PER UN ‘IDEA MODERNA DI SALA OPERATORIA Prof. Arch. Stefano Menotti Colucci Politecnico di Milano Facoltà di Architettura – Disegno Industriale Il modello contemporaneo di sala operatoria ha imposto nel passato sostanziali cambiamenti nell’ospedale. Il gruppo operatorio nelle sue tappe evolutive diventa sempre più una unità indipendente modificando la tradizionale continuità di rapporto tra il primario, i propri pazienti, i protocolli gestionali e il controllo del personale. Questo sviluppo ha comportato nuove tipologie di rapporti con nuove autonomie e differenziazioni di competenze specialistiche specifiche. L’accesso alle sale non più libero, le distanze tra le degenze e i gruppi operatori aumentano, contribuendo all’isolamento del reparto operatorio dal resto dell’ospedale. Gli studi di igiene ambientale, insieme a quelli di sicurezza e protezione, un tempo frutto di singole e sporadiche esperienze empiriche o intuitive, sono ora oggetto di studi approfonditi e altamente specializzati. Questo processo evolutivo avanza con differente interesse a seconda delle disponibilità economiche di ogni Paese, è noto l’episodio in cui un chirurgo decise negli anni sessanta, di cospargere le pareti delle proprie sale operatorie con un prodotto liquido ottenuto con prodotti antibiotici. Questi episodi dimostrano che lo studio dell’igiene ambientale spesso viene affidato a singole esperienze empiriche non controllate dagli enti e che la sanità investe sempre poco nello studio di questa materia. Le incertezze, i dubbi e le oscurità che contornano gli operatori del settore sul problema dell’infezione per via aria, spingono spesso all’incontrollato utilizzo di sistemi impiantistici e tecnologici costosissimi, dall’efficacia spesso non provata o quantomeno indefinibile. Il tema dell’asepsi nelle sale operatorie è oggetto di continue ricerche svolte perlopiù dalle aziende che operano in questo settore. Gli obiettivi da raggiungere sono sempre molti, per raggiungerli spesso è necessario percorrere strade diverse. I progettisti si sono orientati verso la specializzazione e l’articolazione del reparto, suddividendo le diverse e molteplici funzioni in percorsi e luoghi di sosta ben definiti, ai quali corrispondono le differenti tappe da percorrere per accedere alle sale operatorie. Dal punto di vista logistico, la ricerca di una riduzione dei tempi operativi delle sale ha innescato un processo di organizzazione del reparto di tipo industriale: il paziente viene preparato in prossimità della sala per poi entrare nel ciclo anestesia - intervento - risveglio; alla fine di questo rito, la preparazione della sala deve avvenire nei tempi più brevi, quindi tutte le attrezzature e il materiale pulito deve essere disposto in sua prossimità. La sala operatoria è quindi intesa come il centro del sistema, intorno al quale ruotano e si articolano vari locali di supporto un tempo inesistenti. Il processo di organizzazione del reparto investe tutte le funzioni, in particolare, per la continua richiesta di materiale sterile, il locale di sterilizzazione viene introdotto nel reparto in prossimità delle sale operatorie. L’area di pre-anestesia e risveglio dei pazienti semplifica e articola il nodo formato dalla sala e dai locali di servizio. Il reparto operatorio si sviluppa ulteriormente con l’annessione di tutte quelle funzioni atte a garantire la praticità, la più completa autonomia operativa e la massima efficacia delle protezioni necessarie all’asepsi della sala operatoria. Tutte queste esigenze si traducono in progetti sempre più complessi e costosi, rispondenti a processi teorici ed empirici non sempre supportati da adeguate sperimentazioni, che spingono il reparto a misurarsi con una crescente rigidità progettuale perfezionata nel più piccolo dettaglio, ma estremamente chiusa ed articolata. In questa logica scompaiono le sale concepite con più tavoli operatori, che consentivano oltre che una notevole economia di spazio e di risorse, l’operatività di più tavoli seguiti e diretti da un unico responsabile. Il diritto del paziente alla massima sicurezza prevale su questi sistemi, e da noi viene sancito per legge con la proibizione di queste tipologie di sala. All’estero non mancano però esempi anche recentissimi, in una clinica moscovita è in funzione un reparto che comprende una sala dotata di sei tavoli operatori serviti da un nastro trasportatore. Questo sistema permette l’utilizzo da parte dei sei tavoli di poche attrezzature specialistiche e una notevole riduzione dei percorsi all’interno del reparto per reperire attrezzature a volte presenti in poche unità. L’introduzione dei sistemi di condizionamento e trattamento dell’aria a flusso laminare, una volta al servizio solo delle sale operatorie dedicate alla chirurgia ortopedica la quale, nell’intento di ridurre i rischi di infezione, promuove gli studi dedicati a questo sistema ottenendo immediatamente la riduzione dello 0,5 % dell’infezione all’anca, favorisce l’adozione di questo principio in molte sale operatorie, malgrado l’elevata incidenza sul budget. Applicando il flusso laminare all’aria condizionata si ottiene un ambiente completamente sterile, per una superficie che di solito è di circa quattro metri quadri, intorno al
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