Morte la grande avventura

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MORTE: LA GRANDE AVVENTURA Citazioni dai volumi di Alice A. Bailey. Compilato da due studenti “Ricorda, o discepolo, che entro le sfere conosciute null’altro esiste che la luce, reattiva alla PAROLA. Sappi che la luce scende e si concentra; che dal punto focale prescelto illumina la sua sfera; sappi che la luce sale e abbandona alle tenebre ciò che - nel tempo e nello spazio - ha rischiarato. Questo scendere e salire è chiamato vita, esistenza, morte dagli uomini; ma Noi, che camminiamo sulla Via illuminata, lo chiamiamo morte, esperienza, vita”. (Trattato dei Sette Raggi Vol. IV° Guarigione Esoterica, 468) PARTE I Questo nostro ciclo attuale è appunto la fine di un’era, e nei prossimi duecento anni la morte, la grande transizione, come è compresa ora, sarà abolita, e verrà stabilito il fatto dell’esistenza dell’anima. (Trattato dei Sette Raggi Vol. I° Psicologia Esoterica, 96) L’anima sarà conosciuta come un’entità, come l’impulso motivante ed il centro spirituale sottostante ad ogni forma manifesta. Nei prossimi decenni alcune grandi credenze verranno convalidate. Opera del Cristo e Sua missione principale di duemila anni or sono, fu di dimostrare le possibilità ed i poteri divini latenti in ogni uomo. La sua proclamazione che siamo tutti figli di Dio ed abbiamo un solo Padre universale, in futuro non sarà più considerata come una bella affermazione mistica e simbolica, ma come una dichiarazione scientifica. La fratellanza universale e l’immortalità essenziale saranno comprovate come fatti di natura. (Trattato dei Sette Raggi Vol. I° - Psicologia Esoterica, 96) Ci vuole coraggio per affrontare l’evento della morte e per formulare con precisione le proprie credenze su tale soggetto. La morte è il solo avvenimento che possiamo predire con certezza assoluta, eppure è l’avvenimento a cui la maggior parte degli esseri umani si rifiuta categoricamente di pensare, fino a quando non debba affrontarlo personalmente. La gente affronta la morte in molti modi; alcuni vi associano un sentimento di autocommiserazione, e sono talmente preoccupati da ciò che debbono lasciare, da ciò che ha fine con loro e dall’abbandono di tutto ciò che hanno ammassato nel corso della loro esistenza, che il vero significato dell’inevitabile futuro che li attende sfugge totalmente alla loro attenzione. Altri l’affrontano con coraggio, comportandosi nel migliore dei modi visto che non vi è mezzo per sfuggirvi e la guardano in faccia con atteggiamento nobile, perché altro non possono fare. Il loro orgoglio li aiuta ad affrontare la circostanza. Altri ancora rifiutano categoricamente di considerarne la possibilità; essi ipnotizzano se stessi ponendo la loro coscienza in uno stato di assoluto rifiuto del pensiero della morte, così che quando essa sopraggiunge, li sorprende all’improvviso; essi sono senza aiuto e non possono fare altro se non morire. L’atteggiamento cristiano, di regola, si traduce più precisamente in un’accettazione della volontà di Dio, con la risoluzione di considerarla come il migliore degli avvenimenti, anche se tale non appaia dal punto di 1


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