Metromorfosi 40

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TUTTI ABBIAMO BISOGNO DI UOVA

CINEMA

I A LCUNI grandi vecchi del cinema si dice che girino sempre lo stesso film. Sarebbe questa la traccia più evidente del fatto che hanno uno stile. Ciò vale certamente per Woody Allen, che anzi negli ultimi anni si è inventato una variante ulteriore di questo esercizio: rendere, in film diversi, le possibili opposte versioni di una stessa storia: quella drammatica/tragica e quella comica/grottesca. È stato così per Match Point (2005) e Scoop (2006), così lo è adesso per Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni, grossomodo il versante speculare ('drammatico') del precedente Basta che funzioni (2009). In tutto questo, resta presente, a garanzia del risultato, quella che è la cifra ultima dello stile di Allen: l'ironia, ovvero la capacità di far sì che una commedia non sia mai solo una commedia e (come in questo caso), una tragedia mai solo una tragedia; piuttosto un dramma sussurrato, una tragedia in filigrana.

Da sempre, in effetti, le prove meno convincenti della sua filmografia risultano i cedimenti privi del filtro ironico a certe suggestioni bergmaniane. Il tema di fondo, prettamente alleniano, della sua ultima fatica (che conta un cast 'nobile' e ben assemblato: da Anthony Hopkins ad Antonio Banderas a Naomi Watts) si sviluppa entro la cornice dispiegata da due epigrafi: la prima (dal Macbeth di Shakespeare) che apre il film: "La vita […] non è che rumore e furore e non significa niente". La seconda, che lo chiude: "Un'illusione può essere più efficace di una medicina". Domanda e risposta,

metromorfosi

Naomi Watts in Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni

Un giovane Woody Allen

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