MEETINGWORKS MAGAZINE - Dicembre 2021

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Magazine numero 20 - DICEMBRE 2021

MEETINGWORKS MAGAZINE

LA PERFORMANCE AZIENDALE Cosa la influenza in positivo e cosa in negativo

Il detto dice che “la cultura (aziendale) mangia strategia per colazione”, il che significa che un’azienda può avere la migliore strategia ma, se non ha la cultura giusta per eseguirla, non avrà successo. Il clima organizzativo o clima aziendale è la sintesi del modo in cui le persone percepiscono e interpretano il proprio ambiente di lavoro. Riguarda elementi importanti per la vita organizzativa e la performance aziendale in quanto un clima positivo, di benessere e soddisfazione lavorativa è connesso a migliori risultati, maggior coinvolgimento nel lavoro, crescita del senso di appartenenza e nella collaborazione. Scopriamo quindi come il clima aziendale influenza la performance collettiva e cosa fare per migliorarla.

Sommario 1. IL BENESSERE AZIENDALE: Cos’è e da cosa dipende? 2. I FATTORI CHE INCIDONO SUL BENESSERE AZIENDALE 3. IL SINGOLO LAVORATORE: Quali fattori lo influiscono negativamente 4. MIGLIORARE IL CLIMA AZIENDALE: I 6 fattori su cui concentrarsi 5. EVENTI 2021/2022: Formazione in aula 6. TIME FOR NEWS: Un “barometro” per misurare il clima aziendale


1. IL BENESSERE AZIENDALE: Cos’è e da cosa dipende? Il benessere di un’organizzazione è sempre più considerato all’interno delle strategie HR, per il suo impatto su motivazione, concentrazione, soddisfazione e produttività. Quali sono allora le strategie per facilitarlo e diffonderlo in azienda? Cosa significa benessere organizzativo? Nel lontano 1948 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la salute come “lo stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di malattia o d’infermità”. F. Avallone e M. Bonaretti indicano il Benessere Organizzativo (che dà il titolo anche al loro libro del 2003) come “la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il più alto grado di benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori in ogni tipo di occupazione”. Il benessere aziendale quindi dipende molto dal modo in cui le persone si rapportano all’organizzazione nella quale lavorano: il senso di appartenenza (clima organizzativo)e la condivisione dei valori (cultura organizzativa) di fatto rendono il loro contributo di gran lunga più significativo. Clima organizzativo & morale dei dipendenti Il clima organizzativo può essere definito come l’atmosfera che circonda l’azienda, il livello di motivazione, il senso di appartenenza e di impegno che si riscontrano tra i dipendenti. Esso rappresenta le percezioni dei dipendenti riguardo l’organizzazione; è una qualità interna dell’organizzazione stessa che viene sperimentata dai suoi dipendenti e che ne influenza il comportamento. Il clima aziendale è importante perché ha un impatto sulle performance lavorative, sulle relazioni tra colleghi, addirittura sulla capacità di concentrazione dei singoli e dei team. Il clima aziendale è a sua volta influenzato dalla condivisione della cultura organizzativa da parte dei dipendenti.

la strategia interagiscono, anzi dovrebbero rafforzarsi a vicenda. La verità è che quando cultura e strategia non sono allineate la cultura ne esce sempre vittoriosa. La cultura e i valori aziendali hanno un impatto determinante sul livello di motivazione individuale e molti studi lo dimostrano. La motivazione è la spinta che porta un individuo a compiere o tendere verso una determinata azione. In particolare la motivazione delle persone aumenta quando è chiaro il significato ultimo delle azioni, quando lo sforzo individuale contribuisce a creare un valore più grande.

David Packard (imprenditore e ingegnere statunitense, cofondatore della HewlettPackard) lo aveva probabilmente capito e “Culture eats strategy for breakfast” (la cultura si mangia la strategia a colazione) prendeva la cultura seriamente. In un suo discorso ai manager nel 1960, affermava che Questa frase di Peter Drucker è diventata le aziende esistono per “fare qualcosa che una realtà assoluta! Ovviamente la cultura e sia degno di valore, contribuire alla società.” Cos’è la cultura organizzativa?

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2. I FATTORI CHE INCIDONO SUL BENESSERE AZIENDALE Nell’articolo che segue, vedremo i sei fattori principali che possono incidere sul benessere aziendale e che ne sono a sua volta influenzati. Questi fattori sono sia positivi che negativi e, a seconda della loro natura, influenzano conseguentemente il benessere aziendale È però opportuno specificare che la motivazione aziendale è composta da due livelli: - le motivazioni estrinseche che riguardano la compensazione monetaria, quindi la retribuzione (fissa o variabile) e l’eventuale programma di incentivi per aumentare la produttività e premiare i risultati. - le motivazioni intrinseche cioè le condizioni che favoriscono l’espressione del potenziale Quelli che seguono sono i principali elementi personale/professionale dei collaboratori: le che incidono sul benessere aziendale: prospettive di crescita, di carriera, i progetti di formazione e il feedback costruttivo per • Soddisfazione; condividere l’apprezzamento del lavoro • Motivazione; svolto. • Concentrazione; • Stress; • Noia; • Paura del cambiamento. Il benessere di un’organizzazione è strettamente legato al tipo di rapporto che i collaboratori hanno e manifestano nei confronti del luogo di lavoro. L’attenzione delle aziende al tema si deve alla sempre maggiore consapevolezza, avallata anche da numerosi studi in ambito HR, del legame tra benessere, motivazione, soddisfazione e produttività.

1) Soddisfazione La soddisfazione dei collaboratori incide profondamente sul clima organizzativo, ma non solo, è stato dimostrato infatti come abbia un forte impatto anche sulla produttività. Una delle ricerche a sostegno di questa convinzione è lo studio del 2008 di Gallup Healthways: i dipendenti di un’azienda che dichiarano di essere poco soddisfatti della propria vita, si assentano dal lavoro 1,25 giorni in più dei colleghi che registrano livelli 3) Concentrazione di soddisfazione maggiore. I collaboratori appagati, in media, lavorano Abbiamo visto come il clima aziendale influenzi il comportamento e abbia un forte 15 giorni in più all’anno! impatto sulle performance lavorative. Facile immaginare che quando si ha a che fare con il pubblico, quindi, il senso di Esso influenza fortemente anche la capacità appartenenza e di impegno che si riscontrano di concentrazione, a sua volta strettamente tra i dipendenti abbiano un forte impatto connessa alla motivazione: quando amiamo ciò che facciamo, infatti, riusciamo a anche sulle vendite. concentrarci praticamente senza sforzo, perché il desiderio è capace di mantenere 2) Motivazione Molto legata all’atmosfera che circonda naturalmente alto il focus. l’azienda, e quindi al clima e al benessere, Sappiamo bene, tuttavia, come non tutte le è la motivazione dei dipendenti, quella attività lavorative possano essere piacevoli. spinta che ci porta a muoverci e ad agire. Occorre però prestare particolare attenzione Più il significato e il senso di quelle azioni è all’equilibrio tra sfida e capacità perché si sfocia in una condizione mentale diversa e condiviso, maggiore sarà la motivazione. non sempre positiva: lo stress. 3


4) Stress Lo stress viene percepito quando abbiamo obiettivi troppo sfidanti rispetto alle nostre capacità e competenze. Se gli impegni arrivano a farci sentire sopraffatti, è molto probabile che perdiamo la concentrazione ed entriamo in uno stato di ansia. In questo stato, la nostra performance e la nostra soddisfazione rischiano di abbassarsi notevolmente, proprio per la difficoltà a mantenere elevata la concentrazione. Anche in questo caso, occorre fare una distinzione tra due tipologie di stress: - eustress: lo stress positivo, quello legato alla forte motivazione e alla volontà di raggiungere un obiettivo, che ci spinge a lavorare con la massima concentrazione ed esprimendo al meglio il nostro potenziale; - distress: lo stress negativo che può generare sentimenti distruttivi, come la paura di fallire e causa un blocco sia nei pensieri che nelle attività. 5) Noia Altrettanto pericolosa, proprio come lo sono lo stress e l’ansia, la noia si presenza quando mancano la motivazione e l’impegno e si è poco coinvolti in ciò che si sta facendo. Se il lavoro è percepito come una mera routine, le persone avranno aspettative molto basse e difficilmente lo considereranno importante. Ecco allora che la concentrazione cede il passo alla noia, evitabile però seguendo alcuni consigli: - alzando il livello di difficoltà delle attività; - prestando una maggiore attenzione ai dettagli; - trovando compiti più stimolanti e dal significato più ricco. 6) Paura del cambiamento Il cambiamento è una costante nel mercato attuale e rappresenta nella maggior parte dei casi un’enorme opportunità di crescita, sia personale che dell’intera organizzazione. Eppure la paura del cambiamento esiste e rischia di minare il benessere aziendale. Si tratta a volte di una paura infondata, che a volte viene però ingigantita dall’assenza di trasparenza da parte dei superiori, che non tengono aggiornati i dipendenti sulla situazione aziendale, l’andamento di un prodotto di un progetto, ecc... Essere sempre chiari sia nei periodi positivi che negativi farà sentire il dipendente più sicuro e diminuirà la paura di spiacevoli sorprese. 4


3. IL SINGOLO LAVORATORE: Quali fattori lo influenzano negativamente Le prestazioni dei dipendenti sono direttamente influenzate dalla mancanza di motivazione ed il singolo può condizionare la performance dell’intero team. Le conseguenze della demotivazione di una persona sono visibili sul suo modo di lavorare e contestualmente anche sul livello di produttività. Questo può portare o a delle conseguenze a livello del singolo individuo (rimproveri, perdite di provigioni, declassazione, licenziamento, cambio di lavoro, ecc..) ma anche per il team stesso che può essere “contagiato” da questa demoralizzazione con un effetto a catena.

• L’ambiente organizzativo I valori della società in cui si lavora diventano importanti; se un dipendente si sente incompreso, maltrattato, sarà più demotivato e sarà portato a fare solo quello che concerne il suo lavoro. Ci sono oramai moltissimi studi che dimostrano che un dipendente che non si sente rispettato avrà una performarce nettamente inferiore a colui che non subisce la mancanza di rispetto da parte colleghi o superiori.

Cosa può influenzare le performance di un dipendente? • Fattori esterni A motivare il dipendente sono i programmi • L’insoddisfazione di formazione, gli scatti di carriera e i L’insoddisfazione per il proprio ruolo all’interno percorsi di crescita. L’assenza di benefit dell’azienda porta, di solito, all’assenteismo e aziendali, di forme di ricopensa e alla perdita dei dipendenti, cosa che rallenta riconocimento dei risultati ottenuti farà lo sviluppo dell’organizzazione. allontanare i dipendenti e li renderà Fare un lavoro diverso da quello che si aveva meno riconoscenti verso l’organizzazione. accettato, avere compiti non inerenti o che poco riguardano la posizione iniziale offerta Fonte: InsideOut.com può davvero abbassare la motivazione a completare le task richieste dai superiori. • Carente formazione o aggiornamento Se il dipendente non porta risultati adeguati nello svolgimento delle proprie attività, anche lavorando al pieno delle sue capacità, probabilmente non possiede le conoscenze necessarie per raggiungere gli obiettivi; se è così, siamo di fronte a una lacuna nei programmi di formazione o di aggiornamento rivolti alle risorse interne all’azienda. • Poca chiarezza per il proprio ruolo Quando un dipendente non ha un ruolo chiaro nell’azienda o la sua funzione genera confusione e disorientamento nello svolgimento di un compito, si genera uno stato di stress e di ansia nella persona che lo porta a vivere male le ore che trascorre al lavoro. Inoltre, il dipendente può non sentirsi nella gusta posizione per proporre nuove idee, fondamentali per l’azienda e la sua continua ricerca di innovazione. È importante, quindi, definire ruoli e obiettivi in modo chiaro. 5


4. MIGLIORARE IL CLIMA AZIENDALE: I 6 fattori su cui concentrarsi Come agiscono nella pratica quelle imprese che dimostrano un elevato grado di soddisfazione da parte dei lavoratori?

Una gestione delle risorse umane efficiente ha un evidente impatto sul business, i livelli di produttività dell’impresa e lea performance del personale. I fattori principali a cui l’HR devono prestare attenzione sono sei: • • • • • •

Leader forti e d’ispirazione; Valori aziendali chiari; Riconoscimento delle buone performance; Lavoro strutturato; Focus su miglioramenti continui; Pratiche sostenibili.

sia il responsabile a cui fare riferimento. Il team ha bisogno di chiarezza sugli obiettivi prefissati, su ciò che ci si aspetta da ciascuno individualmente e sulle modalità in cui verranno misurati i risultati. In questo modo sapranno sempre se si stanno muovendo nella direzione giusta.

Quindi cosa fare per far sì che lo staff dell’azienda si senta apprezzato e di conseguenza motivato ad aumentare ogni giorno il livello delle proprie performance?

2. Fornire feedback costanti In un ambiente in cui gli obiettivi del business cambiano continuamente, la valutazione annuale delle risorse umane non è sufficiente per un confronto diretto con la propria squadra. Le persone devono avere feedback costanti in modo da poter modificare un atteggiamento sbagliato o migliorare il proprio approccio, sviluppare competenze nuove. Purtroppo molti manager non riconoscono il valore di un confronto frequente con il team ed a volte temono di spaventare o indispettire alcuni dipendenti. I feedback su ciò che sta funzionando in azienda e sui buoni progetti portati a termine sono un propulsore notevole per la produttività individuale.

1. Gettare le giuste basi Le prestazioni dei dipendenti spesso non sono buone come potrebbero perché non hanno chiaro quali obiettivi debbano raggiungere. Con carichi di lavoro molto pesanti e priorità in conflitto, si trovano spesso a scegliere di portare a termine i compiti più semplici o veloci o a non sapere con certezza chi

3. Riconoscere i buoni risultati Dimostrare apprezzamento per il lavoro li farà sentire apprezzati, incentivandone l’impegno. Sottolineare le buone performances nei meeting aziendali non solo aumenterà l’autostima del dipendente, ma spronerà gli altri ad impegnarsi di più per ottenere quello stesso riconoscimento.

Il riconoscimento di buoni livelli di performance risulta essere uno degli elementi principali per migliorare l’efficienza. Far sentire valorizzati i propri dipendenti non è difficile, bastano piccole buone pratiche, ma ha un grande valore.

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4. Ricompensare con creatività Presupponendo che lo stipendio dei dipendenti sia appropriato a quello del mercato e al lavoro svolto, si sà che in un mercato competitivo difficilmente si potrà sempre reggere il confronto con le proposte delle altre aziende, soprattutto quelle molto più grandi. Ci saranno sempre persone che accettano un ruolo solo in base al compenso, ma molte altre presteranno attenzione anche ad altri fattori. Analizzare quali benefici non economici sono importanti per il team è importante, perchè li farà sentire ascoltati: assicurare una sufficiente flessibilità per tentare di soddisfare le esigenze di ciascuno, non sottovalutare le opportunità di formazione, dare provvigioni al raggiungimento dei risultati, ecc... Non tutte le ricompense devono essere costose, a volte bastano piccoli gesti per

soddisfare lo staff (offrire un pranzo fuori ufficio tutti insieme, attivare convenzioni per sconti in palestre e negozi…). 5. Ringraziare “Grazie”, probabilmente la parola più importante e meno utilizzata di sempre nel mondo del lavoro. Un semplice ringraziamento per essersi attardati in ufficio o per un buon progetto portato a termine, a volte è sufficiente per far sentire i dipendenti apprezzati e spingerli a fare sempre meglio. Cercare di costruire una cultura di apprezzamento all’interno dell’azienda dovrà diventare uno dei fattori sul quale focalizzarsi giornalmente ed a lungo termine per vedere evidenti miglioramenti sul clima aziendale complessivo. Fonte: blog.insideout.it

Team Building Aziendale: che cos’è? Letteralmente significa “costruzione della squadra”. Con Team Building si intende infatti l’insieme di attività e procedimenti che servono a far interagire un gruppo di persone allo scopo di migliorarne la capacità di lavorare in squadra. Le attività possono essere formative ed educative, ma possono anche essere esperienziali oppure prettamente ludiche. Può essere utilizzato in qualunque ambito: in un contesto aziendale per motivare e incentivare un team di lavoro, migliorare comunicazione e collaborazione, durante un viaggio incentive per divertire e premiare i partecipanti. Lo scopo è quello di costruire la squadra, cioè di creare dinamiche positive che permettano il raggiungimento degli obiettivi aziendali, senza perdere di vista il benessere di tutti i membri del team di lavoro. È scientificamente dimostrato che un buon Team Building migliori drasticamente il funzionamento della squadra. In quali ambiti? • Comunicazione; • Ascolto reciproco; • Rispetto per le opinioni altrui; • Fiducia; • Integrazione del team; • Problem solving; • Gestione lo stress; • Gentione del tempo e delle scadenze; • Spirito di squadra. CHE ATTIVITÀ SI POSSONO FARE? Dopo aver identificato quale tipo di attività di team building aziendale ha più senso per il team e quali risorse sono disponibili, è il momento di decidere tra : Escape Room, attività sportive, giochi di fiducia, attività di volontariato, viaggi incentive, percorsi meditativi, ecc... Fonte: www.factorial.it 7


5. EVENTI 2021/2022: Formazione in aula 5.1 Impianti Zigomatici – Edizione 2021 Dott. Roberto Conte e Prof. Antonio Scarano

La riabilitazione implanto-protesica ha, negli ultimi anni, guadagnato via via sempre più attenzioni nel trattamento dei siti edentuli, andandosi a presentare come una tecnica prevedibile in varie situazioni cliniche e dai risultati accettabili sul lungo termine. Tuttavia le richieste estetiche e funzionali dei pazienti (legate anche ad un non sempre irrilevante timing della riabilitazione nel suo complesso), non sempre si sposano con quella che è la realtà clinica da affrontare quotidianamente. Se infatti requisito necessario (ma non sempre sufficiente) per il corretto posizionamento implantare è la presenza di adeguate quantità e qualità ossee è anche vero che deficit di volume osseo (associati o meno a fenomeni di pneumatizzazione dei seni mascellari) impediscono di poter procedere direttamente al posizionamento implantare, allungando le tempistiche di attesa dei pazienti, dovendo far fronte ad interventi aggiuntivi volti al ripristino del volume osseo andato perduto nel tempo.Sin dal 1998, quando Brånemark descrisse quella che è considerata come la tecnica classica di posizionamento, gli impianti zigomatici si sono dimostrati essere una chiara alternativa alle tecniche fin qui elencate. Diversi autori hanno infatti valutato l’utilizzo degli impianti zigomatici in un’ampia serie di casi: esiti di resezioni chirurgiche di natura oncologica, traumi, difetti congeniti, fallimenti di pregresse rigenerazioni ossee, ferite da arma da fuoco o, più semplicemente, pazienti che hanno rifiutato la terapia rigenerativa. Gli obiettivi del corso sono: fornire ai partecipanti tutte le informazioni cliniche per riabilitare i pazienti con estrema atrofia mascellare con impianti zigomatici e gestione delle complicanze. Nel pomeriggio i partecipanti posizioneranno gli impianti zigomatici su modello sperimentale. 8


PROGRAMMA Sabato 04 Dicembre 2021 Ore 08:30 Registrazione dei partecipanti Ore 09:00 Anatomia delle ossa mascellari e del distretto zigomatico. • Anestesia e chirurgia in zona zigomatica; • Lembo d’accesso. Ore 10:30 Coffee break Ore 11:00 Pianificazione digitale dell’impianto zigomatico. • Creazione del modello stereolitografico e studio del caso clinico; • Biomeccanica dell’osso rigenerato; • Rialzo del seno mascellare versus impianto zigomatico; • Razionale dell’Impianti short vs Impiant zigomatici; • Complicanze e loro gestione. Ore 13:00 Lunch break Ore 14:30 Esercitazioni pratiche: Inserimento di impianti zigomatici su modelli. Ore 17:30 Conclusione delle attività

La giornata d’aula si svolgerà presso SALA CORSI ISOMED, Via Mezzavia 122/A, 35020 - Due Carrare (PD) 9


5.2 La Tecnica BOPT nella pratica clinica di tutti i giorni Dott. Giovanni Bettega

La tecnica B.O.P.T. nasce dall’elaborazione di concetti protesici legati alla tecnica di preparazione a finire. In realtà questa metodica di preparazione risale agli anni ‘60 e veniva riservata ai casi di perioprotesi che venivano trattati con chirurgia resettiva e conseguente allungamento delle corone cliniche. Al Dr. Ignazio Loi e al Odt. Antonello Di Felice va dato il merito di aver creato un protocollo che ha di fatto reso possibile l’utilizzo di questa tecnica innovativa in tutte le situazioni cliniche, con risultati straordinari. Lo sviluppo dei concetti introdotti con la BOPT nella protesi fissa è stato poi esteso alle faccette in zone ad alta valenza estetica, fino ad inglobare la protesi su impianti. La tecnica B.O.P.T. sta riscuotendo in questi ultimi anni un notevole successo per via della semplicità nella risoluzione di qualunque caso protesico e per la stabilità nel tempo dei tessuti gengivali. Il corso mira ad analizzare ed approfondire i concetti biologici, clinici e tecnici di questo protocollo operativo in modo da poterne comprendere le potenzialità e mettere subito in pratica gli innumerevoli vantaggi nella nostra clinica quotidiana.L’acquisizione di queste strategie operative porrà il protesista in una condizione di maggiore tranquillità al momento di affrontare casi protesici dai più semplici ai più complessi.

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PROGRAMMA Sabato 18 Dicembre 2021 Ore 08:30

Registrazione dei partecipanti

Ore 09:00

Vantaggi e svantaggi delle preparazioni orizzontali e verticali

I concetti biologici della preparazione a finire e i presupposti della B.O.P.T

Ore 11:00

Coffee break

Ore 11:30

Tecnica di preparazione (preparazione verticale, gengitage)

Dominanza protesica e dom. anatomica (prof. di emergenza, nuova CEJ)

La gestione del provvisorio e l’invasione controllata del solco

Ore 13:00

Lunch break

Ore 14:00

Impronte analogiche e/o digitali

I concetti biologici trasferiti in laboratorio (Ditching anatomico e Area di Finitura marginale)

La dominanza delle Forme

Ore 16:30

Risposta dei tessuti molli alla B.O.P.T. (Riallineamenti gengivali, inspessimento gengivale e risoluzione delle discromie tissutali)

Casi complessi risolti con tecnica B.O.P.T.

Ore 18:00

Conclusione dei lavori

La giornata d’aula si svolgerà presso il: DC Hotel International, PADOVA 11


5.3 CLEAN & SEAL: Protocolli differenziati di gestione non chirurgica in caso di peri-implantite e/o di parodontite - Dott.ssa Marisa Roncati

Note della relatrice

Non è necessario l’acquisto di alcun materiale per la partecipazione al corso. Si raccomanda vivamente che ogni partecipante porti con sé lo strumentario parodontale che normalmente utilizza per ricevere consigli personalizzati (strumenti manuali, universali e/o area specifica, una pietra per affilare di qualsiasi tipo). Importante avere strumenti consumati, non nuovi, per le esercitazioni pratiche di affilatura degli strumenti parodontali non chirurgici.

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PROGRAMMA Sabato 26 Febbraio 2022 Ore 08:30 Registrazione dei partecipanti Ore 09:00 P a r t e Te o r i c a p t . 1 • La gestione del paziente parodontale, dalla prima visita alla fase di mantenimento. • Casi clinici con follow-up di trattamento parodontale e peri-implantare. • Strumentazione MANUALE: caratteristiche, indicazioni e tecniche di utilizzo. Ore 10:30 Coffee Break Ore 11:00 P a r t e Te o r i c a p t . 2 • Strumentazione MICRO ULTRASONICA, con inserti a punta fine. • Protocolli differenziati in base alla diagnosi parodontale. • Concept CLEAN&SEAL: protocolli clinici nelle malattie parodontali e periimplantari. Ore 13:00 Lunch Break Ore 14:00 P a r t e P r a t i c a p t . 1 • Esercitazioni pratiche di strumentazione su modelli. • Posizioni alternative nella strumentazione parodontale non chirurgica. • Esercitazioni pratiche utilizzo dei prodotti PERISOLV e HYADENT BG. Ore 16:00 Coffee Break Ore 16:30 P a r t e P r a t i c a p t . 2 • Esercitazioni sui protocolli, sia in caso di parodontite che peri-implantite. • Esercitazione pratica di affilatura degli strumenti manuali. Ore 18:00 Valutazione ECM Ore 18:30 Conclusione dei lavori

La giornata d’aula si svolgerà presso il: Centro Corsi Mahè Strada Val Nure 16, PIACENZA 13


5.4 LA PROTESI AVVITATA SU IMPIANTI: Stato dell’Arte o Storia dell’Arte? Dalla Monoedentulia alle Riabilitazioni Complesse Dott. Rosario Prisco

Il Dott. Rosario Prisco sarà il relatore del corso che ha come obiettivo valutare le sostanziali differenze tra la protesi avvitata e quella cementata e come la prima sia cambiata negli anni con l’avvento delle nuove tecnologie. Ottenere la stabilità del giunto attraverso la conoscenza della componentistica in uso partendo dai drivers, le viti di connessione, gli strumenti di avvitamento e le connessioni stesse. Analizzare l’esame occlusale cosi come normalmente viene attuato alla luce delle vecchie conoscenze e delle nuove tecnologie per ottenere negli anni un risultato clinico più predicibile.

Per tutte le informazioni visita sul nostro sito www.meetingworks.it la pagina dedicata nella sezione EVENTI. 14


PROGRAMMA Sabato 05 Marzo 2022 Ore 08:30 Registrazione dei partecipanti Ore 09:00 • La protesi avvitata su impianti • Perche optare per la protesi avvitata. • Protesi cementata verso protesi avvitata • Come si differenziano le varie connessioni. • Da dove siamo partiti? • Connessioni esterne e connessioni interne. • Evoluzione e letteratura • Le connessioni coniche: sono tutte uguali? • L’inclinazione dell’asse del cono cosa comporta clinicamente? • Quali sono le reali differenze ed il loro impatto sull’aspetto clinico? Ore 10:30 Coffee break Ore 11:00 • Biomeccanica • Parti meccaniche, metrologia e precisione. • Il concetto di precarico. • Meccanica delle viti. • Come si avvitano le viti di connessione in implantoprotesi: drivers, chiavi dinamometriche, avvitatori elettronici pro e contro. • Perché si svita una vite di connessione protesica? • I fattori da controllare. • Edentulia totale ed edentulia parziale. • Il profilo di emergenza: come progettarlo, se e come rispettarlo. • La selezione del pilastro: preformato in titanio o per sovra fusione? • Sistemi ad incollaggio. • Protocollo di incollaggio. Ore 13:00 Lunch break Ore 14:00 • Il cantilever concetto tridimensionale. • Biomeccanica delle strutture non passive. • Tests per la passivazione delle travate. • Metalli fusi verso metalli CAD-CAM. • La scelta delle leghe e loro biocompatibilità • Cilindri Trans epiteliali classificazione ed utilizzazione. • La presenza del foro d’accesso della vite come modificarlo?? • Protesi avvitata con microviti. • Inclinazione dell’asse di inserzione del tragitto della vite. • Sistematiche diverse. • Occlusione in protesi su impianti. • Lo schema occlusale, la guida anteriore e le disclusioni. • Come controllare l’occlusione. • Metodiche qualitative carta, pellicole di articolazione e shimstock. • Metodiche quantitative computerizzate in un era digitale:T-Scan. Ore 16:00 Conclusione dei lavori 15


5.5 LA TERAPIA RIGENERATIVA PARODONTALE: dal razionale biologico alla comparazione di efficacia tra tecniche - Dott. Roberto Rotundo

ABSTRACT La terapia rigenerativa dei difetti ossei parodontali ha come primo obiettivo quello di ottenere la formazione di nuovo attacco, ovvero nuovo osso, nuovo cemento radicolare e nuovo legamento parodontale. Tutto questo è possibile ottenerlo se riusciamo a mettere in atto una serie di accorgimenti tecnici in grado di creare una ben definita stabilità del coagulo, elemento principe nel razionale della tecnica rigenerativa, oltre che ad un’ottima decontaminazione delle superfici radicolari coinvolte. L’ausilio di biomateriali messi a punto nel corso degli ultimi 40 anni (come membrane, osso autologo od eterologo, biomodulatori, ecc.) non ha fatto altro che rendere possibile, ed in un certo senso favorito, il principio di base della terapia rigenerativa, e cioè la creazione di un nuovo attacco parodontale. Più recentemente è stato introdotto nell’ambito di questi biomateriali l’acido ialuronico, un componente di origini naturali già presente nell’organismo sin dalla nascita, che con il suo potere rigeneratore dei tessuti può aiutare il clinico nel trattamento di difetti presenti nell’ambito di parodontite più o meno grave, sia nella rigenerazione ossea che in quella del tessuto gengivale.

Foto cliniche

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OBIETTIVI del corso • Dettagliare il razionale e la tecnica della rigenerazione parodontale; • Descrivere i più comuni biomateriali adottati nell’ambito della tecnica rigenerativa; • Approfondire la tecnica rigenerativa che fa uso di acido ialuronico ed osso eterologo di ultima generazione.

PROGRAMMA Sabato 26 Marzo 2022 Ore 08:30

Registrazione dei partecipanti

Ore 09:00

Diagnosi dei difetti ossei parodontali Razionale della terapia rigenerativa parodontale

Ore 11:00

Coffee Break

Ore 11:30

Descrizione delle tecniche chirurgiche (disegno dei lembi e suture) e dei più comuni biomateriali

Ore 13:00

Lunch Break

Ore 14:00

Esercitazioni pratiche su modelli simulatori

Ore 16:30

Valutazione ECM

Ore 17:00

Conclusione dei lavori

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5.6 TECNICHE CHIRURGICHE E GESTIONE DEI TESSUTI MOLLI in Parodontologia ed Implantologia – Edizione 2022 Dott. Stefano Parma Benfenati

Il Dott. Stefano Parma Benfenati sarà il relatore del corso che ha come obiettivo principale quello di insegnare le tecniche chirurgiche in modo dettagliato ”step by step”, ma anche e soprattutto di trasmettere al clinico la capacità di capire le caratteristiche anatomiche delle strutture parodontali ed i concetti che devono guidare ogni scelta terapeutica. Il corso per questo prevede numerose attività pratiche ed il programma è impostato in modo che il partecipante possa: • assistere all’intervento chirurgico; • esercitarsi sui modelli animali mettendo in pratica le tecniche apprese. CORSO ESCLUSIVAMENTE PRATICO HANDS-ON / 20,3 CREDITI ECM Riservato ad un massimo di 25 partecipanti

Per tutte le informazioni visita sul nostro sito www.meetingworks.it la pagina dedicata nella sezione EVENTI. 18


PROGRAMMA Venerdì 27 Maggio 2022

Tecniche chirurgiche per corso HANDS-ON: MANDIBOLA di MAIALE CHIRURGIA PLASTICA MUCO-GENGIVALE in PARODONTOLOGIA Trattamento della RECESSIONE SINGOLA: • Lembo a trapezio, a spessore misto, totale e parziale; • Lembo a trapezio, a spessore parziale con innesto connettivale e/o matrice connettivale; • Lembo a busta (envelop Flap), a spessore parziale con matrice connettivale eterologa. Trattamento delle RECESSIONI MULTIPLE: • Lembo a scorrimento coronale (CAF), a spessore parziale-totale-parziale; • Lembo di Langer & Langer modificato da John Bruno, a spessore parz. con innesto connettivale; • Lembo a scorr. coronale (CAF), a spessore parziale con matrice connettivale eterologa. TECNICHE DI PASSIVAZ. DEI LEMBI IN PARODONTOLOGIA ED IMPLANTOLOGIA • Passivazione e scorrimento coronale del lembo vestibolare. TECNICHE DI PRELIEVO DI TESSUTO MOLLE DAL PALATO (Parte 1): • Prelievo epitelio connettivale (innesto gengivale libero); • Tecnica di prelievo connettivale a ‘’L’’; • Prelievo dalla tuberosità e/o Tecnica del Cuneo distale. TECNICHE PER AUMENTARE LA BANDA DI TESSUTO CHERATINIZZATO E APPROFONDIRE IL FORNICE: • Lembo posizionato apicalmente, suture periostali; • Letto ricevente a spessore parziale + Innesto epitelio connettivale, con prelievo dal palato e relative tecniche di sutura. TECNICHE PER AUMENTARE LO SPESSORE DELLE SELLE EDENTULE: • Roll flap technique (tecnica del Roll flap o del lembo arrotolato). Ore 18:30 Fine dei lavori

Sabato 28 Maggio 2022 Tecniche chirurgiche per corso HANDS-ON: ARCATA MANDIBOLARE VITELLO CHIRURGIA OSSEA RESETTIVA nei SETTORI ad ALTA VALENZA ESTETICA: • Lembo vestibolare a spessore parziale, settori anteriori e suture periostali, per tecniche resettive; • Lembo palatino assottigliato, anticipato per chirurgia ossea resettiva; • Lembo palatino secondario da sfruttare come tecnica di prelievo e/o membrana riassorbibile. TECNICHE DI PRELIEVO DI TESSUTO MOLLE DAL PALATO (Parte 2): • Prelievo epitelio connettivale (innesto gengivale libero); • Tecnica di prelievo connettivale con ‘’incisione singola’’; • Tecnica di prelievo ‘’Misto’’ secondo John Bruno; • Prelievo dalla tuberosità e/o Tecnica del Cuneo distale. LEMBO PALATINO A SCORRIMENTO CORONALE: 1. I fase chirurgica GBR, in Implantologia; LEMBO PALATINO A SCORRIMENTO CORONALE: 2. II fase chirurgica, collegamento pilastri di guarigione ed per aumentare tessuto cheratinizzato, senza l’utilizzo di un prelievo. Ore 18:30 Fine dei lavori 19


5. TIME FOR NEWS: Un “barometro” per misurare il clima aziendale C’è un nuovo modello di impresa che va affermandosi sempre di più: sono le “Happy Company”, nelle quali gli obiettivi aziendali sono legati al benessere dei dipendenti e si applica una diversa forma di leadership basata su relazione, fiducia e valorizzazione del singolo. A breve questa modalità potrà anche essere monitorata con precisione grazie al nuovo strumento per misurare il “clima” aziendale che la cooperativa emiliana People3.0 sta sviluppando attraverso la piattaforma Beaconforce. “L’idea di sviluppare una sorta di barometro aziendale che misuri scientificamente e con precisione l’ambiente di lavoro in termini di benessere e felicità dei dipendenti – spiega Anna Piacentini, ceo di People3.0 – è una diretta conseguenza degli incontri con le aziende nel corso della Settimana Internazionale ‘Happiness at Work’ tenutosi dal 20 al 24 settembre scorsi.” Nel corso dell’evento sono stati ascoltati oltre 200 manager e imprenditori di tutto il Paese, ascoltando testimonianze di chi ha intrapreso il percorso verso il modello delle Happy Company. Esempi positivi e concreti, che non nascondono le difficoltà e che dimostrano come investire su benessere e felicità aziendale non solo sia possibile ma sia la chiave di volta per il futuro post-pandemico. Ma da dove partire? “Da più parti ci è stato richiesto un modello per capire ‘a che punto sono’ le aziende, come identificare le criticità, su quali aspetti lavorare prima o con maggiore intensità. Lo strumento che stiamo realizzando, vuole rispondere a queste domande e fornire chiare indicazioni ai manager per favorire la transizione in Happy Company”. Fonte: www.modenatoday.com

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