MEZZOPIENO News - Settembre / Ottobre 2019 | Edizione Piemonte

Dalla rete italiana della positività

SETTEMBRE/OTTOBRE 2019

Il suo nome richiama “Io so cosa farò da grande. Farò occupa di addestrare subito alla mente i i ranger contro i il ranger e proteggerò tutti i grandi parchi africani bracconieri. Nella rinoceronti” e la loro fauna. Davide lotta al bracconaggio Bomben, torinese con si avvale della il cuore in Africa, è collaborazione di RANGER E ISTRUTTORE UNITÀ biologi, naturalisti, impegnato da anni in ANTI-BRACCONAGGIO progetti di salvaguardia ricercatori, esperti di della biodiversità e in conservazione, esperti particolare a tutela di rinoceronti, leoni, di turismo e divulgatori, sia in Italia, sia in elefanti e gorilla. Nella sua avventura nel Africa. corso del tempo ha coinvolto personaggi Bomben e la sua squadra sono attivi in dello spettacolo e dello sport.

Sudafrica, Namibia, Mozambico, Botswana, È presidente Zambia, Tanzania, Kenya e Congo, pronti dell’Associazione a offrire i propri servizi gratuitamente alle Italiana Esperti di riserve e ai parchi nazionali che ne fanno Animali Africani richiesta. e istruttore capo Collabora con importanti tour operator della Poaching come guida e ranger, ha partecipato alla Prevention produzione di documentari e pubblicazioni Academy, sulla fauna africana. Ha pubblicato guide della Namibia, del Sudafrica e del Botswana un’organizzazione e tre volumi dedicati ai mammiferi: “Sulla no profit pista degli elefanti. La mia vita in difesa che si dell’Africa”, “Animali africani” e “Animali d’Africa e storie bestiali”. È direttore della formazione della African Field Guides Association. Per il suo impegno come “uomo che salva i rinoceronti” è conteso da agenzie governative e organismi sovranazionali.

DAVIDE BOMBEN

INTERVISTA ESCLUSIVA PER MEZZOPIENO PAG. 16

Un tributo all’albero centenario: diventa una libreria Pag. 5

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130 desaparesidos argentini ritrovati dopo 40 anni

MONDO

Pag. 2

Donare le ferie ai colloghi in difficoltà: L’Italia altruista

ITALIA

Pag. 10

Scoperto il gene per evitare il rigetto nei trapianti

PIEMONTE

Pag. 18

MEZZOPIENOfocus...

Mezzopieno in valigia: sedici mesi in Oriente per scoprirsi felici. Pag 8

MEZZOPIENOincontra...

Artademia: La non-scuola dove imparare è un processo naturale. Pag 22

Mezzopieno News è pubblicato ogni due mesi dal movimento Mezzopieno nelle versioni locali di Piemonte, Umbria e Marche e Lazio. Gli articoli riportati sono frutto della ricerca e del lavoro giornalistico del comitato editoriale, dell’ufficio studi, del gruppo di ricerca, dei volontari e dei membri della comunità Mezzopieno. Ogni articolo è un’elaborazione originale e riporta fatti e situazioni reali. Le fonti originali sono verificate e citate per esteso.

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130 DESAPARECIDOS ARGENTINI RITROVATI DOPO 40 ANNI I CONTENITORI DURANO QUANTO IL CIBO: LA RIVOLUZIONE IN CUCINA Sono stati oltre 500 i bambini fatti sparire dai militari durante gli anni della dittatura argentina che dal 1976 al 1983 ha creato il fenomeno dei desaparecidos.

Le nonne di Plaza de Majo, il gruppo che da allora si batte per ritrovare i propri ragazzi, festeggia oggi, 40 anni dopo, il 130° ritrovato, si chiama Javier Matías Darroux Mijalchuk e sparì quando aveva appena 4 mesi, nel 1977. Sua madre ricevette una chiamata che la invitava a Buenos Aires per avere notizie del compagno scomparso, andò all’appuntamento con il figlio e da quel momento non si ebbero più notizie di lei. Il neonato fu trovato da una signora in strada e fu dato in adozione. Oggi, grazie all’instancabile lavoro delle Abuelas de Plaza de Majo, Matías conosce il suo vero nome, la sua identità e la sua famiglia e ha cominciato una nuova ricerca, quella dei suoi fratelli dispersi come lui.

“La restituzione della mia identità è un omaggio ai miei genitori” dice Matías. “Voglio ringraziare dal profondo del mio cuore mio zio Roberto che non ha mai perso la speranza e che in 40 anni non ha mai cambiato numero di telefono fiducioso di ricevere quella chiamata che stava aspettando e che un giorno finalmente è arrivata. Quando ci siamo potuti incontrare mi ha guardato e mi ha detto “Sei tu Javi?” e mi ha abbracciato come mai nessuno aveva fatto prima.

Fonte: El Dia

I contenitori dei cibi devono essere resistenti, economici e non devono modificare la natura del cibo che contengono preservandone le caratteristiche il più a lungo possibile. Ma come mai per contenere un alimento per pochi giorni o addirittura ore, dobbiamo costruire un imballaggio che richiede anni per decomporsi o ore di lavoro e energia per essere riciclato?

Un gruppo di ingegneri svedesi ha pensato che gli imballaggi dovrebbero avere la stessa durata della vita del cibo che contengono. Hanno così creato una linea di imballaggi che si decompone in casa. Il primo è una bottiglia per l’olio fatta di zucchero caramellato rivestita di cera. Quando il contenitore viene aperto la cera si scioglie a contatto con l’acqua. Per i frullati hanno pensato a un contenitore

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in gel di alghe agar-agar, adatto per tutte quelle bevande che hanno una vita breve e devono essere refrigerate. Per il riso i giovani designer hanno realizzato pacchetti fatti di cera d’api biodegradabile che si aprono come una buccia, ideali per tutti i cibi secchi e per cereali.

La linea Tomorrow Machine è stata realizzata insieme allo Swedish Research Institute e ha vinto una edizione del prestigioso Package Design Awards, il premio internazionale per l’innovazione tecnologica nella sezione per l’industria alimentare e la sostenibilità e oggi sta lavorando per rendere i suoi imballaggi commerciabili e portarli sul mercato.

Fonte: Tomorrow Machine

L’ATLETA PERDE LA GARA PER AIUTARE L’AVVERSARIO Ha perso la gara di atletica ma ha salvato la vita del suo avversario. Il 25 maggio scorso Simon Cheprot, 26 anni, kenyano, specialista delle lunghe distanze, stava per tagliare il traguardo in una gara internazionale di 10 km a Okpekpe, in Nigeria. Sulla linea d’arrivo era sul punto di superare il connazionale Kennet Kipkemoi, 35 anni, quando all’improvviso quest’ultimo si è accasciato al suolo per un malore.

Simon si è fermato, ha preso tra le braccia e sollevato Kennet in attesa dei soccorsi. In questo modo ha però sacrificato il successo sicuro in una delle corse più importanti del mondo, organizzata dal 2013 sotto il patrocinio della IAAF (Federazione internazionale di atletica leggera).

“Mio padre mi disse, una volta: se per strada vedi una persona che sta male, aiutala, non abbandonarla. Ecco il primo pensiero che mi è venuto in mente quando ho visto il mio amico a terra”, ha dichiarato Simon al termine della competizione.

“Correre non è una guerra – ha detto appena tornato in Kenya, dove vive con la moglie e i figli – . Anche nelle nostre sfide siamo esseri umani e quando lasci questa terra te ne vai a mani vuote. Abbandonare un amico morente non è una buona idea, Dio ti domanderà che cosa hai fatto per un fratello e non saprai che cosa rispondere”. La storia è a lieto fine: Simon ha ricevuto la stessa somma (20 mila dollari) versata al vincitore Dawit Fikadu.

Fonte: Africa Express; B-hop Magazine per Mezzopieno

SI INNAMORANO E SI SPOSANO A 102 ANNI John e Phyllis Cook sono due ospiti della casa per anziani Kingston Residence di Sylvania nell’Ohio, Stati Uniti. 100 anni lui e 102 lei, si sono innamorati e dopo alcuni mesi di fidanzamento hanno deciso di non perdere più tempo e si sono sposati.

Entrambi vedovi, John

veterano della seconda guerra mondiale, e Phyllis hanno capito subito che si trattava di un sentimento importante e si sono ufficialmente promessi amore eterno.

Raccontano di essere stati molto fortunati quando hanno scoperto il loro amore: “Ci siamo resi conto di essere compatibili, stiamo bene insieme”. “Ci siamo innamorati.

So che può sembrare inverosimile alla nostra età ma ci siamo innamorati davvero. Cosa facciamo quando stiamo insieme?

Beh, probabilmente

non dovrei dirvelo…” dicono in un’intervista. Nonostante l’età i due innamorati ci tengono a mantenere i propri spazi e la propria autonomia e hanno tenuto entrambi le stanze nelle quali vivevano, ha spiegato Phyllis. I due trascorrono molto tempo all’aria aperta godendosi i pasti insieme e passeggiando nei corridoi della casa di cura con le loro carrozzine.

La loro relazione è sbocciata da alcuni mesi e Phillys, da devota cristiana, ha deciso che era meglio sigillare la loro unione davanti a Dio e sposarsi.

Fonte: NBC24 News

MEZZOPIENO 3 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

LE CASE NEL BOSCO PER GUARIRE: UNA NUOVA TERAPIA Immergersi nella natura è una delle cose che trasmette più serenità e che aiuta a riconnettersi con il mondo e l’ambiente. In Norvegia questo concetto è talmente sentito che persino i medici hanno pensato di utilizzare l’elemento naturale come una vera e propria cura.

I due più grandi ospedali del Paese hanno creato ritiri per l’assistenza dei malati, all’aria aperta. Costruiti con criteri studiati appositamente da architetti e da medici, gli spazi permettono ai pazienti di essere trattati in luoghi calmi e isolati, supportati da una terapia che si rinforza notevolmente prendendo carica dall’elemento naturale circostante. Si chiamano friluftssykehuset, un termine che deriva dal concetto norvegese di friluftsliv - l’importanza di trascorrere del tempo in natura - combinato con la parola sykehus che significa ospedale.

Il primo di questi ritiri è stato costruito nella lussureggiante foresta vicino a un torrente, a pochi passi dall’ingresso del più grande ospedale norvegese, l’Oslo University Hospital. Altri Paesi e anche privati hanno deciso di intraprendere la stessa strada e stanno costruendo casette in riva a laghetti o di fianco a cascate.

Fonte: Jean Arch

LA CHIESA ELEGGE IL PRIMO VESCOVO DONNA

LE FORESTE INCENDIATE RINASCONO GRAZIE AI CANI Nel 2017 gli incendi che hanno colpito il Cile hanno bruciato un’area di 580.000 ettari, causando 11 vittime e spazzando via la foresta e il paese di Santa Olga. Le fiamme hanno distrutto ogni cosa sul loro cammino, dagli alberi alle case, compresi animali e persone. Il presidente cileno Michelle Bachelet ha parlato di questo come “il più grande disastro forestale nella storia del Paese”.

Gli abitanti delle comunità locali si sono messi al lavoro, le case sono state lentamente ricostruite ma la perdita delle foreste e dell’habitat naturale si è presentata come il problema più difficile da affrontare: la risemina della vastissima area colpita sembrava un’impresa impossibile. Una ragazza ha pensato di utilizzare l’entusiasmo dei suoi amici a quattro zampe per risollevare le sorti della foresta. Francisca Torres ha addestrato i suoi border collie per correre attraverso le foreste devastate, indossando zainetti speciali che rilasciano man mano sul terreno semi delle piante autoctone.

I border collie corrono per chilometri dentro la foresta e grazie alla loro preparazione riescono a rimanere concentrati e a non lasciarsi distrarre dalla fauna selvatica che incontrano. I cani percorrono circa 30 chilometri al giorno spargendo così quasi 10 chilogrammi di semi, a seconda della tipologia di terreno che attraversano. Da un punto di vista strettamente logistico, anche droni e robot sarebbero in grado di disperdere semi, tuttavia i cani risultano essere meno costosi e hanno un impatto ambientale inferiore rispetto a quello delle macchine.

Fonte: Pewos

La Chiesa d’Inghilterra ha annunciato la nomina del primo vescovo donna nera della storia.

Si tratta di Rose Hudson-Wilkin, 58enne di origine giamaicana.

“Non mi sento un prete nero ma un prete che ha la buona sorte d’essere nera”, ha dichiarato Hudson-Wilkin cresciuta a Montego Bay, in Giamaica, dove ha vissuto con il padre e la zia dopo che sua madre andò a lavorare nel Regno Unito. Nel 1982 lasciò la Giamaica per studiare in un college inglese ed è in seguito rimasta a vivere in Inghilterra.

“La chiesa deve svegliarsi. Alla fine ha capito che è giusto che le donne siano in posti di comando ma adesso ha bisogno di fare lo

stesso sforzo quando si tratta di minoranze etniche”, ha dichiarato.

“Dopo la Brexit le cose sono cambiate. Ho vissuto per oltre 30 anni in questo Paese ma per la prima volta, l’anno scorso, qualcuno mi ha urlato contro per strada e mi ha detto di tornare in Africa”. “ Ai giornalisti che le chiedono quale sarà la sua linea nei confronti delle minoranze e degli emarginati risponde: “Dobbiamo cambiare queste cose”. A Rose Hudson Wilkin sarà affidata la comunità di Dover, una città sulla

Manica. “Si tratta di una nomina rivoluzionaria e storica. Rose è uno dei ministri più influenti: profetico e pastorale”, ha detto l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby.

Fonte: The Guardian

IL NEW HAMPSHIRE HA ABOLITO LA PENA DI MORTE Il New Hampshire è il ventunesimo stato degli Usa ad aver abolito la pena capitale dal suo ordinamento giuridico.

Lo hanno stabilito la Camera e il Senato con una maggioranza assoluta e schiacciante che ha impedito l’applicazione dell’ennesimo veto del Governatore locale Chris Sununu, contrario alla sua abolizione: come i suoi predecessori, infatti, l’aveva respinta per tre volte negli ultimi 19 anni, nonostante la forte pressione popolare e internazionale.

Il New Hampshire era rimasto l’ultimo Stato della regione del New England (le ex-colonie inglesi) a prevedere la pena capitale, ereditata appunto dal colonialismo britannico. La decisione dei senatori è arrivata circa due mesi dopo il medesimo annuncio della California, Stato americano che ha di fatto sospeso 737 esecuzioni di detenuti nel braccio della morte. Dei 50 Stati americani oggi 20 hanno completamente abolito la pena di morte e diversi altri hanno aderito alla sua moratoria o di fatto sospeso le esecuzioni. 165 condannati a morte negli Stati Uniti sono stati esonerati prima dell’esecuzione della sentenza che è stata convertita in ergastolo.

Gli Stati Uniti d’America sono oggi uno dei 76 stati del mondo, unico paese occidentale, in cui è prevista l’applicazione della pena capitale. In oltre 120 Stati questa pena è stata abolita.

Fonte: Washingotn Post

MEZZOPIENO 4 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

IL TRIBUTO ALL’ALBERO CENTENARIO: DIVENTA UNA LIBRERIA Negli ultimi 10 anni Sharalee Howard ha provato di tutto per salvare il grande albero di pioppo davanti alla sua casa in Idaho (USA), ma i suoi rami secchi continuavano a cadere. Poi è arrivato il giorno in cui un grosso ramo dell’albero di 110 anni è caduto sulla macchina del figlio: era giunto il momento di abbatterlo prima che cadesse sulla casa.

Ma Howard, una amante dei libri che lavora nella biblioteca locale a Coeur d’Alene, sentiva un attaccamento particolare a quel vecchio albero e voleva dargli una nuova vita. Così la donna ha pensato di onorarlo facendolo diventare una piccola libreria gratuita. La sua biblioteca è una minuscola casetta con scaffali di libri che si possono

prendere e riportare usando la sola regola del rispetto, come se fosse la dimora di una famiglia di elfi magici. La donna ha detto che ci sono centinaia di visitatori ogni settimana e un continuo giro di titoli che la gente lascia insieme a biglietti di ringraziamento e messaggi gentili.

Fonte: The Washington Post

IL REGNO UNITO TOGLIE GLI ANIMALI DA TUTTI I CIRCHI L’Inghilterra ha approvato una legge che vieta l’utilizzo di animali selvatici negli spettacoli dei circhi di tutto il Paese.

Le richieste sempre più pressanti della gente e le campagne di molte associazioni animaliste di tutto il mondo hanno ottenuto una vittoria storica a favore degli animali. Il Dipartimento per l’ambiente e gli affari rurali inglese (DEFRA) ha stabilito che dal 2020 nel Regno Unito gli spettacoli dei circhi saranno basati principalmente sulle abilità umane, vietando così la presenza di tigri, leoni, giraffe e di qualsiasi tipo di animale.

Grande contributo a questa battaglia è arrivato dal gruppo Animal Defender International che sta lavorando in tutto il

mondo per abolire gli animali dai circhi, ottenendo risposte simili in diversi altri Paesi, come l’Italia che con la legge del codice dello spettacolo numero 4652 del 2017 ha gettato le basi per una graduale svolta verso circhi senza animali.

Oggi molti promuovono lo spettacolo acrobatico e la valorizzazione di altre abilità umane rinunciando a quelle che prevedono l’uso di animali in cattività, come il celebre circo Barnum, il più antico

al mondo, che dopo 145 anni di attività e oltre 900 spettacoli all’anno, ha dimesso tutti i suoi elefanti e li ha portati in un un grande parco naturale in Florida, dove sono stati inseriti in natura.

Fonte: UK Government; Camera dei Deputati

MEZZOPIENO 5 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

CERNOBYL DENUCLEARIZZATA È DIVENTATA UN SANTUARIO DEGLI ANIMALI Nel 1986 l’esplosione nella centrale nucleare di Chernobyl rilasciò 400 volte più materiale radioattivo di quanto non sia stato rilasciato dal bombardamento di Hiroshima, rendendo impossibile la vita in tutta la regione circostante. Oggi, 30 anni dopo, abbandonata dagli esseri umani, questa area è stata lentamente ripopolata dagli animali e si è trasformata in una grande riserva naturale.

La cosiddetta “Zona di alienazione nucleare di Chernobyl” copre 4.700 chilometri quadrati tra Ucraina e Bielorussia. Prima dell’incidente la regione ospitava circa 120.000 persone; ora le città fantasma, le periferie e le campagne si stanno godendo il più ironico dei ritorni: la fauna selvatica sta fiorendo in assenza dell’umanità.

Un gruppo di ricercatori ha trovato una numerosa comunità di mammiferi che si credevano spariti: orsi bruni, lupi grigi, cinghiali, linci e anche il raro cavallo di Przewalski, che erano andati via dalla regione e ora sono tornati.

Il ritorno della natura è diventato così straordinario che la Bielorussia ha iniziato ad avere un nuovo afflusso turistico di amanti dell’ambiente.

“La riserva si configura come il più grande esperimento europeo di riscatto della natura e gli improbabili beneficiari del disastro nucleare sono stati i lupi, i bisonti e gli orsi che ora vagano per il paesaggio spopolato e le 231 specie di uccelli che si possono trovare qui. La natura selvaggia ci ha dato una lezione importante su come non abbia bisogno di noi, la bellezza ha preso il sopravvento”, dice un ricercatore a capo della spedizione.

Fonte: The Guardian

MEZZOPIENOpensiero

Mezzopieno è innanzitutto un modo di pensare, un approccio alla vita ed una maniera di essere.

Il pensiero Mezzopieno è sempre pro, mai contro.

Mezzopieno si pone come risposta costruttiva al vittimismo, alla polemica e al disfattismo. Il modo di essere Mezzopieno collabora con tutti per stimolare risposte positive all’atteggiamento pessimista, a quello conflittuale e alla ricerca di capri espiatori. Vivere Mezzopieno significa non avere timore di caricarsi delle responsabilità e dell’impegno di individuare stimoli creativi e fecondativi diversi dalle dinamiche distruttive e di contrasto. Il cambiamento è responsabilità di chi costruisce con umiltà, coinvolgendo il maggior numero di persone possibile in relazioni collaborative.

Piuttosto che cercare di demolire ciò che è ritenuto sbagliato, Mezzopieno propone alternative, pratiche e comportamenti che perseguono l’armonia e che non impiegano energia per contrastare ma per creare. La scelta buona prende il posto di quella cattiva.

Chi si identifica nel Mezzopieno non esalta il buonismo ma ha un approccio positivo e aperto al diverso ed al nuovo.

Il cambiamento è un processo che va condiviso da tutti e può avvenire soltanto lentamente, con la presa di coscienza e la partecipazione costruttiva di ogni elemento della società.

L’alternativa alla rivoluzione è l’evoluzione. La vera forza che manda avanti il mondo da sempre e che lo ordina attraverso la crescita e la collaborazione di tutti.

Chi giudica questo modo di pensare come naif… ha ragione!

Non è obiettivo del pensiero Mezzopieno produrre utili o generare profitto. È dimostrato che i buoni esempi “sono in grado di suscitare emozioni positive e di spingere le persone a seguire gli esempi presentati e addirittura provocare reazioni fisiche tali da lasciare un’impronta duratura capace di influenzarne le azioni future. Questo fenomeno, che in psicologia prende il nome di “elevazione morale’” può provocare cambiamenti comportamentali e predisporci all’empatia e all’interazione sociale”.

MEZZOPIENO 6 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

MEZZOPIENOcosafacciamo Indice di benessere

La comunità Mezzopieno è un movimento formato da persone, gruppi e associazioni che credono nell’importanza di promuovere ed interpretare un approccio costruttivo ed armonioso nella società e nella vita, nel rapporto con gli altri e nella gestione delle sfide e delle difficoltà.

La comunità Mezzopieno: Semi Onlus International, Voluntas Foundation, Fondazione Arbor, Gruppo di ricerca Valori, Etica ed Economia dell’Università di Torino, associazione Volonwrite.

Il gruppo di lavoro Mezzopieno è aperto. Nei primi due lunedi di ogni mese ci incontriamo alle 19 alla Casa del Quartiere di via Morgari 14 a Torino, in zona San Salvario.

INFO SU WWW.MEZZOPIENO.ORG

DIFFUSIONE DI MEZZOPIENO NEWS: IL CERCHIO DELLA GRATITUDINE Mezzopieno News è un veicolo di condivisione per diffondere la cultura della positività, per sensibilizzare e motivare le persone a mettere in gioco le proprie capacità e la propria intelligenza propositiva. Il “cerchio della gratitudine” è il progetto che prende vita dalle relazioni di gratuità e di gratitudine che si vengono a creare intorno a Mezzopieno News: il periodico, nella sua forma cartacea, viene consegnato di mano in mano nel cerchio delle conoscenze e delle persone vicine ai membri della comunità e diventa uno strumento di relazione e di condivisione.

I volontari della comunità Mezzopieno sono attivi nella distribuzione di Mezzopieno News in: Ospedali - Case di cura e di degenza - Centri di accoglienza per anziani - Carceri ed istituti penitenziari - Scuole - Parrocchie - Associazioni - Aziende - Circoli - Comunità.

La felicità si trova nelle cose semplici La felicità non costa niente, si trova in cose che tutti possono fare e non è correlata alla disposizione di strumenti tecnologici o a qualcosa che ci connette virtualmente con il mondo.

Il modo di interagire degli adolescenti di oggi è cambiato e passa principalmente attraverso i contatti online. Fino a qualche decennio fa questi stessi contatti avvenivano quasi esclusivamente “faccia a faccia”. Uno studio prolungato sull’adolescenza condotto negli Stati Uniti mostra che, fra le varie attività che impegnano i ragazzi, quelle che non coinvolgono la tecnologia mostrano una correlazione positiva con i loro livelli di felicità. Al contrario, al crescere del tempo

L’UFFICIO STUDI MEZZOPIENO L’attività di ricerca è lo strumento attraverso il quale il movimento Mezzopieno approfondisce la sua capacità di interpretare ed analizzare la società e le sue evoluzioni. I programmi di ricerca del movimento sono un laboratorio permanente che coinvolge università, ricercatori, associazioni e gruppi di lavoro. In particolare, Mezzopieno svolge l’attività di studio e analisi in collaborazione col Gruppo di Ricerca Valori, Etica ed Economia dell’Università di Torino, di cui è membro.

MEZZOPIENO NELLE SCUOLE La cultura della positività entra nelle scuole con laboratori di lettura e comunicazione gentile.

Attraverso attività, giochi ed esperienze si trasmettono i valori della fiducia, della gratitudine e della collaborazione, per stimolare il lato migliore di ogni studente e la capacità di educare la propria volontà al bello e al buono.

MEZZOPIENO 7 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

trascorso davanti a un dispositivo (che sia per mandare messaggi o per navigare su internet), i livelli di felicità diminuiscono.

Dormire più di 7 ore a notte, praticare sport, interagire con gli altri e fare volontariato sono fra le attività maggiormente correlate alla felicità dei ragazzi fra i 13 e i 16 anni. Queste attività impegnano i ragazzi in misura nettamente inferiore rispetto al passato, come evidenzia il World Happiness Report, che infatti individua in questo il motivo della diminuzione dei livelli di felicità generale fra gli adolescenti e le segnala come quelle che continuano a portare qualità nella loro vita.

Fonte: Monitoring the future, World Happiness Report 2019

MEZZOPIENOfocus

vivendo come i locali, spostandoci come loro, mangiando come loro, vestendoci come loro.

Dare il nostro contributo attraverso progetti di volontariato.

Coltivare alcune delle nostre passioni, come quella per la cucina, facendo corsi di cucina vegetariana in ciascun Paese visitato.

Approfondire le nostre conoscenze in ambito olistico facendo corsi di trattamenti energetici, come il reiki, le campane tibetane, il massaggio tradizionale thai.

Per raccontare il nostro viaggio abbiamo creato una pagina Facebook e Instagram che abbiamo chiamato “Travelling with Sonila”, un diario di viaggio per raccontare l’Oriente visto con i nostri occhi e vissuto con il nostro cuore.

Una pagina dove continuiamo a raccontare i nostri viaggi anche oggi.

Abbiamo visitato Thailandia, Indonesia, Singapore, Malesia, Laos, Cambogia, Vietnam, Sri Lanka, India. In India siamo stati tre mesi con la comunità tibetana in esilio.

Thailandia, la terra dei sorrisi. Indonesia, dove ogni europeo si sente un vip. Singapore, la Svizzera dell’Asia che ci ha impressionato per la pulizia e l’ordine. Malesia, la terra di Sandokan: questo era quello che sapevamo Così il 14 Aprile 2016 abbiamo preso il nostro prima di partire, ma abbiamo scoperto un primo volo di sola andata per la Thailandia. magnifico Paese multiculturale e multietnico, Accolti da tantissimi sorrisi e un senso di dove convivono in pace culture e religioni tranquillità ci siamo sentiti subito sereni e diverse. pronti per quel nuovo inizio. L’avventura Laos, il Paese che non è un Paese ma uno “stato poteva cominciare in modo positivo. mentale”.

Che cosa volevamo da quel Cambogia, il Paese del viaggio?

Niente è impossibile grande regno Khmer: nei Partire alla ricerca di magnifici templi di Angkor culture, tradizioni, cibi nella vita e non ci Wat ci siamo sentiti come tipici, religioni, paesaggi, sono limiti di età all’interno di una favola, spiritualità e storie di vita per essere felici scoprendo la dolcezza delle delle persone. persone nonostante una storia Decidere momento per molto dura e ingiusta. momento cosa fare, senza Vietnam, grande tradizione culinaria, pianificare, vivere ogni giorno con una cultura antica che unisce in sé influenze intensità come se fosse l’ultimo della nostra diverse e un popolo ospitale e allo stesso vita. tempo molto orgoglioso e fiero, che corre in Immergerci completamente nelle società e avanti facendo passi da gigante per lasciarsi nelle culture dei Paesi che avremmo visitato,

Mezzopieno in valigia. Sedici mesi in Oriente per scoprirsi felici

SONILA

QUESARAKU

IVE

FABIO

Ci chiamiamo Fabio e Sonila, siamo una coppia italo-albanese. Ci definiamo “curiosi cittadini del mondo alla ricerca della felicità”.

Crediamo che la nostra storia sia in pieno stile “mezzopieno”. Abbiamo fatto un lungo viaggio di sedici mesi in Oriente e nel nostro mondo interiore: un diploma di vita che ci ha cambiati per sempre, aiutandoci a superare limiti mentali, a vincere pregiudizi, ad affrontare paure e scoprire talenti, qualità e passioni che non sapevamo di avere.

Spesso ci lamentiamo di non fare quello che vogliamo, di non essere felici, ma non facciamo nulla, non agiamo per cambiare le cose. Noi abbiamo deciso di farlo, prendendo un giorno una decisione che avrebbe cambiato per sempre le nostre vite.

Da anni ci chiedevamo: ma noi siamo veramente felici? Ci alziamo la mattina contenti di andare al lavoro? Stiamo facendo il lavoro giusto per noi? Stiamo dando il nostro contributo al mondo o siamo solo un numero per qualcuno in cambio di uno stipendio?

Siamo veramente liberi e padroni del nostro tempo?

Non avevamo tutte le risposte alle nostre domande ma avevamo 3 cose.

Una risposta: volevamo essere felici.

Una consapevolezza: questa felicità dovevamo andare a prendercela.

Un grande sogno: viaggiare, in Asia, zaino in spalla, lentamente, tra le persone locali. Senza limiti di tempo e con una sola parola chiave: libertà. La libertà di decidere giorno per giorno dove andare, quanto stare, cosa fare.

Fare un lungo viaggio alla scoperta dell’Oriente ma anche del nostro mondo interiore.

MEZZOPIENO 8 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

MEZZOPIENOfocus

spiritualità.

E poi c’è un piccolo Tibet in India, a Dharamsala, alle spalle uno scomodo passato. dove risiedono anche il Dalai Lama e il Sri Lanka, la lacrima dell’India, dove sembra governo tibetano in esilio. Non avevamo mai che il tempo si sia fermato. visto nessun altro popolo al mondo amare un India, il Paese dei 33 milioni leader spirituale e politico di dei. “Welcome to come i tibetani fanno con il Incredible India” furono le Abbiamo imparato a Dalai Lama. prime parole che ci dissero Cosa ci ha insegnato questo vivere con l’essenziale appena arrivati: è davvero viaggio? incredibile, non è un Paese, e a superare i Abbiamo imparato a vivere piuttosto gli Stati Uniti condizionamenti con l’essenziale: in fondo, d’India, un miscuglio di sapori, tutto quello che avevamo con odori, colori, suoni, musiche, noi era uno zaino con poche cose, religioni, tradizioni, ma noi ci sentivamo così bene, leggeri.

Ci ha aiutati a superare i diversi condizionamenti mentali, culturali e sociali che portavamo inconsapevolemnte nel bagaglio.

Abbiamo imparato l’essenza di valori come gratitudine, perdono, compassione e amore incondizionato.

Ci ha insegnato a vivere la vita giorno per giorno, perché non sappiamo mai cosa può succedere domani. Spesso in Occidente siamo talmente proiettati nel futuro che non viviamo il momento presente, che è l’unico che veramente conta.

Ci ha fatto capire quanta umanità c’è nel mondo oltre tutta la negatività che siamo abituati a sentire dai media.

Ci siamo resi conto che niente è impossibile nella vita. Che non ci sono limiti di età per essere felici. Che la casa non è il luogo dove sei nato ma dove ti senti bene, senza dimenticare mai da dove vieni.

“Viaggiare è camminare verso l’orizzonte, incontrare l’altro, conoscere, scoprire e tornare più ricchi di quanto si era iniziato il cammino”, dice Luis Sepulveda.

Noi ci ritroviamo molto in queste parole: siamo tornati più consapevoli che la ricchezza che acquisisci dal viaggio ti rimane per sempre e niente e nessuno può togliertela.

In viaggio attraverso il cibo: corsi e scambi culinari in viaggio Cucinare è una delle nostre più grandi passioni. Abbiamo deciso di coltivarla ulteriormente in Asia facendo un corso di cucina in ogni Paese visitato. È stato emozionante tornare studenti in viaggio.

Poi abbiamo dato vita a scambi culinari con la gente del posto: in Vietnam abbiamo preparato cibo italiano e albanese per la famiglia che ci ospitava mentre loro per noi hanno cucinato vietnamita.

Il cibo unisce i popoli. Abbiamo festeggiato il Natale in Malesia, preparando la cena natalizia per altri viaggiatori di diverse nazionalità, culture e religioni: tutti insieme abbiamo condiviso un momento gioioso di festa, attraverso il cibo, indipendentemente dalle nostre credenze.

In India, a Bali e in Indonesia, nei ristoranti dove abbiamo apprezzato molto il cibo abbiamo chiesto se fosse possibile entrare in cucina durante una serata normale di servizio per imparare i piatti fatti da loro.

MEZZOPIENO 9 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

Il volontariato in viaggio: insegnare inglese in Cambogia

Quando siamo partiti il nostro lungo viaggio in Asia, nei nostri piani c’erano anche delle esperienze di volontariato. Il nostro motto era: non possiamo fare tutto, ma possiamo fare qualcosa.

Ci siamo proposti come insegnanti di inglese per i bambini della scuola Children Legacy Organization al Lolei village, in Cambogia.

L’esperienza di volontariato è un’altro modo di vivere il viaggio, aiuta a essere in contatto con le persone del posto e conoscere più da vicino la loro storia, la loro cultura e le loro tradizioni. Abbiamo vissuto a casa di Sovannarith, il fondatore della scuola, insieme alla sua meravigliosa famiglia, immergendoci così nella vita reale e quotidianità cambogiana.

Essere accolti ogni giorno a scuola dai sorrisi dei bambini e dalla loro grande voglia di imparare ci ha riempito il cuore di gioia.

DONARE LE FERIE AI COLLEGHI IN DIFFICOLTÀ: L’ITALIA ALTRUISTA

IL MARE NON HA PIÙ BARRIERE: BOOM DELLE SPIAGGE INCLUSIVE

L’incidente del figlio di una salumiera dell’Ipercoop di Baggio, quartiere di Milano, la obbliga ad assentarsi per otto mesi dal lavoro. Per non farle perdere il posto, i colleghi si mettono d’accordo e decidono di donarle parte delle proprie ferie, in modo che possa stare col figlio senza compromettere la sua posizione. È nata così una nuova forma di protezione del lavoro e di solidarietà tra colleghi: i dipendenti di Coop Lombardia dialogando con l’azienda sono riusciti a rispondere a un bisogno non previsto nei contratti, un sistema di auto-sostegno che è ora è diventato una buona prassi diffusa e condivisa. L’azienda ha accolto la proposta ed è così nato il Contratto Integrativo, un accordo che dà un nuovo valore alle relazioni aziendali, al lavoro e alla solidarietà.

“Negli ultimi due anni, il capitolo del Contratto Integrativo dedicato alla solidarietà fra i dipendenti ha avuto modo di venir applicato in diverse occasioni”, spiega il Direttore Risorse Umane di Coop Lombardia, Luca Rizzardi. “Ben otto dipendenti della Cooperativa, in situazioni di difficoltà personali molto differenti fra loro, hanno potuto beneficiare della sensibilità di molti colleghi che hanno donato loro più di 2000 ore delle loro ferie residue. L’applicazione di quanto previsto nel Contratto Integrativo e la generosità di quasi 400 colleghi hanno permesso a questi lavoratori di non vedere appesantite le loro già complesse problematiche familiari dalla mancanza di retribuzione dovuta a periodi di aspettativa non retribuita o a periodi di malattia che si prolungavano oltre i 6 mesi”.

Una delle prime è stata la spiaggia comunale di San Foca, a Marina di Melendugno (Lecce), diventata già nel 2016 un litorale completamente inclusivo, anche per persone con disabilità. Il sistema per permettere l’accesso alla spiaggia ha avuto talmente tanto successo che si è pensato di offrire a chi è costretto sulla carrozzina di poter fare il bagno.

La spiaggia libera è stata dapprima dotata di un pedana per le sedie a rotelle e poi di uno scivolo studiato apposta per consentire di entrare in mare: si tratta di una passerella meccanica alimentata ad energia solare con due binari su cui scorre una sedia studiata per portare chi ha disabilità motorie direttamente in acqua dalla spiaggia. La sedia è utilizzabile dagli utenti in piena autonomia attraverso un telecomando che permette la discesa e la successiva risalita in base alle esigenze. Il sistema dispone inoltre di una pensilina dotata di una doccia ad acqua dolce e di spazi per lo stazionamento e il relax.

La passerella è presidiata da personale addetto, che tuttavia non ha altro compito che quello di garantire la sicurezza delle operazioni.

In Italia tanti altri litorali hanno deciso di attrezzare le proprie spiagge per portatori di disabilità: da Sestri Levante a Lignano, da Iesolo a Policoro, San Vito Lo Capo ma anche Catanzaro, Rimini, Termoli, Riviera del Conero, Taranto, Trani fino a Bari.

Fonte: Comune di Taranto; Lecce News; Agrigento Notizie; Cronache Fermane

Fonte: Vita; COOP Lombardia

MEZZOPIENO 10 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

LA FAVOLA DI DENIS: A 16 ANNI DAL CAMPO DI QUARTIERE AL PARIS S.G. È passato in pochi giorni da una piccola squadra di provincia a una delle società calcistiche più famose al mondo: il giovane portiere italiano Denis Franchi che fino a ieri giocava nel Prata Falchi, club di promozione della provincia di Pordenone, oggi è ufficialmente un giocatore del Paris Saint Germain, con cui ha firmato un contratto triennale.

Sul portiere classe 2002, che nell’ultima stagione ha giocato in prestito nell’under 17 dell’Udinese, lo staff del club parigino aveva messo gli occhi già durante un torneo estivo a Nantes per poi decidere di acquistare il suo

cartellino e aggregarlo alla squadra giovanile.

Denis nel corso della stagione avrà persino la possibilità di guadagnarsi la maglia da terzo portiere della prima squadra e potrebbe realizzare il sogno di giocare al fianco di Neymar e Mbappé. Nella capitale francese Denis proseguirà

sia per i turisti che per le comunità locali che condivideranno piccole attività sul territorio, come percorrere e pulire i sentieri, produrre prodotti artigianali tipici e condividere reciproche esperienze, accompagnati da esperti di crescita personale.

“Stare in mezzo alla natura può abbassare la pressione sanguigna e alleviare le emozioni negative. Con un po’ di natura al giorno ti toglieremo il medico di torno”, scrivono gli organizzatori. “Solo uscendo dalla propria comfort zone si può rischiare di essere felici”.

Un nuovo approccio al benessere del quartiere e della gente che lo abita si chiama “maggiordomo di quartiere”. È Genova la città italiana ad aver inserito la sperimentazione di questa figura tra i suoi quartieri, una persona a disposizione dei cittadini per commissioni, consegne, piccole manutenzioni e cortesie di vicinato. L’iniziativa ne segue altre analoghe già avviate in città negli anni passati e crea una figura che si occupa di prestare un aiuto in piccole cose che spesso la gente ha difficoltà a fare, come il pagamento di bollettini, il ricevimento della posta o di pacchi, il monitoraggio degli anziani, il ritiro di ricette e la consegna di farmaci. È un modo nuovo di rispondere ai ritmi incalzanti del nostro tempo, all’innumerevole quantità di impegni che lavoratori, famiglie e anziani affrontano ogni giorno nella vita frenetica delle città. “L’obiettivo è mettere al servizio dei cittadini un aiuto che possa rivelarsi prezioso nel semplificare la loro vita nel quotidiano, migliorando la conciliazione vita-lavoro, con l’ampliamento dell’offerta dei servizi e con il massimo coinvolgimento delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, favorendo quelle cortesie di buon vicinato che migliorano la vita della comunità”, afferma l’assessore alle Pari opportunità della Regione Liguria.

Fonte: Heart of Dolomites

Fonte: Genova Post

anche i suoi studi, frequentando il liceo linguistico.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

VACANZE GRATIS PER CHI ACCETTA DI DISCONNETTERSI Una proposta provocatoria che stimola la capacità di mettersi in gioco e di fare un passo indietro per sperimentare nuovi modi di

vedere il mondo: 8 comuni veneti in provincia di Belluno, nel cuore delle Dolomiti, l’hanno chiamata “Ricaricati

in natura”, con il motto “Perditi per poi ritrovarti con noi”. Il principio è che la natura renda felici e permetta di ritrovare la propria dimensione più vera. I comuni delle Dolomiti hanno lanciato un premio per offrire 5 giorni di ospitalità gratuita a chi si impegna a disconnettersi completamente con il resto del mondo, lasciare a casa il cellulare e vivere un’esperienza di sola connessione con la natura, le persone e la vita di questi luoghi.

La vacanza sarà una immersione accompagnata dalla comunità locale che mostrerà le attività e segreti per vivere sani e sereni. Sarà un’esperienza di crescita personale e trasformativa,

GENTILEZZA CIVICA: ARRIVA IL MAGGIORDOMO DI QUARTIERE

MEZZOPIENO 11 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

I MURI DELLE CITTÀ DIVENTANO FILTRI PER PURIFICARE L’ARIA

SCOPERTO COME RIGENERARE IL CUORE DOPO L’INFARTO

I ricercatori della scuola Sant’Anna di Pisa Istituto della vita, insieme a quelli del International Center for Genetic Engineering and Biotechnology di Trieste, hanno scoperto come permettere la rigenerazione di un cuore che ha subito un infarto.

Questo risultato è possibile grazie alla stimolazione delle cellule cardiache tramite il microRNA-199a umano. Un mese dopo l’infarto del miocardio e la somministrazione di questo RNA, i casi trattati hanno mostrato miglioramenti marcati nella contrattilità, aumento della massa muscolare e ridotta dimensione della cicatrice. “Questi risultati funzionali e morfologici sono correlati alla de-differenziazione e proliferazione dei cardiomiociti”, spiega la ricerca pubblicata su una delle più prestigiose riviste scientifiche del

mondo, “Nature”.

L’ispirazione per gli scienziati è nata dall’osservazione della natura e in particolare dalla rigenerazione spontanea del cuore dei pesci e delle salamandre.

Questa scoperta è considerata dalla comunità scientifica uno straordinario obiettivo perchè permette di gettare le basi mediche per una terapia per la riparazione del muscolo cardiaco.

Fonte: Nature Volonwrite per Mezzopieno

Le città di Padova e di Abano Terme hanno organizzato per la prima volta un festival dedicato all’arte di strada come forma di attivismo ambientale.

Il Festival Biennale della Street Art Super Walls è una iniziativa che ha coinvolto tanti artisti italiani e francesi impegnati nell’arte e nel sociale, per sensibilizzare la gente alla propria responsabilità nei confronti dell’ambiente. Le loro opere sono enormi messaggi visivi che hanno riqualificato alcuni quartieri del territorio urbano e suburbano ma che allo stesso tempo sono diventati veri e propri filtri per purificare l’aria.

Per dipingere le superfici concesse da pubblico e privati, gli artisti

hanno utilizzato la tecnologia italiana Airlite, una pittura che attivata dalla luce è in grado di purificare l’aria depurandola dall’88,8% degli agenti inquinanti.

Queste vernici sono state inventate da un’azienda italiana e riescono anche a eliminare il 99,9% dei batteri, respingere la polvere e lo sporco e ridurre i costi energetici degli edifici fino al 50%.

Le opere d’arte realizzate nel corso del Festival hanno coperto 1500 metri quadri di superfici che si sono trasformate in un ideale bosco verticale che riossigena

la città: ogni metro quadro di pittura infatti ha sull’aria un impatto equivalente a un metro quadro di foresta.

Fonte: Biennale Street Art; Airlite

L’ACQUA DEL RUBINETTO È SEMPRE PIÙ BEVUTA

Il consumo di acqua del rubinetto da parte delle case italiane è in forte crescita. In Italia sono due su tre a bere “l’acqua del sindaco”, una pratica che sta permettendo di risparmiare circa due miliardi di bottiglie di plastica ogni anno.

Il 63,7% degli italiani fa affidamento sull’acqua del rubinetto, metà di questi la beve con regolarità. I dati sono stati raccolti da Open Mind Research di Aqua Italia. In particolare il 18,5% dichiara di avere almeno un dispositivo di trattamento dell’acqua nella propria abitazione. Le normative italiane sono tra le più severe del mondo e presentano delle restrizioni di parametri relativi alla concentrazione ammessa di alcune sostanze per le acque di rete che non sono invece previste per le acque in bottiglia. L’acqua di rubinetto è quindi sottoposta a una disciplina molto più restrittiva rispetto a quella delle acque industriali in vendita.

Per quanto riguarda gli esercizi commerciali (alberghi, bar, ristoranti), il 20,9% consuma abitualmente acqua del rubinetto trattata. Oltre a essere una scelta ecologica, si tratta anche di un’opzione economica: l’acqua in bottiglia è sul mercato a un costo medio di circa 30 centesimi al litro a fronte di una media di 1,5 euro per metro cubo (pari a mille litri) di acqua del rubinetto. L’acqua in bottiglia può arrivare a costare 1000 volte di più dell’acqua dell’acquedotto.

Fonte: Anima Confindustria MEZZOPIENO 12 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

282 COMUNI ITALIANI VERSO L’AZZERAMENTO DEI RIFIUTI L’Italia è uno dei Paesi che più in Europa ha realizzato gli obiettivi di efficienza per quanto riguarda la raccolta differenziata dei rifiuti.

Sono 282 i comuni italiani che hanno già aderito alla strategia Rifiuti Zero, un modello messo a punto per primo da Capannoli, in provincia di Lucca, e poi diffuso in tutta Italia: nel 2008, con i suoi 46.000 abitanti ha raggiunto il 60% di raccolta differenziata, adottando per primo un sistema tariffario basato sull’effettiva quantità di rifiuti prodotti. Il modello si basa sul principio che i rifiuti non siano più considerati scarti ma risorse da riutilizzare e far tornare materie prime e seconde. Questo sistema tende ad annullare i prodotti da smaltire e si articola in 10 passaggi: separazione alla fonte, raccolta porta a porta, compostaggio, riciclaggio, riduzione dei rifiuti, riuso e riparazione, tariffazione puntuale, recupero dei rifiuti, centro di ricerca e riprogettazione e infine azzeramento dei rifiuti.

Il protocollo è stato teorizzato da Paul Connett, un ricercatore di chimica ambientale dell’Università Saint Lawrence di Canton, New York e in diversi Stati sta diventando una buona pratica.

Connett crede che questo possa essere il modo più sostenibile per affrontare lo smaltimento dell’enorme quantità di rifiuti che il mondo produce.

Fonte: Zero Waste Italy

UNA NUOVA MODA: LE GITE SCOLASTICHE PER PULIRE LE SPIAGGE È sempre più comune che in gita scolastica, invece di visitare monumenti o musei, si svolga una attività utile a tutti, come pulire le spiagge.

Nei giorni scorsi 150 studenti di Roma sono andati in gita in Campania nella spiaggia di Cala del Cefalo in Cilento e hanno rimosso 140 chili di immondizia; pochi giorni dopo anche in Calabria è stato fatto lo stesso ad Amantea, dove 490 alunni delle scuole secondarie di primo grado di Lago, Campora, Aiello e Cleto hanno pulito complessivamente 13 chilometri di spiaggia. L’idea è venuta al professor Nicola Morelli dell’IC Mameli

IL TAXI SOLIDALE CHE PORTA A CASA I RAGAZZI DI NOTTE

Tutto è partito da un gruppo di ragazzi che dopo aver perso un amico in un incidente automobilistico, dopo una festa, hanno deciso che la stessa cosa non sarebbe più dovuta accadere ad altri.

Lo hanno chiamato Taxi AGV, in ricordo di Giacomi Vidiri, il diciassettenne romano che nel giugno di sei anni fa perse la vita e nel cui nome hanno aperto un’associazione. “Siamo come gli amici sobri che prendono le chiavi della macchina e portano a casa chi ha alzato troppo il gomito. Abbiamo accompagnato diverse centinaia di ragazzi che non erano in condizioni di poter tornare da soli” spiega uno di loro. Il loro compito è di fare da angeli custodi ai loro coetanei.

“Siamo orgogliosi di questa iniziativa nata e voluta dai ragazzi dell’associazione che hanno dedicato una intera serata a questo servizio ed i tanti ringraziamenti ricevuti testimoniano che siete GRANDI” scrive uno dei ragazzi accompagnati a casa. “Fate un servizio pazzesco, molto sicuro per noi ragazzi. Ero un po’ scettico, ieri l’ho provato e sono rimasto molto colpito dalla simpatia del ragazzo che ha accompagnato me e i miei compagni di scuola” dice un altro su Facebook.

L’iniziativa è attiva a Roma ma in diverse altre città, gruppi di giovani stanno organizzandosi per offrire lo stesso servizio a chi ne ha bisogno, incominciando dalla cerchia delle loro stesse compagnie.

Fonte: Associazione Giacomo Vidiri MEZZOPIENO 13 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

Manzoni di Amantea che spiega: “Si tratta di una manifestazione inserita nell’offerta formativa di questo istituto, da sempre impegnato nello sviluppo delle competenze di cittadinanza attiva e nell’educazione al rispetto dell’ambiente e dei beni comuni”.

La giornata di pulizia è stata resa possibile dalla collaborazione di tanti privati che hanno sponsorizzato l’evento fornendo magliette, bevande, alimenti, sacchetti dell’immondizia e collaborando alla riuscita di una giornata allegra e di grande valore educativo.

Fonte: Mondo Balneare

MEZZOPIENO52passi Ogni primo Lunedì del mese, dalle ore 19 alle 21, il cammino individuale prosegue con momenti di incontro comuni, per condividere i passi settimanali e dialogare intorno ad essi.

Appuntamenti aperti a tutti presso la Casa del Quartiere di San Salvario di Via Morgari 14 a Torino (saloncino in fondo al cortile):

I 52 PASSI SONO UN PERCORSO DI IMPEGNO PERSONALE CHE CONSISTE NELL’AFFRONTARE PICCOLI PROPOSITI SETTIMANALI, UNO PER OGNI SETTIMANA DELL’ANNO, CON L’OBIETTIVO DI VEDERE IL LATO MEZZOPIENO DEL MONDO. LE QUATTRO AREE DI IMPEGNO: cri r is Pe

- IL RAPPORTO CON SE STESSI E CON IL PROPRIO INCONSCIO

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- LE RELAZIONI

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- IL RISPETTO DELL’AMBIENTE - LA SPIRITUALITÀ

7 Ottobre: presentazione del percorso dei 52 passi 4 Novembre: il corpo non mente

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LE BUONE ABITUDINI UN ALLENAMENTO ALLA FELICITÀ

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“Anche se avrò aiutato una sola persona a sperare non avrò vissuto invano” (Martin Luther King)

Sentirsi supportati 1. Fai una lista delle persone vicine a te che ti offrono conforto e sicurezza. È utile tenere in considerazione: Qual è la persona con cui passi più volentieri del tempo?

Qual è la persona da cui è più difficile rimanere lontano?

Qual è la persona a cui vuoi parlare quando sei preoccupato/a di qualcosa?

Qual è la persona a cui guardi quando ti senti giù?

Qual è la persona che sarà sempre lì per te?

Qual è la persona con cui vuoi condividere i tuoi successi?

2. Scrivi sei qualità che sono comuni a queste persone; qualità che loro incarnano fortemente.

3. Dopodiché riporta alla memoria e visualizza una situazione in cui ti sentivi stressato o preoccupato e una di queste persone ti ha confortato o aiutato.

4. Scrivi una breve descrizione di quella situazione e di come ti sei sentito in quel momento.

Molti di noi desiderano essere gentili e premurosi ma spesso ciò è più facile a dirsi che a farsi, specialmente quando ci sentiamo stressati, minacciati o insicuri. Spesso in questi momenti la nostra reazione naturale è concentrarci su noi stessi e assicurarci di essere al sicuro, anziché prestare attenzione ai bisogni degli altri e supportarli. Tuttavia disconnetterci dagli altri provoca di fatto un aggravamento del nostro stress.

Questo esercizio ti aiuta a liberarti da questa spirale verso l’interno. La Ricerca sottolinea l’importanza della “sicurezza nell’attaccamento”, uno stato che coinvolge sentimenti di fiducia e conforto. Quando ci sentiamo al sicuro la nostra energia può essere più facilmente diretta verso la cura degli altri. Riflettere sulle persone che nella nostra vita ci amano e ci supportano può aumentare questa sensazione di sicurezza e ricordarci il tipo di qualità che vogliamo incarnare quando supportiamo gli altri; rendendoci in questo modo più abili nel rispondere in maniera compassionevole quando incontriamo qualcuno in stato di bisogno.

(In collaborazione con The Greater Good Science Center presso UC Berkeley http://ggia.berkeley.edu; http://greatergood.berkeley.edu)

MEZZOPIENO 14 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

Vuoi fare il primo passo?

Fermati a guardare il cielo almeno una volta al giorno

Dai una seconda chance a chi ti ha fatto un torto

MEZZOPIENO 15 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

Prima di mangiare, dedica un pensiero a chi e ha cucinato per t

MEZZOPIENOintervista

ovvero lo scontro a fuoco con un bracconiere. Il 99,9% del loro lavoro è pattugliare, noi cerchiamo di focalizzare la loro attenzione sull’altra percentuale minima. Io dico sempre che chiunque debba lavorare con un oggetto di quel tipo in mano deve saperlo usare nel modo giusto, non solo per difendere se stesso, ma per evitare di fare del male agli altri.

A livello di risultati della vostra azione possiamo dare qualche dato?

Io sono molto soddisfatto del nostro operato, ma non sarebbe giusto definirlo solo nostro. Io sono quello che condivide le proprie competenze e conoscenze con i rangers, ma poi sono loro a mettersi in gioco. I rangers non sono soldati, ma sono dei conservatoristi armati. Un risultato più che soddisfacente è che nella riserva privata dove

Davide Bombem GATTO

ELISABETTA

Un guerriero di pace per salvare la natura

Conoscendo la tua storia, mi ha molto stupita come tu riesca a essere “mezzopieno” nel promuovere la preservazione dell’ambiente e della fauna attraverso quello che può essere uno strumento tutt’altro che pacifico.

Noi siamo una realtà dicotomica a livello teorico, nel senso che da un lato

cerchiamo di preservare la vita e dall’altro lo dobbiamo fare usando degli strumenti che solitamente servono al contrario. Utilizziamo le armi come strumento di difesa personale. I bracconieri per raggiungere il loro risultato uccidono gli animali e molte volte chi si frappone tra loro e il loro obiettivo diventa esso stesso bersaglio o vittima.

Ovviamente sarebbe poco utile

passare le giornate a insegnare ai ranger a leggere le tracce degli animali – cosa che sanno fare molto meglio di noi –, quindi andiamo a specializzarci su quelle tematiche, come l’uso tattico delle armi o di strategie che derivano da movimentazione militare per insegnare a queste persone a fare quello che potrebbero dover far nello 0,01% dei casi nel corso della loro attività,

MEZZOPIENO 16 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

lavoriamo da più tempo, ovvero da 12 anni, non è mai arrivato un bracconiere a uccidere un rinoceronte.

E qualche progetto in Italia?

Col patrocinio della città di Torino e in collaborazione con Zoom abbiamo avviato il progetto TOrinocernonte: nato 3 anni e mezzo, ha permesso di raccogliere fondi grazie ai visitatori del bioparco per salvaguardare la preziosa ma minacciata macrofauna del continente africano. Abbiamo finanziato un progetto in Namibia, uno per l’inserimento di un microchip antibracconaggio sotto la cute e all’interno del corno di un esemplare di rinoceronte bianco del Parco del Pilanesberg, in Sudafrica.

La conservazione senza fondi rimane conversazione, ma quest’ultima ci serve per raccontare quello che facciamo.

MEZZOPIENOintervista La tua passione per l’Africa né cattiveria. Quel gigantesco nasce moltissimi anni fa... bestione si appoggiò al mio Direi che corpo con la nasce a livello stessa dolcezza atomico o che farebbe m o l e co l a re : una madre con Dobbiamo trasformare nel mio dna un neonato da la biodiversità in c’è un 33% allattare, allungò bioricchezza di mio padre, la zampona un 33% di mia posteriore e si fece madre e un 33% grattare dall’altra di Africa! Tutti gli anni parte. mio padre, da quando avevo 4 anni, mi portava in Africa a fare Vi siete conquistati a vicenda! dei viaggi straordinari. La sua è Io ho smesso di parlare fino stata una figura fondamentale all’ora di cena, poi, un po’ come nel forgiare anche il mio modus faceva Achille con suo padre, io operandi. dissi al mio: “Padre, io so cosa Il momento culmine è stato farò da grande. Farò il ranger e quando avevo 12 anni. Mio proteggerò tutti i rinoceronti.” padre mi portò in Zimbabwe Avevo 12 anni, da allora non in uno dei primi orfanotrofi per ho smesso e penso che per i rinoceronti, il parco nazionale prossimi anni non smetterò. di Matusadona, e qui ebbi per la prima volta l’occasione di accarezzare la pancia di Nell’immaginario comune i un rinoceronte adulto, una bracconieri sono considerati femmina. Io senza paura o quasi dei “predatori”. Qual senza pensiero, le grattai la è la minaccia più grave pancia; dopo 20 minuti, con il che rappresentano per braccio anchilosato e le lacrime l’ambiente? agli occhi dalla gioia, ritrassi La minaccia più grave sta la mano. Errore gravissimo, nell’ignoranza, nel non perché il comprendere rinoceronte le vere f e c e difficoltà. Se I rangers non sono retromarcia. noi dovessimo soldati, sono Io focalizzai la lasciare che mia attenzione i bracconieri conservatoristi non sul corno eliminassero armati ma sui suoi occhi e i rinoceronti vidi la mia immagine bianchi e quelli riflessa. Era uno sguardo neri, elimineremmo il buono, dolce, senza rancore, motivo per cui molte persone

vanno a fare turismo in Africa.

Noi dobbiamo creare lavoro per le persone in questo meraviglioso continente. Non dobbiamo impiantare aziende, ma puntare su quello che loro hanno: paesaggi, risorse naturali, animali. Trasformiamo la biodiversità in bioricchezza.

Andiamo a fare i turisti in Africa, a godere della bellezza e portiamo ricchezza.

Il giro di affari che sta dietro il bracconaggio ha proporzioni planetarie.

Basti pensare che un chilo di corno di rinoceronte sono 90 mila dollari americani. Vale più della cocaina, il doppio dell’oro.

Immagino che questo traffico sarà gestito dalla criminalità organizzata a livello mondiale.

I film americani hanno condizionato il nostro immaginario con i cartelli della droga: non esistono cartelli del bracconaggio, ma se un criminale conosce i canali attraverso cui vendere la cocaina o le armi, sa anche quelli per poter vendere un corno di rinoceronte.

Non sono gradini separati, ma una rete tridimensionale, dove oggi qui passa la droga, domani la prostituzione, poi il bracconaggio.

Lo definiresti un crimine ambientale, quindi?

Parafrasando, potrei dire che questo pianeta non ci è stato donato dai nostri genitori, ma ci

MEZZOPIENO 17 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

è stato prestato dai nostri figli, perché potessimo mantenerlo e fare in modo che crescendo potessero goderne anche loro.

Se continuiamo a far morire specie animali noi andiamo a

degradarlo. È come avere un bellissimo bosco: oggi elimino il tiglio, domani il rovere, dopodomani l’erba e mi rimane della terra brulla. Bella la terra brulla, ma è dura viverci.

piemonte

SCOPERTO IL GENE PER EVITARE IL RIGETTO NEI TRAPIANTI Si chiama LIMS1 ed è il gene che provoca il rigetto nei trapianti di organi: lo ha scoperto un team di scienziati dell’università di Torino e della Columbia University di New York in collaborazione con altri centri Europei tra cui la Città della Salute del capoluogo piemontese.

Lo studio, pubblicato sulla rivista “New England Journal of Medicine”, evidenzia come la scoperta della compatibilità di questo gene tra donatore e ricevente riduca di gran lunga la possibilità di rigetto. La ricerca di caratteristiche genetiche più compatibili possibili è finora stata la tecnica che ha guidato i medici nei trapianti: ciò nonostante il rigetto spesso non si riesce a evitare e i dati riportano meno di 1/3 dei pazienti in grado di trovare un organo compatibile nell’arco di un anno.

Il prof. Antonio Amoroso, responsabile del gruppo di ricerca Genetica dei Trapianti e direttore del Servizio di Città della Salute e della Scienza di Torino, spiega che se il gene LIMS1 è compatibile tra ricevente e donatore, la riuscita del trapianto ha molte probabilità di andare a buon fine. La ricerca è stata condotta con un campione di più di 2700 coppie donatore/trapiantato renale, di cui circa 800 di Torino. Lo studio, infatti, ha evidenziato come i riceventi negativi alla proteina LIMS1, sviluppano dopo il trapianto anticorpi ANTI-LIMS1, quelli che generano il rigetto. Secondo il team, grazie a questa nuova scoperta sarà possibile oltre che migliorare la ricerca nella compatibilità anche monitorare e prevenire i rigetti con terapie mirate più efficaci.

Fonte: The New England Journal of Medicine

COMUNI PIÙ UMANI: NASCONO GLI ASSESSORATI ALLA GENTILEZZA “La gentilezza è un atto superfluo, una attenzione gratuita e disinteressata per qualcuno a cui non si deve nulla; un gesto di riconoscimento della presenza altrui che per sua natura si offre con delicatezza, senza mai imporsi. Essere gentili segue la scelta di uscire dalla propria dimensione per calarsi in quella dell’altro e cercare il suo benessere”.

Questo è il principio su cui in tutta Italia stanno nascendo gli Assessorati alla Gentilezza, iniziativa nata in Piemonte con la Giornata Nazionale dei Giochi della Gentilezza, creata nel 2016 dall’associazione Cor et Amor, Movimento Mezzopieno. Sono già 7 i sindaci che hanno nominato un assessore o hanno assegnato una delega alla Gentilezza, 4 in Piemonte (Omegna, Rivarolo, Igliano e Salerano) e 3 in Campania (San Giovanni a Piro, Battipaglia e Ponte Cagnano). L’Assessorato alla Gentilezza si occuperà del rispetto verso il prossimo e la cosa pubblica, della sensibilizzazione dei cittadini ai comportamenti positivi, a prendersi cura di chi soffre o è in difficoltà, della buona educazione, della promozione dello spirito di comunità e del coinvolgimento dei propri concittadini e delle associazioni in iniziative di cittadinanza attiva per il bene comune.

Un incarico che supera il colore politico per convergere su una pratica che mette insieme istituzioni, cittadini e organizzazioni di territorio con l’obiettivo di recuperare l’attenzione per gli altri e di ridurre la conflittualità e la polemica a favore di un atteggiamento collaborativo. I

GLI STUDENTI IN GARA PER RACCOGLIERE I RIFIUTI SULLE RIVE DEL PO L’abbandono, deliberato o involontario, di rifiuti di piccole dimensioni in spazi pubblici o aperti all’utilizzo pubblico come strade, piazze, parchi, spiagge e boschi, ha un impatto sempre maggiore sull’ambiente, tanto che l’80% dei rifiuti che si trovano in mare, secondo le stime, proviene dalla terra ferma. Per sensibilizzare le persone sull’impatto dei loro piccoli gesti quotidiani, Politecnico di Torino, Università e CUS Torino in occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile hanno organizzato una sfida non competitiva in cui diverse squadre di studenti hanno gareggiato tra loro nella raccolta di rifiuti abbandonati lungo le rive del Po. Il Waste Mob ha coinvolto oltre 150

studenti dei diversi atenei che, in meno di un’ora, hanno raccolto circa 175 kg di rifiuti.

Per questa edizione, il comitato organizzatore ha deciso di lfar conoscere l’evento legandolo alle “Warning Stripes” elaborate dal climatologo Ed Hawkins che rappresentano un pattern composto da bande verticali associate rispettivamente a temperature inferiori o superiori alla media, per illustrare in maniera intuitiva l’andamento crescente della temperatura media globale dal 1870 al 2017.

Fonte: Let’s clean up Torino

MEZZOPIENO 18 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

primi gesti compiuti dai neo-assessori sono stati istituire parcheggi per future mamme, piantare un albero per ogni bambino nato ma anche cogliere dei fiori dal proprio giardino per decorare il comune in vista di un matrimonio. La gentilezza è contagiosa e l’epidemia positiva è partita dal Piemonte.

Fonte: Movimento Mezzopieno; Repubblica; La Stampa

LE ONDE DEL MARE DIVENTANO ENERGIA SU SCALA INDUSTRIALE È nato a Torino il sistema che riesce a trasformare le onde del mare in energia elettrica.

Il progetto, avviato nel 2006 dal Politecnico di Torino, supera dopo 13 anni la fase di sperimentazione e diventa un programma per la produzione di energia a livello industriale. L’Inertial Sea Wave Energy Converter (ISWEC), l’innovativo sistema di produzione di energia dal moto ondoso recentemente installato da Eni al largo di Ravenna e attualmente già in produzione, porterà entro la fine del prossimo anno alla nascita della prima installazione industriale collegata a un sito di produzione offshore nazionale.

Il sistema galleggiante ISWEC è una piattaforma ancorata al fondale marino con un ormeggio che ne permette il moto di beccheggio e che, per la prima volta, è orientato per seguire la direzione principale del fronte dell’onda e sfruttare la sua energia nella maniera più efficiente. Il convertitore galleggiante capta in

IL MONDO IN UNA CLASSE Torino è una città cosmopolita, nella quale i pensieri, gli interessi, le culture e le tradizioni confluiscono.

Proprio la nostra classe è un luogo di convergenza di idee, pensieri e culture; insomma una piccola città. Molti compagni di classe, infatti, vengono la lontano, portando fin qui le loro abitudini, altri da più vicino ma non troppo… in classe chiamiamo queste nozioni aggiuntive “diversità culturale”. Le consideriamo una ricchezza in quanto veniamo a conoscenza di fatti e curiosità utili per apprendere avvenimenti da una persona più “all’interno

della storia”.

I grandi informatori della classe sono Juan e Leonardo, direttamente dal Perù, Michelle e Davide con origini rumene, Hiba dal Marocco, Silvia dalla Nigeria e infine Manush dall’Egitto, la maggior esportatrice di informazioni in quanto torna spesso nel suo luogo natale (Il Cairo, a due passi dalle piramidi) e frequenta la scuola araba.

Proprio durante le ore di antologia stiamo affrontando i diritti dei minori e mote volte i testi parlano di bambini sfruttati e maltrattati. Sovente si parla di donne deboli, violentate, perlopiù in Paesi

dell’Africa e dell’oriente. Manush proviene da una famiglia emancipata ma lei è molto vicina alle famiglie dove le ragazze sono inferiori agli uomini e le regole sono più strette.

Grazie a Juan, direttamente da Lima: lui ci aiuta in storia nel periodo degli esploratori, racconta fatti e leggende e ci fa pronunciare bene i termini spagnoli. Solo grazie a loro possiamo imparare usanze, tradizioni, saperi e sapori.

Articolo scritto dai piccoli giornalisti della 2^A - Scuola Perotti

MEZZOPIENO 19 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

pratica l’energia meccanica irregolare delle onde traducendola in moto rotativo adatto alla generazione d’elettricità. Già attivo dal 2015 anche a Pantelleria, ha una potenza di 100 kW nominali con un impatto sull’ambiente quasi nullo.

“Gli impianti di generazione di energia da moto ondoso potranno fornire un contributo rilevante non solo ai processi di decarbonizzazione e la collaborazione di diverse importanti realtà italiane come Cdp, Terna e Fincantieri consentirà di mettere a fattor comune le grandi competenze esistenti e di accelerare il processo di sviluppo e industrializzazione di questa tecnologia, con l’obiettivo di esplorare insieme possibili progetti su larga scala anche all’estero”, spiega Claudio Descalzi, amministratore di ENI. Fonte: Politecnico di Torino; Wave for Energy

MEZZOPIENO NELLE SCUOLE Giornalisti Gentili

lavoro UN IMPRENDITORE CHE ENTRA IN COMUNIONE CON I SUOI DIPENDENTI “L’azienda è un luogo dove si trascorre tanto tempo, è una famiglia dove non si viene solo per lavorare ma dove si vive, si spendono tante energie e si fa qualcosa per il mondo”. Così Livio Bertola parla della sua azienda e del modo in cui intende il lavoro. Non un luogo in cui si produce solo ma dove si cresce e si condivide la volontà e il desiderio di costruire benessere, attraverso il proprio lavoro.

A Marene, In provincia di Cuneo, sono una quarantina i dipendenti che lavorano nella Bertola S.r.l e nella sua controllata High Technology Italia. Fondata nel 1946 dal padre Antonio con i fratelli, per dare lavoro alle persone di una provincia agricola depressa dalla guerra, è la classica azienda di famiglia in cui oggi lavorano gli eredi giunti alla terza generazione. Un avvicendamento generazionale avvenuto in armonia grazie soprattutto alla condivisione dei valori prima ancora che degli obiettivi industriali. L’azienda fa trattamen­ti galvanici, una tecnica industriale che permette di ricoprire oggetti di metallo non prezioso con un sottile strato di un metallo più nobile per proteggerli dalla corrosione. I mercati di riferimento sono soprattutto quello automobilistico, motociclistico, sanitario, quello delle attrezzature sportive e di arredamento.

La Bertola nella sua storia ha superato diverse crisi rinunciando spesso ad un po’ di profitto ma non all’attenzione alle persone; oggi l’azienda affronta nuove sfide con una nuova voce inserita nei suoi obiettivi aziendali, “mettere al centro di ogni decisione la persona”, i suoi bisogni e la sua storia anche personale.

“Con i di­pendenti della ditta si è stabilita una bella amicizia che spesso continua fuori “Sono i rapporti che alla fine contano perchè l’altro si accorge che gli si dall’orario di lavoro” racconta l’imprenditore. vuol bene e che viene rispettato in quanto uomo, al di là del profitto” “Cerchiamo di interessarci alle loro situazioni Livio Bertola personali e famigliari”. “Per me si tratta di essere

LE BUONE PRASSI MEZZOPIENO AL LAVORO

 Dal programma Mezzopieno per l’organizzazione positiva del lavoro nelle aziende

fratelli e amici, anche tra colleghi, clienti, fornitori e tra imprenditori. Ritengo che sia fondamentale vivere il principio di reciprocità anche in azienda; entrare in un rapporto con l’altro dove i valori di gratuità e fiducia siano vissuti concretamente.

Questo nuovo modo di vivere è stato positivamente contagioso e una scuola di vita per tutti, anche per la famiglia Bertola i cui figli nel corso degli anni hanno deciso entrare in azienda e di seguire le orme del padre. Con il tempo questo modo di inten­dere il lavoro ha coinvolto molti altri im­prenditori che hanno incominciato a con­dividere gli stessi valori, un nuovo ap­proccio alle persone, ai dipendenti ma an­che il rispetto del concorrente, del fornito­re e del cliente.

“Abbiamo capito di dover utilizzare al meglio i talenti di ciascun lavoratore favorendone la creatività, l’assunzione di responsabilità e la partecipazione nel realizzare gli obiettivi aziendali, adottando particolari misure di aiuto per quelli che attraversavano momenti di bisogno. Il tutto gestendo l’azienda in modo da promuovere i profitti, destinati in pari grado alla sua crescita e alle persone in difficolta economica, privilegiando l’assunzione di persone anche quando la logica del profitto lo sconsigliava. “Io voglio molto di più del solo denaro” aggiunge Bertola “voglio realizzare questi valori, voglio la comunione con le persone”.

Dall’esperienza della Bertola e da una dozzina di altri imprenditori provenienti da diverse parti d’Italia è nata nel 2012 l’Associazione Italiana Imprenditori per l’Economia di Comunione, AIPEC, un movimento che promuove una cultura economica ispirata a gratuità e reciprocità, diffuso oggi a livello nazionale. Questi imprenditori si adoperano perché la loro responsabilità non si fermi ai cancelli dell’azienda, ai propri affari aziendali ma con passione e assieme ad altri, si preoccupano del bene comune e del patrimonio collettivo, facendo di questi impegno un vero e proprio stile di vita.

IL COINVOLGIMENTO E L’APPARTENENZA Luca Streri | Ilenia Di Carlo

Il clima di lavoro è uno degli elementi da cui attinge più benessere il gesto lavorativo, ma anche chi viene in contatto con esso, e spesso può produrre effetti anche al di fuori degli ambienti in cui si realizza. Un luogo di lavoro amichevole e con un clima motivante fornisce un presupposto fondamentale per dare valore alle molte ore che si trascorrono lavorando, per non cadere nell’alienazione. L’ufficio, l’azienda, il reparto e i loro ambienti, dovrebbero sempre essere il più possibile belli, comodi e accoglienti, elementi che non dovrebbero mai essere dati per scontati. Nello stesso modo anche i rapporti tra le persone che lavorano insieme andrebbero sempre curati con attenzione, rispettando i bisogni, favorendo le relazioni, il senso di appartenenza e la conoscenza reciproca.

L’esperienza della Bertola è una buona pratica che può essere adottata come prassi di valore. Si tratta in primo luogo di valutare una prospettiva che consideri le risorse umane come il bene principale. Gli esseri umani sono spinti a esprimere il meglio di sé di fronte a obiettivi intrinseci e non estrinseci. In altre parole, il corridore non corre per il premio che riceverà nel caso vincesse ma per il piacere di mettersi in gioco, di sfidare se stesso, di esprimere la propria eccellenza. In questo senso diventa cruciale che ogni dipendente si percepisca visto e ascoltato, e poi valorizzato nell’espressione dei propri talenti messi a servizio degli obiettivi aziendali. Un risultato raggiungibile innanzitutto attraverso un’attenzione specifica alla relazione e alla comunicazione interna ed esterna, all’osservazione e al confronto, con momenti dedicati e particolari attenzioni nella modalità di conduzione dei rapporti. L’altro elemento motivazionale ruota intorno alla partecipazione e alle connessioni emotive. Prevedere una possibilità di condivisione delle difficoltà e delle strategie di soluzione, degli obiettivi e dei successi consente di attivare un forte senso di appartenenza che incide sul coinvolgimento delle persone. Si tratta di incentivare il protagonismo aziendale che contribuisce a creare un clima aziendale positivo. Una gestione aziendale attenta diventa prolifica quando si pone come obiettivo primario quello di produrre innanzitutto benessere a tutti i diversi livelli in cui opera.

MEZZOPIENO 20 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

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“Fare tutte le cose con il cuore”

Foto bambini di S. Giustina (BL)

MEZZOPIENO 21 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

redazione@mezzopieno.org

MEZZOPIENOincontra...

Artademia

La non-scuola dove imparare è un processo naturale

“Solo gli studenti felici sono capaci di imparare veramente”

MARIANI

DIEGO

Sono i primi giorni di Giugno e gli ultimi giorni di scuola quando arrivo davanti all’ingresso di Artademia, nel quartiere san Cristoforo, a pochi passi dal naviglio grande di Milano.

Un sistema educativo rigoroso quanto innovativo, dove l’esperienza e la relazione hanno

la precedenza sulla conoscenza teorica. È questo il cuore del metodo “Arta”. Una scuola senza voti, che mette al centro i giovani e le loro domande. Che parte dal cuore e dalla pancia prima di arrivare alla testa. Dopo aver sentito parlare di quella che si definisce la prima non-scuola al mondo, è forte la curiosità di saperne di più, di

scoprire se è davvero possibile che l’apprendimento sia un processo gioioso e consapevole, così lontano dal mio ricordo di lente ore passate sui banchi di scuola in attesa del suono della campanella.

I ragazzi sono di ritorno dal fine settimana di gita annuale, trascorso ovviamente in mezzo alla natura. E mentre attendo di incontrare Silvia

MEZZOPIENO 22 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

Pagani, pedagogista e fondatrice di Artademia, alcuni di loro mi mostrano felici, con le facce scottate dal sole, la foto del pic-nic in abiti medievali con il tavolo dentro al torrente.

Mi raggiunge Silvia, che ha appena terminato un’intervista con due studenti impegnati in un progetto di giornalismo. Ha il volto commosso.

Una domanda sull’amore, mi dice, l’ha colpita nel profondo.

Come è nata l’esperienza di Artademia? Da cosa avete tratto ispirazione?

Sono una pedagogista, con indirizzo antroposofico, e da oltre trent’anni lavoro con gli adolescenti. Ne ho conosciuti molti con un passato di frustrazione scolastica, molto spesso persone creative e con tanto potenziale, rifiutati dalla scuola tradizionale che troppo in fretta etichetta i loro comportamenti come arrabbiati o disfunzionali. Così facendo, però, si finisce per massacrare le loro idee e i loro talenti.

Ho deciso perciò di partire dal tema della scuola, collaborando con gli istituti tradizionali per comprendere insieme a loro che cosa, di un modello educativo nato duecento anni fa, andasse aggiornato perché non più adeguato alle esigenze dei nostri tempi.

Alla base della nostra esperienza sta il rapporto tra insegnate e studente, perché non può esserci vera educazione senza relazione, pur nel rispetto dei rispettivi ruoli. Ma è l’esperienza il cuore di Artademia: i ragazzi hanno bisogno di sostanza e di verità. Tutti impariamo dal

MEZZOPIENOincontra... corpo e dai segni.

Perché, se ci fai caso, tutto quello che ci rimane impresso, nel tempo, viene da esperienze ed emozioni mentre i dati puri svaniscono?

Cosa significa per voi educare?

Vuol dire permettere al seme che c’è in ognuno di noi di germogliare, di venire fuori. A scuola si tende piuttosto a in-segnare, imprimere, a mettere dentro.

Educare vuol dire fare sorgere domande e curiosità, perché solo così si possono trovare delle risposte. Il ruolo dell’educatore è di mettere strategie e strumenti a disposizione di chi vuole imparare. Perciò ad Artademia lasciamo ai ragazzi spazio e tempo per portare avanti dei progetti

personali, così che possano alimentare i loro veri interessi.

*** A questo punto Silvia si assenta per qualche minuto, È davvero possibile una scuola un insegnante l’ha chiamata senza voti? per gestire un conflitto tra due Il voto, inteso come una mera ragazzi. Con la scusa di fare media matematica, è molto qualche fotografia osservo varie diseducativo. Dobbiamo abituare “classi” al lavoro. Affianco alle i ragazzi a una critica nei confronti materie tradizionali, nel primo del loro lavoro, perché le critiche triennio della scuola si affrontano aiutano a crescere. Concentrare materie come: lingua dei segni, educativo tutto in un voto, però, scenografia e alternativo? è rischioso; anche t e a t r o , La difficoltà maggiore è educatori, psicologi e terapeuti ma i nostri insegnanti e d u c a z i o n e la capacità di entrare nel cerchiamo di insegnare soprattutto LA BUONA PRATICA danno un giudizio al risparmio, cambiamento. I più in affanno ciò che ci appassiona, che non DI ARTADEMIA: sull’andamento degli h a c k i n g , sono i genitori che sentono di aver sempre coincide con ciò su cui ci Non abbiate paura di allievi ma lo fanno in tecniche di assunto una forte responsabilità siamo formati. accogliere il nuovo maniera più articolata m a r k e t i n g , nella scelta di mandare da noi i loro e discorsiva. pet therapy, figli e al primo passo indietro vanno *** Poi ogni tanto capita e d u c a z i o n e in tilt. Anche i ragazzi, inizialmente, Saluto Silvia attraversando il alimentare e faticano a comprendere che sono cortile della scuola dove i più anche strumenti per essere felici. Nella qui per imparare. All’inizio tutto è piccoli stanno facendo lezione sui da noi il pausa di una lezione scambio un gioco per loro, un divertimento. fiori...ovviamente con il metodo “verificone”. qualche parola con l’insegnante di Poi con il tempo si accorgono che Artademia. Una bimba vispa e Nell’ultimo matematica che mi spiega come si ricordano alcuni argomenti, bionda mi mostra i bulbi di un che nell’ultimo anno ha utilizzato il che hanno acquistato delle giglio e poi si avvia verso il giardino abbiamo Risiko per sviluppare le competenze competenze. con la zappetta in mano per andarli fatto la logico-matematiche dei suoi allievi. Noi stessi, come docenti, rischiamo a piantare. La guardo con un po’ di settimana Si chiama “matematica da campo”, alle volte di cadere nelle vecchie invidia, ripensando alle mie lunghe passata ogni mi dice con un sorriso. Intanto ci dinamiche alunno-insegnante. Tra ore trascorse sui banchi di scuola. risposta raggiunge Silvia e riprendiamo tutor e insegnanti siamo oltre trenta esatta valeva la nostra alcuni minuti conversazione.

MEZZOPIENO Incontra è dedicato a nuovi stili di vita improntati all’etica e alla sostenibilità. Andiamo da trascorrere a trovare persone, associazioni ed enti che sono alla ricerca di alternative positive ai modelli tradizionali in gita, Quali sono nel loro vivere quotidiano e nella loro attività. Per conoscerli e trascorrere del tempo insieme, per farci come le difficoltà ispirare e contagiare dal loro esempio…e per condividere con loro il senso del messaggio Mezzopieno. premio. nel proporre un modello MEZZOPIENO 23 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

MEZZOPIENOringraziarevoglio

Ringraziare voglio

Ringraziare voglio il divino labirinto degli effetti e delle cause per la diversità delle creature che compongono questo singolare universo, per la ragione, che non cesserà di sognare un qualche disegno del labirinto... ... per lo splendore del fuoco, per l’arte dell’amicizia, per l’odore medicinale degli eucalipti...

RingraziareVoglio è un progetto che ha l’obiettivo di riconoscere e portare alla luce le sensazioni, le emozioni e i pensieri che danno prodondità e colore all’esistenza, rendendoli patrimonio comune. Un racconto collettivo ispirato dalla poesia di Borges a cui ognuno può partecipare scrivendo e condividendo il proprio personale contributo per celebrare la bellezza della vita, il proprio ringraziamento.

Il progetto è ideato e curato da Lorenza Anselmi.

per essere qui

- Annarita per te

- Pinella

per la bellissima infanzia che ho avuto

- Massimo per avere la mia camera

- Doriano per questo momento della mia vita

- Eleonora per la pizza

- Roberto per il sole, il mare e le mie figlie - Nicoletta

per Battisti, i Genesis, i Pink Floyd, per l’amore di Emilio, per il dolore che ci ha unito, per le risate da bambine con le amiche che mai invecchiano

- Edvige F. dopo un ciclo di 5 anni, per questi alunni buoni e gentili che hanno fatto parte della mia vita, per i loro genitori educati e rispettosi che hanno reso leggero il mio lavoro grazie al loro spirito collaborativo - Tiziana M. per l’acqua fresca

- Rosa Maria per tutte le volte che sono riuscita a cambiare idea

- Agata per l’Africa

- Margherita

per quei libri che ti cambiano la vita

- Ania

per le piccole cose che ti fanno capire quanto è bello vivere

- Andrea

per non sapere mai cosa capiterà dopo

- Alfiero

per le stagioni

- Danilo

MEZZOPIENO 24 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

MEZZOPIENOprogetti POVERTÀ

LA GIORNATA NAZIONALE DEI GIOCHI DELLA GENTILEZZA

SALUTE

La 4° Giornata Nazionale dei Giochi della Gentilezza porterà anche quest’anno in tutta Italia l’esperienza di imparare, di allenarsi e di diffondere la pratica gentile. L’evento parte dalle scuole per accompagnare i bambini e ragazzi in esperienze concrete di gentilezza, coinvolgendo in seguito i differenti ambiti della loro quotidianità (famiglia, tempo libero, sport).

Il tema dell’edizione di quest’anno sarà “La buona educazione”. Il tema della gentilezza come strumento per la felicità sarà affrontato e sviluppato attraverso il gioco che comprenderà in particolare le aree del comportamento, l’ambiente e il decoro, la sicurezza stradale e l’attenzione per la disabilità. In queste azioni i ragazzi delle scuole coinvolgono i loro Comuni e i loro sindaci in un impegno condiviso per portare la gentilezza nella loro comunità.

Nell’ambito di questa azione, i Comuni partecipanti sono invitati a creare un assessorato o una delega alla gentilezza.

Nell’ultima edizione del 2018 le classi partecipanti sono state 1100 con oltre 22.000 bambini di 280 Comuni patrocinanti; hanno partecipato anche associazioni culturali, biblioteche, associazioni sportive e musei in 10 regioni. La Giornata Nazionale dei Giochi della Gentilezza è patrocinata, tra gli altri, dalla Camera dei Deputati, dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, dal CONI e dal Comitato Italiano Paralimpico e dalla Federazione Italiana Atletica Leggera.

FINANZA ETICA ECOLOGIA APPROVVIGIONAMENTO IDRICO SOSTEGNO ALL’INFANZIA COSTRUZIONE DI STRUTTURE HIV/AIDS TERAPIE SANITARIE INSERIMENTO LAVORATIVO RICERCA SCIENTIFICA DIALOGO INTERRELIGIOSO DISABILITÀ CULTURA DELLA POSITIVITÀ CRESCITA PERSONALE SPIRITUALITÀ CULTURA / CONOSCENZA

ORGANIZZATORI: Associazione Cor et Amor | Movimento Mezzopieno

MAGGIORI INFORMAZIONI SU WWW.MEZZOPIENO.ORG (SEZIONE PROGETTI) MEZZOPIENO 25 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

MEZZOPIENOtralagente

NOTIZIEflash

Qual è per te l’aspetto più positivo di un viaggio?

LO ABBIAMO CHIESTO A VIAGGIATORI PER PASSIONE, UOMINI E DONNE, SOLITARI O IN COPPIA

Belen e Antonio

Il viaggio come istantanea di felicità “Per noi l’aspetto più positivo di un viaggio è che non importa se siamo stanchi, con preoccupazioni o mille cose a cui pensare, appena mettiamo piede in un posto nuovo quello che rimane è l’eccitazione della scoperta. Per noi viaggiare è sinonimo di felicità istantanea”.

Valentina e Denis

Il viaggio come immersione nell’ignoto “L’aspetto più positivo di un viaggio è quello di stare a contatto con la gente locale e poter comprendere più a fondo la cultura e le usanze di un popolo. Per noi ciò avviene anche attraverso l’esperienza culinaria con l’assaggio di piatti tradizionali.”

SCOPERTO COME RENDERE COMPATIBILE OGNI TIPO DI SANGUE PER LE DONAZIONI 10 giugno – Nature Microbiology NASCE L’AGENZIA DELL’UE PER LA COOPERAZIONE FRA I REGOLATORI NAZIONALI DELL’ENERGIA 14 giugno - Parlamento Europeo LE NAZIONI UNITE APPROVANO LA CONVENZIONE TRA GLI STATI MEMBRI PER BANDIRE LA VIOLENZA SUL LAVORO 21 giugno – International Labour Organization L’UE APRE AL LIBERO SCAMBIO CON TUTTI I PAESI SUDAMERICANI DEL MERCOSUR E CON IL VIETNAM 1 luglio – Parlamento Europeo IL SUDAN RAGGIUNGE UN ACCORDO PER LA CONDIVISIONE DEL POTERE TRA CIVILI E MILITARI 5 luglio – Unione Africana LE ENERGIE RINNOVABILI SUPERANO LA PRODUZIONE DEL CARBONE PER LA PRIMA VOLTA NEGLI USA 6 luglio – Unione Africana AfCFTA

Doris

Il viaggio per ridare valore a ciò che si da per scontato “L’aspetto più positivo di un viaggio per me è che ti fa vedere che ci sono popoli meno avvantaggiati di noi eppure più sorridenti, solari e ospitali. Questo mi insegna ad apprezzare di più quello che ho perché, nonostante le difficoltà, la vita è bella.”

NASCE L’ACCORDO CONTINENTALE AFRICANO PER IL LIBERO SCAMBIO 6 luglio – Unione Africana AfCFTA ARRIVA SUL MERCATO LA PRIMA AUTOMOBILE ELETTRICA SOLARE 7 luglio - Lighyear

MEZZOPIENO 26 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

MEZZOPIENOtralagente

NOTIZIEflash Marilù

Il viaggio come ricordo da conservare “L’aspetto più positivo di un viaggio per me è l’immensa ricchezza che lascia dentro di te.

Conserverai in eterno colori, profumi, sorrisi, sguardi, voci, suoni e musiche, gusti, sensazioni, sentimenti ed emozioni. Un dono da cui potrai attingere ogniqualvolta lo vorrai.”

Sandro

Il viaggio come scoperta “L’aspetto più positivo di un viaggio è conoscere nuovi posti, persone e culture. Il viaggio per me, indipendentemente dalla destinazione, apre la mente e ti rende libero.”

Francesca

Il viaggio come indigestione di diversità “L’aspetto più positivo di un viaggio è la varietà, sia di culture, sia di paesaggi con cui entro in contatto. Adoro viaggiare perché scoprire la diversità di culture e la loro storia arricchisce e apre la mente, e perché l’infinita molteplicità della natura del nostro bellissimo pianeta mi riempie di energia e mi fa sentire viva!”

MEZZOPIENO 27 GIUGNO-LUGLIO 2019

MEZZOPIENO 27 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

LA NIGERIA GRAZIA DUE CONDANNATI A MORTE 8 luglio - Amnesty International APPROVATE LE PRIME LEGGI E INIZIATIVE PER LIMITARE LA VIOLENZA ON-LINE 19 luglio - Twitter | Parlamento Francese RATIFICATO L’ACCORDO PACIFICO PER LA DEFINIZIONE DEI CONFINI MARITTIMI TRA AUSTRALIA E TIMOR EST 2 agosto - Camberra Parliament IL MOZAMBICO FIRMA LA PACE CON I RIBELLI DOPO DECENNI DI GUERRA 5 agosto - Cabinet of the President Nyusi

MEZZOPIENOeditoriale

GUARDARE IL MONDO CON OCCHI DIVERSI A volte ci capita di trovarci pieni di gioia davanti a manifestazioni spettacolari della natura, paesaggi, tramonti ma anche alla presenza di un bambino o dinanzi a un cucciolo o in un momento di comunione particolare con l’ambiente in cui ci troviamo. Sono attimi che vorremmo non passassero mai e che entrano nel nostro intimo più profondo e toccano qualcosa che sembra connetterci con una dimensione che pare andare oltre ciò che stiamo vivendo. Spesso queste situazioni capitano senza che ce le aspettiamo e raramente ci adoperiamo per cercarle. Il rischio poi è che anche quando siamo in presenza di un momento di armonia o di grande equilibrio, non siamo capaci di accorgercene o che lo diamo per scontato.

Le aspettative e la routine contribuiscono molto ad alleviare il piacere contemplativo della vita e a chiuderci in una dimensione che rende più difficile fare spazio alle emozioni positive come la gioia e lo stupore. A farci caso, sembra che con l’aumentare degli stimoli e delle possibilità, si diventi sempre più assuefatti a essi. I ritmi e le ambizioni dell’incedere moderno poi fanno il resto. Il risultato: non riuscire più a godere del bello che abbiamo intorno.

Bello e brutto sono esperienze relative, percezioni che sono influenzate dai pregiudizi, dalla sensibilità e soprattutto dal confronto. La linea che li separa si trova in punti diversi per ciascuno e si sposta continuamente anche per noi. Il pittore inglese John Constable soleva dire che non esiste cosa brutta perché, che sia una forma, la luce o la prospettiva, potranno

sempre renderla bella. Per chi vive all’equatore, una giornata di pioggia può essere una bella giornata mentre per noi magari no. Ma allora cosa possiamo fare per portare più bellezza nella nostra vita?

Si tratta di prendere l’asticella del nostro giudizio e muoverla più in basso. Partire dal presupposto che le cose possono essere considerata positivamente o negativamente a seconda di come vengono vissute e da che parte ci si trova (o ci si mette).

Lo sforzo che possiamo scegliere di fare è quello di ampliare il nostro punto di vista e di imparare a vedere i fatti sempre sotto diversi aspetti. È una scelta ma anche un esercizio che si apprende e si affina con il tempo e la pratica. Occorre volerlo e serve molta umiltà poiché si tratta di mettere in discussione se stessi e i propri giudizi e ammettere di poter considerare qualcosa in un modo che finora non abbiamo mai fatto. È un percorso di piccoli passi ma soprattutto un atto di modestia in cui ci aiutano molto gli altri e un modo di vedere “altro”.

Non dovremmo aspettare di avere tempo per cercare il bello in ciò che viviamo e attorno a noi, è un atteggiamento che funziona se diventa costante, che coinvolge tutto il nostro modo di vivere. Cercare le cose più piccole, ridurre le aspettative, non giudicare con troppa facilità, capire cosa spinge gli altri a fare ciò che fanno, astenersi dal pensare di avere ragione. Ritrovare la semplicità e cercare di capire ciò che sta dietro ogni cosa e ogni persona. Vedere 10 cose dove gli altri ne vedono 3. Questo atteggiamento non nega che esistano situazioni negative ma gli attribuisce un significato di opposto, non assoluto, che

in termini comparativi permette l’esistenza della bellezza.

A volte la rabbia o l’ambizione possono rendere più difficile il riconoscimento del bello ma la filosofia dei piccoli passi è un ottimo aiuto per riuscire a considerare ogni situazione come se fosse unica e a viverla separatamente dal suo contesto quando non addirittura anche dal pregiudizio che la accompagna nella nostra presuntuosa idea di perfezione del mondo.

Tutto ciò che proviamo è un’opinione, una prospettiva e noi possiamo cambiarla, ampliarla e addirittura addolcirla. C’è così tanta bellezza attorno a noi e oltre, da riempire tutta una vita, così tanta da rischiare di perdersela. Non occorre salire sul monte più alto dell’Himalaya per scoprire il miracolo del respiro del mondo, basta annusare un piccolo fiore o fermare la corsa di un giorno qualsiasi per camminare senza meta nella propria città con gli occhi in su. Restituire il sorriso di una signora anziana sul bus, dato senza motivo. Ascoltare il canto di un uccello tra il rumore del traffico e pensare quanto poco sia importante che prendiamo il tram prima o quello dopo, tanto il suo piccolo seme da mangiare sarà da qualche parte tra le aiuole o in un prato qualunque.

Alla fine, se ci pensiamo bene, la bellezza non è altro che un atteggiamento. Mettiamoci a guardare le cose con la voglia di trovare il bello che c’è, con la gratitudine di chi sa che gli è stato tutto regalato e con la riconoscenza di offrirlo anche agli altri, soprattutto a chi fa più fatica a vederlo.

Oggi prenditi un appuntamento con il mondo e con te stesso, e cerca la meraviglia che si nascondeva dietro alla tua fretta.

Mezzopieno è possibile grazie al lavoro anche volontario di tante persone, alla condivisione gratuita e alle donazioni

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Utilizziamo stampe Carbon Balanced Printing e carta prodotta con processi eco sostenibili.

Compensiamo interamente il CO2 che produciamo.

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MEZZOPIENO NEWS: Iscrizione al n° 19 del 24/7/2015 del registro del Tribunale di Torino PROPRIETARIO ED EDITORE: Semi onlus, piazza Risorgimento 12, Torino DIRETTRICE RESPONSABILE: Elisabetta Gatto COMITATO EDITORIALE: Federica De Angelis, Elisabetta Gatto, Diego Mariani, Nicoletta Ricci, Luca Streri

MEZZOPIENO 28 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019

Luca Streri

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