terreno sano e per fortuna non etichettato, si stendono senza fatica lasciando aria e luce ai propri frutti. Più in là, fate attenzione, eccolo il vignaiolo, lo vedete? Con pazienza accarezza le sue viti a cui è legata la sua vita. Quello è il vino per voi, Prosit e Serenità. Wine_R.

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BREK CONVIVIO / morsi

VERDE, COLOR DELL'OLIO. Nei campi c’è n’è tanta: prodotti pagati poco, tanto poco da non coprire neanche i costi della produzione e del raccolto. E cosa accade? Che la frutta venga regalata nelle piazze, il latte sversato nei campi, gli ulivi abbattuti. Segni di rabbia e di protesta, contro un mercato diventato un supplizio per gli agricoltori. Per gli oli, poi, si tratta di una situazione insostenibile. E così il verde del prodotto mediterraneo per eccellenza, va a coincidere con il verde della rabbia. Sugli scaffali dei supermercati la maggior parte delle bottiglie di olio sotto i 3 euro, anche se di aziende italiane, è fatta con oli provenienti da olive “comunitarie” o “extracomunitarie”. Per fortuna, a tutela dei consumatori, la legge europea sull’etichettatura obbliga i produt-

tori ad indicare la provenienza delle olive da cui si estrae l’olio. Troviamo così diciture come “100% italiano”, “olio da olive comunitarie”, “miscela di oli extracomunitari”. Senza incorrere in questioni di campanili o bandiere, scegliere un olio extravergine di oliva sotto i 3 euro, significa incrementare il mercato delle importazioni e soprattutto delle miscele, che non assicurano oli di qualità. E’ stato calcolato, infatti, che un litro di olio extravergine di oliva di qualità non potrebbe (e quindi non dovrebbe) costare meno di 6 euro. In Basilicata abbiamo una straordinaria ricchezza di olive autoctone (24 varietà) da cui si estraggono oli dai sentori ora dolci, ora piccanti, di carciofo, di erba falciata, di mandorla. Tra le varietà più diffuse,

l’Ogliarola del Vulture, la Majatica di Ferrandina e l’Ogliarola del Bradano. E’ vero che bisogna fare i conti con la crisi, ma perché risparmiare proprio sulla salute? Perché non recarsi in frantoio o direttamente nelle aziende? Farsi guidare nell’assaggio e apprezzarne tutte le caratteristiche? Assaggiare un olio equivale a tuffarsi in sensazioni che non hanno nulla da invidiare a quelle di un calice di vino. Assaggiarlo. E non sul pane. Ma direttamente dai piccoli bicchierini di vetro scuro, aspirando aria tra i denti stretti e sentendo vaporizzate sul palato le goccioline di olio con tutti i loro sentori. Tutti, tranne quelli della rabbia. Angela Laguardia.

Olio extravergine d’oliva “Vulture” Dop Il 13 gennaio scorso sulla Gazzetta ufficiale europea è stata decretata la Dop per l’olio extravergine di oliva “Vulture”, prodotto nei paesi di Melfi, Rapolla, Barile, Rionero in Vulture, Atella,Ripacandida, Maschito, Ginestra e Venosa. Un olio fatto per il 70% della varietà Ogliarola del Vulture, che di per sé ha un profilo sensoriale con spiccati sentori di mandorla e con un amaro ed un piccante di media intensità.

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BREK WEB_3.0 / internet&multimedia

Crash da evitare! Manteniamo il pc in salute. commerciale. Purtroppo antivirus free come Avast, Avira, Avg nella versione gratuita garantiscono una protezione minima e NON efficace da eventuali nuove e vecchie minacce informatiche. Vi ricordo infatti che se volete una protezione completa anche queste marche hanno la versione Professional ma a PAGAMENTO. Giornalmente e/o settimanalmente fate una pulizia del registro di sistema e della cache con software come CCleaner o simili per eliminare file spazzatura e liberare spazio su disco. NON installate di tutto e di più. Anche se avete notebook o pc di ultima generazione evitate di installare tutti i programmi e giochi che vi capitano alla mano. Se un software non lo utilizzate o non lo trovate utile o interessante disinstallatelo subito utilizzando lo stesso CCleaner.

Motivo di rabbia giornaliero è quello di vedere il nostro amato pc perdere colpi cadendo in uno stato di profondo rallentamento. C’è da dire che la maggior parte dei problemi dei pc risiedono tra la tastiera e la sedia, ma detto questo vediamo come alcune buone regole e consigli possono tenere in forma il nostro pc. Ovviamente utilizzeremo dei software.

Deframmentate il disco almeno una volta al mese con tool gratuiti come Defraggler o Speed Disk e controllate il suo stato di salute con tool tipo HD Tune. Fate sempre un backup dei dati. Vi ricordo che il recupero dei dati in caso di crash del sistema non è gratuito! Utilizzate UPS (gruppi di continuità) o multiprese filtrate antistatiche per la protezione dei vostri pc e notebook da sovraccarichi elettrici. Mimmo Claps

Una delle prime regole che mi sento di dare è quello di mantenere il PC PULITO. Nelle migliaia di assistenze fatte mi sono trovato tantissimi pc e notebook zeppi di polvere, in alcuni l’uomo ragno ne aveva fatto dimora!!! La polvere è una delle cause di rallentamenti o rotture del nostro pc/nb causando un cattivo raffreddamento del processore e delle parti che sono soggette a surriscaldamento. Per quando riguarda alcuni modelli di notebook è sempre consigliabile non improvvisarsi tecnici ma consegnarlo ad un centro riparazioni o a esperti per far ripulire la macchina. Altro consiglio è di installare un Antivirus

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SOFTWARE E CURIOSITA’ ONLINE

PRIME NOVITA’ 2012 COLLUSION, ADD-ON FIREFOX PER SPIARE GLI SPIONI

FILE GOVERNOR A tutti sarà capitato di voler rinominare, modificare o eliminare un dato file e di ottenere un messaggio di errore da parte di Windows per motivi ai quali non è stato possibile ovviare, File Governor verrà in vostro aiuto! (http://www.novirusthanks. org/product/file-governor/)

L’add-on è in grado di raccogliere i dati facenti riferimenti alle aziende che ci seguono online tenendo traccia delle proprie attività, mostrando i dati in questione in tempo reale e permettendo poi di visualizzare il tutto sotto forma di grafico interattivo.

WINDOWS 8 CONSUMER PREVIEW

ARTISTIFIER

Microsoft ha reso disponibile per il download la nuova versione del suo sistema operativo. Potete scaricarla gratuitamente sui vostri PC dal seguente link: http://windows.microsoft.com/en-US/ windows-8/download Ricordiamo che è la versione che precede la RC (release Candidate).

Applicazione online che cerca di recuperare la magia del cinema muto in chiave moderna. E' sufficiente copiare ed incollare l’URL di un qualsiasi filmato di YouTube nell'apposito riquadro, aggiungere un titolo e il nome del regista ed eventualmente inserire delle didascalie e salvare. Il risultato finale è molto simpatico e divertente. http://www.theartistifier.com/

SCALADO REMOVE

FREEPIK

Quante volte vi sarà capitato effettuando degli scatti di rovinare irrimediabilmente le foto inserendo oggetti o persone indesiderate sullo sfondo? Con la tecnologia Remove proposta da Scalado presto questo problema potrebbe essere un lontano ricordo. Al momento Scalado ha presentato in anteprima questa tecnologia sotto forma di applicazione per smartphone Android avvalendosi dell’integrazione di questi dispositivi con il touch screen. http://www.scalado.com/display/en/Remove

Chi lavora con la grafica o è semplicemente un appassionato del settore troverà sicuramente utile Freepik, un nuovissimo motore di ricerca specializzato in immagini e risorse vettoriali di qualità ed assolutamente gratuite. http://it.freepik.com/

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BREK CANTIERI URBANI / pensieri in libertà

Cuori lontani… rabbia vicina. Un pensatore Indiano chiese ai suoi discepoli come mai, secondo loro, le persone “arrabbiate” gridassero anche se vicine; ognuno di loro diede la sua risposta ma nessuna di queste lo convinsero . La risposta del maestro fu che la “rabbia” domina gli individui, allontana i loro cuori e per coprire la distanza bisogna gridare. Ma si può essere “arrabbiato” e non allontanarsi dal cuore degli altri? Non è semplice ma come sempre bisognerebbe “spingersi oltre”e utilizzare questa sensazione , tutt’altro che piacevole, per provare a

costruire qualcosa di positivo . L’odio, l’indifferenza, la rabbia, che sono sentimenti in linea generale negativi, dovrebbero essere utilizzati positivamente: si può odiare la scorrettezza, la disonestà; si può rimanere indifferenti a “falsi bagliori”; si può provare rabbia per una violenza su un essere indifeso e scegliere di lavorare per allontanare queste negatività. Bisognerebbe sempre faticosamente provare a gestire la rabbia, ad accorciare le distanze e avvicinare i cuori!!! Anna D’Andrea

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“Chiunque può arrabbiarsi: questo è facile. Ma arrabbiarsi con la persona giusta, e nel grado giusto, e al momento giusto, e per lo scopo giusto, e nel modo giusto: questo non è nelle possibilità di chiunque e non è facile”. (Aristotele)


BREK CANTIERI URBANI / pensieri in libertà

LA RABBIA,OVVERO ESPRESSIONE DEBOLE DI SENSIBILITÀ. P. S. Questo articolo – che ha la forma di una recensione – è stato ispirato dalla visione di SHAME, l’ultimo film di Steve Mc Queen, che consiglio di vedere per la qualità della regia, la strategia delle riprese e l’empatia che riesce a creare tra gli attori e lo spettatore. Spegni la radio e abbracciami. Credevo di aver visto giusto, e invece mi ero sbagliato. Pensavo di sapere di cosa avessi bisogno eppure adesso sono di nuovo qui a bussare alla tua porta. E adesso mi accorgo che anche tu hai bisogno di me, che anche tu convivi con lo stesso senso di inadeguatezza. Mi spiace. Non so dire altro se non: “mi dispiace”. Del resto chi può dirsi sano? Vorresti essere diverso da quello che sei, ma sfuggi da chi vuol cambiarti. Vorrei poter appoggiare la mia testa su gambe solide e granitiche: starei meglio – lo so – nondimeno attraggo sicurezze di sabbia. E lui che questa certezza ce l’ha tutti i giorni, ricerca puntualmente l’avventura per non darsi per scontato almeno ai suoi occhi. E non serve che io canti per distrarmi, che tu alzi il volume della radio, che ogni mattina

lui ritorni dietro la scrivania a vivere la sua esistenza inquinata. Quella resta così com’è. Tu resti quello che sei. Una vita dipendente da un altro te, che non canta, non ascolta la radio, non va in ufficio: una vita che lontani da occhi indiscreti vive di paure, fantasie, mostri, instabilità. Raccolgo tutta la rabbia del mondo dentro di me: mi illudo

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di poterla trattenere per giustificare le mie debolezze. La ingerisco e la sputo, e la mastico e la risputo. Finchè un atto di coraggio – o di vigliaccheria – rivendica un’alba diversa. Guardami: sono qui con la mia orribile ricrescita, il trucco colato, e la malinconia dei miei occhi. Sono qui con la mia manciata di volubilità, e la mia razione di collera. Sono qui da te che sei figlio di questi tempi, e non sei certo sereno. Ma sono qui per costruire con te una corazza che ci difenda dalla nostra stessa sensibilità. Fammi entrare, per favore. Giovanna Caivano


BREK CANTIERI URBANI / pensieri in libertà

azione dannosa e, di conseguenza, ci si rifiuta di prestare attenzione alla collera degli altri e si esita ad esprimere la propria.

Tra sentimento e peccato. Quando e se la rabbia serve.

Gli esperti trattano di questo argomento e distinguono la cosiddetta “ira rossa” da quella “bianca”, in base agli affetti più visibili che essa produce nei lineamenti dell'uomo. Nell'ira rossa il sangue sale al viso, lo sguardo lampeggia; nell'ira bianca invece il cuore si serra, la respirazione si fa difficile, il viso impallidisce. La rabbia repressa si può ritorce contro noi stessi con attacchi depressivi e inoltre, quando la mente non riesce più a gestire i conflitti, il corpo ne soffre. Numerose affezioni psicosomatiche come mal di schiena, ulcere, psoriasi possono essere legate al soffocamento della collera.

È un sentimento molto forte. Negarlo non impedisce la sua manifestazione, reprimerlo conduce inevitabilmente a somatizzazioni, mentre esternarlo provoca sensi di colpa.

E’ fondamentale dunque, per la nostra salute psico-fisica, imparare ad esprimere la collera in maniera costruttiva ed appropriata.

È la rabbia. Non a caso ho utilizzato il termine forte perché non si tratta affatto di un’emozione negativa quindi da evitare. Essa però può assumere connotati negativi non solo per se stessi ma anche per gli altri, quando non viene riconosciuta o peggio ancora viene repressa nel momento in cui emerge.

Veronica D’Andrea

Il problema di convivere con questo sentimento che è senz’altro più che naturale nasce sin dalla tenera età in cui ci viene insegnato che è cattivo e sbagliato esprimere la collera. Viene considerata inopportuna, irragionevole, associata all’aggressività e al capriccio, diventa addirittura peccato! Lo stesso Dante Alighieri considerava l’ira un male. Nel girone degli incontinenti poneva appunto gli iracondi, la cui pena era quella di essere immersi nella palude dello Stige facendosi vicendevolmente del male. La gente è spesso spaventata dalla propria rabbia, teme che la spinga a compiere qualche

“quelli che…perde il Milan, vanno a casa e picchiano i figli…!” Enzo Iannacci

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BREK CANTIERI URBANI / pensieri in libertà

MA CHE RABBIA QUESTA “RABBIA”! La sorpresa più bella del mio colloquio con il Direttore di Brek è stata sentirmi dire “Scrivi con il cuore!”. Quale richiesta più desiderata! Capirete bene, dunque, che scrivere il mio primo intervento avendo come tema la rabbia, non è così semplice. Non lo è perché devo presentarmi subito come puntigliosa e lagnosa! La rabbia è dei cani (che mi fanno anche una gran paura!). Noi, invece, siamo esseri umani, quindi ci spetta magari l’ira. Ma l’ira è, per me, qualcosa di così spaventosamente grande da non poter essere neppure immaginata. E allora forse è il caso di ammettere soltanto che a me questo tema proprio non piace! Vedete, ho provato a fare qualche ricerca e rintracciare delle informazioni specifiche relative ad un certo ambito, ad una determinata sfera ed ho cercato, quindi, di affrontare il tema pensando ad eventi recenti, a fatti ben precisi, ma non ci sono riuscita. E non perché non ci siano spunti, anzi. Il problema è che ce ne sono forse troppi! E questo mi spaventa. Sì, in fondo, è proprio la rabbia, così straripante, che mi spaventa. Perché è incontrollabile, è agghiacciante, è spietata, imprevedibile,

crudele. È disumana. Disumana. Proprio così. Ed io, invece, sono così tanto umana da non potervi, purtroppo, dedicare righe precise, sensate, valide e competenti, però vi lascio i miei pensieri, sperando siano simili ai vostri. Vi rivolgo parole colme di timore e di fiducia. Parole non solo di una ventenne, ma di una donna, che è più cuore che istinto, più umana che bestia. Forse sembrerò soltanto una sciocca sognatrice che crede in un mondo buono e giusto e uomini dall’animo nobile, rispettosi e rispettabili, ma io non rinuncio alle mie speranze credendo fermamente che si possa realizzare ciò che a tanti sembra impossibile. E a questo proposito, mi piace l’idea di salutarvi con un invito di Vàclav Havel che mi torna adesso alla mente e dice : “Proviamo ad essere pazzi e a pretendere in tutta serietà di mutare quel che si definisce immutabile! Siate realisti! Chiedete l’impossibile!” Io sono tanto pazza da non scrivere un articolo sulla rabbia come dovrei! Voi, cari lettori, siate tanto pazzi da (leggerlo, ma soprattutto da) Vivere senza rabbia! Elenia Marchetto

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BREK CANTIERI URBANI / pensieri in libertà

V O C E

D E L

V E R B O

“SCATENARE L’INFERNO” QUANDO LA RABBIA È DONNA. le. di un sentimento universa Declinazione femminile Io m’arrabbio, tu t’adiri, egli si’ink…, tante le modulazioni di frequenza di uno stato d’animo, la rabbia, che, come la legge, è uguale per tutti. Ben lungi da quella d’Achille, la cui “ira funesta” non si placa nei 15.688 esametri dattilici dell’Iliade, ne è degna consorella, l’ira di Giunone, attrice non protagonista, ma altrettanto degna d’Oscar, che anima la virgiliana Eneide. Se si esamina l’umana e divina casistica, nessuno ne è esente e il discrimine tra esseri celesti e terrestri pare identificato nella “telefonata a casa”, in quel tocco di potere in più che spinge a riconoscere un’assioma fondamentale, quello dello “scherza coi fanti, ma lascia stare… gli dei”. Ma, tornando alle modulazioni di cui sopra, perché il “furor” dei poeti a scuola ci garantiva il 2 fisso se tradotto con “rabbia”? Pensiamo alla Sibilla (che a Cuma delirava sentenziando allegramente e indiscriminatamente) e ci avviciniamo al concetto. Il “furor” altro non era che una sorta di violenta ispirazione, di quell’ingrediente segreto che ti rende o Carducci o Vissani e c’è davvero poco da fare. Concluso, dunque, che i poeti, nel loro piccolo, non si “incazzano” (sotto effetto furor) e se lo fanno, al massimo, esondano “pamphlet”, di Giunone invece c’è da preoccuparsi.

Nella modalità “protettrice dei matrimoni”, si mostrerà una personcina tanto graziosa, che, all’occorrenza, attiverà il “vipera mode” qualora Zeus si accompagnasse con fanciulle dall’indubbia beltà. I suoi “assoli” più celebri la vedono, nell’ordine: 1. prendersela a morte con il Clooney di turno, Paride, per aver votato Afrodite (dal buon pedigree) nell’edizione di Salsomaggiore Terme di “Miss Dea”. Senza gridare allo scandalo delle bustarelle, gli scatena direttamente una guerra. 2. Ad una gara di ricamo se la prende con Aracne e la trasforma allegramente in un ragno (da cui “aracnidi” per identificare la specie) per aver mandifestato una certa “gagliardaggine” nel tessere. Diciamo che un po’ permalosetta, la “Giuno”, magari poteva esserlo di default e il bontempone “re degli Dei” avrebbe dovuto saperlo, prima di avventurarsi nelle sue inenarrabili liason esclusivamente extraconiugali. Gli piaceva “vincere facile” con le terrestri, insomma. Tralasciando la marginale vicenda di “Io”, fanciulla sedotta da costui e prontamente trasformata in giovenca per risparmiarla alle intemperanze di Giunone, la declinazione più proverbiale

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delle sfuriate della consorte è la vicenda di Ercole. Il giovinetto entra nel gossip dell’epoca per aver vinto un “talent” che prevedeva il superamento di 12 belle “fatiche”, tra cui il confronto con un leone, con un’innocente Idra (una specie di serpente) e il prendere in prestito una cintura da Ippolita (bel caratterino!), re delle Amazzoni (donne che ritenevano più utile del telaio, l’ascia, per intenderci). Il tutto perché Ercole incarnava la prova del tradimento di Zeus con Alcmena. Quindi, per far capire da subito chi portasse i pantaloni in casa, Giunone, sistemerà due serpenti nella culla, tuttavia prontamente strozzati dal piccolo “mister muscolo”. L’incredibile Hulk? Un ramarro coi bicipiti, un dilettante allo sbaraglio, ignaro dell’esistenza del “pericolo n.1, la donna” (gelosa) Alba Gallo


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