Mazzarona: the outskirt between the city and the park | book

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LA MAZZARONA

PERIFERIA TRA CITTÀ E PARCO ARCHEOLOGICO MICHELE MOLITEO


in copertina disegni di Fabrizio Foti


«Se in un bosco troviamo un tumulo lungo sei piedi e largo tre, disposto con la pala a forma di piramide, ci facciamo seri e qualcosa dice dentro di noi: qui è sepolto un uomo. Questa è architettura» Adolf Loos


Presentazione progetti G124 con Renzo Piano Fotografia di Alessandro Lana


Si desidera ringraziare l’apporto fondamentale del relatore prof. Bruno Messina, Presidente della SDS Architettura Siracusa e Ordinario di Composizione architettonica e urbana, e del correlatore prof. Vito Martelliano, Associato della SDS Architettura Siracusa e docente di urbanistica. Un sentito ringraziamento per i contributi scientifici è rivolto inoltre al prof. Fabrizio Foti, Ricercatore della SDS Architettura Siracusa e docente di Composizione architettonica, all’arch. Fabio Guerrera e agli arch. Tommaso Bartoloni, Carmelo Antonuccio e Giuseppe Cultraro, borsisti del progetto G124 sostenuto dal senatore Renzo Piano.


INDICE


8.

PREMESSA

La città greca: stereotomia-tettonica

12. INTRODUZIONE Siracusa e il modello Ortigia-centrico

16. SIRACUSA

Il percorso anulare tra città e patrimonio archeologico

22. MAZZARONA

Il quartiere dormitorio nel parco archeologico

34. STRATEGIE DI INTERVENTO Progettazione a scala urbana

40. ESEMPI CONTEMPORANEI

Il sistema delle piazze, Franco Purini e Laura Thermes, Gibellina, 1982 Il teatro di Gibellina, Francesco Venezia, Gibellina, 1990

48. IL PROGETTO

Ridisegno dello spazio pubblico a scala architettonica

70. BIBLIOGRAFIA


PREMESSA

la cittĂ greca: stereotomia-tettonica


9

S

tudiare a Siracusa significa respirare archeologia e contemporaneità. Il loro rapporto è peculiare del territorio mediterraneo e più specificatamente di quello siciliano, che è permeato da un denso modello storico testimone di una civiltà millenaria. L’atto fondativo delle città in Sicilia è manifesto della dipendenza del costruito dal naturale: la geografia e l’orografia dei luoghi pongono le condizioni e le opportunità per la nascita e lo sviluppo della casa per gli uomini. I popoli che hanno solcato la sua terra hanno fatto tesoro dei frutti che questa offriva, scegliendo fra i molti ospitali luoghi presenti, quello ideale per insediarsi. Gli olimpici basamenti calcarenitici, alta fortezza naturale tipica del territorio siciliano, sono stati da molti i prescelti.

(01) Orografia del territorio siciliano

I Greci, ancor prima dei Romani, trovarono in quegli altipiani un'acropoli naturale, un sito privilegiato e dominante da cui poter controllare il territorio circostante. A Siracusa, più che in altre città, emerge una modalità di insediamento figlia della roccia degli Iblei: gli scavi condotti nelle Latomie, antiche cave di pietra e marmo, plasmano spazi stereotomici guadagnando materia prima per costruirne di tettonici, generando attraverso due distinti processi di creazione i luoghi del vivere, la città. La risoluzione della sua forma attraverso la dicotomia stereotomia-tettonica risulta magistrale nell’opera dei Greci; alle pietre sottratte dalle cave viene donata una nuova vita in un diverso organismo litico: un tempio, una casa, le mura difensive, mentre lo scavo lungi


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dal rimanere una mero e casuale vuoto, veniva impiegato per incarcerare prigionieri e schiavi. La concezione greca di città porta con sè il sentimento di reverenza verso le «pietre che dormono un sonno mortale» (F. Venezia), e che resuscitano nelle nuove

vesti urbane, testimoniando lo scorrere del tempo che le tinge di immortalità. I Greci ci insegnano l’entità dell’interdipendenza tra città e patrimonio archeologico, coniugi all’interno di un unico macrosistema. Apprendere questa lezione nella contemporaneità è la chiave per la risoluzione del problema congenito a tale rapporto, il loro bordo-limite, da annullare nell’innesto.

(02) Orografia del territorio siciliano, dettaglio

PREMESSA

“La Mazzarona: periferia tra città e parco archeologico” aspira a rendere evidente, attraverso lo studio della città di Siracusa, il legame indissolubile tra i due sistemi, tra le due città di epoche diverse ma con comuni intenzioni, e pertanto suscettibili a contaminazioni. Questo si traduce nel conferimento all’archeologia di funzioni contemporanee nel rispetto della preesistenza, azione che vede nell’adeguato utilizzo e nella fruzione dello spazio la linfa vitale che contribuisce alla conservazione del manufatto stesso. Al contempo, la storia contenuta nelle antiche pietre della città, a contatto con le nuove, concorre con queste ultime al racconto della contemporanità.


PREMESSA

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(03) Altopiani calcarenitici Fotografia scattata dalla Mazzarona verso il mare


INTRODUZIONE

Siracusa e il modello Ortigia-centrico


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S

iracusa è stata fondata nel 734 a.C. come colonia della città greca di Corinto e si è sviluppata con una chiara idea policentrica, un impianto urbano di stampo greco suddiviso in differenti quartieri-città: Ortigia, Acradina, Tycha, Neapoli, Epipoli. L’urbanizzazione della pentapoli, che trova risvolti nell’impianto contemporaneo, viene descritta in modo magistrale da Cicerone nelle Verrine:

« La Città è tanto grande che si può considerare composta da quattro città: una delle quali è la già citata Isola, che è delimitata dai due porti, e che si protende fino all'imboccatura di entrambi. In essa vi sono molteplici edifici sacri [...], All'estremità di tale Isola sgorga una sorgente di acqua dolce, chiamata Aretusa, di incredibile vastità, stracolma di pesci, che sarebbe ricoperta dalle onde del mare, se non fosse separata da questo da una vasta muraglia. La seconda città che compone Siracusa è Acradina, in cui sorge un grandissimo foro, un bellissimo porticato, un sontuoso pritaneo, una curia vastissima, uno stupendo tempio di Giove Olimpico e tutte le altre parti della città che contengono gli edifici privati. La terza è la città che, poiché in quella zona ci fu un antico tempio della Fortuna, fu chiamata Tycha, nella quale si trova un grandissimo ginnasio e numerosi edifici sacri. È la parte abitata e più densamente popolata. La quarta invece è quella che, poiché fu edificata per ultima, fu chiamata Città Nuova (Neapoli); sulla sua sommità c'è un grande teatro, inoltre ci sono due tempi egregi, l'uno di Cerere, l'altro di Proserpina, e una statua di Apollo, soprannominata Temenite ». Cicerone, In Verrem, Roma 70 a.C.

Syrákousai, dal nome greco della città, pur essendo formata da diversi nuclei urbani, è stata fondata conferendo maggiore importanza all’isola di Ortigia sia per il controllo del mar Mediterraneo sia per la presenza di importanti caratteristiche naturali. L’abbondanza di riserve idriche ed il doppio porto la rendevano, infatti, geopoliticamente strategica. « L'anno successivo Archia, degli Eraclidi, giunto da Corinto fondò Siracusa, dopo aver scacciato i Siculi dall'isola che, ora non più cinta dal mare, racchiude la città interna. Successivamente anche la città esterna, riunita all'altra mediante un muro, divenne popolata ». Tucidide, La guerra del peloponneso, Libro VI

Oggi, sotto il lascito del pensiero greco, l’isola di Ortigia rappresenta il cuore economico ed amministrativo della città, ponendo le basi per una visione di Siracusa Ortigia-centrica, la quale riduce le periferie urbane a meri quartieri dormitorio con evidente carenza di servizi.

(04) Cartografia di Siracusa nel III sec. a.C. Ignoto, XVIII secolo


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Il problema contemporaneo della città è l’espansione incontrollata delle periferie, le quali attraverso un processo di cementificazione spinto principalmente da forze politico-economiche, producono contesti fortemente degradati ed isolati rispetto all’impianto consolidato, che nel caso di Siracusa corrisponde con Ortigia e con il quartiere Borgata. Nella sua introspezione e isolamento, la periferia può oggi diventare un laboratorio formidabile di idee e progetti. L’obiettivo della ricerca è infatti, in linea con quanto sviluppato dal gruppo G124 fondato da Renzo Piano, quello di proporre possibili soluzioni al problema della periferia attraverso la filosofia del minimo intervento, il quale possa però fondare un’idea di cambiamento, una scintilla colma di significato che è in grado di presagire possibili scenari futuri. « Il grande progetto del nostro Paese sono le periferie: la città cha sarà, la città che lasceremo ai nostri figli ». Renzo Piano

(05) Cartografia storica di Siracusa Jacobi Bonanni, 1725

INTRODUZIONE

La Mazzarona, come caso studio per la ricerca, è un quartiere siracusano emblematico in quanto riesce a condensare le problematiche intrinseche alle periferie contemporanee immerso in un contesto naturale, storico e paesaggistico di elevata qualità. La realizzazione di un intero quartiere privo di servizi e connessioni con la città consolidata si trasforma facilmente in enclave; questa modalità di intervento tipica del dopoguerra italiano ha gene rato contesti sociali ed urbani che difficilmente riescono ad integrarsi nel tessuto. Da circa un ventennio la città contemporanea sta ponendo la sua attenzione su uno spazio di limbo tra essa stessa e ciò che, invece, gli sta intorno. La possibilità di riscatto della Mazzarona sta proprio nella bellezza del luogo in cui è stato realizzato e a cui guarda; immerso all’interno del parco archeologico delle mura Dionigiane, deve fondersi con esso riuscendo a fare sintesi dei due sistemi egemoni: città e patrimonio archeologico. Integrando il sistema urbano al parco archeologico è possibile invertire l’attuale condizione di isolamento in una privilegiata, permettendo così la contaminazione sociale alla base del funzionamento dello spazio pubblico. In tal senso la sfida del progetto è la riscoperta della bellezza del luogo, restituendo la grecità che si respira in una città grava di storia come Siracusa anche a un quartiere popolare realizzato in un periodo storico in cui si pensava che la settorializzazione della città, sotto la spinta del modello americano, fosse la soluzione ai suoi problemi, generando, invece, ghetti senza la vitalità tipica del tessuto urbano storico.


INTRODUZIONE

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(06) L’orizzonte fisico della pista ciclabile Fotografia scattata dalla Mazzarona verso il mare


SIRACUSA

il percorso anulare tra cittĂ e patrimonio archeologico


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L

o studio di una periferia urbana esige un approccio multidisciplinare e multiscalare. L’analisi muove infatti dalla necessità di comprendere le relazioni che si instaurano tra la Mazzarona e, da un lato la città storica, dall’altro i quartieri periferici siracusani: Pizzuta, Villaggio Miano, Santa Panagia e Palazzo. Generare un collegamento tramite sistemi di mobilità pubblica e di mobilità ciclo-pedonale attraverso le aree verdi del territorio è la chiave per legare parti di città che in questo momento funzionano a compartimenti stagni, rendendoli invece elementi interdipendenti e facenti parte di un unico impianto urbano. I quattro sistemi emersi da tali analisi rispondono a differenti problematiche ormai consolidate nella città contemporanea e rappresentano le linee guida da seguire dalla larga scala a quella architettonica e di dettaglio. Il sistema della cintura storica(07) risponde al problema emergente della generazione di un circuito culturale fruibile non solo turisticamente ma anche e soprattutto dagli stessi abitanti di Siracusa. L’anello che si genera ha il compito di ricongiungere, attraverso percorsi di mobilità dolce, tutti i principali luoghi della memoria storica che presentano emergenze archeologiche: Ortigia, il Teatro Greco, l’Anfiteatro Romano, l’Ara di Ierone e il Castello Eurialo. In tal senso, l’obiettivo è quello di restituire la grecità intrinseca in una città di fondazione come Siracusa, conferendo agli abitanti la capacità di leggere il sistema città e il sistema archeologia come un unico elemento.

In sintesi il sistema della cintura storica mira all’arduo compito di stabilire una connesione fisica e visiva tra le emergenze archeologiche e storiche della città. Il sistema della mobilità dolce(08) risolve il problema della connessione tra le differenti periferie di Siracusa e tra le periferie ed Ortigia. Attraverso il riutilizzo di percorsi ciclo-pedonali esistenti e l’innesto di nuovi si vuole rendere la città maggiormente fruibile attraverso mezzi di trasporto a basso impatto ambientale. Progettare modalità di spostamento in chiave sostenibile significa migliorare non solo la qualità degli spazi pubblici attraverso il ridimensionamento delle sezioni stradali ma, più in generale, la qualità della vita. Il sistema della mobilità dolce si completa e si lega in più punti con il sistema della cintura storica: entrambi infatti ricollegano in maniera

Legenda luoghi memoria storica centri consolidati periferie parco delle mura Dionigiane connessioni previste

(07) Sistema della cintura storica Schema Planimetrico


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SIRACUSA

anulare Siracusa, tenendo insieme i quartieri periferici, la città storica e le emergenze archeologiche. Il sistema della cintura verde(09) è volto alla risoluzione di uno dei problemi più importanti della città contemporanea, ovvero la sua espansione incontrollata che spesso coincide con la cementificazione delle sue aree agricole. Il controllo di tale fenomeno non deve però essere a priori ma piuttosto deve consentire lo sviluppo delle parti pubbliche della città e non solo, come spesso accade, l’incremento dell’edilizia privata. Il limite verde, che coincide in più parti con il parco delle mura Dionigiane, tende quindi, attraverso le sue particolari condizioni morfologiche, a controllare il fenomeno dello sprawl. L’obiettivo è quello di contenere quella tendenza naturale che ha la città di diffondersi nella peri-urbanità e di

uscire fuori dai suoi limiti geografici. La possibilità di gestire questo fenomeno in una città come Siracusa sta nella sua particolare, e in questo caso fortunata, condizione morfologica; i blocchi calcarenitici circondano infatti il sistema urbano quasi fosse un controllo naturale all’espansione della città. « Da più di vent’anni il progetto della città sta mettendo a fuoco uno spazio che si colloca tra la città e ciò che la circonda, guardando in maniera sempre più insistente ciò che ricompone i territori urbani in una più complessa geografia. Materiali diversi che si dispongono contemporaneamente su scale diverse: quella urbana, delle periferie e quella territoriale profonda dello spazio agricolo (archeologico). Una geografia che negli stessi luoghi si confronta con ordini di problemi a differenti livelli di complessità: il decentramento di funzioni urbane, le grandi reti infrastrutturali, i cambiamenti climatici, la riqualificazione delle aree periferiche e dei loro margini, la sostenibilità dei tessuti a bassa densità e la loro maggiore qualità e abitabilità ». MariaValeria Minnini, Approssimazioni alla città

Legenda limiti pista ciclabile luoghi memoria storica centri consolidati periferie connessioni previste

(08) Sistema della mobilità dolce Schema Planimetrico

Il sistema dei trasporti pubblici(10) risolve il problema, attraverso una visione sostenibile della città, della limitazione del trasporto privato. Collegare Siracusa non solo radialmente con Ortigia ma soprattutto in maniera anulare con le periferie, proietta la città in una visione differente da quella Ortigia-centrica ormai, sotto il lascito greco, radicata da millenni. Raccordare i nuclei sfrangiati della Pentapoli contemporanea permette di generare un circuito pubblico di fruizione legando tra loro il sistema urbano, archeologico e naturale.


SIRACUSA

In tal senso, la realizzazione di nuovi interscambi della ferrovia che percorre Siracusa nella direzione sud-nord incrementa la fruizione pubblica anche delle periferie, permettendo così rapidi e più funzionali spostamenti non solo per i turisti ma anche per gli abitanti. Come si evince dai quattro sistemi urbani precedentemente descritti, il tema ricorrente è quello di un percorso anulare, un lembo di terra archeologica che riesce a risolvere problemi congeniti alla città contemporanea e che allo stesso tempo permette lo sviluppo di possibili scenari futuri per Siracusa. Legare tra loro il sistema urbano, archeologico e naturale rappresenta una priorità per un progetto urbano contemporaneo, soprattutto in un quartiere periferico come la Mazzarona dove si ha modo di percepire le «modalità con cui viene evocata la nostalgia della natura già tutta svelata, ma che può ancora aiutare a estraniarsi dalle esperienze caotiche della città».(M. Minnini)

La grande risorsa di Siracusa è, quindi, il parco delle mura Dionigiane: un ampio anello difensivo che circonda la pentapoli e la delimita geograficamente. Le mura furono costruite in cima alla Balza Acradina e marcano in maniera chiara e percepibile i limiti dell’altopiano calcarenitico. L’imponenza del basamento roccioso su cui Siracusa si poggia, come fosse un elemento plastico, permise la realizzazione di mura estese più in lunghezza che in altezza; garantendo comunque una difesa della città anche in caso di assedio nemico. La loro altezza è stata stimata dagli storici di circa 6 metri e quindi la loro imponenza era strettamente legata al

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preciso posizionamento nel territorio, le pareti rocciose apparivano a chi arrivava dal mare come un continuo naturale della stesse mura. « Je me confirmai dans l'idée que m'avoit donnée le premier aspect de l'enceinte de Syracuse, qu'elle pouvoit être aussi grande que l'est Paris maintenant ». Dominique Vivant Denon, Voyage en Sicile

Intervenire all’interno del parco delle mura Dionigiane non significa attenersi semplicemente alle normative vigenti in ambito archeologico ma piuttosto strutturare un’idea di città che sia fruibile attraverso le sue aree naturali con interventi che rispettano e valorizzano le preesistenze. Idolatrare i resti archeologici come veri e propri totem è il pericolo che si corre quando si lavora su questo tema; ispirandosi al mondo romano ed al loro

Legenda parco delle mura Dionigiane centri consolidati periferie connessioni previste

(09) Sistema della cintura verde Schema Planimetrico


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SIRACUSA

modo di pensare la città, oggi non dobbiamo semplicemente venerare la rovina ma bisogna valorizzarla esaltandone il significato profondo. I progetti in aree colme di storia millenaria deve fornire a chi usifruisce di questi spazi gli strumenti per comprendere i motivi fondanti per cui Greci e Romani hanno scelto quello come luogo per il loro insediamento. Fornire a tutti lo sguardo greco e romano: questo è l’obiettivo che si deve raggiungere a Siracusa per immaginare nuovi possibili scenari partendo però da idee di città passate e consolidate. Quello che possiamo chiaramente vedere oggi a Siracusa e, in parte, all’interno del parco delle mura Dionigiane è la fusione di natura e artificio, la commistione di rovine che si sono plasmate con il passare del tempo. Quella condizione di fusione tra rovine e rilievi in pietra suggerisce alcune parole esemplificative:

« Ho spesso riflettuto sul senso dell’architettura di spolio, riportandola nel vasto ambito delle relazioni tra cava ed edificio e delle trasformazioni ad esse connesse. Laddove delle masse di pietre che dormono un sonno mortale nella terra vanno sostituiti edifici o parti di edifici ridotti dal tempo a geografia, ne animati per sempre da relazioni già trasferite dall’ordine delle cose naturali a quello dell’architettura ». Francesco Venezia, Che cos’è l’architettura

Venezia esprime in maniera precisa e poetica il legame indissolubile tra edifici e suolo. Le pietre che dormono un sonno mortale, come vengono da lui definite, si trasformano, attraverso l’operato dell’uomo, in edifici. Al contrario, quest ultimi vengono ridotti nuovamente a geografia con il passare del tempo. Citando Paul Valéry: «Je déterminai au plus haut point l’opération de transformer une corriére et une foret en édifice, en équilibries magnifiques».

Legenda

Indecifrabilità da un lato, strutturazione dall’altro, il materiale di spolio resterà sempre in un nuovo edificio come una cifra misteriosa dentro il corpo di versi scritti in una lingua familiare.

luoghi memoria storica centri consolidati periferie connessioni previste interscambio previsto

Nella pagina seguente: (10) Sistema dei trasporti pubblici Schema Planimetrico

(11) IGM Siracusa 2009 (12) Strategia preliminare Siracusa


SIRACUSA

21

(11) 8 N

7

6

5

4

Legenda 3

parco delle mura Dionigiane stazione ferroviaria interscambio previsto

(12)

connessioni bus previste

2

linea ferroviaria linea ferroviaria interrata connessioni ciclabili connessioni ciclabili previste periferie

1

10 km

9

8

7

6

5

4

3

2

1

0


MAZZARONA

il quartiere dormitorio nel parco archeologico


23

L

a Mazzarona è un quartiere sorto durante il boom edilizio degli anni ’60 trasformatosi rapidamente in un quartiere dormitorio con carenza di servizi. Esso è caratterizzato da edilizia economica popolare realizzata dal I.A.C.P. (Istituto Autonomo Case Popolari), e da residenze private totalmente introspettive, figlie della speculazione edilizia, le quali annullano la possibilità di qualsiasi interazione sociale. Caratterizzato da un impianto urbano chiaro formato da un asse centrale e due emicicli esterni, il quartiere rivolge in questo momento le spalle al parco delle mura Dionigiane e alla costa. A causa della precedente presenza della ferrovia, percepita come un limite urbano, è stato infatti progettato conferendogli un carattere totalmente introspettivo; gli edifici volgono lo sguardo al mare solo tramite piccole aperture presenti negli spazi serventi. Oggi il paesaggio fa da sfondo e successivamente alla dismissione della ferrovia e alla sua trasformazione in pista ciclabile, invertire l’orientamento non solo fisico ma anche percettivo diventa cruciale per permettere il dialogo e la connessione tra città, archeologia e mare. Tale connessione non solo rende possibile la coesione tra i tre sistemi ma pone le basi per un incremento del rapporto tra abitanti del quartiere, abitanti di Siracusa e turisti, in questo momento inesistente. Permettere la contaminazione sociale è uno degli elementi chiave per la rigenerazione urbana; scambi sociali e culturali sono il presupposto per lo sviluppo di micro-economie di quartiere e quindi la possibile riduzione della criminalità.

La rigenerazione urbana viene definita come un’infusione di vitalità che incrementa il capitale urbano, economico e , ultimo ma non per importanza, sociale. L’obiettivo del progetto sarà infatti quello di generare terreno fertile per le interazioni sociali e quindi per una crescita generale del quartiere. La Mazzarona è un luogo che presenta una condizione eccezionale e sono proprio le caratteristiche naturali presenti che rappresentano il suo possibile riscatto. I quartieri-ghetto, nati a causa di interessi prettamente economici e sotto la spinta della settorializzazione delle città, producono contesti fortemente degradati dove gli abitanti vengono segregati in luoghi dove l’unica possibilità di riscatto sta nell’abbandonare il luogo dove si è cresciuti per cercare condizioni di vita migliori. «La città oltre Mazzarona era un affare di luci e possibiltà, di uomini migliori. Non era possibile uscirne vivi? E invece ne siamo usciti. Ma Mazzarona rimane ancora desta con i suoi languori esangui, desta e crudele come un incubo, oggi e allora». Veronica Tomassini, Mazzarrona

(13) Progetto di variante al piano di zona del comprensorio n 1 di Siracusa (Mazzarona) Dipartimento di urbanistica


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MAZZARONA 2,8

Legenda

2,6

roccia affiorante verde percorsi spontanei muri di confine

2,4

mura dionigiane linea di costa

2,2

alberi vegetazione spontanea

2

1,8

1,6

1,4

1,2

1

0,8

0,6

0,4

0,2

2 km

1,8

1,6

1,4

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1

0,8

0,6

0,4

0,2

0

N

(14) Planivolumetrico stato di fatto Mazzarona

0

50

200

500 m


MAZZARONA « I giorni di Mazzarona erano il silenzio polveroso di mezzogiorno, quando le tende ai piani, luride, grezze, si gonfiavano al vento di Levante. I ragazzini giocavano in cortili bianchi che si gettavano nella campagna fino a incontrare il terrapieno e la fogna nei canaloni. Le ciminiere ottenebravano l’orizzonte attraversato da navi petroliere. A Mazzarona gli abbaini avevano le grate alle piccole finestre, microcosmi di illegalità come tutto il resto. In cortile, dai fortini di muratura, tramezzati tirati su alla buona, ululavano i cani. Nessuno di noi aveva un lavoro. Qualcuno aveva smesso di studiare, qualcuno non aveva nemmeno provato a immaginarsi diverso ». Veronica Tomassini, Mazzarrona

Come si evince dalle parole di Veronica Tomassini il problema imperante del quartiere è il degrado sociale ma bisogna valutare la Mazzarona anche da un punto di vista prettamente urbano. Dall’analisi percettiva condotta emergono gli aspetti negativi e le criticità del quartiere(17): presenza di rifuiti, sovradimensionamento delle sezioni stradali, assenza della connessione con la pista ciclabile, edifici ed aree degradate, assenza di servizi, edilizia privata all’interno dei recinti, assenza di aree per lo sport e per lo svago. Tali problematiche sono però bilanciate dai punti di forza del luogo(16) : elevata qualità paesaggistica, prossimità alla costa e al mare, presenza del parco delle mura Dionigiane, grandi aree naturali e archeologiche, asse centrale in cui si concentrano i principali servizi e attrezzature del quartiere.

(15) Prospetto della Mazzarona dal mare

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(16) La bellezza del luogo Fotografia scattata dalla Mazzarona verso l’Etna

MAZZARONA


MAZZARONA

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(17) Degrado all’interno del quartiere Fotografia scattata nell’emiciclo sud della Mazzarona


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MAZZARONA

Come per l’analisi percettiva anche attraverso le analisi urbane e orografiche, descritte successivamente, si evincono le criticità del quartiere e i suoi punti di forza, Quest ultimi rappresenteranno il punto di partenza per la strategia generale e per il progetto architettonico. L’analisi orografica(19) è stata sviluppata dalla costa alla pista ciclabile indagandone il rapporto morfologico. Tale analisi fa emergere la particolare condizione del quartiere e la difficoltà intrinseca al luogo di raggiungere il mare. Connettere il quartiere alla costa, passando per il sito archeologico, non garantisce solo l’accessibilità al mare ma diventa il dispositivo atto alla riscoperta della bellezza del luogo. Immaginare una connessione fisica e visuale tra il quartiere, la balza e il mare, alternativa a quella esistente, può rappresentare quella scintilla grava di significato che riscatti la Mazzarona. Il sistema del verde(20) rende evidente la sovrapposizione di due layer ben distinti: il sistema naturale e l’edificato. E’ chiaro che i due sistemi si equivalgono in estensione e, in parte, per importanza. Lavorare nel limite è quindi necessario per rendere leggibile l’innesto tra i due, invertendo il loro stato attuale di limite in accessi per il parco archeologico. In tal senso l’obiettivo dell’intervento è quello di ridefinire tutte le relazioni tra il quartiere, che ha un impianto tipico dell’edilizia popolare, e gli ambiti interstiziali irrisolti. N

(18) Planimetria stato di fatto Mazzarona

0 50

200

400 m


MAZZARONA

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La consistenza edilizia(21) pone in evidenza le differenti altezze degli edifici, la cui progettazione è in stretta connessione con l’orografia, garantendo la vista verso la costa a tutti gli edifici. Tale analisi pone il problema di ristabilire la misura umana in un quartiere assolutamente fuori scala. Il sistema viario(22), attraverso la differenzione degli assi, esprime il sovradimensionamento delle sezioni stradali, problema congenito nei quartieri di edilizia popolare realizzati nel secondo dopoguerra. Intervenire sulle dimensioni degli assi viari è fondamentale per garantire spazi pubblici adeguati, i quali sono la linfa vitale per la città. Considerando la dicotomia casa-città, la strada può essere paragonata al corridoio della casa ed una sua errata progettazione può compromettere il progetto complessivo. L’analisi delle attrezzature(23) fa emergere l’assoluta assenza di servizi per il quartiere, rendendolo così privo di luoghi di incontro e relazioni sociali. Alcune scuole, due supermercati, una biblioteca, un centro anziani e pochi uffici sono tutti i servizi presenti all’interno della Mazzarona. L’assenza di servizi e attrezzature di base pone le basi per la traformazione del quartiere in un ghetto-dormitorio. Attraverso l’inserimento di servizi si vuole trasformare l’attuale contesto urbano in uno maggiormente vivibile dai residenti e dal resto dei cittadini di Siracusa, alimentando così la commistione tra differenti ceti sociali.

(19) Schematizzazione dell’orografia


30

MAZZARONA 2,8

Legenda

2,6

roccia affiorante verde incolto verde privato

2,4

linea di costa alberi vegetazione spontanea

2,2

2

1,8

1,6

1,4

1,2

1

0,8

0,6

0,4

0,2

1,6 km

1,4

1,2

1

0,8

0,6

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0,2

0

N

(20) Sistema del verde

0

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200

500 m


MAZZARONA

31 2,8

Legenda |n piani|

2,6

1 2 3

2,4

4 5 6

2,2

7 8 9

2

muri di confine pista ciclabile linea di costa

1,8

1,6

1,4

1,2

1

0,8

0,6

0,4

0,2

1,6 km

1,4

1,2

1

0,8

0,6

0,4

0,2

N 0

50

200

500 m

(21) Consistenza edilizia

0


32

MAZZARONA 2,8

Legenda

2,6

percorsi spontanei arredo urbano linea di costa

2,4

pista ciclabile assi viari

2,2

2

1,8

1,6

1,4

1,2

1

0,8

0,6

0,4

0,2

1,6 km

1,4

1,2

1

0,8

0,6

0,4

0,2

0

N

(22) Sistema viario

0

50

200

500 m


MAZZARONA

33 2,8

Legenda

2,6

accesso ai beni di consumo istruzione culto amministrazione

2,4

associazioni uffici

2,2

pista ciclabile linea di costa

2

1,8

1,6

1,4

1,2

1

0,8

0,6

0,4

0,2

1,6 km

1,4

1,2

1

0,8

0,6

0,4

0,2

N 0

50

200

500 m

(23) Attrezzature

0


STRATEGIE DI INTERVENTO progettazione a scala urbana


35

L

e strategie di intervento sono lo strumento attraverso il quale è possibile trasformare la Mazzarona da un quartiere dormitorio ad un tassello di un sistema urbano più ampio in cui la qualità della vita sia più elevata. L’inserimento del nuovo sistema ciclabile, in connessione con quella esistente, permette una maggiore connessione di mobilità dolce tra la Mazzarrona e Siracusa, ma allo stesso tempo rende possibile il ridimensionamento delle sezioni stradali presenti nel quartiere riconferendo una misura umana nella percezione e nella fruizione dello spazio pubblico. La nuova pista ciclabile interna al quartiere risolve inoltre, in più punti, le fermate esistenti degli autobus e l’innesto di nuove pensiline e segnaletiche per il trasporto pubblico, in questo momento inesistenti. La connessione del quartiere alla vecchia ferrovia si risolve non solo attraverso l’innesto della pista ma rifunzionalizzando i percorsi informali esistenti che diventano altresì strumento di contaminazione sociale. I sistemi di attraversamento e risalita del terrapieno dell’attuale pista ciclabile, in

questo momento percepita come limite urbano rendono fruibile il parco delle mura Dionigiane per gli abitati della Mazzarona. La vecchia ferrovia assume una vera e propria struttura urbana ed architettonica attraverso la riqualifica degli elementi puntuali che in precedenza la servivano e che attualmente si trovano in stato di abbandono. L’obiettivo da raggiungere nella parte più naturale del parco, ovvero quella in stretta relazione con la costa, è quello di renderla fruibile attraverso i percorsi esistenti e attraverso il disvelamento del tracciato greco delle mura Dionigiane con piccoli interventi, aumentando così il carattere identitario del quartiere e della città di Siracusa. Il rispristino dei sentieri esistenti e il miglioramento della loro relazione con il sistema orografico permette maggiore accessibilità da parte degli abitanti, ma anche e soprattutto turistica, al sistema di balneazione esistente Restituire la grecità alla Mazzarona significa offrire dei punti visuali opportunamente scelti per rendere visibile il paesaggio così come i greci, dall’interno della città, lo vedevano.

fermata bus edificio polivalente landscape ground

contenitore servizi

teatrino

play ground

pista ciclabile

cultural ground

N 0

50

100

200 m

(24) Schematizzazione dell’orografia


36

STRATEGIE DI INTERVENTO

Legenda play ground cultural ground landscape ground periferia

(25) Sistema costellazione di ground Schema Planimetrico

Legenda luoghi memoria storica centri consolidati periferie pista ciclabile esistente connessioni previste linea di costa

(26) Sistema della cintura ciclo-culturale Schema Planimetrico

Dal punto di vista urbanistico, la mobilità carrabile viene migliorata attraverso l’apertura di nuovi tracciati che connettono i due emicicli e che allo stesso tempo svincolano le aree residenziali private. L’intervento principale impera nell’asse centrale del quartiere, il quale rappresenta l’innesto alla città da una parte e al parco delle mura Dionigiane dall’altro. Esso trova le sue potenzialità nella presenza della maggior parte dei servizi presenti alla Mazzarona e nella possibilità, dovuta alla sua posizione strategica, di ricucire città, natura e paesaggio. Attraverso i quattro schemi planimetrici si vogliono evidenziare le principali strategie messe in atto; la costellazione di ground, la cintura ciclo-culturale, l’innervamento del verde e il sistema della mobilità pubblica si tramutano in progetto alla scala architettonica. La costellazione dei ground(25) ha come obiettivo quello di gestire il parco delle mura Dionigiane, il quale si presenta come una vasta area il cui controllo è subordinato a degli elementi puntuali. I play-ground, cultural-ground e landscape-ground dialogano tra loro visivamente e generano una costellazione che riesce a guidare il possibile fruitore del parco. Inoltre essi si relazionano con l’orografia del suolo in maniera differente: i primi generano un piano che permette lo svolgersi di attività sportive, i secondi si elevano da esso generando nuovi punti di vista e i terzi seguono il naturale andamento del terreno, rimarcando la natura del luogo. La relazione che i ground stabiliscono con la morfologia rende immediatamente chiara la funzione che svolgono.


STRATEGIE DI INTERVENTO

La cintura ciclo-culturale(24) ha il compito di connettere le periferie con la Mazzarona ma soprattutto connettere quest’ultima al sistema del parco. La pista ciclabile ha la potenzialità di attraversare interamente la zona archeologica ma anche tutti i luoghi della memoria storica di Siracusa, tra cui le rovine delle mura dell’epoca Dionigiana. L’obiettivo è quello di trasformare l’attuale pista, assolutamente estranea al quartiere, in un elemento che si innesti ad esso e che generi connessione e contaminazione.

37

Legenda grandi aree naturali periferia

Il sistema di innervamento del verde(27) tende alla ricucitura di tutti gli spazi verdi, ma anche di quelli rocciosi, presenti alla Mazzarona. Il parco, che non si trova solo al di là della pista ciclabile, permea all’interno dell’urbano e diventa l’elemento di coesione. Lavorare nelle zone di limite tra aree naturali e città è indispensabile per la definizione perentoria dello spazio pubblico. Il sistema della mobilità(28)risolve il problema della connessione tra la Mazzarona, le altre periferie e i centri consolidati: Ortigia e il quartiere della Borgata. La progettazione di nuove tratte bus e i relativi dispositivi come le pensiline per le fermate e le segnaletiche garantisce una maggiore facilità negli spostamenti e un’inversione dell’idea Ortigia-centrica di Siracusa conferendo maggiore importanza pubblico - istituzionale anche ai quartieri periferici, i quali acquisiscono rilevanza nell’impianto urbano complessivo.

sistemi di riconnessioni linea di costa

(27) Sistema innervamento del verde Schema Planimetrico

Legenda luoghi memoria storica centri consolidati periferie linea bus esistente connessioni previste linea di costa

(28) Sistema della mobilità Schema Planimetrico


38

STRATEGIE DI INTERVENTO 2,8

Legenda

2,6

roccia affiorante verde percorsi spontanei muri di confine

2,4

mura dionigiane linea di costa

2,2

alberi vegetazione spontanea

2

1,8

1,6

1,4

1,2

1

0,8

0,6

0,4

0,2

2 km

1,8

1,6

1,4

1,2

1

0,8

0,6

0,4

0,2

0

N

(29) Planivolumetrico stato di fatto Mazzarona

0

50

200

500 m


STRATEGIE DI INTERVENTO

39 2,8

Legenda

2,6

roccia affiorante verde percorsi spontanei

2,4

muri di confine mura dionigiane linea di costa

2,2

nuova pista ciclabile alberi vegetazione spontanea fermate bus (linea 3 AST)

2

1,8

1,6

1,4

1,2

1

0,8

0,6

0,4

0,2

2 km

1,8

1,6

1,4

1,2

1

0,8

0,6

0,4

0,2

N 0

50

200

500 m

(30) Planivolumetrico progetto Mazzarona

0


ESEMPI CONTEMPORANEI

il sistema delle piazze, Franco Purini e Laura Thermes, Gibellina, 1982 il teatro di Gibellina, Francesco Venezia, Gibellina, 1990


41

G

ibellina è un’utopia.

« Come raramente è accaduto, una città è nata come espressione di una nuova visione, in un tempo breve e non per volontà di un potente ma per necessità. Il sogno, la visione, l’azzardo di quei giorni freddi dopo il terremoto nella valle del Belice hanno generato questa giovane città, ancora in progress ma con un’identità ormai definita. Più che ricostruire, si è dovuto rifondare, lontano e in terra straniera. L’occasione è rara, vale una vita. Un terremoto abbatte un’intera città e Gibellina rinasce poco lontano, ma fuori da sè e di sè, senza memoria e senza storia. Gli architetti hanno davanti il deserto, e lo misurano con le linee del loro sogno ». Maurizio Oddo, Architetture Siciliane

La complessità del progetto a Gibellina sta nelle problematiche che sorgono nella rifondazione di una città e Franco Purini e Laura Thermes rappresentano le esperienze maggiormente riuscite della sua architettura contemporanea. Fra le opere più note della loro produzione nella Val del Belice si trova il SISTEMA DELLE PIAZZE(31|34) Il progetto è costituito da un lungo portico/recinto trattato in maniera differente a seconda che si consideri lo spazio delle piazze o il prospetto sull’abitato circostante: voltato il primo, con aperture verticali binate il secondo. Inoltre affinchè la quota superiore delle pergole resti costante per tutta la lunghezza, i pilastri che definiscono il recinto hanno un’altezza variabile, considerata la naturale pendenza del terreno. La grande stoà, articolata in cinque differenti piazze fra loro comunicanti,

(31) Il sistema delle piazze Disegni di Franco Purini e Laura Thermes


42

ESEMPI CONTEMPORANEI

taglia gli assi viari principali con i sovrappassi che collegano gli spazi che compongono il sistema. Essa ha consentito di comporre, all’interno di un unico spazio, i preesistenti slarghi informi presenti nel tessuto urbano della città riedificata dopo il terremoto del 1968. Il sistema modulare, su cui è vertebrato il progetto, risulta evidenziato dal reticolo a maglie quadrate della pavimentazione, intese come linee di forza della composizione. In prossimità dell’esedra d’ingressosono presenti un piccolo canale che segna l’accesso al sistema e un giardino di pietra fatto di elementi a gradoni, a base quadrata, che contengono gli alberi.

(32) in alto: Il sistema delle piazze, fotografia dall’interno della piazza (33) in basso: Il sistema delle piazze, fotografia dall’interno della piazza


ESEMPI CONTEMPORANEI

43

(34) Il sistema delle piazze disegno di Franco Purini e Laura Thermes


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ESEMPI CONTEMPORANEI

L’interesse che la città oggi suscita ha per oggetto specifico le origini e le motivazioni del proprio insediamento. Il tracciato mette in moto l’idea di ricostruzione ed è « la generatrice della famiglia delle infinite città possibili in quel sito ».

L’architettura del suolo mette in opera un ordine artificiale della natura, la trasforma in manufatto. Avendo carattere di grande persistenza, non ha legami con una particolare epoca e alla complessità dei livelli del tracciato è legata la durevolezza della città. La riconsiderazione dell’architettura del suolo e della sua costruzione può incidere sulla riformulazione di una teoria urbanistica, la quale tendendo all’ottimizzazione dei risultati, lavora in non aderenza al suolo e considera la natura del luogo come un accidente rispetto al piano. Il ritorno dell’interesse verso il mondo sotterraneo, come lo definisce Francesco Venezia, è oggi espressione di autentica modernità. Esempio lampante è il TEATRO AI RUDERI DI GIBELLINA(35|40) Il progetto nasce da due decisioni radicali: fondersi nel paesaggio collinare dela città nascente e distaccarsi visivamente dal cretto di Burri. Quest’ultimo aspetto è decisivo per la forma che assumerà il teatro, infatti è necessario realizzare un declivio artificiale che contiene quello naturale verso il cretto. Spazio stereotomico ma costruito: il progetto sta tutto in questa dicotomia; i pozzi di luce rivelano all’interno del teatro elementi che alludono allo spazio sotterraneo.

(35) Il teatro di Gibellina, pianta Disegno di Francesco Venezia

(36) Il teatro di Gibellina Schizzi di Francesco Venezia


ESEMPI CONTEMPORANEI

45

L’idea di conquista assoluta dello spazio montano di Gibellina e il distacco dal cretto è enfatizzato da 3 rampe dinamiche che danno l’accesso al teatro. Il progetto è l’occasione per Venezia di «ricostituire la forma di una città classica destinata a vivere e a rinnovare, nelle notti d’estate, il mistero della tragedia in un paesaggio tragico». Francesco Venezia

La forma allungata è determinata dalle esigenze sceniche assumendo la forma di una culla insediatasi nel terreno. Il teatro è interamente in calcestruzzo, con impiego di cristalli di gesso nel manto di finitura esterna.

(37) Il teatro di Gibellina, planimetria Disegno di Francesco Venezia

(38) Fotografia scattata dal teatro verso il Cretto di Burri Immagine da www.artribune.com


46

(39) Il teatro di Gibellina Schizzi di Francesco Venezia

ESEMPI CONTEMPORANEI


ESEMPI CONTEMPORANEI

47

(40) Il teatro di Gibellina Schizzi di Francesco Venezia


IL PROGETTO

ridisegno dello spazio pubblico a scala architettonica


49

I

l progetto è costituito da un lungo portico che ridefinisce lo spazio pubblico dell’asse centrale e che mantiene il suo attacco a cielo costante attraverso l’altezza variabile dei pilastri che reggono il pergolato. Tale sistema trova come elemento di testata un edificio a ponte che contiene al suo interno una sala polivalente e che rappresenta l’innesto del progetto al sistema urbano(41) Al piano terra si genera infatti uno spazio completamente pubblico, dove si trova anche la nuova fermata bus, il quale diventa la porta d’accesso alla città. Al piano superiore invece si trovano gli spazi serventi e quelli adibiti a spazi collettivi, i quali nella parte centrale sono illuminati attraverso luce zenitale proveniente da lucernari posti in copertura e da una feritoia di 60 centimetrinella parete che incornicia il mare. Nei blocchi laterali, completamente chiusi verso l’esterno, sono collocati tutti gli spazi serventi, tra cui il vano scala, i bagni e il vano ascensore. L’edificio a ponte ha il ruolo fondamentale di finestra prospettica, costruita anche attraverso i portici, verso il paesaggio dove l’orizzonte è percepito tramite la linea del mare(47) La connessione alla costa è così immediatamente percepibile anche dal cuore del quartiere, nella sua parte più urbana. Se da un lato l’edificio polivalente è la testata del progetto, dall’altro l’innesto al parco archeologico è garantito da un sistema di gradonate e da un teatrino all’aperto, separati tra loro da una rampa, che diventano il marcapiano del suolo. Essi sono realizzati attraverso un’oper-

azione di sottrazione della materia e non di costruzione, diventano così elementi architettonici che, per citare Francesco Venezia, rimandano alla geografia del luogo. Il teatro è stato pensato per ospitare tutti gli eventi collaterali durante le rappresentazioni delle tragedie nel teatro Greco, realizzando quindi uno spazio all’interno della Mazzarona che può essere utilizzato anche da turisti e abitanti di Siracusa, generando quello che più volte è stato definito contaminazione sociale. La misura dell’andamento del terreno è definita altresì da una serie di elementi completamente orizzontali che fungono da sedute e che caratterizzano il parco delle mura Dionigiane prima della pista ciclabile, garantendo così luoghi di sosta ombreggiati dalle chiome degli alberi opportunamente collocati. Tali elementi sono fondamentali per cogliere l’orografia del luogo, in questo momento di difficile lettura, e che rappresenta l’elemento caratterizzante il parco. L’innesto alla ferrovia dismessa è realizzato attraverso un’altro intervento di modellazione del suolo che permette la risalita alla quota della pista e quindi l’attraversamento di essa fino alla costa.

(41) La porta d’accesso alla città Disegno di Fabrizio Foti


50

IL PROGETTO PLAY GROUND

0,8 km

0,7

0,6 B’ 0,5

0,4

0,3

B

0,2

0,1

1 km

0,9

0,8

0,7

0,6

0,5

0,4

0,3

0,2

0,1

0 N

(42) Planivolumetrico di progetto

0

50

100 FERMATA BUS

50

(43) Sezione B-B’

(44) Sezione A-A’

200 m


IL PROGETTO

51 C’

D’ 0,8 km

0,7

0,6 A’ 10.0

0,5

0,4

0,3

A

0,2

0,1

1 km

0,9

0,8

0,7

0,6

C 0,5

0,4

0,3

0,2

D

0,1

N 0

0

25

50

50

100

200 m

100 m

(45) Sezione a 1.20 m

0


52

La grande rampa che permette il disvelamento dell’orizzonte oltre la pista ciclabile genera un piano allo stesso livello di quest’ultima da dove è possibile godere del paesaggio senza intralciare il passaggio ai ciclisti. Il portico-recinto, che si sviluppa dall edificio a ponte fino al teatro, ha lo stesso carattere architettonico lungo tutto il progetto ma funzioni differenti a seconda della sua posizione. Nella zona piu urbana, in stretta relazione con l’ edificio di testata, i supermercati e il centro anziani, esso può essere utilizzato come un mercato all’aperto, funzione facilitata e implementata da una serie di volumi che si innestano al di sotto dei portici e che contengono servizi che possono variare nel tempo in base alle esigenze: info-point, biglietteria per le rappresentazioni nel teatrino, biglietteria per i bus, servizi per la pista ciclabile. Tali volumi si inseriscono all’interno dei portici in maniera completamente autonoma, sia dal punto di vista architettonico che funzionale e rispettano inoltre il posizionamento degli alberi esistenti, i quali vengono inglobati nel progetto. L’autonomia linguistica dei due elementi, il portico e i volumi sottostanti, è garantita da un diverso trattamento materico, uno in calcestruzzo e l’altro in legno, e dal fatto che i pilastri che

(46) Sezione C-C’

IL PROGETTO

reggono il pergolato siano sganciati dal posizionamento dei volumi interni. La funzione del portico è completamente differente nella seconda parte del progetto, dove l’intento è quello della definizione dello spazio di pertinenza della chiesa, la quale viene riconferita allo spazio pubblico eliminando i suoi muri di confine. Al suo posto, il portico appare come un colonnato che modifica il prospetto della chiesa e che gli conferisce uno spazio adeguato antistante, risaltando il valore sociale che ha per definizione il tipo della chiesa. Nella piazza che si genera tra quest’ultima e il teatrino, i pergolati delimitano altri due amibiti laterali: un parcheggio a una quota più bassa che serve l’intero sistema e un agrumeto di pertinenza della chiesa raggiungibile attraverso una rampa posta a sud. Dal punto di vista del linguaggio architettonico, la Mazzarona si presenta completamente autonoma e rimarcando tale autonomia, il progetto è caratterizzato da elementi eterogenei che trovano continuità nella soluzione materica e quindi percettiva. Come in molte opere di Alvaro Siza, l’unico gesto materico genera un principio, un ordine nell’etereogenità che la giustifica. L’idea è quella che tutti gli elementi, sia

0

25

50

100 m


IL PROGETTO

53

costruiti che ricavati da una sottrazione di materia, appaiano come lo scavo di un unico blocco monolitico, rimarcando così l’innesto del progetto alla città e al parco archeologico non solo visivamente ma in maniera prettamente fisica. Altro grande problema con cui il progetto si misura è la dimensione assolutamente fuori scala del quartiere, a partire dalle dimesioni degli edifici fino alle sezioni stradali. Esso viene governato attraverso l’inserimento della pista ciclabile all’interno del sistema urbano e il ridisegno della pavimentazione degli spazi pubblici. La pista ciclabile interna alla Mazzarona si innesta a quella esistente con elementi puntuali e permette una circolazione dolce all’interno del quartiere; il collegamento per punti garantisce la percezione della pista esistente come un opera di land art rispetto al territorio, la quale genera una linea di orizzonte artificiale. La nuova corsia ciclo-pedonale costeggia il marciapiede antistante il portico a sud e attraversa la piazza dinnanzi la chiesa andando a degradare attraverso una lunga rampa fino alla quota del parco archeologico dove continua come un leggero segno a terra fino alla vecchia ferrovia. L’inserimento della pista consente il ridimensionamento delle sezioni strada-

0

25

50

100 m

li con la riprogettazione dei marciapiedi e dello spazio filtro tra essi e la carreggiata, riconferendo a tutti questi spazi di bordo al progetto la corretta misura. Il riconferire la proporzione umana allo spazio pubblico è il tema sviluppato anche attraverso la progettazione della pavimentazione; completamente in pietra essa ristabilisce una condizione percettiva dello spazio tipica del centro storico e diminiusce la dilatazione spaziale che si ritrova in molte periferie urbane e che genera contesti fortemente degradati. Dal punto di vista della circolazione il progetto ricuce tutti gli ambiti sfrangiati del quartiere attraverso l’apertura di due nuove strade, la prima in direzione est-ovest che svincola le unità residenziali private collocate al centro della Mazzarrona, la seconda invece in direzione sud-nord che ricollega anularmente i due emicicli.

(47) La linea dell’orizzonte Disegno di Fabrizio Foti

(48) Sezione D-D’


54

IL PROGETTO

300 m

250

200

150

A

100

B

50

450 m

450

(49) in alto: Planimetria asse centrale

400

350

300

(50) Sezione A-A’


IL PROGETTO

55

300 m

250 A’

B’

200

150

100

50

250

0

10

200

30

150

60 m

100

50

0

(51) Sezione B-B’


56

IL PROGETTO

N

(52) Assonometria

0

25

50

150 m


IL PROGETTO

57

(53) Sezione prospettica

0

25

50

150 m


58

IL PROGETTO

N

(54) Planimetria edificio polivalente

0

5

20

40 m

piano terra

piano primo

Legenda vano scala

vano ascensore

bagni

aula polivalente

distribuzione

servizi

(55) Schema funzionale (56) Assonometria edificio polivalente

0

5

10

25 m


IL PROGETTO

59

A’ C’

C

D’

D N

A

piano terra +0.00

0

5

piano primo +5.00

pianta copertura +10.00

sezione A-A’

sezione B-B’

prospetto lato est

prospetto lato nord

prospetto lato ovest

sezione C-C’

10

25 m

(57) Piante, prospetti e sezioni edificio polivalente


60

(58) Vista prospettica dall’edificio di testata verso il mare

IL PROGETTO


IL PROGETTO

61


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(59) Vista prospettica dall’asse centrale verso l’edificio polivalente

IL PROGETTO


IL PROGETTO

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(60) Vista prospettica dal parco archeologico verso l’asse centrale

IL PROGETTO


IL PROGETTO

65


66

(61) Vista prospettica dal parco archeologico verso l’asse centrale

IL PROGETTO


IL PROGETTO

67


68

(62) Vista prospettica al di sotto dei portici

IL PROGETTO


IL PROGETTO

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(63) Vista prospettica al di sotto dei portici


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(64) Modello scala 1:500

IL PROGETTO


IL PROGETTO

71

(65) Modello scala 1:500


72

(66) Modello scala 1:100

IL PROGETTO


NOTE


NOTE


NOTE


BIBLIOGRAFIA


Venezia Francesco, Che cosa è l’architettura. Lezioni, conferenze e un intervento, Mondadori Electa, Milano, 2011 Minnini Mariavaleria, Approssimazioni alla città, Donzelli editore, Roma, 2012 Cabianca Vincenzo, Documenti su vent’anni di utopia urbanistica a Siracusa. Tra neoilluminismo e neoromanticismo, La casa del nespolo, Roma, 2013 Tomassini Veronica, Mazzarrona, Miraggi edizioni, Torino, 2019 Lynch Kevin, L’immagine della città, Biblioteca Marsilio, 2001 Valéry Paul, Eupalinos o l’architetto, Mimesis, 2011 Venezia Francesco, Le idee e le occasioni, Mondadori Electa, Milano, 2006 Venezia Francesco, Franceso Venezia, architettura in Sicilia, 1980-1993/a cura di Bruno Messina, CLEAN, Napoli, 1993 Purini Franco, Le opere, gli scritti, la critica, Electa, Milano, 2000 Koolhaas Rem, Junkspace, Quodiblet, Macerata, 2006 Secchi Bernardo, La città del ventesimo secolo, Editori Laterza, Bari, 2005


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