IIS Telesi@ - Controluce - Dicembre 2012

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Il nichilismo e i giovani

Un ospite inquietante L’appello di una studentessa di Filomena Riccio

Il nichilismo, la negazione di ogni valore, l’assenza di uno scopo, almeno uno, che dovrebbe orientare il senso della vita o, anche come lo chiama Nietzsche, “il più inquietante fra tutti gli ospiti”. Viviamo in un mondo sempre più tecnologico, in un mondo che non cerca più la verità ma che, proprio come la tecnica, funziona e basta. E così finiscono sullo sfondo, se non dietro le quinte, i concetti di individuo, identità, libertà, senso, ma anche quelli di natura, etica, politica, religione e storia di cui si è nutrita l’età pre-tecnologica. A questo proposito lo scrittore Umberto Galimberti sostiene: “Quasi mai il docente oltre ad accertare la preparazione dello studente, ne osserva anche il grado di autostima e così dalla scuola vengono espulse tutte quelle dimensioni che sfuggono alla calcolabilità, cioè la creatività, l’originalità, la fantasia, tutta la sfera emotiva insomma”. Ma quindi è la scuola la causa della sostanziale assenza di futuro per i giovani? Sicuramente, lo scrittore ha generalizzato molto: è facile dare la colpa sempre alla scuola e ai docenti. Si dovrebbe, invece, comprendere che è difficile istruire e lo è ancora di più persuadere i ragazzi all’idea che con lo studio c’è in gioco molto di più di quello che non si pensi. Fortunatamente, la scuola almeno con me ci è riuscita: una tra le mie professoresse mi ha invogliato a leggere un articolo che a mio avviso è stato a dir poco folgorante. Iniziava così, con una domanda un po’ particolare: “Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori?”- e si concludeva ancor meglio: “Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri? Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno? Ditemi per cosa pos-

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so giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto mi annoiano[…] Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate l’unità d’Italia. Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi[…]Per questo, un giorno, vi ricorderò”. “E ricorderò”- aggiungerei. Proprio per questo, in conclusione, vorrei appellarmi a tutti gli studenti dell’IIS Telesi@: “Ragazzi, dobbiamo impegnarci più che mai per cambiare l’idea che hanno gli adulti come Galimberti su di noi, ma impegnarci sul serio: dobbiamo leggere, studiare, imparare più che possiamo, dobbiamo conoscere e interessarci perché è solo con la cultura, è solo con il sapere che possiamo “distruggere” quest’idea sbagliata che vige sul nostro conto. Dobbiamo dimostrare loro che non siamo come credono: ignoranti, apatici, privi di futuro e che la meritocrazia non fa per noi. È IL NOSTRO MOMENTO, COSTRUIAMOCI IL NOSTRO FUTURO!”. Possano, dunque, queste parole lasciare il segno, aggiungere un tassello a quel puzzle, in modo tale che tutto appaia più chiaro ai nostri e agli occhi degli altri. Ci siamo, facciamoci sentire!

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