TH Magazine 7

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Ritratti iniziato a 9 anni, ma solo verso i 12 mi sono davvero appassionata: per convincermi a non mollare nei primi tempi è stato fondamentale il supporto dei miei genitori». Già, i genitori. Il loro è un compito fondamentale ma tutt’altro che semplice: «Adesso che sono io a insegnare ai più piccoli, raccomando sempre ai genitori di non essere troppo pressanti, perché i bambini devono prima di tutto imparare a conoscere lo strumento, a divertirsi suonando - osserva Alessandro -. Solo così l’abitudine a suonare diventa qualcosa di naturale e piacevole com’è stato per me: se i miei amici stavano ore e ore a giocare a calcio, io rimanevo con loro per un po’, ma poi avevo voglia di prendere in mano il mio archetto». Tutto si complica ulteriormente quando si vuole trasformare questa passione in un vero lavoro: «Chi non conosce il mondo della musica, non ha idea dei sacrifici che sono necessari - osserva Elisa Maria -. Non è stato semplice trascorrere molti anni cambiando spesso città, senza mai la certezza di un impiego sicuro. Però io mi sentivo nata per fare la violinista, era il mio sogno e ho deciso di non mollare: quando finalmente mi sono trovata di fronte a ben due opportunità importanti, avendo vinto sia il concorso per l’Orchestra Sinfonica della Rai di Torino sia quello per il Teatro Comunale di Bologna, non mi sembrava vero… Finalmente ho trovato un impiego stabile, posso programmare la mia vita con più sicurezza e serenità: anche un musicista può arrivare a farlo, ma ci vuole davvero molta tenacia». Nonostante gli ostacoli da affrontare, Alessandro sottolinea come questo mestiere ti offre molte occasioni davvero uniche: «Può sembrare banale, ma anche il fatto di poter girare il mondo, di conoscere luoghi e culture diversi, è un privilegio raro. E poi, quale altro lavoro ti consente di guadagnarti da vivere dando sfogo alla tua creatività, liberando le tue emozioni?». Tra un impegno e l’altro, i due fratelli riescono ancora a trovare il tempo per tornare a Thiene, dove rimangono le loro radici e dove entrambi hanno appreso i fondamenti della musica, presso l’Istituto Musicale all’epoca diretto dal maestro Mario Zaltron. E, appena possono, rinnovano l’emozione tutta speciale di suonare insieme: «Elisa Maria è sempre stata il mio modello: suonare con lei è davvero tutta un’altra cosa», conferma Alessandro. Un’emozione intensa che li ha uniti specialmente lo scorso anno, quando i fratelli Menegardi hanno suonato insieme in occasione della messa di saluto a nonna Hildegard. Il repertorio? Un’antologia di brani del suo amato Bach, naturalmente: il “santo protettore” che da tre generazioni ispira ed accompagna questa specialissima famiglia thienese.

J.S.Bach, una sorta di “santo protettore” per i fratelli Menegardi

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