Dottrina Segreta - vol 2 (2 di 2)

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dei Siddha”, e Shakti-dhara, il “portatore di lancia”. (2) Consideriamo ora Apollo, il Dio-sole greco, e confrontando i racconti mitici al suo riguardo, vediamo che corrisponde a Indra, a Kârttikeya, ed anche a Kashyapa-Âditya, e allo stesso tempo a Michele (come forma angelica di Jehovah), l’“Angelo del Sole”, che è “simile” e “uno con Dio”. Interpretazioni ingegnose più recenti fatte a scopi monoteistici, benché innalzate a dogmi indiscutibili della Chiesa, non provano nulla, salvo forse l’abuso dell’autorità e del potere dell’uomo. Apollo è Helios, il Sole, Phoebus-Apollo la “Luce della Vita e del Mondo”,380 che sorge dalla Coppa dalle Ali Dorate (il Sole); quindi è il Dio-sole par excellence. Al momento della sua nascita egli chiede l’arco per uccidere Pitone, il Demone Drago che ha assalito sua madre prima della sua nascita,381 e che egli fatalmente ha il compito di sterminare — come Kârttikeya, che è nato con il proposito di uccidere Târaka, il Demone troppo sapiente e santo. Apollo è nato su un’isola siderale chiamata Asteria, “l’isola della stella d’oro”, la “terra che galleggia in aria”, che corrisponde all’indù Hiranyapura d’oro; è chiamato il Puro (άγνός) Agnus Dei, l’indiano Agni, come pensa il dott. Kenealy; e “nei miti primitivi è esente da ogni amore sensuale”.382 Egli è dunque un Kumarâ, come Kârttikeya, e come era Indra nella sua vita giovanile e nelle biografie. Inoltre, Pitone, il “Drago rosso” fa corrispondere Apollo a Michele, il quale combatte con il Drago dell’Apocalisse che cerca di aggredire la partoriente, come Pitone aggredisce la madre di Apollo. Si può fare a meno di vedere l’identità dei due miti? Se l’onorevole Rev. W. E. Gladstone, che si vanta della sua cultura ellenistica e della sua comprensione dello spirito delle allegorie di Omero, avesse anche un qualche barlume del senso esoterico dell’Iliade e dell’Odissea, avrebbe capito l’Apocalisse di S. Giovanni, ed anche il Pentateuco, meglio di quanto non faccia. Perché la chiave della Bibbia sta in Ermete, Bel e Omero, come la chiave per questi si trova nei simboli religiosi indù e caldei. (3) La ripetizione di questa tradizione arcaica si trova nel capitolo XII dell’Apocalisse di S. Giovanni e, senza il minimo dubbio, deriva dalle leggende babilonesi, anche se la storia di Babilonia, a sua volta, ha origine nelle allegorie degli ariani. Il frammento letto dal defunto George Smith è sufficiente a rivelare la fonte di questo capitolo dell’Apocalisse. Eccolo, come lo interpreta l’eminente assiriologo: I nostri ….. frammenti si riferiscono alla reazione dell’umanità, chiamata Adamo, come [l’uomo]della Bibbia; egli è fatto perfetto….. ma dopo si congiunge con il drago dell’abisso, l’animale di Tiamat, lo spirito del chaos, e pecca contro il suo Dio, che lo maledice, e richiama sul suo capo tutti i mali e tutte le tribolazioni dell’umanità.383

Al che, segue una guerra tra il drago e i poteri del male, o il chaos da una parte, e gli Dèi dall’altra. Gli Dèi avevano armi forgiate per loro,384 e Merodach [l’Arcangelo Michele dell’Apocalisse] assume il comando della legione celeste contro il drago. La guerra, che è descritta con vigore, finisce naturalmente con

la conoscenza divina della Yoga-vidyâ e i poteri occulti degli Dèi che cospiravano contro di lui. Quindi vediamo la Legione “obbediente” degli Arcangeli o Dèi minori cospirare contro i (futuri) Angeli Caduti, che Enoch accusa del grave crimine di aver rivelato a tutto il mondo “le cose segrete fatte in cielo”. Sono Michele, Gabriele, Raffaele, Suryal ed Uriel quelli che denunciano al Signore Iddio i loro fratelli accusati di aver spiato nei misteri divini e di averli insegnati agli uomini; in questo modo essi stessi sfuggono ad un’analoga punizione. Michele era incaricato di combattere il Drago, e lo stesso avvenne a Kârttikeya, e nelle stesse circostanze. Entrambi sono “Condottieri della Legione Celeste”, entrambi Vergini, entrambi “Capi dei Santi”, “Portatori di lancia”, (Shakti-dhara) ecc. Certamente, Kârttikeya è il modello di San Michele e di San Giorgio, come Indra è il prototipo di Kârttikeya. 380 “La vita e la luce” del mondo fisico materiale, la delizia dei sensi; non dell’anima. Apollo è soprattutto il Dio umano, il Dio del ritualismo ecclesiastico fastoso e teatrale, con luci e musica. 381 Apocalisse (XII) dove troviamo la madre di Apollo perseguita da Pitone, il Drago Rosso, che è anche Porfirio, il Titano scarlatto o rosso. 382 Book of God, pag. 88. 383 “Nessun Dio” — che si chiami Bel o Jehovah — che maledice la sua (supposta) opera per averla fatta imperfetta, potrebbe essere la Saggezza Una e Infinita. 384 Nell’allegoria indiana di Târakâmaya, la guerra tra gli Dèi e gli Asura, guidata da Soma (la Luna, il Re delle Piante), l’artigiano degli Dèi che forgia per essi le armi come Vulcano (Tubal-Caino), è Vishvakarmâ.

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