Portfolio_Mino Pellico

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PORTFOLIO
Mino Pellico Architetto
CASA F&D
pag.4
LOFT 39
PISCINA MIRABILIS pag.8 pag.10
TORRE ULUZZO
pag.18
ACCADEMIA DELLE SCIENZE

CASA F&D

Interior design per un’abitazione privata

L’allestimento degli interni di Casa F&D, dimora storica salentina finemente ristrutturata, parte da un’attenta analisi dello spazio interno, di come esso si presenta allo stato dei luoghi e delle esigenze della committenza, a loro volta variate con il trascorrere del tempo a causa della lunga durata dei lavori di ristrutturazione. Dopo le operazioni di sopralluogo, si evince uno spazio suddiviso in zona giorno e zona notte

molto ampio e luminoso, enfatizzato dal bianco delle murature, delle volte a stella e dalla pavimentazione. Questa tonalità, al fine di ottenere un’abitazione dal look estremamente minimale, asettico e “total white”, non è stata più condivisa dalla committenza, divenendo quindi la problematica da risolvere, perchè con il trascorrere del tempo, ha necessitato di volere una casa da perecepire come più “calda” e confortevole, senza però rinunciare allo stile di un arredamento elegante e contemporaneo. Si decide così di intendere la residenza, come uno spazio espositivo, dove gli elementi di arredo, caratterizzati da toni caldi e vivaci, creano dei veri e propri episodi di colore, conferendo quindi calore e confort agli spazi. Partendo dal soggiorno,

suddiviso in due ambienti, si sceglie di allestire la zona camino, orientata verso Ovest, con libreria e poltrona color tabacco, per benficiare del sole pomeridiano nei momenti di relax. la zona orientata verso Sud-Est, da intendersi come soggiorno vero e proprio, viene invece allestita con un divano giallo olio e un mobile TV, progettato su misura, con top in rovere. Per creare una continuità cromatica, in cucina, viene scelto un tavolo pranzo con top della medesima essenza, ed un frigorifero di design, dal colore rosso per dare calore all’ambiente. Per quanto riguarda invece le camere da letto, sono state allestite con arredi progettati su misura e di colore bianco, per mantenere un ambiente neutro in modo da non interferire con il riposo dal punto di vista cromatico.

Pianta di progetto

LOFT 39

Rifunzionalizzazione di un vecchio deposito in una civile abitazione

Il progetto di Loft 39, parte dall’intenzione di voler convertire un vecchio deposito, in un loft di civile abitazione. Lo stato di fatto si presenta molto ampio, ma allo stesso tempo buio e quasi del tutto privo di aperture. L’obiettivo principale, è stato, oltre a voler rendere il manufatto architettonico piacevole da vivere, quello di volerlo rendere luminoso, “salubre”, e che la luce naturale fungesse da protagonista studiandone l’orientamento dell’edificio. La luce quindi, dall’apertura rivolta verso Est, penetra e si adagia sulla parete ospitante la scala del soppalco, in maniera più diffusa ed in un certo senso più “liquida”, da creare una vera e propria sfumatura attraverso le alzate a sbalzo dei gradini. In un altro modo invece si intende l’illuminazione proveniente dall’apertura rivolta verso Ovest: durante le ore del tramonto, la luce entra all’interno del manufatto, creando un gioco di luce netta e decisamente più “solida”, dando vita ad una forma geometrica disegnata sulla parete, simile a quella di un aquilone, da intendersi anche come una “vela” di luce. Questo esperimento di illuminazione naturale, giustifica la scelta di una finitura delle pareti di colore bianco, per favorire la riflessione dei raggi luminosi all’interno del manufatto, oltre che a dare all’ambiente un carattere del tutto pulito e minimale.

Pianta
Luce
“solida”Foto: Mino Pellico

PISCI NA MIRA BILIS

Concorso internazionale di idee per il recupero della Piscina Mirabilis a Bacoli (NA)

Questo progetto si sviluppa dall’idea di coniugare la storia della Piscina Mirabilis, fulcro di un percorso archeologico fondamentale, con il contesto in cui è ambientato e la funzione che svolgerà, nonchè quella di spazio espositivo. La mostra è intesa come una rilettura contemporanea dell’acquedotto romano che termina, appunto con la presenza della Piscina Mirabilis e della sua forma originale. Questa reinterpretazione è stata ispirata dalle opere di Richard Serra, che è la voce principale della teoria della Process Art. Attraverso il processo di semplificazione, modellazione e reinterpretazione del percorso originario dell’acquedotto, si è riuscito a creare un percorso centrale che consentirà ai visitatori di raggiungere tutti gli spazi espositivi. Le caratteristiche del manufatto daranno ai visitatori la sensazione di essere in un santuario, dove l’elemento ad essere adorato è l’acqua. Questo elemento essenziale, infatti, accompagnerà i visitatori durante tutta la mostra, guidandoli nel percorso. Le diverse altezze degli espositori e degli spazi indurranno i visitatori a guardare in alto, percependo così la struttura

Via Piscina Mirabile
Via Piscina Mirabile

a 360 gradi. Sfruttando l’altezza dell’edificio, rispetto al livello del mare, chi è sopra il tetto può godere di una vista gradevole ed essere in centro tra il lago Miseno e il La spiaggia del Poggio, diventa una comoda punto di interesse per il turismo.

Per quanto riguarda il tetto, esso verrà restaurato e messo in sicurezza in modo da creare una terrazza panoramica ad ingresso libero e fruibile da tutta la comunità, diventando un’attrazione turistica stessa.

I fori nel tetto forniranno comunque una luce ambientale agli spazi interni, sotto forma di “gocce di luce”. La goccia stessa, con i suoi cerchi concentrici, ispira il disegno del tetto attorno ai fori. Il percorso e la divisione degli spazi si ispirano invece all’allineamento con gli edifici circostanti.

Mirabile
ViaPennata

TORRE ULUZ ZO

Tesi di laurea sul restauro e la conservazione della

Torre Uluzzo a Nardò, mediante l’utilizzo di processi HBIM.

Questa tesi sviluppa una proposta di progetto conservativo su un manufatto architettonico allo stato di rudere, e la sperimentazione dell’efficienza dei processi HBIM per edifici di questa consistenza. L’oggetto in esame è la Torre di Uluzzo a Nardò,

una fortificazione costiera anti-saracena del XVI secolo, oggi in stato di rovina. Il percorso di stesura è iniziato da un’analisi d’inquadramento territoriale esplicando la posizione geografica della Puglia, del Salento, gli affacci sul mare unitamente alla ricostruzione del quadro storico e storiografico che puntualizza la costante presenza di queste fortificazioni nel territorio. La torre costiera è un presìdio molto frequente nel paesaggio litorale pugliese, si presenta in diverse tipologie compositive e strutturali, che a seconda della committenza al momento della loro edificazione, mutando in forma ed altezza. Il susseguirsi di forme diverse è dato dall’evoluzione delle strategie di difesa militare nel corso del tempo e dalle tecniche costruttive utilizzate. Si possono

infatti distinguere semplici torri isolate a pianta quadrata di committenza normanna e torri più massicce, a pianta quadrangolare, rettangolare o poligonale edificate per mano degli Svevi prima, e dalla casata aragonese in un periodo successivo. Il caso studio, Torre Uluzzo, fa parte delle architetture fortificate presenti sulla costa ionica salentina, nel parco naturale di “Porto Selvaggio e Palude del capitano”, ed è ubicato in una zona ricca di grotte preistoriche ancora esistenti e di reperti conservati in situ. Dopo la disamina sul territorio regionale, è stata focalizzata l’attenzione sulla riviera neretina, evidenziando mediante un censimento, la presenza di torri costiere singolari denominate “torri della serie di Nardò”, costruite con murature a scarpa per

Torre Uluzzo: vista aerea - Foto: Mino Pellico

quanto concerne il piano terra e murature a cortina per il primo piano. Parallelamente al percorso di conoscenza del sito e di approccio al rudere, si è proceduto ad effettuare le operazioni di rilievo metrico e fotogrammetrico, per poi iniziare il lavoro di restituzione vettoriale del manufatto tramite l’utilizzo di processi BIM, che si rivelano assai complessi nella loro applicazione ad un bene di tale portata. Si è dunque proceduto con una proposta di progetto per la messa in sicurezza e la conservazione della torre, al fine preservarne i valori culturali e testimoniali, in relazione con l’intero sistema fortificato presente sul territorio regionale. Sono stati quindi analizzati i materiali che compongono il manufatto e le patologie come fenomeni di alterazione e degradazione rilevabili macroscopicamente.

Mancanza di regolarità sulla testa delle murature

Mancanza di malta di allettamento

Disgregazione

Patina biologica

Colonizzazione biologica

Vegetazione infestante

PRINCIPALI INTERVENTI DI RESTAURO

Trattamento delle creste murarie, con regolarizzazione mediante battuto in cocciopesto di malta locale e inerti

Riadesione dell’intonaco superstite al supporto murario tramite incollaggio per iniezione

Rimozione di patina biologica mediante applicazione di biocida. Trattamento protettivo finale

Rimozione manuale tramite potatura delle vegetazione infestante. Trattamento finale con prodotto diserbante

Applicazione di resina acrilica “Paraloid B72” sul manufatto edilizio a scopo protettivo dagli agenti atmosferici

La particolare natura di manufatto allo stato di rudere è stata poi tenuta in opportuna considerazione nel progetto di conservazione, che vuole rispettarne la configurazione e identità ormai connaturati, rimediando al progredire dei degradi e dei dissesti. In questo quadro ci si è riferiti alla copiosa bibliografia e al dibattito sul progetto di restauro di architetture ormai sublimate dalla rovina. Gli interventi previsti sono circostanziabili in rimedi, quali puliture e consolidamenti. Al fine di rendere fruibile il manufatto nel rispetto dei suoi valori, viene configurato un percorso conoscitivo che parte dalle radici del luogo, le grotte preistoriche conservate poco più a valle del sito della torre, a picco sul mare, e che,

giungendo alla torre, mette in lettura anche la complessa e identitaria vegetazione mediterranea, con l’illustrazione delle specie autoctone del parco. La proposta intende porsi come un tassello metodologicamente replicabile nell’obiettivo della messa a sistema di tutte le torri conservate sulla costa ionica neretina, un vero e proprio “organismo” culturale che attende una messa in valore complessiva. Nel lavoro presentato è possibile comprendere il processo che ha portato ad individuare uno degli approcci possibili al restauro e valorizzazione di una torre costiera allo stato di rudere. È importante sottolineare la complessità d’approccio ad un edificio in stato di abbandono che assume in sè il valore della memoria nel quale si colloca.

Il percorso di tesi tenta così di approfondire uno dei possibili approcci, talvolta complicati e di difficile lettura che una torre costiera richiede, al fine di fornire delle linee guida per il restauro, la crescita e la valorizzazione del patrimonio costiero pugliese. Il progetto di restauro è stato affrontato nel rispetto dell’edificio preesistente mantenendo tutti gli elementi del quale è costituito, utilizzando materiali di nuova produzione solo ed esclusivamente dove necessario, al fine di mettere in sicurezza il manufatto.

ACCA DEMIA DELLE SCIEN ZE

Progetto accademico per l’allestimento museale dell’Accademia delle Scienze in Torino.

Il Palazzo dell’Accademia delle Scienze è un imponente edificio seicentesco sito in Torino, progettato dall’architetto Guarino Guarini. Questa unità di progetto riguarda una proposta di allestimento interno del museo situato all’interno del Palazzo dell’Accademia, con l’obiettivo di creare due ambienti espositivi per due diverse mostre: quella temporanea, a sua volta suddivisa in due spazi espositivi, nonchè quello dei viaggiatori dell’Accademia e quello dedicato alla mostra di un artista del luogo, Giorgio Ramella; l’ambiente adiacente è dedicato alla mostra permanente. Durante le fasi di progetto, particolare è stata l’attenzione dedicata all’installazione dell’espositore centrale che suddivide in due parti la sala per la mostra temporanea; il posizionamento di quest’ultimo in maniera inclinata rispetto agli allineamenti orizzontali delle murature perimetrali, determina un percorso che suddivide la sala in due vani, evitando il tipico effetto tunnel che spesso si verifica negli ambienti stretti e lunghi.

Pianta di progetto
Sezione AA’

Espositore A - esploso assonometrico

Espositore B - esploso assonometrico

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