AMARCORD ROMAGNA di Roberto Balzani e Giancarlo Mazzuca

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Roberto Balzani (Forlì, 1961) è professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università di Bologna. Si è occupato di regionalismo, di storia del Risorgimento, di governo municipale fra Ottocento e Novecento e delle vicende del patrimonio culturale italiano. Fra il 2008 e il 2009 è stato preside della facoltà di Conservazione dei Beni culturali dell’Alma Mater, sede di Ravenna. Autore di manuali di storia per le scuole, da sindaco di Forlì, carica alla quale è stato eletto nel 2009, si è dedicato all’analisi del ceto amministrativo dell’Italia contemporanea, dando alle stampe un fortunato pamphlet: Cinque anni di solitudine (Bologna, 2012).

Il racconto di una terra che si legge come un romanzo, tutto d’un fiato; e insieme i personaggi, i luoghi e i fatti che hanno reso la Romagna, regione “immaginaria” unificata dall’amministrazione solo ai tempi del cardinal legato di Ravenna e, più brevemente, dal prefetto napoleonico di Forlì, uno spazio della memoria collettiva efficace e condiviso come pochi altri nel Paese. Questo l’obiettivo di Balzani e Mazzuca, un professore di storia e un grande giornalista: stimolare un’opinione pubblica romagnola di massa, al di là dei municipalismi deteriori e delle divisioni della politica. E nello stesso tempo comunicare agli italiani lo strano tentativo, compiuto da un piccolo lembo di pianura padana, di compendiare in sé una sorta di storia concentrata della penisola, dai Galli a Cesare, da Giustiniano a Dante, da Machiavelli al Risorgimento, da Mussolini alla guerra mondiale. Un dado da brodo delle grandezze e delle miserie italiane. Con quale finalità? Oltre al divertimento intellettuale, oltre a trasformare in storia vera, documentata, tanti luoghi comuni, anche l’ambizione di contribuire a sviluppare la sensibilità per una riforma amministrativa dal basso che potrebbe sconvolgere un quadro secolare, unendo comuni e province e imponendo un nuovo sguardo su quello che siamo stati. Una grande occasione di crescita e di maturità che i romagnoli – precoci sperimentatori, nell’Ottocento, della politica moderna – non debbono lasciarsi sfuggire.

Giancarlo Mazzuca, romagnolo di Forlì, già direttore de “Il Resto del Carlino”, del “QN”, de “Il Giorno” e direttore editoriale della Poligrafici Editoriale, è stato inviato speciale de “Il Corriere della Sera”, vicedirettore a “Fortune” e a “La Voce” di Montanelli, caporedattore a “Il Giornale”. Attualmente è consigliere d’amministrazione della Rai e commentatore de “Il Giornale”. Ha scritto diversi libri, tra cui Il leone di Trieste (con Claudio Lindner), La Fiat, da Giovanni a Luca (con Alberto Mazzuca), I signori di Internet, La Voce di Indro Montanelli, I Faraoni (con Aldo Forbice), La Resistenza tricolore (con Arrigo Petacco) e infine, edito da Minerva, Sangue romagnolo (con Luciano Foglietta), vincitore del Premio “Acqui Storia” 2011. Ha vinto premi giornalistici come il “Saint Vincent economia”, il “Campione d’Italia”, il “Guidarello”, il “Silone”, il “Montanelli”.

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