Psicologia dello sviluppo 3/ed - Cap. 9 - Lo sviluppo emotivo e affettivo

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332   Capitolo 9  ▮  Lo sviluppo emotivo e affettivo

il pianto ed espressioni facciali negative quando sentono altri neonati piangere (Dondi, Simion e Caltran,1999). I neonati hanno almeno tre tipi di pianto: Pianto di base. Un modello ritmico che consiste generalmente di un pianto, un silenzio più breve, un fischio inspiratorio più corto che ha una tonalità più alta del pianto principale, e poi una breve pausa prima del pianto successivo. Pianto di rabbia. Un pianto simile a quello di base ma con una maggiore quantità d’aria spinta attraverso le corde vocali (associata a esasperazione o rabbia). Pianto di dolore. Un’improvvisa comparsa di un pianto sonoro senza la presenza di un lamento preliminare e un lungo pianto iniziale seguito dal trattenimento del respiro per un periodo prolungato. Sorriso endogeno o riflesso. Un sorriso che non avviene in risposta a stimoli esterni. Si presenta nel primo mese dopo la nascita, generalmente durante periodi di sonno irregolare, non quando il neonato è in stato vigile. Sorriso esogeno. Un sorriso prodotto da sveglio in risposta a stimoli acustici o visivi, come il volto o la voce, indifferenziati. Sorriso sociale. Un sorriso che si verifica come risposta specifica alle persone familiari con le quali si instaura uno scambio reciproco.

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▮▮ Pianto di base: un modello ritmico che generalmente consiste in un pianto, seguito da un silenzio più breve, poi un fischio più corto che ha una tonalità più alta del pianto principale e un’altra breve pausa prima del pianto successivo. Alcuni studiosi del comportamento infantile pensano che la fame sia una delle condizioni atte a stimolare il pianto di base. ▮▮ Pianto di rabbia: una variazione del pianto di base in cui viene spinta una maggiore quantità di aria attraverso le corde vocali. ▮▮ Pianto di dolore: un improvviso iniziale lungo pianto sonoro seguito dal trattenimento del respiro, senza la presenza di un lamento preliminare. Il pianto di dolore è provocato da stimoli molto intensi. La maggior parte degli adulti è in grado di stabilire se i pianti di un neonato hanno un significato di rabbia o di dolore (Zeskind, Klein e Marshall, 1992). I genitori possono distinguere meglio i pianti del proprio bambino che quelli di un altro ed è proprio il fatto che il pianto funga da segnale per il caregiver che garantisce l’instaurarsi delle prime interazioni e delle relazioni affettive.

Il sorriso Sorridere è un altro mezzo che i bambini hanno a disposizione per comunicare le emozioni. Esso acquista un significato particolare nello sviluppo di nuove abilità sociali ed è un segnale sociale di cruciale importanza (Campos, 2009). Si possono distinguere tre tipi di sorriso: ▮▮ Sorriso endogeno o riflesso: un sorriso che non avviene in risposta a stimoli esterni e appare durante il primo mese di vita, generalmente durante il sonno. ▮▮ Sorriso esogeno: un sorriso prodotto da sveglio in risposta a stimoli visivi o acustici, soprattutto il volto e la voce dei genitori che, gratificati, iniziano a trattare il bambino come attivo partner sociale. Gli stimoli in grado di produrlo sono ancora indifferenziati. ▮▮ Sorriso sociale: un sorriso che si verifica come risposta specifica alle persone familiari con le quali si instaura uno scambio reciproco. Compare precocemente a 4-6 settimane di vita in risposta alla voce del caregiver (Campos, 2005). Recentemente Daniel Messinger (2008) ha descritto il percorso evolutivo del sorriso infantile. Dai 2 ai 6 mesi dopo la nascita il sorriso sociale aumenta in modo considerevole sia come sorriso iniziato dal bambino sia come risposta al sorriso degli altri. Dai 6 ai 12 mesi di età i sorrisi che associano il cosiddetto segno di Duchenne (la costrizione dei muscoli degli occhi) e l’apertura della bocca, sono esibiti in mezzo al divertimento delle interazioni e del gioco con i genitori. Nel secondo anno il sorriso continua ad aumentare la sua comparsa tanto nelle interazioni positive con i genitori quanto nelle interazioni con i pari. Inoltre i bambini sono sempre più consapevoli del significato sociale dei sorrisi, specialmente nella loro relazione con i genitori. Gli infanti si impegnano anche in sorrisi anticipatori, nei quali si comunica una preesistente emozione positiva, dapprima sorridendo a un oggetto e poi girando il sorriso verso un adulto. Uno studio recente rivela che questo tipo di sorriso a 9 mesi di età è correlato alla valutazione dei genitori circa la competenza sociale dei loro figli a due anni e mezzo (Parlade et al., 2009).

20/01/17 10:58 AM


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