Basket Valceresio - 25 anni di magie

1991

2016

25

BASKET

VALCERESIO 25 anni di magie

I RICORDI, GLI AVVERSARI, GLI AMICI, LE STORIE PIU’ BELLE, LE PARTITE STORICHE, I PERSONAGGI E TANTO ALTRO…

anni di magie

BASKET ALCERESIO

V

25 anni di magie

“E ancora, la Prealpina conia termini come “quintetti naniformi”, “moto perpetuo”, “tana dei lupi”, vale a dire un modo di giocare e tifare temuto da tutti, soprattutto quando si doveva venire nel fortino quasi inespugnabile e focoso di Arcisate. Una squadra dove tutti si sentivano protagonisti…”

3

4

anni di magie

I libri dell’ A.S.D. Basket Valceresio BASKET VALCERESIO - 25 anni di magie

Un progetto di: Dino Acerenza, Nicola Antonello, Roberto Crugnola, Ivan Manca, Saverio Marchese, Enrico Marini e Max Peroni.

Con la partecipazione di: Stefano Redaelli

Grafica e impaginazione: Saverio Marchese Richiesta e recupero testi: Dino Acerenza, Nicola Antonello, Roberto Crugnola, Saverio Marchese, Enrico Marini I testi di “NICOLA RACCONTA…” e “TORNEI & CAMP” sono stati scritti da: Nicola Antonello I testi di “LE 10 PARTITE STORICHE…” sono stati scritti da: Ivan Manca Ricerche fotografiche: Saverio Marchese e Enrico Marini Ricerche statistiche: Nicola Antonello e Ivan Manca Realizzazione del collage fotografico del “25” della copertina: Max Peroni

Finito di stampare nel Luglio 2016 da Grafica Esse Zeta, Viale Aguggiari 178, Varese (VA)

anni di magie

A tutti coloro che hanno un po’ di BIANCOVERDE nel cuore,

A Tarcisio,

5

6

anni di magie

Il nostro Beppe Baj in mezzo ai “suoi” ragazzi biancoverdi alla “Festa del Basket di Natale” del 2014.

Grazie a tutte le famiglie che hanno portato i loro ragazzi nelle nostre palestre e ci hanno permesso di trasmettere loro dei valori inseguendo una palla a spicchi.

Un ringraziamento a tutte le persone che in questi 25 anni ci hanno dato una mano con le nostre attività, tra cui i nostri sostenitori come COPERTURE ALLUMINIO BAJ di Baj Giuseppe, nostro Main Sponsor fin dalla fondazione, la CRS SINERGIE AXA Assicurazione di Comi Rovera Suozzo di Varese anche lei ci accompagna da 25 anni e l’azienda BACAMUL di Milano dei fratelli Babini con noi da 17 anni.

Un ringraziamento anche ai nostri maggiori sostenitori che si sono aggiunti in questi ultimi anni tra cui ABBIATI srl di Abbiati Matteo di Arcisate, HIRTOS Milano tramite Petkovic Valentino, HSA spa di Bisuschio di Zanzi Stefano, KE.SA. ADDITIVES srl di Arcisate di Cesaro Massimo, OTTICA BEZZECCHI di Induno Olona di Bezzecchi Matteo, OTTICA NIDOLI di Arcisate di Nidoli Alberto e SPACCIO PIZZA di Arcisate di Spennagallo Andrea.

Inoltre un ringraziamento anche ai nostri accompagnatori storici Mazzega Mauro, Canciani Gianmaria, Scodro Luigi, Bianchi Giancarla, Crugnola Roberto, De Bernardi Antonio, Tinelli Alfredo, Resconi Ugo e Ponti Carla, che non solo hanno sempre seguito le loro squadre, ma sono stati per noi come un altro uomo in campo.

Per il futuro abbiamo bisogno di grandi dirigenti e allenatori, un semplice grazie a Saverio Marchese, un gigante all’altezza della stesura titanica di questo libro. La sua volontà, il suo lavoro e la sua tenacia hanno prodotto ciò che state leggendo.

Infine un ringraziamento a Sandro, Antonella e Alessandro di Grafica Esse Zeta per l’aiuto nell’ultimare a livello tecnico la bozza finale e per la stampa di questo libro.

7

anni di magie

INDICE INTRODUZIONE

11

0. LO ZERO CESTISTICO Come tutto ebbe inizio…

13

Stefano Redaelli - Il profumo del Basket Tarcisio Vaghi - Ad Arcisate si respira vera pallacanestro Dino Acerenza - Tarci vi porterà sempre nel cuore

15 24 26

1. I NOSTRI RICORDI I biancoverdi raccontano la Valceresio

27

1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6

28 31 33 39 42 44

Michele Milani - Dialogo tra lato chiaro e lato oscuro del Coach Maurizio Volpe - “Siamo tutti fratellini!”

Valerio Raffaele - Venticinque istantanee al volo Roberto Crugnola - Marco & Fede Massimo Dagri - Ehi Andrea Zattra - Quello Spirito con la S maiuscola

2. I GRANDI AVVERSARI Senza di loro, nulla sarebbe uguale

47

2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 2.7 2.8

48 50 51 53 55 56 57 58

Piergiorgio Manfrè - Un passo avanti!

Bruno Bogani - Piacevolmente un amico…

Andrea Schiavi - Si poteva conquistare il mondo Paolo Sfriso - Valceresio chi?!?

Gianfranco Busi - Arcisate, un campo ostico Bruno Bianchi - “Atleti di Vita!”

Roberto Marcato - Il rispetto di avversari degni Angelo Monti - Una scuola di vita

8

anni di magie 3. Il mondo biancoverde dipinto da fuori Le parole dei giornalisti e i “fischi” degli arbitri

61

3.1 Giovanni Ferrario (Gio.Fe.) - PSL “Valceresio Edition” 3.2 Viviano Molinari - Una grandissima passione

62 68

4. nicola racconta…

Le più belle storie del Basket Valceresio

71

4.1 Le origini: i primi anni 4.2 La scalata del “modello biancoverde” 4.3 Una raccolta di stagioni d’autore 4.4 La Baj diventa d’oro 4.5 La Valceresio e la Serie A 4.6 Le storie di Nicola Damiano e Michele Tajè 4.7 I 69 punti del marziano: il record di Paolo Marini 4.8 Marco Santinon: il cecchino di Arcisate 4.9 Davide contro Golia: Benetton, Cagiva e il “Beli” 4.10 Il 1° titolo regionale: la cavalcata vincente del gruppo ’77 4.11 27-0: la stagione perfetta dei ragazzi del nuovo millennio

72 75 81 84 87 91 93 95 96 100 103

5. le 10 partite storiche Vinte o perse, quelle che tutti ricordano (o dovrebbero ricordare)

109

5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 5.6 5.7 5.8

110 111 112 113 114 115 116 117

Promozione 93/94: Baj Valceresio - Caiman Cardano Serie D 96/97: Pool Senna Comasco - Baj Valceresio Titolo Provinciale Categoria Ragazzi (85-86) Juniores 03/04: Baj Valceresio - Pol. Daverio (86-87) Serie C2 04/05: Baj Valceresio - Denise Robbiate Serie C2 04/05: Baj Valceresio - Norlight Gallarate Serie C2 04/05: Baj Valceresio - Bk Calolziocorte Serie C2 06/07: Burro Virgilio Bancole - Baj Valceresio

9

anni di magie 5.9 Serie D 10/11: Baj Valceresio - Petromed Villasanta 5.10 Serie C2 13/14: Baj Valceresio - Basket Sarezzo 5.11 “Menzioni d’Onore” squadre giovanili

118 119 120

6. tornei In Italia o all’estero, noi ci siamo!

121

6.1 Il torneo Rizzi 6.2 I Quattro Moschettieri

122 127

Per semPre con noi…

130

10

anni di magie

anni di magie

11

INTRODUZIONE Durante quest’ultimo anno i nostri dirigenti si sono spesso riuniti per capire come festeggiare questa importante ricorrenza dei 25 anni. Si è così pensato di organizzare una serie di eventi nel mese di Settembre 2016, tuttavia fin da subito ci siamo accorti che mancava un filo conduttore a tutte le varie attività che si andranno poi ad organizzare.

E fu così che in una gelida domenica mattina di febbraio, davanti a qualche caffè e ad una cioccolata calda del Bar Centrale di Arcisate, si è arrivati all’idea definitiva di realizzare questo libro da oltre 100 pagine.

“25 anni di magie” vuole essere la pietra angolare biancoverde. E’ una raccolta di testi che contiene tutto ciò che ci rende orgogliosi di “essere della Baj Valceresio”. Attenzione però, perché questo libro non vuole essere un’autocelebrazione, ma è inteso come un regalo rivolto ad ogni giocatore, allenatore, dirigente, tifoso, amico della storia biancoverde, L’intento è quindi quello di ricordare, ma anche di tramandare, queste magnifiche storie di sport (e di vita) alle generazioni successive.

Il libro è composto da sette capitoli. Il nostro percorso si apre col capitolo ZERO in cui si va alla ricerca filosofica dello “zero cestistico”, ovvero di ciò che rende degna la pallacanestro di essere giocata e vissuta; nel capitolo PRIMO sono illustrati ricordi, tra i più svariati, di alcuni biancoverdi D.O.C.; nel capitolo SECONDO abbiamo chiesto ad alcuni grandi avversari di mandarci un pensiero su ciò che rappresenta per loro il Basket Valceresio; nel capitolo TERZO abbiamo inserito l’edizione speciale di un notissimo pagellone, ideato da quella che è la più brillante penna sportiva varesina, e raccolto la testimonianza di colui che è considerato un arbitro-leggenda in tutta la Lombardia; nel capitolo QUARTO si racconteranno invece le più belle storie della società, mentre nel QUINTO abbiamo selezionato le dieci partite storiche; l’ultimo capitolo è il SESTO dedicato ai grandi tornei. Infine il libro si conclude con un pensiero finale per chi rimarrà “per sempre con noi”.

Sperando che troviate questi contenuti di vostro gradimento, auguriamo a tutti voi una buona lettura e sempre… FORZA VALCERESIO!!!

12

anni di magie

anni di magie

13

Capitolo zero

Lo zero cestistico Come tutto ebbe inizio…

“Tu… Tu… Tu… Tu sei bravo dottore, sei proprio bravo. Tu c’hai il bernoccolo!”

(Robert De Niro a Billy Crystal nel film “Terapia e Pallottole”) LO ZERO. Il punto dove tutto ha inizio.

Il meridiano di Greenwich è il meridiano ZERO, preso come riferimento di partenza per la misura di tutti gli altri; lo ZERO Kelvin è la temperatura più bassa che teoricamente si può ottenere in qualsiasi sistema macroscopico; l’anno ZERO è quello da cui parte il conto degli anni della storia moderna; nello spettacolo teatrale “I Corti” di Aldo, Giovanni e Giacomo, lo ZERO comico è inteso filosoficamente come il più semplice messaggio comico possibile, rappresentato da Tafazzi, storico personaggio di Giacomo in calzamaglia nera e sospensorio bianco.

La domanda che lecitamente tutti vi state chiedendo è…

“Che diamine è, questo ZERO CESTISTICO, con il quale addirittura vi prendete la briga di aprire il libro dei 25 anni?”

Lo ZERO CESTISTICO è un momento supremo raggiungibile da poche persone, da pochi saggi della pallacanestro, uno stato di grazia che ti porta ad essere come in trance… E’ una zona dentro di noi che può essere risvegliata solo sotto le giuste condizioni esterne. Come nel metodo socratico della “maieutica”, ovvero l’arte della levatrice, in cui il filosofo di Atene intendeva “tirar fuori” all’allievo pensieri assolutamente personali, abbiamo capito che sono necessari due numero uno per raggiungere questo stadio di assoluta ispirazione cestistica.

14

anni di magie

Il nostro uomo è STEFANO REDAELLI, assessore allo Sport, Cultura ed Associazioni del comune di Induno Olona, nonché autore televisivo per diversi programmi della RAI, tra cui anche Glob di Enrico Bertolino. Solo una persona esterna, ispirata come lui, poteva svolgere l’arduo compito di scalare l’Everest del Basket Valceresio.

Dall’altra parte del tavolo, neanche a dirlo, c’è il numero uno assoluto della società biancoverde, DINO ACERENZA, l’indiscusso uomo-ovunque che ha vissuto ogni singolo attimo e respiro del Basket Valceresio. Dalla fusione ai fasti degli anni ’90, passando anche attraverso momenti difficili come il ricambio generazionale della prima squadra e la dura retrocessione in serie D o come alcuni anni poco floridi per le giovanili, fino ad una nuova esaltante risalita con il primo “sbarco” di sempre in Serie C Gold e il secondo titolo regionale giovanile portato a casa sua, in Via Martinelli Foscarini, o forse meglio ancora, in Via Giacomini, ad Arcisate, in Valceresio. Il tutto attorniandosi di persone fantastiche che con lui aiutano a far battere il cuore scalpitante di tutto il movimento biancoverde.

Riuscirà Stefano a scavare all’interno della testa impenetrabile del factotum biancoverde alla ricerca dello ZERO CESTISTICO? Come hanno affrontato e combinato storie lontane, ricordi sbiaditi, ansie recenti, gioie contemporanee?

Beh, noi vi diciamo che questo è solo l’inizio…

Tre, due, uno…

anni di magie

15

Stefano Redaelli - Il profumo del Basket Venticinque anni di Baj Valceresio nelle parole di uno dei suoi capisaldi, Dino Acerenza “Qual è il profumo del basket? Per me è come una scia, quando vedo viaggiare la palla da una mano all’altra, alla corretta velocità, con i movimenti giusti e gli occhi che si parlano”. E’ un “sergente poeta”, Dino Acerenza, dirigente/allenatore storico della Baj: ti tira fuori una sinestesia degna di Leopardi parlando di palla a spicchi. Dino del resto è così: è uno di quelli di cui si può dire sempre e comunque “lui c’era”, uno che attraverso i suoi occhi piccoli e vivaci ha visto crescere e passare generazioni di ragazzi della zona, forgiandoli negli addominali ma soprattutto nella testa, dispensando a piene mani schemi e valori caratteriali che in una sola parola - come ama dire lui e con lui tutti gli altri dirigenti della società - sono semplicemente la “mentalità Valceresio”.

“Per noi ci sono poche regole, ma conservate gelosamente nei lunghi anni che già abbiamo alle spalle – spiega – tra queste sicuramente c’è che tutti, e dico tutti, possano giocare fino ai quindici anni, poi certo – per emergere – si rende necessaria una selezione, ma sempre avendo presente il valore di un sorriso, della serenità che è carburante necessario per lo sport. Lo sport può essere bello, ma sa anche diventare triste, se non si ha l’accortezza e la saggezza di abbinare sempre fatica e passione”.

Che poi - lo si capisce da come Dino racconta - quasi con la palpabile frustrazione di averne in testa cento e poterne raccontare solo una alla volta, fatica e passione non sono mica solo quelle dei ragazzi che corrono sul parquet: no, no. C’è anche quella degli allenatori, i primi a segnare la via e qui, torna fuori il poeta: “il rumore del basket per me è quel frastuono di una palestra piena di bambini piccoli che si divertono a fare confusione, liberi nel loro modo di essere, tra palle e birilli. Il momento di anarchia – racconta sorridendo – è importante quanto uno schema ben eseguito: quante volte, magari per stemperare la tensione di un allenamento impegnativo, ho

16

anni di magie

comandato trenta secondi di casino. Così, fare più baccano possibile, come un urlo liberatorio, un piacere simile a quando ci si stiracchia i muscoli intorpiditi”.

“Il momento di anarchia è importante quanto uno schema ben eseguito”. Qui Dino al centro della foto con la squadra ’76-’77 durante un torneo internazionale in Spagna con al seguito anche Umberto Zioli, Giuseppe Livio (sulla sinistra) ed Enrico Marini (sulla destra).

L’uomo fa dunque capire che alla geometria degli schemi urlati sulle lavagnette gradisce far precedere qualche sano concetto di vita e di comportamento, che necessariamente è anche un po’ follia.

“Non abbiamo mai avuto paura alla Valceresio, e anzi ne andiamo fieri, di quel pizzico di imprevedibilità che ci guida nell’affermare i nostri valori fondanti, come ad esempio il miglioramento del singolo come necessaria premessa a quello della squadra. Ricordo ad esempio quella volta che la classe ‘85/’86, particolarmente numerosa, venne divisa in due leve per anno di nascita, ripartendo i migliori talenti nelle due formazioni e parificando un valore che altrimenti avrebbe portato ad un facile titolo regionale di un'unica squadra.

Una mossa forse poco logica, se si guardano le cose solo in ottica agonistica ma - ci sembra - profondamente educativa. Come se non bastasse – rincara la

anni di magie

17

dose sogghignando come un monello che rievoca una marachella rimasta impunita – nel momento del derby abbiamo pensato di fare addirittura un’inversione in panchina dei vice-allenatori. Alla fine vinse di un punto la squadra che sulla carta era la meno forte; ma sono certo, tutti hanno avuto una bella lezione di cosa fosse - e sia - lo spirito di gruppo”.

Lo spirito di squadra: ecco il feticcio più importante e sfuggente dello sport, dove necessariamente conta – e molto – anche la voglia personale di emergere, di vincere mettendosi in evidenza, di ritagliarsi un posto al sole.

“Tutto giusto, ma non si vince senza essere innanzitutto coesi. Puoi essere forte, puoi essere bravo, ma vinci se vai d’accordo coi compagni. Io chiamo squadra solo quel gruppo in cui tutti danno il meglio e cercano incessantemente di capire i compagni. E lo si fa al tal punto che si comprende e si condivide anche l’errore dell’altro, quando succede. Cinque corpi in campo ma una sola testa. L’errore capita, ma proprio in quel momento bisogna sapersi sorreggere. Bisogna saper chiudere fuori mentalmente magari le urla dei genitori inviperiti in tribuna e fare quadrato sul campo. 'Squadra' è togliere gli accenti negativi ed enfatizzare quelli positivi, è costruire un legame che non sia solo uno schema che ti coinvolge, ma un filo che ti trattiene. Tanti gruppi fanno grigliate e passano del tempo insieme anche fuori dal campo. Ma essere squadra come lo è la Valceresio è sentirsi su uno stesso campo anche quando si è sparsi per il mondo a seguire le strade della propria vita e rispondere 'presente!' perfino dall’Australia quando si riceve l’invito per ritrovarsi a festeggiare il venticinquesimo”.

A Dino s’incrina un po’ la voce torrentizia, quando racconta di un sentimento a lungo predicato che si fa comportamento concreto.

“Il valore più vero che non ci stanchiamo di inculcare nelle palestre della Valceresio è che quando la palla entra nel cesto dà gioia a tutti, tutti quelli che l’hanno toccata prima del ‘ciuff’ si sentono come uno parte dell’altro. Così, al contrario, è profondamente unificante anche la fatica, il mettercela tutta fino a che proprio non ce n’è più e poi darsi il cinque, annientati nel corpo ma invincibili nello spirito e di questo profondamente consapevoli”. Queste sono

18

anni di magie

le soddisfazioni che ti fanno sembrare più leggere le fatiche di un quarto di secolo passato sui campi da gioco a insegnare ai ragazzini.

“Come nella vita, ci sono dei momenti difficili nel basket che bisogna sapere affrontare nel giusto modo, perché altrimenti ti schiacciano. La sconfitta è uno di questi, senza dubbio. Perché soprattutto di questi tempi, la sconfitta è considerata una specie di sentenza sulle tue capacità. Ma questo non è vero e non è giusto. Io dico sempre che il tabellone dice tanto, ma non dice tutto e ognuno dovrebbe esserne consapevole, gli atleti ma anche chi va sugli spalti a fare il tifo. Un buon tifo moralmente vale dieci punti, e dieci punti spesso bastano per ribaltare un risultato”. Qui il tono si fa più risentito, l’uomo di sport si fa serio, lo sguardo duro, io prendo paura come se avessi sbagliato un terzo tempo in contropiede. Ma per fortuna non ce l’ha con me.

“Questo tipo di atteggiamento c’è soprattutto in Italia dove o vinci o perdi, senza mezze misure. Come diceva quel tale? ‘La ragione di una vittoria sfolgorante risiede spesso in una sonora sconfitta’: ecco, dovremmo sempre tenere presente che la sconfitta è buona quando genera un positivo senso di rivalsa, quando suona come stimolo a fare meglio e a migliorarsi. Ma non è automatico sia sempre così: certe sconfitte possono schiacciare e questo non deve succedere, certo non nella Valceresio”. Divertimento, lavoro, rispetto: si tratta di un discorso di cultura sportiva, a tutti i livelli: da chi va in campo, a chi sta dietro una scrivania, a chi palpita sugli spalti: "A questo proposito voglio ricordare l'entusiasmo e la passione che nel supportare la squadra hanno sempre messo Anna Maria Marzoli Marini e Loretta Mazzini Fanchini, due mamme speciali che se ne sono andate troppo presto, ma che continuano, nei nostri “Il nostro valore supremo è l’unità, dal presidente al magazziniere”. Il 6 Novembre 2011 la palestra di Via Giacomini ha accolto più di 800 persone durante la festa dei 20 anni…

anni di magie

19

cuori, a tifare per noi".

E a proposito di genitori, non si può non dare il giusto merito a quello che è a buon diritto il padre di tutti i baskettari valceresini, Giuseppe Baj, il mecenate della squadra fin dalle origini; gli occhi di Dino brillano come davanti alla palla perfetta per un alley-oop: "Lui c'è sempre stato, prima di tutti ma sempre un passo indietro. È una persona che ama profondamente il contatto con la gente e al tempo stesso sa stare nella penombra. Ci ha sempre detto che la 'sua' Valceresio non bada tanto ai risultati sportivi, quanto all'unico risultato veramente importante, quello di rappresentare un'alternativa sana alla strada per i nostri ragazzi. Lui è davvero il nostro Michael Jordan". Dino ridacchia. "In senso figurato, ovviamente!".

La Baj ha venticinque anni: fosse un ragazzo, come uno dei tanti che sono usciti dalle sue palestre, avrebbe le spalle dritte, bicipiti e pettorali ben scolpiti e lo sguardo aperto sul futuro che albeggia. Per una società venticinque anni sono invece anche già tempo di bilanci, un periodo sufficientemente lungo per soppesare cambiamenti sociologici epocali.

“I ragazzi di oggi sono molto diversi da quelli degli anni ’90 – scandisce le parole Dino come enunciando un teorema – perché è cambiato l’approccio alla vita impartito dalle famiglie. Adesso ci sono molte attrattive in più per un adolescente, c’è tanta offerta anche culturale, e dunque mi pare di cogliere una minore determinazione in quello in cui ci si applica. Mi pare che una volta ci fosse più ostinazione da parte dei ragazzi, i genitori erano meno permissivi, forse noi allenatori più preparati. Oggi si è maggiormente legati al successo personale, si bada di più all’atletismo e anche la scuola - da sempre preziosa alleata per l’avviamento alla pratica cestistica nelle nostre zone - dovrebbe fare di più”.

Certe domande rivolte a Dino sono come buttarsi muniti solo di un salvagente a paperella dalle cascate del Niagara, ma ci provo lo stesso; venticinque anni di Valceresio: lo spirito è ancora quello degli esordi? Apriti cielo! Acerenza si allarga il nodo di una delle sue splendide cravatte anni novanta e si mette comodo.

20

anni di magie

“Il nostro valore supremo è l’unità, dal presidente al magazziniere. Noi siamo uniti dalla solidarietà reciproca e dal sorriso. Poi c’è un altro elemento unificante, che è il dolore che talvolta porta la competizione sportiva. Gli avversari, sul campo come nella vita, ci sono e alcune volte sono molto bravi.

Ma non devi farli passare con rassegnazione. Il potenziale sportivo di una squadra varia di anno in anno, la ragione sociale di una società come la nostra no: da alcuni capisaldi non si deroga. Vincere sul campo della Valceresio è sempre stato difficile per tutti, le palestre di casa sono da sempre delle ‘forche caudine’ per le corazzate avversarie. Noi vogliamo essere determinati e aggressivi dal primo all’ultimo secondo, non ci è mai mancata la voglia di vittoria, sia pure nella consapevolezza dei nostri limiti. Ricordo una volta che eravamo sotto di nove a quarantotto secondi dal buzzer finale. Ordinai il fallo sistematico. Vincemmo di uno. Noi siamo e saremo sempre quelli, anche se il referto non può essere sempre su carta rosa".

Si toglie gli occhiali, si slaccia il primo bottone della camicia, e prosegue ispirato: "Io penso che oggi la grande sfida della nostra Valceresio sia quella di plasmare buoni giocatori, ma anche di formare buoni allenatori. La continuità a tutti i livelli è balsamica per ottenere certi risultati e dunque è necessario trovare al nostro interno risorse sempre nuove in ogni ruolo. Penso al minibasket: dopo anni più deboli, oggi siamo tornati ad avere quasi duecento piccoli atleti, anche grazie a una guida fissa che ha dato certezze e stabilità psicologica; non scopro l’acqua calda quando ribadisco che l’allenatore è la pietra angolare di una società ambiziosa sul fronte dell’avviamento allo sport.

Un buon allenatore è l’essenza di tutto, e più ancora di quel che sa, conta quello che è capace di trasmettere, quindi bene un tecnico che ti dice come mettere i polpastrelli sulla palla, ma anche meglio uno che ti insegna a pensare”.

Inforca di nuovo gli occhiali, quasi a schermare la malizia, e sentenzia: "la palla insomma va accarezzata, ma poi conta metterla nel cesto. Ora di forza, ora d’astuzia, ora di grazia, ora schiacciata, ma sempre là deve finire!" Il discorso sul 'manico' di una squadra lo tocca da vicino, si sente che parla sulla sua pelle.

“Insisto sul valore dell’allenatore perché queste sono le risorse che fanno la ricchezza di una società, persone che ti spiegano uno schema che in realtà è un

anni di magie

21

consiglio di vita, quelle persone capaci di insegnarti a vivere mentre ti parlano di un gioco”.

Fin dall’inizio della chiacchierata con Dino ho sempre avuto l’impressione di non parlare con una persona fisica, ma con la voce di una passione collettiva, quasi come il coro di allenatori, dirigenti e volontari che in questi venticinque anni hanno animato il Basket Valceresio. Glielo faccio notare. Lui s'inorgoglisce e non lascia sfuggire l'occasione per citare almeno i più essenziali alla causa: "Se in questi anni la Valceresio è riuscita a cogliere traguardi impensabili lo deve anche a tanti suoi dirigenti pieni di passione. Voglio citare in particolare Franco Mina, che tanto si è per la Foto “di squadra” scattata nella sede Valceresio con molti prodigato dei dirigenti biancoverdi del passato e del presente. nascita della nostra società; poi Paolo Comi, presidente per dodici anni e uomo eccezionale, che ha spesso risolto problemi economici con la sua capacità di coinvolgere sponsor e istituzioni e Giuseppe Livio, organizzatore capace e instancabile di eventi di ogni genere. Voglio poi ricordare Umberto Zioli, accompagnatore tra i più richiesti poiché capace di trasferire alle squadre la sua grande serenità; Ezio Galli, gran intenditore di basket; Enrico Marini, di intelligenza sopraffina: una mente da computer con modi da signore. E ancora il nostro secondo presidente (per otto anni) Sergio Broggi, uomo di grande umanità e Luigi Locatelli, che da sei anni ne ha raccolto il testimone con azione spesso silenziosa ma piena di passione. Il suo vice oggi è Luigi Colli, che si occupa anche della formazione dei genitori al ruolo di refertista cronometrista; non posso qui dimenticare Mauro Cadeo, segretario per i primi dieci anni, il cui testimone è stato poi raccolto da Giancarla Bianchi, che segue ogni pratica in Federazione, iscrizioni, tesseramenti, assicurazioni, rapporti con le istituzioni e

22

anni di magie

- ultimo ma non per importanza - si occupa pure del bilancio societario.

Dovremmo recapitarle un mazzo di fiori al giorno!

Attualmente nel consiglio sono presenti anche Sergio Gusmeroli, che si occupa di tutti gli eventi e del marketing e Nicola Antonello, che un po' come me si è sdoppiato nel ruolo di allenatore e dirigente. Inoltre, se abbiamo un sito web bellissimo e super aggiornato con foto e informazioni sempre nuove lo dobbiamo al lavoro di Max Peroni. Una grande società deve sempre aver chiaro che il numero di dirigenti va ad aumentare, purché abbiano i requisiti fondamentali: passione, impegno e i ragazzi nel cuore".

Dino - lo interrompo con fatica - hai parlato di tutti; ma per te, quali sono stati i momenti più belli della vita con la Valceresio? Lui si allarga ulteriormente il nodo della cravatta, si slaccia un altro bottone, è ormai praticamente a petto nudo davanti alla sua memoria arrembante. Mi risponde con frasi secche, materia quasi da esegeti.

“Quando abbiamo vinto il titolo regionale, con il gruppo del ’77. Quando abbiamo battuto la Benetton, una rivincita preparata per due anni e ottenuta contro persone che guardavano troppo al contingente e non al futuro della società e contro genitori che criticavano le mie scelte di far giocare tutti. Quel canestro di Tajè. Quella schiacciata in testa al giovane Marconato. Quando abbiamo adottato a distanza Zachariah Thuku, un piccolo keniano del 1991, sognando che un giorno potesse unirsi a noi. E ancora, quella serie D del ‘95/’96 con un girone di andata infernale con undici perse, nessuno che ci credeva più e al ritorno dieci vittorie su quindici e salvezza conquistata. E poi, beh, poi non un momento, ma un uomo. Tarcisio”.

A questo punto la voce si rompe proprio, nel ricordo dolce di un'amicizia come quelle che Dino stesso ha favorito tra i ragazzi della Valceresio: quella con Tarcisio Vaghi, grande uomo di basket, vinto dalla malattia il primo marzo del 2011.

“Dal fuoco della rivalità tra due giovani allenatori, io della Valceresio, lui di Castellanza, è nata venticinque anni fa questa nostra amicizia. Ne parlo al presente perché le persone non sono mica solo carne e ossa; sono pensieri,

anni di magie

23

emozioni che rimangono e ci fanno compagnia per sempre. Tarcisio Vaghi per me è davvero un amico, siamo cresciuti cestisticamente insieme e insieme abbiamo parlato tanto, di basket e di vita. Nei confronti diretti di quei primi tempi, ricordo che lo guardavo un po’ dall’alto in basso, vincevo praticamente sempre. Lui stesso ha detto una volta che “eravamo troppo bravi” ma non era solo quello. Tanto è vero che poi lui ha conquistato uno scudetto nazionale giovanile ed ha allenato in serie A, mentre io mi sono tolto belle soddisfazioni a livello regionale. Poi, come per indurire il metallo lo si mette incandescente nell’acqua fredda, è arrivata la sua malattia a temprare il nostro rapporto. Con la scoperta di essere malato di leucemia la nostra amicizia è diventata medicina, che dà entusiasmo e coraggio di combattere, come nel basket.

Perché non ha senso predicare sul campo per anni i valori di cui anche prima abbiamo detto, se poi, quando la vita ti mette in una certa situazione, te li dimentichi. Ma noi no. Una delle prime cose che abbiamo fatto è stato blindare Tarcisio fino al 2100, come non si farebbe nemmeno con un prospetto da NBA. Allenerà lui fino a quell’anno la squadra di tigrotti che porta il suo nome”. Dino sorride ricordando quei momenti di vera sofferenza, esorcizzati dallo scherzo che parlava di un futuro che non ci sarebbe stato. “Quella partita la combattemmo a viso aperto, coinvolgendo nella sensibilizzazione alla donazione del midollo osseo tutti quelli che riuscivamo a raggiungere, campioni compresi, da Meneghin a Pozzecco, solo per citarne due. Fu un movimento del popolo cestistico dalle dimensioni impressionanti, ne parlarono i giornali e le tv nazionali”. Da lì nacque anche l’associazione “Cestisti fino al midollo”, che si occupa della sensibilizzazione sul tema della leucemia in ambito cestistico, una realtà oggi forte e ben presente. Come sempre, le parole conclusive di Dino sono di pratica coerenza e insieme quasi filosofiche: “La vicenda tra me e Tarci è stata la più bella dimostrazione che quanto ripeto ai ragazzi da venticinque anni non è solo una chiacchiera per riempire i time out: si gioca tutti uniti fino alla fine, che si vinca o che si perda.

Perché nello sport come nella vita prima o poi si trova qualcuno che ci può battere, ma anche solo esserne consapevoli - e comportarsi di conseguenza - ci fa essere uomini migliori”.

Ecco allora cosa insegnano alla Valceresio: a essere uomini migliori.

24

anni di magie Tarcisio Vaghi - Ad Arcisate si respira vera pallacanestro INNANZITUTTO TARCISIO VAGHI ERA UN PRODIGIO. DI ALLENATORE. E DI UOMO. NON SOLO E’ ARRIVATO AD ALLENARE CASTELLETTO TICINO IN LEGADUE, NON SOLO HA VINTO IL TITOLO NAZIONALE CADETTI COL CAMPUS, MA TARCI, NONOSTANTE FOSSE MALATO DA TEMPO DI LEUCEMIA, NON AVEVA MAI SMESSO DI LOTTARE. ANZI AVEVA SENSIBILIZZATO L’INTERO MOVIMENTO CESTISTICO ITALIANO SU QUESTA MALATTIA E SULLA DONAZIONE DI MIDOLLO OSSEO. INCREDIBILMENTE IN 25 ANNI VAGHI NON HA MAI ALLENATO IN VALCERESIO. LO AVREBBE FATTO SE AVESSE VINTO LA SUA BATTAGLIA.

TARCI NON E’ ARRIVATO, MA LA SQUADRA CHE IL DINO AVEVA PRENOTATO PER LUI E’ ARRIVATA AL TITOLO REGIONALE, ANCHE GRAZIE ALLE PAROLE CHE LUI SCRISSE NELLA “LETTERA APERTA ALLA VALCERESIO” L’1 MARZO 2010, PROPRIO UN ANNO ESATTO PRIMA DELLA SUA MORTE. LA LETTERA RISPECCHIA APPIENO I VALORI DI AMICIZIA E SOLIDARIETA’ CHE DA SEMPRE SONO CONDIVISI NELLE SQUADRE BIANCOVERDI. QUI DI SEGUITO RIPORTIAMO QUESTA LETTERA DI TARCI.

Lontano 1989, inizio ad allenare ed una delle prime partite da capo allenatore della mia vita è proprio contro quella che sarà la Valceresio, nella palestra di Induno. Mi presento con i miei ragazzi della Comerson Castellanza, ragazzi che ora, per me, sono come fratelli. L'emozione è tanta, talmente tanta che la settimana precedente ero anche andato a "studiare" la Valceresio di Gerardo "Dino" Acerenza, che già all'epoca della nostra prima di tante sfide sulle panchine, proponeva soluzioni piacevoli e tecnicamente superiori alle altre avversarie. Però l'emozione è troppa, dimentico a casa la carta d'identità e mi trovo, proprio durante il percorso pre-partita, mio padre che con la bici da corsa è partito da Cerro Maggiore (Milano) per portarmela. Subito il campo mi ricorda una sfida contro i ragazzi del '69, livello Cadetti nazionali, Mina IndunoPall.Legnano, io giocatore a Legnano e Giulio Cadeo allenatore del Mina: dopo 20 anni saremo insieme sulla panchina di Varese (grazie Giulio). E

anni di magie

25

allora come dimenticare le sfide contro il Dino (sempre perse purtroppo perché loro/voi/noi) erano troppo bravi. Ed ecco venire alla mente Mondello (iscrittosi all'ADMO), Scardovi, Fanchini, Marini, Pezzotta: tutti avversari ed adesso amici, come per i recenti esempi di cuore di Mattia Frattini e Federico Bolzonella, che si sono spesi e si stanno spendendo per la causa "Cestisti fino al midollo" legata all’ADMO. L'amicizia con Dino e con Alessandra Piazzon è poi cresciuta e proprio sul campo di Arcisate ho visto i primi campioncini crescere: Andrea Meneghin (adesso testimonial ADMO), Scarone, Damiao, Marconato, Chiacig, Bulleri e sicuramente tanti altri che non ricordo. Ma quelli della Valceresio erano i campi in provincia dove si respirava vera pallacanestro. La mia storia da lì è iniziata e mi ha portato poi da Castellanza alla Cimberio Borgomanero, passando dagli attuali Legnano Basket Knights fino al Campus Varese, poi la serie A prima con Varese poi con Castelletto, Casale Monferrato, Teramo e la Svizzera, ma quegli anni rimangono i più belli del mio basket: le finali, semifinali provinciali giocate con la Valceresio restano nel mio libro dei ricordi e saranno per sempre nel mio cuore.

Nella palestra di Arcisate ha giocato quella che doveva all'epoca essere l'ultima partita della carriera di Franco Boselli in contemporanea con l'ultima partita della storia del Castellanza Basket. Mi ricordo di averlo voluto portare personalmente in auto ad Arcisate perché era un momento storico. Insomma tutti quelli della Valceresio sono e rimarranno per me "gente di cuore" a partire dal basket, per passare dai panini imbottiti presi al Rizzi per fare merenda fino ad arrivare alle amicizie che sono rimaste che non moriranno mai (Dino tu ne sai qualcosa... vero?).

Un saluto ed un ringraziamento va a tutti voi, dai più giovani, agli storici dirigenti dei miei tempi, ai nuovi, alla “mia” squadra Aquilotti ed alla prima squadra degli amici Paolo Nicora, Francesco Bolzonella, Gianluca “Jack” Molina, Mattia Frattini e tanti altri.

Grazie di cuore.

26

anni di magie Dino Acerenza - Tarci vi porterà sempre nel cuore

TARCI NON HA MAI ALLENATO LA BAJ, MA DI FATTO E’ COME SE FOSSE STATO L’ALLENATORE BIANCOVERDE AGGIUNTO IN QUESTI ULTIMI ANNI. ATTRAVERSO LE PAROLE SIA DI DINO (CHE CON VAGHI HA CONDIVISO L’ESPERIENZA DEL CORSO ALLENATORI, DALLA QUALE INIZIO’ QUESTA FORTE E VERA AMICIZIA) SIA DEGLI ALTRI RAGAZZI, CHE ERANO STATI DA LUI ALLENATI, SI PERCEPIVA DAVVERO LA SUA PRESENZA. ABBIAMO QUINDI PENSATO DI PUBBLICARE UN PENSIERO SU TARCISIO PER RENDERE OMAGGIO A QUESTA PERSONA CHE INCARNAVA TUTTI GLI IDEALI DELLA VALCERESIO, DELLO SPORT, DELLA VITA. ABBIAMO SCELTO PROPRIO LE PAROLE CHE DINO SCRISSE DI GETTO L’11 MARZO 2011, DIECI GIORNI ESATTI DOPO LA SUA SCOMPARSA, PER UN LIBRETTO DELLE PARTITE CASALINGHE DELLA SERIE D AD ARCISATE, LA PALESTRA DI TARCI.

Il mio carissimo amico ci ha lasciati nel modo più semplice ed emozionante, con un’ultima frase detta alla sua fidanzata: "vi porterò per sempre tutti nel mio cuore"…

Del “Tarci” resteranno tante cose e ognuno si terrà il ricordo che ritiene più giusto. Io non dimenticherò mai il suo sorriso, la sua allegria, la sua voglia di vivere, la sua splendida amicizia.

Gli amici veri si considerano di pari grado, pari dignità, si trattano come dei grandi signori, si stimano, si rispettano perché ciascuno sa apprezzare la qualità dell'altro (anche se siedono su panchine diverse, semifinali 1990). Questo eri tu per me: "IL TARCI".

La differenza è semplice: il nemico se vali ti odia, l'invidioso ti diffama, ma tu per me "rappresenti" l'amicizia per sempre.

Il 28 marzo 2010 per sensibilizzare sulla tua malattia, si era riunita tutta la Valceresio per la nascita del movimento Cestisti fino al Midollo e della squadra aquilotti “Valceresio Tarci.”

Sai caro Tarci, mi é tornata la voglia di allenare, questa era la tua squadra, diventerà la "mia". Come te, non smetterò mai di lottare. Cercherò di insegnare a tutti i ragazzi l'onestà, l'amicizia, il coraggio, tutti valori indispensabili per la vita, che tu mi hai trasmesso.

Promesso...

anni di magie

27

Capitolo primo

I NOSTRI RICORDI I biancoverdi raccontano la Valceresio “I ricordi vanno messi sotto teca, appesi a una parete e guardati.”

(Indro Montanelli) Il capitolo di apertura è dedicato a ciò che è nostro e ci portiamo dentro.

A ciò che è legato a NOI in modo inestricabile.

Dal (tanto) sudore lasciato sui campi durante gli allenamenti ai momenti in spogliatoio, dai canestri (entrati o usciti) della nostra squadra al tifo che abbiamo fatto per altri gruppi biancoverdi, per arrivare infine alle persone che ci hanno circondato o che ancora ci circondano, le quali si sono battute e si battono CON NOI e PER NOI… Abbiamo invitato alcuni biancoverdi D.O.C. a scrivere un pensiero spontaneo su ciò che per loro rappresenta la Baj Valceresio, i loro ricordi, i loro sentimenti…

28

anni di magie

1.1 Michele Milani - Dialogo tra il lato chiaro e il lato oscuro del Coach MICHELE, PER ALCUNI “CoachM”, PER TUTTI SEMPLICEMENTE “Michi”, HA ALLENATO PER 20 ANNI IN VALCERESIO. DA INIZIO ANNI ’90, PRATICAMENTE TUTTE LE ANNATE SONO PASSATE CON SUCCESSO SOTTO LE SUE MANI, DAL MINIBASKET ALLA PRIMA SQUADRA... LE SUE SQUADRE SI CARATTERIZZANO PER UNA DIFESA AGGRESSIVA, RIPARTENZE FRIZZANTI E SOLIDA ORGANIZZAZIONE DI GIOCO. E’ UN ALLENATORE RIMASTO NEL CUORE DI MOLTI BIANCOVERDI. OGGI CONTINUA AD ALLENARE “I SUOI RAGAZZI” ALL’ OR.MA. BASKET MALNATE.

DINO : “Ciao Michele, scrivi un articolo che racconti qualche episodio dell’esperienza in Valceresio per il libro del 25°anno della società?”

ExValceresioCoach : “Sì Dino, volentieri, ciao” Lato oscuro (LO) del Coach : “Mmm, mo che scrivi? Già non ti ricordi cosa hai fatto ieri, in Valceresio sei rimasto solo… 20 anni ad allenare... dai coraggio…”

Lato chiaro (LC) del Coach : “Beh, che ci vuole ricordare qualche episodio, Da cosa inizio… mmm, facile dall’inizio quando con il mio 126 verde andavo a fare minibasket ai “bimbi” del ’76-‘77, e con cui ho vinto la prima partita della mia “carriera” in un Trofeo Garbosi…”

LO : “Sì, quelli che adesso rivedi perché portano i figli a giocare contro i ragazzi che alleni oggi…”

LC : “… (botta di vecchiaia) … oppure quando con i ‘78-‘79 a 30 secondi dalla fine eravamo sotto di 8 e al suono della sirena eravamo +1, o anche quando in prima divisione nella squadra mista allenatori/juniores rimasti

anni di magie

29

in 4 in campo abbiamo vinto all’ultimo secondo con canestro da quasi metà campo del mitico Beppe classe ‘82 “ LO : “Sì, racconta però anche delle Final Four provinciali che non hai vinto…”

LC : “Ma no, deve essere una festa e poi in Valceresio vincere o perdere non è mai, e sottolineo mai, stata la priorità… Però posso scrivere di tutte le volte che siamo arrivati alle finali provinciali, del Trofeo Rizzi e di Lebron, dei tornei di Badalona e Cesenatico (e anche di Mauro il piadinaro, che ha riaperto il chiosco alle 11 di sera solo per noi), dei nostri ragazzi in serie A, B, C e così via, dei mitici camp di Semogo e della pizza bresaola e porcini…”

LO : “Seee, già che ci siamo, adesso passiamo a Masterchef…”

LC : “ Oh, lasciami pensare… Sai cosa ti dico? Scrivo quello che c’era, c’è e ci sarà sempre nella Valceresio: Persone con la P maiuscola. Difficile trovarne così, soprattutto in questi tempi dove tutti vogliono apparire.

Una grande famiglia che si protegge e si sprona a migliorare, ma con l’unico interesse di fare il bene dei ragazzi. Dino, Giancarla, Sergio, i Luigi, Mauro, Ale, Paolo, Giulio, Roby, Fabio, Paolo, Fede, Carla, Saverio, Sara, Bruno…”

LO : “…oh!! E così finisci il libro!”

LC : “Lo so ma sono tantissimi, dai dirigenti ai giocatori, dai genitori ai fratelli e alle sorelle potrei fare un elenco del telefono. Vabbè concedimi altri 3 nomi: Zanfo, Manuel, Tarci.”

LO : “Ok, ma alla fine, so che hai sempre fatto il massimo perché quei colori li hai avuti (e li hai ancora) nel cuore, ma cosa hai vinto tu come allenatore Valceresio?”

LC : “Personalmente pensando alla Valceresio vinco praticamente tutti i giorni: quando Dino mi chiama o quando Giancarla e Maura mi aspettano

30

anni di magie

per salutarmi; quando vedo ancora i numerosissimi ragazzi che ho allenato perché giocano, allenano o semplicemente attraversano la strada per venire a salutarmi; quando entrando ad Arcisate con le mie attuali squadre, vedo le Persone di cui sopra, venute magari apposta per me; quando stresso i miei attuali giocatori dicendo che “quelli che allenavo quindici anni fa vi davano 30 punti...”; e anche quando vedo giocare i figli o i nipoti dei miei “bimbi del minibasket”“ LO : “Dino però voleva episodi divertenti… Hai scritto una telenovela!”

LC : “Ah si? Allora senti questa: rientro a piedi in albergo sulla salita di Semogo, sacca dei palloni ben in spalla ad un giocatore; arriva da dietro un mitico play che al grido “Van Basten!” calcia i palloni nella sacca.

Rottura della sacca e palloni rotolanti verso Bormio… e Dino fulminato dal Signore…”.

LO : “E per finire?”

LC : “Valceresio nel cuore e auguri a tutti. Al prossimo articolo per il libro dei 50 anni dal Vostro CoachM”.

anni di magie

31

1.2 Maurizio Volpe - “Siamo tutti fratellini!”

MAURIZIO E’ UN ALLENATORE VARESINO. E’ STATO ANCHE ASSISTENTE DI COACH ELIO PENTASSUGLIA ALLA TURISANDA VARESE 1980-81, LA QUALE VINSE LA REGULAR SEASON DI QUELL’ANNO IN SERIE A. NEI PRIMISSIMI ANNI ‘90 “FOX” E’ STATO UNO DEGLI ALLENATORI DELLA NEONATA BASKET VALCERESIO, CON CUI VINSE IL PRIMO TITOLO PROVINCIALE DELLA SOCIETA’ CON LA SQUADRA JUNIORES, GUIDATA DAL CAPITANO MAX DAGRI, DA LUI RIBATTEZZATO “DAGRONIS” PER I SUOI SPICCATI LINEAMENTI BALTICI. OGGI E’ AMBASCIATORE DELLA VALCERESIO IN QUALITA’ DI SASSOFONISTA CONOSCIUTO IN TUTTA ITALIA.

Mi ricordo una sera, quando arrivando in palestra ad Arcisate, vidi dai vetri esterni Bruno Arena, amico carissimo e “Fico d'India”, mentre teneva la lezione di minibasket che precedeva l'allenamento dei miei ragazzi. Così mi avvicinai al vetro e guardai bene. Scorsi che Bruno aveva tirato sopra la testa il cappuccio della sua felpa color viola e saltando davanti ai bambini, gridava: "Siamo tutti fratellini! Siamo tutti fratellini!". Non ho mai smesso di ridere pensando a quella scena.

E poi quella palestra ce l'ho nel cuore. Quando nacque il mio primo figlio, la sera seguente avevo allenamento, tuttavia mi guardai bene dal saltarlo, anzi, l'occasione di festa era proseguita in quella che per me era come una vera e propria seconda casa.

E Peppo Livio? Enrico Marini? Vogliamo parlarne? Dirigenti per bene, ma prima di tutto, uomini veri, capaci sia di organizzare qualsiasi cosa sia di essere severi, ma comprensivi, con i ragazzi. Quando organizzammo uno dei primi Tornei Rizzi categoria Cadetti (poi diventato Memorial Barilà,

32

anni di magie

oggi Torneo “Giovani Leggende”) fui così contento da dimenticarmi di dormire per una settimana. E che figurone facemmo con i nostri Cadetti!!! Fu davvero un fiore all'occhiello e come società facemmo tutti una grandissima figura, dando filo da torcere a tutti i club blasonati catturati con sagacia e portati in Valceresio dal maestro Peppo Livio e dal suo staff.

Insomma, fu un anno ben speso della mia vita e lo ricordo ancora oggi con piacere, sperando di aver dato qualcosa di mio ad una società che mi è sempre rimasta nel cuore, malgrado il peregrinaggio che mi ha sottoposto la carriera di allenatore…

Un omaggio a tutte le persone della Valceresio.

anni di magie

33

1.3 Valerio Raffaele - Venticinque istantanee al volo VALERIO E’ STATO IL CENTRO TITOLARE DELLA SQUADRA 1977, CON LA QUALE VINSE TUTTO E IL CUI BLOCCO PORTANTE FECE LE FORTUNE DELLA PRIMA SQUADRA PER MOLTI ANNI, DALLA PROMOZIONE DI GIULIO CADEO FINO ALLA SERIE C2 DELL’ERA GERGATI. “CICCIO” E’ IL PRECURSORE DELLA PREZIOSA STIRPE DEI CENTRI VIGGIUTESI, PROSEGUITA POI CON ANDREA “Zed” ZATTRA E SUO FRATELLO DAVIDE, ATTUALE PIVOT DELLA C GOLD. OGGI E’ DOCENTE DI GEOGRAFIA PRESSO LE SCUOLE SECONDARIE DI 2°GRADO E COMPONENTE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEL AIIG – ASSOCIAZIONE ITALIANA INSEGNANTI DI GEOGRAFIA.

Ottobre 1990: prendo il rimbalzo, palleggio a destra e a manca con la testa bassa, arrivo miracolosamente dalla parte opposta del campo senza aver perso palla, sono sulla linea dei tre punti che non so più che cosa fare e con perfetto tempismo il coach decreta la fine dell'allenamento. “Vi ha seminato tutti quanti. Dopo questo numero potete andare a cambiarvi”, sentenziò il buon Giulio sorridente, con l'evidente intenzione di incoraggiarmi dopo due ore trascorse nell'inutile tentativo di ficcarmi in testa non dico il terzo tempo di sinistro, bensì quello di destro! Finiva così il mio primo “glorioso” allenamento in quello che poi scoprii essere il “fortino” di Via Giacomini: indossavo scarpe basse da ginnastica, doppi pantaloncini rossi, probabilmente calze alte “alla Binelli”, maglietta non pervenuta ma sicuramente sudatissima. Anni dopo seppi dal Paolino che quel giorno i miei neocompagni di squadra furono particolarmente impressionati dall'odore di crema Nivea che emanavo (ecco spiegato il motivo per cui nessuno riuscì a rubarmi palla!) e che mi ero spalmato ovunque a casa per idratare la mia pelle perennemente secca. Quanto a me, tornai a Viggiù stravolto dalla fatica ma decisamente contento.

34

anni di magie

Iniziò così la mia avventura nel nascituro Basket Valceresio. Fui il terzo viggiutese a calcare orgogliosamente un parquet “fuori dall'alta valle” dopo Max Furiani e Mauro Buzzi Reschini. Le prevedibili e scherzose prese in giro riguardo alla mia provenienza “montanara” servirono a rompere il ghiaccio nello spogliatoio. Strane parole come “treccia”, “gradoni”, “suicidi”, “flex” entrarono nel mio vocabolario di tredicenne approdato come un marziano in un mondo nuovo che tanto mi affascinava. “Vuole giocare a pallacanestro? Mandalo ad Arcisate. Ci parlo io con il vigile del paese, so che è in società...”, disse la zia Pinuccia a mamma Maria Angela e papà Salvatore. Il “talent scout” Giuseppe Livio rimpinguò così la batteria di pivot della promettente ma bassina annata 1977, che fino a quel momento poteva contare sui soli centimetri di Luca Vanetti da Induno Olona e sul “sacrificio” agonistico nel ruolo di Mauro Zumelli dal Dovese: l'unico della squadra che condivideva insieme al sottoscritto i mai risolti problemi - ancora oggi si intende, almeno per me... - con la bilancia.

Venticinque istantanee al volo, un flash per ogni candelina che illumina a festa i 25 anni della società che ha battezzato la mia giovinezza sportiva.

Buttati lì nero su bianco in maniera disordinata ma spontanea, man mano che mi si accavallano nella mente nel ri-vivere col pensiero anni che posso oggi considerare, a ragion veduta, una vera

Il fantastico gruppo 1977 con la coppa di campioni regionali categoria cadetti. In 25 anni di storia biancoverde, pochissimi gruppi sono rimasti coesi e così uniti anche a distanza di anni; ancora oggi sono tutti grandi amici.

Chapeau!

anni di magie

35

e propria palestra di vita: la mia prima “bomba” di “tabella” nella mia prima partita agonistica contro il Verbano di Manfrè; le incursioni nello spogliatoio del Presidente Comi con i suoi “temuti” discorsi; l'Enrico che raccoglie le carte di identità prima della partita rompendo sapientemente la tensione con una battuta calcistica delle sue e scrutandoti poi da sotto gli occhiali alla ricerca di uno sguardo di intesa (poteva farlo a quei tempi, perché il Milan vinceva ancora...vero Enri?); la coppa alzata al Campus dopo il titolo regionale Cadetti e i festeggiamenti al Crotto Plinius con il grande Dino, ubriaco come non mai di felicità; il “triplete” giovanile di quella stagione quando il “triplete” non esisteva ancora, Anno Domini 1994, completato con la vittoria al torneo internazionale di Lugano - dove lasciammo con le mani in saccoccia niente poco di meno che i colossi coetanei della nazionale rosso-crociata - e con il primo posto nel più locale torneo di Ponte Tresa - dove andò in scena il primo e unico tentativo (disastroso) di farmi giocare playmaker in vista delle (esatte) previsioni sugli anni futuri che non mi avrebbero schiodato di molto dal mio metro e 92 centimetri; le fatiche con Cecco Lenotti alla fine degli allenamenti, per smuovere le mie recalcitranti qualità atletiche; gli ostacoli e i richiami di atletica appunto, per le vie innevate della zona industriale di Arcisate ogni sacrosanto Santo Stefano (il 26 dicembre!) e le successive docce con acqua fredda per i riscaldamenti spenti (a causa delle scuole chiuse); i ripetuti scatti in salita all'odiato Lazzaretto; l’odore del cuoio di una palla a spicchi sbucciata; le corse alla cesta dei palloni per aggiudicarsi quello più bello; le defaticanti partitelle a calcetto del lunedì; i doppi allenamenti (mattina e pomeriggio!) all'inizio della preparazione di agosto, con continue sgroppate all'aperto (e vi lascio immaginare chi puntualmente fosse l'ultimo a rientrare in palestra...) senza il pericolo di lamentele da parte di qualche genitore; il successivo sollievo nel placare la fatica a sorsate d'acqua, quando l'acqua la si beveva ancora dal rubinetto; l'attesa per i salatini e le bevande dopo gli allenamenti (tutti aspettavano il mio mitico vino prodotto in famiglia!) quando era il compleanno del Pez (ricordato perché lasciava spesso a desiderare in

36

anni di magie

termini di quantità...) e di tutti gli altri; i contropiedi fulminei e un po' da “veneziano” del Cancia (mentre io rimanevo nelle retrovie a rifiatare); le cene alle undici di sera e le sveglie al mattino presto nell'improbabile tentativo di ripassare l'impossibile in vista dell'imminente interrogazione; la mancata gita a Firenze, saltata per giocare la partita di Promozione (ritorno con la Valcuviana!); la sfortunata scivolata di un generoso Fabio, non mi ricordo dove, in una finale persa di uno contro Cremona; la prima schiacciata in riscaldamento (che credete, non mia...ma di quel John esploso negli Allievi); le esperienze uniche del Torneo Rizzi e la partitona che disputammo contro la Benetton di Marconato; l'emozione di vedere gli spalti di Arcisate gremiti per la partita delle grandi occasioni; il primo anno di C2 con tanto di salvezza e relativa tinta bionda come da precedente scommessa (il canto del cigno dei miei capelli prima dell'imminente calvizie); le trasferte in macchina in giro per la provincia, e oltre, con mio fratello Diego e con i miei genitori (i primi a sostenermi nei miei sforzi per migliorare); Badalona e Villaviciosa de Odon, alias le due trasferte spagnole della Valceresio da esportazione (a dire il vero in versione piuttosto vacanziera); i rimbrotti della Parodi di Lettere, nonostante il permesso di iniziare con qualche giorno di ritardo l'anno scolastico a causa della seconda trasferta spagnola (bazzecole in confronto a quello che si vede nella scuola di oggi); tifare da spettatore i più grandi, visti come esempi da imitare; il Luigi che sistema i canestri della palestra; le trepide attese per le trasferte nella tana di quel terribile Mazzoni da Morbegno, agognate tanto quanto le cene a base di pizzoccheri che ci aspettavano dopo le vittorie; le sgridate del play (vero Fede?) perché non capivo gli schemi; i “Baj Baj Baj Baj Beppe!” scanditi ad alta voce durante le grigliate di squadra a casa sua; “alla loro età mi curevi a drè ai donn, mea a un balùn”, epica e mai accertata frase che circolava nello spogliatoio detta a quanto pare dal main sponsor in persona durante una delle sue sortite in palestra; le feste di Natale con il grande Sergio vestito da Babbo Natale; il leggendario “tic-tuc-tac!” di quest’ultimo, una magistrale danza di dita su una misteriosa scala a

anni di magie

37

chiocciola così incomprensibile alle mie orecchie innocenti di allora; i volti rinati dei nuovi compagni di squadra nel trovarsi in un ambiente unico nel suo genere; la valangata di punti con cui Paolino vinse (e ci fece vincere) il personale confronto con Sasha Sabatini di Saronno nel campionato Ragazzi; le statistiche di papà Aletti che tutti attendevano per vedere la propria media-punti; la prima pizzata natalizia al Cionso con tanto di gigantesco orologio da appendere al muro; un altro orologio in regalo, quello della famosa stagione di C2 Papà Pezzotta versa a Paolino 1996-1997: lo stesso che a vent'anni di l’ambitissimo vino di Ciccio distanza porto ancora al polso; la vittoria prodotto in famiglia. negli Allievi Open contro Cantù nel mitico Pianella di Cucciago; le sgomitate e le lotte sotto i tabelloni con i vari Pin, Polato, Carraria, Pisati; i fischi mancanti per la serie “alzati che devo andare perché ho il turno” del pompiere Molinari; l'arrivo in palestra e scoprire che oltre a lui ad arbitrare la partita c'è Sala di Varese; gli abbracci in mezzo al campo dopo una vittoria all'ultimo secondo; la delusione e i pianti dopo una sconfitta all'ultimo secondo; lo stretching studiando gli avversari dall'altra parte del campo; i presìdi dell'area colorata nella zona 2-3 in asse con Max “Il biondo” e Giò; il primo allenamento con i '74 sotto le grinfie del compianto Manuel Campiglio; l'ansia che ti attanaglia sul cubo del cambio; il coraggio che ti prende dopo il primo canestro; rivedersi la domenica nella partita trasmessa all'ora di pranzo su TeleSetteLaghi e sapere solo in quel momento l'esito delle altre partite (quando Internet e i telefonini dovevano ancora arrivare...); l’indescrivibile senso di adrenalinica liberazione nel sentire gli applausi dopo un “gancio cielo” o un tiro da tre decisivi andati a segno; la frustrazione per gli “ooohhh…” di delusione per un canestro facile

38

anni di magie

sbagliato; trovare la pagina del basket minore della Prealpina del Lunedì per vedere citato il proprio nome, dopo una buona prestazione, nell'articolo dell'onnipresente Giuseppe Sciascia. Lo stesso gesto, per terminare con un ultimo ricordo del presente, che faccio ancora all’inizio di ogni settimana seguendo da lontano le vicende sportive della Valceresio; nella speranza certamente di una sua vittoria, ma soprattutto per l'attaccamento ai colori di una maglia intrisa di quei valori positivi che “il biancoverde” si porta dietro fin dalle sue origini.

La penna è stata più forte di me. Ricordo dopo ricordo sono andato ben oltre le 25 fatidiche candeline finendo anche per parlare un po' di quello che ero. In fondo è giusto così, perché mi ritengo onorato di aver potuto viaggiare per un frammento della mia vita su quel vascello di straordinarie avventure, vuoto di zavorre e stracolmo di amici, chiamato Valceresio. Se dovessi contare gli aneddoti che mi riaffiorano nello scrivere arriverei tranquillamente al “compleanno di diamante”. E il bello è che anche quelle che ieri erano cocenti delusioni per un tiro libero sbagliato, una sconfitta immeritata, un litigio con il compagno, le incomprensioni con l'accompagnatore o con l'allenatore, sono naufragate nel tempo in un bagaglio di ricordi piacevolmente nostalgico in grado di strappare un sorriso alle labbra e alla mente di oggi. Un sorriso figlio di una vera e propria epopea che ho avuto la fortuna di vivere. E che, ora lo sappiamo, era solo agli inizi. Perché la storia continua...

Cento di questi giorni, mia cara Valceresio!

anni di magie

39

1.4 Roberto Crugnola - Marco & Fede ROBERTO NON E’ SOLTANTO UN SEMPLICE TIFOSO E SPETTATORE MA, NEL SUO RUOLO, E’ DA SEMPRE UNO DEI PREZIOSISSIMI VOLONTARI CHE MANDANO AVANTI L’AZIENDA-FAMIGLIA VALCERESIO. NEGLI ANNI HA RICOPERTO VARIE CARICHE: DIRETTORE SPORTIVO, CONSIGLIERE, ADDETTO ALLE STATISTICHE. HA AVVIATO AL MINIBASKET I FIGLI MARCO E STEFANO, I QUALI HANNO FATTO POI TUTTA LA TRAFILA DELLE GIOVANILI BIANCOVERDI. INOLTRE STEFANO, OLTRE A SAGGIARE IL CAMPO CON LA PRIMA SQUADRA, HA PRESO ANCHE LA TESSERA DA ALLENATORE FIP. OGGI, FRA GLI ALTRI COMPITI, GESTISCE E ARCHIVIA I CERTIFICATI MEDICI DI ALTRI GIOVANI BIANCOVERDI.

Sono sempre stato malato di basket, da giovane ho giocato a pallacanestro e sono cresciuto a pane e… Bob Morse, quindi per mio figlio, dopo l’obbligatoria parentesi in piscina, l’obiettivo era solo uno: farlo giocare a basket!

Arriva quindi il gran giorno, quello di andare a iscrivere Marco ai corsi di Minibasket. Però prima di andare in palestra voglio sentire Mauro Bolzonella. So che per lui e Luciana il basket è solo un gioco strano in cui dei giocatori, generalmente molto alti, tentano di infilare una palla in una cosa rotonda con una retina attaccata, però ci voglio provare lo stesso e così prendo il telefono: “Ciao Mauro, io ho intenzione di iscrivere Marco ai corsi di Minibasket, che ne dici di portare anche Fede?”.

Rispondendomi “Sì”, Mauro non avrebbe mai pensato che da quel giorno la sua vita sarebbe cambiata radicalmente, che avrebbe girato praticamente tutte le palestre del Centro-Nord Italia e che sarebbe diventato pure un grande “esperto” di basket!

40

anni di magie

In palestra ci volle veramente poco a capire che Federico era un “predestinato”, aveva coordinazione, corsa, intelligenza… insomma, tutto quello che un giocatore dovrebbe avere da madre natura per arrivare ad alti livelli. Marco, invece, era un bambino normalissimo che come priorità di divertimento aveva ancora i Lego e… le merendine; a lui piaceva andare a basket soprattutto perché ci andava Fede!

Fuori dalla palestra però rimangono sempre insieme, giocano insieme a qualsiasi tipo di gioco, ma pian piano la priorità diviene quella di “fare canestro” e la cosa più difficile per noi papà diventa quella di riuscire a far sì che il canestro rimanga appeso al muro della casa senza portarsi dietro pezzi di parete!

Gli anni passano, Federico inizia a diventare il “Bolzo” e anche Marco diventa un buon giocatore, tuttavia l’aspetto che a noi genitori fa più piacere è vedere che il rapporto tra loro due non cambia: Marco apprezza Fede, così come Fede apprezza Marco.

Marco (1983) e Federico (1984), entrambi da Cavagnano, hanno giocato insieme in tutte le fasce basse delle giovanili biancoverdi, fino a quando Fede ha “spiccato il volo” verso Borgomanero e in seguito verso la Pall. Varese.

Per loro il basket è sì bello e importante, ma i rapporti umani lo sono ancora di più.

Quando Fede arriva a livelli molto alti e deve, a volte, scontrarsi anche con una realtà di delusione che non conosceva, Marco con anche Stefano,

anni di magie

41

Francy e Davide si ritrovano ugualmente, non appena possono, per una serata insieme in cui, almeno per una volta, sarà severamente vietato parlare di basket.

In poche parole: se per Fede è un periodo in cui è idolo di tutti ed ha successo… bene, altrimenti se invece le cose vanno male e deve soffrire in panchina… va bene lo stesso, non cambia niente perché “Fede rimane il Fede”!

Quando ripenso a quegli anni, ma anche a ciò che succede oggi, la cosa che più mi da gioia è quella di vedere Marco non solo felice per i successi cestistici di Fede, ma di non avergli mai sentito dire una sola battuta, parola o commento che lasciasse pensare ad una reazione di frustrazione verso l’amico più bravo, come del resto, non ho mai visto in Federico un atteggiamento che facesse pesare agli altri il fatto di essere arrivato in alto.

Penso che il mondo dello sport sia pieno di storie come quella di Marco & Fede. Come genitore sono convinto che se, nei rapporti interpersonali, lasciassimo fare le cose ai nostri figli senza influenzarli troppo con le nostre “paturnie mentali” faremmo un grande favore, non solo alla società in generale, ma anche alle squadre sportive!

E se Marco e Fede sono cresciuti così… Una cosa di sicuro la possono dire: “GRAZIE VALCERESIO !!!”

42

anni di magie 1.5 Massimo Dagri - Ehi MAX E’ IL PRIMO CAPITANO DI UN TEAM BIANCOVERDE. CLASSE 1973, LA SUA CARRIERA INIZIA PROPRIO NEL 1991 DALLA JUNIORES BIANCOVERDE (PRIMI VINCITORI DI UN TITOLO PROVINCIALE), E DALLA 1a DIVISIONE DI COACH CAMPIGLIO PER POI SPICCARE IL VOLO VERSO SERIE SUPERIORI, ANCHE IN PIEMONTE, DOVE VINSE IL CAMPIONATO DI C1 CON BORGOMANERO. NEL 2008 DIVENTA ASSISTANT COACH DELLA SERIE D DI MARCO ALBERTOLI, CHE TRAGHETTERA’ A FINE CAMPIONATO VERSO LA SALVEZZA DIRETTA. OGGI E’ UN (GRANDE) PAPA’ DI DUE FIGLI CHE LO “DIVIDONO” TRA PALL. VARESE E ROBUR VARESE.

E’ difficile in poche parole esprimere quello che rappresenta per me il Basket Valceresio, soddisfazioni, ricordi sportivi indimenticabili, amicizie sincere; comunque per tutti noi un periodo bellissimo della nostra vita della quale sentiamo una dolce nostalgia. La presenza nei campi è man mano aumentata per quantità e qualità, molte sono state le promesse nazionali, anche se lo scopo primario della società è sempre stato quello di avvicinare TUTTI i ragazzi al basket, come veicolo formativo ed educativo. Tanti ragazzi, oggi genitori, e tante famiglie sono transitate dal Basket Valceresio, conservando rapporti di vera amicizia e sono orgoglioso oggi di constatare che i loro figli continuano ad avvicinarsi a questo sport e a questa società.

La tenacia negli allenamenti e il sano agonismo come scuola di vita hanno contraddistinto i ragazzi sui campi gara di tutta Italia. Quale è stato il segreto di questi 25 anni di questa società ? Il Basket Valceresio è rimasta una grande famiglia nell’ambito della quale tutti, indistintamente, dirigenti, tecnici, atleti e genitori, operano con entusiasmo e perseveranza per creare un ambiente sempre più accogliente e qualificato al servizio di tutti quei giovani che amano trascorrere in

anni di magie

43

amicizia parte del loro tempo libero, svolgendo una sana pratica sportiva e traendone notevoli benefici, morali, fisici e sociali. Il successo è la voglia di trasmettere ai ragazzi l’amore per il basket facendone strumento di aggregazione e di educazione alla vita.

Fra i tanti ricordi, ci uniscono le trasferte in auto o con il pullman, dove si cantava a squarciagola, gli incitamenti sui campi, il ritrovarsi dopo gli allenamenti o le partite in compagnia dove non mancava un brindisi per festeggiare una vittoria.

Mi è stato chiesto di lasciare un piccolo contributo di qualche ricordo passato nei molti anni al Basket Valceresio, ma stati d’animo, emozioni, momenti, incontri e aneddoti sono davvero tanti (alcuni sono addirittura segreti); ricordo con nostalgia le pizzate dopo le partite con squadra e dirigenti, le trasferte per finali regionali a Stradella e interzona a Budrio, le serie finali infinite con Senna Comasco, la mia sfida infinita con Maspero, le vittorie in prima divisione e promozione, i vari tornei in Italia e all’estero, gli incontri pre-stagionali, tutti gli allenatori ed i compagni di squadra incontrati nei vari anni, la vetrata del pullman volata via con una spallata (questo era un segreto). Insomma potrei pubblicare un libro, ma visto le mie capacità narrative non ve le consiglio.

I ringraziamenti vanno davvero a tutti, atleti, dirigenti, tecnici e genitori.

Un ricordo particolare a tutti quei dirigenti, tecnici, atleti e anche genitori che non ci sono più, noi tutti sappiamo che loro da lassù ci guardano e ci incitano sempre ad andare avanti. Tutti hanno contribuito a questo grande successo.

Ma permettetemi, un ringraziamento particolare è dedicato al grande Dino Acerenza, che da 25 anni tira i fili della società con passione, entusiasmo e tenacia.

EHI

44

anni di magie

1.6 Andrea Zattra - Quello Spirito con la S maiuscola ZED E’ UNO DEI GIOCATORI PIU’ AMATI DA TUTTE LE GENERAZIONI DI TIFOSI BIANCOVERDI. IN CAMPO NON SI TIRA MAI INDIETRO SIA IN ATTACCO CHE IN DIFESA E IN SPOGLIATOIO RISULTA IL COLLANTE IDEALE DI OGNI GRUPPO. E’ UN ELEMENTO FONDAMENTALE PER OGNI COACH. INIZIA A CLIVIO DOVE SUBITO GLI OSSERVATORI VARESINI SI ACCORGONO DEL SUO FISICO. CON LA PALL. VARESE VINCE TUTTO CIO’ CHE E’ POSSIBILE VINCERE A LIVELLO GIOVANILE REGIONALE, PRIMA SOTTO COACH MOLINA (CHE NE CURA I FONDAMENTALI DA PIVOT OLD SCHOOL) E POI SOTTO COACH BIANCHI. NELL’ESTATE 2006 ARRIVA ALLA BAJ DOVE PER BEN CINQUE ANNI DIVIENE IL TOTEM DELL’AREA PITTURATA TRA C2 E SERIE D. RITORNA POI NELLA “SUA” CLIVIO PER UN CICLO DI ALTRI 5 ANNI, GUIDANDO UN MANIPOLO DI GIOVANI, CON TANTISSIMI BIANCOVERDI, ALLA VITTORIA DI UN CAMPIONATO SENIOR E, QUEST’ANNO, FINO ALLA FINALE DI PROMOZIONE.

Dalla piazza della chiesa di Viggiù, fin da quando ero piccolo, osservavo la Valceresio. Sapevo di farne parte perché me lo aveva spiegato papà: mi diceva quali paesi la componevano e le varie montagne che la circondavano. Io rimanevo così incredibilmente affascinato dal verde di questa valle senza sapere che, nel giro di pochi anni, sarebbe diventato davvero speciale indossare quel “verde Valceresio” sulla canotta della Baj. La prima volta che ho ufficialmente indossato quella canotta fu nelle giovanili ed era palesemente ed estremamente sottodimensionata. Era la classica divisa bianca con la mitica scritta verde: “BAJ COPERTURE TETTI”, ma con i nuovi inserti laterali di colore nero. Con me arrivava dalla Pall.

Varese anche il rientrante Debe, entrambi reclutati da Dino e da coach Milani per partecipare al torneo Babini, quell’anno riservato alla categoria Under 18, al fianco della squadra 1988. Una squadra da 19 vittorie in fila

anni di magie

45

in campionato. Su 20. Infatti, solo qualche giorno prima, aveva battuto Saronno ma perso poi, dopo aver guidato per 35 minuti, la finalissima di Buguggiate contro la Scuola Basket Castellanza. Una 28.5.2006 - L’Under 18 guidata da Milani e Pezzotta che vinse un torneo Babini di altissimo livello: oltre alla Baj parteciparono squadra di amici Castellanza, fresca campione provinciale, Saronno, terza in guidata dallo provincia e la Robur Varese del razzente Mascarin. storico trio Saverio Marchese - Mirco Nardello - Samuele Toniolo, dal carisma travolgente degli indunesi Michele Italiano e Andrea Chiaravalli e quell’anno anche dai tiri da tre di Christian Bettinelli, oltre che dalle magie del lungo colored Lucien Soumahoro. Il “Babini” era un torneo veloce di due partite, semifinale e finale. La prima vinta in controllo, ancora contro la Robur Saronno di Leva e Polisano; si arriva così in finale e contro chi poteva essere se non contro quella squadra che aveva impedito il 20-0 della stagione perfetta? Castellanza si presenta ad Arcisate al completo con Cattaneo, i fratelli De Lucia e Grillo (giocatori che ancora oggi sono tra C Gold e C Silver)... Risultato? Giustizia è stata fatta. I più forti siamo noi.

Ma quel torneo fu solo il primo passo verso Via Giacomini. Infatti l’anno successivo fui chiamato a far parte di una ringiovanita C2 sotto la guida sapiente di Beppe Gergati. E quando entri in uno spogliatoio nuovo vedi facce nuove e ancora non sai che quelle persone saranno dei nuovi amici.

C’era uno spirito magico in quello spogliatoio piccolo e angusto di Arcisate, in quella palestra, non me lo dimenticherò mai. Non eravamo una squadra di amiconi, di quelle che uscivano a cena o a farsi un giro

46

anni di magie dopo allenamento. Ma appena si entrava in spogliatoio l’atmosfera diveniva magica; ricordo ancora le posizioni in cui sedevamo in spogliatoio: primo a sinistra io, dopo Luca “Bigna” Bignamini c’era Christian “Cris” Bettinelli, poi Riccardo

“Ricky” Colombo Garoni, Amedeo “Scu” Scuccato, Tommaso “Tommy” Gergati, di fianco al calorifero Stefano “Pellu” Santelena prima di Stefano “Crugno” Crugnola, Luca “Marzo” Marzorati, Roberto “Barba” Barbieri, Francesco “Bolzo” Bolzonella e infine sulla panchina di fianco Stefano “Debe” De Bernardi e Jacopo “Jaky” Croci. Se qualcuno mi chiedesse di descrivere una squadra probabilmente parlerei di questa immagine, delle risate sui volti e del nostro spirito. Probabilmente tutta questa specie di venerazione è dovuta al fatto che era il mio primo anno da senior e vedevo tutto come un bambino, tutto bellissimo, tutto speciale, tutto grandissimo. E probabilmente è proprio per questo che inconsciamente, ogni volta che inizia un nuovo anno in qualsiasi società, cerco di nuovo nei miei pensieri quell’immagine, quello Spirito con la S maiuscola.

2006-07 - La giovanissima Serie C2, i cui posti in spogliatoio sono ancora assegnati, guidata da coach Beppe Gergati al torneo pre-stagionale di Daverio.

E quello Spirito l’ho ritrovato poi per un paio di anni alla Limax Clivio, con ragazzi che uscivano dalle giovanili Valceresio e un allenatore nato e cresciuto cestisticamente in Valceresio che proprio oggi nel momento in cui scrivo, sta impaginando questo libro. Coincidenze? Non credo proprio. È lo spirito Valceresio, della famiglia Valceresio, quella in cui i dirigenti anche a distanza di anni ti salutano e ti fanno la festa come se fossi un nipote che non vedono da chissà quanti tanti anni. È Valceresio.

anni di magie

47

Capitolo secondo

I grandi avversari Senza di loro, nulla sarebbe uguale…

“He that wrestles with us strenghtens our nerves and sharpens our skill.

Our antagonist is our helper.”

“Colui che lotta con noi rafforza i nostri nervi e affina la nostra abilità. Il nostro antagonista è il nostro aiutante.”

(Edmund Burke) Che mondo sarebbe senza Nutel… , ehm senza avversari?

In questo strano sport, che tanto ci appassiona, ci saranno sempre due compagini pronte a battagliare tra loro per cercare di segnare più dall’avversario oppure per cercare di subire un canestro in meno (a seconda delle linee di pensiero e delle scuola di vita).

Questo secondo capitolo è dedicato a coloro i quali hanno aiutato a scrivere le pagine della nostra storia sia infliggendoci sonore sconfitte, sia nobilitando la nostra fatica nel raggiungere l’obiettivo grazie al loro talento e alla loro bravura.

Sono state sfide dure, talvolta davvero al limite della sportività, ma RICONOSCERE IL VALORE DELL’AVVERSARIO è la cosa più grande che ci sia nello sport.

Abbiamo incontrato più di mille avversari, così abbiamo pensato di rendere omaggio ai più rappresentativi tra loro chiedendo di scrivere per noi il loro ricordo sulle sfide contro quei ragazzi biancoverdi così duri a morire…

48

anni di magie 2.1 Piergiorgio Manfrè - Un passo avanti!

PIERGIORGIO MANFRE’. DOCENTE DI EDUCAZIONE FISICA, ALLENATORE E ISTRUTTORE MINIBASKET NAZIONALE, FONDATORE DEL BASKET VERBANO. PGM HA ALLENATO A TUTTI I LIVELLI POSSIBILI, DALLA A DILETTANTI ALLA 1^DIVISIONE. NEL SUO LUNGO PALMARES ANCHE UN TITOLO DI SERIE A FEMMINILE SVIZZERA CON RIVA SAN VITALE. PER TUTTI NOI RAPPRESENTA IL SIMBOLO DEL BASKET LUINESE. LE SFIDE CONTRO IL SUO VERBANO, TALVOLTA DAVVERO ASPRE E AL LIMITE, HANNO MONOPOLIZZATO I CAMPIONATI GIOVANILI A CAVALLO DEL NUOVO SECOLO. OGGI CONTINUA AD ESSERE IL RESPONSABILE DEL CENTRO MINIBASKET E DEL BASKET VERBANO.

E’ con molto piacere, che ho accolto l’invito a celebrare l’importante anniversario della Valceresio.

Non credo che qualcuno abbia frequentato la panchina ospite di Via Giacomini o Via Croci più del sottoscritto!

Ogni stagione con 5/6 squadre giovanili e minibasket, sempre inserite nel girone della Valceresio. Tutte gare molto intense, combattute, anche aspre a volte, dove le generazioni Verbano e Valceresio (nati dal 1973 in poi) si giocavano gran parte della stagione. Molti talenti sono cresciuti in quelle partite, tutti segnati dal “quasi derby” del nord provincia. Oltre ai nomi, ricordo bene alcune azioni o gare “storiche”. Le 2 gare A/R, in quegli anni determinavano la vittoria del girone, l’accesso alle finali e talvolta anche il titolo provinciale giovanile. Anche se la classifica non era importante, la data era comunque segnata in rosso sul calendario, perché giocare contro la Valceresio era ed è sempre una bella contesa.

Negli anni ’90 la sfida con Cadeo e staff era la sfida della stagione. Robur e Pall. Varese fuori portata, ma spesso interessate ai virgulti di entrambe le

anni di magie

49

società. Ancor prima a fin anni ‘80, nell’accogliente oratorio di Arcisate l’appuntamento del torneo Minibasket Arcisate organizzato a giugno chiudeva nel miglior modo la stagione!

Partecipavano già i migliori centri MB provinciali e in fila quelli nazionali.

Livio, Acerenza, Broggi, Marini, ecc., scusate se dimentico qualcuno, erano già un passo avanti a tutti, anche come organizzatori.

Con 32 anni di attività minibasket e basket Verbano sulle spalle so bene quanto sia difficile, faticoso, stressante mantenere la stessa passione, motivazione ed energia per dare continuità alla programmazione sportiva. La Valceresio l’ha fatto sempre nel migliore dei modi e tutti possiamo riconoscere sia in campo che fuori campo “l’identità Valceresio”. Un’identità consolidata da dirigenti e tecnici, rimasti fedeli negli anni allo spirito tecnico ed educativo del gioco. In campo è possibile riconoscerlo quando si vede giocare un giocatore “scuola Valceresio”.

Non vi è merito maggiore per società e staff tecnico. Fuori dal campo, nel corso di ogni stagione sportiva, questa “identità Valceresio” è riconoscibilissima nelle scelte operate dalla dirigenza, che spesso anticipa e ha anticipato tutte le altre società e la stessa FIP. Nella partnership con altre società cestistiche, nella sinergia con i Comuni e gli enti locali, nei rapporti con i propri tesserati, nella programmazione del proprio settore giovanile, nella partecipazione della 1° squadra al campionato compatibile con la propria “identità Valceresio”, la società è sempre UN PASSO AVANTI! Buon anniversario a tutti Voi.

Il titolo di un articolo dall’inserto de “La Prealpina del Martedì” relativo alla stagione 2002-2003. Il titolo “Verbano-Baj vale i playoff” illustra bene come ci si giocavano campionati interi in partite divenute epiche.

50

anni di magie 2.2 Bruno Bogani - Piacevolmente un amico…

BRUNO BOGANI E’ UNO DEGLI ALLENATORI PIU’ CONOSCIUTI DEL PANORAMA CESTISTICO VARESINO. LA PASSIONE PER LA PALLA A SPICCHI L’HA PORTATO SULLA PANCHINA DI DIVERSE SOCIETA’ VARESINE, TRA CUI SPORTLANDIA TRADATE, BASKET VENEGONO E OR.MA. BASKET MALNATE. NEL 2013 E’ STATO L’ARTEFICE DEL RITORNO IN SERIE D PROPRIO DEI MALNATESI, GUIDANDO TRA GLI ALTRI I “NOSTRI” 1991 GRAZI, D’ANDRIA, MANCUSO E RESCONI. IL SUO VOCIONE RIECHEGGIA ANCORA IN MOLTE DELLE PALESTRE DELLA PROVINCIA; SI DICE ADDIRITTURA CHE AD ARCISATE, APRENDO LA PORTA DELLO SPOGLIATOIO OSPITE, SI POSSA ANCORA SENTIRE IL SUO SUONO. QUEST’ANNO SI E’ PRESO UN ANNO DI PAUSA PER PREPARARSI A FESTEGGIARE IL NOSTRO 25ESIMO!

Con onore e simpatia mi accingo a festeggiare con poche righe un traguardo entusiasmante per il Basket Valceresio!

Come giocatore non ho memoria dei “Lupi” biancoverdi, se non per qualche amichevole, anche perché giocavo in altri lidi; tuttavia come allenatore avversario ho parecchi ricordi negativi e positivi sportivamente parlando...

Le partite da avversario, sia delle giovanili che delle squadre senior, erano per me vissute in modo intenso (anche perché spesso la posta in palio era la vittoria del girone), ma nello stesso tempo in modo piacevole, dato che incontravo delle persone (giocatori/allenatori/dirigenti e tifosi) che consideravo e considero anche oggi amici. Dino Acerenza, Luigi Colli, Enrico Marini, Roberto Crugnola, allenatori e giocatori che da avversario mi hanno fatto sentire PIACEVOLMENTE UN AMICO...

Con simpatia, auguri a tutti voi.

anni di magie

51

2.3 Andrea Schiavi - Si poteva conquistare il mondo ANDREA SCHIAVI E’ UNANIMAMENTE RITENUTO UNO DEI MIGLIORI ALLENATORI IN ITALIA PER IL SETTORE GIOVANILE. LA SUA CARRIERA PARTE DALLA ROBUR ET FIDES, PER PASSARE POI ALLA PALL. VARESE E AL CAMPUS. IN SEGUITO, DOPO 9 OTTIME STAGIONI A BERGAMO, VIENE RICHIAMATO A CAPO DEL PROGETTO CONGIUNTO TRA PALL. VARESE E ROBUR (CONCLUSOSI DOPO UN ANNO).

NEL SUO CURRICULUM HA TRE TITOLI NAZIONALI GIOVANILI CON SQUADRE VARESINE E NUMEROSI ALTRI PIAZZAMENTI SUL PODIO. INSOMMA, DATEGLI UN MANIPOLO DI GIOVANI E VEDRETE CHE IN POCHISSIMO TEMPO QUESTI INIZIERANNO A GIOCARE (STRAORDINARIAMENTE BENE) A BASKET. ATTUALMENTE E’ L’ALLENATORE DELL’UNDER 18, UNDER 16 E UNDER 14 DELL’URANIA MILANO.

Stagione 1998-1999, categoria Propaganda, ragazzini in campo nati nel 1986. Si gioca nel mese di gennaio al Campus di Varese l’ultima giornata di andata del girone provinciale. Due squadre imbattute in campo.

Pallacanestro Varese, allenata dal sottoscritto e Valceresio allenata da Dino Acerenza. La sfida è importante perché i risultati delle due formazioni sono più o meno simili rispetto alle altre squadre del girone, anche se con un po’ di supponenza sembrava che sulla carta il gruppo di Varese fosse meglio.

Già dall’inizio del match però si capisce che la giornata sarà dura. Varese fatica a carburare e il solito pressing con i raddoppi a tutto campo non porta buoni frutti. Valceresio invece gioca bene e appare concentrata e determinata su ogni pallone. All’intervallo la partita è in parità e le facce dei ragazzini della Pall. Varese iniziano a contrarsi. Personalmente le tento tutte per far svoltare una gara giocata in completa apnea. Si arriva in

52

anni di magie

volata alla fine della partita e con un paio di magie la Valceresio espugna tra l’incredulità generale il Campus vincendo per 48 a 53.

Il gruppo 1986 della Pallacanestro Varese di Coach Schiavi nella foto di squadra davanti al Comune di Varese.

E’ l’unica sconfitta della stagione (giusto per la cronaca al ritorno vittoria di Varese per 83-53) a livello Propaganda, per un gruppo che negli anni successivi ha scritto pagine importanti per il basket giovanile di Varese con due scudetti cuciti sul petto nella categoria BAM e ALLIEVI. Ma quel giorno, quella partita, quel risultato, quelle sensazioni... sono qualcosa che a distanza di tanti anni sono ancora forti e presenti.

Valceresio ci aveva dimostrato che con cuore, tecnica e tanta voglia, SI POTEVA CONQUISTARE IL MONDO. Abbiamo imparato la lezione e Dino e i suoi ragazzi hanno avuto il merito di farci riflettere a fondo sul nostro modo di fare.

Anche per questo il compleanno della Valceresio è importante per il sottoscritto e per tutti i ragazzi del 1986 della Pallacanestro Varese.

Un abbraccio a tutti.

anni di magie

53

2.4 Paolo Sfriso - Valceresio chi?!?

PAOLO E’ UN ALLENATORE E ISTRUTTORE MINIBASKET DI TREVISO. INIZIA AD ALLENARE NEL 1984 A MOGLIANO, PER POI PASSARE ALLE GIOVANILI DELLA BENETTON TREVISO, CON CUI VINCE LO SCUDETTO ALLIEVI 1991 E QUELLO CADETTI 1992. NEGLI ANNI ’90 ARRIVA POI ALTRE 4 VOLTE ALLA FINALISSIMA DEL CAMPIONATO NAZONALE CADETTI. DAL 1997 AL 2001 E’ IL RESPONSABILE DELLE GIOVANILI BIANCOVERDI, OLTRE AD AVERE COLLABORATO A PIU’ RIPRESE IN TUTTI QUEGLI ANNI NELLO STAFF DELLA SERIE A. INOLTRE, FIN DAL 1990, E’ STATO ANCHE ALLENATORE, ASSISTENTE E OSSERVATORE DI MOLTE SQUADRE NAZIONALI GIOVANILI. ATTUALMENTE E’ IL COACH DELLA C GOLD DELLA VIGOR CONEGLIANO SEMPRE NEL SUO VENETO.

Cosa significa per me il Basket Valceresio? E cosa ricordo del Torneo Rizzi versione anni ’90?

Beh, andiamo per ordine. Valceresio di quei tempi era sinonimo di accoglienza, amicizia, semplicità, passione e condivisione; mentre il Torneo Rizzi era sinonimo del più importante Torneo categoria cadetti in Italia del periodo pasquale.

E quindi tutti al telefono, dall’Italia e non solo, per contattare il Comune di Arcisate e strappare l’invito al Torneo… Il Comune di Arcisate??? E mi chiedevo: “ma cosa c’entra il Comune con un Torneo di basket?”. Ma già dimenticavo… Non tanto il Comune, quanto… la sezione Vigili!!!

Tutti ai piedi del mitico Livio! No, no, non Tito, ma Giuseppe, vigile capo del paese, “anima e ‘core” del Torneo, incredibile factotum che deteneva l’organizzazione logistica, tecnica, spirituale e materiale della kermesse.

Strappato l’invito a suon di “mi raccomando, vorremo esserci anche noi”, la seconda preoccupazione era: “possiamo essere ospitati dai ragazzi e

54

anni di magie

dalle splendide famiglie di Arcisate?” e via così, con almeno altre 10 o 15 telefonate per assicurarsi l’ospitalità desiderata. Quando poi avevi qualcuno “fuori taglia” tipo Denis Marconato e Roberto Chiacig (4 metri e 20 in due!), per trovare un letto idoneo ci pensava ancora il buon Livio che li sistemava nella hall del Comune, su due brande sprovviste di testiere in modo da poter tenere fuori i piedi dal letto!?! (quando si dice “essere raccomandati”)…

Insomma altri tempi, altro basket, ma sicuri incontri al cardiopalma, con la possibilità di sfidare la Jugoplastika Spalato, squadra già di Toni Kukoc e Dino Radja, davanti ad una palestra di Induno gremita all’inverosimile, oppure di incrociare il giovane Lebron James con la selezione Team Ohio e vincere 103 a 102 dopo un tempo supplementare ad Arcisate, nella fortezza della Valceresio, con il pubblico stipato anche fuori dalla palestra dietro le vetrate dalla parte delle panchine.

Insomma grandi ricordi di basket, ma altrettanti indelebili ricordi di amici che ci hanno ospitato, scarrozzato, ubriacato, sostenuto e sopportato e dei quali io, come tutti i ragazzi che ho portato negli anni, non dimenticheremo mai la gentilezza e la disponibilità e serberemo un ricordo indelebile. Di questi non posso non citare il mio amico fraterno, Giulio Cadeo che ahimè, seguendo da appassionato-tifoso-amico i miei passi giovanili dalle interzone alle finali nazionali in ogni dove in Italia, si è ritrovato a sua volta allenatore, e che allenatore! E così, e qui chiudo, Arcisate e la Valceresio hanno perso in un sol colpo sia il più bravo odontotecnico del paese che un allenatore insostituibile!

Insomma, ormai il danno l’ho fatto, non vogliatemene male, io vi vorrò sempre un mare di bene per tutto quello che ho ricevuto e per le emozioni che ho vissuto nelle vostre palestre! W LA VALCERESIO!

anni di magie

55

2.5 Gianfranco Busi - Arcisate, un campo ostico GIANFRANCO BUSI E’ UNO DEI SIMBOLI DELL’ASM 70 MORBEGNO, PER CUI E’ STATO PRIMA GIOCATORE E POI ALLENATORE. LA SUA CARRIERA INIZIA DALLE GIOVANILI E ARRIVA FINO ALLA PRIMA SQUADRA DI CUI E’ STATO ANCHE IL CAPITANO. NATURALE E’ QUINDI POI IL PASSAGGIO DAL CAMPO ALLA PANCHINA PER L’ “ENFANT DU PAYS” DELLA SOCIETA’ DELLA PROVINCIA DI SONDRIO SARA’ ALLA GUIDA DEI SENIOR DAL 2000 AL 2006 E POI DAL 2008 FINO AD OGGI, DOVE ALLENA L’ATTUALE SERIE C SILVER.

La prima volta che affrontammo Arcisate fu nella stagione 1994/95 nel campionato di serie D. Stagione culminata con la nostra promozione in C2 dopo lo spareggio vinto contro Tradate di coach Naletto. Una delle squadre outsider di quell'anno era proprio la Baj Valceresio, società e squadra giovane che mostrava di avere ottime prospettive. Ricordo in particolare i due playmaker, Marini e Pezzotta, due autentici "rompipalle". Pezzotta era un difensore che ti entrava anche dentro il corpo, mentre Marini non lo prendevi mai tanto era veloce e sgusciante.

Per noi Arcisate è sempre stato UN CAMPO OSTICO dove credo non siamo mai riusciti a vincere (n.d.r. la prima vittoria di Morbegno ad Arcisate arriverà nel 2007/2008 con Del Nero come head coach dei valtellinesi). La gara che ricordo in modo particolare fu quella disputata nella stagione 2004/2005 nel campionato di C2. La formazione allenata da Gergati con il bomber Laudi chiuse la stagione regolare al primo posto, mentre noi lottavamo per non retrocedere. Arrivammo ad Arcisate in ritardo, causa un incidente trovato lungo il tragitto, e nel primo tempo fummo letteralmente travolti, andando al riposo sotto di 30 punti. Nella ripresa ci fu la nostra clamorosa rimonta e riuscimmo a recuperare tutto lo scarto, prolungando la sfida al supplementare dove la Baj riuscì ad imporsi.

Ricordo lo spavento che facemmo correre alla mitica "Fossa dei lupi" dell'amico Ivan. Un saluto e buon 25esimo anniversario a tutti voi.

56

anni di magie 2.6 Bruno Bianchi - “Atleti di vita!”

BRUNO BIANCHI HA UNA LUNGA CARRIERA DA ALLENATORE ALLE SPALLE INIZIATA NEI PRIMI ANNI ’90 ALLA PALL. MALNATE. SUCCESSIVAMENTE HA SEMPRE ALLENATO NELLE “MINORS” PRIMA DI PASSARE AL BASKET BOSTO DI CUI HA GUIDATO ANCHE LA PRIMA SQUADRA IN C1. IN SEGUITO GRAZIE ALLA CHIAMATA DI GIULIO CADEO ARRIVA NELLE GIOVANILI DELLA PALL. VARESE DOVE RIMANE BEN UNDICI STAGIONI E DIVENTA ANCHE RESPONSABILE DELL’INTERO SETTORE GIOVANILE. FRESCO VICECAMPIONE D’ITALIA 2015/16 CON GLI UNDER 15 DELLA PALL. VARESE, AL TERMINE DI UNA CAVALCATA CULMINATA CON LA FINALE SCUDETTO CONTRO LA LIBERTAS CERNUSCO. ATTUALMENTE E’ IL NUOVO COACH DELLA C SILVER DELLA POLISPORTIVA DAVERIO.

E’ un grande piacere, ma soprattutto un grande onore poter esprimere alcuni pensieri sul Basket Valceresio in questa importante occasione.

La società basata su puri principi sportivi ed educativi, ha dimostrato negli anni uno sviluppo evolutivo costante sotto tutti gli aspetti e tale risultato non è altro che il frutto del lavoro e della serietà di tutto lo staff coinvolto, ma specialmente è il risultato anche dell’impegno di Dino Acerenza: uomo, tutor e coach di grande integrità morale e competenza sportiva. Auguro un futuro ancora migliore ed una continuità di successi societari a persone che amano in maniera smisurata questo splendido sport di squadra, che lottano tutti i giorni per piccoli e grandi successi in campo sportivo formando però non solo semplici “atleti”, ma grandi “ATLETI DI VITA!”.

Con affetto, un buon anniversario a tutti.

anni di magie

57

2.7 Roberto Marcato - Il rispetto di avversari degni ROBERTO “ROSSO” MARCATO E’ UN ALLENATORE E ISTRUTTORE MINIBASKET DI SCUOLA ROBUR ET FIDES VARESE. GRANDE SPECIALISTA DELLE FASCE BASSE, LA SUA ATTIVITA’ DI COACH PARTE PIU’ DI 20 ANNI FA, SNODANDOSI ATTRAVERSO LA “VARESE-GALLARATE”: PER MOLTISSIMI ANNI E’ A CASTRONNO DOVE E’ L’ARTEFICE DELLA SQUADRA, CHE IN SEGUITO DALLA 2a DIVISIONE ARRIVERA’ ALLA PROMO. NELL’ESTATE 2011 SI SPOSTA ALLA MOTRIX CAVARIA, MA LE COSTANTI DELLE SUE SQUADRE RIMARRANNO LE STESSE: DIVERTIMENTO, VITTORIE E APPRODO A TANTE FINALI PROVINCIALI E REGIONALI. INOLTRE A CAVARIA HA CREATO PURE UN GRUPPO GIOVANILE FEMMINILE. ATTUALMENTE SI DIVIDE TRA GLI UNDER 18 DEI DRAGHI GORLA E GLI UNDER 16 & 15 DI CARDANO.

Non ricordo nemmeno una stagione nella quale non ho incontrato sul campo, con uno o più gruppi, una squadra del Basket Valceresio. Dai ragazzi classe 1982 a quelli classe 2000 il confronto con i biancoverdi è sempre esistito e ha sempre avuto i connotati di una sfida che contava.

Sul campo le sconfitte e le vittorie si sono alternate così come si sono alternati i ragazzi e gli allenatori. Ripensando a quale fosse l’unica costante in tutte queste sfide mi viene in mente solo una cosa: il rispetto.

IL RISPETTO CHE SI DEVE AGLI AVVERSARI DEGNI, agli avversari che si temono, ai gruppi ben allenati e ben seguiti. Quindi, a chi volesse chiedermi: “Roby, a cosa pensi se dico Basket Valceresio? ”... beh, senza troppa esitazione, risponderei: “penso ad una maglia biancoverde e ad una palestra simile ad piccola arena per come è strutturata e per come vi risuona il tifo”. Contemporaneamente però proverei una sensazione di allerta immediata e di timore per l’avversario che, in una parola sola, si scrive così: rispetto.

58

anni di magie 2.8 Angelo Monti - Una scuola di vita ANGELO E’ UNA FIGURA CHIAVE DEL BASKET DELLE MINORS VARESINE DEGLI ULTIMI TRENT’ANNI. NELL’ORATORIO SAN VITTORE VARESE, DA LUI CREATO, HAN GIOCATO GENERAZIONI DI RAGAZZI, SIA NELLA STORICA UNDER 21 CON MOLTI GIOCATORI PROVENIENTI DALLA ROBUR, SIA NELLA PRIMA SQUADRA CHE HA PORTATO FINO AI PLAYOFF DI SERIE D NELLA STAGIONE 2011/12.

POI, PROPRIO NELL’ESTATE 2012, SI E’ SPOSTATO A CASTRONNO DOVE HA GIA’ COMPIUTO UNA DOPPIA SCALATA DALLA PROMOZIONE ALLA SERIE C SILVER. OGGI CONTINUA AD ESERCITARE LA SUA PROFESSIONE DI ARCHITETTO, MA SOLO QUANDO NON ARCHITETTA COME BATTERE LE SQUADRE AVVERSARIE DELLA SUA PALL. CASTRONNO.

Ho avuto il piacere di giocare una stagione ad Induno. Credo che la società si chiamasse Basket Varesino. Non ricordo esattamente l’anno, ma era appena finita la grande epopea del Basket Mina. Rifondazione totale dopo la “grande abbuffata”. Lo sponsor era La Nationale Assicurazioni, il Presidente il mitico Franco Mina, il coach Arturo Benelli.

Io, appena diciottenne, fui chiamato al telefono proprio da quest’ultimo.

“Vorrei che tu facessi parte del nuovo corso di questa Società…”mi dice Arturo. Mi presentai in palestra un po’ intimorito dalla novità e dalla “professionalità” di questa realtà. La maggior parte dei miei nuovi compagni non li conoscevo. Ricordo tra gli altri Luca Brumana, Stefano Antonetti, Pino Pinelli, Cristiano Zilio, Gilberto Russo, Roberto Persenico, Pietro Roncelli. Ma quello che più mi colpì era un “certo” Giulio Cadeo. Sì proprio lui!! Un vero leader, un allenatore in campo. E non a caso fu uno dei fautori di quella che fu ed è la Valceresio. L’anno successivo cambiai squadra. Troppo forti per me i nuovi arrivi: Guido Gentile, Claudio Vasini ecc.

anni di magie

59

Già allora avevo cominciato ad allenare i più piccoli nella società da me creata: l’Oratorio San Vittore Varese, conosciuta a tutti come il San Vittore. Dalla seconda divisione arrivammo in Serie D. Era la stagione 2006/2007 quando ci fu il mio primo vero “contatto” con la “nuova” Valceresio. Ero riuscito a convincere un simbolo della Valceresio a giocare per il San Vittore: Paolino Marini era diventato un mio giocatore. Lo conoscevo già da tempo ed era per me un sogno poterlo avere nella mia squadra. Con lui arrivarono anche Mirko Scardovi e Roberto Persenico.

Quest’ultimo fu una meteora. Ma Mirko e soprattutto Paolo (che sono diventati miei grandi amici) hanno fatto la storia, oltre che della Valceresio, anche del mio San Vittore. E’ proprio con la “seconda generazione” del San Vitur che ho affrontato da avversario i Lupi biancoverdi del mio amico Paolo Nicora. Stagione 2009/2010, Serie D. La partita di andata ci vede sconfitti di misura ad Arcisate. La partita di ritorno, alla penultima è 2010 - La Serie D dell’Oratorio San Vittore guidata da Coach giornata Angelo Monti; il terzo da destra in prima fila è il “nostro” Paolo spareggio playoff Marini. Il cammino di Angelo è partito dalla 2a divisione con il al Campus. E’ una suo OSV fino ad arrivare all’attuale Serie C Silver a Castronno. battaglia. Escono vincitori i ragazzi di Paolo Nicora, trascinati da un tifo da paura, organizzato dal mitico Ivan. L’anno successivo ritrovo ancora i giovani biancoverdi sul nostro cammino. Ancora guidati da Nicora. Una sfida riusciamo a vincerla, al Campus. Ma stavolta la Valceresio conquista la promozione in C2 e le nostre strade, almeno sui campi da gioco, non si incroceranno più.

60

anni di magie

Almeno sui campi, ho scritto. Certo perché in seguito ho avuto modo di incontrare personaggi come Dino, il mitico Broggi, amici come Fabietto Fanchini, John Mondello, Richi Del Torchio. Personaggi che hanno fatto la storia del basket minore e non solo. Ma l’incontro per me più incredibile di tutti con colui che davvero credo abbia fatto la storia della Valceresio.

La Valceresio come una SCUOLA DI VITA. Sto parlando del grande Enrico “Enri” Marini. Per me un fratello maggiore, un esempio da seguire, un conforto e un appoggio in tutti questi anni. Mi ha fatto capire, forse anche inconsapevolmente, un modo diverso di vedere la pallacanestro.

Mi ha consigliato, mi ha ascoltato, mi ha dato la forza di continuare anche quando non ne avevo più. E questo credo sia stato l’Enri per voi cari amici della Valceresio. Così come lo è stato suo figlio Paolo. Il Paolino. Il mio Capitano! Per me come un fratello minore. Mi ha seguito anche a Castronno dove abbiamo vinto ancora insieme. Ha appena deciso di appendere le scarpe al fatidico chiodo e… con una lacrimuccia devo accettare questa scelta. Sapevamo tutti e due che questo momento sarebbe arrivato, prima o poi… Lo avremmo voluto fare insieme questo passo, ogni anno alla fine della stagione era sempre la stessa solfa: “basta io smetto…”. Poi ci si guardava negli occhi. “Dai facciamone ancora uno…”. Ho sperato fino all’ultimo che mi prendesse in giro… Che mi dicesse ancora una volta “dai ne faccio ancora uno”. Quando pensavo a cosa “inventare” per celebrare il suo addio al basket giocato, mi sono venute in mente 1000 e 1000 parole che ci siamo detti… 1000 e 1000 sguardi… 1000 e 1000 pensieri… Approfitto di questo spazio per dirgli questo: Grazie per come mi hai fatto sentire e per quello che mi hai aiutato a diventare!! E questo vuole essere un Grazie anche a tutti voi, amici della Valceresio, per come mi avete rispettato in questi anni. Una famiglia che un po’ sento anche mia… E chissà mai che un giorno le nostre strade si potranno di nuovo incrociare!! E magari, perché no, incontrarsi…

Un abbraccio gigante a tutti voi, che tanto avete fatto in questi 25 anni e che tanto mi avete dato!

anni di magie

61

Capitolo terzo

Il mondo biancoverde dipinto da fuori Le parole dei giornalisti e i “fischi” degli arbitri “E’ proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva. Anche se può sembrarvi sciocco, o assurdo, ci dovete provare.”

(L’attimo fuggente) In molte gare sportive è molto facile scegliere per quale atleta tifare o per quale delle due squadre parteggiare. Nei primi due capitoli abbiamo intrapreso la strada di riportare alla mente i ricordi di biancoverdi e di avversari, tuttavia il mondo non si può ridurre ad un banale confronto tra bianco e nero, in quanto sono proprio le molteplici e variopinte sfumature che lo rendono così bello.

Il capitolo terzo ha proprio questo intento: recuperare quel punto di vista super competente della pallacanestro provinciale, ma esterno al mondo biancoverde, che a proprio modo ha vissuto le vicissitudini della nostra società in questi 25 anni.

Ci siamo così rivolti a quella che è la più importante giovane penna della STAMPA sportiva locale che, tra i tanti articoli scritti su di noi, si è fatta un’idea di ciò che è la Valceresio. Inoltre abbiamo interpellato anche un esponente di un’altra fondamentale categoria per il nostro sport, troppo spesso poco riconosciuta, ovvero quella degli ARBITRI; tra loro ci sono persone che hanno passato più tempo nelle nostre palestre che con le loro famiglie. Insomma, dei legami davvero importanti con persone che, da perfette sconosciute, sono divenute oggi degli amici di lunga data!

62

anni di magie

3.1 Giovanni Ferrario (Gio.Fe.) - PSL Pagellone della Settimana Loggionistica “Valceresio Edition” GIOVANNI, CONOSCIUTO DA TUTTI NOI COME “Gio.Fe.”, E’ UN GIORNALISTA SPORTIVO DE “LA PREALPINA”.

DOPO UNA BRILLANTISSIMA CARRIERA (SI SCHERZA GIO’ !) COME PLAYMAKER IN QUEL DI BUSTO ARSIZIO, HA SEGUITO CON LA SUA BRILLANTE PENNA (QUI INVECE NON SI SCHERZA) TUTTO CIO’ CHE RIGUARDA IL BASKET PROVINCIALE DAI CAMPIONATI GIOVANILI AL CAMPIONATO DI PROMOZIONE. DAL 2010 INSIEME AL SUO SODALE, IL BUSTOCCO EX-IRTE DANIELE “DucaConte” PALMERI FERLA, E ALLA COLLABORAZIONE DEL TELECRONISTA SARONNESE MARIO CASTELLI, PUBBLICA SU FACEBOOK UN PAGELLONE SETTIMANALE CHE HA RISCOSSO UN SUCCESSO INCREDIBILE GRAZIE ALLA CONOSCENZA DI TUTTI I CAMPIONATI (DALLA A ALLO ZINCO) E ALLA LORO TRAVOLGENTE IRONIA. OGGI, MENTRE SCRIVE “QUALCHE” ARTICOLO PER LA PREALPA, SI DILETTA A DOMINARE NEL CAMPIONATO CSI CON I SUOI BUSTO SPRINGERS.

Da umili scribacchini della provincia abbiamo presentato un taglio e cucito di quanto le nostre menti malate hanno partorito in questi anni di Pagellone, passati anche a raccontare le gesta dei lupi biancoverdi. Ci siamo anche permessi, agli estremi di questa goliardica opera, un paio di “inediti”. Chi in questo momento vi scrive (GioFe) ha avuto anche l’onore di “crescere” a distanza, e su colonne ben più prestigiose come quelle de La Prealpina, generazione di “valceresini”, alcuni dei quali oggi diventati anche amici. È il bello dello sport, è il bello della pallacanestro. Unisce a tutti i livelli, soprattutto in una zona così florida come il varesotto. E la Valceresio è una di quelle realtà di cui è sempre stato piacevole parlare, nel bene o nel male, perché sapevi che alla base di tutto c’era quella passione, quel sacro fuoco che anima le persone “malate” al punto giusto

anni di magie

63

di questa disciplina e di quei valori positivi strettamente collegati a essa.

Ah, prima di iniziare a “sfogliarci”, ci teniamo a ricordarvi che vale sempre la premessa di areare il locale prima di soggiornarvi e di “divorare” con la giusta ironia queste parole. Buona lettura a tutti.

La copertina della pagina Facebook dedicata al PSL, il Pagellone della Settimana Loggionistica, con il DucaConte e Gio.Fe ritratti nell’area stampa della Yamamay Volley Busto Arsizio. In realtà il loro sport preferito è la pallavolo femminile. In ogni caso, “se non mettete un “mi piace” alla loro pagina, noi non vi vogliamo nemmeno conoscere!”.

VOTO 10

a Dino Acerenza, perché una volta vogliamo anche noi

commuoverci e abusare di una frase di cui abbiamo abusato in questi anni di Pagellone: bello come un tramonto a Formentera. Di solito la usiamo per rimorchiare vanamente qualche giuocatrice di belle speranze e soprattutto sembianze. Questa volta, molto più sentitamente, lo dedichiamo al “monumento” di una società che da sempre si impegna nel mondo della spicchia provinciale e non. Lui sta alla Valceresio come Alcide De Gasperi alla Repubblica italiana, come David Stern alla NBA moderna, come Silvio Berlusconi al bunga-bunga, come Hugh Hefner a Playboy.

O forse, più semplicemente, lui è la Valceresio. Perché dentro tutti quelli che hanno vestito il biancoverde, o che comunque in questo ambiente sono passati, non può che esserci un “po’ di Dino”.

VOTO 9

(15 giugno 2011) alla Valceresio meritatamente promossa in

C2, connubio perfetto tra la mente di Acerenza, la carogna concentrata di

64

anni di magie

coach Nicora, gli sprazzi di basket da numero uno di Chiesa, i miglioramenti tendenti al più infinito di Iovene e Molina, le molle sotto le scarpe di Scuccato e Franzini (anche se le sue si sono un po' arrugginite), i polpastrelli di De Bernardi e Bolzonella, l'esperienza in formato spray di Colombo Garoni, la fame assassina di Antonini e i "coca e rhum" di Senesi, che è quasi riuscito nell'impresa di fare più danni (per gli altri) da "vietato a tutti" sul campo che in discoteca. A far da colonna sonora il tamburo, il megafono, le trombette e le scorte ad libitum di voce di Ivan Manca e la sua curva, che come spesso capita scrivono la pagina più bella (loro sì che sono veri ultrà, mica altri che si professano tali solo perché danno del figlio di p***** a tutti o prendono a scarpate la gente): loro tutti insieme giocatori, società, staff tecnico e sostenitori ci hanno insegnato che le cifre non contano, conta solo essere uniti, difendere, sputare sangue, ringhiare, raspare, restare acquattati nella brughiera per poi saltare fuori e azzannare la preda quando annaspa.

VOTO 8

(15 maggio 2014) a Nicola Antonello che, sotto la sapiente

regia di Dino Acerenza, fa scacco matto alle avversarie della finale provinciale Under 14 nonostante gli manchi la "regina" Sassi, una pedina un tantinello importante. Ma è un attimo dimostrare che un Diamante non è per sempre (Robur al tappeto ma alla fine seconda per l'improvviso attacco d'ateismo di Bellotti), mangiarsi l'alfiere Seck (segnatevelo sui taccuini, questo già adesso è meglio di 3 o 4 che giocano in prima squadra alla Cimberio) e resistere all'arrocco di Cavaria.

VOTO 7

(25 maggio 2011) a Steve De Bernardi (15 con 4\7 da 3,

Acerenza che conta già gli incassi dei derby con Casorate e Bosto, serviranno a pagare la birra che il “Rosso” deve ancora saldare con GioFe), vita di guerriero consumato al fianco di chi necessita. C'è sempre tempo di andare al circo mentre qua si va dritti alla terra promessa chiamata C2. La Valceresio si connette al grande sogno, vendemmiando in testa a Bergamo nella “bella”: Scuccato è atleticissimo, Molina è

anni di magie

65

bellissimo, Chiesa è grossissimo, Senesi è fuorissimo, Colombo Garoni è infallibilissimo, ma dietro al meritatissimo traguardo praticamente raggiunto (al massimo vi ripescano...) c'è una panchina lunghissima che ci vogliono tre pezzi smontabili dell'Ikea per tenerli tutti e la sagacia di Nicora per gestirli, la carogna accentuata da quelle 2 o 3 tranvate sui denti che li hanno resi meno spocchiosi, e Valerio Antonini (16 con 8 recuperi), uno che a 'sto livello deve fare ciò per cui è stato comprato, ovvero mettere la supposta agli sciagurati Damiani e Filippone, difendere come un invasato e, giusto per divertirsi, ogni tanto sparare pure comete al vetriolo.

VOTO 6

(23 ottobre 2014) a Fabio Fanchini (Maxi Moreno e Savazzi

trattati come un arbre magique vecchio di un anno e mezzo), che gioca in C1 solamente perché ormai gli stranieri sono stati introdotti in ogni categoria fino alla quarta serie del CSI. Il condottiero della Valceresio, che a Clivio ospitava Manerbio (praticamente lo stesso tempo per fare il tragitto che impiega Milano per fare una trasferta di Eurolega), direttore d’orchestra come sempre con tanto di frac da pinguino e bacchettina sbattuta sul leggìo: è anche vero che alla chiama prepartita si è presentato Tyson Chandler con la carta d’identità di Matteo Clerici (11 punti e 15 rimbalzi, tutta roba imparata alla bottega del “Tencazzi”), ma con un Fanchini da 20 punti con 7/13 da due non puoi perdere neanche se porti in panchina le borracce con il gin-lemon e giochi con gli scarponi da sci.

VOTO 5

(21 maggio 2014) ai gemelli Derrick Dario "Pocho" Iovene (8, è

intervenuto Genny 'a Carogna per far cancellare dallo scout metà delle palle perse e farlo arrivare alla doppia cifra)-Fabio "Apache" Laudi (2, neanche l'intercessione papale può nulla). Salta il fattore campo per la Valceresio e stavolta a coach Vis non lo salva neanche la calamita con Fanchini sul cruscotto dell'auto con scritto “proteggici".

66 VOTO 4

anni di magie (21 novembre 2013) per le facce spente della C2: il giudizio in

questione spetta […] alla verve da impiegato delle poste il sabato mattina di Matteo Clerici (5, Valceresio a picco nelle risaie). Tra tutti i modi possibili per perdere la Valceresio ha scelto quello più semplice: sotto subito dal primo all'ultimo minuto, senza dannarsi più di tanto l'anima e concentrandosi già ai quattro salti post-partita mentre Branca (solite catapulte infernali e solito servizio all-inclusive da 26 punti) infilava tonnellate di kriptonite dove non batte il sole. Ma sì dai, il campionato è lungo e si inizia a far sul serio da febbraio in poi. Il dramma che di questo passo a febbraio si rischia già di trovarsi sotto l'ombrellone.

VOTO 3

(18 gennaio 2012) in C2, a una Baj reduce da un weekend non

in linea con le aspettative. A finire dietro la lavagna c’è coach Paolo Nicora (espulso nel quarto periodo con la partita in equilibrio) e la sua Valceresio, deflorata in quel di Boffalora dalla prestazione monster del diciottenne Passerini, che segna 33 punti con 14/14 in lunetta e canta la ninna-nanna a tutta la difesa biancoverde. Chiesa e Scuccato provano a tirare la carretta (19 e 14 punti), ma Zannoli è in versione becchino e mette i chiodi sulla bara.

VOTO 2

(8 giugno 2011) allo psicodramma della Valceresio. Per le

simpatiche canaglie di Arcisate la notte di Opera è piena di fantasmi e di supposte infilate dove non batte il sole da D'Orta e Pianviti: gli esterni di Nicora sono freddi come i ghiacci della Marmolada e le percentuali dal campo sono insufficienti, roba che se Ivan “Noname il Biondino” e la sua band volevano vedere così tanti mattoni potevano tranquillamente passare lì vicino alla sede della Berloni che ormai delle cucine a mattoni a vista c'ha fatto un business. Occhio perché sarà pure ora di darsi una svegliata che lo "zio" Antonini non può mica sempre colorarsi la faccia di nero. E che Senesi non sta più nella pelle, vuole brindare alla promozione.

Prove d'appello.

anni di magie VOTO 1

67

(12 giugno 2014) alla doppietta - in negativo - del nostro idolo

Dino Acerenza. Prendere due batoste del genere nel giro di qualche ora deve essere stato più difficile di perdere a scacchi con Tommy Tallone sul lungolago di Lugano, anche perché lì almeno c'era la scusa delle ventenni in perizoma che ti transitavano a fianco e che avresti voluto "mangiarti in diagonale". Addirittura espulso nella finale U14 contro la Pall. Milano insieme al poliziotto "buono" Nick Antonello (fanno tutto in coppia come i gemelli Derrick) ha dovuto poi assistere alla débâcle contro Olginate della prima squadra: niente ciliegina finale su una stagione che resterà comunque negli annali, nonostante l'ultima polaroid dell'anno sia l'urlo di dolore di Darietto Iovene (infortunio serissimo: inutile dire che noi tutti tifiamo per la tua guarigione e Insigne ti dedicherà un goal al mondiale).

VOTO 0

perché alla fine è sempre il nostro voto preferito, alla classe di

Paolo Marini, perché certe prestazioni restano nel nostro immaginario ma anche, ormai, sui libri di storia. Noi non c’eravamo. L’abbiamo visto tante altre volte. L’abbiamo visto risultare decisivo in mille occasioni e in mille modi diversi. Però farne 69 (potrebbe sembrare una roba a luci rosse… in effetti quella sera lui fu indecentemente irresistibile per la difesa di Saronno) in una finale provinciale è roba da stropicciarsi gli occhi a più di 20 anni di distanza. Ha appena abbandonato la pallacanestro giocata ma noi ce lo ricorderemo fare canestro in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi.

PREMIO MAMMA HO PERSO L'AEREO

(20 novembre 2015) a

Manuel Terzaghi (25 punti, il passaggio attraverso le molecole altrui), perché in Valceresio sono felici come le facce dell’Isola di Pasqua ma per il basket italiano che uno così giochi in C Gold è un furto con scasso? Perché uno che porta tutti a scuola deve accontentarsi di andare a fare ripetizioni di tabelline a casa di Dino Acerenza?

68

anni di magie 3.2 Viviano Molinari - Una grandissima passione VIVIANO MOLINARI E’ UN VIGILE DEL FUOCO, MA IN REALTA’ PER NOI CESTISTI BIANCOVERDI (E NON) ALLA VOCE PROFESSIONE DELLA SUA CARTA D’IDENTITA’ C’E’ LA DICITURA: “ARBITRO”. ANZI, VIVIANO E’ L’ARBITRO PER ANTONOMASIA; HA ARBITRATO LE NOSTRE SQUADRE IN QUALSIASI CATEGORIA. CHI DI NOI, NON HA ESCLAMATO “ARRIVA MOLINARI. BENE ALLORA SI VA A CASA PRESTO!” BEN SAPENDO CHE CON LUI LE PARTITE VOLANO VIA RAPIDE E LISCE? VIVIANO SA UNIRE UN ARBITRAGGIO PRESSOCHE’ PERFETTO CON IL BUON SENSO E CON LA PERSONALITA’ NELLE CHIAMATE ARBITRALI. E’ UN ARBITRO ED UN UOMO CHE TUTTI I RAGAZZI CHE VOGLIONO AVVICINARSI A QUESTA PROFESSIONE DOVREBBERO PRENDERE COME ESEMPIO. OGGI CONTINUA AD ARBITRARE IN FIP E IN UISP “CORRENDO” DA UNA PALESTRA ALL’ALTRA.

E' con immenso piacere che accolgo la richiesta degli amici del Basket Valceresio a contribuire con una piccola testimonianza in veste di Arbitro, alla stesura del libro celebrativo dei 25 anni di attività condividendo la loro gioia.

Inizio col dire che siamo quasi coscritti, in quanto anche io raggiungerò i 30 anni di arbitraggio il prossimo anno. Nel corso di tutti questi anni ho arbitrato la Valceresio tantissime volte a tutti i livelli, dalle giovanili alla Prima squadra, vedendo passare e crescere decine di giocatori, allenatori e dirigenti in un cammino comune e parallelo, ricco di emozioni e valori.

Vorrei fare due considerazioni personali, una tecnica e una morale, per spiegare ciò che penso della società Valceresio, vista con gli occhi di un Arbitro e soprattutto con gli occhi di un grande appassionato di questo Sport.

anni di magie

69

La considerazione tecnica la riassumo in due parole: "Aggressività difensiva". Arbitrare in Via Giacomini non era mai facile, prima di tutto per le misure ridotte del campo da gioco e poi anche per la grande aggressività in difesa messa in campo da tutte le squadre giovanili, soprattutto in casa. Una filosofia di gioco a volte adottata per sopperire alla mancanza di tanti giocatori di talento su cui invece potevano contare squadre più blasonate, ma che alla fine pagava i suoi dividendi, rendendo la Valceresio una delle società protagoniste dei campionati giovanili a livello Regionale. Solo poche volte ho visto la difesa a zona, quindi il lavoro dell'Arbitro necessitava di concentrazione costante per tutti i 40 minuti, ripagata però sempre con grande soddisfazione e belle partite.

A livello morale, i dirigenti che ho conosciuto, sono sempre stati rispettosi delle regole ma soprattutto delle persone, animati da UNA GRANDISSIMA PASSIONE PER QUESTO SPORT. Cosa dire ancora… avrei un sacco di ricordi da raccontare delle indimenticabili partite giovanili della Domenica mattina, dove il dirigente di turno mi aspettava all'ingresso di sotto, preoccupato del mio ritardo, quando ancora in divisa da Pompiere arrivavo dopo il turno di notte ed iniziavo una delle tantissime e appassionanti sfide giovanili cariche di agonismo e di pathos con un pubblico numeroso e molto partecipe. Tantissimi auguri Valceresio!!

Avete contribuito a fare ancora più grande questo amatissimo Sport; e poi in pochissimi in Italia possono vantare di aver ospitato il grande LeBron James...

La coppia Molinari (a sinistra) - Sala (a destra) durante l’arbitraggio di un’amichevole al Campus tra Cagiva Varese e University of Kentucky. Viviano e Virginio, sono tra gli arbitri varesini di riferimento per tutti gli anni Novanta e il primo decennio del nuovo millennio.

70

anni di magie

anni di magie

71

Capitolo quarto

nicola racconta…

Le più belle storie del Basket Valceresio…

“Narrami, o Musa, l’uomo dall’agile mente, che a lungo andò vagando…”

(Omero, Odissea, Proemio) Le storie sono intorno a noi, basta saperle individuare e raccontare.

Fin dall’antichità l’uomo ha fatto sua l’arte della narrazione, prima orale e poi scritta, in modo che potesse lasciare ai posteri i frutti del sue scoperte, i codici di leggi e ovviamente anche le belle storie, in modo tale che possano essere fonte di ispirazione per le generazioni successive.

Dai poeti classici ai cantastorie medioevali, per arrivare fino ad oggi, dove i massimi esperti dello storytelling e della comunicazione fanno uso di strumenti sempre più social per poter raccontare e condividere le loro storie.

Il capitolo quarto nasce proprio da questa idea, alla quale abbiamo voluto aggiungere tutta la nostra passione nel dare voce e volto alle “più belle storie di questi 25 anni del Basket Valceresio”.

Grazie ad un perfetto mix di questi due ingredienti, racconto e passione, ora non vi resta solo che farvi guidare all’interno del quarto capitolo dall’abile penna del narratore nel raccontare queste incredibili storie di pallacanestro e di vita…

72

anni di magie 4.1 Le origini: i primi anni

“Se lo scrive la Prealpina, è vero”. Così si dice dalle nostre parti, dove il quotidiano fondato nel 1888 è da più di un secolo la voce più autorevole nella divulgazione delle notizie. Per il Basket Valceresio la prima notizia risale al 30 agosto 1990, quando il giornale di Viale Tamagno titolò: “Fusione tra Induno e Arcisate. Valceresio unita sotto canestro”. In realtà per aspettare la formalizzazione dell’unione delle due realtà cestistiche, bisognerà aspettare poco più di un anno, visto che, da Statuto, la fondazione della società risale al 1 Ottobre 1991.

Ad ogni modo il “seme” gettato l’estate prima iniziò a germogliare per bene Il titolo de “La Prealpina” del 30 Agosto 1990 annuncia la e stuzzicò non poco la fusione che porterà alla creazione del sodalizio curiosità della stampa biancoverde, che quest’anno spegnerà ben 25 candeline! tanto che, come scrisse Claudio Piovanelli, una delle principali firme del giornalismo cestistico varesino, la fusione è vista come “la notizia più importante della stagione del basket della nostra provincia”. L’iniziativa, aggiunge il giornalista, “è partita da Induno e Arcisate, le cui squadre hanno militato lo scorso anno nel campionato di Promozione. Una stagione esaltante per gli indunesi, conclusa con la promozione in Serie D senza ombra di sconfitta, un po’ meno per gli arcisatesi. A fine anno i primi contatti, poi l’accordo per una fusione storica, in grado di superare i campanili e le rivalità storiche che, comprensibilmente, possono esistere a questi livelli”.

Poi, nell’ampio articolo, viene dato spazio al presidente Paolo Comi, la figura chiave per lo sviluppo e l’ascesa dei primi anni della neonata società: “La Valceresio – spiegava l’allora numero uno societario – non possiede grandi realtà sportive. Noi vogliamo essere il sodalizio di punta e il discorso vale anche sotto il punto di vista sociale e dei giovani”. Un

anni di magie

73

proposito che poi calzerà a pennello con quanto accadde nelle stagioni successive e che è stato raccolto pure dai dirigenti odierni. Come oggi, anche a quei tempi i problemi erano incredibilmente simili: “La criticità – raccontava ancora Comi nell’intervista – riguarda l’agibilità degli impianti che, certamente, creerà delle difficoltà. Ad Arcisate, alla lunga, potrebbero esserci problemi di capienza, a Induno non è stata concessa l’agibilità. Un altro problema riguarda la sponsorizzazione”. Su quest’ultimo aspetto la soluzione venne trovata pochi mesi dopo, grazie all’intervento di Giuseppe Baj, della sua famiglia e della sua azienda, la Baj Coperture di Alluminio che, dopo venticinque anni, è ancora lo straordinario sponsor sotto cui la società biancoverde ha trovato un tetto sicuro per costruire la propria casa.

Insomma, già un quarto di secolo fa, la Valceresio faceva sul serio: “E’ una questione di immagine e di credibilità. E noi – proseguiva Comi - vogliamo essere credibili nei confronti di enti e amministrazioni. Abbiamo allestito un gruppo di tecnici di primissimo livello e non abbiamo nulla da invidiare a Pallacanestro Varese e Robur et Fides”. D’altronde i nomi erano lì a testimoniarlo: Arturo Benelli, Mario Oioli, Maurizio Volpe, Bruno Arena, Marco Marocco e due conoscenze che, di lì a qualche anno sarebbero diventate leggende della panchina: Giulio Cadeo e Dino Acerenza. Dietro la scrivania, invece, i dirigenti fondatori furono, assieme a Paolo Comi, Giuseppe Livio, Umberto Zioli, Pier Luigi Locatelli, Sergio Broggi, Enrico Marini, Ezio Galli, Mauro Cadeo, che raccolsero il testimone del factotum indunese Franco Mina.

A proposito di quest’ultimo, è doveroso un accenno a quanto avvenne negli anni precedenti la fusione: il basket in Valceresio si respirava già dagli anni Settanta, vale a dire da quando, a seguito dei successi della Ignis e della Mobilgirgi Varese, la pallacanestro divenne il primo sport della provincia. E così come accade in molti posti di frontiera o lontani dalle grandi città, anche in Valceresio il basket iniziò a ritagliarsi il suo dignitoso spazio rispetto al calcio. Oltre all’Induno e all’Arcisate, che per

74

anni di magie

anni ha giocato nel campetto dell’oratorio di Via Manzoni dove, d’inverno, alcune partite prevedevano come “riscaldamento” l’esercizio di spalare la neve dal campo, c’erano il Montallegro e gli amatori dell’Aga. La grande svolta avvenne negli anni Ottanta, con l’arrivo a Induno del ciclone Franco Mina, figlio del proprietario dell’omonima falegnameria. Quella era la “Valceresio da bere” nel senso che la formazione indunese si distinse subito per dei successi straordinari, raggiungendo addirittura la vittoria 1988-89 - Squadra Propaganda dell’A.S. nel Campionato di Serie D e Basket Varesino di Franco Mina. utilizzando una struttura professionistica con tanto di ritiri pre-stagionali e cene luculliane dopo le vittorie. E i giocatori? Di altissimo livello, tanto che alcuni vennero acquistati pure da grandi società di Serie A, come Guido Gentile, riscattato da Caserta o Massimo Raucci dell’Enimont Livorno. Pochi chilometri più a nord, il riferimento era l’A.S. Arcisate dove il duo LivioZioli puntò maggiormente sul minibasket e sulle giovanili, raggiungendo il Campionato di Promozione. La fusione fu una conseguenza naturale e, mai come quella volta, una decisione sulla carta complicata da prendere, si rivelò essere vincente. 1990 - Foto di squadra di una giovanile nell’anno preliminare alla costituzione del Basket Valceresio in cui si notano elementi delle due società. Anche gli allenatori appartenevano alle due diverse società: Acerenza (a sx) da Arcisate e Cadeo (a dx) da Induno.

anni di magie

75

4.2 La scalata del “modello biancoverde” E’ il 1° Febbraio 1992, quando la Baj Valceresio gioca la prima partita senior della sua storia. Il campionato è il Girone D della Prima divisione che, allora, era l’ottava serie del campionato italiano di pallacanestro.

Nella palestra di Via Giacomini l’avversario è la Caiman Cardano. Prima partita e prima vittoria, 75-72. Parte così l’avventura della Baj Valceresio che, senza mutare nome in 25 anni, ha scalato le categorie, raggiungendo il quarto torneo nazionale, la Serie C Gold.

LA PRIMA DIVISIONE - In panchina all’epoca sedeva il compianto Manuel Campiglio, che inizia una lunga tradizione di allenatori di grandissima qualità passati in questi anni come coach della principale formazione biancoverde. La storia racconta come le guide 1992-93 - La squadra senior di Prima Divisione guidata da Manuel Campiglio. tecniche della Baj abbiano sempre avuto due profili chiari: o come Campiglio, con un curriculum di altissimo livello ed esperienza nella Pallacanestro Varese o nella Robur Varese, oppure cresciuti in casa. Tornando al pionieristico campionato d’esordio in Prima Divisione, la prima partita viene registrata anche dalla Prealpina dell’epoca, ma non riportando la dicitura “Baj Valceresio”, ma semplicemente “Arcisate”. Apriti cielo! Gli indunesi insorsero, volarono telefonate di fuoco nella redazione del quotidiano. “Siamo Baj Valceresio.

Arcisate non esiste più”. E poi, guai a dimenticarsi lo sponsor, la Baj, fedele ancora oggi, quando si è arrivati alle Nozze d’Argento. Come scusante per i giornalisti, all’epoca Internet non esisteva, i telefoni cellulari erano agli albori e si dovevano coprire decine di partite e risultati

76

anni di magie

telefonando a casa di questo o quel dirigente, allenatore, giocatore, sempre se si riuscivano a trovare. In ogni caso la “sfuriata” funzionò e il 24 febbraio 1992, sulla Prealpina del Lunedì che, già da allora riportava le cronache dello sport dilettantistico locale, venne pubblicata la prima vittoria della storia della Baj Valceresio testimoniata da un mezzo di informazione: Zaffruit Uboldo vs Baj Valceresio 78-100. Gli altri avversari?

Società scomparse o rimaste comunque nelle serie minori: Hydra Varese, Sbs Leasing Varese, Edilsacco Ferno, Casmo Casciago, Adamoli Buguggiate. La stagione si chiude al quarto posto (7-7), ponendo le basi per l’anno successivo.

Il 92-93 segna infatti il primo salto di categoria: sempre con Campiglio in panchina, la stagione regolare si chiude con 13 vinte e 3 perse, a 86 punti di media e dietro soltanto a Castronno. Si va ai playoff. Qui la Baj conquista la salita nel campionato di Promozione nei playoff disputati contro la Merone Ternate. Così li descrive il giornalista Silvio Tranquillini: “Nei playoff non sono mancate le clamorose sorprese.

La prima è sicuramente la più incredibile: l’insuperabile Merone Ternate è miseramente crollata di 1992-93 - Classifica finale della 1a Divisione fronte alla freschezza e alla Girone C con il secondo posto che sancirà poi il salto di categoria in Promozione. correttezza della Baj Valceresio. I biancoverdi hanno umiliato gli avversari sotto tutti i punti di vista: nel risultato (80-77 all’andata e 100-58 al ritorno) e soprattutto nel comportamento, obbligando l’arbitro Croci a espellere un giocatore e il

anni di magie

77

presidente. Onore al merito quindi alla Valceresio, che ha giocato mettendo in mostra giovani talenti come Mondello, Biella e Cazzola”. Ma assieme a Mondello, l’autentico prodigio di quell’annata fu Fabio Fanchini. Come Mondello, classe 1976: una coppia che è stata lo Stockton-to-Malone della Baj. Fanchini, autentico folletto di 170 centimetri, Mondello gigante nato nel Bronx, ma con l’agilità di un ballerino e mani fatate che poi divenne una colonna della Robur. A soli 16 anni Fanchini guida la squadra come un veterano: dentro ha la voglia di rivalsa nei confronti della Pallacanestro Varese e della Robur Varese che lo scartarono dopo un provino. “Troppo piccolo”, dicevano. Ma tanto grande che poi, rivenduto a peso d’oro dalla Valceresio proprio alla Robur, riuscì a diventarne subito il playmaker titolare, passando poi a Riva del Garda dove, da bandiera e capitano, arrivò ai vertici dell’allora B1.

LA PROMOZIONE - Si sale dunque in Promozione e arriva il primo bivio.

Continuare coi senatori oppure svecchiare e lanciare ulteriormente la linea verde? In tal senso la dirigenza dell’epoca un’intuizione 1993-94 - La squadra di Promozione della Baj Valceresio è ha l’esordio come coach in categorie senior per Giulio Cadeo. vincente: con l’istituzione della Serie C2 a cavallo fra la C e la D, quell’anno la Promozione prevede ben otto promozioni (su sedici squadre) e nessuna retrocessione. E’ l’occasione per programmare per il futuro. Oltretutto la Baj ha da far debuttare altri giovani interessanti. Si decide una via di mezzo: come guide restano Max Dagri, Giordano Locatelli e Stefano Marini e a loro si affiancano Paolo Marini, Christian Canciani, John

78

anni di magie

Mondello, Federico Pezzotta, Valerio Raffaele, Marco Albertoli e Carlo Deanesi. Il presidente Paolo Comi e il direttivo decidono di affidare la squadra a Giulio Cadeo, all’esordio su una panchina senior. Inizia il primo grande ciclo della Valceresio che si chiude con la salita in Serie C2.

Il salto di categoria avviene subito e già dalla prima giornata della Promozione si capisce che sarà una stagione piena di soddisfazione. Si espugna il campo della Cedes Vedano con uno scintillante 111-105, grazie a 42 punti di Marini junior. La Prealpina, con la penna di Giuseppe Sciascia è estasiata: “La matricola Valceresio - si legge sarà un brutto cliente per tutti. Si tratta di una formazione che per età media (il roster è composto da otto giocatori del 1977 e due del 1973) e modalità di gioco è 1993-94 - L’ottavo posto nel campionato di una mosca bianca in un Promozione che garantisce lo sbarco nel campionato dove trionfano campionato regionale di Serie D. esperienza e basket speculativo”. Un basket champagne che permette di chiudere all’ottavo posto (15-15): giusto giusto per salire in Serie D, un campionato da cui non si scenderà più. La certezza matematica della Promozione arriva con una clamorosa rimonta da -22 a 7’ dalla fine, grazie a un canestro a fil di sirena del solito Paolo Marini contro la Caiman Cardano.

MODELLO VALCERESIO - In Serie D, dopo un primo anno tranquillo, il secondo iniziò con un vero calvario. Nel 95-96 le partenze di Dagri, Marini, Locatelli, Canciani, Ceriani e Cazzola, dovute anche al servizio

anni di magie

79

militare, provocarono un inizio shock di 0 vinte e 11 perse. Ultimo posto.

Coach Cadeo si assunse le responsabilità e alla società non passò nemmeno per l’anticamera del cervello di esonerarlo. Si era puntato sui giovani e il coach aveva fiducia incondizionata. Piano piano i nuovi innesti si integrarono: i fratelli Michele e Cecco Giampieri, Francesco Figini, Mauro D’Errico portarono alla salvezza col terzultimo posto agguantato grazie a uno splendido girone di ritorno. La permanenza nella categoria viene ottenuta soltanto alla penultima giornata, grazie alla vittoria contro l’Antoniana Como (85-77) e ai 25 punti di Cecco Giampieri. Quest’ultimo merita una menzione speciale come uno dei giocatori più spettacolari della storia bianco-verde. Capello lungo, gambe sottilissime ed esplosive: era l’idolo dei ragazzini delle giovanili, grazie alle sue spettacolari schiacciate per lo più servite dalle mani d’oro del play Federico Pezzotta.

Il ritorno di Marini e Locatelli, il lancio di Marco Santinon, Fabrizio Bini e Walter Calderara, rappresenteranno poi uno dei momenti più alti della

1996-97 - La prima squadra che vinse la stagione regolare del campionato di Serie D e ottenne poi i diritti per salire in serie C2, categoria mantenuta per un intero decennio.

80

anni di magie

Baj Valceresio, il campionato 1996-97 e la salita in serie C2, mantenuta per dieci anni di fila dopo un testa a testa entusiasmante contro la grande avversaria dell’epoca, la Pool Senna Comasco. Dopo una stagione regolare da 52 punti, nei playoff promozione andò tutto storto, prima proprio contro i lariani e poi contro la Pagine Utili Siziano: in quelle quattro partite perse, lo scarto complessivo fu di 8 punti, un’inezia. La promozione era comunque meritata e la società decise di aprire i cordoni della borsa per pagare la salita in C2, grazie all’allargamento dei campionati.

Di quella stagione e di quegli anni, come amano ricordare coloro che li hanno vissuti, resta il marchio di quello che divenne il “Modello Valceresio”: serietà della società, lancio di giocatori giovani o rilancio di qualcuno che fosse reduce da qualche stagione problematica. E ancora, la Prealpina conia termini come “quintetti naniformi”, “moto perpetuo”, “tana dei lupi”, vale a dire un modo di giocare e tifare temuto da tutti, soprattutto quando si doveva venire nel fortino quasi inespugnabile e focoso di Arcisate. Una squadra dove tutti si sentivano protagonisti e, chiunque arrivava, veniva positivamente contagiato dalla cultura positiva del gruppo e dello zoccolo duro delle stagioni precedenti. Ci si allenava quasi tutti i giorni e, a volte, anche prima delle partite dei campionati giovanili, iniziando a lavorare il 20 agosto, su e giù dalla temutissima salita del Lazzaretto. Chi non voleva compiere certi sacrifici, non veniva nemmeno. Si crearono così una famiglia e un’identità che vennero mantenute dalla Prima Divisione alla C2. Tutto ciò in campo si trasformava in una squadra spettacolare che, dalla difesa (fra cui il mitico trappolone del raddoppio a metà campo), trovava linfa per un attacco spumeggiante. Ma, prima di tutto venivano i valori e i comportamenti modello in campo e in tribuna, dirigenti e genitori compresi. In due parole, era il “Modello Valceresio”.

anni di magie

81

4.3 Una raccolta di stagioni d’autore Se il primo decennio della Baj Valceresio è stato quello della semina, l’entrata nel nuovo Millennio coincide con la raccolta. E che raccolta: stagioni d’autore, sempre ai vertici del campionato di C2, dove la Baj Valceresio diventa una delle realtà a esprimere maggiore continuità di risultati e di bel gioco. E come ogni “ciclo” che si rispetti, esso è contrassegnato da una solidità che parte dalla società e arriva allo zoccolo duro dei giocatori. Sono gli anni della presidenza di Sergio Broggi, della consacrazione come general manager di Dino Acerenza e del duo di allenatori formato da Beppe Gergati e Maurizio Gualco, cognomi “dinastia” del basket italiano. Gli anni consecutivi in C2 sono dieci, sette dei quali sotto la loro sapiente guida.

LE BANDIERE E LA CURVA - Sono le stagioni della maturità per le bandiere in campo Locatelli, Pezzotta, Marini e poi della consacrazione per quelle che ne raccoglieranno il testimone negli anni seguenti, Marco Santinon,

2000-01 - Col cambio di millennio iniziano i 7 anni della coppia Gergati-Gualco al timone della Prima Squadra biancoverde. Qui sopra, la Serie C2 di capitan Pezzotta relativa al primo anno della gestione di Beppe e Maurizio.

82

anni di magie

Luca Bignamini, Tommaso Gergati, Francesco Bolzonella, Riccardo Colombo Garoni. Ma ogni anno la curva, guidata da Ivan Manca, può ammirare giocatori di classe immensa che, giunti alla Valceresio, vivevano una seconda giovinezza, oppure sbocciavano improvvisamente. E’ il caso per esempio di Fabrizio Bini e Andrea “Nik” Laudi, capaci addirittura di vincere il titolo di capocannoniere del campionato: due ali di tecnica purissima che presero il posto di un altro signor giocatore di gran classe, come Nico Vis. Il tutto in una squadra che non puntava semplicemente sulle proprie stelle, anche perché a brillare erano in tanti, ma in un “attacco” particolarmente democratico riusciva comunque a esaltare questo o quel giocatore. Una democrazia tecnica che reggeva però sulle gerarchie quasi militaresche di Gergati, con rotazioni praticamente prestabilite e ridotte all’osso. E così, negli anni in cui in Italia e in Europa prendeva piede il cosiddetto “platoon system”, con ampie rotazioni di dodici giocatori e minutaggi mai oltre i 25 minuti per ciascun protagonista, quel periodo della Valceresio è segnato da un copione praticamente già scritto in partenza. Quintetto base immutabile, spazio al sesto e al settimo uomo giusto per dare fiato ai titolari e agli altri solo se il vantaggio era rassicurante. Funzionava. E bene. Come un’opera lirica: sai già come va finire, ma vedersi e rivedersi una Traviata o un Nabucco rappresenta sempre un godimento. E così accadeva nel sempre ribollente catino di via Giacomini.

Se le difese si concentravano sulle principali bocche di fuoco dei vari Bini e Laudi, allora toccava alla mano dolcissima e alla sapienza di Roberto Persenico. O ancora: a Matteo Ragazzo, Gabriele Nannetti, Ezio Frattini, Fabio Merlin, oppure all’ennesima pagina scritta dall’inossidabile Max Dagri. Cambiano i personaggi e gli interpreti, ma lo spirito Valceresio resta lo stesso: un gioco frizzante, capace di aprire gli spazi grazie a quintetti piccoli, pseudo-lunghi capaci di essere pericolosissimi dall’arco dei 3 punti, in un mix di ottimi passatori, quelli che oggi cercano un po’ tutti, a partire dalle migliori squadre NBA.

anni di magie

83

L’APICE DEL 2004/05 E I RIVALI - Il ciclo ha il suo apice nella stagione 2004-2005, quando la Baj Valceresio vince la stagione regolare del campionato di Serie C2. Una marcia trionfale, bloccata ai playoff soltanto dagli eterni rivali di Calolziocorte. A proposito di rivali, erano al cardiopalma gli scontri coi soliti avversari di Senna Comasco oppure le durissime trasferte in Valtellina dove, fra Sondrio e Morbegno, l’unico piacere del viaggio era rappresentato dalla “sosta pizzoccheri”, mentre quando si entrava negli infuocati palazzetti valtellinesi e, per sbaglio, si portava a casa la vittoria, il rischio era di finire la partita ricoperti non solo di sudore, ma anche di liquido salivare che sgorgava dagli spalti, come si fossero aperte le acque delle sorgenti del Piz Bernina o del Gran Zebrù.

Anche se poi il ritorno in spogliatoio era dolce, in quanto innaffiato da litri di Braulio offerti dal presidente.

2004-2005 - Il primo posto finale nel girone di Serie C2 è stato il punto più alto mai toccato per la Prima Squadra biancoverde fino al 2014, quando è arrivato lo sbarco in Serie C Gold.

84

anni di magie 4.4 La Baj diventa d’oro

Il terzo ciclo della Baj Valceresio che culminerà nella doppia salita dalla Serie D alla C Gold, ha inizio nel maggio del 2008. La squadra, appena retrocessa in D vive una stagione complicatissima, rischiando la retrocessione in Promozione. A gennaio, quando se ne va il capitano Riccardo Colombo Garoni, sembra la fine. Ma in primavera c’è il risveglio e per i playout, il general manager Dino Acerenza, tira fuori l’ennesimo coniglio dal cilindro. Nelle pieghe dei regolamenti si riesce a tesserare per gli spareggi per non retrocedere Luca Marzorati, un autentico crack per quei livelli. La salvezza è assicurata. Anche la stagione successiva sotto la guida di Marco Albertoli e poi di Max Dagri è complicata e stavolta la spinta per la salvezza di una squadra dove i leader sono Luca Bignamini, Francesco Bolzonella, Cecco Scodro, Andrea Zattra e Walter Calderara, arriva col mercato di gennaio. Si cerca un rinforzo per il settore lunghi rimasto scoperto da una serie di defezioni e quindi si va a cercare qualche talento nella squadra Juniores della Pallacanestro Varese. Ma in mezzo ai gigantoni in campo, a colpire è soprattutto una guardia tutta pepe di 170 centimetri: Dario Iovene. Subito “ingaggiato”, lo scugnizzo napoletano, rinverdendo il mito del “piccolo è bello” in Valceresio, sarà determinante anche per le stagioni successive.

DI NUOVO C2 - La risalita inizia con l’arrivo di Paolo Nicora e il vice Marco Boni: la squadra non è eccezionale, ma raggiunge con merito i playoff, grazie al ritorno di Colombo Garoni, alla crescita di Stefano De Bernardi, Amedeo Scuccato, Andrea Franzini e all’arrivo di Gianluca Molina, Fabio Laudi e Mattia Frattini. I playoff sono fatali contro la corazzata Casorate, ma la sensazione è che l’anno seguente, con un paio di innesti giusti, si può puntare a tornare in C2. Gli innesti arrivano. E sono dei pezzi da novanta. C’è Valerio Antonini, ministro della difesa, ricciolone nato e cresciuto nella Valceresio per poi spiccare il volo nelle serie superiori. Un viaggio di ritorno a casa, intrapreso anche da Enrico Senesi, playmaker genio e sregolatezza, uno dei giocatori il cui talento vale il prezzo del

anni di magie

85

2010-11 - La serie D della triade Nicora-Boni-Molina che guadagnò la promozione in serie C2 nello spareggio sul neutro di Cermenate dopo ben 37 partite stagionali. Era una squadra giovane, ma dalla panchina lunga, elemento che fu davvero determinante.

biglietto. Arriva pure Marco Chiesa, la cui carriera è stata stroncata solo da una serie infinita di infortuni. La stagione è trionfale e ai playoff si arriva con grande fiducia. La semifinale contro la Valtesse Bergamo viene vinta 2-1 rispettando il fattore campo, mentre la finalissima contro la Deltaline Opera finisce con lo stesso risultato ma per i milanesi, in una serie che segna l’ultima partita della prima squadra nella mitica palestra di Arcisate, dove tutto ebbe inizio. A quel punto per salire in C2 bisogna passare dallo spareggio di Cermenate, dove la Baj si impone 67-63 contro la Petromed Villasanta, grazie al canestro decisivo di Molina. Sono gli anni in cui nella società del presidente Pier Luigi Locatelli, si afferma il ruolo determinante nel lavoro di segretariato di Giancarla Bianchi, una persona fondamentale e insostituibile nel lavoro dietro le quinte su regolamenti, tesseramenti, assicurazioni, pagamenti e sempre capace di dare una parola buona e positiva per gli altri. Sono anche gli anni del rilancio del settore giovanile: diverse annate (1991, 1993, 1997, 1999,

86

anni di magie

2000) raggiungono le finali provinciali e il tabellone regionale. Si lanciano giocatori come Alex Valeri, campione italiano col Campus Varese, Davide Zattra, Manuel Rossi, Samuele Sassi e Mattia Giglio, capaci di attirare le attenzioni delle squadre dei campionati di Eccellenza. Merito soprattutto del lavoro del team di istruttori del minibasket (Fabio Fanchini, Enrico Senesi, Alessandro Giglio, Paolo Marini, Gianmarco Zanzi) che, in pochi anni portano a raddoppiare gli iscritti.

LA SERIE C DIVENTA D’ORO - Le stagioni successive, vedono una serie di salvezze tranquille in C2 e il ritorno prima di John Mondello e poi Fabio Fanchini, rincasati alla madrepatria per un ultimo spicchio di carriera. I loro saranno spicchi di gloria perché nell’agosto 2013, dal mercato arrivano dei pezzi da Novanta come Matteo Clerici, ala dal tiro mortifero, Gualtiero “Jarno” Rulli, sgusciante mancino diventata oggi la bandiera della squadra e Riccardo Del Torchio, il “sindaco”, il primo cittadino di Besozzo che in area lascia ben poco spazio alle finezze degli avversari. Insomma, un mix di gioventù ed esperienza, senatori e nuovi arrivi che, sotto la guida di un altro cavallo di ritorno, il coach debuttante Nico Vis, raggiungono il secondo posto e poi i playoff. Con Sarezzo è 2-1 e determinante è la vittoria in Gara 2, in terra bresciana, grazie a un guizzo di Rulli allo scadere. Si cade contro Olginate (1-2) davanti a un pubblico che riempie i 400 posti della palestra di Clivio. Poco male: la Fip accetta la richiesta di ripescaggio come migliore avente diritto ed è C Gold per due anni di fila, la seconda stagione grazie alla salvezza ottenuta da coach Daniel Racco (vice Gianni Molina) nella serie playout contro la Posal Sesto San Giovanni che segna il definitivo lancio di Davide Zattra, il centrone cresciuto in Valceresio e secondo giocatore di scuola biancoverde ad essere convocato in una squadra giovanile della Nazionale italiana (il primo fu Federico Bolzonella nel 2003 con l’Under 20 di Bargnani e Belinelli e poi anche con la sperimentale ai XVI Giochi del Mediterraneo nel 2009).

anni di magie

87

4.5 La Valceresio e la Serie A FEDERICO BOLZONELLA - Il 21 dicembre 2003 è un’altra data storica per il Basket Valceresio.

Quel giorno esordisce in Serie A un ragazzo cresciuto nelle giovanili biancoverdi. Federico Bolzonella da Cavagnano, Cuasso al Monte, si guadagna un minuto in campo, nella vittoria del Palalido contro l’Olimpia Milano, targata Breil e con in campo Hugo Sconochini e Claudio Coldebella. Il primo canestro arriva sette giorni dopo, a Masnago nel successo di misura contro la Lottomatica Roma di Carlton Myers. Ma è un 2004-2005 - Federico in mese dopo che si vive la prima partita da maglia Casti Group Varese. protagonista: contro la Pompea Napoli, coach Giulio Cadeo, subentrato a Dodo Rusconi, lascia in campo il playmaker della Metis per 18 minuti, venendo ricambiato con ben 11 punti

01.02.2004 - Lo scout della prima “vera” partita di Federico in serie A con 11 pti e il 67% dal campo.

88

anni di magie

dell’allora diciannovenne. E’ un’emozione unica per chi ha seguito le orme di questo ragazzo che ha iniziato in maglia Baj da piccolissimo, da quando papà Mauro e mamma Luciana, hanno iniziato a portarlo a minibasket ad Arcisate, seguendo poi la dinastia col fratello più piccolo, Francesco, poi diventato autentica bandiera dei Lupi. Dal minibasket Federico è cresciuto divenendo uno dei giocatori più talentuosi del vivaio biancoverde, capace di realizzare maree di punti, così come rifornire di assist i compagni.

La sua crescita è poi proseguita a Borgomanero e nella Pallacanestro Varese, fino all’approdo in Serie A dove, le tre stagioni varesine più quella in età matura a Cantù gli hanno permesso di siglare medie di 12,5 minuti di utilizzo e 4,8 punti col 45% da 3 punti. Ma Federico è un ragazzo che va ben oltre le cifre: professionale e generoso al massimo. Capace di risollevarsi da numerosi e brutti infortuni, è stato amato ovunque abbia giocato: Novara, Firenze, Casalpusterlengo, Imola, Piacenza, Castelletto Ticino, Latina e ora alla Robur Varese. Ma soprattutto, come spesso ricorda Giuseppe Sciascia nei suoi articoli sulla Prealpina, il ragazzo di Cavagnano è stato l’ultimo giocatore varesino al 100% lanciato in Serie A con buon minutaggio con la maglia della Pallacanestro Varese.

GIULIO CADEO - Con Bolzonella, come detto, in quelle stagioni c’era un altro prodotto del Basket Valceresio, stavolta della panchina. Si tratta di Giulio Cadeo, che per un anno solare (su due stagioni) è la guida tecnica di una delle società più blasonate al mondo. Nel 2003/2004 riesce a 2003-2004 - Giulio con Jerry raggiungere i Quarti di Finale sia della McCullough durante una pausa di Serie A che dell’Uleb Cup, venendo gioco. eliminato da due corazzate come il Montepaschi Siena e il Real Madrid contro cui sfiora l’impresa del passaggio alle Semifinali. In molti,

anni di magie

89

colpevolmente se lo dimenticano, ma combinando il doppio risultato in Italia ed Europa, il 2004 della Metis di Cadeo-Bolzonella è stato forse il miglior anno post-Scudetto di Varese dopo quella degli Indimenticabili (Dunston, Green e compagnia). Conclusa la parentesi varesina, la carriera di coach di alto livello di Giulio Cadeo è proseguita portando la sua fenomenale conoscenza dei fondamentali e del gioco, con particolare vocazione per la crescita dei giovani, a Chieti, Firenze, Castelfiorentino, Ruvo di Puglia, Corato e Montichiari.

MANUEL ROSSI - Ma proprio quest’anno il campionato di basket di Serie A ha regalato una piacevolissima sorpresa per il Basket Valceresio.

Manuel Rossi, arcisatese classe 1997, si è ritagliato 07.02.2016 - Manuel in un azione di gioco contro i uno spazio nella stagione campioni uscenti del Banco di Sardegna Sassari. della Pallacanestro Varese.

Il coach Paolo Moretti lo ha infatti schierato in campo diverse volte e soprattutto non con la partita già decisa nel punteggio, come capita spesso ai giovani portati in panchina per “fare numero”. Manuel ha invece giocato minuti importanti, in partite punto a punto, esordendo a Pistoia e pure nelle coppe europee, in Fiba Cup. In entrambe le competizioni è arrivato anche il primo canestro, in casa contro i ciprioti del Larnaca, mentre in Serie A i primi punti sono arrivati a Sassari. Ma il ragazzo del Dovese ha mostrato in tutti i frangenti personalità e grinta, sfornando assist per i compagni, dando il 110% in difesa e meritandosi i voti positivi dalla stampa e gli elogi del suo allenatore. Tanto che Moretti lo ha elogiato pubblicamente anche durante una conferenza stampa: “Manuel Rossi – ha detto l’allenatore varesino – è un ragazzo adorabile, disponibile, educato e impegnato. Ha la faccia giusta e ha un bel feeling

90

anni di magie

con il gioco. Vista la nostra continua emergenza sta trovando molto spazio e gli avversari nelle ultime uscite gli sono fin da subito saltati addosso. Lui ha subìto questa pressione, ma l’ha fatto con la giusta personalità. Ha un roseo futuro”.

Ma ci sono anche altri personaggi da Serie A che impreziosiscono l’albo dei ricordi del Basket Valceresio. Si tratta di chi ha effettuato il percorso inverso, calcando prima i campi della massima serie per poi giungere in biancoverde…

GERGATI & GUALCO - Come Beppe Gergati, per tanti anni giocatore di massima serie con le maglie di Varese, Cantù e Pallacanestro Milano che in Valceresio ha guidato per otto anni la Serie C2. Con lui in panchina siedeva Maurizio Gualco, altro “maestro” dei fondamentali e giocatore amato dal pubblico della Fortitudo Bologna, ma che ha militato pure nella Stella Azzurra Roma e soprattutto 2004-2005: La squadra di Serie C2 di nella Pallacanestro Varese dove ha vinto due Beppe e Maurizio che vinse la stagione regolare.

Coppe dei Campioni e una Coppa delle Coppe.

“BIGA” & GIANNI - Tornando sul campo giocato, la seconda stagione di C Gold della Valceresio ha visto nel roster Daniele Biganzoli classe 1971 che, a 45 anni, ha portato la sua sapienza, professionalità e i suoi assist da NBA in Valceresio. Un onore per la Daniele Biganzoli, formazione biancoverde vedere Play della C Gold vestire la sua maglia a un giocatore 2015/16.

che nel curriculum vanta un campionato di Serie A2 vinto, un 4° e 5° posto in Serie A da assoluto protagonista. Infine Gianni Molina, altro “maestro” di Gianni Molina, coach tiro, palleggio e passaggio che ha guidato la biancoverde dal 2009 ad oggi.

Pallacanestro Varese per sette giorni, nell’interregno fra Giulio Cadeo e il campione olimpico con l’Argentina Ruben Magnano.

anni di magie

91

4.6 Le storie di Nicola Damiano e Michele Tajè Ci sono storie che commuovono anche senza dover vincere partite, trofei, campionati. Come le storie che vedono come protagonisti Nicola Damiano e Michele Tajè, due giocatori speciali delle giovanili della Baj Valceresio.

NICOLA DAMIANO - La carriera sportiva di Nicola Damiano, classe 1980, ha paradossalmente la sua svolta nel momento in cui termina la sua carriera nella pallacanestro. E' il giugno del 1997, Nicola non è un gran giocatore: l'attitudine è quella di un ragazzo con talento, ma non proprio amante del sudore negli allenamenti. Fuori dal campo la sua passione è la moto: gli piace, corre ma, all'ennesima curva presa a tutta velocità, cade e si spezza la schiena. La diagnosi è terrificante: paralisi. Pochi anni dopo, però, dai letti di ospedale il suo corpo diventa quella di un atleta di livello mondiale.

La foto ufficiale per la nazionale italiana di Basket in Dal non potersi quasi muovere, inizia la sua Carrozzina per Nicola Damiano. ascesa da campione nel basket in carrozzina. I primi tiri con gli amici, la serie B, la serie A, la Nazionale, la vittoria da protagonista dei Campionati europei con la maglia azzurra, lo Scudetto e le Coppe Europee con la Briantea Cantù e soprattutto la partecipazione alle Paraolimpiadi di Londra 2012, unico atleta cresciuto nella Valceresio a partecipare all'evento sportivo più importante al mondo. Chapeau.

92

anni di magie

MICHELE TAJE’ - Michele il suo trionfo l'ha vissuto in un giorno di primavera del 2000. Michele è un ragazzo con la sindrome di Down che si allena regolarmente in una squadra biancoverde. Ha scelto il basket perché il papà, Giorgio, è un allenatore. Michele aspetta l'orario dell'allenamento come l'appuntamento clou della giornata.

Oltre al piacere di segnare un canestro, in palestra ci sono i suoi amici, Stefano De Bernardi, Luca Cascone, Stefano Crugnola, Andrea Spennagallo e gli altri. Michele, autore di una delle triple più “Ricordo ancora – dice mamma Luciana importanti della storia del basket italiano.

– le parole bellissime del dirigente accompagnatore Roberto Crugnola: “Siamo felici che Michele sia con noi, perché è lui a insegnare dei valori importanti ai suoi compagni e non viceversa. Per Michele il basket è stato un grande stimolo, lo fa sentire come gli altri e, anzi, si arrabbiava quando, per ovvie ragioni, doveva fare degli esercizi diversi da quelli dei suoi compagni”. Come tutti i giocatori, anche il numero 12 della Baj aspetta con ansia le convocazioni per la partita. Fino a quando, un giorno, la chiamata arriva anche per Michele.

La notte prima della partita, Mitch, come lo chiamano tutti, non chiude occhio. Sogna a occhi aperti il suo primo canestro. Così sarà: nel terzo periodo entra in campo. A un certo punto è libero sull'arco dei tre punti in posizione di ala. Viene servito. Non ci pensa due volte e spara. Ciuffo.

Michele salta di gioia, viene travolto dall'abbraccio dei compagni. Ci sono lacrime di commozione in panchina e di gioia in tribuna per un avvenimento speciale: il primo canestro di un ragazzo Down in una partita ufficiale dei campionati di pallacanestro italiana.

anni di magie

93

4.7 I 69 punti del marziano: il record di Paolo Marini 69 punti in una partita. In una finale. Contro gli storici rivali di Saronno, trascinando la squadra al titolo. Quella di Paolo Marini nell’atto conclusivo del titolo Cadetti, una delle tante finali degli anni Novanta della Baj Valceresio è la singola prestazione più prolifica della storia biancoverde. Quella volta, come capita quando arriva “uno di quei giorni” Paolino, al Paolino, sulla destra, insieme a “Dado” Ferrario in una foto dell’estate 1995 posto del canestro, vede la classica durante un torneo negli States sulla costa vasca da bagno. Tira da ogni dove. E atlantica vicino New York. segna. Segna sempre. La squadra, per la finale di andata è attesa al Centro sportivo Ronchi di Saronno. E’ uno dei luoghi crocevia per moltissime squadre della Valceresio: all’epoca era uno dei pochi campi in parquet della provincia, una palestra enorme che si avvicina a essere un palazzetto. Visto anche il blasone dei saronnesi, ogni squadra della Valceresio che poi ha vinto dei titoli o ha segnato un’epoca è dovuta passare da una grande prestazione a Saronno.

Stavolta il team della Baj è senza l’altra punta della squadra, Christian Canciani. Coach Luca Preite, quindi, non ha bisogno nemmeno di dire lo schema: “Palla a Paolo”. I compagni lo sanno già. E chi meglio di un playmaker con l’assist nelle vene come Federico Pezzotta può eseguire il piano partita? Fra contropiedi, penetrazioni fulminanti e vagonate di tiri liberi guadagnati, il numero 7 della Valceresio è imprendibile. Lui, l’Iverson bianco, 1,72 metri scarsi non dovrebbe quasi nemmeno poter giocare a basket. Invece sono gli altri che, al cospetto della sua prestazione, dovrebbero ritirarsi. La sfida è condita da un duello all’ultima retina bruciata con Sasha Sabatini, la star saronnese, che piazza un

94

anni di magie

sessantello. E alla fine sono proprio gli amaretti a portare a casa la partita.

Il ritorno è un’altra storia: Marini ne piazza “solo” una quarantina, Sabatini resta al palo (20 punti per lui), e la Valceresio ribalta il risultato dell’andata e alza l’ennesimo trofeo provinciale.

Nella lunga fila di grandi giocatori che la Baj ha creato soprattutto fra playmaker e guardie, Paolo Marini è sicuramente il realizzatore puro più prolifico e spettacolare. Sono decine, anche a livello senior, le prestazioni oltre i 30 e oltre ai 40, fino ad arrivare al record personale di 50 punti tondi tondi, realizzati in Promozione contro la Gorlese (partita vinta 125 a 114!), quando la Promo era un campionato di tutto rispetto. Quella sera, mai come prima, in Via Giacomini si è alzato il coro “Alza le mani c’è Paolo Marini, abbassa le mani c’è Paolo Marini”, sulle note della canzonetormentone in voga in quel periodo, la Macarena lanciata dal capo “ultras” Fabrizio Sicurella. E in quegli anni, con Giulio Cadeo, Dino Acerenza e poi Beppe Gergati in panchina, la Valceresio ballava eccome, grazie a un complesso di giocatori sensazionale: Giampieri, Pezzotta, Dagri, Locatelli, Ghielmetti, Raffaele, che trascinarono la società fino ai vertici dell’allora C2. Uno spettacolo.

“L’articolo da “La Prealpina” del 10.01.1994 che parla della prestazione strepitosa di

Paolo che chiude con 50 punti, esattamente quanti ne ha segnati la Cestistica Gorlese nel solo primo tempo. Una delle più grandi prestazioni individuali nella storia del basket biancoverde. “Alza le mani c’è Paolo Marini!”

anni di magie

95

4.8 Marco Santinon: il cecchino di Arcisate La Valceresio ha partecipato ad innumerevoli edizioni dei Tornei pasquali varesini togliendosi più di qualche soddisfazione, ma può vantare una perla di valore assoluto nella Gara del tiro da 3 punti di uno dei primi Tornei Rizzi.

Tutto merito di Marco Santinon, classe 1980, il Nowitzki del Varesotto, capace di vincere l’edizione del 1997. La finale si disputava proprio al palazzetto e, alla presentazione dei contendenti, nessuno avrebbe puntato il becco di un quattrino sul giocatore della squadra di casa. Alto 1.90 per 70 chili (a essere generosi), Santinon non è proprio il prototipo del giocatore di una competizione in cui la tecnica deve essere abbinata alla forza di riuscire a scagliare 25 palloni da 5 diverse posizioni nell’arco di 60 secondi di tempo, dai 6 metri e 25 della linea da 3 punti.

Rispetto a quel giorno di aprile, sono passati tanti anni da quando, ancor più magro e ancor più biondo, per raggiungere il canestro Marco doveva allargare i gomiti all’inverosimile per riuscire a scalare i 3.05 metri del canestro. Eppure, con la sua tecnica “leggera”, con un utilizzo minimo delle gambe, il numero 9 della Valceresio appare quasi infallibile. Già dal primo carrello si capisce che la sua mano è rovente. Dentro, dentro, ancora dentro, soprattutto quando c’è da realizzare l’ultimo pallone della serie da 5, quello che vale doppio. Il capolavoro avviene fra terzo e quarto carrello, quando ne insacca 7 su 10. La vittoria è sua.

Un concentratissimo Marco durante il rilascio di un tiro del suo secondo carrello. Quel giorno, “il cecchino di Arcisate” bruciò a ripetizione la retina del Palazzetto di Varese entusiasmando tutti i presenti.

96

anni di magie

4.9 Davide contro Golia: Benetton, Cagiva e il “Beli” Sarebbe come dire Davide contro Golia, inutile dire chi sia Davide e che una vittoria della Valceresio sarebbe stata un’impresa. E’ La Benetton Treviso 1998-1999 “targata” Obradovic che vinse la la Pasqua del Saporta Cup contro il Pamesa Valencia. A cavallo del nuovo secolo i biancoverdi di Treviso erano un assoluto punto di riferimento per 1999.

Come l’intero panorama cestistico continentale. ogni anno, per le vacanze pasquali, Varese diventa “basket city” col Torneo Rizzi (oggi Giovani Leggende) e il Torneo Garbosi. In quest’ultimo, ad Arcisate è in programma la partita Propaganda (oggi categoria Esordienti) tra Valceresio 1986 e Benetton Treviso. Quell’anno i veneti vinsero la Saporta Cup e il quintetto, dopo l’epoca di Toni Kukoč e Stefano Rusconi, era composto da Bonora, Williams, Pittis, Nicola e Rebraca, con Marconato dalla panchina guidata da Želimir Obradović, semplicemente l’allenatore europeo più vincente di tutti i tempi. Creando e vendendo maglioncini, la Benetton era un marchio vincente a livello mondiale, tanto da riuscire a portare a casa pure due Mondiali di Formula 1. Ovviamente anche a livello giovanile erano una corazzata, reclutando da fuori e richiamando a sé i migliori ragazzi del Triveneto. Razza Piave: gente altissima, tosta. Come appunto quelli pronti a stritolare i piccoli, piccolissimi biancoverdi della Baj. PICCOLETTI TERRIBILI - Oltretutto i ragazzi della Benetton sono ospiti della Valceresio e questo mette ancora più pepe alla sfida. Una sfida che, come detto, non dovrebbe avere storia. Inizia la partita e i trevigiani, abituati ad asfaltare i propri avversari, si accorgono che quei piccoletti della Valceresio non sono poi così scarsi, il punteggio rimane in equilibrio

anni di magie

97

La squadra Progaganda classe 86-87 guidata da Coach Acerenza che quell’anno vinse al Campus contro la Pall. Varese di Schiavi; l’anno seguente divenne poi campione provinciale categoria Ragazzi sul campo di Clivio.

ma nessuno pensa che la parità durerà ancora per molto. “Si vabbè – pensano - hanno una bella grinta, ma noi siamo un’altra cosa”. Il punteggio però rimane sempre sul filo e non c’è niente di peggio nello sport che pensare di avere già vinto una partita ancora prima di averla giocata. Sul campo la Valceresio schiera una formazione garibaldina, specializzata nei ritmi vorticosi e nell’assalto alla baionetta del canestro: nessun centro o mezzo lungo, si gioca in velocità, di tecnica, di grinta. Le punte della squadra sono i gemelli Rusponi: il talentuoso mancino Carlo e il più ordinato Mario. C’è poi Enrico Senesi, genio e sregolatezza già a undici anni, tanto da essere considerato la reincarnazione di Gianmarco Pozzecco che, in quegli anni, deliziava i tifosi di basket di Varese. Accanto al talento vi sono poi le due sentinelle della difesa: Francesco Bolzonella, fratello di Federico, e Alessandro Callegari. I due mastini si piazzano alle calcagna dei migliori giocatori trevigiani. Non li mollano un attimo e ogni palla recuperata si trasforma in un contropiede finalizzato o dall’esplosivo

98

anni di magie

play Lorenzo Casnici oppure dal tiratore Marco Casarin. A guidare l’orchestra c’è coach Dino Acerenza: dopo due anni giocati “sotto età” e quindi contro gli ’85 e con dei genitori che, guardando la classifica vittorie-sconfitte di questo biennio, non sono per niente contenti, è arrivato il momento di raccogliere quanto seminato. Magari proprio contro la Benetton? I minuti passano e il miracolo inizia a diventare possibile.

Intanto i veneti ripensano: “Ma come è possibile che questi piccoletti ci siano ancora così vicini?”. Poi, quando la partita entra nei momenti decisivi, tutti gli allenatori del mondo farebbero la stessa cosa e cioè mettere in campo i migliori 5 e fare le 4 cose che i 5 fanno meglio, senza inventarsi nulla di nuovo. Ed è qui che invece accade l’impensabile.

Acerenza mette in campo Stefano Crugnola, il più piccolo della squadra che non era ancora entrato in campo e che non aveva nemmeno l’aria di uno che non vedeva l’ora di farlo. Risultato: per quei cinque minuti la squadra tiene lo stesso e, anzi, la grinta del più piccolo dà il via allo sprint finale. L’azione decisiva, coi biancoverdi che, contro il bunker trevigiano, faticano a trovare il canestro, arriva a pochi secondi dalla fine quando Carlo Rusponi prende palla con la Benetton sopra di 2 punti, si palleggia il pallone sotto le gambe per due volte e poi scocca un tiro in faccia al gigantesco difensore trevigiano. E’ ciuffo, la Valceresio vince di 1 (38-37) e porta a casa la vittoria più prestigiosa dei 25 anni di storia della Baj, scrivendo una pagina di storia per tutto lo sport della Valceresio e del Varesotto.

52 VITTORIE DI FILA? NO PROBLEM - Quel gruppo ottenne altri, grandi successi. Basti ricordare quando in una partita al Campus, gli ’86 riuscirono a battere la Pallacanestro Varese di Andrea Schiavi, reduce da 52 vittorie consecutive. Era la Cagiva di Canavesi, ancora oggi giocatore di Serie A2 o di Castelli, uno che nelle Nazionali giovanili aveva come cambio Marco Belinelli. Quella volta l’azione che poi portò alla vittoria fu di Francesco Bolzonella. La Valceresio era avanti di due e Canavesi era

anni di magie

99

lanciato in contropiede. Bolzo, per fermarlo, si arrampicò letteralmente su di lui come si vede fare nelle sagre di paese, sul palo della cuccagna. Gli arbitri fischiarono chiaramente fallo, ma l’1/2 ai liberi e la tonnara a rimbalzo vinta dai ragazzi di Acerenza portò alla vittoria Senesi e compagni con il punteggio finale di 48 a 53.

VALCERESIO CONTRO BELINELLI A proposito di Bolzonella, Senesi e Belinelli, i tre si ritrovarono qualche anno dopo, nelle semifinali del campionato nazionale Cadetti di Biella. Quella volta i due ragazzi della Valceresio indossavano la maglia Marco Belinelli, qui con la maglia neroargento della Pallacanestro Varese, dei San Antonio Spurs, è finora l’unico italiano allenata da altre due conoscenze ad aver vinto un titolo NBA. della Baj, Paolo Nicora e Stefano Calderara. Bene: Bolzo costrinse Belinelli, futuro campione NBA con San Antonio, a segnare la miseria di 8 punti, mentre Senesi gliene piazzò in faccia 28. Contro la Virtus Bologna, dove giocava pure Luca Vitali, i due ragazzi della Valceresio persero ma, sicuramente, con la loro prestazione contro Belinelli, avranno qualcosa da raccontare ai nipotini.

Ma tutto partì forse da quella vittoria contro la Benetton. Ci sono infatti episodi nella vita che, ancor più di una grande vittoria o di una brutta sconfitta, ci fanno capire cosa significhi avere delle idee e degli obiettivi che vanno ben aldilà del risultato stesso di una partita. Coach Dino ha pensato per tutta la sua vita di allenatore delle giovanili che tutti i bambini che si impegnano hanno il diritto di entrare in campo e non sarebbe certo stata una vittoria (seppur prestigiosa) contro la corazzata Benetton a fargli cambiare idea. Il destino ha poi voluto che questa sua grande dimostrazione di “Ace(coe)renza” diventasse anche la mossa geniale che il Basket Valceresio si ricorderà per sempre.

100

anni di magie

4.10 Il 1°titolo regionale: la cavalcata vincente del gruppo ‘77

CADETTI 1993/1994. In piedi da sinistra: CAPPELLI, CAMPIGLI, ANDREOLETTI, RAFFAELE, CANCIANI, DE LUISE, SPENNAGALLO, CASCONE; seduti da sinistra: LONARDI, ALETTI, ACERENZA (All.), MARINI, PEZZOTTA.

Nella storia ci sono corsi e ricorsi storici. Forse scomodare il filosofo Giambattista Vico per delle partite di pallacanestro è eccessivo. Egli comunque sosteneva che alcuni accadimenti si ripetevano con le medesime modalità, anche a distanza di tanto tempo. E ciò avveniva non per puro caso, ma in base ad un preciso disegno stilato della divina provvidenza.

E nella storia della Valceresio ci sono due accadimenti che si sono ripetuti a distanza di più di vent’anni, incredibilmente con le medesime modalità.

Sono i due titoli regionali delle annate 77-78 (Cadetti) e dei 2000 (Under 15). Entrambi, infatti, arrivano dopo una stagione precedente conclusa da imbattuti, a parte la sconfitta in finale. L’anno dopo, invece, è titolo regionale. Nel caso del primo titolo regionale, la beffa antecedente alla

anni di magie

101

dolce vittoria si vive con i “compagni di merende” del 1976.

La finalissima si gioca a Canegrate contro la Tamoil Cremona. In quella squadra c’è un nome roboante: Matteo Soragna, argento olimpico (Atene 2004) da protagonista e quasi 500 partite in Serie A. In quella partita di viene 1994 - La penna di Giuseppe Sciascia celebra il titolo regionale Canegrate Cadetti dei classe 1977 a completamento del “grande Slam” tenuto a 14 punti. biancoverde con titolo provinciale e promozione in serie D. Si tratta di un match entusiasmante risoltosi solamente nei secondi finali, dopo un andamento altalenante. Dopo che, a metà ripresa, la Baj (Pezzotta 3, Marini 12, Fanchini 19, Albertoli, Deanesi 10, Spinazza 5, Canciani 14, Tallone, Andreoli, Banzi, Raffaele, Mondello 4. All. Acerenza), riesce a portarsi sul +7, nell’unico vero break dell’incontro, i cremonesi superano i biancoverdi che non replicano più nell’ultima azione, a causa di una drammatica scivolata di Fanchini dalla sua mattonella preferita, l’arresto e tiro dallo spigolo della lunetta. Andò così, ma l’anno seguente finisce in modo diverso. La stagione inizia senza i fuochi d’artificio, perché la Valceresio aveva collaudato un metodo, poi utilizzato anche negli anni successivi, per cui i giocatori migliori di ogni annata disputavano le prime fasi dei campionati con quelli più grandi di età. Va così anche quell’anno in cui, fra autunno e inverno si perdono entrambe le sfide di regular

102

anni di magie

season contro la Faciba Busto Arsizio. Che la musica stava per cambiare lo capisce il coach bustocco quando si presenta per Gara 1 dei playoff provinciali. Una volta entrato nel tunnel, la luce si oscura al passaggio di Valerio Raffaele, il centro della squadra: “E questo da dove sbuca fuori?”, ascoltano esclamare in molti. Era l’allenatore della Faciba che imprecava, conoscendo già l’esito del risultato: già perché dopo Valerio, nel riscaldamento si “presentano” tutti gli altri Galacticos. Al completo. Più 20 dopo 10 minuti e tutti a casa.

Anche le altre partite filano via in scioltezza, fino alla Final Eight del Campus, dove la Valceresio gioca sostanzialmente in casa. Nei Quarti cade il San Pio X, in semifinale tocca agli acerrimi rivali della Pezzini Morbegno.

E poi la finale contro i bresciani di Borgosatollo. A parte i soliti frombolieri della squadra, in quella partita la Baj distrugge gli avversari sotto canestro, con 53 punti in due fra Raffaele e Canciani, serviti magistralmente dal solito Federico Pezzotta, quella squadra si distingue anche per i “classici” ragazzi con pochi punti nelle mani, ma fondamentali in ogni titolo. Su tutti Matteo Andreoletti e Fabio Cascone. E poi: Matteo Lonardi, Paolo Cappelli, Andrea Aletti, Cristofaro Spennagallo, Davide Della Libera, Alberto Brusa, Luca Campigli e l’accompagnatore Ezio Galli. Un gruppo così solido che riesce a dominare anche una finale regionale: è subito 17-4, poi i bresciani provano a rientrare ma giungono solo fino al -8 prima di essere rispediti indietro. Il finale è 93 a 70 con coach Acerenza lanciato in aria dai suoi I cadetti della Baj festeggiano il titolo regionale lanciando in aria un poco più ragazzi, sotto le volte del Campus. che 29enne Dino Acerenza.

anni di magie

103

4.11 27-0: la stagione perfetta dei ragazzi del nuovo millennio “Tienila Bezz.

Non tirare.

Tienilaaaaaaaaaaaa”. Mancano 47 secondi al termine della finale del campionato regionale Under 15. La Baj Valceresio è avanti di tre punti, 46 a 43. Dopo una serie di carambole a rimbalzo, la palla schizza nelle mani di Andrea Bezzecchi, il miglior tiratore della squadra. Dalla panchina parte una serie di urli da squarciare il cielo.

Mancano pochi secondi alla sirena e i La maglietta celebrativa della stagione coach Nicola Antonello e Dino da 27 vittorie e 0 sconfitte degli Under 15, campioni regionali Lombardia.

Acerenza vorrebbero far passare il tempo per congelare il risultato di vantaggio. Nel frastuono del palazzetto di Varedo, dove sono giunti circa trecento tifosi biancoverdi, non si sente nulla. Bezz, puro giocatore d’istinto, ha 4 metri di spazio ed è in posizione di guardia destra, la sua preferita. Che fa? Tira. Sono attimi interminabili: la palla disegna una parabola che sembra infinita, gira in aria come se non sentisse la forza di gravità ed entra nel canestro. E’ il più classico dei “Non tirare, no no no, sìììììììììì”. La Valceresio è a più 6 e sul cronometro restano soltanto 44 secondi. E’ fatta. La partita terminerà 51 a 43: è apoteosi.

Dopo 15 anni la Baj torna campione regionale.

LE PRIME FINALI - Al di là della bravura dei ragazzi, l’annata 2000 è un capolavoro di programmazione, iniziato con la stagione da Esordienti. I giocatori tecnicamente più avanti vengono aggregati ai 1999, mentre gli altri sono responsabilizzati nella loro categoria. Certo, perdendo qualche partita in più, ma investendo per il futuro. L’anno successivo al gruppo storico composto da Sassi, Giglio, Giaretta, Vitellaro, Ricca, Rega, Petkovic, Bizzozero, Tozzo, Mamoli e De Felice, vengono aggiunti Brignoli, Marcantoni e Bezzecchi. Arriva la Final Four provinciale Under 13 e il

104

anni di magie

terzo posto, mentre un gruppo rinforzato con altri ragazzi della zona, si issa fino ai Quarti di finale del Trofeo Garbosi. Fra essi ci sono Daolio e Orlandi, che si aggregheranno l’anno successivo per la stagione da Under 14, dove la squadra gioca come un orologio. Arriva la vittoria al Torneo di Bielmonte, recuperando da -20 contro Torino e poi si vince il titolo provinciale battendo la Robur et Fides 2000, la Pallacanestro Varese 2001 e la Motrix Cavaria. La partita decisiva è quella contro la Robur di Bellotti e del gigantesco Ivanaj, dominata però dal “lupo” biancoverde Marco Vitellaro, autore di 37 punti. La stagione continua col tabellone regionale, dove vengono eliminate Erba, Monza e Trecella. La finale contro la Pallacanestro Milano è drammatica. Si gioca a Lecco, 40 gradi e umidità pazzesca. La Valceresio resta sotto tutta la partita, ma al massimo di 10 punti. A 12 minuti dalla fine vengono espulsi i due allenatori biancoverdi ma i ragazzi, da soli e guidati dall’accompagnatore Michele Sassi, arrivano a meno 3 a un minuto dalla fine. Milano che fino a quel punto aveva vinto tutte le partite di minimo 25 punti, soffre ma riesce ugualmente a spuntarla (61-54). L’idea di tutti è: torneremo l’anno prossimo per vincere. Così sarà.

UNDER 15 2014/15. In piedi da sin.: BEZZECCHI M. (Dir. Acc.), BEZZECCHI A., REGA, DAOLIO, GIARETTA, ORLANDI, RICCA, VITELLARO, ANTONELLO (All.), ACERENZA (Vice-All.); in ginocchio da sin.: BREGOLATO, BRIGNOLI, GIUGNI, BIZZOZERO, PETKOVIC, MAMOLI, MARCANTONI, TOZZO, DE FELICE.

anni di magie

105

A BOLOGNA, VITTORIA ALLO SCADERE - Nonostante il passaggio di Sassi e Giglio alla Robur, la squadra mostra la sua forza ergendo partita per partita una difesa inespugnabile. Nella stagione Under 15, oltre al torneo di Bielmonte, vinto grazie a un finale super di Brignoli e Bizzozero, arriva la splendida cavalcata di Bologna. E’ l’Epifania 2015: nell’albo d’oro del Trofeo Ricci ci sono Pallacanestro Reggio Emilia e Aquila Trento, due squadre di Serie A. In Semifinale si scatena Matteo Orlandi: contro Omegna si è sotto di 12, ma il ragazzo malnatese coi piedi alla dinamite, piazza un 15-0 personale: 3 bombe e un incredibile canestro in tuffo carpiato più fallo. Si va in finale contro la Salus Bologna. L’ultimo atto è partita bellissima, punto a punto per 40 minuti. Ma quando in una stagione va tutto bene, i segnali arrivano e sono chiari: a 4 minuti dalla fine, un giocatore bolognese subisce fallo, tira, la palla rimbalza dodici volte sul ferro, sfidando le leggi di Newton, ma si ferma fra tabellone e ferro. L’epilogo arriva a sette secondi dalla fine, quando la Valceresio è meno 1. Francesco Rega prende il rimbalzo e apre per Gabriele Daolio: grazie a una serpentina alla Steph Curry il play di Clivio deposita nel canestro i due punti della vittoria a 7 decimi dalla fine. E’ un trionfo nella Basket City italiana.

LA CAVALCATA VERSO IL TITOLO - L’energia del torneo di Bologna è benzina per il resto della stagione. Al tabellone regionale la Valceresio è una delle favorite. A complicare un po’ la vita è la Fip che anticipa di una settimana l’inizio degli scontri diretti nel tabellone stile NCAA a 64. Ma proprio in quel fine settimana, quando non si doveva giocare, per restare in forma, si è deciso di partecipare a un torneo a Pesaro. L’idea è: ricaricare le batterie al mare con un torneo-vacanza ed essere pronti per le ultime partite. Purtroppo con l’anticipo dei Sedicesimi di finale lombardi, la finale di Pesaro coinciderebbe con questa partita. Che si fa? A Pesaro si va lo stesso, si gioca venerdì e sabato, si parte la domenica mattina e si gioca la domenica sera. Pazzi? Forse. Coach Antonello non dorme per dieci giorni: “E se i treni ritardano?” “E se un ragazzo si fa

106

anni di magie

male? Saremmo rovinati”.

Sul treno di ritorno dall’Adriatico, dove si è pensato più al divertimento che alle partite, i ragazzi sembrano distrutti: Brignoli ha occhiaie degne di un metronotte, Giaretta non sta in piedi dal sonno. Alla stazione Centrale di Milano, Mamoli e Bezzecchi, anziché seguire i compagni, vanno dietro a tre bionde 25.05.2015 - L’articolo de “La Prealpina” che celebra russe. Si perde il treno per il secondo titolo regionale portato in Valceresio.

Varese. Sono le ore 15. La partita contro Castano Primo è alle 20. “Come faremo? Non ci reggiamo in piedi”. Ma coach Acerenza è fiducioso: “Li asfaltiamo”. Vero: la partita dura 15 minuti: la Valceresio è viva come non mai, commette una marea infinita di falli ma, alla lunga, l’aggressività e l’atletismo schianta gli avversari (68-37). Gli Ottavi di finale sono contro i campioni della provincia di Bergamo, Visconti Brignano: è un incontro più sofferto (5644), ma da Lumezzane arrivano buone notizie. I padroni di casa bresciani perdono e quindi i Quarti di finale si giocheranno in casa, contro Pavia, campioni della loro provincia. E’ un altro segno del destino: la partita di accesso alle Final Four regionali sarà anche l’ultima partita di basket agonistico ufficiale nella storica palestra di Via Giacomini di Arcisate.

Laddove qualche anno fa giocò pure LeBron James, dall’anno successivo si potranno organizzare soltanto delle sfide di minibasket perché, per 2 centimetri, la palestra risulta fuorilegge secondo i nuovi regolamenti Fip. Una motivazione in più per chiudere in bellezza. La partita viene pompata come nessun’altra su Facebook, internet, via mail e tutti gli altri mezzi di comunicazione.

anni di magie

107

Le tribune sono colme di circa trecento biancoverdi. E’ una bolgia. A ogni canestro della Baj, dal rumore sembra di essere al palazzetto di Masnago quando la Ignis dominava l’Europa. La Valceresio è sempre avanti, anche grazie alla difesa di Ricca e Marcantoni che mettono il bavaglio ai migliori avversari, ma Pavia non molla. A decidere la partita è una raffica di quattro triple sparata da Giaretta, Vitellaro e Brignoli che porta il risultato sul 68-49. Si va alle Final Four: la semifinale è durissima, contro Morbegno (vinta 72-69). La finale è contro Bollate. Si è avanti di poco, fino a quando Bezz non ha disubbidito ai suoi allenatori. Era libero, ha tirato e ha segnato. Ha fatto bene.

Il tabellone “formato NCAA” con la cavalcata degli U15 2000 fino alla Final Four regionale di Varedo.

108

anni di magie

anni di magie

109

Capitolo quinto

Le 10 partite storiche Vinte o perse, quelle che tutti ricordano (o dovrebbero ricordare)…

“Un diamante è per sempre” (Slogan pubblicitario De Beers) “Che meravigliosa partita, ascoltatori italiani!” (Nando Martellini dopo il 4-3 di Rivera in Italia-Germania Ovest, mondiali di calcio Messico 1970) Dalla “partita del secolo” Italia-Germania 4-3 al tiro di Michael Jordan dopo la rubata su Karl Malone in Gara 6 delle NBA Finals 1998.

Oppure come non ricordare il giorno in cui l’Olanda andò a sbattere contro Francesco Toldo agli Europei del 2000? In 10 contro 11 dopo pochi minuti di gioco, il portierone della nazionale si superò parando tre rigori e regalando la finale (poi amara) agli azzurri.

E come si fa a non parlare della lucida follia del Poz nella semifinale olimpica ad Atene 2004 contro i colossi della Lituania?

Si ricorda nel bene, come quando l’Inter di Mourinho sconfisse gli “invincibili” del Barcellona 3-1, ma anche nel male, come quando i cugini rossoneri si fecero riprendere da 3-0 a 3-3 dai Reds di Liverpool, per poi essere superati solamente ai calci di rigore.

E c’è gente che si sogna ancora l’interminabile finale di pallanuoto a Barcellona 1992 con l’impresa del Settebello azzurro, capace di vincere contro i padroni di casa della Spagna dopo ben 6 supplementari.

Tutti noi ricordiamo queste magiche partite. Allo stesso modo anche nella memoria e nei cuori dei tifosi della Valceresio sono rimaste impresse partite che sono divenute epiche col passare degli anni.

In questo quinto capitolo abbiamo raccolto per voi i 10 DIAMANTI biancoverdi che tutti ricordano (o che dovrebbero ricordare)...

110 maggio 1994

anni di magie campionato di promozione

Baj Valceresio 86 Caiman Cardano 85 Arcisate (VA) BAJ: Pezzotta, Marini P. 25, Marini S. 5, Raffaele, Albertoli, Deanesi 4, Mondello 24, Canciani 17, Dagri 5, Locatelli 6. All. Cadeo

(da “La Prealpina del Lunedì”, articolo di Giuseppe Sciascia) “Tutto deciso invece per quel che riguarda le squadre che il prossimo anno parteciperanno al rinnovato torneo di serie D: l’ultimo posto utile è appannaggio del Baj Valceresio, che corona una clamorosa rimonta da meno 22 al 33’ con un canestro a fil di sirena di Paolo Marini (33-10 il parziale degli ultimi 7’) per ottenere il successo-promozione a spese del Caiman Cardano, non nuovo ad imprese di questo tipo.”

anni di magie 8 febbraio 1997

111

campionato di serie D

Pool Senna Comasco 72 Baj Valceresio 82 Senna Comasco (CO) BAJ: Pezzotta 1, Ghielmetti ne, Marini 26, Albertoli ne, Giampieri 10, Dagri 5, Polli 9, Bini 4, Locatelli 21, Raffaele 6. All. Cadeo

(da “La Prealpina del Lunedì”, articolo di Giuseppe Sciascia) “Valceresio, le mani sul campionato: questo il verdetto emesso dal matchclou tra le due regine della prima metà della stagione, che ha visto un Pool Senna decisamente a malpartito contro l’intensità e la reattività dei ragazzi di Cadeo inchinarsi sul proprio campo di fronte ad una Baj che legittima il proprio dominio. Sin dall’avvio infatti i “lupi” hanno azzannato alla gola un’avversaria tramortita dal ritmo frenetico imposto dagli ospiti: Marini e Locatelli (9 bombe in due) hanno fatto saltare le zone proposte da Colombo mentre la difesa aggressiva della Baj ha disinnescato le armi più pericolose del Senna (3/13 per Porro, 5/12 per Maspero, 4/12 per Polato). L’ingresso dei giovane Marchesi (4/7 da 3) ed il passaggio alla difesa a uomo consentiva al Pool Senna di ricucire lo strappo dopo il 17-33 del 13’. Nella ripresa il Valceresio aveva ancora la lucidità e le energie per allungare (46-55 al 27’); la squadra di Colombo non si dava per vinta e raggiungeva l’unica parità al 35’ a quota 65 ma gli ospiti, approfittando del tecnico ed espulsione comminati a Maspero dopo il quinto fallo, avevano ancora compattezza e forza d’animo per sferrare l’attacco decisivo.”

112 maggio 2004

anni di magie finali provinciali categoria Ragazzi

Baj Valceresio 4 pti Pall. Varese 2 pti Robur Saronno 0 pti Varese (VA) BAJ:. Anselmi Matteo, Antonini Valerio, Cignoli Marco, De Lorenzi Daniele, Della Fontana Gianluca, Esposto Manuel, Lagattolla Matteo, Militti Stefano, Montagnoli Andrea, Nannetti Umberto, Pellegrini Mirco, Piaia Jacopo, Proverbio Marco, Santinon Luca, Bolzonella Francesco, Casarin Marco, Contini Marco, Rusponi Carlo, Rusponi Mario, Senesi Enrico, Tarantino Andrea.

All. Cadeo Giulio. Vice: Zumelli Mauro.

(da “Basket Valceresio� Notizie 1999)

anni di magie ottobre 2003

113

campionato categoria Juniores

Baj Valceresio 120 Pol. Daverio 119 Induno Olona (VA) BAJ: Callegari Alessandro, Casarin Marco, Casnici Lorenzo, Colantuono Luca, Da Pont Luca, Manca Ivan, Rusponi Carlo, Rusponi Mario, Santelena Stefano, Cascone Luca, Castellano Giorgio, Crugnola Stefano, Malvezzi Giacomo, Montalbetti Maurizio, Rasotto Mirko, Resteghini Mattia, Bettinelli Christian.

All.: Acerenza Dino, Vice: Albertoli Marco

Prima giornata del campionato Juniores 2003-2004. E' una domenica mattina d'autunno quando si affrontano due delle maggiori pretendenti al titolo provinciale già sfidatesi pochi mesi prima a Casorate Sempione per diventare campioni della fascia di età Cadetti; a spuntarla in volata fu il Daverio guidato da Mario Di Sabato (nel frattempo play e capitano della prima squadra a sua volta avversaria in C2), sempre più una realtà emergente da diverse stagioni col suo gruppo di nati nel 1986 e 1987 mentre la Valceresio coi pari età aveva vinto nel 2000 da Under14 (allora nominati "Ragazzi"). La Valceresio con Acerenza in panchina promette vendetta, ha riportato alla base i gemelli Rusponi e Casnici in regia su un telaio consolidato da anni, allo scopo di impedire il bis ai gialloblu con tanti futuri protagonisti a livello senior come l'ala Pellegrini, il duo di playmaker Bossi-Busana, e il solido reparto esterni/ali con Franzini, Marabini, Pradella, Vandone e tanti altri. E' battaglia per oltre quaranta minuti, nemmeno un tempo supplementare basta a decidere la vincente: servono due tiri liberi del nuovo capitano Santelena per fissare il minimo scarto prima dell'ultimo assalto mancato dagli ospiti e dei festeggiamenti biancoverdi.

114

anni di magie

13 novembre 2004

campionato di serie C2

Baj Valceresio 85 Denise Robbiate 76 Arcisate (VA) BAJ: Pezzotta 5, Bignamini, Laudi 35, Santinon 11, Persenico 15, Bolzonella, Rusponi ne, Frattini 11, Bettinelli ne, Colombo Garoni 8. All. Gergati Dopo quella che nel 1994 vale la vittoria in volata per l'accesso alla serie D nello scontro diretto con Cardano Al Campo, l'altra rimonta per eccellenza della storia valceresina, e maggiore in termine di svantaggio recuperato con successo, arriva poco più di un decennio nel futuro, sabato 13 novembre 2004. La Baj ha perso l'imbattibilità casalinga ai supplementari una settimana prima col solito Senna Comasco, e per completare un doppio turno casalingo ospita il quotato Robbiate in una serata che parte già piuttosto male: la palestra arcisatese è in penombra per cavi elettrici guasti e il punteggio viene cambiato manualmente dall'insostituibile dirigente Mauro Mazzega che si serve di numeri rotativi.

E questi non hanno pietà fin dall'inizio a descrivere la difficile situazione iniziale con gli esterni brianzoli che colpiscono a raffica dall'arco e fanno legna sotto canestro indisturbati: il team di Gergati si sblocca solo dopo oltre 3 minuti e 10 punti ospiti, e dopo 13 minuti cade a -26 su un 18-44 che sembra il primo tempo della partita di Space Jam. Ma qui non serve la pozione magica di Michael Jordan a risvegliare i biancoverdi che non hanno perso il talento come i cestisti NBA di quel film, è già abbastanza l'orgoglio Valceresio che intanto rosicchia 8 punti di scarto prima dell'intervallo lungo e al rientro dagli spogliatoi si scatena con Andrea Laudi (35+11 rimbalzi). La difesa concede solo 10 punti a Robbiate nel terzo quarto e la stessa cifra è anche lo scarto sempre più ridotto al momento di iniziare l'ultimo quarto decisivo, in cui Colombo Garoni e Frattini raccolgono il testimone in attacco da Persenico e Santinon come spalle dell'incontenibile Laudi. L'inesorabile pareggio arriva in solo altri tre minuti a quota 64 e quando manca lo stesso tempo al suono dell'ultima sirena la luce si spegne definitivamente, ma solo per Robbiate, che dopo l'ultima parità a 71 subisce un 14-3 che peserà parecchio come scontro diretto a fine torneo. E' solo la settima giornata, ma anche il primo grosso punto di svolta di una stagione che qui vede la prima di cinque vittorie consecutive e getta le basi di un campionato alla ricerca dei secondi playoff della storia societaria... e il come andrà a finire è presto espresso nella prossima pagina...

anni di magie 14 Maggio 2005

115

ultima giornata campionato di serie C2

Baj Valceresio 86 Norlight Gallarate 79 Arcisate (VA) BAJ: Bolzonella 2, Colombo Garoni 13, Frattini 8, Marini 14, Laudi 25, Santinon 11, Bignamini 3, Persenico 7, Bettinelli, Pezzotta 3. All. Gergati

Sabato 14 maggio 2005. Sì, già due stagioni prima c'era stato il primo arrivo ai playoff di C2 della storia societaria (terzo posto e sconfitta a testa alta contro Cassano D'Adda). Ma passano due anni soltanto e ripetere l'impossibile diventa possibile: la Baj sotto la sapiente guida di Beppe Gergati in panchina e l'MVP assoluto della stagione Andrea Laudi sul campo di gioco ha appena vinto lo scontro diretto al vertice a Marnate e per finire la regular season al primo posto deve soltanto sconfiggere ad Arcisate un Gallarate già da tempo senza più ambizioni di classifica e privo di metà dei suoi ex biancoverdi di quel torneo (Dagri e Scardovi, presenti invece Bini e Vis). Già la partita di andata era stata folle: 97-99 dopo due supplementari, quasi 60 punti in due del duo PersenicoLaudi, quasi 20 di svantaggio rimontati nell'ultimo quarto, passi di Bini nell'ultima azione gallaratese e i tiri liberi subito dopo del definitivo successo da parte del centro della Baj. L'atmosfera di festa pare inevitabile dall'inizio con la partenza a razzo (8-0) dei beniamini del pubblico di casa, ma Gallarate reagisce a suon di triple (20-25 massimo vantaggio) e con l'orgoglio del suo capitano Leoni e naturalmente del duo Bini-Vis (pure a segno da metà campo) chiude avanti il primo tempo. Ma Laudi ritrova la via del canestro e altrettanto fanno gli esterni, al punto che la Valceresio tocca addirittura il +16 e da lì in avanti gestisce il margine senza troppi patemi... Nell'ultimo giro di lancette dalla curva parte il grido "Siamo noi, siamo noi, i campioni del girone siamo noi..." e il resto del pubblico inizia ad applaudire a tempo mentre il coro si ripete fino alla sirena e oltre, è il delirio ormai, il fondo sintetico della palestra è inondato da bottiglie-gavettoni dei cestisti festanti, visti addirittura a firmare autografi nel corridoio degli spogliatoi ai ragazzi del minibasket e a buttare amichevolmente i tifosi sotto le docce accese.

116 30 Aprile 2005

anni di magie campionato di serie C2

Baj Valceresio 70 Audiovideo 2000 Calolziocorte 67 Arcisate (VA) BAJ: Bolzonella 2, Colombo Garoni 5, Frattini 8, Marini 11, Laudi 8, Santinon 16, Bignamini 2, Persenico 9, Martinoni ne, Pezzotta 9. All. Gergati

21 Maggio 2005

gara 1 semifinale playoff campionato di serie C2

Baj Valceresio 87 Audiovideo 2000 Calolziocorte 79 Arcisate (VA) BAJ: Bolzonella, Colombo Garoni 9, Frattini 5, Marini 17, Laudi 15, Santinon 14, Bignamini 7, Persenico 14, Martinoni ne, Pezzotta 6. All. Gergati Due partite in una in meno di un mese, la prima in stagione regolare (sabato 30 aprile 2005) e la seconda, il 21 maggio, in gara-1 di semifinale playoff (anzi, "plei-of" come ribattezzati allora in modo goliardico) contro lo stesso, tostissimo avversario che poi da quarto classificato verrà appunto incrociato di nuovo e girerà la serie a suo favore in tre partite. Ma niente cancella dagli archivi il finale col botto della prima partita e la prima vittoria di sempre nei playoff di C2 della storia societaria: entrambi scontri diretti punto a punto, con tensione a mille, con episodi finali leggermente diversi ma sempre col referto rosa che resta ad Arcisate. Il 70-67 lo segna capitan Pezzotta allo scadere, da 8 metri, cadendo all'indietro e marcatissimo dopo la rimessa a metà campo: la palla lanciata dal play/bandiera sulla sirena tocca il ferro a destra, rimbalza alto su quello di sinistra e si spegne in fondo alla retina. L'ammucchiata a metà campo sotto la curva è potente, e Pezzotta grida: "AVEVATE QUALCHE DUBBIO???" E nella partita inaugurale del tabellone per la promozione in C1, è il "gemello" Marini che chiude la pratica, anche lui da 3 punti, poco più vicino a bordocampo rispetto alla mattonella vincente del collega, in un ultimo drammatico minuto di gioco contro i muscolosi e mai domi biancorossoblu. Servirà quasi un altro decennio per tornare a disputare un turno playoff nella stessa categoria e stavolta superarlo, ma è un'altra storia (e sempre magnifica)...

anni di magie 20 Maggio 2007

117

gara 1 playout campionato di serie C2

Burro Virgilio Bancole 72 Baj Valceresio 92 Porto Mantovano (MN) BAJ: Bolzonella 8, Colombo Garoni ne, Gergati 10, Marzorati 28, Croci 16, Crugnola, Zattra 3, Bettinelli 10, Scuccato 7, De Bernardi 9. All. Gergati La rifondazione del roster avvenuta nell'estate 2006 e l'aumento delle retrocessioni per l'ennesima infruttuosa riforma dei campionati non dovrebbero lasciare scampo alla rinnovatissima Valceresio, interamente in età Under21 fatta eccezione per il duo Colombo Garoni-Gergati e per metà elementi completamente al debutto a livello senior. Ma alla Valceresio non importa e si inizia subito con due vittorie in fila sfatando subito certi pronostici maligni da "zero su trenta" e si guadagna con una vittoria casalinga all'ultima giornata l'accesso ai playout superando in volata il fatale penultimo posto. Il tabellone salvezza alla fine non sorriderà dopo una drammatica gara-3 sempre punto a punto, ma non si può scordare gara-1, a maggior ragione perché disputata anch'essa nel distante Porto Mantovano, in quanto migliore prestazione dell'intero torneo per la naniforme Baj di quell'epoca guidata per l'ultima volta da Beppe Gergati. Domenica 20 maggio 2007 il play titolare Barbieri è già infortunato da tempo, il capitano Colombo Garoni indisponibile, e come ormai da abitudine l'ala piccola Tommaso Gergati gioca da centro non-stop e Scuccato (sicuramente sotto il metro e novanta) partito come ala forte. I primi due quarti sono sempre a stretto contatto nonostante la schiacciante differenza di altezza e peso specialmente nel reparto lunghi. Ma dopo il 37-36 dell'intervallo i biancoverdi pian piano prendono il comando a suon di triple (indimenticabile una di Andrea Zattra da metà campo allo scadere dei 24'', e si parla del solo vero lungo di ruolo a disposizione allora) e danno una dimostrazione totale di freschezza atletica e gioco in velocità anche con 4 piccoli. Dopo il 53-56 del 30' i ragazzini terribili prendono il largo con Marzorati e Croci (già validi come veterani pur avendo nel 2007 solo 20 e 21 anni) e coi canestri dal perimetro conclusivi di De Bernardi toccano addirittura il +20 di fine partita, con l'epilogo della curva in trasferta che invade festante lo spogliatoio ospite...

118 8 Giugno 2011

anni di magie spareggio promozione per la serie C Regionale (C2)

Baj Valceresio 67 Petromed Villasanta 63 Cermenate (CO) BAJ: Franzini, De Bernardi, Senesi 2, Molina 4, Bolzonella 3, Antonini 8, Iovene 10, Scuccato 15, Colombo Garoni 12, Chiesa 13. All. Nicora

Estate 2010: dopo la prima positiva stagione del ciclo Nicora conclusa al quarto posto valido per i playoff contro la corazzata Casorate Sempione, per la prima volta in quasi vent'anni di storia la Valceresio è la squadra da battere nel suo campionato: i rientri alla base di Antonini e Senesi più l'innesto del pivot Chiesa e del mastino difensivo Tabacchetti su un telaio già rodato da anni con risultati in crescendo affidano ai biancoverdi un ruolo atipico. Undici vittorie consecutive nel girone d'andata e 12 nelle ultime 13 valgono il secondo posto (dietro solo al Marnate del futuro coach Racco), ma i playoff fanno sempre storia a sé e la Baj gioca il massimo numero possibile di partite per questo campionato: vittoria 2-1 in semifinale col Valtesse Bergamo, k.o. 1-2 in finale con Opera, e mercoledì 8 giugno 2011 c'è ancora lo spareggio in partita unica e campo neutro a Cermenate, contro il temibile Villasanta che ha vinto il proprio girone. La falsa partenza sul 4-12 non è un campanello d'allarme per coach Nicora che infatti allunga con successo la difesa a tutto campo e senza far passare troppi minuti si trova addirittura in vantaggio, mantenuto con un continuo tira e molla sempre entro la doppia cifra per quasi tutto il resto del match. Le incursioni degli esterni gialloblu a ridosso dell'ultimo minuto fanno venire i brividi al popolo biancoverde presente, ma il figlio d'arte Molina imbuca il canestro-promozione trovando lo spiraglio vincente in area con solo trenta secondi rimasti e Iovene dalla lunetta fissa il +4 che fa partire i festeggiamenti scatenati di squadra, staff e curva.

anni di magie 24 Maggio 2014

119

gara 3 semifinale playoff di Serie C Regionale (C2)

Baj Valceresio 84 Basket Sarezzo 74 Clivio (VA) BAJ: Fanchini 16, Iovene 19, Valeri ne, Gaspari, Laudi 5, Del Torchio 5, Bolzonella 4, Mondello, Cortellari ne, Rulli 14, Bellini 4, Clerici 17. All. Vis E' solo il terzo campionato dopo il ritorno in serie C regionale, e con un capoallenatore debuttante in rampa di lancio come Nico Vis, convertitosi al meglio dal parquet alla panchina, si sono già raggiunti i playoff nonostante l'agguerrita concorrenza arrivando addirittura al secondo posto in regular season. E pazienza se i bresciani di Sarezzo hanno imposto la propria legge in gara-1 davanti al pubblico comunque numeroso e festante di Clivio, è comunque la seconda miglior stagione di sempre dalla fondazione... o forse no? La Baj trascinata da Fanchini e Rulli si riprende il fattore campo vincendo in volata a Sarezzo l'infrasettimanale gara-2 e sabato 24 maggio 2014 la palestra della Valceresio è tappezzata di lenzuoli con messaggi spray che ricordano i più grandi momenti di gloria del passato e suggeriscono: "Riscriviamo la nostra storia". Addirittura torna il vecchio striscione originale del gruppo Fossa dei Lupi fondato nell'aprile 2004 (!)

Entrambe le squadre partono lente, ma in vista della prima sirena l'asse play-pivot Fanchini-Clerici e il duo Bellini-Del Torchio a ridosso del canestro fanno fuoco e fiamme in attacco (30-10 al 10', 38-25 al 15'), poi nella seconda frazione si accende anche il miglior marcatore del match Iovene e Clerici nella foto piazza una schiacciata partendo in corsa dalla linea dei 3 punti che è destinata ad entrare nella leggenda della società. I biancoverdi reagiscono sempre ai momenti appannati in attacco che seguono, non perdono la testa neanche quando gli ospiti si riavvicinano a -4 all'inizio dell'ultimo periodo, anzi, proprio a questo punto piazzano il parziale di 11-0 col gran finale dall'arco di Iovene che fa impazzire i tifosi Valceresio, e negli ultimissimi minuti mostrano la freddezza che serve nel segnare i tiri liberi della staffa e ufficializzare la riscrittura della propria gloriosa storia.

120

anni di magie 5.11 “Menzioni d’Onore” squadre giovanili

1980-81-82: (Cadetti e Juniores) Marco Santinon, Marco Colli, Alessandro Fusi,

Francesco Scodro, Alberto Castellano, Nicola Antonello, Mario Cristina, Massimo Boero, Marco Maghella, Alberto Bisso, Dario Andreini, Samuele Sassi, Gianni Proverbio, Gabriele Andreoli, Luca Brugugnone, Diego Varone, Stefano Calderara, Simone Mongardi, Andrea Macchi, Michele Rosa, Davide De Bernardi, Paolo Bergonzini, Luca Lonardi, Nicola Aletti, Carlo Alberto Lozza.

All. Acerenza-Milani-Locatelli Final Three Cadetti: 1. Robur Basket Saronno, 2. Baj Valceresio, 3. Irte Bustese.

Final Three Juniores: 1. Basket Bosto Varese, 2. Irte Bustese, 3 Baj Valceresio.

1986-87: (Cadetti) Stefano Santelena, Luca Colantuono, Marco Casarin, Alessandro

Callegari, Luca Da Pont, Andrea Ferrara, Stefano Crugnola, Maurizio Montalbetti, Mirko Rasotto, Luca Cascone, Mattia Resteghini, Matteo Ruga, Christian Spanò, Christian Bettinelli, Saverio Marchese. All. Acerenza Final Three Cadetti: 1. Polisportiva Daverio, 2. Baj Valceresio, 3. Alfatherm Bosto.

1988-89: (U18) Saverio Marchese, Samuele Toniolo, Christian Bettinelli, Andrea

Chiaravalli, Lucien Soumahoro, Mirco Nardello, Erik Lazzaroni, Michele Italiano, Davide Pezzotta, Roberto Casarin, Andrea Milani, Alberto Milesi, Massimiliano Zorzi.

All. Milani (U21) con le aggiunte di: Stefano De Bernardi, Andrea Zattra, Lorenzo Favretto, Michele Fusi e Andrea Preti.

All. Acerenza Final Three U18: 1. Scuola Basket Castellanza, 2. Baj Valceresio, 3. Robur Basket Saronno; 3° posto provinciale U21 (fuori per differenza canestri vs Basket Bosto Varese)

1991-92: (BAM) Alessandro Grazi, Luca Resconi, Michele D’Andria, Fabio Laudi, Danilo Spanò, Eric Tonoli, Carlo Gaetani, Marco Vigorelli, Luca Mazzocchi, Francesco Giroldi, Domenico Di Dio, Alessandro Frattini, Marco Simonetto.

All. Albertoli-Antonello Final Three BAM: 1. Basket Friends Angera, 2. Baj Valceresio, 3. Pallacanestro Varese 1992

1997: (U13 e U14) Manuel Rossi, Federico Gianquinto, Matteo Cipolletta, Marco Lamastro, Pierfrancesco Ricca, Alessandro Parnigoni, Riccardo Corsano, Matteo Mazzocchi, Nicola Bologna, Alessandro Brusa Pasquè, Francesco Valentino, Kevin Rizzotto, Gabriele Covino, Andrea Nardello.

All. Antonello-Marchese Final Four U13: 1. Venegono, 2. Castronno, 3. Baj Valceresio, 4. Basket Viva Tradate Final Four U14: 1. Robur Varese, 2. Sportlandia Tradate, 3. Baj Valceresio, 4. Verbano

1999: (U14) Alessandro Scardovi, Luca Cagliani, Alex Peroni, Guido Meani, Gioele Restelli, Luca Folador, Luca Spinosi, Nicolas Di Lucca, Pablo Tarascio, Giacomo Gussoni, Leonardo Covino, Alessandro Lia, Denis Rossi, Samuele Sassi e Mattia Giglio.

All. Antonello Final Four U14: 1. Motrix Cavaria 2. Baj Valceresio 3. Bk Sesto Calende 4. Robur Varese

anni di magie

121

Capitolo sesto

TORNEI In Italia o all’estero noi ci siamo!

“Aspettare Wimbledon è come aspettare il Superbowl. I giorni passano e l’adrenalina cresce. Quando entro in campo, mi sento a mio agio come a casa mia” (Pete Sampras su Torneo di Wimbledon) Non si vive di soli campionati. Durante la stagione ogni allenatore infila dentro un torneo ogni volta che la sua squadra ha un periodo libero. Che siano tornei pre-stagionali (con la scusa di provare schemi e mettere “benzina” nelle gambe), sotto le feste natalizie (come scusa per far mangiare meno panettone ai suoi giocatori) o anche nel periodo pasquale, come ad esempio per i tornei varesini a noi tanto cari, (ma anche qui come scusa per evitare di far mangiare troppo i suoi giocatori).

Tuttavia il “giocatore medio” di pallacanestro sa bene che, una volta finita la stagione, parte la stagione dei tornei: serali, a 3, 4, 5 giocatori, talvolta anche misti. Dai classici 3 vs 3 negli oratori alle 24 ore non-stop di pallacanestro. E’ perché no? In fin dei conti, i tornei si organizzano anche quando si va semplicemente al campetto.

Il capitolo sesto illustra la storia del Torneo Rizzi, uno dei Tornei giovanili più grandi e importanti d’Italia, nato nell’alveo della Valceresio e di cui la Baj è la società fondatrice. Inoltre, per non farci mancare proprio niente, si parlerà anche di un torneo 3vs3 di altissimo livello in cui dei nostri ragazzi hanno figurato, diciamo così, “abbastanza bene”.

122

anni di magie 6.1 Il Torneo Rizzi

Non solo giocatori e allenatori di Serie A. Ma anche manifestazioni di livello mondiale. Tanto che le uniche partite giocate da LeBron James, sì proprio lui, su suolo italiano, sono andate in scena fra Arcisate, Induno Olona e Varese.

Tutto iniziò proprio con la nascita del Basket Valceresio quando per valorizzare ulteriormente la LeBron James in lacrime al termine di Gara 7 neonata società, i dirigenti delle NBA Finals 2016 vinta dai suoi Cavs in casa dei Warriors della leggenda (73-9 in decisero di organizzare un torneo regular season). “Il Prescelto” è visibilmente nella categoria Cadetti. Ma commosso per essere finalmente riuscito a portare un titolo nel suo Northeast Ohio. qualcosa in grande, che potesse avere respiro internazionale. La formula prevedeva 16 squadre e l’ospitalità nelle famiglie del luogo. Per le prime edizioni, però, tutti i ragazzi “stranieri” vennero accolti da persone della valle che, magari, il basket non sapevano neanche cosa fosse. Leggende narrano come un paio di giocatori della Marr Rimini trovarono un giaciglio nell’ufficio del sindaco di Arcisate, qualcun altro invece ospitò sei ragazzi croati in una volta sola, con qualcuno che dovette accontentarsi di avere come materasso la vasca da bagno. Altri tempi.

I PRIMI ANNI - Con grande sensibilità gli organizzatori decisero di intitolare l’evento a Sergio Rizzi, scomparso pochi mesi prima a soli 33 anni. Rizzi era l’eroe di Anversa, dove a soli 18 anni contribuì in maniera determinante alla vittoria della Ignis Varese nella Coppa Campioni del 1975, contro il Real Madrid. E il Rizzi, per molti ragazzi varesini, era l’occasione per trasformarsi in eroi per una notte: affrontare squadre blasonate, giocatori potenzialmente imbattibili, col sogno di giocarci alla pari e, magari, fare loro lo sgambetto.

anni di magie

123

Nel corso degli anni qualche sorpresa è arrivata oppure è stata soltanto sfiorata.

Come dimenticare la partita della prima schiacciata di un giocatore della Valceresio. Era il 1993 e la Valceresio della classe 1976-77 giocò la partita inaugurale nella palestra di Via Giacomini contro la Benetton Treviso, davanti a quattrocento persone stipate o addirittura sedute fra il muro della palestra e la riga del campo.

Era la squadra di German Scarone e Denis Marconato, poi diventati giocatori della La locandina della 1aedizione del nazionale. Ma da questa parte, sulla “Memorial Sergio Rizzi” del 1990. panchina diretta da Giulio Cadeo c’erano altri due fenomeni: Fabio Fanchini e John Carmelo Mondello, assieme a tanti altri compagni di squadra agguerriti e talentuosi come Walter Spinazza, Carlo Deanesi, Marco Albertoli, Paolo Marini, Federico Pezzotta, Cristian Canciani e Valerio Raffaele. A un certo punto della partita, coi veneti avanti in controllo di una decina di punti, Mondello, nativo del Bronx di New York, con un intercetto difensivo si invola a canestro, andando a schiacciare per la prima volta nella sua vita, almeno durante una partita ufficiale. Un gesto che carica oltremodo i compagni di squadra, costringendo i tritatutto veneti a una vittoria sofferta di soli quattro punti maturata negli ultimi istanti del match. Da ricordare poi il girone eliminatorio della classe 1980, guidata da Dino Acerenza coi vari Santinon, Fusi, Scodro, Colli, Castellano, coi rinforzi Turconi da Saronno e Franchi da Busto, che se la giocò punto a punto contro gli americani di Maryland, con Cantù e portò al supplementare il Banco Desio, poi finalista di quell’edizione. Oppure il +20 di coach Michele Milani e dei 1981-82 contro Spalato, poi purtroppo dilapidato nel secondo tempo. Ci vollero poi quasi vent’anni per ottenere la rivincita contro i croati quando i 2000 della Valceresio sconfissero Zagabria per 81 a 69.

124

anni di magie

UN TORNEO DI CAMPIONI - Ma il Rizzi, poi diventato Barilà e oggi Giovani Leggende, è ricordato soprattutto per i grandi campioni portati sui campi della Valceresio: detto di LeBron James che, giocando un anno sotto età rispetto ai compagni, non lasciò un segno indelebile, al Rizzi partecipò un altro giocatore NBA: Chris Quinn, playmaker bianco ricordato per i cinque anni nei Miami Heat e poi vincitore dell’Eurocup 2011 nelle fila del Khimki Mosca. E poi gli italiani: INDUNO OLONA, Pasqua 1992. Lo storico Denis Marconato, German Scarone, presidente Comi mentre premia Denis Meneghin, Andrea De Marconato della Benetton Treviso come Andrea MVP del torneo Rizzi. Fu solo l’inizio della Nicolao, Marcelo Damiao, Marco sua sfolgorante carriera in cui vinse addirittura l’argento olimpico ad Atene Carraretto, Alex Righetti, Marco 2004.

Mordente, Stefano Mancinelli, Daniele Hackett, Andrea Cinciarini, Diego Flaccadori.

Ancora oggi, grazie a Giuseppe Livio e alla sua instancabile squadra della 6Sport, la kermesse giovanile è un successo visto che, forse come caso unico in Italia, il palazzetto di Masnago ospita ogni anno 2.000-2.500 persone per le finali a cui, negli anni, si sono alternate le presenze eccellenti, compresa quella di Gianni Petrucci, allora come oggi presidente della Federazione italiana pallacanestro. E poi le novità introdotte anno dopo anno: squadre dagli Stati Uniti con, in testa, l’onnipresente (e vincente) Team Ohio, e dalla Lituania, Germania, Grecia, Israele, Croazia, Serbia, Slovenia, Spagna.

Fra le novità introdotte la più spettacolare è stata sicuramente la Gara delle schiacciate che, proprio nel 2016 ha vissuto un’edizione strepitosa

anni di magie

125

grazie al duello fra lo statunitense Dwayne Cohill e il tedesco Artur Gutmann, poi vincitore. Infine, nei primi anni della manifestazione, si disputava anche la Gara del Tiro da 3 punti dove la Valceresio, almeno in un’edizione, è stata protagonista grazie a Marco Santinon capace di vincerla nel 1997.

Le palestre di Induno Olona ed Arcisate erano letteralmente stracolme di spettatori nelle giornate del periodo pasquale tanto che, a partire della 3a edizione, il direttore del Torneo Giuseppe Livio decise di “trasferire” le finali niente di meno che al Palazzetto di Varese.

Le foto sopra illustrano momenti di gioco delle partite Scavolini Pesaro vs Cagiva Varese (prima foto, ad Induno Olona) e Pop84 Spalato vs Phonola Caserta (seconda foto, ad Arcisate). Testimonianze di come la Valceresio diventasse davvero la capitale del basket.

Qui invece, la magnifica cornice del PalaWhirlpool per le finali dell’edizione 2016 del Torneo Giovani Leggende Varese (ex Torneo Rizzi), edizione in cui l’A.S.D. Basket Valceresio è ritornata nel comitato organizzatore del torneo a supporto della 6Sport dello storico organizzatore Giuseppe Livio, per dare inizio alla grande ai festeggiamenti dei 25 anni di fondazione con un impegno forte e diretto.

126

anni di magie

ARCISATE, Pasqua 2000. Giuseppe Livio riesce nell’impresa di portare questa selezione di giocatori delle High School dello stato dell’Ohio (ribattezzata da tutti Team Ohio) ad Arcisate per il suo Memorial “Sergio Rizzi”. Inutile dire che il secondo giocatore in piedi da destra, il numero 32, ne farà di strada da Akron in Ohio, ad Arcisate, sino ad arrivare in NBA. LEBRON RAYMONE JAMES era solo un 15enne, ma già faceva intravedere le capacità che lo hanno portato ad infrangere una serie interminabile di record individuali NBA e a vincere 3 titoli, due con i Miami Heat e uno, fresco fresco, con i suoi Cleveland Cavaliers (4-3 in casa dei Golden State Warriors della leggenda, quelli del 73-9 in regular season).

Inoltre non si può non citare anche CHRIS QUINN, l’unico giocatore bianco dell’edizione 2000 del Team Ohio: anche lui arriverà in NBA, dove giocherà a lungo con gli Heat, e poi anche ai Nets e agli Spurs, prima di approdare in Europa.

anni di magie

127

6.2 I Quattro Moschettieri Già, i quattro Moschettieri.….Ma i moschettieri non erano tre?

Ci scuserà il buon Dumas; in effetti alla metà del 1800 non poteva sapere che alle soglie del duemila avrebbe dovuto modificare il titolo del suo romanzo capolavoro.

Ma andiamo con ordine…

Agli inizi degli anni ’90 una nota azienda produttrice di articoli sportivi, la Reebok, ebbe la splendida idea di promuovere i suoi prodotti attraverso l’organizzazione di gare di Street I QUATTRO MOSCHETTIERI Scardovi, Mondello, Marini e Fanchini basket 3 contro 3. L’idea fu accolta con grande entusiasmo dai baskettari italiani. Le gare venivano disputate nelle più importanti città italiane da nord a sud, privilegiando naturalmente quei luoghi dove il basket si era profondamente inserito nella cultura dei giovani sportivi e non solo.

Naturalmente non poteva mancare la tappa di Varese.

La formula di partecipazione di questo torneo era semplice: chi vinceva il raggruppamento della città disputava la finale nazionale in una località scelta dall’organizzazione. Come si può immaginare la partecipazione dei ragazzi e ragazze, suddivisi in tre (o forse quattro?) categorie fu enorme.

FASE ITALIANA - Ma cosa c’entrano i Moschettieri? Quattro giovani di belle speranze del basket nostrano, prima amici e poi compagni di squadra della poco più che neonata Valceresio, decidono di iscriversi al Torneo con il nome di “I quattro Moschettieri”. In realtà partecipano, il primo anno, a Varese. Le gare si svolgevano nell’attuale piazza del

128

anni di magie

mercato. Vinsero il raggruppamento e andarono alle finali di Riccione.

Esperienza bellissima, soprattutto all’Aquafan, ma non andarono oltre le qualificazioni. Fu invece l’anno successivo che, prima vinsero il raggruppamento di Torino, poi, contro i pronostici di tutti e, soprattutto, contro i colossi di Milano, Caserta, Pesaro e Bologna, stravinsero in una accesa finalissima il titolo Italiano. Abano Terme fu il teatro di questa piccola/grande impresa per la quale quattro sconosciuti ragazzi della Valceresio conobbero gli onori della cronaca: stampa locale, Superbasket ed altri giornali fecero conoscere in tutta Italia Mirko Scardovi, John Mondello, Fabio Fanchini e Paolo Marini.

La firma di Roberto Pacchetti de “La Prealpina” celebra i campioni d’Italia del 3vs3 Reebok Black Top Tour 1994. Cresciuti tra Induno, Arcisate e Cuasso, i “Quattro moschettieri” si imposero su quartetti ben più quotati provenienti dalle principali realtà cestistiche nazionali degli anni ’90…

anni di magie

129

FASE MONDIALE - Ma non era finita.

La formula del torneo prevedeva anche un ultimo raggruppamento che potremmo definire “mondiale”. Nei primi giorni del settembre successivo i “nostri” volarono a Francoforte dove si incontrarono, o ancor meglio, si scontrarono con le rappresentative Russe, Cinesi, Scozzesi, Svedesi; proprio con questi ultimi persero in semifinale l’accesso alla finalissima contro la Lituania. Riportarono in Italia un più che onorevole terzo posto, nonché la foto d’onore con il testimonial della manifestazione: niente meno che Shaquille O’Neal.

Bei ricordi per i ragazzi che da lì in avanti non smentirono le premesse e costituirono per anni le colonne portanti, prima della Valceresio, poi meritatamente, di squadre militanti in categorie superiori.

Sopra, sempre Pacchetti, descrive invece il terzo posto ottenuto nella fase “mondiale” in Germania.

Sotto, la foto di gruppo con Shaq, allora in forza agli Orlando Magic.

130

anni di magie

Per semPre con noi…

Arrivati quasi al termine di questo libro è facile constatare la mole di persone che hanno scritto la storia di questa società.

C’è chi lo ha fatto per molti anni e chi invece, per una stagione, o anche solo per qualche istante. Ognuno di noi ha portato il suo fondamentale mattoncino nella costruzione di questa grande casa biancoverde e noi in questa pagina vogliamo proprio ricordare quelle persone che non sono più tra noi, ma che in realtà saranno PER SEMPRE CON NOI in palestra ad Arcisate e non solo…

Siamo sicuri che il 2 Ottobre 2016, durante i festeggiamenti per i 25 anni del Basket Valceresio, ognuno di loro starà sorridendo, tenendo in mano, anche solo per un istante, il proprio - fondamentale - mattoncino biancoverde. Quello che hanno portato CON NOI e PER NOI.

Un grazie a tutti voi: MANUEL CAMPIGLIO, il primo allenatore della Prima Squadra CRISTOFARO SPENNAGALLO, vincitore del primo titolo regionale coi 1977 ANTONIO DE BERNARDI, il nostro “accompagnatore-tifoso” FABRIZIO RESTELLI, il nostro fotografo GABRIELE COVINO, un ragazzo dolce e sempre presente del gruppo 1997 ANNA MARIA MARZOLI (Marini) e LORETTA MAZZINI (Fanchini), le mamme più tifose, più competenti

giuseppe BAJ “Il basket è l'unico sport che tende al cielo. Per questo è una rivoluzione per chi è abituato a guardare sempre a terra”. La frase, di Bill Russell, è una delle più famose sulla pallacanestro e si addice perfettamente a descrivere la più bella storia di “amore” dei 25 Anni del Basket Valceresio. Già perché uno dei pochissimi aspetti che non sono cambiati in questo quarto di secolo è il nome sulla maglia biancoverde, quello della BAJ, la Coperture Alluminio Baj Giuseppe. L’azienda di Arcisate che, progettando e costruendo tetti e coperture, tende anch’essa al cielo, come il basket. Un cielo dove, ormai, le albe e i tramonti si susseguono da un quarto di secolo, realizzando un’eccezione nello sport, dove gli sponsor cambiano come il cielo di aprile e i fedelissimi sono episodi più unici che rari: dai trent’anni della Benetton a Treviso ai venti anni fra Inter e Pirelli. Per la BAJ sono 25 Anni in cui, come si ama ricordare, il suo contributo sostanziale ha dato un “tetto sicuro” sotto cui migliaia di bambini e ragazzi hanno potuto giocare a pallacanestro. Chi per spiccare il volo verso la Serie A, chi, come ama ricordare il signor Beppe, ancora oggi instancabile guida dell’impresa da lui fondata, “per avere un’opportunità per rimanere lontano dalla strada”.

Il primo approccio con la pallacanestro avvenne per motivi di lavoro, quando Giovanni Borghi, chiamò Giuseppe Baj per costruire le coperture dello stabilimento di Cassinetta di Biandronno.

“Erano i capannoni della Ignis – racconta l’imprenditore arcisatese – laddove si costruivano gli elettrodomestici del boom economico italiano. Fu un’impresa titanica, perché coprimmo 170.000 metri quadri di superficie che sarebbero più di 400 campi da basket. Ancora oggi è l’installazione di cui vado più orgoglioso. Proprio nella conoscenza con il cumenda, iniziai a conoscere un po’ la pallacanestro. Ogni tanto mi raccontava delle imprese della Ignis Varese e capitava che, nella mensa di Cassinetta, si pranzava coi giocatori, Dino Meneghin, Aldo Ossola e gli altri”. Passarono più di vent’anni e poi la palla da basket “rimbalzò” ancora una volta una nelle mani del Baj. Stavolta però fu per sempre: “Venne da me Paolo Comi, l’allora presidente del Basket Valceresio e mi chiese se volevo provare a dare una mano come sponsor alla neonata società. Ci conoscevamo bene, ho provato e non mi sono mai pentito. Oggi sono molto contento e soddisfatto e penso di proseguire, soprattutto vedendo la felicità dei ragazzi nel praticare questo sport”. Baj in questi anni si è rivelato essere una guida presente, discreta e fondamentale per il movimento della pallacanestro varesina e lombarda: “Purtroppo – ricorda ancora – gli impegni di lavoro e della famiglia non mi permettono di seguire costantemente le squadre ma, quando partecipo alle partite e agli eventi, mi diverto sempre molto. Noto in particolare uno spirito di amicizia e una voglia di stare insieme di cui sono fiero. Sono orgoglioso anche leggendo la Prealpina che titola sulle vittorie della BAJ e da qualche anno ho due motivi in più per essere maggiormente tifoso: i miei nipoti Davide e Gabriele giocano coi colori biancoverdi. La volontà è quindi di proseguire. Magari per altri 25 Anni”.