Tutto l'Universo obbedisce all'amore

Obbedire all’amore Lotta ai linguaggi d’odio Festa della Toscana 2021 XXI edizione

Giovanna M. Carli Copyright – 2022, Arciconfraternita della Misericordia di San Casciano in Val di Pesa Tutti i diritti riservati

tutto l’universo obbedisce all’amore… come puoi tenere nascosto un amore… ed è in certi sguardi che si intravede l’infinito…

Franco Battiato

Ab inferis Mario Luzi Più volte nell’esistenza aveva emesso la condanna a morte la vita stessa – che poi continuava subdola e sorprendente.

La vita stessa con sue aguzze pene e deserte sofferenze mi aveva spesso condannato a morte.

Ma un giorno incredibilmente ebbero altri su di lei potere e norma.

La sentenza emanò da un orifizio tristo, posto in una trista faccia sotto il naso, sopra il mento e il pizzo.

A fatica riusciva a essere un volto quella raggrinzita carne.

La parola morte, lei sola, rantolò nel mio timpano assordito.

Non ebbi chiaro allora dove fosse caduto quel macigno.

Era immane, aveva colpito solo un punto o tutto l’universo? Ci volle molto tempo perché affannosamente rinvenuto da un primo bruto totale annientamento a stento, con mortale angoscia divenissi conscio che io, io solo, ero quel punto.

Su di me, parvo frangente, briciola oscura del creato era calato il colpo, era sceso quel fendente.

Mi sbalordiva enormemente quella inumana dismisura.

Su me quella violenza, su me l’iniquità

del caos irriducibile e perverso su me la mostruosa cecità del caso aveva appuntato il suo furore.

Su me si consumava, perché? una vendetta primordiale, accesa ab origine del mondo trovava me sua vittima espiatoria la contesa capitale: e aveva nella pagina d’un molto bistrattato tomo il suo carnefice banale.

Che oscura crudeltà, che arbitrio si abbatteva sul mio cranio!

Così erano (stupite!) ridotti a tacere la colpa, l’innocenza, e altri dilemmi della mia coscienza.

Chi ero io? Aveva il Figlio dell’uomo, gradino su gradino, con me salito l’abissale scala e portato questa croce.

O quel pensiero mi restituì al mio male, mi rifece uomo crocifisso ai suoi rimorsi.

Non fu la mia solamente un’atroce imitazione ma un grido ammutolito, una protesta del cuore umano bruciato dal peccato e dal dolore.

Ma non fu disuguale la fede nella resurrezione.

Amen.

Sommario Sommario .......................................................................................................................................... 7 Donarsi agli altri per costruire un mondo di pace ...................................................................... 12 L’unica risposta è l’amore .......................................................................................................... 14 La XXI Festa della Toscana .......................................................................................................... 15 Contro i linguaggi d’odio per una comunicazione non ostile ................................................ 15 Obbedire all’amore ......................................................................................................................... 17 La forza dell’arte, veicolo di pace .............................................................................................. 18 L’armonia degli uomini .................................................................................................................. 22 Il linguaggio d’amore della musica ............................................................................................ 22 Repertorio testi ............................................................................................................................... 26 Repertorio musicale ....................................................................................................................... 32 Credits fotografici ........................................................................................................................... 33

Tutto l’Universo obbedisce all’amore Concerto per la pace

Tutto l’Universo obbedisce all’Amore è il titolo del Concerto per la Festa della Toscana: contro la pena di morte e le parole dell’odio, la Toscana terra di diritti, di arte e di cultura.

Si tratta di un concerto accompagnato da letture significative che avverrà nella splendida cornice della Chiesa della Misericordia di San Casciano, chiesa custode di veri e propri capolavori pittorici e scultorei, ove verranno letti importanti passi ispirati all'editto del 30 novembre 1786 sulla riforma del Codice Criminale che sviluppa la ricerca di Cesare Beccaria - nonno materno di Alessandro Manzoni di cui nell’anno 2021 è stata ricordata l’ode a Napoleone Bonaparte - proposti da Giovanna M. Carli, ideatrice del progetto, che si aprirà con la canzone di Franco Battiato: "Tutto l’Universo obbedisce all’Amore", che conferisce il titolo all'intero evento, per sottolineare significativamente come la lotta ai linguaggi d’odio passi attraverso l’arte, la musica, il canto, la riscoperta della storia della Toscana e del presente, nell’impegno progettuale e fattivo contro i linguaggi d’odio per la salvaguardia dei diritti anche attraverso l’arte e la cultura, capaci di accompagnare il continuo impegno civile e istituzionale di ogni cittadina e cittadino.

I brani sul tema della pace, contro i linguaggi d'odio, verso un alfabeto della convivenza non violenta, sono letti e interpretati da (in ordine di apparizione): Roberto Cacciatori, Laura Gallenga e Sandra Ancillotti, Carla Ghirlandini, Francesca Bellincioni e Giovanna Fusi, Giovanni Sussi e Giovanna Carli, Ilaria Manzati, Mariano e Ombretta Renzini. Il concerto ha un nutrito repertorio di musiche suonate dal vivo dal maestro Stefano Cencetti, che accompagnerà al piano la giovane soprano, Federica Caponi.

Per informazioni ulteriori scrivere a: sede@misericordiasancasciano.it, oppure telefonare al numero di cellulare 345 099 67 08.

Donarsi agli altri per costruire un mondo di pace L’unica risposta è l’amore

Gesti lievi e attenzioni e premure, sguardi che suggeriscono l'infinito, uno negli occhi dell'altro. Mani che si protendono e che abbracciano stringono forte in sé e custodiscono l’amore.

Il valore dell'assistenza che i confratelli e le consorelle dell'Arciconfraternita della Misericordia portano avanti non solo è di importanza fondamentale per un'intera comunità, ma è l'essenza del vivere insieme aiutandosi gli uni con gli altri.

Tutto l'universo obbedisce all'amore se le persone riconoscono nell'amore per l'altro la forza per spezzare le catene dell'indifferenza nei riguardi del prossimo. Catene in cui l'uomo si ritrova in un egoismo in cui rischia di precipitare se non tiene lo sguardo rivolto verso il cielo.

In questa occasione voglio ringraziare per il loro impegno i volontari che animano la vita della comunità, che mettono in pratica i valori della Confraternita stessa.

Li voglio ringraziare per il loro impegno che profondono con uno spirito di servizio davvero lodevole.

E l'Arciconfraternita porta in alto, come fossero vessilli di pace e giustizia sociale, quelle sette opere di Misericordia, fiori bellissimi e profumatissimi del giardino di Dio, di cui tutte le donne e gli uomini beneficiano senza distinzioni.

Ai fratelli, alle sorelle che hanno saputo consigliare chi aveva dubbi, indirizzare chi non conosceva..., consolare chi è in afflizione e si rivolge con speranza ben riposta... Pregare, sopportare, perdonare per poter ricostruire un mondo di pace, di aiuto reciproco, perché senza amore non si porta avanti niente che possa essere chiamato speranza.

Prof. Marco Poli Governatore dell’Arciconfraternita della Misericordia di San Casciano in Val di Pesa

La XXI Festa della Toscana Contro i linguaggi d’odio per una comunicazione non ostile

Il 30 novembre 1786 la Toscana, primo stato al mondo, ha abolito la pena di morte e la pratica della tortura. La Toscana è la terra dei diritti. Ricordare questi valori attraverso la ricorrenza di fine novembre è un fatto molto importante.

Quest’anno il tema è il contrasto ai linguaggi d’odio, per la promozione della comunicazione non ostile.

Sono già 236 anni che le nostre istituzioni hanno scelto di stare dalla parte dei diritti, della libertà, dell’accoglienza e del rispetto dell’essere umano, non va dimenticato. Questa XXI edizione … “non è un punto d’arrivo, dunque, - precisa Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale della Toscana - ma l’inizio di un percorso che vorremmo poi portare avanti con una grande campagna di sensibilizzazione destinata soprattutto ai giovani della nostra regione: ciò che ci prefiggiamo con questa Festa, insomma, è gettare dei semi affinché possano poi germogliare ed essere patrimonio di chi domani guiderà il nostro Paese”.

Il cantiere progettuale “Festa della Toscana” a cui il Comune di San Casciano in Val di Pesa, aderisce fin dalla sua prima edizione avvenuta il 30 novembre 2000, è rivolto in particolare alle nuove generazioni perché proprio ad esse va indicata la via dei diritti e della libertà.

Questa, dunque, è un'occasione importante per coltivare la memoria della storia, e soprattutto del valore dei diritti umani e civili per una comunità di pace e di dialogo, di ospitalità e di rispetto, di tolleranza e di cultura quale quella che va costruita giorno dopo giorno accanto ai propri concittadini.

Roberto Ciappi Sindaco del Comune di San Casciano in Val di Pesa

Toscana, terra di antica civiltà La prima forma di volontariato al mondo è la Misericordia

La Toscana è una terra di antica civiltà, lo dimostra la sua storia e lo dimostra il suo presente. In Toscana, a Firenze, nasce nel 1240 la prima forma di volontariato al mondo, la Misericordia, che attraversa i secoli trasformandosi e crescendo nei suoi compiti al servizio delle persone, a partire dalle più bisognose.

Nel 1786 la Toscana è il primo Stato ad abolire la tortura e la pena di morte, e il 30 novembre di ogni anno la Regione, i Comuni, il mondo associativo e culturale festeggiano e ricordano e riflettono su quell’atto fondamentale.

Ho ricordato due delle tante tappe di civiltà che hanno reso la nostra regione quella che è oggi: anche in questi tempi complessi e duri, tra pandemia e guerra in Ucraina, le toscane e i toscani stanno dimostrando che cosa significhi lavorare ed impegnarsi ogni giorno per la cura, per l’accoglienza, per dare a tutti una risposta. Non lo si può fare solo con politiche e scelte dall’alto, ma coinvolgendo e operando insieme al vasto tessuto associativo e sociale, che raggiunge ancora oggi numeri altissimi in paragone al resto d’Italia e d’Europa e dona tempo, intelligenza, struttura vera e irrinunciabile a tutti i servizi che riguardano la cittadinanza.

Costruire con tenacia la Pace vuol dire partire da questi valori fondamentali, respirare l’aria fresca e buona della generosità e dell’altruismo che diventa sistema virtuoso e anima dei territori che viviamo e amiamo.

Tutti i giorni centinaia di migliaia di donne e uomini lavorano con questo spirito nei nostri territori, e danno forza all’idea, all’anelito di un mondo giusto, di pace, di fratellanza e solidarietà per tutti e per ciascuno.

Massimiliano Pescini Consigliere regionale Regione Toscana

Obbedire all’amore La forza dell’arte, veicolo di pace Quando ho cominciato a pensare a questo nuovo progetto, mi sono ricordata della prima edizione della Festa della Toscana quando venne proposta la data importante del 30 novembre come rossa sul calendario.

Quel giorno le scuole sarebbero state chiuse e i giovani si sarebbero chiesti il perché e domandandoselo avrebbero sentito raccontare la storia di valore del granduca Pietro Leopoldo che in quella data, nel 1786, aveva abolito la pena di morte e la tortura e forse qualcuno avrebbe raccontato loro che il granduca di Toscana aveva ripreso il trattato dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria, nonno materno di Alessandro Manzoni e forse, facendo uno sforzo maggiore, avrebbero anche compreso che la storia è importante e che se è una brutta storia che si ripete forse meriterebbe studiare davvero e di più quel che l’uomo ha fatto in precedenza, semplicemente per non fare i medesimi errori.

Ma se è una bella storia, bella come questa, vale ancora di più la pena di ricordarla.

Perché i diritti umani sono il linguaggio comune dell’umanità e le fondamenta per un futuro che rispetti ciascuna donna e ciascun uomo.

Nella prima edizione della festa della Toscana ci fu un’interconnessione, poi ripresa nelle successive, tra arte, cultura e mondo al femminile. Ricordo l’artista Igor Mitoraj donare al Consiglio regionale della Toscana la “Nascita di Venere”, una scultura in bronzo che si aggiunse alla costituenda collezione di arte contemporanea di Palazzo Panciatichi che ho avuto l’onore di veder nascere e di curare. Enzo Scatragli, Marcello Fantoni, Onofrio Pepe, Antonio Possenti, Renato Alessandrini e tanti altri artisti avevano già donato le loro opere e adesso arrivava questa figura femminile acefala, quasi una provocazione, una donna tutta cuore e niente testa, allo stesso tempo ieratica e familiare nella propria nudità che copre pudica.

Dentro la nicchia dell’ala una testa virile pensosa. Ecco, se tutti noi ragionassimo maggiormente col cuore, riusciremmo a combattere in modo risoluto il linguaggio d’odio e a costruire l’alfabeto della tolleranza. Un simbolo questa scultura, o una serie di simboli in uno, che mi hanno continuato a parlare negli anni.

Classicità e modernità sono temi ricorrenti nell’opera scultorea dell’artista polacco. Mitoraj si ispira, per le sue opere, a personaggi mitologici: Eros, Venere, Icaro, il Centauro ... che traduce in sculture che sono come reperti. Nessuna delle sue creazioni presenta infatti una forma intatta. `Sono l’allegoria della fragilità umana, della bellezza contaminata, - ricordo le parole di Rosabianca Mascetti - interpretano la nostalgia della memoria del passato in un presente, così accelerato, da non permettere soste e momenti di riflessione`. Usando la dimensione mitologica Mitoraj esalta il passato, lo rende eterno, inalterabile, immobile nel consolidamento del mito.

Potenza delle parole dipinte e in questo caso scolpite. Perché, credo, affidarsi al linguaggio dell’arte è veicolare attraverso uno dei mezzi più potenti valori che aiutano a sostenere le comunità anche in momenti di crisi come questo, dove la pandemia, la guerra, e molte altre criticità non devono prendere il sopravvento e schiacciare donne e uomini sotto il peso insopportabile della mestizia.

Guardare al passato, alle opere d’arte del passato, cercare di sviluppare la creatività in funzione dell’esercizio di una costruzione continua verso la pace è il solco profondo e atavico dentro il quale far fiorire la propria vitalità.

Questo filo conduttore è l’anima del progetto “Tutto l’universo obbedisce all’amore” che non è solo un concerto per la pace ma un modo di porsi di fronte all’altro ragionando col cuore, abbandonando la testa pensosa, lasciandola riposare dentro la nicchia dell’ala protettrice affinché trovi riposo dagli affanni della vita.

Dott.ssa Giovanna M. Carli Storica e critica d’arte (Direttrice Pinacoteca regionale 2000-2007)

L’armonia degli uomini Il linguaggio d’amore della musica Ricordo quella volta in cui una signora, non più giovanissima, dedicando il tempo della pensione a studi di vario genere, venne da me chiedendo lumi sui suoni armonici.

Mi parlò del fatto che lei non solo aveva letto testi sull’argomento ma che già aveva affrontato la cosa con alcuni insegnanti, forse l’autore o gli autori stessi dei testi che mi citava.

Era una signora molto pacata, dai modi affabili, quasi zen; tuttavia, la calma che ostentava appariva più come una trincea da possibili turbative d’animo che una vera e propria conquista interiore. La sua richiesta era comunque chiara: indagare i suoni armonici.

Era mossa non tanto da un interesse squisitamente musicale, infatti non suonava strumenti né aveva più di tanto interesse a farlo, quanto da una ricerca collegata al mondo delle simbologie e dei significati esoterici.

Più andavo avanti nella lezione che intanto avevo iniziato, più si confermava dentro me l’impressione avuta a tutta prima, ovvero che questa ricerca servisse alla signora più per sentirsi snob, e in qualche modo sopraelevata rispetto agli altri, che per un’acquisizione di conoscenza vera e propria.

A un certo punto mi disse: “ma lei mi sta spiegando i suoni armonici”. Mi disse proprio così, anche se può sembrare strano, e anche a me sembrò strano: era ciò che mi aveva chiesto e per cui mi pagava, avrebbe dovuto essere contenta. Invece no, ci era rimasta male. Il suo desiderio era elitario, voleva conoscere qualcosa che la distinguesse; invece, io le stavo proponendo esattamente il contrario puntando l’accento su ciò che ci accomuna. Voleva un patrimonio esclusivo, le stavo rivelando un patrimonio di tutti.

Il suono che viene prodotto da qualsiasi strumento non è mai puro, cioè, in altri termini, possiamo dire che non è mai solo se stesso ma è il risultato di più suoni che concorrono in varia misura alla sua formazione; tali suoni sono per l’appunto i suoni armonici.

Questo mi ricorda quanto disse una professoressa specializzata nel sostegno durante un corso di formazione: non c’è niente di più condiviso della nostra personalità. Mi colpì molto. La cosa più nostra che abbiamo, ciò che ci rappresenta, ciò che siamo, non è solo se stessa ma la risultante di un infinito ventaglio di sfumature formanti.

Come dire: noi siamo noi perché non siamo soltanto noi ma anche un po’ i nostri genitori, i nostri zii, i nostri compagni di classe, e quanti altri chissà.

Ognuno in misura diversa. Noi alla base, certo, il suono fondamentale, quello che dà il nome, e poi altri che risuonano con noi. Ci vedevo e ci vedo ancora una rappresentazione dell’universo musicale e di quello umano. Mi piace pensare che sia questo il senso profondo della comunicazione. Bisogna dire che in questo aspetto spurio sta la ricchezza del suono, che senza armonici, cioè solo da se stesso, sarebbe assai povero.

Don Milani diceva che la ricchezza degli uomini sta nella loro capacità di comunicare, direi quindi, sull’onda della metafora musicale, che preludio alla capacità di comunicare è riconoscere che dentro la nostra nota principale sono contenute anche tutte le altre, ovvero che dentro me c’è anche un po’ di te e di molti altri. Sono le diversità delle misure a determinare la varietà, e la consapevolezza di tali diversità rende più agevole un percorso di accettazione, accoglienza, riconoscimento. La ricchezza degli uomini sta nel loro riconoscersi armonici, molteplici, contaminati; non solo chi sono? ma anche chi siamo? e da chi siamo fatti oltre a noi? E ancora: qual è la nostra nota base? Quali e quanti sono i nostri armonici?

Con chi risuoniamo?

Il linguaggio musicale è necessariamente, inesorabilmente interdipendente, pena appunto la mancanza di comunicazione, e non potrebbe essere che così, visto tutto nasce dallo sviluppo e dall’articolazione di qualcosa che in origine è unitario. Nel momento in cui si allontana dalla sua origine, non comunica più. Se discorda da se stesso, dalle proprie premesse e potenzialità, fallisce nella sua ragion d’essere più profonda.

Saliamo in macchina e accendiamo la radio. Adesso addirittura la radio parte in automatico con la messa in moto. Perché? Una delle funzioni della musica è alleviare il peso della quotidianità. Ascoltiamo qualcosa che ci parla, che parla di noi, in cui ci riconosciamo, e che parla non solo alla parte più essenziale di noi ma la rappresenta. Come potrebbe esistere tutto questo senza che avvenga l’identificazione di tratti comuni che dialogano fra loro?

Cosa è la musica? È un movimento. Chi si muove? Il suono, vero? No, si muove la coscienza. Così il direttore rumeno Sergiu Celibidache sintetizzava il valore umano e spirituale dell’arte musicale, riconducendo la musica non soltanto qualcosa di molto vicino a noi ma addirittura coincidente con noi stessi. Una visione umanistica, fuori dalle logiche esibizionistiche e numeriche di mercato e visualizzazioni.

Vi immaginate Beethoven che quando compone pensa al tre per cento della popolazione? No, vero? Ci immaginiamo che Beethoven, quando compone, si rivolga all’intera umanità, facendo appello a quei tratti che ci accomunano e che ci permettono di appropriarci del suo lavoro. Questo l’invito di Sergiu Celibidache, riconoscere ciò che di oggettivo e condivisibile c’è nella produzione musicale. Un invito interessante, forse un po’ faticoso ma che ci insegna a trovare un po’ di noi stessi oltrepassando noi stessi: la musica, che strumento straordinario! Una persona singola può concepire dalla sua ispirazione, dalla sua tecnica, dalla sua sapienza, un’opera come il Requiem di Mozart o il Rigoletto di Giuseppe Verdi; eppure, quell’unica mente che lo concepisce è consapevole che saranno indispensabili altre persone che devono mettere insieme, accordare, concertare le loro caratteristiche e peculiarità affinché la creazione viva.

Credo che quella signora fosse troppo snob per accettare che l’origine di tutti i suoni fosse contenuta in un solo suono, che l’Uno fosse il fondamento del sistema musicale e che fosse compito della nostra coscienza non solo unificare e trasformare il suono in musica, ma anche comprendere che ciò è nel bagaglio di tutti gli esseri umani. Il miracolo della musica è in fondo rendere possibile un mondo che, ancora, non c’è.

M.o Stefano Cencetti musicista

Repertorio testi

John Rutter, For the beauty of the earth, 1980 Per la bellezza della terra For the beauty of the earth Per la gloria dei cieli For the glory of the skies Per l'amore che dalla nostra nascita For the love which from our birth Sopra e intorno a noi si trova Over and around us lies Sopra e intorno a noi si trova Over and around us lies 'Signore di tutto, a te eleviamo 'Lord of all, to Thee we raise Questo il nostro gioioso inno di lode This our joyful hymn of praise Per la bellezza di ogni ora For the beauty of each hour Del giorno e della notte Of the day and of the night Collina e valle e albero e fiore Hill and vale and tree and flow'r Sole e Luna e stelle di luce Sun and Moon and stars of light Sole e Luna e stelle di luce Sun and Moon and stars of light 'Signore di tutto, a te eleviamo 'Lord of all, to Thee we raise Questo il nostro gioioso inno di lode This our joyful hymn of praise

Per la gioia dell'amore umano (Per la gioia dell'amore) For the joy of human love (For the joy of love) Fratello, sorella, genitore, figlio (Fratello, sorella, genitore, figlio) Brother, sister, parent, child (Brother, sister, parent, child) Amici sulla terra (Amici sulla terra) e amici sopra (E amici sopra) Friends on earth (Friends on earth) and friends above (And friends above) Per tutti i pensieri gentili e miti (Per tutti i pensieri gentili e miti) For all gentle thoughts and mild (For all gentle thoughts and mild) Per tutti i pensieri gentili e miti For all gentle thoughts and mild 'Signore di tutto, a te eleviamo 'Lord of all, to Thee we raise Questo nostro gioioso inno (Il nostro gioioso inno) di lode (Di lode) This our joyful hymn (Our joyful hymn) of praise (Of praise) Per ogni tuo dono perfetto For each perfect gift of Thine Alla nostra razza così liberamente data To our race so freely given Grazie umane (date) e divine (umane e divine) Graces human (Given) and divine (Human and divine) Fiori di terra e germogli di cielo Flow'rs of earth and buds of heav'n Fiori di terra e germogli di cielo Flow'rs of earth and buds of heav'n 'Signore di tutto, a te eleviamo 'Lord of all, to Thee we raise Questo il nostro gioioso inno (il nostro gioioso inno) di lode This our joyful hymn (Our joyful hymn) of praise (Questo nostro inno gioioso) Il nostro inno di lode (This our joyful hymn) Our hymn of praise

Gandhi, Prendi un sorriso Prendi un sorriso, regalalo a chi non l’ha mai avuto.

Prendi un raggio di sole, fallo volare là dove regna la notte.

Scopri una sorgente, fa bagnare chi vive nel fango.

Prendi una lacrima, posala sul volto di chi non ha pianto.

Prendi il coraggio, mettilo nell’animo di chi non sa lottare.

Scopri la vita, raccontala a chi non sa capirla.

Prendi la speranza, e vivi nella sua luce.

Prendi la bontà, e donala a chi non sa donare.

Scopri l’amore, e fallo conoscere al mondo.

Bob Dylan, Blowin in the wind, Quante strade deve percorrere un uomo prima che tu possa definirlo un uomo?

E su quanti mari deve volare una colomba prima di riposare sulla terraferma?

E quante volte devono fischiare le palle di cannone prima di essere proibite per sempre?

La risposta, amico mio, ascoltala nel vento, la risposta ascoltala nel vento Per quanti anni può resistere una montagna

prima di essere erosa dal mare?

E quanti anni possono resistere gli uomini prima che sia consentito loro di essere liberi?

E per quante volte un uomo può distogliere lo sguardo e fingere di non vedere?

La risposta, amico mio, ascoltala nel vento, la risposta ascoltala nel vento Quante volte un uomo deve guardare in alto prima che possa vedere il cielo?

E quante orecchie deve avere un uomo prima di poter sentire gli altri che piangono?

E quante morti ci vorranno prima che (l'uomo) riconosca che troppi sono morti?

La risposta, amico mio, ascoltala nel vento, la risposta ascoltala nel vento

Franco Arminio, Cedi la strada agli alberi Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, gente che sa fare il pane, che ama gli alberi e riconosce il vento.

Più che l’anno della crescita, ci vorrebbe l’anno dell’attenzione.

Attenzione a chi cade, al sole che nasce e che muore, ai ragazzi che crescono, attenzione anche a un semplice lampione, a un muro scrostato.

Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, al buio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza.

Madre Teresa di Calcutta, Dai il meglio di te…

L'uomo è irragionevole, illogico, egocentrico NON IMPORTA, AMALO Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici NON IMPORTA, FA' IL BENE Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici NON IMPORTA, REALIZZALI Il bene che fai verrà domani dimenticato NON IMPORTA, FA' IL BENE L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile NON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTO Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo NON IMPORTA, COSTRUISCI Se aiuti la gente, se ne risentirà NON IMPORTA, AIUTALA Da' al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci NON IMPORTA, DA' IL MEGLIO DI TE

Repertorio musicale Battiato, Tutto l’Universo obbedisce all’amore, 2008 John Lennon, Imagine, 1971 John Rutter, For the beauty of the earth, 1980 Popolare toscana, Ninna nanna fiorentina, Ennio Morricone, Here’s to you (La ballata di Sacco e Vanzetti), 1971 Marco Frisina, Alto e glorioso Dio, 2010 Ludwig van Beethoven, Inno alla Gioia, 1824 Bob Dylan, Blowin in the wind, 1963 Händel, Rejoice dal "Messiah", 1741 Riz Ortolani, Fratello sole sorella luna, 1972

Credits fotografici Le foto che ritraggono persone sono conservate nell’Archivio della Misericordia di San Casciano in Val di Pesa. Se gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono segnalarlo a giovannamcarli@outlook.com, oppure a Giovanna.Carli@pec.giornalistitoscana.it che provvederà alla rimozione.

Rassegna stampa https://www.misericordiasancasciano.it/festa-della-toscana/ https://www.gonews.it/2022/05/28/oltre-100-persone-al-concerto-per-la-pace-di-sancasciano/ https://allupservice.com/2022/05/28/oltre-100-persone-al-concerto-per-la-pace-di-sancasciano/ https://www.gazzettinodelchianti.it/san-casciano-v-p/foto-concerto-e-letture-per-la-festadella-toscana-grande-successo-nella-chiesa-della-misericordia/

La notizia dell’evento è uscita anche su Chiantisette e Valdelsasette. In onda su Italia 7.

L’evento è stato divulgato sui canali social dell’Istituzione.

Ringraziamenti Federico Musciotto e Iacopo Molinaroli, Susanna Gherardelli.

Roberto Cacciatori, Laura Gallenga e Sandra Ancillotti, Carla Ghirlandini, Francesca Bellincioni e Giovanna Fusi, Giovanni Sussi, Ilaria Manzati, Mariano e Ombretta Renzini.

E tutte le sorelle e i fratelli della Misericordia di San Casciano in Val di Pesa, Firenze.