Il ritorno di Cornelio Gallo

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pigrafista R. D. Anderson. Nella Campagna del 1978, svoltasi dal 15 gennaio al 30 marzo, la Missione lavora principalmente nell’area delle fortificazioni meridionali del sito ed in particolare del così detto «bastione sud», una costruzione in mattoni crudi che domina l’estremità meridionale della parte alta di Qas\r Ibrîm (tav. 4)19. Il bastione racchiude una precedente torre in pietra. Lo scavo è «molto limitato»20 e non riesce a stabilire cronologia e finalità di queste strutture, che si elevano per almeno 8 m al di sopra della superficie del gebel. Il bastione, probabilmente nella prima età meroitica o tolemaica, fu recintato da un muro circolare in pietra, che si ergeva a ridosso di esso, lasciando tuttavia uno spazio pedonale tra la sua facciata interna e quella esterna del bastione. Col passare del tempo tale spazio fu progressivamente riempito di detriti e rifiuti lanciati dall’alto. Secondo gli studiosi inglesi21, questo deposito – ampio, omogeneo e contenente pochi papiri latini ed un più consistente gruppo di papiri greci assegnabile, su base paleografica, al I sec. a.C. o al primissimo I sec. d.C., nonché, tra l’altro, monete, lucerne, ceramica, sandali di tipo romano – potrebbe essersi verosimilmente formato nel corso dei 5 anni durante i quali i Romani occuparono il sito (25/24-20 a.C.). Il deposito non è «propriamente stratificato», tuttavia, al suo interno, gli archeologi inglesi individuano diversi «livelli». P viene rinvenuto nel livello 3, in stretta connessione con una moneta di 8 dracme coniata da Cleopatra VII ad Alessandria e databile agli anni 44-31 a.C.; per genere ed esecuzione essa è fatta risalire più agli anni 30 che agli anni 40 e se ne esclude comunque la circolazione in un’epoca posteriore al regno augusteo. Dal medesimo livello provengono lucerne databili per tipologia al I sec. a.C., al tardo I sec. a.C.-inizio I sec. d.C. e all’arco di tempo compreso tra il tardo I sec. a.C. ed il 25 d.C. Ancora nel livello 3 ed in quelli successivi, fino al livello 8 – distante dal 3 un metro circa –, sono recuperati alcuni papiri documentari latini ed un cospicuo numero di papiri documentari greci; di questi due gruppi solo per quelli greci è possibile proporre, sul fondamento paleografico, una datazione precisa: I sec. a.C. oppure primissima parte del I sec. d.C., cronologia confermata dalle date leggibili in alcuni di questi papiri, tra cui due lettere private – recuperate nel livello 7 (inv. 78-3-25/1 = GI 44) – datate (e[tou") q, vale a dire nell’anno 9, ed un frammento di un’altra lettera privata (inv. 78-3-27/1), rinvenuto nel livello 8, dove si legge 9

19 Sullo scavo del 1978 cf. ANDERSON-ADAMS et alii 1979, pp. 30-41, sp. 33-35; Anderson, in ANDERSON-PARSONS-NISBET 1979, pp. 125 s. Sul «bastione» cf. anche W.H.C. FREND, Some Greek and Latin Papyri of the Period 50 BC to 50 AD from Q’asr Ibrim in Nubia, in Proceed. XIV Int. Congr. of Papyrologists, London 1975, pp. 103-111. Lo scavo inglese in questa località prosegue fruttuosamente, talora col recupero di ulteriore materiale papiraceo, ma per il progressivo innalzamento del livello del lago Nasser il sito viene sempre di più invaso dall’acqua, che distrugge i materiali organici in esso depositati, cf. almeno J.A. ALEXANDER-B. DRISKELL, Qas\r Ibrîm 1984, «JEA» 71 (1985), pp. 12-26; P. ROSE, Qasr Ibrim, 1998, «JEA» 84 (1998), pp. 2022; EAD., Qasr Ibrim, 2000, «JEA» 86 (2000), pp. 18-21; EAD., Evidence for early settlement at Qasr Ibrim, «EA» 17 (Autumn 2000), pp. 3 s.; EAD., Qasr Ibrim, 2000, «JEA» 87 (2001), pp. 21 s. 20 Adams in ANDERSONADAMS et alii 1979, p. 33. Nel 1998 l’intera area delle fortificazioni meridionali risultava già raggiunta dall’acqua del lago: il «bastione sud» in pratica aveva completamente perso il suo rivestimento di mattoni crudi, cf. ROSE, Qasr Ibrim, 1998 cit., p. 20. 21 Cf. Anderson, in ANDERSON-PARSONS-NISBET 1979, pp. 125 s.


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