Ma perch tutti, ma proprio tutti, dobbiamo vaccinarci

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Perché tutti, ma proprio tutti, dobbiamo vaccinarci Prof. Giampiero Carosi Presidente di Medicus Mundi Italia

Quest’anno finalmente, dopo anni che riposava nel cassetto in Parlamento, è stato varato il Piano Nazionale Vaccinazione (PNV), opportunamente aggiornato nelle date (2017-2020). In più, novità, il PNV è stato incluso nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) il che significa assicurarne la dispensazione gratuita. Questo fatto va salutato come un evento in qualche modo “storico”. Nuove vaccinazioni sono state incluse nel PNV (anti-varicella, anti-meningococco B e antirotavirus per l’infanzia, anti-meningococco tetravalente per gli adolescenti e anti-papilloma virus anche per i maschi undicenni), anti-pneumococco e anti-zoster per gli anziani oltre 65 anni. Nel PNV viene mantenuta la distinzione, anacronistica, in vaccinazioni “obbligatorie” (sono 4: antitetano, anti-difterite, anti-poliomielite e anti-epatite), “raccomandate” (in cui sono incluse 2 dell’esavalente: anti-pertosse e anti-emofilo B e inoltre anti-morbillo, anti-parotite, anti-rosolia). Perché diciamo che questa distinzione è anacronistica? Perché dipende fondamentalmente dall’epoca di introduzione delle vaccinazioni. Le più recenti sono “solo” raccomandate perché dovrebbe valere il concetto che la vaccinazione è un fatto culturale e in effetti tali e tante sono le prove del suo vantaggio in termini di salute (ma anche economico) che la responsabilità dovrebbe essere ovvia, così come non c’è bisogno di obbligare all’uso dell’acqua potabile! Tutte le vaccinazioni in realtà sono essenziali. Il tetano e la difterite sono gravate da un tasso elevato di mortalità, la poliomielite da menomazioni permanenti, l’epatite B (HBV) e l’infezione da papillomavirus (HPV) sono cause di tumori molto frequenti (cancro del fegato o del collo dell’utero). Ma anche la polmonite pneumococcica e la meningite (da emofilo B e da meningococco) sono frequentemente mortali, specie nell’infanzia o nell’età avanzata. La rosolia contratta in gravidanza è causa di malformazioni fetali mentre il morbillo gode di ingiustificata fama di malattia lieve ma in realtà può dare complicazioni gravi anche causa di morte. Anche la varicella e la diarrea da rotavirus sono malattie gravi, specie se interessano soggetti fragili, e così via.

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(Fonte: http://www.salute.gov.it/portale/temi/documenti/morbillo/Bollettino_morbillo_16-2017.pdf)

I vaccini rappresentano i medicamenti con il miglior rapporto costo/beneficio e costo/efficacia, secondi solo alla potabilizzazione dell’acqua nell’aver contribuito all’abbattimento delle malattie infettive contagiose, fortunatamente oggi in gran parte debellate nel mondo occidentale. Ma questo rappresenta anche, paradossalmente, il maggior ostacolo all’impiego dei vaccini, che sono presidi farmaceutici da usare per prevenire e non per combattere malattie, e quindi da somministrare in soggetti sani e non malati. Per cui può sembrare inaccettabile correre pur rari rischi (di effetti collaterali) per scongiurare malattie di cui non si ha più percezione appunto perché debellate o fortemente ridotte in incidenza, per merito in gran parte dei vaccini. Si assiste così al dato che gli stessi identici vaccini siano invocati a gran voce nei paesi in via di sviluppo, in cui le malattie infettive tuttora falcidiano la popolazione e siano talora accolti con scetticismo nei paesi in cui non si ha più contezza del pericolo di quelle malattie. Anche in Italia purtroppo i vaccini sono visti da alcuni con sospetto e si dà credito a variopinte leggende metropolitane. Pure smentite da rigorosi e ampi studi condotti con rigore e scientificità dall’O.M.S., sopravvivono miti originati da allarmi (sovente di malaffare) quali quelli sull’autismo

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e sui danni cerebrali legati alla vaccinazione anti-morbillo e a quelle via via introdotte, ad es. antiepatite B o anti-papillomavirus. Né vale aver dimostrato che la percentuale di autismo è uguale nei milioni di bambini vaccinati e in quelli non vaccinati. Per l’epatite B nel web circola un risibile spot che attribuisce l’introduzione del vaccino in Italia alla corruzione di un ministro dell’epoca; peccato che la stessa vaccinazione sia praticata in tutto il mondo, come se in tutto il mondo fossero stati corrotti centinaia di ministri.

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(Fonte: http://www.salute.gov.it/portale/temi/documenti/morbillo/Bollettino_morbillo_16-2017.pdf)

Ma non possiamo limitarci a pensare “se non vuoi vaccinare i tuoi bambini sono fatti tuoi e dei tuoi bambini” perché i vaccini proteggono si individualmente ma vi è anche una dimensione pubblica del problema per cui se la “copertura” non raggiunge almeno il 95% quella specifica infezione non si elimina, continua a circolare. E allora quei bambini, che per loro condizione di fragilità immunitaria non possono essere vaccinati, contrarranno quella infezione, con esiti anche mortali. Come era prevedibile in Italia l’incidenza del morbillo si è almeno triplicata nel 2017 avendo già raggiunto nel primo trimestre 700 casi quasi pari al totale dei casi complessivi del 2016. Questo perché in alcune regioni la “copertura” è oggi ridotta intorno all’85%!

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E tuttavia, paradossalmente, basta che i media diano notizia dell’esistenza di 200 casi di meningite all’anno, cioè come avviene di norma, perché si parli di epidemia e si manifestino proteste contro il SSN che non garantisce la vaccinazione anti-meningococcica a tutti e subito. Mentre vengono “snobbate” le vaccinazioni anti-influenzale e anti-polmonite che ogni anno, silenziosamente, uccidono centinaia di migliaia di persone. Perché ciò capita? Perché un evento non esiste finché non rappresenta un caso mediatico. Dovremo rassegnarci che anche la salute, come le gonne e camicette e il nuovo telefonino, sia ormai ineluttabilmente legata alla moda? Nota a margine dell’autore A riprova di quanto illustrato nell’articolo, il Ministero della Salute segnala che oltre 3500 casi di morbillo (e 2 decessi) sono occorsi in Italia nei primi 6 mesi del 2017. Questo dato ci è valso la riprovazione e un richiamo da parte dell’OMS. Questo “brillante” risultato offerto dall’Italia era prevedibile e atteso: la “copertura vaccinale” perché un virus non circoli più nella popolazione deve essere almeno del 95%. Per il morbillo (e la rosolia e la parotite) è poco superiore all’80%, quindi il virus continua a circolare nella popolazione e colpisce chi non è protetto: chi non è vaccinato o chi non può vaccinarsi perché immunodepresso. Nel 70% dei casi si tratta di adulti, non vaccinati perché queste vaccinazioni dell’infanzia sono state introdotte di recente: gli operatori sanitari sono i più esposti al rischio e i casi di Lucca evidenziano quali disagi abbia comportato l’epidemia di morbillo fra gli infermieri. Abbiamo anche il caso della falcidia dei pallanuotisti impegnati nella nazionale di nuoto. Abbiamo soprattutto il caso del bimbo immunodepresso contagiato dai fratelli non vaccinati e deceduto. Da parte degli anti-vaccino si dice che imporre l’obbligo è liberticida e, volendo, dovrebbe puntare sulla cultura e il convincimento. Ma intanto si organizzano marce e girotondi “contro” le vaccinazioni. La libertà individuale cessa laddove leda la libertà degli altri di non ammalare, pur esistendo i mezzi per proteggersi dalle malattie.

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