Il campo magnetico é un campo fondamentale? La teoria della relativitá ristretta nacque con l’intento di porre chiarezza sulla questione dell’elettrodinamica. Elettricitá e magnetismo, visti fino ad allora come due fenomeni di natura diversa (seppur relazionati tramite le equazioni di Maxwell) vennero riuniti sotto l’unico concetto di campo elettromagnetico. Ci proponiamo ora di indagare sulla natura di questa unificazione dal punto di vista fisico oltre che concettuale. É noto che i campi elettrici sono generati da cariche elettriche, mentre i campi magnetici sono generati dalle correnti. Si noti ora come una corrente non sia altro che un fluire di cariche elettriche nel tempo: basterebbe ció per concludere che un campo magnetico sia solo una speciale forma di campo elettrico? Trascurando per il momento la questione assai piú ardua della magnetizzazione della materia (non indagheremo cioé sulla magnetostatica delle calamite e sulla teoria delle sostanze magnetiche) occorre riflettere sul concetto stesso di campo magnetico. In genere si dice che in una certa regione di spazio "esiste" un campo magnetico se e solo se addentrandovi una particella in moto carica elettricamente o un filo percorso da corrente, in una direzione non parallela al campo, questi vengono deviati. Il concetto essenziale risiede nel fatto che sia le correnti ( che sono cariche elettriche in moto) sia le particelle cariche, affinché vengano deviate, dovranno muoversi relativamente al campo magnetico. D’altra parte noi siamo costretti a postulare l’esistenza di tale campo proprio al fine di giustificare queste deviazioni. Senza dimenticare che queste particelle sono in moto uniforme relativamente anche a noi, in che modo potremmo giustificarci la loro deviazione se ci muovessimo alla loro stessa velocitá nella loro stessa direzione, dal momento che a questo punto ci apparirebbero ferme? É chiaro che tale situazione non poteva essere soddisfacente, poiché veniva a crearsi una asimmetria importante nelle leggi fisiche, che presupponevano, erroneamente, il moto assoluto. L’elettromagnetismo classico era descritto dalle equazioni di Maxwell, ma andava re-interpretato alla luce delle nuove idee sul moto relativo. In linea con il principio di relativitá, queste equazioni devono avere la stessa forma in tutti i sistemi di riferimento inerziali. A questo punto é opportuno introdurre lo spazio di Minkowski a 3 + 1 dimensioni (una dimensione temporale e tre dimensioni spaziali) definito dalle coordinate xu = (x0 , x1 , x2 , x3 ) ≡ (ct, x, y, z) dove c é la velocitá della luce e t é il tempo. Considerati due punti A e B in questo spazio, ed esprimendo il vettore d~x congiungente i due punti attraverso basi diverse e componenti controvarianti, ad esempio d~x = ~eα dxα = ~eβ dxβ il modulo quadro della distanza tra A e B é dato dal prodotto scalare di d~x con se stesso ds2 = d~x · d~x = (~eα · ~eβ )dxα dxβ = gαβ dxα dxβ Nell’ultimo membro si utilizza la convenzione di Einstein secondo cui due indici ripetuti (α, β) si intendono sommati. Lo scalare gαβ sono le componenti del tensore metrico di questo particolare spazio. Per esempio in un normale spazio cartesiano a tre dimensioni possiamo indicare le basi vettoriali con i versori cartesiani (ortogonali tra loro) ~eα = ~eβ = ˆı + ˆ + kˆ 1