Ombretta Galeffi
Carlo Nigrisoli
Iris Azzali
Achille Melchionda
“La signora Ombretta Galeffi, informata della visita del prof. Zanello, vedendo che il marito non seguiva le prescrizioni, si recò a sua volta dal neurologo a chiedere consiglio. Il prof. Zanello le raccomandò di allontanarsi subito dal marito. Questo avveniva nel pomeriggio del 14. La sera stessa, Ombretta era morta.”
il delitto nigrisoli
Achille Melchionda, avvocato penalista, già docente universitario di Diritto processuale penale e di Psichiatria forense e collaborazione de “Il Resto del Carlino”, insegna Deontologia forense nella Scuola di Specializzazione dell’Università e Nozioni di procedura penale e Deontologia forense nella Fondazione dell’Avvocatura dell’Ordine di Bologna. È autore di numerosi scritti giuridici e dei volumi Contributi allo studio del nuovo processo penale (1988), Le radici del Lionismo (2006), Francesca Alinovi. 47 coltellate (2007), Paura a Bologna. Storia di cinque rapimenti (2008), Solo Dio può giudicarla (2009), Piombo contro la Giustizia (2010). Con Minerva Edizioni ha pubblicato Un tunnel chiamato Giustizia (2011), Nozioni di Procedura Penale per l’esame da giornalista (2011), “J’accuse”. Gli anni della P2 e altre impudenze del Grande Oriente d’Italia (2014).
Achille Melchionda
il delitto nigrisoli Il caso che negli anni ’60 sconvolse Bologna e l’Italia intera
Bologna, 14 marzo 1963. Ombretta rientra in casa nel primo pomeriggio; è tormentata, la decisione che deve prendere è più grande di lei. Ha appena incontrato il prof. Zanello e le notizie che ha appreso sulle condizioni psichiche di Carlo non sono per niente rassicuranti. Il neurologo è stato chiaro: allontanarsi per qualche tempo dal marito con effetto immediato. Ma come può lasciarlo solo in un momento così delicato? E i figli? No, il solo pensiero di sfaldare la famiglia in questo modo la distrugge. Quel che Ombretta ancora non sa è che la scelta che prenderà in quelle ore cambierà il suo destino. Per sempre. Qualche ora più tardi si riunirà con i suoceri e con il medico di fiducia, i quali la convinceranno a seguire il consiglio dello psichiatra. Si arrenderà così, a malincuore, alla temporanea separazione, ma rimanderà tutto al mattino seguente. Un procrastinare che risulterà fatale. Un’unica notte a separare quel periodo buio dalla speranza di poter risanare, con il tempo, il rapporto coniugale. Un’unica notte e tutto avrebbe ricominciato, piano piano, ad andare per il meglio. Mai avrebbe immaginato che quella notte sarebbe stata, per lei, l’ultima. Questo volume raccoglie anche tutta la sentenza emessa dalla Corte di Assise di appello che si legge come un romanzo per i dettagli e la scorrevolezza ricostruttiva della tragedia che negli anni ’60 lasciò con il fiato sospeso Bologna. Una vicenda che coinvolse la scienza, la stampa italiana e un vasto pubblico che accorse in aula per assistere al processo. Un libro avvincente nella sua “cruda realtà dei fatti” che narra l’enigma del curaro che condannò Carlo Nigrisoli per uxoricidio e che ancora oggi affascina e commuove.
Minerva Edizioni