Maurizio Cilli - WORKS - portfolio 2009 2014

MAURIZIO CILLI alcuni dei miei lavori dal 2009 al 2014

rèfiguration drômoise 2009 - 2012 cabinet de consultation réécrire le Palais Ideal réécrire le Palais Ideal - oracle Horloge a eau pour la Drôme des Collines

GBC – Gift Beyond Charity, 2012 - 2013 Diorama Stupefacio, lecture performance, 2013 -2014

MAURIZIO CILLI (1963, vive e lavora a Torino) Maurizio Cilli, architetto e artista, ha curato diversi progetti volti alla riqualificazione dello spazio urbano. Ha operato direttamente o creando occasioni per giovani artisti o coinvolgendo personalità importanti a interrogarsi sulla città di Torino. Ogni sforzo è teso a contrastare quello che spesso si può riconoscere come “deficit espressivo del paesaggio antropizzato” (riflessioni intorno a un modus operandi, Cilli). Al suo antipodo ciò che l’autore definisce “narratività” propria dei luoghi, prezioso nutrimento a servizio del progetto, secondo una pratica di indagine e interpretazione delle vocazioni e dei significati dei contesti.

In Refiguration drômoise (installazioni, fotografie, 2010-2012) l’artista sperimenta la metodologia del filosofo Ricoeur in una ricerca per la costituzione di un fondo documentale sul dipartimento della Drôme des Collines (2009 – 2012 Cabinet de consultation). Tale processo si propone di ritrovare le tracce emergenti dall’indagato tessuto iconografico di riferimento, le quali, in un ottica di critica allo strutturalismo, sottendono significati ulteriori rispetto al solo diretto senso manifesto, possibile punto di partenza. Trattandosi perlopiù di materiale a carattere storico legato a questo luogo, esso è ricco di connotazioni spaziali e temporali. Le due dimensioni insite negli oggetti (o spazi) messi in mostra forniscono il campo per tessere narrazioni che indichino allo spettatore una via interpretativa per il luogo considerato, giocando col rapporto tra costruzione e contesto culturale e geografico dei monumenti. In questo caso la singolare opera di Cheval, il Palais Idéal a Hauterives, viene mostrata allo spettatore coinvolgendolo in un dialogo con il luogo, messo in moto da immagini e narrazioni trasmesse da un dispositivo Bluetooth al suo smart phone o tablet. Questi elementi sono utili a riconsiderare lo spazio attraverso suggestioni che fanno parte di un raggio temporale che va oltre la contingenza, aggiungendo alla percezione del luogo fisico uno spazio erratico mentale che ha dette narrazioni, e gli oggetti che compongono i collage ad esse associati dall’artista, come fondamenta. Viene esplicitata la contemporaneità dell’opera attraverso la sua “vitalità espressiva” (réécrire le Palais Idéal). Il riferimento spaziale si fa tempo anche nello scarto tra le cartoline di fine XIX secolo e XX di Valence accostate a scatti fotografici dell’artista che ne propongono dettagli dell’attualità (iconographie valentinoise). Infine l’Horloge à eau pour la Drôme consta dei disegni del progetto di un’installazione fatta di dodici grandi ampolle di vetro percorse da un flusso continuo d’acqua, opera simbolica che è spunto per una riflessione sull’importanza dello scorrere del tempo biologico, qui condensato fisicamente, simbolo che evoca la natura geologica originaria e la memoria identitaria del territorio della Drôme.

Gift beyond charity (2012, installazioni, fotografie, performance), nato in seno al programma di residenza di viadellafucina in collaborazione con la Compagnia di San Paolo, è un progetto che nasce dal lavoro con la collega greca Mary Zygouri, artista performativa che condivide l’interesse per gli interventi pubblici. Partendo da un passo de La giornata dello scrutatore di Italo Calvino, il duo si concentra sulla Casa della Divina Provvidenza di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, a Torino, luogo che ha un errato e laconico inquadramento nell’immaginario della comunità che lo ospita, portato avanti da anni di chiusura tra i due ambiti che fa del primo una città-nella-città. L’idea è quella di riconsiderare il concetto di “dono”, non inteso come carità, percepita come “inaccettabile conferma dello status quo di chi la riceve” (GBC, Ricuperati G.), ma come fenomeno capace di togliere l’uomo dal circolo e ricircolo dell’utilità grazie alla sua gratuità. Un’immagine di speranza, simile a quella fotografata da Calvino nel descrivere “l’ora perfetta” l’aiuto reciproco tra persone svantaggiate, viene ricercata attraverso la collaborazione come volontari all’interno dell’istituto da parte dei due artisti, i quali producono una documentazione che ne sia testimonianza fuori, ponendosi come esempio per riflettere in scala maggiore sui concetti di reciprocità e democrazia in un momento difficile per entrambi i Paesi natii dei due autori.

Nell’indagare il rapporto dell’uomo con lo spazio, il lavoro città IKEA (2013, percorso) è la definizione di un percorso “consapevole”, intendendo con questa definizione il camminare come la maniera più diretta per entrare in connessione con un territorio nel tentativo di ordinarne il caos e riconoscerne le peculiarità. Si tratta di un esercizio di promenadologia, pratica teorizzata dal medico, economista e sociologo Lucius Burckhardt, un approccio che si pone come esperienza estetica al servizio dell’architettura e del paesaggio, ambiente dove l’uomo riconosce i vari oggetti ivi situati, che sono in rapporto simbolico o funzionale con le proprie vocazioni ambientali e restituiscono significati, toponimi, a colui che li decifra. Gli “zonzi” (città IKEA, esercizi di promenadologia ai margini dell’area metropolitana, Cilli) dell’artista interessano la frontiera urbana tra Torino, Pianezza e Collegno, scenario di campi aperti e passaggi fluviali ferito da interventi urbani come il distretto commerciale attorno alla nuova sede dell’Ikea

rèfiguration drômoise, 2009 - 2012 cabinet de consultation Musée international de la Chaussure, Romans mostra personale curata da art3 centro d’arte contemporanea a Valence, con il sostegnodella région Rhône-Alpes, del département de la Drôme (aide à la création) e Fondazione CRT di Torino

rèfiguration drômoise, 2009 - 2012 réécrire le Palais Ideal

rèfiguration drômoise, 2009 - 2012 réécrire le Palais Ideal, oracle

rèfiguration drômoise, 2009 - 2012 horloge a eau pour la Drôme des collines maquette

G.B.C. Gift Beyond the Charity di Maurizio Cilli e Mary Zygouri Installazione site – specific presso K-Hole – Torino, luglio – novembre 2012-11-08 nell’ambito di viadellafucina A.I.R. - anno I programma di residenza per artisti – 1^ edizione – 2012 a cura di Kaninchen-Haus nell’ambito del bando Generazione Creativa della Compagnia di San Paolo

Eco e Narciso Stupinigi fertle Nel biennio 2013-2014 Eco e Narciso collabora al progetto Stupinigi fertile, definendo il programma artistico a cura di Rebecca De Marchi.

Il progetto Stupinigi fertile ha come obiettivo la valorizzazione del patrimonio rurale e agricolo del sistema territoriale di Stupinigi, per ridefinire l’unità semantica di un paesaggio che, nonostante le sue alterazioni, sorprende ancora per eccezionalità e coerenza. L’agricoltura è stata scelta come elemento fondante intorno al quale ritrovare una coscienza di luogo condivisa, che inneschi sinergie tra risorse agricole, cittadini, beni patrimoniali, economia e fruizione dei beni storico-artistici del territorio.

Molte le attività, dalla creazione di uno spazio di accoglienza nei poderi, all’agricoltura sociale, alla realizzazione di interventi artistici che rivestono un ruolo di cucitura tra le varie azioni previste dal progetto.

Si confida nella ricerca artistica contemporanea come grimaldello capace di svelare ciò che è sedimentato a Stupinigi, di problematizzare tematiche socio-economiche perseguite a Stupinigi e di valenza più generale, di dare spazio alla dimensione etica ed estetica, di prefigurare un senso, una rosa di sensi, per abitare quel lembo di terra (dove chi abita è inteso contemporaneamente – nel senso dell’attualità e della coesistenza – nell’accezione di residente, cittadino, visitatore).

In modo indiziario gli artisti si muovono ricercando tra i documenti storici, raccogliendo testimonianze, percorrendo il paesaggio, analizzando le strutture sociali del passato e interrogando quelle del futuro condizionale, prendendo in considerazione la sua storia tra la componente aulica e quella quotidiana, misurandosi con la potenzialità del patto tra dimensione rurale e urbana, sperimentando percorsi di cittadinanza, facendo dialogare la cultura materiale e quella immateriale del territorio. Da questa analisi gli artisti hanno tratto degli spunti per offrire, attraverso la produzione artistica, mezzi per inaugurare una rinnovata percezione e fruizione dei luoghi.

Gli artisti invitati sono Maurizio Cilli, Andrea Caretto e Raffella Spagna, Francesco Gabrielli, Marzia Migliora, Sandrine Nicoletta, Anna Scalfi Eghenter e il fotografo Giuseppe Moccia, uniti dall’attitudine comune di concedere un’attenzione particolare alla dimensione relazionale, al coinvolgimento nella definizione delle opere degli abitanti, delle istituzioni e delle associazioni locali, elemento importante per il contesto di Stupinigi perché corrisponde all’urgenza di considerarlo come bene comune.

Attraverso la loro ricerca gli artisti invitati declinano in base alla propria poetica la dimensione naturale e culturale di Stupinigi: dall’analisi documentale della storia in stretta connessione con il territorio condotta da Maurizio Cilli, poi tradotta in dispositivi di archiviazione; all’esplorazione della relazione tra le forme animate e inanimate che abitano un ambiente alla base della ricerca e della pratica di Andrea Caretto e Raffaella Spagna; all’ascolto sensibile prestato da Marzia Migliora alla memoria collettiva, così come al vissuto privato, che sottende un impegno sociale, che a Stupinigi lavora con l’attore e danzatore Francesco Gabrielli a un’opera che trova il suo cardine nell’agricoltura; all’indagine di Sandrine Nicoletta incentrata sulla condizione psicofisica dell’uomo e l'analisi del suo rapporto con gli spazi che attraversa, ricercando un rapporto dialettico con lo spazio naturale e con il pubblico; alla sperimentazione che Anna Scalfi Eghenter conduce sui sistemi organizzativi, muovendosi tra le maglie delle regole e delle norme per generare scarti percettivi e relazionali nelle dinamiche sociali e di comunità. Infine Giuseppe Moccia fotografo che approfondisce le tracce materiali e sociali del paesaggio antropizzato.

Š

Maurizio Cilli maurizio.cilli@gmail.com