LA CHIESA DI SOPRACORNOLA NEL 250° ANNIVERSARIO DELLA DEDICAZIONE(1762-2012)

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PARROCCHIA DI SOPRACORNOLA - SAGRA DI SAN ROCCO

LA CHIESA DI SOPRACORNOLA NEL 250째 ANNIVERSARIO DELLA DEDICAZIONE (1762-2012) FABIO BONAITI, LUNEDI 13 AGOSTO 2012


SOLENNITÀ NEL CORSO DELL’ANNO 22 gennaio: festa della dedicazione della chiesa 16 agosto: solennità di San Rocco

17 ottobre: solennità di Sant’Ignazio Martire 8 dicembre: solennità dell’Immacolata

1762-2012 250 ANNI DELLA BENEDIZIONE DELL’ALTARE E DELL’INTITOLAZIONE ALL’IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA DELLA NUOVA CHIESA DI SOPRACORNOLA


L’ANTICO ORATORIO DELLA B.V. MARIA (1449-1756)


1566, UN UNICO LEGATO DI MARTINO BONAITI > L’unico legato presente per questa povera chiesa era quello

lasciato da Martino Bonaiti che, per testamento, aveva disposto la somma annua di 32 lire in perpetuo da destinarsi alla celebrazione di due Messe alla settimana, alla fabbrica della chiesa o nel dotare la medesima di paramenti sacri. > Quanto all’autore del legato, è molto probabile che si tratti dello stesso Martino Bonaiti che era Sindico del Comune di Lorentino e proprietario di alcuni terreni in Sopracornola nel 1456. Se così fosse, come è verosimile, proprio a lui si dovrebbe la costruzione dell’Oratorio di Santa Maria.


1566, UN UNICO LEGATO DI MARTINO BONAITI > E a sostegno di questa ipotesi, ci soccorre anche lo stato del cappellano di Sopracornola, don Pietro Giovannazzi, compilato nel 1668 in cui leggiamo: > «[L’oratorio] è antichissimo poiché non si trova scrittura, ne si hà

memoria da chi sia stato fondato, ma solamente si dice in note che sia stato fondato da casa Bonaiti del medesimo luogo; che perciò li pagano annualmente uno legato di lire 28 moneta di Bergamo diviso in diverse famiglie».


1566, SERVE UN CAPPELLANO > La comunità di Sopracornola, con atto rogato dal notaio milanese Giovanni Pietro Scotti, si impegna a pagare 120 libre imperiali annue affinché un Cappellano celebri la Messa nei giorni festivi nella chiesa di Santa Maria. > Anche il Parroco di Lorentino gli avrebbe riconosciuto £ 30 imperiali ogni anno purché presenziasse, nella chiesa di Santa Brigida, alle solennità di Pasqua e di Natale.



[1569]


1569, VISITA PASTORALE DI S. CARLO BORROMEO (1)

Stato dell’Oratorio della Beata Vergine Maria di Sopracornola. > «Chiesa consacrata, lunga passi 11 e larga 8, con due porte

d’ingresso e due finestrelle. Il pavimento era rotto mentre il tetto, con assito in legno, era coperto di piode. Su di un pilastro che si innalzava sul tetto della facciata era posta una campana. > La cappella presbiteriale, a volta e con due finestrelle, era dipinta. Davanti, vi pendeva una lampada spenta. > Nell’altare privo dei necessari requisiti d’altezza, consacrato il 22 gennaio 1449, erano riposte le reliquie dei Santi Antonio Abate, Bernardo Abate, Caterina V. e M., e Vincenzo levita e martire ...».


SANT’ANTONIO ABATE Egitto, 251-356 Ultracentenario, visse tra la metà del III e

la metà del IV secolo d.C. in Egitto. Asceta, combatté l’Arianesimo. Padre di tutti i monaci, viene raffigurato

vestito da eremita, con un bastone a T, una campanella e un maiale, con il diavolo ai sui piedi (simbolo della vittoria sulle

tentazioni) 17 gennaio

Protettore degli animali domestici, dei macellai e dei salumai


SAN BERNARDO (DI CLAIRVAUX) ABATE Francia, 1090-1153 Visse tra XI e XII secolo in Francia e fu Abate del monastero di Chiaravalle e fondatore dell’ordine cistercense. Viene rappresentato in abito bianco, con pastorale

e

abbaziale,

il

demonio

incatenato, libro (dottore della Chiesa) e cane bianco (cane custode che abbaia contro i malvagi). 20 agosto Protettore degli apicoltori


SANTA CATERINA (D’ALESSANDRIA) VERGINE E MARTIRE

Egitto, III-IV secolo Giovane molto bella, fu fatta giustiziare dall’imperatore Massenzio poiché si era rifiutata di sposarlo in quanto cristiana e devota a Cristo (e si opponeva alle sue persecuzioni). Viene raffigurata con la ruota, strumento del suo martirio

25 novembre Protettrice delle balie e delle nutrici


SAN VINCENZO (DI SARAGOZZA) LEVITA E MARTIRE Spagna, m. 304 È uno dei Santi Martiri più venerati in Spagna e Patrono (insieme alla Madonna) di Vicenza dal sec. XIV. A lui era anticamente intitolata anche la cattedrale di Bergamo.

Durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano, diacono abilissimo oratore, egli continuava a predicare il Vangelo. 22 gennaio È patrono dei vinai, protettore degli orfani,

dei poveri e delle vedove e viene raffigurato con una macina al collo.


1569, VISITA PASTORALE DI S. CARLO BORROMEO (2)

Stato dell’Oratorio della Beata Vergine Maria di Sopracornola. > «… L’altare portava un’ancona antichissima e corrosa. La predella era costituita da un solo gradino. Nel cimitero, che circondava la chiesa e non era cintato, c’era una folta piantagione di noci. > La casa di abitazione del cappellano era contigua alla chiesa e comunicava col cimitero. > Sopracornola, nel 1566, contava 90 anime. La chiesa di Santa Maria era consacrata e la festa della dedicazione veniva celebrata solennemente il 22 gennaio di ogni anno. > Questa povera chiesa disponeva di due soli paramenti da Messa e di un calice neppure indorato».


23 aprile 1449 Sopracornola

> Guglielmo di Sopracornola dona con testamento un lascito di

10 lire imperiali per l’acquisto di un calice d’argento per la chiesa di Santa Maria di Sopracornola.


CALICE Lamine di argento sbalzate e cesellate Coppa in argento dorato

H 19,5 cm Ø 9,2 cm Base 14 cm 2ª metà del secolo XV Produzione lombarda Stile pre-rinascimentale


1569


1570, DESCRIZIONE DELLA CHIESA DI SOPRACORNOLA > Essa misurava m 8 di lunghezza e m 5 di larghezza circa.

La vecchia ancona, addirittura corrosa, conteneva un dipinto antico al contrario in buono stato. > La campata era priva di soffitta e la campana sul pilastro risultava imbiancata. Due erano le porte, munite di battenti, la maggiore delle quali si poteva chiudere dall’interno ma non dall’esterno mentre quella minore addirittura in alcun modo. > Il lavello dell’acqua benedetta applicato alla parete era perforato. Il cimitero, infine, non era ben cintato. > E mancava da sempre qualcuno che la custodisse, come lamentavano gli uomini di Sopracornola.


1570, DISPOSIZIONI (PER LO PIÙ ECONOMICHE) > «Che l’altar si alzi alla misura e si facciano le chiavi sopra le porte e si tenghino serrate. > Il Vicario Foraneo si informi di tutti li debitori della chiesa et in ogni mellior via li astringa a pagar ne si lascino partecipar al Santissimo Sacramento se prima non paghino o se non mostraranno qualche dilazione da Monsignor Illustrissimo o suo Vicario Generale. > Il medesimo veda se gli huomini del Comune aggravano li beni della chiesa di angarie e ne dia aviso non potendo lui rimediar. Veda li obligati di Messe lassati a detta chiesa e faccia sijno eseguitj».


1570, LA LISTA DEGLI ARREDI SACRI ÂŤNota de li paramenti et altre cose de la gesia de Sancta Maria de Socornula, capela de la gesia de Sancta Brigida de Lorentino. > Prima una pianeta de damascho verdo con il paramento suo diverso; > Item una pianeta de pano vegia con il suo paramento diverso; > item una tovaya nova con doy mantili; candeleri doy picolj et doy de legno; una croce; > uno para de corporalj bonj; > uno palio da altar de pano roso; uno pano da mortj nigro con la croce rossa; > uno calice desconsegrato et una patena il simileÂť.


ALTRA DESCRIZIONE DELLA CHIESA > La porta d’ingresso dava sul frontespizio, sopra il quale si ergeva

la campana, quella laterale sul lato meridionale; il tetto era senza soffitto e le pareti risultavano spoglie. Non vi era sacrestia. > Nella cappella maggiore dipinta (illuminata da due finestre che non avevano i vetri e nemmeno le tende) l’altare era ornato da quattro candelabri, due lignei e due ferrei con estremità in ottone; mancava il crocefisso; il confessionale non era regolare. > Una lampada era stata collocata a metà navata e il lavello dell’acqua santa era sparito. La casa del cappellano era contigua alla strada e al cimitero: sul tetto insistevano i rami di alcune piante di noci. E il cimitero non era perfettamente recintato.


1613, DESCRIZIONE DELLA CHIESA > L’edificio era rivolto verso oriente e la navata unica (8,5x4,5 m) era dotata di un solo altare presso il quale si conservava un’antica immagine della Beata Vergine Maria con Gesù Bambino.

> Vicino alla cappella maggiore, sul lato destro, era stata finalmente costruita una sacristia dotata di armadio e di acquasantiera. L’altare, munito di drappo, tovaglie corte e lunghe, era ornato da una croce con filamento dorato, candelabri d’oro e due simulacri a forma di angelo. > Sotto l’arco della cappella, l’architrave appariva decentemente indorata con davanti l’immagine di Gesù Cristo. Erano stati nel frattempo avviati i lavori per la costruzione di una piccola torre campanaria. Il cimitero si presentava costantemente aperto ed occorreva chiuderlo per evitare l’accesso agli animali.


1613, LISTA DEI PARAMENTI E DEGLI ARREDI SACRI Uno calice con la coppa di argento sopra dorata; una patena di argento sopra dorata; uno corporale; una animetta; purificatori nr. 3; uno facioletto per lavar le mani; uno mesale novo et uno vechio; uno cusino di coramo; tovaglie per l’altare nr. 4 tra picole et grande; camisi nr. duoi; uno corde; due pianete una biancha con stolla et manipolo, una nera con stola et manipolo; amiti nr. duo; una cassa di coramo per il calice; una borsa per gli corporali biancha; banchi duoi novi di noce per governar gli paramenti; due casse per servicio delle lemosine; uno confessionale; uno panno da morto con la croce rossa; duoi candiglieri di ferro; vetriate nr. 3; una ancona di legno con la figura della Madonna; duoi cero ferrarii; duoi orcioli per la messa; una bredella del altare con duo gradioli; una pietra sacrata posta in mezzo del altare; la steccata di noce fatta al torno; uno oratorio di noce; uno vaso per conservar l’oglio per la lampada.


1615, LAMENTELE AL CARDINALE FEDERICO BORROMEO > In occasione della visita, i Sopracornolesi presentarono le loro lamentele. Fecero notare di come risultasse difficoltoso, per i vecchi, le donne e i più deboli - sia con il rigore della stagione

invernale sia durante periodi di bel tempo - scendere alla vicina chiesa parrocchiale di Lorentino. > E chiesero altresì di avere un cappellano, secolare o regolare, al quale assegnare una mercede congrua, tratta dai redditi della chiesa senza gravare sulla Parrocchiale. O, in caso di necessità, di poter chiamare i sacerdoti dei paesi confinanti (ovviamente previa consultazione con il Parroco di Lorentino). > E tutto questo anche per evitare che il Vicario Foraneo potesse intromettersi nelle questioni del «fedele popolo, e assiduo osservante della religione, di Sopracornola».


1722, L’ULTIMA VISITA PRIMA DELLA DEMOLIZIONE > È la visita pastorale del cardinale Benedetto Odelscalchi. La chiesa, con un'unica navata (e un unico altare), era lunga tredici cubiti, larga nove e inadatta a contenere la popolazione numerosa.

> La cappella maggiore conteneva un altare rivolto ad oriente sul quale era stato eretto un tabernacolo povero. Oltre la cappella maggiore, a parte epistole (cioè a destra), si apriva una porta, munita di chiave, che conduceva alla sacristia contenente un armadio in noce in cui venivano riposti gli abiti sacri. > La torre campanaria si ergeva a destra della chiesa con un’unica campana battente. Vi si accedeva dalla navata tramite una porta chiusa a chiave. Nel cimitero era stata finalmente posta una croce.


LA COSTRUZIONE DELLA NUOVA CHIESA DELL’IMMACOLATA 1756-1762


«Li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera» (Is 56,7) «Ed insegnava loro dicendo: Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti?» (Mc 11,17)


1756, LA RICHIESTA UFFICIALE DI RIEDIFICAZIONE > Nella prima metà del Settecento gli abitanti di Sopracornola superavano il tetto delle 150 unità ed erano in costante aumento. A dimostrazione di questo fatto, il Vicario Foraneo giunto a

Sopracornola nel 1722 non aveva mancato di sottolineare l’inadeguatezza del piccolo oratorio. > L’esigenza di dotarsi di una chiesa più capiente o, comunque, di rinnovare quella già esistente in evidente stato di decadimento, spinse probabilmente gli uomini di Sopracornola a meditare il proposito di costruire un nuovo tempio. > Non conosciamo con certezza gli estremi cronologici e i promotori di tale iniziativa. Le fonti documentarie mostrano, a tal proposito, purtroppo, ampie lacune.


1756, LA RICHIESTA DI EDIFICARE UNA NUOVA CHIESA > Così il primo rimando a nostra disposizione è costituito dalla richiesta, datata 19 agosto 1756, tramite la quale il Comune di Sopracornola chiese il permesso di poter riedificare l’antico Oratorio di Santa Maria, ormai vetusto e angusto.

In particolare, i rappresentanti del Comune supplicavano le autorità ecclesiastiche: > «di concedere la facoltà di poter riedificare detto Oratorio poco per il decente e troppo angusto alla moltitudine del popolo ed insieme di poter il popolo lavorar ne giorni di festa nelle ore libere da divini offici a maggior vantaggio di questa fabbrica, per che ne venga con più di decoro, e con meno di spesa compirla».


1756, DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE DELLA CHIESA «Trovasi una Chiesa sussidiaria nella frazione di Sopracornola, stata di nuovo rifabbricata nel 1761 e distrutta quindi la piccola Chiesa prima esistente d’antica fondazione» (Beneficio della Parrocchiale di Lorentino, 1858). «La chiesa sussidiaria di Sopracornola è di buon gusto di forma di una Croce Latina con discreto Presbiterio, proporzionata con due cappelle e simmetrica: fabbricata nel 1761»

(don Giambattista Natali Parroco di Lorentino, 1861).



1756-1761, CANTIERE E FAUTORI > Stando a questi cenni, peraltro postumi, e in assenza di altri riferimenti, dovremmo dunque immaginare la demolizione della

vecchia chiesa e l’apertura del nuovo cantiere come avvenute intorno al 1756, mentre la data del completamento materiale del tempio andrebbe invece fissata al 1761 (o ai primi mesi dell’anno successivo), con una conseguente durata dei lavori pari ad un quinquennio. > E il tutto con il concorso di tutti gli abitanti sotto la guida del Cappellano don Bartolomeo Bonaiti e di Girolamo Forella, ad ulteriore conferma del ruolo decisivo svolto da queste famiglie nelle dinamiche civili e religiose di Sopracornola.


DON BARTOLOMEO BONAITI (1757-1780) > «Rev. Chierico Bortolomeo Bonaiti fu Giuseppe di Sopracornola, d’anni 21, insignito da 4 minori, ora studente in Bergamo: giovine savio, e di onestissimi costumi, quale ritrovandosi alla Patria adempie con puntualità ai suoi obblighi. Questi desidera esser

ordinato a patrimonio, per esser sostituito al suddetto Sacerdote [Gian Maria] Forelli già avanzato in età, il qual mancando sarebbe moralmente impossibile ritrovar altro Sacerdote per il sito alpestre e montuoso, e per la scarsezza del vivere». (Stato del clero del 1748) > E, a quanto pare, il suo desiderio venne esaudito visto che una nota del 29 luglio 1765 lo indica infatti come sacerdote dimorante in parrocchia ipse patrimoni sacerdotio initiatus.


GIROLAMO FORELLA (1724-1796) > Gian Maria (1678-1757), cappellano di Sopracornola, era suo zio

> Francesco (1684-1767), notaio, era suo padre

Compiuti gli studi giuridici, fu notaio al servizio di Carlo Antonio Barca di Carenno con missioni di procuratore a Roma (1719). Sposò Caterina Ambrosioni e generò, fra il 1724 e il 1735, quattro figli: Girolamo, Margherita, Domenica (ultima discendente dei Forella) ed Elena che non sopravvisse. > Nel 1750, Francesco risultava ricco e possidente con beni anche a Carenno e Sala, l’unico sopracornolese soggetto alla fiscalità della città di Bergamo.


GIROLAMO FORELLA (1724-1796) > Lo troviamo in qualità di primo capofamiglia di Sopracornola in occasione dell’elezione di don Gottardo Carenini di Roncaglia a Cappellano di Sopracornola, avvenuta nel 1780.

> A lui dobbiamo, molto probabilmente, l’iniziativa della riedificazione della chiesa di Santa Maria e la donazione delle risorse necessarie per costruirla e abbellirla. > Non si sposò e, unico uomo, visse con le sorelle Margherita e Domenica e le nipoti Laura ed Elisabetta almeno sino al 1786. Morì il 30 agosto del 1796 e fu seppellito con grandi onori nell’apposito sepolcro al centro della chiesa.


GIROLAMO FORELLA (1724-1796) > Una nota del 18 ottobre 1796, conservata presso i libri contabili della chiesa di Sopracornola, ci dice che: > «Li signori Sindaci attuali delle venerande chiese di Lorentino, e Sopracornola hanno ricevuti tutti i libri delle entrate, ed uscite d’esse due chiese con le relative ricevute dalli illustrissimi Signori eredi della faccoltà del fu signor Girolamo Forelli di Sopracornola presso cui esistevano come scrittori d’entrambi due chiese». > Essa ci autorizza ad ipotizzare che la gestione della chiesa di Sopracornola sia persistita, per tutto il secolo XVIII, nelle mani della famiglia Forella, probabilmente prima in quelle del notaio Francesco e poi in quelle del figlio Girolamo.



1762, BENEDIZIONE DELL’ALTARE E DEDICAZIONE > Nella primavera del 1762, la novella chiesa voluta in sostituzione dell’antico e cadente oratorio risultava ormai fabbricata e il popolo di Sopracornola, guidato dal Parroco di Lorentino, poteva perciò chiedere al Preposito Vicario Foraneo di Olginate la

benedizione dell’altare già perfezionato presso il quale, quotidianamente, già vi si celebrava la Messa. > Il Vicario Giuseppe Segalino visitò il nuovo altare il giorno 8 giugno e ne approvò la forma poiché dotata di ogni requisito. > Durante il sopralluogo, egli constatò la volontà dei Sopracornolesi di sostituire l’antica dedicazione della chiesa (posta sotto il titolo dell’Annunciazione) con la nuova intitolazione all’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.


1762, BENEDIZIONE DELL’ALTARE E DEDICAZIONE > Ciò in virtù di un dipinto della Madonna Immacolata appositamente realizzato dal pittore cremasco Mauro Picenardi e di un legato voluto dalle sorelle Ortensia e Margherita Forella comprendente la celebrazione annuale della festa

dell’Immacolata con l’intervento di sei sacerdoti. > Il 5 luglio seguente, il cardinale Giuseppe Pozzobonelli, Arcivescovo di Milano, concedette al Preposito di Olginate la facoltà di benedire il nuovo altare di Sopracornola e di dedicarlo alla Concezione della Beata Maria Vergine Immacolata. Benedizione che venne impartita sicuramente entro l’anno, con ogni probabilità proprio in occasione della solennità dell’Immacolata.



IV - LETTERA AI ROMANI

> «Frumentum sum Dei, et per ferarum dentes molar, ut purus panis Christi inveniar».

> «Sono frumento di Dio, e macinato dai denti delle fiere per diventare pane puro di Cristo».


RIEPILOGO CRONOLOGICO 1722: ultima visita al vecchio oratorio inadeguato 1756: richiesta ufficiale di riedificazione della chiesa demolizione dell’antico oratorio e inizio lavori 1761: termine dei lavori di costruzione della chiesa 1762: BENEDIZIONE DELL’ALTARE

DEDICAZIONE ALL’IMMACOLATA CONCEZIONE 1766: completamento degli arredi 1774: benedizione degli altari di San Rocco e S. Ignazio 1796: erezione della Via Crucis


Anno 1449 1569 1570 1573 1613 1615 1668 1685 1722 1756 1762 1765 1774 1815 1858 1867 1946

Intitolazione Chiesa Santa Maria Santa Maria Santa Maria Santa Maria Santa Maria dell’Annunciazione Beata Vergine dell’Annunciazione Santissima Annunciazione di Maria Vergine Assunzione della Beata Vergine Maria Beata Vergine Maria in cielo assunta Santa Maria Concezione della Beata Vergine Maria Immacolata Immacolata Vergine Maria Maria Vergine Beata Vergine Maria Immacolata Beata Vergine Immacolata Immacolata Vergine Maria Immacolata Concezione di Maria Santissima


I 27 CAPPELLANI E PARROCI

Anno 1538 1652-1659 1668-1685 1691 1701 1705-1748 1765-1780 1780-1788 1795 1830 1838 1842 1858 1864

Nome Don Giovanni Maria da Sopracornola Don Giovanni Battista Pezzi Don Pietro Giovannazzi di Sarzana Don Viviano Bonaiti Don Giuseppe Minoltis Don Gian Maria Forella Don Bartolomeo Bonaiti Don Gottardo Carenini di San Gottardo Don Antonio Bruni Don Pietro Valsecchi Don Giovanni Battista Bonaiti Don Bortolo Bonaiti Don Antonio Bonaiti Don Antonio Carsana


I 27 CAPPELLANI E PARROCI Anno 1873 1874 1874 1876-1883 […] […] 1898-1932 1932-33 1934-1962 1962-63 1963-1989 1989-2009 2009-oggi

Nome Don Stefano Valsecchi Don Pietro Bolis Don Pietro Mangili di Corte Don Giuseppe Mariani Don Marco di Valle Imagna Don Luigi Bonetti di San Gottardo Don Luigi Belometti Don Luigi Locatelli Don Palmino Pesenti Don Piero Piccoli Don Marco Bottazzoli Don Mariano Carrara Don Angelo Riva


RIVALITÀ TRA SOPRACORNOLA E LORENTINO > Nel 1772 avvenne un fatto curioso testimoniaza dei dissapori che correvano tra gli abitanti di Lorentino e Sopracornola: > Girolamo Forella, anche a nome degli abitanti del Comune di Sopracornola, presenta un esposto al Capitano di Bergamo nel

quale denuncia che: > «Sebbene siasi sempre praticato di unirsi il detto Comune di Sopracornola, a li due altri di Lorentino e Moioli, per divenire insieme ad elezione dei due Sindici della chiesa parochiale di Lorentino, pure in quest’anno sia seguita la convocazione del Consiglio dei due soli Comuni di Lorentino e Moioli per l’elezione d’un Sindico della Chiesa stessa, escludendo nel Consiglio medesimo il Comune di Sopracornola».


RIVALITÀ TRA SOPRACORNOLA E LORENTINO > Il 1° aprile dello stesso anno il Capitano di Bergamo, Nicolò

Barbarigo, risponde a Girolamo Forella dandogli ragione e ordinando che: > «data per nulla la elezione seguita nel giorno 16 febraro passato del Sindico della detta Parochiale nel Consiglio dei due soli Comuni di Lorentino e Moioli, debbasi prontamente chiamare il Consiglio di tutti li tre Comuni di Lorentino, Moioli, e Sopracornola per divenire a norma del praticato sin ora, sotto pena ai respettivi Sindici dei detti Comuni che trascurassero di chiamare il Consiglio ed a Capi di famiglia che chiamati al Consiglio medesimo non intervenissero, ò intervenuti partissero prima del licenziamento del Consiglio, di £ 12 per cadauno».


«HOC EST VIVERE BIS, VITA POSSE PRIORE FRUI». «Gioire della vita passata equivale a vivere due volte». Marco Valerio Marziale Epigrammi, X 23 7-8 (I secolo d.C.)


Contenuti e immagini tratti da: Fabio Bonaiti MEMORIE DI SOPRACORNOLA. TERRA, GENTE E DEVOZIONE Parrocchia dell’Immacolata Concezione di Maria SS. in Sopracornola © Calolziocorte 2004, pp. 270


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