40 mxc domenica 14 ore17 novarino

Un progetto di

Realizzato da

14/IX

Main Partner

Partner

17.00

domenica

CHIESA DELLA MADONNA DI LORETO Luca Magariello violoncello Cecilia Novarino pianoforte

In collaborazione con

Beethoven Media Partner

Schubert Brahms

Con il dolce supporto di

INFO www.mitoperlacitta.it smtickets@comune.torino.it 011.4424777 #MITO14 facebook.com/mitosettembremusica.torino twitter.com/mitotorino instagram/mitotorino youtube.com/mitosettembremusica flickr.com/mitosettembremusica www.mitosettembremusica.it

LA BELLA MUSICA NEL TUO QUARTIERE

Ludwig van Beethoven (1770-1827) Sonata n. 3 in la maggiore op. 69 Allegro ma non tanto Scherzo. Allegro molto Adagio cantabile Allegro vivace

Franz Schubert (1797-1828) Sonata in la minore D. 821 “Arpeggione” Allegro moderato Adagio Allegretto

Johannes Brahms (1833-1897) Sonata in mi minore op. 38 Allegro non troppo Allegretto quasi Menuetto Allegro

Luca Magariello, violoncello Cecilia Novarino, pianoforte

Si ringraziano per la collaborazione

Nel novero della produzione originale dedicata al violoncello da Beethoven – cinque sonate e tre serie di variazioni con pianoforte – l’op. 69 rappresenta il lavoro più significativo ed è una delle pagine più importanti dell’intera letteratura dedicata allo strumento. Fu composto in quel prodigioso biennio creativo (1807-1808) che vide la contemporanea stesura di capolavori come la Quinta e la Sesta Sinfonia, i due Trii per pianoforte, violino e violoncello op. 70 (con cui la Sonata ha molto da condividere in termini espressivi) e la Fantasia corale op. 80. Costituito dai canonici quattro movimenti, con inversione del tempo lento e dello Scherzo, il lavoro si sviluppa all’insegna di un carattere solare e risoluto in cui il rapporto tra i due strumenti raggiunge un perfetto equilibrio. Al clima sostanzialmente sereno dell’opera fa da contrasto il motto «inter lacrimas et luctum», posto da Beethoven a margine del manoscritto, probabile allusione ai problemi di salute sofferti e ad ambizioni professionali mai concretizzatesi durante quegli anni.

La Sonata in la minore D. 821 di Schubert fu scritta nel 1824, anno cruciale per l’affermazione del linguaggio cameristico del compositore all’epoca ventisettenne (sono di quell’anno anche il Quartetto La morte e la fanciulla e l’Ottetto per archi e fiati). Commissionata dallo strumentista Vinzenz Schuster, che ne fu primo interprete, l’opera venne composta originariamente per arpeggione, uno strumento ibrido, a metà tra chitarra e violoncello, da poco ideato dal liutaio viennese Johann Georg Staufer. Al momento della pubblicazione postuma, nel 1871, l’arpeggione era uno strumento ormai dimenticato e il lavoro entrò a far parte del repertorio per violoncello. I tre movimenti che costituiscono l’opera (rispettivamente nelle forme di sonata, romanza e rondò) ne denotano un disimpegno formale che tuttavia trova un suo bilanciamento nel profondo fascino lirico che pervade tutti i movimenti del lavoro, alternato a momenti di capriccioso virtuosismo strumentale.

La Sonata in mi minore op. 38 venne scritta da Brahms in due periodi differenti: sono del 1862 i primi due movimenti, mentre il Finale è datato 1865. Il lavoro, nelle intenzioni iniziali, avrebbe dovuto comprendere anche un Adagio affettuoso, poi cassato per essere riproposto ventiquattro anni dopo nella Sonata op. 99. Fu dedicata all’amico Josef Gänsbacher, grazie al quale il compositore aveva ottenuto nel 1863 l’incarico di direttore della Wiener Singakademie.

L’opera denota una assoluta padronanza della scrittura cameristica per le varie e diverse modalità di compenetrazione tra i due strumenti e non mancano numerosi rimandi al passato, che testimoniano il legame indissolubile tra il compositore di Amburgo e la più autentica tradizione musicale germanica. In particolare trovano posto due riferimenti all’Arte della Fuga di Bach: nel monumentale primo movimento incentrato su una cellula tratta dal Contrapunctus IV e nel Finale, poderosa mediazione tra fuga e forma-sonata con un esplicito rimando al Contrapuncuts XIII. Luca Mortarotti

Il Duo Magariello-Novarino si costituisce a Torino nel 2005. Si perfeziona presso la Scuola Superiore Internazionale di Musica da Camera del Trio di Trieste a Duino sotto la guida del Trio di Parma, conseguendo il Diploma di Merito. È spesso ospite di numerose manifestazioni musicali nazionali e internazionali (Unione Musicale di Torino, De Sono Associazione per la musica, Concerti per l’Università di Lubiana, Società della Musica di Mantova, Hulencourt Chamber Music di Bruxelles) ottenendo sempre unanimi consensi di pubblico e critica.

Nato a Torino, Luca Magariello si diploma con lode a sedici anni con Antonio Mosca; è sostenuto negli studi dalla De Sono Associazione per la Musica e dalla Fondazione CRT, che gli consentono di perfezionarsi con Enrico Dindo ed Enrico Bronzi. Nel 2010 si impone nel panorama internazionale vincendo il Khachaturian Cello Competition in Armenia, risultato che lo porta a esibirsi come solista in Slovenia, Armenia, Romania, Albania, Macedonia e Belgio. In qualità di solista ha suonato con i Solisti di Zagabria, l’Orchestra Filarmonica di Zagabria, la State Youth Orchestra of Armenia, la Durres Chamber Orchestra. A soli 23 anni è primo violoncello dell’Orchestra del Teatro la Fenice di Venezia e in seguito dell’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli e della Camerata Salzburg. Dal 2012 ricopre lo stesso ruolo nella Hulencourt Soloists Chamber Orchestra.

Nata a Torino, Cecilia Novarino si diploma con lode sotto la guida di Vera Drenkova; consegue il Diploma Accademico di II livello con il massimo dei voti e intraprende lo studio della composizione; parallelamente si laurea a pieni voti in lettere moderne. Si perfeziona con Andrea Lucchesini, Franco Scala, Riccardo Risaliti, Paolo Prever e, in ambito cameristico, con l’Altenberg Trio e con il Trio di Parma. Impegnata nella musica da camera, suona in diverse formazioni per importanti manifestazioni musicali nazionali tra le quali I Concerti del Quirinale, Festival Massimo Amfiteatrof di Levanto, Noto Musica Festival, Musica a Piazza Navona di Roma, Concerti all’Università di Perugia, Toscana Classica, Festival dei Due mondi di Spoleto. Si è inoltre esibita in Spagna e in Canada.

Ha ricoperto il ruolo di maestro collaboratore e pianista in orchestra presso Teatro Regio e Teatro Stabile di Torino, Teatro Due di Parma, Teatro Verdi di Salerno, Teatro Bellini di Napoli, Piccolo di Milano.

Ha collaborato come pianista accompagnatore con il Conservatorio di Torino, l’Accademia di Alto Perfezionamento di Saluzzo e la Pavia Cello Academy, nonché con illustri musicisti tra cui Brodsky, Dindo, Cusano, Farulli, Filippini.