10
Il delitto Nigrisoli
Casalecchio ed era stata indirizzata, per malesseri non gravi, al medico Carlo Nigrisoli. Personalità vivace, attraente, libera, disinteressata economicamente, di certo pure lei non insensibile alla posizione sociale di Carlo, si era rivelata subito la compagna ideale, l’amante perfetta. Insomma, dotata di tutte le più soddisfacenti qualità, cosicché ben presto Carlo ne rimase talmente rapito da non potersene né volersene più privare, deciso anzi a programmare una imminente definitiva unione legale con lei. A qualsiasi costo? Sì, a qualsiasi costo! Annullamento del matrimonio? Separazione? Per carità, l’orgoglio Nigrisoli non avrebbe potuto scendere così in basso, i genitori non glielo avrebbero mai perdonato! Allora?… L’omicidio… Ombretta si era trasformata così in un impaccio, un ostacolo, per il nuovo futuro che Carlo intravedeva per sé ed Iris. Facile cominciare a fare progetti, programmare una vita di coppia a tutti gli effetti, lei stessa ben disponibile all’idea di diventare l’unica, amata, compagna di Carlo. A tal punto Carlo aveva perso la testa ed il senso della realtà che cominciò a progettare e preannunciare suicidi, a dichiarare alla moglie che uno dei due doveva uccidersi (ovviamente, lei) e quando Iris manifestò stanchezza ed insofferenza per quelle difficoltà non esitò a darle ad intendere che Ombretta era prossima a morte sicura, causa un imperdonabile tumore (“roba di pochi mesi”). Sentita come testimone al processo di primo grado, Iris Azzali dichiarerà, fra altro: «Se la morte della signora Nigrisoli si fosse verificata entro i due mesi previsti, io, una volta che il dottore rimaneva libero, avevo promesso che l’avrei sposato. Se nel termine suddetto la signora Nigrisoli fosse guarita, invece, la nostra relazione sarebbe finita. Su ciò era d’accordo lo stesso dottore, così, almeno apparentemente, lui diceva» (Sentenza 15/2/1965, p.150). Carlo, al processo, nega tutto. L’Iris è, sì, una delle tante, ma niente amore, niente programmi di matrimoni. È accadu-