Cappellani e parroci di Sopracornola nella storia

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PARROCCHIA DI SOPRACORNOLA - SAGRA DI SAN ROCCO

UOMINI DI DIO Cappellani e Parroci di Sopracornola nella storia FABIO BONAITI, LUNEDÌ 12 AGOSTO 2013


I 27 CAPPELLANI E PARROCI Anno 1538

Nome Don Giovanni Maria da Sopracornola

1652-1659 1668-1685 1691

Don Giovanni Battista Pezzi Don Pietro Giovanazzi di Sarzana Don Viviano Bonaiti

1701 1705-1748 1765-1780 1780-1788 1795

Don Don Don Don Don

Giuseppe Minoltis di Sant’Antonio Giovanni Maria Forella Bartolomeo Bonaiti Gottardo Carenini di Roncaglia Antonio Bruni

1830 1838 1842 1858 1864

Don Don Don Don Don

Pietro Valsecchi Giovanni Battista Bonaiti Bortolo Bonaiti Antonio Bonaiti Antonio Carsana


I 27 CAPPELLANI E PARROCI Anno 1873 1874 1874 1876-1883 […] […]

Nome Don Don Don Don Don Don

Stefano Valsecchi Pietro Bolis Pietro Mangili di Corte Giuseppe Mariani di Celana Marco di Valle Imagna Luigi Bonetti di San Gottardo

1898-1932 1932-33 1934-1962 1962-63 1963-1989

Don Don Don Don Don

Luigi Belometti Luigi Locatelli Palmino Pesenti Piero Piccoli Marco Bottazzoli

1989-2009 2009-oggi

Don Mariano Carrara Don Angelo Riva


1. DON GIOVANNI MARIA DA SOPRACORNOLA (… 1538 …)

> È il primo sacerdote di Sopracornola di cui conosciamo il nome. Viene citato dalle fonti documentarie una sola volta nel 1538 e, precisamente, egli compare in un atto di procura fatta al Curato di Lorentino, don Biagio della Bretta, il quale agisce «ac nomine et vice reverendi domini presbiteri Joannes Marie de

Supercornula beneffitialis dicte ecclesie de Sancte Marie de Supercornula». Nello stesso documento si cita, per la prima volta, il Comune autonomo di Sopracornola.


1. GIOVANNI MARIA DA SOPRACORNOLA (… 1538 …)


1566, SERVE UN CAPPELLANO! > La comunità di Sopracornola, con atto rogato dal notaio milanese Giovanni Pietro Scotti il 4 ottobre 1566 in occasione della visita pastorale di San Carlo Borromeo alla Parrocchia di Lorentino, si impegna a pagare £ 120 imperiali annue affinché un Cappellano celebrasse la Messa tutti i giorni festivi, e

almeno tre volte alla settimana, nella chiesa di Santa Maria. > Inoltre, un modesto alloggio sarebbe stato messo a disposizione per la temporanea permanenza del Cappellano a Sopracornola. Infatti, nel 1569,

risulta già esistente una casa di abitazione contigua alla chiesa e comunicante col cimitero. Su di essa insistevano i rami di alcune piante di noci. > Anche il Parroco di Lorentino, don Tommaso Moioli, gli avrebbe riconosciuto

£ 30 imperiali ogni anno purché presenziasse, nella chiesa di Santa Brigida, alle solennità di Pasqua e di Natale.


1615, LAMENTELE AL CARDINALE FEDERICO BORROMEO > In occasione della visita, i Sopracornolesi presentarono le loro lamentele al delegato mons. Maggiolini. Fecero notare di come risultasse difficoltoso, per i vecchi, le donne gravide e i più deboli - «quod vigente frigore, ac nivium et

glaceii tempore» - scendere (e risalire) alla chiesa parrocchiale di Lorentino per assistere alle funzioni. > E chiesero altresì di avere un cappellano, secolare o regolare, al quale assegnare una mercede congrua, tratta dai redditi della chiesa senza gravare sul beneficio della chiesa parrocchiale di Lorentino. O, in caso di necessità, di poter chiamare i sacerdoti dei paesi confinanti (ovviamente previa consultazione con il Parroco). > E tutto questo anche per evitare che il Vicario Foraneo potesse intromettersi nelle questioni del «fedele popolo, e assiduo osservante della religione, di

Sopracornola».


2. DON GIOVANNI BATTISTA PEZZI (… 1652-1659 …) > Il 5 novembre 1650, dopo aver acquistato per £ 100 un appezzamento di terra sito nel Comune di Carenno in località Padrignano, sul quale gravava un censo annuo di £ 6, Domenico Forella donava il medesimo ai Sindici dell’Oratorio di Santa Maria di Sopracornola affinché contribuisse al mantenimento del cappellano. Questa notizia ci rivela l’impegno profuso dai Sopracornolesi per continuare a disporre di un sacerdote. > Al quale, appunto, dovevano corrispondere un salario come ci testimonia l’atto rogato il 7 dicembre 1659 in cui Giovanni Battista Forella promette per iscritto di versare a don Giovanni Battista Pezzi, entro il mese di marzo successivo, la somma «di lire quatro cento et vinti cinque, dico 425, di moneta

corente in Bergamo et cio per resto et saldo del salario di anni sette e mese uno finito il dì suddetto, nel qual tempo à servito per Capelano nella nostra Chiesa di Sopra Cornola».


3. DON PIETRO GIOVANAZZI (… 1668-1685 …)

> La documentazione conservata presso l’Archivio Storico Diocesano di Milano ci ha restituito alcune informazioni riguardanti il Cappellano don Pietro

Giovannazzi, nato nel 1631 ed originario di Sarzana (Lunigiana, SP).


3. DON PIETRO GIOVANAZZI (… 1668-1685 …) > Di lui possediamo una nota del 1668 relativa al suo stato: «Pietro

Giovannazzi, della Diocesi di Sarzana, Capellano mercenario in Sopra Cornola, Cura di Lorentino, Pieve d’Olginate, d’età d’anni 37; hà studiato humanità, celebra quatro giorni la settimana per devozione di questo popolo nell’oratorio della Santissima Annonciazione di M.V. eretto nel luogo di Sopracornula con salario di scudi n° 50 moneta di Milano. Li Sindaci di detto Oratorio, parte di frutti de censi del Oratorio e parte d’elemosina colta in questa communità, supliscono al salario di dette Messe 4 la settimana, le quali sono celebrate e satisfate dal suddetto Reverendo Capellano». > In seguito, don Pietro viene citato ancora in una visita del 1685, ove si legge:

«In ea [chiesa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria] celebrat dominus Presbiterus Petrus Jovenzanus [sic] Sarzanensis, etatij anniorum [54] mercenario nomine à Vicinij elemosina percipiens pro celebrante Missae quotidianae [sic] facultate».


3. DON PIETRO GIOVANAZZI DI SARZANA (… 1668-1685 …)


4. DON VIVIANO BONAITI (… 1691 …)

> Di questo Cappellano nato nel 1667 e celebrante in Sopracornola sul finire

del secolo XVII possediamo un solo riferimento in alcune note del 13 agosto 1691, relative al suo stato sacerdotale e patrimoniale, e conservate presso

l’Archivio Storico della Pieve di Olginate: «Clericis Vivianus Bonaitus filius

quondam Petri loci Subcornole, etate annos 24, ex beneficium».


19 FEBRAIO 1691: SAN ROCCO E SANT’IGNAZIO «A gloria dell’Altissimo, il popolo di Sopracornola, niuno eccettuato, di libera et spontanea volontà, deliberatamente et nel miglior modo che possono, servono et devono, fanno voto a Iddio, dator di tutti li beni, et modico di tutti li mali, di santificare et honorare la festa di Sancto Rocho con l’intervento almeno di quattro sacerdoti, i quali tutti celebrino Messa conforme al voto et obbligo fatto da detto popolo […]. Il detto popolo di più si obbliga far fare il quadro di Sancto Rocho, et quello di Sancto Ignacio da loro eretti per protetori et Advocati de’ suoi bisogni et brame presso l’Altissimo. Al qual tutto il detto popolo fa voti veri et reali di fare anco la festa Sancto Ignatio acciò li liberi parimenti dal male hor imminente et ancor in avenire. Et il detto popolo promette, et ha promesso, giura et ha giurato, fa voto et ha fatto voto, di santificare le feste di detti due Sancti acciò sieno suoi medici.


19 FEBRAIO 1691: SAN ROCCO E SANT’IGNAZIO E di più si sottoscriverà ogni capo di casa di detto loco et si obligano a osservare detto voto et farlo osservare da tutta la sua famiglia, et a detti voto, obligo et carico mi obligo et sottoscrivo ancor io in forma etc. Io Prete Lorenzo Rota, parroco di Lorentino, mi obligo con detti popoli al detto voto come sopra, io Gerolamo Forelli mi obligo come sopra, io Tomaso Bonaiti mi obligo come sopra, io Antonio Bonaiti mi obligo come sopra, io Lorenzo Bruni mi obligo come sopra, io Bertolomeo Bonaiti mi obligo come sopra., io Lorenzo Butta afermo e prometo quanto di sopra, io Battista Bonaiti mi obligo come sopra, io Girolamo Forelli a nome di Gio. Angelo Bonaiti per non saper lui scrivere si obliga come sopra. In fede farà una croce +, io Tomaso Bonaiti a nome di Carlo Pigazino per non saper lui scrivere si obliga come sopra et farà una croce +, io Antonio Bonaiti a nome di Battista Paggi per non saper lui scrivere si obliga come sopra et farà una croce +».


5. DON GIUSEPPE MINOLTIS DI SANT’ANTONIO (… 1701 …) > Uno stato del clero della Parrocchia di Santa Brigida di Lorentino del 30

ottobre 1701 ci rivela il nome del quinto Cappellano di Sopracornola ai noi noto. Si tratta di prete Giuseppe Minoltis, trentacinquenne, «che serve in

Sopracornola di messe 4 alla settimana per l’elemosina di scudi 10 con licenza spedita in Cancelleria, ordinato a titolo di iuspatronato che ha nell’Oratorio di San Sebastiano in Perluero, Cura di Sant’Antonio, con l’obbligo di tutte le Messe festive le quali fa supplire con […] et decente elemosina e perché il detto ius è solo di scudi 50 ne ha sostituiti altri dieci di patrimonio. Vestì l’abito alli 17 aprile 1674».


6. DON GIOVANNI MARIA FORELLA (1705-1748 …)

> Uno dei cinque figli di Girolamo ed esponente di una delle più antiche famiglie sopracornolesi (l’unica soggetta alla fiscalità di Bergamo), Gian Maria Forella nacque nel 1676. Il suo nome si incontra proprio all’estremo limite del secolo XVII, ovvero nel 1698 allorché, già sacerdote, egli compare come rappresentante del Comune di Sopracornola presso il Capitano di Bergamo. > Nel 1705, don Gian Maria viene nominato Cappellano di Sopracornola (l’anno della sua elezione ci è noto grazie alla visita pastorale operata in Lorentino dal cardinale Benedetto Odelscalchi nel 1722, ove si dice che Gian Maria rivestiva tale carica da diciassette anni), mandato che ricoprirà almeno sino al 1757, in cui lo vediamo per l’ultima volta menzionato nello stato d’anime relativo a quell’anno.


6. DON GIOVANNI MARIA FORELLA (1705-1748 …) > Come gesuita, con padre Costantino da Sopracornola frate minore osservante riformato, nel 1717, appare destinatario di una patente di conferma di varie reliquie a Roma, così come nel 1719.

> Di lui ci parlano due stati del clero della Cura di Lorentino compilati dal Parroco Giulio Mussita nel 1745 e nel 1748: «Reverendo Sacerdote Giammaria

Forelli odinato a patrimonio d’anni 72, Capellano in Sopracornola, sua patria, membro di questa Cura, condotto dalla Communità con Messe quattro alla Settimana dove per esser luogo molto distante dalla Cura insegna e spiega con lodevole zelo, e frutto la dottrina Cristiana; elargisce ai bisognosi le elemosine sottoforma di pane e sale, assiste con detta rarità agl’infermi, sacerdote veramente inappuntabile perché dottato di ottimi costumi, e di qualche avanzata perfezione». Morì nel 1757.


1756-1761, CANTIERE E FAUTORI DELLA NUOVA CHIESA > Bisogna ipotizzare la demolizione della vecchia chiesa e l’apertura del nuovo

cantiere come avvenute intorno al 1756, mentre la data del completamento materiale del tempio andrebbe invece fissata al 1761 (o ai primi mesi dell’anno successivo), con una conseguente durata dei lavori pari ad un quinquennio.

> E il tutto con il concorso di tutti gli abitanti sotto la guida del Cappellano don Bartolomeo Bonaiti e di Girolamo Forella, ad ulteriore conferma del ruolo decisivo svolto da queste famiglie nelle dinamiche civili e religiose di

Sopracornola.


LA GESTIONE “FORELLA” > Una nota del 18 ottobre 1796, conservata presso i libri contabili della chiesa di Sopracornola, ci dice che: «Li signori Sindaci attuali delle venerande chiese

di Lorentino, e Sopracornola hanno ricevuti tutti i libri delle entrate, ed uscite d’esse due chiese con le relative ricevute dalli illustrissimi Signori eredi della faccoltà del fu signor Girolamo Forelli di Sopracornola presso cui esistevano come scrittori d’entrambi due chiese». > Essa ci autorizza ad ipotizzare che la gestione economica della chiesa di Sopracornola sia persistita, per tutto il secolo XVIII, nelle mani della famiglia Forella, probabilmente prima in quelle del notaio Francesco (fratello di don Giovanni Maria, Cappellano) e poi in quelle del figlio Girolamo.



7. DON BARTOLOMEO BONAITI (… 1765-1780) > «Rev. Chierico Bortolomeo Bonaiti fu Giuseppe di Sopracornola, d’anni 21 [nato nel 1727], insignito da 4 minori, ora studente in Bergamo: giovine savio,

e di onestissimi costumi, quale ritrovandosi alla Patria adempie con puntualità ai suoi obblighi. Questi desidera esser ordinato a patrimonio, per esser sostituito al suddetto Sacerdote [Gian Maria] Forelli già avanzato in età, il qual mancando sarebbe moralmente impossibile ritrovar altro Sacerdote per il sito alpestre e montuoso, e per la scarsezza del vivere» [dallo Stato del clero del 1748, don Giulio Mussita Parroco di Lorentino]. > Il suo desiderio venne esaudito visto che una nota del 29 luglio 1765 lo indica infatti come sacerdote dimorante in parrocchia ipse patrimoni sacerdotio

initiatus. Non sappiamo, però, quando venne nominato Cappellano di Sopracornola, anche se è probabile sia avvenuto intorno al 1757. > Fu Cappellano di Sopracornola sino al 1780 quando, cinquantatreenne, decise di rinunciare alla carica per motivi che ci sfuggono.


8. DON GOTTARDO CARENINI DI RONCAGLIA (1780-1788)

> A seguito della rinuncia effettuata da don Bartolomeo Bonaiti, i venti capifamiglia del Comune di Sopracornola furono chiamati ad eleggere un sostituto che il 17 gennaio 1780, all’unanimità, individuarono nella persona di

don Gottardo Carenini di Roncaglia (nomina ufficialmente approvata dal capitano e podestà di Bergamo Alvise Contarini).


17 Gennaio

1780


In Dei nomine Amen. Giorno di lunedì li diecisette genaio 1780. > Attesa la rinoncia fatta dal Reverendo Signor Don Bartolomeo Bonaiti di Sopracornola della Capellania ereta nel venerando Oratorio della Santissima Anonciata di detto luogo. > Li cappi di famiglia capaci di voto di questo Comune in numero di venti, che sono più dei due terzi, anzi pocco men che tutti quei abitanti, previa esposizion di cedola d’aviso d’otto giorni anticipati, si sono quest’oggi al solito tocco di campana di quell’Oratorio convocati e radunati nel loro luogo solito ed infrascritto a fine di condurre un novo Reverendo sacerdote per loro Capellano. > E fu dai stessi univoci proposto il Reverendo Signor Don Gotardo Carenino del Comune di Roncaglia, fissandogli il solito annuo onorario che sono scudi cinquanta due da lire sette per scudo, che fanno £ 364 e con gli obblighi come segue: ---------->


> Di quattro Messe alla settimana comprese le Festive tutte di precetto. Da

cellebrarsi le Festive, tanto nell’Estate, quanto nell’Inverno immediate doppo il Rosario solito recitarsi nel loro Oratorio, e col’obbligo della Dottrina Cristiana a norma del praticato dagli Reverendi Capellani antecessori. Li due mesi poi di settembre, e ottobre per li ottavi di campagna abbia ad essere cellebrata all’Avemaria incirca cadaun giorno. > Per la Festa solita farsi dell’Immacolata, gli sarà corrisposta la solita elemosina di lire dieciotto, dico £ 18 ogni anno, con l’obbligo d’invitare sei Reverendi Sacerdoti, compreso il Reverendo Signor Capellano del luogo. > Questa condota doverà continuare per anni otto oggi incominciati, e volendo il Reverendo Signor Capellano lisenziarsi doverà precedere l’aviso di due Mesi, e la Comunità non potrà lisenziarlo se non con previo sendicato. > Da quali radunati fù mandata parte a bussola e balle secrete e fu presa con tutti li voti favorevoli di n° 20, e niuno vi fù in contrario, cos’ì che resta a pieni voti approvata l’elezione del sopra accennato novo Reverendo Capellano.


> Fù fatto, e pubblicato sotto l’atrio avanti la porta laterale di detto Oratorio

comunale di Sopracornola, valle S. Martino, Territorio di Bergamo, presenti per testimoni li domini Carl’Antonio quondam Carlo Rosa, Giovanni Maria figlio di Salvatore Carsana questi di Carenno, Vittore quondam Giuseppe Rosa di Moioli, e Giuseppe figlio di Claudio Artavo della Torre de Busi, noti, idonei, et asserenti. > Gerolamo Forella, don Carlo Bruni quondam Antonio, don Carlo Pigazzini quondam Nicolò, Giuseppe Bonaiti quondam Gottardo, Giuseppe Bonaiti quondam Rocco, Antonio Bonaiti quondam Bartolomeo, Antonio Bonaiti e

Niccolò Bonaiti fratelli divisi quondam Pietro, Paolo quondam Antonio Butta, Giuseppe quondam Giuseppe Bonaiti, Carlo quondam Angiolo Bonaiti, Enrico quondam Antonio Bonaiti, Giovanni Battista quondam Pietro Bonaiti, Gervasio

e Giovanni fratelli divisi quondam Alberto Losa, Niccolò quondam Giovanni Bonaiti, Felice quondam Giuseppe Paggi, Pietro Pigazzini quondam Giovanni Battista e Clemente figlio emancipato di Bartolomeo Bonaiti.


9. DON ANTONIO BRUNI (… 1795 …) > Nato a Sopracornola il 19 dicembre 1770, fu probabilmente il successore di don Gottardo Carenini. Un atto del beneficio parrocchiale di Santa Brigida di Lorentino fatto in Cura vacante nella visita personale del Parroco di Vercurago Carl’Antonio Corti, Vicario Foraneo, nel giorno 25 agosto 1795, ci informa che i sacerdoti dimoranti in Parrocchia a quell’epoca erano: > Don Bartolomeo Bonaiti - ora cappellano a Lorentino a seguito della rinuncia di cui abbiamo già parlato -, don Antonio Bruni cappellano appunto dell’Oratorio di Sopracornola, entrambi confessori approvati, e don Giuseppe Bonaiti destinato a diventare in seguito Cappellano di Santa Maria alla Vite di Olginate. > Nel 1812, egli risultava come uno dei maggiori possidenti di Sopracornola con proprietà sparse un po’ per tutto il territorio. > Nel 1827 divenne Parroco di Lorentino e morì due anni dopo il 21 dicembre 1829, alle ore due.


10. DON PIETRO VALSECCHI (… 1830 …) > Il 6 gennaio 1830, don Antonio Ubiali Parroco di Calolzio e Vicario Foraneo comunica alla Curia l’avvenuto decesso di don Antonio Bruni, Parroco di Santa Brigida e suggerisce di provvedere alla nomina del successore nella persona del confessore e Cappellano di Sopracornola don Pietro Valsecchi.

11. DON GIOVANNI BATTISTA BONAITI (… 1838 …) > A suo riguardo sappiamo soltanto che svolgeva anche la funzione di maestro in Sopracornola e che nel 1838 subì un reclamo da parte del suo collega Pietro Bonaiti che lo accusava di non avere dotato di opportuna chiusura i servizi igienici della scuola di Sopracornola.

12. DON BORTOLO BONAITI (… 1842 …) > Cappellano negli anni quaranta, forse a partire dal 1842, l’11 ottobre del 1858, come fabbriciere firma un elenco degli arredi sacri predisposto per la visita

vicariale alla chiesa di Sopracornola.


13. DON ANTONIO BONAITI (… 1858 …) > Il Vicario Foraneo e Parroco di Calolzio don Antonio Ubiali, descrive la chiesa sussidiaria di Sopracornola e cita il relativo cappellano (5 agosto 1858): «La sussidiaria posta in alto sul monte nella frazione di Sopracornola dedicata

alla Beata Vergine Immacolata, non è consacrata ed è di costruzione dal secolo passato e don Antonio Bonaiti è Cappellano e confessore».

14. DON ANTONIO CARSANA (… 1864 …) 15. DON STEFANO VALSECCHI (… 1873 …)

16. DON PIETRO BOLIS (… 1874 …) 17. DON PIETRO MANGILI DI CORTE (… 1874 …)


18. DON GIUSEPPE MARIANI DI CELANA (… 1876 … 1883 …) > Prese forse possesso della Cappellania di Sopracornola nel 1876. Di lui si conserva una relazione scritta dal Parroco di Lorentino don Eugenio Salvi in riposta ai quesiti preparatori alla visita pastorale del Vescovo di Bergamo Gaetano Camillo Guindani del 1883. > In qualità di coadiutore parrocchiale e confessore (mentre il già citato don Stefano Valsecchi risultava ora assistente in Lorentino), troviamo don Giuseppe Mariani di Celana, 35 anni, residente a Sopracornola in coabitazione con la sorella. > Sappiamo che era fornito di libri in abbondanza, che aveva svolto gli esercizi spirituali nel 1880 a Verderio e che prestava la sua opera per gli ammalati ma, per quanto concerne gli altri compiti svolti dal coadiutore di Sopracornola, di più non ci è dato sapere poiché anche don Salvi sembrava brancolare nel buio: «Non si hanno dati a rispondere, perché tutto fu convenzionato tra la

Fabbriceria dell’Oratorio e il Cappellano indipendentemente dal Parroco locale».


18. DON GIUSEPPE MARIANI DI CELANA (… 1876 … 1883 …) > Circostanza manifesta era invece quella che vedeva don Mariani vestire con irregolarità l’abito sinodale; anzi, amante dell’arte venatoria, «in occasione di

caccia e d’uccellanda», non era raro vederlo indossare l’abito corto. > E non sembrava frequentare volentieri la chiesa parrocchiale di Lorentino come avrebbe dovuto. Scrive infatti ancora don Eugenio Salvi: «Dalla 2ª di

Ottobre al presente, si è veduto alle funzioni il giorno di Natale, di Epifania e ad un funerale». > Inoltre, fornendo come pretesto la distanza dalla Parrocchiale, disertava anche i momenti di dottrina alimentando ulteriormente l’irritazione del Parroco.

19. DON MARCO […] DI VALLE IMAGNA ( … ) 20. DON LUIGI BONETTI DI SAN GOTTARDO ( … )


21. DON LUIGI BELOMETTI DI SARNICO (1898-1932)

> Nel 1898 giunge a Sopracornola don Luigi Belometti, 23 anni, sacerdote novello. In un stato del clero del 1905, risulta che era nato a Sarnico nel 1875 e che era servito da una donna della Parrocchia dell’età di oltre 66 anni,

riconosciuta e approvata dalla Veneranda Curia. > Egli teneva le funzioni nella chiesa sussidiaria, si prestava nella Parrocchiale nelle solennità dell’anno, all’assidua Confessione e si dava alla predicazione

anche fuori di Sopracornola. > Dopo aver studiato con i fabbricieri il piano di lavoro, nel 1906 egli diede slancio a varie opere di ristrutturazione della chiesa, del sagrato, dedicandosi

pure alla costruzione di una nuova casa per il cappellano.


21. DON LUIGI BELOMETTI DI SARNICO (1898-1932) > Negli anni 1920-21, don Luigi ricavò un asilo infantile nei locali posti nel seminterrato della casa del cappellano, con a fianco un cortiletto, struttura resasi necessaria a seguito dei numerosi matrimoni e delle conseguenti nascite. > Verso il 1932, stanco e malato, dopo 34 anni di servizio a Sopracornola, don Luigi Belometti ottenne il trasferimento a Somasca come cappellano presso le Suore Orsoline. > L’arrivo di don Luigi diede inoltre l’impulso necessario per rivedere i rapporti fra il coadiutore di Sopracornola e il Parroco di Lorentino che, come sappiamo, negli ultimi decenni dell’Ottocento non erano stati idilliaci. Diritti e doveri del sacerdote coadiutore di Sopracornola furono perciò stabiliti dal Curato don Angelo Pizzi coll’assenso della Fabbriceria parrocchiale il 26 agosto del 1908.


DOVERI DEL COADIUTORE DI SOPRACORNOLA (1908) > Celebrazione della Messa, nella Chiesa Sussidiaria, in ogni Domenica e Feste

di precetto; > Dottrina cristiana, pure in ogni Domenica e Festa di precetto, tanto ai fanciulli, quanto agli adulti, e impartire poscia la Benedizione col Santissimo Sacramento; > Funzione la sera dell’ultimo giorno dell’anno con Benedizione del Santissimo Sacramento; > Novena dell’Immacolata Concezione, del Santo Natale colla Benedizione del Venerabile; > Istruzione ai fanciulli nel tempo della Quaresima e assistenza agli infermi della Frazione;


DOVERI DEL COADIUTORE DI SOPRACORNOLA (1908) > Messa cantata nei seguenti giorni: 17 Gennaio (Sant’Antonio Abate), 3

Febbraio (San Biagio), 8 Febbraio (San Girolamo Emiliani), 2 Maggio (Sant’Atanasio); > Processione al Campo Santo nella 1ª Domenica di Maggio; > Omelia in ogni Domenica e Festa di precetto, secondo le prescrizioni dell’Autorità Ecclesiastica; > Nelle principali solennità dell’anno e cioè: Pasqua, Pentecoste, Corpus Domini, Natale, e nelle feste di Santa Brigida Vergine titolare della Parrocchiale, della Madonna della Neve, dell’Addolorata e chiusura delle Quarant’ore, non si terranno le funzioni pomeridiane nella chiesa sussidiaria. In detti giorni il Reverendo Coadiutore presterà servizio nella Chiesa parrocchiale. La sera, impartirà la Benedizione col Santissimo Sacramento».


DIRITTI DEL COADIUTORE DI SOPRACORNOLA (1908) > Per i suddetti doveri la Spettabile Fabbriceria, corrisponde all’anno £ 500, da

ripartirsi in rate trimestrali; > Per ogni Messa cantata, la Fabbriceria darà al Reverendo Coadiutore l’Elemosina di £ 3,00; > Per l’Ottavario dei Morti (recita dei tre Notturni con Lodi, Messa cantata) la Fabbriceria darà al Reverendo Coadiutore la somma di £ 22,00; > Ogni anno verserà al medesimo £ 30,00, compenso per le spese del pranzo ai Sacerdoti invitati alle due Feste della Frazione (San Rocco e Immacolata); > Il Parroco lascia al Reverendo Coadiutore £ 1,00 per ogni funeralino ai Bambini (la cera, però, viene somministrata dal Parroco); > Il Reverendo Coadiutore, per l’assistenza agli infermi della Frazione, avrà un annuo equo assegno dal Parroco, non inferiore alle £ 20,00».


22. LUIGI LOCATELLI (1932-1933) > Già coadiutore di Erve, successe a don Luigi Belometti rimanendo in carica per circa due anni fino a quando non ottenne la nomina di parroco e venne trasferito a Bagnatica nel 1934.

23. DON PALMINO PESENTI DI SERINA (1934-1962) > Nel 1934 giunse in Sopracornola don Palmino Pesenti, nato a Serina il 16

maggio del 1898. Sacerdote da 12 anni, quivi egli vivrà i drammi della seconda guerra mondiale a cui seguiranno ulteriori momenti difficili che videro la fusione di due fra le più grosse campane per farne cannoni ma anche il

progetto, studiato con i capifamiglia, di costituire Sopracornola in parrocchia.


23. DON PALMINO PESENTI DI SERINA (1934-1962) > Un altro intervento avviato da don Palmino fu la sopraelevazione del campanile che, a suo parere, era troppo basso e soffocato dalle case vicine. Egli pensò inoltre di dare a Sopracornola un concerto di campane più grosse di quelle che la ditta Pruneti di Grosio aveva fuso nel 1846. > E poi l’impegno prodigato per dare alla frazione una degna strada carrozzabile per Carenno che tuttavia non vedrà perché lascerà Sopracornola prima della sua realizzazione. > Molto si potrebbe dire di lui, anche attingendo al vivo ricordo di chi lo conobbe, per esempio del suo amore per il teatro e della sua vena artistica che lo portava a scrivere le farse destinate alla compagnia filodrammatica sopracornolese.


23. DON PALMINO PESENTI DI SERINA (1934-1962) > Il 1° aprile dell’anno 1946 monsignor Adriano Bernareggi emanava il decreto di erezione della nuova Parrocchia di Sopracornola. > Quindi, l’8 aprile 1947, a coronamento dell’avvenuta costituzione della Parrocchia, lo stesso vescovo Bernareggi lo nominò Parroco di Sopracornola munito di tutte le facoltà indispensabili all’esercizio della cura delle anime. > Come tale, don Palmino resse le sorti della comunità di Sopracornola sino al giorno 4 gennaio 1962, giorno della sua rinuncia al mandato. > Curiosamente, tra il 1946 e il 1947, con l’appoggio dei capifamiglia, aveva fatto istanza al Comune di Calolziocorte di mutare il nome della frazione da Sopracornola a “San Rocco di Calolzio”. > Morirà vecchio e malato in una casa di cura.


NASCE LA PARROCCHIA DI SOPRACORNOLA


RELAZIONE ANNUALE DELL’ANNO 1940 (12.01.1941) >« […] Le Sante Comunioni distribuite qui nella nostra chiesa durante il 1940

sono state precisamente 6318. Se le poniamo a confronto con quelle dell’anno precedente 1939, le quali assommano a 6970 (quasi settemila), noi non possiamo far altro che constatare un notevole regresso. > Come vedete, carissimi fedeli, siamo entrati nelle note dolorose di questa relazione annuale. Che se a questo fatto raccapricciante delle diminuite S. Comunioni voi unite altri dati indicatori della nostra poca fede, noi avremo altri motivi di rammarico e di cordoglio. I principali fra questi sono: > In generale, poca frequenza alla Dottrina Cristiana; > Un contegno ancora troppo irreligioso in chiesa, e nelle Processioni al Cimitero; > La troppo scarsa partecipazione alle S. Funzioni ed alle Prediche straordinarie in Parrocchia;


RELAZIONE ANNUALE DELL’ANNO 1940 (12.01.1941) >La quasi sistematica e persistente trascuranza di non mandare alla

Confessione Mensile nonché alla Dottrina Domenicale e feriale i ragazzi e le fanciulle regolarmente iscritti alle cinque classi elementari od usciti da poco tempo dalla 5ª classe; >La incoscienza di lasciar vagare attorno i proprî figlioli e le proprie figliuole in amoreggiamenti in compagnie pericolose, in divertimenti pervertitori!; >Ma grazie al Cielo, non è poi tutto male quello che c’è. E, se vogliamo considerare questo bene, quale piccolo seme d’un futuro buon raccolto, conviene precisare ch’esso si manifesta in questi tre fatti consolanti: >Una certa partecipazione più diretta, da parte di alcune persone, alla chiesa ed alla parola di Dio; >Un contributo sensibilmente maggiore al Sacerdote: difatti la somma delle quattro questue trimestrali nel 1940, raggiunge le £ 1028,80;


RELAZIONE ANNUALE DELL’ANNO 1940 (12.01.1941) > Uno scambio di affettuosa e quasi totale corrispondenza in iscritto fra i

nostri cari militari e il Prete; > Infatti, anche prescindendo dal fatto che in quest’anno siamo entrati in guerra, e sempre più ci accresce in cuore la dolorosa ansia per la sorte dei nostri giovani lontani, non siamo noi forse stati costernati durante questo 1940 da morti premature ed inopinate di nostri cari? > E chi è vissuto qui tutti i 365 giorni di quest’anno testè decorso, non ha forse visto lo scempio di ogni pudore, i veri e riluttanti scandali, soprattutto del periodo sacro di ferragosto? > Grazie a Dio, vale a dire, con sentimenti di viva gratitudine verso il Signore, dobbiamo riconoscere dati e orientamenti confortanti che riguardano il nostro paese.


RELAZIONE ANNUALE DELL’ANNO 1940 (12.01.1941) > Non dobbiamo passar sotto silenzio un più marcato interessamento da parte

delle Autorità Comunali per le cose che ci riguardano; > ma soprattutto bisogna far menzione dell’opera di posa dello zoccolo nuovo di vero “Marmo Varallo” avvenuta qui nella nostra chiesa durante il giugno u.s. >Non bisogna mai e mai dimenticare l’interessamento squisitamente paterno di S.E. Mons. Nostro vescovo Adriano Bernareggi, manifestato a parole e a fatti, nella sua particolare Visita Pastorale quassù in mezzo a noi, del 16 ottobre u.s. > Come vedete, o carissimi, tirando le somme della nostra posizione materiale quale ci risulta alla chiusa del 1940, noi dobbiamo aprire il cuore alla gratitudine ed alla fiducia in Dio. Difatti, nonostante il carovita sempre in aumento di questi anni, il sacerdote ha potuto vivere in mezzo a voi, sia pure che le questue annuali abbiano dato risultati molto inferiori al suo stipendio, siamo risusciti a stipendiare con £ 2000 le due Reverende Suore;


RELAZIONE ANNUALE DELL’ANNO 1940 (12.01.1941) > Abbiamo potuto mantenere la giornaliera minestra gratis a tutti i bambini

dell’asilo nonostante da qualche anno non si effettui la questua autunnale; > Nonostante la spesa globale dello zoccolo della chiesa sia salita a £ 5650 noi abbiamo puntualmente e pienamente soddisfatto ogni debito; > La chiesa non solo si è anche per poco addebitata ma si è in quest’anno arricchita di nuovi oggetti di culto, fra cui campeggia una bella pianeta violacea donataci dalla Pia Opera dei Tabernacoli. > Sarebbe stata desiderabile una maggiore corrispondenza da parte dei comparrocchiani alle piccole opere di riparazione. I vantaggi derivanti da queste prestazioni dei singoli sono immensi. Non so spiegarmi come tale generosa corrispondenza non abbia avuto luogo in quella maniera collettiva che tanto avrei desiderato. Forse la poca riflessione ne fu la causa? Per me, dico il vero, fu cosa misteriosa ed incresciosa».


24. DON PIERO PICCOLI (1962-1963) > Don Palmino Pesenti venne sostituito pro tempore da don Piero Piccoli, coadiutore di Carenno, sino all’ingresso ufficiale di don Marco Bottazzoli. Nato nel 1932, egli si prodigò molto per i fedeli di Sopracornola che assisteva nella dottrina settimanale, nelle confessioni e nelle attivitĂ parrocchiali. Covava nel suo intimo il desiderio di diventare il nuovo Parroco di Sopracornola ma la Provvidenza volle invece destinarlo a Borgo Santa Caterina, in quel di Bergamo, ove fece il suo ingresso ufficiale nel 1966.


25. DON MARCO BOTTAZZOLI DA MARTINENGO (1963-1989) > Nato a Martinengo il 1° ottobre 1930 da Bernardo Bottazzoli e Russi Costanza. Viene battezzato a Martinengo e cresimato da monsignor Adriano

Bernareggi. > Dal 1943 frequenta gli studi nel seminario di Clusone prima e poi in quello di Bergamo, dove completa gli studi conseguendo la maturità teologica. Viene

ordinato sacerdote il 1° agosto del 1954 a Clusone nel seminario vescovile insieme ad altri 30 diaconi da monsignor Giuseppe Piazzi. Il giorno seguente, 2 agosto, celebra la sua prima Messa a Martinengo attorniato dal concorso di

tutta la popolazione e dei parenti e amici convenuti. > La prima destinazione del suo ministero sacerdotale fu la Parrocchia di San Giovanni nei Boschi a Tribulina di Scanzorosciate, ove rimase sino al 1961 in

qualità di coadiutore seguendo la gioventù. Qui esprime tutti i suoi talenti per allietare i giovani con il teatro, lo sport e le attività dell’oratorio.


25. DON MARCO BOTTAZZOLI DA MARTINENGO (1963-1989) > Nel 1961 viene poi trasferito nella Parrocchia di Santo Stefano in Villasola, anche qui in qualità di coadiutore, ove rimane sino al marzo del 1963. > In quell’anno viene nominato Parroco di Sopracornola e vi fa l’ingresso solenne nella festa di San Rocco il 16 agosto 1963. Qui don Marco opera con tutta la forza e l’entusiasmo non solo nel seguire la sua missione pastorale, ma anche nell’impegno di procurare il necessario alle famiglie (come l’interessamento per la nuova strada per Calolziocorte). > A volte aiuta persino i contadini di Sopracornola e si impegna nelle Parrocchie del Vicariato amministrando i sacramenti e i sacramentali. Non manca persino di aiutare, in alcuni momenti, il fratello don Pietro nel Polesine, a Chioggia e a Milano. Con il fratello condivide le ansie pastorali e si sente sostenuto nel cammino sacerdotale.


L’INCONTRO CON PAPA GIOVANNI PAOLO II (27.12.1978)


25. DON MARCO BOTTAZZOLI DA MARTINENGO (1963-1989) > Si impegna con dedizione sino a rendere la Parrocchia migliore sia nel lato pastorale come nelle opere che prendono sempre più il tono della bellezza artistica ai fini di rendere la chiesa parrocchiale adatta ai tempi voluti dal Concilio Vaticano II: si veda il nuovo altare, la sistemazione interna della chiesa, il restauro dei quadri, l’elettrificazione delle campane e il piazzale parrocchiale. > Nel 1986 la Parrocchia di Sopracornola è stata accorpata a quella di Lorentino pur mantenendo la sua identità. Da quel momento, don Marco è diventato Parroco emerito di Sopracornola e ancora oggi non manca di prestare servizio nella comunità sopracornolese e nelle Parrocchie vicine.


25° DI ORDINAZIONE SACERDOTALE (22.07.1979) > «È stato festeggiato a Sopracornola il parroco don Marco Bottazzoli per il

25° di sacerdozio. La cerimonia è iniziata al mattino allorché un gruppo di giovani di Sopracornola si è recato presso la chiesa arcipresbiterale di Calolzio dove li attendeva don Marco. Quasi tutto il paese ha ricevuto il corteo nella piazza accanto alla chiesa dove è stata concelebrata una Santa Messa con la partecipazione di 10 sacerdoti tra cui un fratello di don Marco. A festeggiare il parroco, c’era anche il giovane Cesare Spinelli, uno studente di Celana rapito alcuni mesi fa in Brianza mentre si trovava in casa con la nonna. Di questa presenza siamo in grado di riferire i particolari: don Marco svolge anche l’incarico di assistente spirituale presso il collegio di Celana e quindi conosceva abbastanza bene il ragazzo rapito. In quella circostanza, il parroco di Sopracornola, dimostrando la propria sensibilità per coloro che soffrono, si è recato a Roma per farsi ricevere dal Papa e chiedergli di pregare per la liberazione del giovane Spinelli». (L’Eco di Bergamo, 24.07.1979)


40째 DI ORDINAZIONE SACERDOTALE (1994)


50° DI ORDINAZIONE SACERDOTALE (2004) Contenuti e immagini tratti da: Fabio Bonaiti

MEMORIE DI SOPRACORNOLA. TERRA, GENTE E DEVOZIONE Parrocchia dell’Immacolata Concezione di Maria SS. in Sopracornola © Calolziocorte 2004, pp. 270


50 ANNI DI SERVIZIO A SOPRACORNOLA (21.04.2013)


GRAZIE DON MARCO!


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