Spagine della domenica 76

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spagine

“Siamo isole nell’oceano della solitudine e arcipelaghi le città, dove l’amore naufraga…” Cigarettes and coffe - Scialpi

“Tu non sei non sei più n grado neanche di dire se quello che hai in testa l’hai pensato te qui non sei non sei nessuno, qui non esisti più se non appari mai mai mai mai in tv”

A

Disturbo?

Non appari - Vasco Rossi

Nella foto il “disturbatore” Mauro Fortini

ll’inizio era Cavallo Pazzo. Ve le ricordate le sue incursioni nelle trasmissioni televisive dove cercava di interrompere la diretta gridando inverosimili proclami prima di essere braccato dalla sicurezza e trascinato fuori? Mario Appignani fece del disturbatore tv una vera professione. Soprannominatosi “Cavallo Pazzo”, in onore del famoso capo indiano dei Sioux protagonista della battaglia di Little Big Horn, riusciva sempre ad eludere i servizi di controllo e fiondarsi sul palco di qualsiasi manifestazione, nello sbalordimento generale. Memorabile, la sua incursione al Festival di Sanremo 1992 in cui gridava: “questo festival è truccato!”. Scopro in rete che negli anni Settanta aveva fondato una banda, Gli Indiani Metropolitani, con cui avanzava delle proposte assurde come “Non più Potere Proletario ma Potere Dromedario”, oppure “Rendiamo più chiare le Botteghe Oscure: coloriamole di giallo”, trionfo del nonsense. Figlio della Roma degli anni di piombo, un’infanzia difficile, adottato da un brefotrofio, alcune condanne per piccoli reati, scrisse anche un’autobiografia, “Un ragazzo all’inferno”, con prefazione di Marco Pannella. Nella sua battaglia contro vere o presunte scorrettezze, imperversò per anni nelle varie trasmissioni come Festivalbar, Azzurro e il Tg1. Mario Appignagni si è spento per un cancro nel 1996. Ad affossarlo definitivamente, ci pensò proprio Pippo Baudo dichiarando: “il suo scopo era di parlare alla gente, anche se non aveva nulla da dire”. Amen!

di Paolo Vincenti

dei cartelli, più spesso restando in silenzio a favore di telecamera alle spalle del giornalista che ne sentiva il respiro sul collo, imbarazzante come un ospite indesiderato, inquietante come un avvoltoio che volteggia sulla preda. Antipatico e irritante, essendo davvero molesto, ha rischiato più volte il linciaggio (celebre il filmato del compianto Paolo Frajese che lo prende a calci in diretta), sia da parte dei cameramen che volevano levarselo di torno, sia da parte della gente. A volte veniva invitato in trasmissione, essendo poi divenuto un “personaggio”. Pubblicava su internet filmati pornografici che lo vedevano protagonista da solo o in situazioni promiscue. Spesso, nelle sue intemerate, esibiva dei profilattici e, per somma contraddizione con i suoi comportamenti privati, fustigava verbalmente la pedofilia. Nelle sue piratesche comparsate, faceva il segno delle corna e inveiva contro i giornalisti e presentatori che cercavano di allontanarlo usandogli violenza. Nel suo sito ufficiale, “Gabriele Paolini, il profeta del condom”, si presentava come un divo del cinema porno e si mostrava insieme ai più noti personaggi del mondo della comunicazione, dello spettacolo e della cronaca italiani. Paolini si autodefiniva: “L'Arlecchino della Tv, agitatore culturale, L'Arsenio Lupin catodico, L'Urlo di Munch, Situazionista Debordiano, Genio sregolato felicemente malinconico.” Tutto ciò fino a quando le sue stramberie e intemperanze non sono state fermate dalle forze dell’ordine, che lo hanno tratto in arresto per sfruttamento della prostituzione minorile. Decine sono i reati e le condanne a suo carico (molestie, diffamazione, calunnia, estorsione, insomma un profilo criminale di tutto rispetto), cosa che renderà credo impossibile un suo ritorno sulle scene. Negli ultimi tempi, sempre in regime di detenzione, lamenta il fatto di non poter sposare il suo giovane compagno, col quale si univa sessualmente fin da quando questi era minorenne.

Poi è arrivato Gabriele Paolini, anch’egli ragazzo problematico e difficile, immortalato in migliaia di trasmissioni televisive in cui faceva il guastatore d’assalto. Probabilmente detiene il record mondiale di incursioni. Autodefinitosi “inquinatore tv”, per tanti anni lo abbiamo visto apparire alle spalle dei giornalisti dei Tg in collegamento esterno, che cercava di farsi sentire, urlando degli improbabili slogans, oppure esibendo Oggi gli epigoni di Paolini (che non a caso lo definiscono “un


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