La Luce dell'Anima

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avvede che le percezioni sensoriali e la tendenza all’esterno non soddisfano, né danno vera gioia, ed inizia un nuovo sforzo, gradualmente ritirandosi dall’esterno e liberandosi o “astraendosi” dalla forma. 5.

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Qui Patanjali enuncia una formula fondamentale che spiega non solo scopo e motivo della manifestazione, ma esprime in modo conciso lo stato divino, umano e atomico. Entro le forme la Vita è Una; entro ogni atomo (solare, planetario, umano, elementale) la vita senziente è una sola; nella natura oggettiva - somma delle forme di tutti i regni - sta una Realtà soggettiva, una in essenza, che produce il molteplice. L’omogeneo causa l’eterogeneo, l’unità produce la diversità, dall’Uno provengono i molti. Lo si comprenderà meglio studiando se stessi e seguendo la regola aurea che svela il mistero della creazione. Il microcosmo svela il macrocosmo. Si vedrà che egli, l’Uomo Reale o Spirituale, il Pensatore, la vita che informa il suo piccolo sistema, è il creatore dei corpi mentale, emotivo e fisico, suoi aspetti inferiori, ombra della Trinità, così come Spirito, anima e corpo riflettono i tre aspetti divini: Padre, Figlio e Spirito Santo. Noi stessi siamo i costruttori di tutti gli organi del corpo e di tutte le cellule di cui sono composti, e man mano che si studia più a fondo il problema si comprende che la coscienza e la vita pervadono innumerevoli vite infinitesime di cui siamo responsabili; che siamo la causa dell’aggregarsi di quelle vite in organi e forme, e la ragione per cui esse esistono. Gradatamente si comprendono le parole: “fatto a immagine di Dio”. La sua “coscienza è Una, ma ha prodotto le svariate forme dei molti” nel nostro piccolo cosmo, e ciò vale anche per il grande prototipo, l’Uomo celeste, il Logos planetario, e, per il Logos solare, Dio in manifestazione nel sistema solare. 6.

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La coscienza è una sola, ma produce le varie forme del molteplice.

Tra le forme che la coscienza assume, soltanto quella che è risultato della meditazione è libera da karma latente.

Le forme sono il risultato del desiderio. La vera meditazione è un processo puramente mentale, cui il desiderio non partecipa. Le forme sono effetto di un impulso o di una tendenza estrovertiti. La meditazione è effetto dell’introversione, della capacità di astrarre o liberare la coscienza dalla forma e dalla sostanza, per concentrarla in se stessa. La forma è prodotto dell’amore o del desiderio cosciente; la meditazione determina effetti e concerne la volontà o la vita dell’Uomo Spirituale. Il desiderio origina effetti, e la coscienza senziente inevitabilmente subisce la legge di causa ed effetto, o karma, che regola il rapporto tra forma e coscienza. Quando giustamente compresa e seguita, la meditazione ritrae la coscienza dell’uomo spirituale da tutte le forme nei tre mondi e dalle percezioni e tendenze sensoriali. In tal modo, nel momento della pura meditazione, egli è libero da quegli aspetti del karma che producono effetti. Temporaneamente è così distaccato che il suo pensiero, perfettamente concentrato e senza rapporto con i tre mondi, non emette vibrazioni all’esterno, non si riferisce ad alcuna forma, non influenza la sostanza. Quando tale meditazione è abito normale e quotidiano, egli è svincolato dal karma. Sa che certi effetti sono ancora da smaltire, ed evita che se ne producano dei nuovi, poiché non inizia nulla capace di “creare organi” nei tre mondi. Dimora nel mondo mentale, persiste nel meditare, crea con atto di volontà e non con l’inane desiderio è”un’anima affrancata”, un maestro, un uomo libero. 7.

Le attività delle anime libere sono svincolate dagli opposti. Le altre sono di tre specie.

Questo sutra prospetta la legge del karma in modo sì strettamente orientale che lo studioso occidentale ne resta confuso. L’analisi del sutra stesso e il commento del gran149


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