Il° Rapporto di genere 2018 - Università di Perugia

II RAPPORTO DI GENERE DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA Edizione 2018

INDICE PRESENTAZIONE

SINTESI DEI RISULTATI SEZIONE A: PERSONALE TECNICO AMMINISTRATIVO Dati riepilogativi

Categorie e aree funzionali

Fasce d’età

Tipologie di contratto

Ferie, congedi, assenze e formazione

SEZIONE B: PERSONALE DOCENTE

Dati riepilogativi

Fasce d’età

Genere, aree scientifico-disciplinari, dipartimenti e fasce d’età

Progetti di ricerca europei e nazionali per genere del responsabile scientifico

Aspettative, congedi, permessi e formazione

SEZIONE C: COMPONENTE STUDENTESCA E IN FORMAZIONE POST LAUREAM

Dati riepilogativi

Carriere per genere e dipartimenti

Condizione occupazionale e retribuita dei laureati e delle laureate

SEZIONE D: QUADRO RIEPILOGATIVO E INDICATORI

Dati di sintesi per la composizione di genere in ateneo

Mobilità internazionale

Glass Ceiling Index e indicatori di diseguaglianza di genere

SEZIONE E: ORGANI E INCARICHI NELL’ATENEO

Organi centrali dell’Ateneo per genere

Posizioni di vertice nei Dipartimenti, Corsi di Studio, Scuole e Corsi di Dottorato per genere

PRESENTAZIONE

Accoglienza degli invitati alla cerimonia di inaugurazione dell’a.a. 2017/2018. Sala del Dottorato di Palazzo Murena. Marzo 2018. Foto di Andrea Ottaviani.

L’Università degli Studi di Perugia compie nel 2018 Settecento-dieci anni di vita dalla sua fondazione ufficiale avvenuta nel 1308, con la bolla Super Specula del Papa Clemente V. Nel Trecento erano attive due facoltà, quella di Diritto e quella delle Arti. Oggi, si possono contare per

classificazione si basa su un’articolata analisi del sistema universitario italiano che tiene conto delle strutture disponibili, dei servizi erogati, del livello di internazionalizzazione e della capacità di comunicazione.

Inoltre, in base agli indicatori relativi al po-

l’attività di ricerca e didattica sedici Dipartimenti e una Scuola interdipartimentale di Ateneo.

“Dal 1308 costruiamo il futuro” non è solo una frase di rito che l’Ateneo ha scelto per parlare di sé, ma un concreto impegno. Lo testimonia il raggiungimento del primo posto tra i grandi Atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti), ottenuto in base alla classificazione CENSIS. Questa

sizionamento nel quadro internazionale, l’Ateneo si colloca in cinque ranking fra il 12° ed il 20° posto in Italia, nei primi 200 in Europa e fra il 300° e il 700° nel mondo (fonte: Piano integrato 2018-2020 approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 31 gennaio 2018, consultabile alla pagina https//www.unipg.it/files/pagine/502/ p_n_3_piano_integrato.pdf).

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Ma che ‘genere’ di Ateneo siamo? Il Rapporto che si presenta, elaborato per iniziativa di tre persone che fanno parte della comunità accademica di Unipg – una docente, una studentessa e una appartenente al personale tecnico-amministrativo - offre la seconda indagine di genere

dell’Ateneo. I dati, prevalentemente rilevati per il 2016, riguardano nell’ordine di esposizione, il personale tecnico amministrativo, quello bibliotecario e dei collaboratori dei centri linguistici (d’ora in poi PTA), il corpo docente, quello studentesco e gli organi centrali dell’Ateneo.

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Foto di gruppo del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche (Diretto da Violetta Cecchetti), uno delle dieci strutture dipartimentali di eccellenza dell’Ateneo, insieme al Magnifico Rettore, Franco Moriconi, al Direttore Generale, Tiziana Bonaceto, e alla Responsabile dell’Area Progettazione, valorizzazione e valutazione della ricerca, Piera Pandolfi, in occasione del brindisi per festeggiare, l’ammissione a finanziamento, del Progetto Delphi (gennaio 2018).

SINTESI DEI RISULTATI

Anno 1943: un gruppo di studentesse dell’Università di Bologna.

Archivio privato di Mirella Damiani.

La composizione di genere delle tre componenti dell’Ateneo di Perugia è al centro dell’indagine svolta nel II Rapporto di Genere, che fotografa Unipg al 31 dicembre 2016, trascorso un triennio dalla rilevazione presa come riferimento per la stesura del I Rapporto, pubblicato nel febbraio 2015.

La composizione di genere delle diverse componenti dell’Ateneo di Perugia presenta molti tratti comuni con gli altri atenei italiani.

Per il Personale tecnico-amministrativo a tempo indeterminato (Sezione A) si registra una percentuale di occupazione femminile pari al 54%, non troppo distante

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dalla media degli Atenei statali (circa il 58%). L’analisi della distribuzione per categoria mostra una netta prevalenza delle donne in tutte le componenti. Lo scarto maggiore a favore della componente femminile, pari a circa 10 punti percentuali, si riscontra nel personale di Elevata Professionalità (60% Donne e 40% Uomini). Non si verifica quindi un fenomeno di segregazione verticale femminile.

Inoltre, il PTA con posizioni organizzative mostra una parità di genere, seppure la maggiore età femminile sembra suggerire uno scorrimento più lento delle donne nei percorsi di carriera. Quanto alla distribuzione per aree funzionali, si rileva una

Foto di gruppo del Dipartimento di Scienze Politiche, diretto da Ambrogio Santambrogio, in occasione del festeggiamento per l’ammissione a finanziamento del Progetto Dipartimenti di eccellenza “Lepa”, Febbraio 2018.

concentrazione della componente femminile sia nell’area Amministrativa (73% Donne) che in quella Bibliotecaria (85% Donne), la prima in linea con il dato nazionale, la seconda di 12 punti superiore agli Atenei statali. Un esame per il periodo 2010-2016 mostra come la polarizzazione femminile nelle medesime aree sia un dato stabile che definisce, pertanto, una persistente segregazione di carattere orizzontale.

Con riferimento alla fattispecie del contratto a tempo determinato (TD), l’Ateneo si colloca al di sotto del dato nazionale, grazie alla sensibile riduzione nel periodo 2014-2016 del personale TD di oltre 4 punti percentuali. Sul totale dei contratti a termine, tuttavia, la quota femminile al 2016 è del 69%.

Le dipendenti nell’Ateneo di Perugia, rispetto agli uomini, optano in misura maggiore per il part-time (9,76% Donne; 6,85% Uomini). Usufruiscono, inoltre, nel corso dell’anno, in misura maggiore rispetto agli uomini non solo dei congedi parentali e malattia dei figli, ma anche dei permessi retribuiti per la legge 104.

Per il corpo docente, analizzato nella sezione B, si rileva un fenomeno di minore presenza femminile (39%), un dato lieve-

mente superiore a quello nazionale (37%) ma al di sotto di quanto riscontrabile nei paesi OECD (43%). Si conferma, in linea con le evidenze internazionali, la minore presenza delle donne nelle posizioni al vertice della carriera con una netta differenziazione tra i ruoli di Professore/Professoressa Ordinario/a (PO), Professore/ Professoressa Associato/a (PA) e Ricercatore/Ricercatrice Universitario/a (RU).

Infatti, mentre per la fascia RU vi è un sostanziale equilibrio di genere, anzi prevale leggermente la componente femminile (52,53%), per le altre due fasce, la percentuale di donne è nettamente inferiore, pari al 35,81% per la II fascia e il 19,72% per la I. Il fenomeno di segregazione verticale che viene suggerito da questi dati, ovvero la difficoltà femminile di accedere alle posizioni apicali, è peraltro noto e diffuso anche a livello dei Paesi dell’Unione Europea, come segnalato dall’ultimo Rapporto UE She Figures 2015, in cui si evidenzia una quota femminile nella posizione apicale del solo 21%. In questo contesto, si conferma nell’Ateneo una marcata segregazione orizzontale, ovvero una concentrazione femminile in alcuni settori scientifici e dunque una sotto-rappresentazione in tutti gli altri. In 7

Per il Personale tecnicoamministrativo a tempo indeterminato (Sezione A) si registra una percentuale di occupazione femminile pari al 54%, non troppo distante dalla media degli Atenei statali (circa il 58%).

Il Coro dell’Università degli Studi di Perugia, diretto da Marta Alunni Pini, vincitore del primo posto alla IV edizione di UNInCANTO, rassegna nazionale di cori universitari, Urbino, maggio 2017.

Bacheca di Ateneo

particolare nell’area 9, Ingegneria industriale e dell’informazione, e nell’area 2, Scienze Fisiche, la quota femminile pesa di meno, rispettivamente solo il 15,73% e il 26,47%. L’ auto-esclusione da settori percepiti come maschili, come le cosiddette aree STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) è un fenomeno diffuso e che si manifesta fin dalle scelte del percorso di studi universitario, non solo in Unipg, ma nella gran parte nei paesi dell’Unione Europea (Commissione Europea, 2016).

La terza parte del Rapporto (Sezione C), dedicata alla componente studentesca, evidenzia che a livello aggregato la presenza femminile è maggioritaria (56,51%). Questo vantaggio numerico viene significativamente meno per le iscrizioni ai corsi del Dipartimento di Ingegneria e del Dipartimento di Fisica e Geologia (11,81% e 27,80%, rispettivamente per le lauree triennali dei due Dipartimenti). Tuttavia, i dati sui tassi di abbandono e sul voto medio di laurea rivelano che nei diversi percorsi di studio, compresi quelli dell’aree STEM, le migliori performance sono conseguite proprio dalla componente femminile. Pertanto, ci aspetteremmo di trovare, in un mercato del lavoro che

premia correttamente le competenze cognitive, una maggiore probabilità per le laureate di trovare un’occupazione, con caratteristiche di maggiore stabilità e con ricompense retributive maggiori. Al contrario, i dati Almalaurea, riportati in questo Rapporto, mostrano che anche nell’Ateneo di Perugia, come nella media degli Atenei italiani, il divario di genere per il tasso di occupazione è del tutto a svantaggio delle donne, in particolare per le lauree magistrali, con un gap dell’8,0% a cinque anni dalla laurea. Inoltre, le minori tutele contrattuali dovute a lavori non stabili e orari di lavoro inferiori concorrono a spiegare perché le donne in possesso di una laurea magistrale, a cinque anni dalla laurea, percepiscano in media uno stipendio minore di quello maschile di più del 20%.

Con riferimento alla governance dell’Ateneo, che può concorrere ad attenuare i divari tuttora esistenti e documentati da questo Rapporto (Sezione E), si evidenzia che la ‘voce’ femminile è mediamente minoritaria e che la quota femminile pesa meno del 17% nel Senato Accademico ed è del 10% nel Consiglio di Amministrazione.

Affinché la opzione ‘voice’ prevalga 8

sull’opzione ‘exit’, di progressiva uscita delle donne dagli organi centrali dell’Ateneo, il Comitato Unico di Garanzia dell’Ateneo propone azioni mirate all’obiettivo di ridurre quegli ostacoli non solo ‘esterni’ ma anche ‘interni’ che generano la segregazione femminile nei ruoli subordinati e la mancata scelta da parte delle donne di ambiti lavorativi e disciplinari, come le STEM, sintomo di un atteggiamento rinunciatario. Come scritto nel I Rapporto di Genere di Ateneo, “La minore fiducia nelle proprie capacità professionali sembra riguardare soprattutto le donne, […] come molti studi, raccontati da Kay e Shipman in un libro che non a caso si intitola The confidence code, iniziano a documentare.

I risultati di questa crescente area di ricerca dicono che se gli uomini presentano una honest overconfidence (un eccesso di fiducia sincero), le donne soffrono per un ostacolo interiore di scarsa fiducia in sé. Contribuiscono così a rafforzare quel ‘soffitto di cristallo’, presente, ma spesso invisibile e dato da molte ed oggettive barriere istituzionali e culturali. Ma non solo. Rimuovere quel soffitto è possibile, con un vantaggio per tutti”. E’ questo il messaggio che si vuole dare anche oggi.

L’elaborazione del II Rapporto di Genere ha richiesto un’intensa attività di raccolta e di analisi di dati che si è svolta nel periodo marzo 2017- aprile 2018. L’arco temporale di riferimento della rendicontazione, fatta eccezione per alcuni dati, è l’anno solare 2016.

Ove non diversamente indicato, per la stesura del presente Rapporto sono stati utilizzati ed elaborati dati già disponibili sul sito di Ateneo e/o forniti dagli Uffici dell’Amministrazione Centrale dell’Università degli Studi di Perugia. Una menzione speciale meritano la competenza e lo spirito di collaborazione del Personale tecnico-amministrativo degli Uffici maggiormente coinvolti nella campagna di raccolta-dati, a cui viene rivolto un sentito ringraziamento.

In particolare, hanno partecipato alla rilevazione le seguenti strutture: • per la Ripartizione del Personale, l’Ufficio ordinamento giuridico del personale e orario di lavoro, l’Ufficio organizzazione, formazione e welfare, e l’Ufficio programmazione, ordinamento

giuridico del personale docente; • per la Ripartizione didattica, l’Ufficio banche dati e coordinamento servizi web-based, l’Ufficio offerta formativa e accesso programmato, l’Ufficio dottorati, master e corsi post-lauream; • per la Ripartizione affari legali, l’Ufficio elettorale e affari generali; • per la Direzione generale, Ufficio Mobilità studenti, l’Ufficio ricerca nazionale, l’Ufficio progettazione internazionale, l’Ufficio organi collegiali e l’Ufficio assicurazione di qualità.

Per le serie storiche relative al periodo 2010-2016 ci si è avvalsi della Banca dati MIUR che rende disponibile per tale periodo i) l’Anagrafe del PTA; ii) l’Anagrafe degli Studenti e dottorati, master, e specializzazioni; iii) l’Anagrafe del personale docente di ruolo (PO, PA, RU); iv) l’Anagrafe dei ricercatori a tempo determinato (RTD); l’Anagrafe dei titolari di assegni di ricerca.

La Banca dati MIUR ha reso possibile anche il confronto dei dati relativi all’Ateneo di Perugia con quelli degli altri Atenei statali ita-

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liani.

Le informazioni quantitative per la Condizione occupazionale e retributiva dei laureati/e dell’Università degli Studi di Perugia, e del loro confronto con gli altri Atenei statali italiani sono tratte da Almalaurea (Indagine occupazionale 2016) Il rapporto è stato redatto da Mirella Damiani e Roberta Forini. Ha dato un contribuito determinante per la parte concernente il corpo studentesco Maria Laura Bedini.

Il gruppo di controllo è costituito da: Franco Moriconi, Rettore; Tiziana Bonaceto, Direttore Generale; Antonella Bianconi, Dirigente Ripartizione Didattica Veronica Vettori, Dirigente Ripartizione del Personale Mirella Damiani, Delegata del Rettore per le pari opportunità e politiche sociali Elena Stanghellini, Delegata del Rettore per le relazioni internazionali

Il Rettore Franco Moriconi e il DIrettore generale Tiziana Bonaceto nel corso della conferenza stampa sui Dipartimenti di eccellenza ammessi a finanziamento.

Bacheca di Ateneo.

Fabio Ceccarelli, rappresentante del personale tecnico amministrativo e bibliotecario nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’a.a. 2017/2018. Marzo 2018. Bacheca di Ateneo.

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SEZIONE A: PERSONALE TECNICO AMMINISTRATIVO DATI RIEPILOGATIVI Alla data del 31 dicembre 2016, il ruolo del Personale tecnico amministrativo è composto da 1114 unità, incluso il Direttore Generale. La componente femminile registra una maggiore incidenza (54,58%) rispetto a quella maschile (45,42%). Il differenziale di genere a favore della componente femminile è

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del 9,16 %, in leggera riduzione rispetto al 2013, in cui si attestava all’ 11,66 %. Sono rimasti pressoché stabili anche i rapporti di genere per ciascuna categoria.

Anche l’evoluzione relativa agli ultimi anni, 2010-2016, mostra la maggiore incidenza femminile (Fig. A.1).

Tuttavia, questo divario positivo a vantaggio delle donne va riconsiderato alla luce di quanto emerge a livello nazionale. Il confronto con tutti gli Atenei statali, relativo all’anno 2016, segnala che nella media la percentuale di donne PTA è maggiore di quasi 4 punti (3,98%) rispetto a quella dell’Ateneo di Perugia, come si mostra in Fig. A.2.

A questi primi dati di sintesi va aggiunto l’esame della distribuzione, mostrata nella Tab.A.1, riguardante il PTA distinto per genere e per categorie, denominate B, C, D, EP e Dirigenti. L’analisi

Categorie e aree funzionali

che segue si dedicherà ad esplorare i fenomeni che investono particolarmente la componente femminile, ovvero la segregazione verticale e orizzontale, al fine di verificare in quale misura siano presenti nell’Ateneo di Perugia. La segregazione si definisce verticale per indicare il fenomeno di carriere femminili caratterizzate dalla permanenza nei livelli gerarchici inferiori, oppure orizzontale, in presenza di una prevalente collocazione lavorativa in alcuni settori o ambiti e dunque di sotto-rappresentazione in tutti gli altri.

richiesti per tale categoria sono il diploma di laurea e l’ abilitazione professionale oppure in alternativa a quest’ultima una particolare qualificazione professionale. In termini di autonomia e responsabilità, gli EP si connotano per un elevato grado di autonomia volta alla soluzione di problemi complessi di carattere organizzativo e professionale e per un elevato grado di responsabilità.

Nell’Ateneo, come mostra in tutta evidenza la Fig.A.3, non si verifica quindi un fenomeno di segregazione verticale femminile.

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L’analisi per categorie del PTA (vedi Tab.A.1) mostra che la categoria C, con 549 unità, è la più numerosa e rappresenta circa il 49% dell’organico di Ateneo (1114 unità). In tale categoria la componente femminile è del 56,28% e anche per tutte le altre categorie vi è una prevalenza del genere femminile.

Tuttavia è importante sottolineare che lo scarto maggiore si registra nella categoria delle elevate professionalità (EP), dove le donne sono il 60,47%. I titoli

Diverso è il quadro relativo alla segregazione orizzontale. Nella Tab. A.2 sono riportati i dati relativi alla distribuzione per area funzionale nell’anno 2016 per gli Atenei statali e l’Ateneo di Perugia.

Si riscontra, in conformità con il dato nazionale, una netta separazione degli ambiti lavorativi. Lo evidenzia la polarizzazione femminile nell’area Ammi-

nistrativa, nell’Area Biblioteche e Socio sanitaria, anche se in quest’ultimo caso i dati assoluti sono esigui e quindi il confronto per genere ha poco rilievo.

Viceversa, nelle aree Servizi generali e tecnici e Tecnica, tecnico scientifica ed elaborazione dati prevale nell’Ateneo di Perugia, così come a livello nazionale, la componente maschile.

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Nella Fig A.4 si visualizza per il solo Ateneo di Perugia la distribuzione per aree funzionali e genere: L’evoluzione temporale negli anni 20102016, rappresentata nella Fig. A.5,

socio sanitaria, la percentuale di donne rimane pressoché invariata negli anni rilevati, segnalando che il fenomeno di segregazione orizzontale è quindi un dato stabile nel periodo considerato.

mostra anche che in tutte le aree funzionali numericamente più consistenti, escludendo quindi la Dirigenza amministrativa e l’area Medico-odontoiatrica e

Si conferma infatti una concentrazione dell’impiego delle donne PTA nelle medesime aree funzionali, che pertanto sono da considerarsi tipicamente fem-

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Elisabetta Rossini, Marta Lucaroni, Cinzia Chielli, Roberta Forini, Grazia Santucci e Gina Olsen (Area Progettazione, Valorizzazione e Valutazione della Ricerca). Maggio 2018

L’analisi per sesso ed età del PTA di Ateneo è mostrato nella Figura A.6.

dell’intero personale, con un peso superiore per la componente maschile di circa 4 punti percentuali. La fascia di età 41-50 anni mostra invece una incidenza superiore delle donne di circa 6 punti percentuali. Le donne e gli uomini si attestano al di sotto del 9% e dell’1%, rispettivamente nelle fasce di età più giovani (31-40 e sotto i 30

La componente oltre i 50 anni registra per entrambi i generi la percentuale maggiore e rappresenta più della metà

anni).

Rispetto al PTA titolare di posizioni organizzative distinto per genere e fasce

minili (area Amministrativa e gestionale e Biblioteche) e maschili (area Tecnica, tecnico scientifica ed elaborazione dati).

Fasce d’età

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L’analisi della distribuzione del personale PTA per tipologia di contratto, confrontando il 2013 e il 2016, mostra una sensibile riduzione dei contratti a tempo determinato (TD), da 94 a 36 unità ed una contestuale riduzione dell’incidenza femminile sui contratti TD di quasi dieci punti percentuali (dal 71,28% del 2013 al 61,11% del 2016).

di età, nella TAB.A3 è interessante evidenziare come vi sia quasi equilibrio di genere (24 donne e 23 uomini). Tuttavia per le donne l’accesso a questo livello di responsabilità sembra avvenire ad una età più avanzata. La quota sopra i 50 anni, infatti, costituisce il 54,05 % per la componente femminile e il 45,95% per quella maschile. Se non si può quindi parlare di segregazione verticale femminile, come visto in precedenza, si può tuttavia ipotizzare che una maggiore anzianità di servizio è necessaria per le donne per accedere al ruolo EP. Tipologie di contratto L’analisi della distribuzione del personale PTA per tipologia di contratto, confrontando il 2013 e il 2016, mostra

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una sensibile riduzione dei contratti a tempo determinato (TD), da 94 a 36 unità ed una contestuale riduzione dell’incidenza femminile sui contratti TD di quasi dieci punti percentuali (dal 71,28% del 2013 al 61,11% del 2016). Si rappresenta al riguardo che per l’intera economia italiana, il fenomeno dei lavori di tipo TD si è caratterizzato per essere quello di un ‘binario morto’, piuttosto che ‘trampolino di lancio’ (Booth, Francesconi and Frank, 2002). Tale fenomeno ha riguardato significativamente le donne, che hanno subito maggiormente il peso della precarizzazione. La riduzione della componente femminile sul totale dei TD nell’ateneo di Perugia è pertanto un segnale positivo che va nella direzione di attenuare tale fenomeno di precarizzazione.

La distribuzione del personale per genere e per le varie tipologie di lavoro a tempo determinato, in servizio presso l’Amministrazione Centrale e i Dipartimenti dell’Ateneo è riportata nella TAB. A.5.

Come si può osservare, rispetto alla totalità del PTA con contratti a termi-

tati nel I Rapporto e quelli del 2016, con quelli rilevati a livello nazionale negli Atenei Statali. E’ interessante rilevare per l’Ateneo di Perugia una sensibile diminuzione del ricorso a contratti a tempo determinato, che dal 7,36% passano al 3,14%, comportando, in base al confronto con il dato

ne, il personale femminile rappresenta il 68,75%. Si rileva ulteriormente che l’incidenza dei contratti a termine in regime di tempo pieno è minore negli uomini (40,00%, 12 su 30), rispetto a quella riguardante le donne (51,51%, 34 su 66).

nazionale, un’inversione di posizione per l’Università degli Studi di Perugia che nel 2013 mostrava una quota TD superiore al dato nazionale, mentre al 2016 si attesta al di sotto del valore degli Atenei statali.

Ancora, con riferimento all’Ateneo di Perugia, l’incidenza sul PTA femminile dei contratti TD (9,44%) era nel 2013 maggiore di ben 4,62 punti per-

Nella TAB.A6 sono stati inoltre messi a confronto i dati Unipg del 2013, ripor-

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centuali rispetto alla componente maschile (FIG. A.7). Nel 2016, invece, il divario di genere diminuisce ed è solo dello 0,8% (3,50%-2,70%).

Nella tabella sottostante TAB.A.7 si rappresenta la distribuzione per ge-

(7,30%).

nere e regime di impegno contrattuale per il PTA a tempo indeterminato.

Come si può osservare, rispetto all’intero corpo PTA a tempo indeterminato, la quota di part-time è maggiore per le donne (9,76%) rispetto agli uomini

ti per genere e per tipologia. I giorni medi di assenza sono stati calcolati rapportando i valori assoluti alla consistenza del personale maschile e femminile.

Con riferimento alla tipologia Ferie, gli

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Ferie, congedi, assenze e formazione Nella TAB. A.8 si riportano i giorni di assenza nell’anno 2016 disaggrega-

Claudia Bastianini, Maria Assunta Trequattrini, Liliana Mazzoli ed Ennio Bianconi (Dipartimento di Economia), Maggio 2018.

Rispetto all’intero corpo PTA a tempo indeterminato, la quota di part-time è maggiore per le donne (9,76%) rispetto agli uomini (7,30%).

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uomini usufruiscono in media di 27,66 giorni all’anno e le donne di 25,77.

Diversamente l’incidenza delle donne pesa di più nelle assenze retribuite per malattie, Legge 104, maternità congedo parentale e malattia dei figli, come mostrato nella Figura A.8.

Per i congedi parentali, i dati riportati nella TAB. A.9 mostrano il numero di giorni (gg) e di dipendenti (dip.) che ne hanno usufruito nell’anno 2016.

Da ultimo, l’analisi per categoria e genere del PTA che nel corso del 2016 ha fruito di almeno un momento di formazione e/o aggiornamento professionale mostra complessivamente un

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eguale coinvolgimento in termini percentuali di donne e uomini pari al 43% del totale complessivo del personale a tempo indeterminato (TI) e determinato (TD). Vi è un sostanziale equilibrio di genere anche per quanto concerne il numero complessivo delle ore di formazione fruite dalla componente femminile e da quella maschile.

Vi è un sostanziale equilibrio di genere per quanto concerne il numero complessivo delle ore di formazione fruite dalla componente femminile e da quella maschile.

Building Information Modeling, Corso organizzato dall’Università degli Studi di Perugia e la Fondazione Ordine degli Ingegneri di Perugia. Maggio 2017.

Bacheca di Ateneo.

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SEZIONE B: PERSONALE DOCENTE DATI RIEPILOGATIVI Nel 2016 il personale docente dell’Ateneo risulta composto da 1094 unità di personale, con una componente femminile di complessive 427 unità pari a poco più del 39% (39 donne ogni 100 docenti). Questo primo dato per la sua immediatezza merita una comparazione con la situazione italiana e quella internazionale. Nelle Università statali italiane la presenza femminile è minoritaria (37%) e anche a livello internazionale gli uomini rappresentano la maggioranza del corpo docente, con una quota che in media nei paesi OECD1 è

Cerimonia inaugurale dell’a.a. 2017/2018.

Foto di Andrea Ottaviani.

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di 43 donne ogni 100 docenti (anno di riferimento 2015).

Si registra tuttavia una forte variabilità tra paesi. In Giappone, ad esempio, le donne sono poco più di una ogni quatto (27%), mentre in Finlandia e Lettonia sono in maggioranza, seppure lieve, rispettivamente pari al 51% e 56%. Tra i paesi partner OECD, non riportati in figura B.1, si segnala la Federazione Russa con il dato del 59%.

1 Organization for Economic Cooperation and Development, in italiano Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.

Nella Tab. B.1 si rappresenta la composizione del personale docente dell’Ateneo di Perugia, articolato per genere e ruolo. La distribuzione femminile mostra la segregazione verticale delle donne, che nel ruolo apicale sono solo il 19,72% del totale dei PO dell’Ateneo, in continuità con quanto emerso nel I Rapporto di Genere (19,39%). L’unica componente per la quale la quota femminile è maggioritaria (52,53%) è quella delle Ricercatrici Universitarie

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(il corrispettivo dato al I Rapporto era del 48,45%). Si tratta comunque di un dato poco significativo in quanto il ruolo dei Ricercatori Universitari è stato posto ad esaurimento, in attuazione della Legge n. 240 del 2010. L’incremento della quota femminile risente quindi dei soli flussi in uscita per passaggi al ruolo superiore o cessazioni dal ruolo e potrebbe quindi essere motivato da minori progressioni di carriera, oltre che da un’età media più giovane delle

Assegnazione del premio annuale “Highly Recommended Paper 2015”, bandito dall’EmeraldGroup Publishing Limited per i migliori articoli pubblicati nelle proprie riviste. L’articolo vincitore è frutto di una ricerca sperimentale di Francesco Diotallevi e Chiara Paffarini, coordinata da Andrea Marchini del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali.

Nella foto i premiati con il Direttore del Dipartimento, Francesco Tei. Settembre 2016. Bacheca di Ateneo

ricercatrici rispetto ai ricercatori.

La Fig. B.2 confronta la distribuzione del personale docente, già riportata nella Tabella B.1, e quella negli Atenei statali italiani. Si evidenzia nell’Ateneo di Perugia, come già detto, una progressiva sotto-rappresentazione delle donne passando dai ruoli RTD e RU, fino al ruolo PO, analogamente a quanto si riscontra a livello nazionale, seppure con qualche lieve difformità. In particolare, mentre

per i RTD, Il quadro dell’Ateneo di Perugia non è troppo dissimile da quello degli Atenei statali, minore è invece la quota femminile dei PO (19,72%) e PA (35,81%) rispetto al dato nazionale (22,31% e 37,23%, rispettivamente).

Si segnala infine, anche in termini comparativi, la già citata maggiore incidenza della quota delle ricercatrici donne nell’Ateneo di Perugia, sul totale dei ricercatori universitari.

Corpo docente: la distribuzione femminile mostra la segregazione verticale delle donne, che nel ruolo apicale sono solo il 19,72% del totale dei PO dell’Ateneo ( nel I Rapporto di Genere erano il 19,39%).

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Maria Paola Martelli, Dipartimento di Medicina, ed alcune componenti del team di ricerca: Francesca Milano, Ilaria Gionfriddo, Roberta Rossi e Federica Mezzasoma. Il progetto ContraNPM1AML, per il quale è stato assegnato a Paola Martelli l’European Research Council’s (ERC) Consolidator Grant, identifica le vulnerabilità e i nuovi bersagli per la terapia di una delle forme più frequenti di leucemia mieloide acuta. Dicembre 2016.

Bacheca di Ateneo.

Ponendo a 100 l’aggregato docenti donne, si può calcolare la composizione del corpo femminile per ruolo. Da questa analisi si deduce la netta prevalenza del ruolo di ricercatrice (43,79%) mentre le donne che raggiungono la posizione PO non arrivano al 10% (esattamente 9,84%) del totale donne.

Team di ricercatori e ricercatrici dell’Ateneo di Perugia e del CNR che ha messo a punto un nuovo microscopio per sondare in modo non invasivo le proprietà elastiche e biochimiche di cellule e tessuti, ottenendo un nuovo strumento strategico per la diagnostica. Il lavoro, frutto della collaborazione del Dipartimento di Fisica e Geologia (Sara Mattana, Maurizio Mattarelli, Daniele Fioretto), del Dipartimento di Chimica Biologia e Biotecnologie (Lorena Urbanelli, Krizia Sagini, Carla Emiliani), dell’Istituto Officina dei Materiali del CNR (Silvia Caponi) e dell’Istituto di Biofisica del CNR di Trento (Mauro Dalla Serra), è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature - “Light: Science & Applications (LSA)”, Febbraio 2018. Bacheca di Ateneo.

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PERSONALE DOCENTE PER GENERE, AREE SCIENTIFICO-DISCIPLINARI, DIPARTIMENTI ED ETA’ Un confronto con il dato nazionale in un orizzonte temporale di lungo periodo è quello fornito dalla Fig. B. 3 che riporta l’andamento della quota docenti donne e uomini nel ruolo apicale PO nell’Ateneo di Perugia ed in tutti gli Atenei statali italiani. Come si evince dalla figura, il divario permane negli anni.

Un ulteriore dato di interesse è la composizione del corpo docente femminile e maschile mostrato dalla Fig. B.4.

Ponendo a 100 l’aggregato docenti don-

ne, si può calcolare la composizione del corpo femminile per ruolo. Da questa analisi si deduce la netta prevalenza del ruolo di ricercatrice (43,79%) mentre le donne che raggiungono la posizione PO non arrivano al 10% (esattamente 9,84%) del totale donne. Invece, nel caso degli uomini, la quota che raggiunge la posizione apicale supera il 25% (25,68%) ed è sostanzialmente pari a quella dei ricercatori universitari, RU (25,38%). Il differenziale pertanto tra la percentuale degli uomini PO (25,64) e le donne nel ruolo corrispondente (9,84) è di ben 15,80 punti percentuali. Dalla figura emerge anche che il gruppo delle Ricercatrici (RU+RTD) pesa per circa il

.4

27

58%, quasi 20 punti percentuali in più rispetto al corrispondente maschile.

Un confronto della composizione del corpo docente (donne e uomini) con il dato aggregato per gli Atenei statali è anche fornita dalla Fig. B.5.

Anche per il dato aggregato italiano il ruolo ricercatore, RU e RTD, pesa di più nel corpo femminile, il 49,03% (11,13%+37,90%) contro il 33,61% (9,14%+ 24,47%) che si rileva nel corpo maschile; tuttavia il differenziale

.5

.6

28

(15,42%) è inferiore a quello registrato nell’Ateneo di Perugia. Maggiore per gli Atenei statali è il peso nel corpo femminile del ruolo PO, 14,27% contro il 9,84% dell’Ateneo di Perugia.

Fasce d’età La composizione per età, effettuando un confronto con i dati del I Rapporto di genere, mostra un processo di innalzamento dell’età media del corpo docente:

7

la quota oltre 50 anni passa dal 56,41% al 63% e parallelamente la fascia di età 31-40 anni si riduce dal 10,92% al 4,33%.

Il confronto di genere mostra tuttavia per il 2016 un corpo accademico femminile più giovane rispetto a quello maschile.

La classe di età sopra i 50 anni rappresenta per le donne circa il 53%, per gli uomini quasi il 70%.

L’età media delle docenti donne è di 51 anni e per gli uomini di 53. L’analisi della distribuzione dell’età media del corpo docente Unipg, al 31 dicembre 2016, mostra una conformità per tutti i ruoli, ad eccezione del ruolo PO, per il quale l’età media delle donne è 49 anni, contro i 62 anni degli uomini (Fig.B 8).

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La distribuzione del corpo docente per area disciplinare e genere mostra che solo per l’area 5 (Scienze biologiche) la componente femminile è maggioritaria (57,69%) e supera di 4,52 punti percentuali la media nazionale (si veda la Fig. B.9). All’estremo opposto troviamo l’area 9 (Ingegneria industriale e dell’Informazione), con il 15,73%, in linea con il dato nazionale. In una posizione

Bruna Bertucci e Nicola Tomassetti, Dipartimento di Fisica e Geologia, ospiti al programma radiofonico “L’Uovo di Colombo”, dedicato alla ricerca scientifica in Ateneo, autori di uno studio, pubblicato sulla rivista Astrophysical Journal Letters, che rivela nuove proprietà nella dinamica del trasporto delle particelle nello spazio interplanetario, alla base del fenomeno della modulazione solare. Bacheca di Ateneo.

Silvia Fornari, Dipartimento di Filosofia, Scienze sociali, umane e della formazione, ospite de “L’Uovo di Colombo” per illustrare la ricerca “La violenza di genere: il caso umbro. Tra realtà e percezione di un fenomeno sociale”, condotta dal gruppo di lavoro composto anche da Manuel Anselmi, Uliano Conti, Sabina Curti, Maria Caterina Federici, Rosita Garzi e Marta Picchio. Gennaio 2018. Bacheca di Ateneo.

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di avvicinamento all’equilibrio di genere troviamo l’area 10 (Scienze dell’antichità filologico-letterarie e storico-artistiche) con il 47,37% donne, seppure in difformità con il dato nazionale che si attesta al 54,15%.

Il confronto con il dato nazionale evidenzia le aree nelle quali la componente femminile dell’Ateneo di Perugia è superiore alla media nazionale (tutti gli Atenei

statali), come mostrano i valori riportati nella Fig. B.10 per le Aree 1, 4, 5 e 6.

La distribuzione dei docenti per genere e dipartimento di afferenza evidenzia uno svantaggio per la presenza femminile nella gran parte dei dipartimenti, ad eccezione di Scienze Farmaceutiche (57,69%) e Medicina sperimentale (52,70%). Si veda la figura B.11

La Tab.B.2 mostra la composizione per genere e ruoli all’interno dei Dipartimenti elencati in ordine alfabetico.

E’ interessante rilevare che in nove Dipartimenti gli RTD sono donne per il 50% e oltre, di questi quattro dipartimenti si caratterizzano per un assoluto equilibrio di genere (Dipartimenti di Chimica, biologia e biotecnologie, Giurisprudenza,

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La distribuzione del corpo docente per area disciplinare e genere mostra che solo per l’area 5 (Scienze biologiche) la componente femminile è maggioritaria (57,69%) e supera di 4,52 punti percentuali la media nazionale.

All’estremo opposto troviamo l’area 9 (Ingegneria industriale e dell’Informazione), con il 15,73%, in linea con il dato nazionale.

In una posizione di avvicinamento all’equilibrio di genere troviamo l’area 10 (Scienze dell’antichità filologico-letterarie e storico-artistiche) con il 47,37% donne, seppure in difformità con il dato nazionale che si attesta al 54,15%.

Amartya Sen, ospite in Ateneo, su invito del prof. Marcello Signorelli, docente del Dipartimento di Economia, nella foto con il Rettore, Franco Moriconi. Maggio 2015, Bacheca di Ateneo.

Riunione tecnica con i rappresentanti della NASA, del Massachussets Institute of Technology (MIT) e del politecnico di Aachen che rappresenta l’inizio ufficiale delle attività di qualifica spaziale dell’Upgraded Tracker Thermal Pump System (UTTPS) presso i laboratori SERMS e CEM, presenti nel Polo di Terni. Luglio 2017. Bacheca di Ateneo.

Esercitazione di esodo ed evacuazione in caso di terremoto, organizzata dal Servizio di Prevenzione e Protezione dell’Ateneo, con il coordinamento di Simone Topini, in cui sono state tratte in salvo oltre 400 persone. La simulazione, tenutasi all’insaputa di tutti, si è svolta in accordo con gli addetti alle emergenze del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione. Erano presenti Claudia Mazzeschi, Direttrice del Dipartimento, e Bruno Brunone, Delegato del Rettore per la sicurezza. Aprile 2018.

Bacheca di Ateneo.

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La distribuzione del corpo docenti per genere e dipartimento di afferenza evidenzia uno svantaggio per la presenza femminile nella gran parte dei dipartimenti, ad eccezione di Scienze Farmaceutiche (57,69%) e Medicina sperimentale (52,70%).

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Medicina sperimentale e Medicina veterinaria).

La percentuale delle donne PO raggiunge il 50% solo in un Dipartimento (Filosofia, Scienze sociali e della formazione) e per l’intero Ateneo si configura l’ordine decrescente riportato nella Tab. B.3.

La visualizzazione della quota media di donne PO presenti nei Dipartimenti

dell’Ateneo è ottenuta con la Fig. B.12.

Altri dati caratterizzanti sono mostrati nella Tabella B.4.

Come si vede il valore massimo delle donne PO raggiunge il 50%, mentre nel I Rapporto si attestava solo al 38,46%.

Per il ruolo PA si ha un analogo innalzamento (55,56% al 2016 contro il 50% del 2014). Per gli RU, ruolo ad esau-

rimento, il dato massimo al 2016 si innalza rispetto al precedente rapporto, in conformità con quanto già rilevato nella Tabella B.1. Per gli RTD, viceversa si riscontra un decremento del valore massimo di presenza femminile dal 100% al 66,67%.

Il dato massimo per l’intero corpo docente è comunque aumentato dal 55,10% al 57,69%.

Dal confronto tra media e mediana, si

può affermare che la distribuzione dei dati relativi ai PO è asimmetrica e più del 50% del corpo docente ha una incidenza di donne minore rispetto alla media.

La percentuale delle donne PO raggiunge il 50% solo in un Dipartimento (Filosofia, Scienze sociali e della formazione) e per i dipartimenti dell’intero Ateneo si configura l’ordine decrescente riportato nella Tab. B.3.

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Delegazione del Dipartimento di Science Chirurgiche e biomediche, diretto da Mauro Bacci, alla cerimonia di inaugurazione dell’a.a. 2017/2018. Marzo 2018. Foto di Andrea Ottaviani.

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Progetti di ricerca europei e nazionali per genere del responsabile scientifico Nella Tab. B.5 è stato riportato, per ciascun bando nazionale di finanziamento della ricerca relativo al quadriennio 2013-2016, il numero complessivo dei progetti finanziati con la specifica delle unità di ricerca aventi sede presso l’Ateneo.

L’analisi di genere del coordinatore di progetto mostra una prevalenza femminile del 58%. La percentuale scende al 36% quando si considerano le donne che rivestono il ruolo di responsabile di unità di ricerca. Con riferimento all’Area Cun del coordinatore, rappresentata nella Fig. B.13, si rileva che la percentuale delle donne è pari al 50%, nelle aree 3 e 8, al 62,50% nell’area 5 (dove più alta

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è la concentrazione di progetti finanziati), per raggiungere il 100% nelle Aree 2, 11, 12 e 13. Nelle Aree 4, 6 e 9 non vi sono donne incaricate del coordinamento. Nelle Aree 1,7, 10 e 14, invece, non vi sono stati progetti finanziati nel periodo di rilevazione.

E’ stata anche rilevata per genere e area Cun la distribuzione dei responsabili scientifici dei progetti FP07 e H2020, invitati alla negoziazione nel triennio 2014-2016 (Tab. B.6). Si nota una prevalenza di uomini (16 su 23, pari al 69,57%). Dalla composizione dei team di ricerca emerge tuttavia un minore divario di genere: la componente femminile si attesta al 44,60%. E’ interessante notare che il 33,87% delle ricercatrici è costituito da personale non strutturato (21 su 62), contro il 18,18% (14 su 77) del corrispondente maschile.

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Gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, coordinato da Fabio Bianconi e Marco Filippucci. composto anche da Alessandro Buffi, Giulia Pelliccia, Marco Seccaroni, Elisa Bettollini, Michela Meschini, Maria Pia Calabrò e Gianmaria Angelini, in occasione della presentazione della “camera di Ames”, una camera che inganna la prospettiva dell’osservatore e ne altera la percezione della realtà, facendo apparire oggetti e persone più grandi o più piccoli a seconda della posizione all’interno della camera (progetto realizzato nell’ambito della convenzione di ricerca “Strategie rappresentative di ottimizzazione digitale della forma architettonica di case in legno in funzione del contesto”, attivata con ABITARE+).

Delegazione del Dipartimento di Medicina veterinaria, diretto da Luca Mechelli, alla cerimonia inaugurale dell’a.a. 2017/2018.

Foto di Andrea Ottaviani.

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L’Università degli Studi di Perugia partecipa con il CIRIAF, il Centro Interuniversitario di ricerca sull’inquinamento da agenti fisici “Mauro Felli”, grazie ad un finanziamento importante della Comunità Europea, alla ricerca e a un nuovo percorso di dottorato Energia e Sviluppo Sostenibile, “PhD on Innovation Pathways for TES – INPATHTES”, dedicati al tema dell’accumulo termo-energetico e dei materiali innovativi per il miglioramento del comportamento termico degli involucri edili.

Conferenza stampa in occasione della scoperta sulle onde gravitazionali, frutto della collaborazione di scienziati italiani e statunitensi Ligo/Virgo, in cui è stato illustrato il ruolo della ricerca del Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Ateneo, allora diretto da Caterina Petrillo, e della locale sezione dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN).

Febbraio 2016.

Con uno studio finanziato dallo European Research Council e pubblicato sulla rivista Immunity, il gruppo di ricerca guidato da Ursula Grohmann, Dipartimento di Medicina Sperimentale, ha scoperto un meccanismo che potrebbe risultare fondamentale per comprendere e superare la resistenza di alcuni tumori alle immunoterapie più moderne. Nella foto Ursula Grohmann insieme a Giada Montanelli e Claudia Volpi. Bacheca di Ateneo.

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Aspettative, congedi, permessi e altre assenze Nella Tab. B.7 sono riportati per tutto il personale docente, distinto per ruolo e genere, i giorni di assenza in valore assoluto relativi all’anno 2016 in base alla tipologia di assenza. Si osserva come in relazione ai ruoli considerati, l’andamento delle assenze è notevolmente diverso.

Nel ruolo PO, i giorni di assenze sono concentrati al 100% sulla componente maschile. Per entrambi i generi risultano pari a zero le assenze per maternità, paternità, congedo parentale e malattia figlio/a. Nel ruolo PA, la distribuzione del-

le assenze, invece, si polarizza al 100% sulle donne per due tipologie, ovvero “maternità, congedo parentale e malattia figlio/a” e “altri permessi e assenze retribuite”. Con riferimento al ruolo Ricercatori (RU e RTD complessivamente considerati), i giorni di assenza per “maternità, paternità, congedo parentale e malattia figlio/a” si concentrano al 100% sulla componente femminile. Si nota anche una prevalenza delle donne ricercatrici nell’assunzione di permessi retribuiti per “malattia e legge 104” e per altri permessi e assenza retribuite” rispettivamente nella misura del 57% e del 60%.

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L’analisi dei giorni medi di assenza per tipologia, tenuto conto della consistenza numerica del personale docente e ricercatore per genere (riportata nella Tab B.1) mostra valori complessivamente simili, e precisamente 7,13 giorni di assenza annua per gli uomini e 7,72 giorni per le donne (Fig. B.14). Le assenze per maternità, congedo parentale e malattia del figlio/a sono concentrate esclusivamente nella componente femminile, mentre nelle “altre assenze non retribuite” la media annua maschile, pari a 5,77 giorni, è superiore a quella femminile di 3,04 giorni.

SEZIONE C: COMPONENTE STUDENTESCA E IN FORMAZIONE POST-LAUREA DATI RIEPILOGATIVI L’aggregato studentesco mostra nella Tab. C.1 la maggiore presenza femminile in tutti i cicli (triennale, specialistica, ciclo unico e vecchio ordinamento).

La prevalenza femminile si conferma per gli altri percorsi formativi postlauream (dottorato, specializzazione

e master) e per gli assegni di ricerca.

Analoghi risultati erano già emersi nel I Rapporto di genere in relazione all’a.a.

2013-2014. Rispetto al precedente Rapporto si segnala, tuttavia, un incremento della percentuale di dottorande che passa dal 55,19% al 62,32%.

L’aggregato studentesco mostra la maggiore presenza femminile in tutti i cicli (triennale, specialistica, ciclo unico e vecchio ordinamento e si conferma per gli altri percorsi formativi post-lauream (dottorato, specializzazione e master) e per gli assegni di ricerca.

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I dati delle iscrizioni disaggregati per dipartimento consentono di evidenziare nella Tab. C2 la prevalenza maschile nelle aree STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics). Dalla visualizzazione nella Fig. C.1 emerge che per Fisica e geologia, Ingegneria, Matematica e informatica, Scienze agrarie, alimentari ed ambientali la quota femminile è marcatamente al di sotto della linea che segna il perfetto pareg-

giamento tra i generi.

Per avere una percezione delle ultime tendenze in atto, si è anche rilevata la composizione per genere delle immatricolazioni. Si conferma, anche per i nuovi ingressi riferiti all’a.a. 2015/2016 (Tab.C.3), la segregazione orizzontale che caratterizza i dipartimenti di area STEM e mostrata nella Tab.C.2.

Nell’offerta formativa di alcuni dipartimenti di area STEM si registra, confron-

Foto di gruppo del personale, studentesse e studenti del Dipartimento di Science agrarie, alimentari ed ambientali coinvolto nell’organizzazione degli Open Days.

Maggio 2018.

La Delegata del Rettore per il settore Orientamento, Anna Martellotti, incontra le future matricole. Bacheca di Ateneo.

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tando le immatricolazioni (Tab.C.3) con il numero delle iscrizioni per lo stesso a.a. 2015/2016 (Tab.C.2), un calo della quota femminile, limitatamente alle lauree triennali, per Fisica e geologia, Ingegneria, Matematica ed informatica e Scienze agrarie, alimentari e ambientali.

La percentuale di studentesse immatricolate migliora invece nelle lauree magistrali dei dipartimenti di Ingegneria e Scienze agrarie, alimentari e ambientali.

Il dato degli abbandoni, ( Tab C.4) calcolato come percentuale degli iscritti

all’a.a. 2014/2015 non più iscritti all’a.a.

2015/2016, è di ulteriore interesse. Mostra che per tutti i dipartimenti gli abbandoni della componente maschile superano quelli della componente femminile (il tasso di abbandoni è nullo per entrambi i generi solo nel Dipartimento di Scienze chirurgiche e biomediche).

Tali differenze di genere sono maggiori per Filosofia, scienze sociali umane e della formazione, Medicina veterinaria, Economia, e Scienze agrarie, alimentari ed ambientali.

Iniziativa di orientamento studenti con Cristina Baldassini, Dipartimento di Scienze politiche.

Bacheca di Ateneo.

Alla presenza del Pro Rettore Fabrizio Figorilli e di Andrea Capaccioni, Delegato per i servizi bibliotecari, Laura Arcangeli, Delegata del Rettore per i servizi agli studenti con disabilità e Disturbi Specifici di Apprendimento, presenta il progetto C’eraL’acca, che coinvolge otto giovani con Sindrome di Down nella Biblioteca Umanistica. L’inedita iniziativa è frutto dell’accordo stipulato dall’Ateneo con l’Associazione Italiana Persone Down (AIPD), Sezione di Perugia onlus, e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Nella foto anche Mario Tosti, direttore del Dipartimento di Lettere, Lingue, Letterature e Civiltà Antiche e Moderne. Bacheca di Ateneo.

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La composizione dei laureati/e per genere nell’anno solare 2016, mostrata in figura C.2, conferma ancora una volta la minore presenza femminile nei dipartimenti delle aree STEM. Il dato più basso si rileva a Fisica e geologia, dove le donne laureate sono il 16,49% del totale, seguito da Ingegneria, con il 21,19% e Matematica e Informatica con il 33,33%.

L’osservazione dei laureati/e per classe

di voto nella Fig. C.3 mette in luce che le donne hanno votazioni più elevate. Se ad esempio guardiamo alle classe di voto 110/110 e lode troviamo il 27,53% di donne e il 22,69% di uomini. All’estremo opposto, per la fascia di voto più bassa, 66-90, si registra che il dato riferito alla componente maschile si attesta al 13,55%, mentre le donne sono l’8,34%.

La composizione di genere delle iscrizioni

L’osservazione dei laureati/e per classe di voto nella Fig. C.3 mette in luce che le donne hanno votazioni più elevate: nella classe di voto 110/110 e lode troviamo il 27,53% di donne e il 22,69% di uomini. All’estremo opposto, per la fascia di voto più bassa, 66-90, la componente maschile si attesta al 13,55%, mentre le donne sono l’8,34%.

ll Pro-Rettore, Fabrizio Figorilli, alla firma di un importante accordo di collaborazione, siglato con l’Università argentina (Universidad Nacional de Catamarca (UNCA), riguardante un corso di laurea magistrale in Integrazione Giuridica Europea e Diritti umani. Nella foto anche i rappresentanti dell’Università Nacional de Catamarca.

Bacheca di Ateneo.

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Milano, Luglio 2015, Biblioteca Ambrosiana, presentazione de “Il Pallone da calcio” secondo Leonardo da Vinci (’Ycocedron Abscisus Vacuus). Emauela Ughi, docente di Geometria, illustra il modello tridimensionale in cartoncino, da lei realizzato su disegno originale di Leonardo, che rappresenta il modello ancestrale del moderno pallone da calcio. Nella foto anche Gianluca Vinti, Direttore del Dipartimento di Matematica ed Informatica e la studentessa Gioia Fioriti, che ha accettato per la sua laurea triennale una proposta di tesi originale, che è stata l’inizio di questa costruzione.

Bacheca di Ateneo.

ai corsi di dottorato di ricerca, aggregati per Area CUN ed istituiti negli ultimi tre cicli è riportata nella Tab. C.5. L’esiguità dei dati non consente di dare conferma o meno dei fenomeni di segregazione orizzontale già evidenziati per le scelte

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del corpo studentesco. Si può cautamente evidenziare che per due tipiche aree STEM, come le scienze fisiche ed ingegneristiche, la quota femminile è in ascesa e al di sopra di quella riscontrata per le lauree triennali e specialistiche.

Condizione occupazionale e retributiva dei laureati e delle laureate2 La condizione occupazionale dopo il conseguimento della laurea triennale (Tab. C.6), vede un relativo vantaggio femminile, sia nell’Ateneo di Perugia che in quelli statali italiani (+1,2 dato Unipg e + 3,3 dato nazionale). Tale vantaggio, seppure ridotto, si registra per Unipg (ma non a livello nazionale), anche per le lauree a ciclo unico. Per le lauree magistrali, per Unipg si registrano tassi

di occupazione aggregati (uomini e donne) leggermente migliori rispetto al dato degli atenei statali. Tuttavia, in linea con l’andamento nazionale, anche nell’ateneo perugino più ci si allontana dalla laurea, più la percentuale di uomini che lavora è maggiore di quella delle donne: a 5 anni dalla laurea il gap (uomini-donne) si attesta all’ 8,1% per gli Atenei statali e all’8,0% per l’Ateneo di Perugia.

2

Questo paragrafo fa riferimento ai dati contenuti in Bedini e Damiani (2018).

Due giovani neo-laureati del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale, Alessandro Buffi e Gian Maria Angelini, vincitori del premio BB Green Award dello Skyhive Skyscraper Challenge, concorso internazionale per ridefinire il ruolo del grattacielo istituito da Bee Breeders.

Gennaio 2018. Bacheca di Ateneo.

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50

E’ interessante anche rilevare (Tab. C.7) che ad un anno dal conseguimento del titolo già si delinea la tendenza ad una maggior diffusione tra gli uomini rispetto alle donne del lavoro stabile (lavoro autonomo e a tempo indeterminato). Per i/ le laureati/e Unipg il divario maggiore si riscontra dopo le lauree triennali (8,8%),

mentre a livello nazionale, è massimo dopo la laurea a ciclo unico (10,6%).

Dalla Fig. C.4, si riscontra anche che le attività lavorative a tempo parziale sono più diffuse tra le donne. Per i laureati nell’Ateneo di Perugia si hanno dati più elevati della media nazionale, tranne che per i laureati uomini magistrali.

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Scavo di Collemancio di Cannara.

Le ricerche sono mirate ad approfondire le conoscenze inerenti la topografia e lo sviluppo urbano dell’antico municipio romano di Urvinum Hortense.

All’iniziativa partecipano circa 100 studenti e studentesse provenienti anche da altri atenei italiani e stranieri.

Inoltre la maggiore incidenza femminile del part time rispetto al dato maschile si registra, rispetto all’aggregato nazionale sia per chi ha conseguito la laurea triennale che la laurea magistrale.

Minori tutele contrattuali e orari di lavoro inferiori concorrono a determinare un li-

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vello retributivo inferiore per le laureate.

La rilevazione sulla condizione retributiva condotta da Almalaura (si veda la Tab. C.8) prende in considerazione le risposte fornite dai laureati intervistati alla domanda: “Qual è il guadagno mensile netto che le deriva dal suo attuale lavo-

ro?”. Il confronto dei dati assoluti Unipg e Atenei italiani può essere fuorviante, perché le condizioni generali che influiscono sul costo della vita e di conseguenza sui compensi lavorativi sono fortemente differenziate a livello regionale e, per la regione Umbria, i salari medi sono più bassi di quelli nazionali. Tuttavia ciò che qui rileva è il divario di genere ed il confronto di tale divario per Unipg

e gli Atenei statali italiani. Per i valori medi degli stipendi netti a cinque anni dal conseguimento della laurea, si osserva una differenza retributiva sempre a svantaggio delle donne. Una differenza uomo-donna che tuttavia è minore per le laureate a ciclo unico e magistrale di Unipg rispetto al dato corrispondente nazionale.

Per i valori medi degli stipendi netti a cinque anni dal conseguimento della laurea, si osserva una differenza retributiva sempre a svantaggio delle donne.

Studenti del corso triennale in Ingegneria industriale in visita ai reparti delle Officine Meccaniche Aeronautiche (OMA) di Foligno. Maggio 2017. Bacheca di Ateneo.

Veronica Ghiglieri, ricercatrice del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione, ha ricevuto un prestigioso premio che conferisce il finanziamento di uno studio sugli effetti della stimolazione magnetica transcranica (transcranial magnetic stimulation, TMS) nella malattia di Parkinson, con l’obiettivo ulteriore di ottimizzare la risposta al trattamento farmacologico e esplorare altre strategie terapeutiche. Maggio 2018.

Bacheca di Ateneo.

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La prevalenza femminile è confermata per PTA e studenti, mentre non si rileva per il corpo docenti.

Per questo aggregato, il dato di sintesi per la quota femminile è del 39,07%, solo in lieve aumento rispetto al 2014 (37,65%).

SEZIONE D: QUADRO RIEPILOGATIVO E INDICATORI Dati di sintesi per la composizione di genere nell’Ateneo Il presente Rapporto ha offerto un quadro generale della composizione di genere nell’Ateneo di Perugia. I dati, prevalentemente rilevati per il 2016, riguardano: i) il personale tecnico am-

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ministrativo, bibliotecario ed i collaboratori dei centri linguistici; ii) il corpo docente; iii) il corpo studentesco; iv) gli organi centrali dell’Ateneo.

Un quadro riepilogativo è fornito dalla Tab. D.1.

Come sintesi finale, è utile riportare la composizione di genere con un mag-

giore dettaglio per la componente Studenti, Dottorandi, Assegnisti (si veda Fig. D.1). Come del resto già emerso nel I Rapporto di genere, la prevalenza femminile è confermata per PTA e studenti, mentre non si rileva per il corpo docenti. Per questo aggregato, il dato di sintesi per la quota femminile è del 39,07%, solo in lieve aumento rispetto al 2013 (37,65%).

Giornata in fabbrica per gli studenti dei corsi di laurea in Ingegneria Industriale del Polo Ternano dell’Ateneo, con Maria Cristina Valigi, docente di Meccanica applicata. Un folto gruppo di giovani allievi ha visitato gli impianti del gruppo industriale OMG – Officine Meccaniche Galletti - a Ponte Valleceppi di Perugia.

Maggio 2016. Bacheca di Ateneo.

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Infine, è interessante rilevare che nell’Ateneo, così come del resto emerge nei paesi UE27 esaminati nel rapporto She Figures della Commissione Europea, la presenza femminile nel corpo studentesco e docente dà luogo ad una figura ‘a forbice’ (Fig. D.2A). La percentuale femminile che è maggioritaria all’avvio della formazione universitaria (52,94% nei corsi di laurea triennali) discende

lungo il percorso, fino a ridursi a meno del 20% nella fascia apicale dei professori ordinari (19,72%). Come evidenziato nel Rapporto precedente, a partire dal ruolo di RU, per il quale si ha un sostanziale pareggio di genere, si determina un allontanamento delle due curve. La distanza massima, a svantaggio delle donne, si raggiunge per il ruo-

lo PO, a conferma dell’esistenza di un ‘soffitto di cristallo’ anche nel mondo universitario.

Considerando il caso del Dipartimento di Ingegneria, tipicamente classificabile nell’ambito STEM, si verifica una situazione diversa. Come mostra la Fig. D.2B, fin dai corsi triennali si riscontra una fortissima sotto-rappresentazione

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femminile3, che si accentua dal ruolo RU in poi, per raggiungere valori minimi nel ruolo apicale, dove troviamo solo il 4,76% di donne.

Come era prevedibile da quanto fin qui già emerso, per il Dipartimento di Lettere-lingue, letteratura e civiltà antiche e moderne, la figura a forbice si presenta, ma con caratteristiche diverse (Fig. 2.C). La maggiore presenza femminile è ancora più marcata all’inizio del percorso (72,49%). Per le tappe successive, il vantaggio femminile

La percentuale femminile che è maggioritaria all’avvio della formazione universitaria (52,94% nei corsi di laurea triennali) discende lungo il percorso, fino a ridursi a meno del 20% nella fascia apicale dei professori ordinari (19,72%).

La delegazione del Dipartimento di Lettere-Lingue, letterature e civiltà antiche e moderne, diretto da Mario Tosti, alla celebrazione inaugurale dell’a.a.

2017/2018. Foto di Andrea Ottaviani.

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si assottiglia fin quasi alla parità per il ruolo PA (48,15%). E’ interessante rilevare che per la posizione apicale i rapporti numerici uomo-donna sono completamente invertiti rispetto a quelli riscontrabili per l’avvio del percorso di studi universitario e le donne, che erano il 72,49% nel corsi di laurea triennali, sono solo il 27,27% nel ruolo PO.

3

Il divario si assottiglia fortemente solo per master e dottorato, ma si tratti di numeri assoluti esigui.

Mobilità internazionale Come si può osservare dalla Tab. D.2, per tutte e tre le componenti, PTA, corpo docenti e corpo studentesco, la componente femminile in uscita è maggiorita-

ria in tutti e tre gli aa.aa. considerati.

Per il corpo docente si registra anche una tendenza in ascesa, con un incremento della quota femminile in uscita di 2,55 punti (dal 55,56% al 58,11%).

Fabio Santucci, Delegato del Rettore per il settore cooperazione internazionale, con un gruppo di studenti stranieri.

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Incontro tra i rappresentanti dell’Università degli Studi di Perugia e la delegazione cinese della Zhejiang A & F University della città di Hangzhou. Per l’Ateneo perugino erano presenti Elena Stanghellini, Delegata per il settore Relazioni Internazionali, Ester Bianchi e Zhang Chao. Agosto 2017.

Bacheca di Ateneo.

Glass ceiling index e indicatori di diseguaglianza di genere Con riferimento alla posizione apicale PO, uno degli indicatori proposti dalla Commissione Europea e pubblicati in She Figures, utili per monitorare l’uguaglianza di genere nella carriera accademica, è il Glass Ceiling Index (GCI).

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Tale indicatore, traducendo la metafora del cosiddetto tetto di cristallo quale barriera di ostacoli insormontabili e invisibili all’avanzamento di carriera, esprime la probabilità delle donne, rispetto agli uomini, di accedere alla posizione apicale (grade A), ovvero alla qualifica di PO (Full Professor). Tale indice, così definito e utilizzato a livello

internazionale, si ottiene confrontando la percentuale di donne in accademia [grade A (PO), B (PA) e C (RU e RTD)] con la percentuale delle donne Grade A (PO), si veda BOX. 1.

Il valore GCI, anno 2016, dell’Ateneo di Perugia, in base ai dati della Tab. B.1, è pari a 1,98 e risulta aumentato rispetto al valore di 1,94 dell’anno 2013, segnalando che ad un aumento della componente femminile nella comunità accademica non è corrisposto un incremento della stessa entità delle donne che ricoprono il ruolo di PO. Per l’Italia, il valore del medesimo indicatore calcolabile sulla base dei dati MIUR al 2016 risulta pari a 1,68, mentre la media europea, pubblicata nell’ultimo Rapporto She Figures 2015 e riferita all’anno 2013 era 1,754.

I risultati ottenuti per gli indicatori di femminilità sono riportati nelle Tabelle D.3a, D.3b, D.3.c. In rosso sono indicati i valori pari o superiori ad 1, che indicano una situazione di parità o di maggiore presenza femminile; in blu, invece, i valori pari o inferiori a 0,5 (particolare svantaggio femminile), in nero i restanti. Con riferimento al ruolo RU, i risultati indicano che per Scienze fisiche ed Ingegneria industriale e dell’informazione si è al di sotto dello 0,5 o, al massimo, allo 0,5 in tutti gli anni considerati.

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Dato CGI Italia, estratto da “Focus Carriere femminili nel settore universitario”, Servizio Statistico MIUR, Febbraio 2016, pag.15 http://ustat.miur.it/media/1091/notiziario_1_2016.pdf.

Dato CGI media europea (28 Stati UE) estratto da Rapporto She Figures, 2015, pag. 137 https://ec.europa.eu/research/swafs/pdf/ pub_gender_equality/she_figures_2015-final.pdf.

Samantha Cristoforetti, ingegnere aerospaziale e prima donna italiana negli equipaggi dell’European Space Agency (ESA) , protagonista della missione Futura dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e Roberto Battiston, già docente dell’Ateneo perugino e attualmente presidente dell’ASI ospiti alla inaugurazione dell’a.a.

2017/2018 dell’Università degli Studi di Perugia, il 710° dalla Fondazione dello Studium Generale. Marzo 2018. Bacheca di Ateneo.

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Solo in 5 aree si registrano, per tutto l’orizzonte temporale, valori dell’indicatore uguali o maggiori di 1 (Scienze della terra, Scienze biologiche, Scienze mediche, Scienze Politiche e sociali).

A Scienze matematiche ed informatiche l’indicatore è uguale ad 1 solo nel 2016, per le Scienze Economiche e statistiche è superiore ad 1 negli ultimi due anni considerati, 2015 e 2016.

Il quadro generale si modifica passan-

do al ruolo PA. Per due delle cinque aree in cui si è visto per il ruolo RU una maggiore presenza femminile, si nota che per la fascia PA tale vantaggio, in tutti gli anni considerati, viene meno (si tratta di Scienze della terra e Scienze Mediche). Un cambiamento a sfavore della componente femminile, si registra, negli ultimi anni del periodo osservato, per Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche

e per Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche.

Per il ruolo apicale (Tab.D.3c), non si registra in nessun anno e per nessuna area un valore dell’indicatore pari o superiori ad 1. Inoltre, prevale nettamente un valore dell’indicatore donne/uomini inferiore allo 0,5. Solo per Scienze matematiche e informatiche il rapporto donne uomini supera lo 0,5 in tutti gli anni 2010-2016.

Conferenza stampa di presentazione dei progetti dei quattro Dipartimenti di Eccellenza: insieme al Rettore, Franco Moriconi, i Direttori dei Dipartimenti Violetta Cecchetti (Scienze farmaceutiche), Luigi Annibale Materazzi (Ingegneria civile e ambientale), Ambrogio Santambrogio (Scienze politiche) e Francesco Tarantelli (Chimica, Biologia e Biotecnologie), il Direttore generale, Tiziana Bonaceto e Piera Pandolfi, responsabile dell’Area Progettazione, Valorizzazione e Valutazione della Ricerca dell’Ateneo. Gennaio 2018.

Bacheca di Ateneo.

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SEZIONE E: ORGANI E INCARICHI NELL’ATENEO

Organi centrali dell’Ateneo per genere L’analisi della composizione per genere degli organi di governo, di gestione, di controllo, consultivi e di garanzia dell’Ateneo, disciplinati agli artt. 9-32 dello Statuto ed elencati nella Tab. E1, evidenzia complessivamente una prevalenza della componente maschile (27% è la percentuale di donne in tutti gli organi esaminati). I titolari degli organi monocratici (Rettore, Prorettore, Garante di Ateneo e la maggioranza della compagine dei Delegati del Rettore) sono uomini. L’incarico di Direttore Generale è ricoperto da una donna. Negli organi collegiali, la presenza femminile è maggioritaria nel Comitato Unico di Garanzia (80%), nel Collegio di Disci-

Franco Moriconi, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia.

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plina (78%) e nella Consulta del PTA e CEL (71%). E’ minoritaria nel Consiglio di Amministrazione (10%), Consiglio degli Studenti (13%), Senato Accademico (17%), Comitato per lo Sport (17%), Presidio di Qualità (25%) e nel Collegio dei Revisori dei Conti (33%). L’organo dove si riscontra un maggior equilibrio di genere è attualmente il Nucleo di Valutazione, composto per il 44% da donne. E’ interessante rappresentare che la composizione del Consiglio degli studenti è in assetto variabile nel corso dei mandati: la componente femminile è stata pari al 24%, nel biennio 20132014 (rilevato nel I rapporto di genere di Ateneo) e al 40% nel 2016-2017 (in questo mandato, peraltro, è stata eletta per la prima volta alla presidenza una studentessa).

Posizioni di vertice nei Dipartimenti, Corsi di Studio, Scuole e Corsi di Dottorato per genere Con riferimento alle posizioni di vertice nelle strutture dipartimentali, la componente femminile è complessivamente sottorappresentata (37%). Nei ruoli di Presidente/Coordinatore dei Corsi

Negli ambiti dedicati alla didattica e al sistema di Assicurazione della sua Qualità (Presidente/ Coordinatore dei Corsi di Studio e Responsabile della Qualità dei Corsi di Studio) le donne recuperano punti percentuali, raggiungendo rispettivamente il 41% e il 50% del totale.

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di Studio e Responsabile della Qualità dei Corsi di Studio le donne recuperano punti percentuali, raggiungendo rispettivamente il 41% e il 50% del totale. Vi sono spunti di riflessione per segnalare un fenomeno di segregazione orizzontale negli ambiti dedicati alla didattica e al sistema di Assicurazione della Qualità della didattica.

Mirella Damiani, Delegata del Rettore alle pari opportunitĂ e alle politiche sociali, ed Emidio Albertini, Presidente del Comitato Unico di Garanzia, in occasione della presentazione del Piano delle Azioni Positive 2018-2020. Aprile 2018.

Riunione di insediamento del Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunitĂ , la valorizzazione del benessere organizzativo di chi lavora e contro le discriminazioni, in carica per il triennio 2018-2021, alla presenza del Rettore, Franco Moriconi e della Delegata del Rettore alle pari opportunitĂ e politiche sociali, Mirella Damiani.

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Riferimenti bibliografici

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Bedini M. L, Damiani. M. (2018), Eguaglianza di opportunità, diseguaglianza di risultati. Il caso dell’Università degli Studi di Perugia, in Dal personale al politico. Il genere in un’ottica interdisciplinare ( a cura di Pacilli, M.G. e Giacalone, F.), Maggioli, pp. 189-216, in corso di pubblicazione.

Biancheri, R. e Tomio P. (2015). Lavoro e carriere universitarie, Gli organismi di parità e la promozione dell’equità di genere, Edizioni ETS. Booth, A. L., Francesconi, M., & Frank, J. (2002). Temporary jobs: stepping stones or dead ends?. The Economic Journal, 112(480).

European Commission, (2016). She Figures 2015, – Gender in research and innovation, Brussels.

Liccardo, A., Agodi, M. C., Gargano, A., Masullo, M. R., Picardi, I., & Pisanti, O. (2016). Primo Bilancio di Genere dell’Ateneo Fridericiano (Vol. 1).

FedOA-Federico II University Press.

OECD (2017), Education at a Glance 2017 OECD INDICATORS, Paris.

Università di Bologna, Bilancio di genere 2016, http://www.unibo.it/it/ateneo/chisiamo/bilancio-di-genere Università di Ferrara, Bilancio di genere 2016, http://www.unife.it/progetto/equality-and-diversity/bilancio Università di Padova, Bilancio di genere 2016, http://www.unipd.it/bilancio-genere Link utili per la raccolta dati Alma laurea, http://www.almalaurea.it/universita/occupazione CINECA, http://cercauniversita.cineca.it/php5/docenti/cerca.php MIUR, http://ustat.miur.it/opendata/

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Si ringraziano l’Ufficio Archivio e Protocollo della Direzione generale per il servizio di stampa e rilegatura e l’Ufficio Servizi Web della Ripartizione Servizi Informatici.