6 chiesa s francesca con moto haydn scheda web print

Joseph Haydn (1732-1809) Quartetto in fa maggiore op. 77 n. 2 (1799)

25 min. ca

Allegro moderato Menuet. Presto Andante Finale. Vivace assai

Franz Schubert (1797-1828) Quartetto n. 1 D. 18 (1811)

18 min. ca

Andante – Presto vivace Menuetto – Trio Andante Presto

Joseph Haydn Quartetto in sol maggiore op. 76 n. 1 (1797) 23 min. ca

Allegro con spirito Adagio sostenuto Menuetto. Presto Allegro ma non troppo

Quartetto Con Moto Stefan Smoly Emil Geber, violino Stephanie Drach, viola Elisabeth Smoly, violoncello

In collaborazione con Haydn Festspiele Eisenstadt

L’Associazione per il Festival I nternazionale della Musica di Milano è certificata UNI ISO 20121 e progetterà MITO 2015 nel rispetto d ello standard di sostenibilità in linea con quanto avvenuto p er l’edizione 2014, in collaborazione con EventiSostenibili.it

Si ringrazia per l’accoglienza degli artisti Cioccolateria Artigiana Guido Gobino Riso Scotti Snack Acqua Eva Si ringrazia Paul & Shark per le divise Staff US#BAG per gli zaini Staff

Milano Chiesa di Santa Francesca Romana

Quartetto Con Moto

MartedĂŹ 8.IX.15 ore 16

Haydn Schubert

6

°

Kapellmeister and Wanderer: the quartet in Haydn and Schubert’s production Haydn began working on the six Quartets of op. 76 in 1796, around the same time he was working on the oratorio The Creation, but they were not published until 1799, in London and Vienna, by Artaria & Co. – the first edition having been dedicated to Count Joseph Erdödy, who in all likelihood had commissioned them. Also in 1799, Haydn began working on op. 77, which he’d originally planned as three Quartets, though he managed to complete only two. On several occasions while composing op. 76 and op. 77, Haydn alluded to his weakness – he was by now getting old and his health was unstable. However, any frailty on his part certainly did nothing to detract from the beauty and formal harmony in these, his final Quartets. Actually, some aspects of these pieces, such as his use of variation, the frequency of thirds between tonal areas, and enharmonic modulation seem to presage the idiomatic research seen in Beethoven’s Quartets, and even in his later, more audacious pieces. But while Haydn was pointing the way toward the future of music, in the perfection that he ultimately achieved these works are tinged with suffused, autumnal melancholy.

In the first Quartet from op. 76, in G major, the initial Allegro con spirito opens with three introductory chords, and the theme is played on the cello (the instrument that would often be favored by Schubert), and then picked up by the other instruments in fugue form. A second theme played by the first violin does not compete with the power of the first theme, which is also destined to dominate the ‘development’ segment. An easy-going melody, in mezza voce, is distinctive of the Adagio sostenuto, which soon enough becomes involved in rhythmic diminution, with dialogues between the violin and the cello, which at times strongly contrast each other. The Minuet possesses the character of Beethoven’s Scherzo, and the Finale, in sonata form as seen in the first Allegro, curiously opens in G minor, with a focus on the modulation and contrast in modes, as well as on the dynamics. The two Quartets from op. 77, composed for Prince Lobkowitz, were published in Vienna by Artaria & Co. in 1802, and later in London by Clementi.

Quartet n. 2 in F major offers yet at least one more exquisitely haydnesque feature. Here the composer is not so much in search of the thematic antithesis – as opposed to what we see in Beethoven – as he is striving for integration among the themes. Franz Schubert’s place in chamber music appears rather particular. His approach focused on ideal singability, which stemmed from his experiences in the Lied genre, as well as his strong harmonic mobility. As the Wanderer is a recurring character in his Lieder, we may consider Schubert himself a vagabond in the world of harmony, wandering about tonalities even when there is no singing, but only instrumental music. His String Quartet n. 1 in G minor/B flat major (D. 18) was an early piece, according to recent studies written around 1810-1811. Here we see the adolescent Schubert, at once bound by tradition and seeking out bold new inroads. The introductory Andante contains thematic material that holds the entire Quartet together as the piece assumes a cyclical character, which smacks of a much more advanced Romanticism. The recurring motif is an ascending melodic fragment, which is repeated to varying degrees. It reappears in the Presto vivace and in the final Presto, where new harmonic evolution drives the piece to further reaches, so that the definitive return in the last movement, in B flat major, recalls a great homecoming after a long, arduous journey.

Il Kapellmeister e il Wanderer: il quartetto in Haydn e Schubert Haydn iniziò a lavorare ai sei Quartetti op. 76 nel 1796, contemporaneamente all’oratorio La Creazione, ma essi uscirono a stampa solo nel 1799, a Londra e a Vienna, presso Artaria, edizione in cui recano la dedica al conte Joseph Erdödy, che verosimilmente li aveva commissionati. Nello stesso 1799 l’autore si accinse a comporre l’op. 77: in origine doveva trattarsi di tre quartetti, ma Haydn riuscì a completarne soltanto due. Più volte, durante la composizione delle op. 76 e 77, il musicista fece allusione alla sua debolezza dovuta all’età e alle precarie condizioni di salute; certo la bellezza e l’armonia formale di questi ultimi Quartetti non ne risentono: anzi, alcuni aspetti, come l’impiego della variazione, l’uso frequente di un rapporto di terza fra le aree tonali, il ricorso a una modulazione enarmonica fanno presagire le ricerche idiomatiche dei Quartetti di Beethoven, addirittura degli audacissimi ultimi. Ma insieme alle aperture verso il futuro, nella conchiusa perfezione di queste ultime opere haydniane appare una soffusa, autunnale malinconia. Nel primo Quartetto dell’op. 76, in sol maggiore, l’Allegro con spirito iniziale si apre con tre accordi introduttivi, mentre il tema vero e proprio viene affidato al violoncello (strumento per il quale anche Schubert mostrerà sovente una preferenza), e ripreso poi dagli altri strumenti in forma fugata. Un secondo tema esposto dal primo violino non compete con la potenza del primo, destinato a dominare anche la sezione di ‘sviluppo’. Una melodia tranquilla, ‘a mezza voce’, contrassegna l’Adagio sostenuto, che ben presto ospita tuttavia diminuzioni ritmiche, con dialoghi, anche fortemente contrastanti, fra gli strumenti estremi, violino e violoncello. Il Minuetto ha già i caratteri dello Scherzo beethoveniano, e il Finale, ancora in forma-sonata come il primo Allegro, si apre curiosamente in sol minore, puntando a giocare sulla modulazione e sul contrasto di modo, oltre che su quello dinamico. I due Quartetti dell’op. 77, composti per il principe Lobkowitz, furono pubblicati a Vienna da Artaria nel 1802 e poi a Londra da Clementi. Il Quartetto n. 2 in fa maggiore offre almeno un altro tratto dello stile haydniano: il compositore qui non cerca tanto l’antitesi tematica, differentemente da Beethoven, quanto piuttosto un’integrazione fra i temi. La posizione di Schubert nella musica da camera appare affatto particolare, sempre dominata da un ideale di cantabilità, derivato dalla lunga consuetudine con il Lied, e da una forte mobilità armonica. Se un personaggio ricorrente nei Lieder schubertiani è il Wanderer, il viandante sempre in cammino, Schubert si rivela un Wanderer dell’armonia, vagando fra le tonalità anche quando non canta con la voce, ma con gli strumenti. Il Quartetto in sol minore/si bemolle maggiore D. 18 è una composizione assai precoce, collocata da studi recenti intorno al 1810-1811: un tentativo dell’adolescente Schubert, legato in parte a tradizioni precedenti, ma per altri aspetti nuovo e audace. Già l’Andante introduttivo contiene materiale tematico che farà da collante nel Quartetto, sì che questo assume un carattere ciclico, che sarà proprio di un Romanticismo molto più avanzato. Il motivo ricorrente è un frammento melodico ascendente, che si ripete qui su vari gradi, riproponendosi poi nel Presto vivace e nel Presto conclusivo, dove nuovi trasformismi armonici spingono il brano al largo, sicché il definitivo ritorno, nella chiusa, al si bemolle maggiore, ha il sapore di un approdo, finalmente raggiunto dopo un lungo e faticato cammino.

Giulia Giachin

Quartetto Con Moto Il Quartetto Con Moto è stato fondato nel 2009, sotto la guida di Hanna Widl, nella città natale dei suoi membri, l’austriaca Mödling.

I suoi giovani componenti hanno vinto numerosi primi premi nella competizione nazionale Prima la musica, sia come solisti sia come quartetto. Il loro primo concerto internazionale è dello stesso 2009, quando sono stati invitati per un concerto al Concorso Charles Hennen a Heerlen (Paesi Bassi). Da allora, hanno suonato negli anni successivi a Malta, in Italia e in Germania, continuando a esibirsi regolarmente anche in Austria. Inoltre, il Quartetto è stato ospitato in numerosi festival di musica da camera sia in Austria, al Klangbogen Festival Mödling e al Kalkalpen Chamber Music Festival, sia all’estero, in occasione degli International Haydn Days 2015 ad Eisenstadt, in Germania. Nel 2012 e nel 2013 il giovane quartetto ha vinto una borsa del recentemente rinato festival di musica da camera ISA – International Summer Academy, in occasione del quale hanno avuto l’opportunità di lavorare con numerosi e importanti musicisti e insegnanti appartenenti al mondo della musica cameristica: dal 2014 i membri hanno iniziato a seguire le lezioni di musica da camera di Johannes Meissl del Quartetto Artis all’Università della Musica e delle Arti Performative di Vienna. Inoltre, il quartetto Con Moto lavora frequentemente con Hatto Beyerle del Quartetto Alban Berg. Nel 2015 il quartetto ha vinto il prestigioso ‘Hajek & Boss & Wagner Prize’ ad Eisenstadt.

The String Quartet Con Moto was founded in 2009 under the guidance of Hanna Widl in their hometown Mödling, Austria. The young musicians have won numerous first prizes at the national competition ‘Prima la musica’ both as soloists and as an ensemble.

In 2009 they were invited to play a concert at the Charles Hennen Concours in Heerlen, Netherlands. They also played concerts in Malta, Italy and Germany in the subsequent years. They give concerts in Austria regularly. Moreover, the Quartet have been guests at chamber music festivals such as the ‘Klangbogen Festival Mödling’ and Kalkalpen Chamber Music Festival in Austria. In 2012 and 2013 the young Quartet got a scholarship for the renowned chamber music festival ‘ISA – International Summer Academy’ where they got the opportiunity to work with numerous important musicians and teachers of the chamber music world. Since 2014 they have been studying chamber music with Johannes Meissl of the Artis Quartet at the University of Music and Performing Arts in Wien.

Furthermore, Quartet Con Moto works frequently together with Hatto Beyerle (Alban Berg Quartet). In 2015 the young musicians were awarded the ‘Hajek & Boss & Wagner prize’.