panella per l’elevazione. Il ragazzo della barberia era dunque una presenza fissa nella casa vicina al teatro e l’esplorazione del cielo era una costante, come dire, una pratica che consentiva di spaziare a piacimento al di là dell’angustia dei vecchi muri e del rigoglio delle muffe. Orsa maggiore, Orsa minore, mappe stagionali del cielo boreale e di quello australe, l’orizzonte sud e l’orizzonte nord, le macchie del sole e il piccolo sistema dei satelliti di Giove, meraviglie che il don elencava questa volta scandendo bene le parole perché il giovane ospite potesse capire quello che diceva. Il tempo trascorreva senza sbalzi d’umore, le barbe si succedevano alle immersioni notturne in cerca di chissà quali passaggi astrali. Finché un giorno Adriano decise di dare una svolta a un rapporto che rischiava di assumere i contorni della noia. Per cui, dando credito alla propria indole di sognatore, frantumò le dimensioni dell’abitudine per associarsi al senso di anima imprevedibile, a quella sensazione che fa crollare il castello degli effetti predeterminati e dei luoghi comuni. Quello che aveva provato fino a poco prima doveva appartenere al passato, come terra sotto uno strato di foglie, fino al riemergere di taluni ricordi assieme ai quali conquistare universi più morbidi, fluttuanti, ipnotici, tali da tramutare il presente 30