Manuale Metodo Grimaldi

Vigna d’Élite ® metodo Grimaldi

MANUALE DI ISTRUZIONI Un sistema moderno ed efficace per gestire un vigneto a controspalliera

Testi: Maurizio Gily Disegni e Immagini: Albino Grimaldi, Matteo Grazioli Impaginazione: Matteo Grazioli

ATTENZIONE: La presente pubblicazione ed ogni sua singola parte, testuale o iconografica, sono tutelate dalle norme sulla proprietà intellettuale e destinate unicamente agli utilizzatori del sistema “Vigna d’Èlite”.

Sono tassativamente vietate la riproduzione, in qualsiasi forma e la diffusione, con qualunque mezzo, di qualunque contenuto presente in questa pubblicazione. I trasgressori sarrano perseguiti a norma di legge.

INDICE Pagina 5 1. Peché Vigna d’É lite

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Scelta dei Fili

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Posa delle forcelle traslabili

7 2. Come funziona il metodo Grimaldi

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Montaggio dei fili

8 3. I materiali e l’impianto

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Posizionamento e montaggio fili e tendifili

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Accorgimenti per vigneti in forte pendenza Primo tensionamento dei fili

Tabella: i tempi di lavoro

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La forcella tendifilo traslabile

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Primo, la sicurezza

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Le testate

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I pali intermedi

19

20

11

Il tracciamento dell’impianto

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Autunno-inverno

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Asole dei pali intermedi

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Sganciamento dei fili

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La posa delle testate

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Primavera-estate

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Impianti a ritocchino

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4. Vigneto in produzione

5. Un sistema a basso impatto ambientale

Nebbiolo nella zona del Barolo (Grinzane Cavour CN). Da notare la fascia grappoli completamente libera da fili e l’andamento rettilineo dei germogli.

PERCHÈ VIGNA D’ÉLITE ln agricoltura, e in viticoltura, alcune innovazioni meccaniche e ingegneristiche, a prima vista anche geniali, non tengono nel dovuto conto il fatto che si opera su un ecosistema complesso e fragile, formato da piante vive. Esse hanno specifiche esigenze fisiologiche, le quali, a loro volta, devono incontrare i nostri obiettivi di qualità: non produciamo “pezzi” qualsiasi ma vini di pregio. Il sistema che qui presentiamo è stato messo a punto su vigneti destinati alla produzione di Barolo DOCG. Perciò le innovazioni che servono davvero sono quelle che mettono insieme risultati meccanici, economici, agronomici ed enologici. Il sistema che qui presentiamo ha precisamente queste caratteristiche.

LE IDEE SEMPLICI SONO LE MIGLIORI La palizzatura dei vigneti a spalliera (termine tecnico che significa accompagnare verso l’alto i germogli divite, evitando che ricadano verso il basso) è stata affrontata dai viticoltori del mondo adottando metodi diversi, sulla base dei materiali e delle tecnologie in ogni tempo disponibili, puntando verso una sempre maggiore efficienza e risparmio sui tempi di lavoro.

Il metodo dei fili accoppiati e mobilizzati, introdotto negli ultimi decenni, spesso insieme ai pali metallici con asole preformate, ha rappresentato per il vigneto un’innovazione importante, che trova nel brevetto “Vigna d’Èlite” la sua più moderna ed efficiente evoluzione. Infatti i principali vantaggi del metodo Grimaldi “Vigna d’Èlite” sono: 1. la forte riduzione dei tempi di lavoro, che rende, da questo punto di vista, la palizzatura manuale confrontabile con quella a macchina, ma senza averne gli inconvenienti e i costi (vedi tabella al fondo di questo capitolo); 2. l’elevata qualità del risultato, che, come vedremo, si traduce in qualità del frutto e minimo scarto, grazie al microclima ottimale che si instaura nella fascia dei grappoli, e quindi del vino che ne deriva 3. La semplicità di realizzazione, che non prevede accessoristica sui pali intermedi ma solo sui pali di testata, facilitando la raccolta ed evitando qualunque intralcio e distacco di materiali anche nel caso di vendemmia meccanica; 4. La realizzazione di un vigneto staticamente molto stabile, grazie alla elevata tensione dei fili, mantenuta costante per tutta la stagione e nel corso degli anni.

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L’UOVO DI COLOMBO Il metodo “Vigna d’Èlite” è stato inventato da Albino Grimaldi, un viticoltore-inventore della zona del Barolo, con una lunga esperienza nella meccanica, e messo a punto nel corso di oltre dieci anni di ricerca e sperimentazione sul campo. Si basa su un’idea molto semplice, che risolve tutti i principali limiti dei sistemi a “fili accoppiati”.

I TEMPI DI LAVORO Il risparmio sui tempi di lavoro è un punto di forza del sistema, anche se non è l’unico, come spiegheremo meglio nelle pagine successive. I dati presentati in questa tabella sono disponibili sulle pubblicazioni tecniche e scientifiche a cui si fa riferimento. Dove non è citata una fonte bibliografica il dato è stimato (Studio Gily). Si tratta di indicazioni di massima, per un vigneto con distanza tra i filari di 2,5-2,7 metri.

Ore per Ha per Anno

Gestione Tradizionale

Palizzatura Germogli

110 CNR*

Fili Mobili Accopiati Palizzatura a Macchina (gestiti correttamente) Potatura Manuale 9 CNR* (consigliata 30 Smart** finitura a mano +10)

113 CNR*

70-80 (Vigneto Cimato) 70-80 (Vigneto Cimato)

Potatura Secca Straciatura Manuale Rimozione e Smaltimento Cordini Totale

Metodo Grimaldi Vigna d’Élite 20 Univ. To*** 50-60 Univ. To*** (Vigneto Cimato)

10 223

100-110

89-109

70-80

*CNR, Centro Meccanizzazione Agricola, Torino, 1998 **R.Smart, Pratical Winery and Vineyard, Sonoma, California, 2009 ***V.Novello, Università di Torino e D. Dellavalle, Vignaioli Piemontesi, 2008, ricerca finanziata da Regione Piemonte

Nel caso della palizzatura a macchina, se potatura e stralciatura venissero fatte anche esse a macchina, cosa possibile con il cordone speronato, il totale della colonna cambierebbe ma la voce “rimozione cordini”, un rifiuto laborioso da smaltire, rimarrebbe immutata. In ogni caso una potatura meccanica a cordone speronato, opportunamente rifinita a mano, richiede 25-35 ore per ettaro: il risultato finale perla vigna più meccanizzata sarebbe quindi di 60-70 ore/uomo/ettaro, del tutto confrontabile con una “vigna d’élite” non meccanizzata, anche se cambia la ripartizione delle ore nel corso delle stagioni.

Nelle pagine seguenti spiegheremo in cosa consiste la “vigna d’élite”, come si realizza e come si gestisce.

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2. COME FUNZIONA IL METODO GRIMALDI “VIGNA D’ÉLITE” Il principio è quello di accompagnare la crescita della vegetazione in modo armonico attraverso la traslazione verso l’alto delle coppie di fili che devono contenerla al loro interno.

Contrariamente ad altri sistemi che, pur seguendo lo stesso principio, richiedono di “mollare” e rimettere in tensione i fili ad ogni passaggio, con risultati mai ottimali, il metodo Grimaldi è progettato per mantenere tutti i fili in tensione permanente, spostandoli sempre sotto tensione.

Questo comporta numerosi vantaggi, tra i quali la rapidità di esecuzione e l’andamento sempre rettilineo dei germogli.

Questa operazione viene effettuata due, o al massimo tre volte nel corso della stagione, in dipendenza dal vigore del vigneto e dell’altezza della parete. La palizzatura della vegetazione si completa agganciando i fili alle asole sui pali intermedi.

Si opera esclusivamente a livello dei pali, la vegetazione praticamente non viene toccata.

Il tutto richiede, per un vigneto con filari larghi 2,5 metri, un fabbisogno di ore/uomo/ha, perla palizzatura , non superiore a 15-20 all’anno, per un risultato eccellente.

PERCHÉ È IMPORTANTE MANTENERE I GERMOGLI “DIRITTI”?

1. Per sfruttare meglio la luce e ottimizzare la fotosintesi, in quanto si riduce al minimo l’ombreggiamento reciproco delle foglie e la larghezza della parete; 2. Per avere un microclima ottimale nella zona dei grappoli, favorito, oltre che dall’andamento rettilineo dei germogli, anche dall’assenza di fili e di accessori di “ingabbiamento” in tutta la zona di fruttificazione; 3. Per agevolare la potatura secca, soprattutto nella fase di “stralciatura”, perché i rami, essendo diritti, si staccano con estrema facilità dai fili, favoriti in ciò anche dalla scarsa presenza di viticci ancorati (durante le operazioni estive sui fili mobili molti viticci si distaccano o si rompono). Di massima con questo metodo è richiesto un solo taglio (alla base) per ogni tralcio dell’anno.

4. Per rendere più agevole (con potatura a tralcio rinnovato) la scelta e la posa sul filo di banchina di un capo a frutto, il quale, se il tralcio è di lunghezza opportuna, non richiede legatura.

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3. I MATERIALI E L’IMPIANTO LA FORCELLA TENDIFILO TRASLABILE

E’ il cuore del sistema. La “v” della forcella abbraccia il palo di testata (quello da noi consigliato è un tubolare in acciaio, ma il sistema è adattabile ad altri tipi di testata), mentre le sue estremità distali sono attraversate e unite da un perno. ll perno ha due fori, dove si incastrano i fili accoppiati. Per tendere i fili si fa ruotare il perno con una piccola leva, che viene poi bloccata con un singolo, semplicissimo movimento una volta raggiunta la tensione desiderata.

Con la testata a tubolare la traslazione della forcella verso l’alto o verso il basso, senza ridurre la tensione dei fili, e agevole e richiede poca forza: la si può fare a mano oppure con l’aiuto di un traslatore a rullo tascabile, fornito in dotazione.

Palo di testa

Collare Smontato

Piastra contropalo

Collare montato su contropalo 9

PRIMO, LA SICUREZZA Il metodo Grimaldi Vigna d’Èlite è studiato e testato per essere particolarmente sicuro nel prevenire qualunque tipo di infortunio, e questo è un altro dei suoi vantaggi. Tuttavia quando si lavora con fili e sistemi in tensione, soprattutto nelle fasi di montaggio, ‘e sempre necessario operare nelle condizioni di massima sicurezza: si raccomanda quindi di usare attenzione e concentrazione, di indossare indumenti e calzature adeguate, guanti da lavoro e occhiali antinfortunistici!

Ricordare inoltre che, per la sicurezza, i fili di sostegno, soprattutto quelli traslabili, non devono avere giunzioni!

Come già detto l‘elemento principale dell‘impianto “Vigna d’Elite” è la forcella traslabile, e può essere adattata a diversi tipi di impianto e di pali di testata, quindi anche all‘installazione su impianti già esistenti, con ottimi risultati. Per chi realizza un nuovo vigneto gli anni di sperimentazioni sul campo ci portano a consigliare, per la palificazione, alcuni materiali che, in base alla nostra esperienza, danno i migliori risultati per efficienza, economia e ottimizzazione dei tempi di lavoro.

Coloro che intendessero utilizzare materiali diversi da quelli qui indicati per la palificazione, o adattare impianti già esistenti, senza rinunciare ai vantaggi del metodo Grimaldi “Vigna d’Elite”, potranno contattarci e studieremo insieme le migliori soluzioni in base alle caratteristiche del vigneto o del progetto, e potranno venire in Piemonte a visitare impianti diversi (con pali in legno, acciaio etc.) che sono stati adattati a questo scopo e sono perfettamente funzionali.

I materiali che qui proponiamo, con i rispettivi parametri dimensionali, sono studiati per un vigneto a spalliera vigoroso, con parete vegetale alta 1,50 metri 0 più, e pali di testata alti 1,90-2 metri fuori terra. Su vigneti di minor sviluppo o vigore è possibile, eventualmente, modificare alcuni parametri, anche se in linea di massima questi standard vanno bene per la maggior parte dei vigneti italiani. Nel caso di vigneti poco vigorosi si può giocare sull‘altezza fuori terra e la distanza reciproca dei pali interni.

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LE TESTATE Siccome tutto il sistema si basa su una buona tensione dei fili di sostegno, la robustezza e la stabilità dei pali di testata è un requisito fondamentale. Ma, per economia ed efficienza, essi non devono essere inutilmente pesanti e/o ingombranti.

Parliamo di pali di testata ma in realtà la testata si compone di due elementi di pari importanza: un palo e un contropalo: soluzione che preferiamo e consigliamo rispetto a quella del tirante, perchè non crea ingombro (e relativo rischio di rottura} sulla capezzagna, permette di sfruttare meglio la superficie disponibile per la produzione e consente un’ottima stabilità a tutto il sistema. Inoltre il tirante presuppone l’inclinazione del palo di testa, mentre il nostro metodo lo richiede verticale: a questo si può comunque ovviare con appositi adattamenti.

NON È LA DIMENSIONE DEL PALO, MA LA GIUSTA ACCOPPIATA PALO-CONTROPALO, CHE TRASFERISCE SUL TERRENO TUTTO LO SFORZO DELLA TRAZIONE, A RENDERE LA TESTATA FORTE STABILE Dopo diversi anni di prove abbiamo messo a punto un’accoppiata che funziona egregiamente in tutti i tipi di terreno, in pianura come in pendenza: PALO DI TESTA: un tubolare in acciaio zincato di buono spessore, con un terminale, quello da infiggere nel terreno, schiacciato a mo’ di punta di scalpello; CONTROPALO: si compone di un ASTA TUBOLARE IN ACCIAIO ZINCATO e di una PIASTRA IN ACCIAIO (foto), che ha il compito di scaricare al suolo tutta la tensione del filare. I due elementi vengono uniti con un semplice incastro al momento della posa. ll palo di testa e il contropalo sono uniti tra loro al momento dell’impianto tramite un COLLARE SNODATO.

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I PALI INTERMEDI Si consigliano pali metallici con asole preformate. Esistono diversi tipi di palo, e diversi tipi di asole, normalmente posizionate a coppie alla distanza di 10 cm l’una dall’altra. l pali devono essere abbastanza robusti per sopportare il carico e questo dipende dalla tipologia del vigneto e dalla distanza reciproca trai pali, per cui è difficile dare indicazioni precise. Consigliamo distanze tra i pali comprese tra 4 e 6 metri, tenendo presente che la gestione della palizzatura viene effettuata solo sui pali, quindi meno pali vuol dire meno ore di lavoro e più efficienza, e questo vale anche per le lavorazioni sottofila e per la vendemmia meccanica. La tensione elevata dei fili nel sistema “vigna d’élite” evita l’effetto “catenaria”, cioè il cedimento del filo verso il basso a metà tra i due pali, anche nel caso di pali piuttosto distanti. D’altro canto in un vigneto molto vigoroso e produttivo, soprattutto se in zone soggette a forti venti, una distanza eccessiva tra i pali può avere controindicazioni.

ESEMPIO DI TRACCIATURA E SQUADRATURA Delimitazione Capezzagne

Palo di Testa Primo interpalo m. 2,70-2,80

IL TRACCIAMENTO DELL’IMPIANTO Per un buon funzionamento del sistema esiste una distanza fissa” tra il palo di testa e il primo palo intermedio, e tale distanza è 270-280 cm (in pratica la minima distanza utile per alloggiare il contropalo); i pali successivi invece si posano, di norma, “in quadro”, cioè allineati lungo linee trasversali al filare e alla distanza prescelta.

Quindi la distanza variabile per la “quadratura” del vigneto non deve essere quella tra il palo di testa e il primo palo intermedio, come avviene di solito negli impianti di vigneto, ma tra il primo e il secondo palo intermedio (vedi figura).

Cosi il sistema lavora in modo ottimale.

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ASOLE DEI PALI INTERMEDI Molto importante è la forma delle asole: i fili mobili si devono poter sganciare facilmente, possibilmente con una mano sola, ma sganciarsi difficilmente da soli. Quindi ottimale è avere asole di tipo diverso per i fili fissi e mobili.

Per i fissi, in particolare quello di sommità, vanno bene le asole a taglio obliquo, che si presentano, viste di fronte, con una forma a N; per i fili mobili sono consigliabili invece asole del tipo illustrato nella figura, che bloccano il filo sia verso l’alto che verso il basso ma consentono di sganciarlo facilmente con un doppio movimento, verso l’alto e verso l’esterno.

A

B

La presenza di un gancio rovesciato nella parte inferiore dell’asola, come si vede nel tipo B, migliora le prestazioni riducendo ulteriormente il rischio di sganciamento accidentale.

Le asole di questo tipo (ne esistono sul mercato diverse varianti) sono quelle consigliate per i fili mobili.

Quindi la configurazione ideale del palo intermedio prevede asola a taglio obliquo per il filo di sommità (l’ultima asola in cima la palo) e asola di tipo “H” (visone frontale) “C” (visione laterale) per tutti gli altri.

Se questo non fosse possibile è preferibile avere tutte le asole da “C”piuttosto che a “N”.

Gancio a “N” Il filo non si sgancia da solo Difficile da sganciare (2 mani).

Gancio ad “H” Facile da sganciare Non trattiene il filo verso l’alto in caso di sgancio accidentale 13

Gancio a “C” Facile da sganciare, trattiene filo anche con sgancio accidentale. Ottimo per aggancio fili traslabili.

POSA DELLE TESTATE II palo di testata viene posato tramite un piantapali a pressione o un escavatore, senza buca, interrandolo per un terzo dell’altezza (o più). La punta appiattita a scalpello deve andare a infiggersi al di sotto del livello dello scasso, considerato indicativamente 90-100 cm. I pali di testa vanno posati con un leggero angolo verso l’esterno, disassando l’estremità superiore di circa 10 cm rispetto al punto di ingresso nel suolo. Nel caso di profilo convesso del filare (gobba nel centro) il paolo di testa va posato verticale.

POSA DEL CONTROPALO 10-15 cm di inclinazione, in base alla compattezza del terreno 10 cm

1. In azienda si incastra la piastra ad una estremità del contropalo e si monta il collare di giunzione che unirà il contropalo al palo di testata;

5. Si infigge la piastra nel terreno con pochi colpi di mazza sul “collo” del contropalo;

Filo di Banchina Zincato Ø2.00 (FISSO)

3.00 m

4. Si leva un poco di terra, non troppa, con una zappa in corrispondenza del ”collo” del contropalo, che andrà poi interrato. In prossimità della piastra non va scavata nessuna buca;

Fili Traslabili Acciaio Inox Ø1.40

1.10 m

3. Si presenta la piastra a terra, allineando bene il contropalo al palo sull’asse del filare;

1.90 m

2. Sul campo: si collega il contropalo al palo di testata e si stringe il collare;

Filo di Sommità Zincato Ø2.00 (FISSO)

270 - 280 Cm

6. Si riporta la terra smossa al suo posto e si compatta La lunghezza standard del palo di testa è di 3 metri, normalmente 1,10 metri è la parte che viene infissa nel suolo. La punta a scalpello penetra facilmente anche nel terreno duro e sassoso. Nel caso in cui si desideri un’altezza minore è possibile piantare il palo a maggiore profondità.

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IMPIANTI A RITOCCHINO (DA MONTE A VALLE) Nei vigneti disposti a rittochino, cioè con i filari orientati da monte a valle nel senso della pendenza, il palo di testa non deve essere piantato verticale ma a circa 90 gradi rispetto alla linea di inclinazione del pendio. Il sistema palo-contropalo assicura comunque la stabilità della testata. In pratica i fili devono essere sempre perpendicolari ai pali di testa per assicurare il mantenimento della tensione durante la traslazione. I pali intermedi si pianta no verticali {vedi figura) 80°- 85°

90°-100°

ANGOLATURA DI INFISSIONE PALI DI TESTA INTERPALI INFISSI VERTICALMENTE

PROFILO COLLINARE - INCLINAZIONE DEI PALI DI TESTATA AL MOMENTO DELLA POSA Cm Fuori Piombo

Gradi di Inclinazione

0 +/- 2

90°

8 +/- 10

94°

4 +/- 6

92°

12 +/- 14

96°

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SCELTA DEI FILI Come noto esistono diversi tipi di filo per vigneto. Robustezza, resistenza alla corrosione, durata sono requisiti sempre importanti. Ai nostri fini interessano anche altre caratteristiche: 1. Resistenza all’allungamento, sotto sforzo e per dilatazione termica; 2. Scorrevolezza superficiale, che dipende dalla rugosità della superficie. Deve essere massima per i fili mobili, per minimizzare l’ancoraggio dei viticci. Deve essere media per i fili fissi, per consentire ai viticci di attaccarsi (filo superiore) e limitare il rischio di rotazione del capo a frutto {filo di banchina).

Considerate queste necessità e sulla base dell’esperienza di campo i fili consigliati per questo tipo di impianto, per un filare di lunghezza ordinaria (5O-150 metri) sono: - Fili fissi (primo e ultimo): acciaio a zincatura pesante da Ø 2 mm; - Fili mobili (accoppiati): acciaio inox AISI 304 Ø 1,4 mm

TENSIONE INDICATIVA DEI FILI - Filo di banchina: 50-60 kg (filo molto teso) - Prima coppia: 30-40 kg (filo teso, lieve cedimento a pressione della mano) - Seconda coppia: 30-40 kg 30-40 kg (filo teso, lieve cedimento a pressione della mano) - Filo superiore 20 kg (filo teso ma non troppo) 16

POSA DELLE FORCELLE TRASLABILI MONTAGGIO DEL TENDIFILO SULLA FORCELLA 1°. Avvitare il perno tenditore 2 nel foro filettato A della leva 2°. Bloccare la forcella sul palo di testata con l’apposita pinza; 3°. Unire il gruppo leva-perno tenditore alla forcella infilando quest’ultimo nei due alloggiamenti B della forcella; 4°. Far passare il bullone di arresto tra i due alloggiamenti C della forcella, nel senso indicato, e avvitare il dado corrispondente fino a metà del filetto, lasciandogli però un certo gioco perché possa scorrere e svolgere così la sua funzione;

1. Leva 2. Perno tenditore 3. Forcella 4. Bullone di arresto

A1: foro di ingresso perno tenditore B : asola di alloggiamento perno tenditore C : alloggiamento per il bullone di arresto

1.

3.

A

2.

C D1

A1 B

D2 17

4.

MONTAGGIO DEI FILI Si utilizza una forcella tendifilo per ogni filo singolo (banchina e superiore) su uno solo dei due pali di testata, e una forcella per ogni coppia di fili mobili su entrambi i pali di testata. Quindi 4 forcelle da una parte (ingresso vigna) e due forcelle (solo per le coppie di fili mobili) sulla testata opposta.

Servendosi di una pinza, piegare a 180 gradi il filo da infilare a 1 cm dalla sua estremità ed infilarlo nei fori del perno tenditore; nel caso di fili accoppiati occorre inserirli entrambi; a questo punto si ruota la leva in senso orario avvolgendo il filo intorno al perno per 3-4 giri, accompagnandolo verso l’interno se filo singolo, verso l’esterno se filo di una coppia.

L’operazione si conclude bloccando la leva contro il bullone di arresto.

Questo sistema consente di tendere il filo a piacere: senza sforzo, senza rischi per l’operatore e senza l’uso di attrezzi.

E consente di riprendere il tensionamento dei fili, se necessario, in qualunque momento, con la stessa facilità.

Sempre senza sforzo, senza rischi e senza attrezzi.

NO FORCELLA BLOCCATA SUL PALO DI TESTA CON L’APPOSITA PINZA. A questo punto si completa il montaggio con perno tendifilo bullone di bloccaccio e inserimento dei fili nel perno tendifilo.

MONTAGGIO CORRETTO DELLA COPPIA DI FILI SULLA FORCELLA TENDIFILO. Dopo aver inserito i capi dei fili nei fori, si ruota la leva in senso orario avendo cura di avvolgere 3-4 spire verso l’esterno.

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FILO SINGOLO MONTATO SBAGLIATO. Montando un filo singolo le spire si avvolgono verso l’interno al contrario dei fili mobili. Avvolgendo le spire verso l’esterno con un solo filo la forcella ruota e il “tiro” è storto.

POSIZIONAMENTO E MONTAGGIO FILI E TENDIFILI TESTATA DI INGRESSO VIGNA

INTERPALO

TESTATA OPPOSTA

Filo di sommità Tendifilo fisso

Palo intemedio visto dall’alto

Tendifili Traslabili

Tendifili traslabili

Fili traslabili Tendifilo fisso

Filo di banchina 19

ACCORGIMENTI PER VIGNETI IN FORTE PENDENZA Nei vigneti disposti a girapoggio o cavalca poggio, cioè con i filari “in traverso” rispetto alla pendenza, è opportuno posizionare il filo singolo di banchina a monte della linea dei pali, per sostenere meglio il carico, e quello di sommità a valle.

Per maggiore comodità è poi opportuno sistemare le forcelle tendifilo con la leva a valle, salvo quella del filo di sommità, che va invece a monte, altrimenti rischia di essere scomoda perché troppo in alto rispetto all’operatore.

Potrebbe accadere in caso di forte erosione da ruscellamento che la piastra del contropalo venga dissotterrata.

Una corretta sistemazione idraulica e una corretta gestione del suolo (drenaggi, inerbimento, realizzazione ciglionetti etc.) dovrebbe bastare a prevenire il problema. Ma, qualora lo scalzamento si verificasse, è sufficiente piantare la piastra più in profondità con qualche colpo di mazza.

PRIMO TENSIONAMENTO DEI FILI Ripercorrere il filare verso l’altra testata agganciando i fili ai pali alle altezze rispettive.

All’altro capo del filare, dopo aver montato i tendifili, tenuti in sede con le apposite pinze, si tirano i fili a mano e si tagliano circa 10 cm oltre il perno; si ripete l’operazione di aggancio dei fili al perno tenditore dopo aver rifilato la lunghezza dei fili e agendo sulla leva si tendono i fili fino alla tensione desiderata.

Infine si bloccherà la leva con il bullone di arresto, come si vede a pagina 17.

I fili delle coppie mobili devono avere esattamente la stessa lunghezza altrimenti, essendo uno più corto dell’altro, si avranno due tensioni diverse e la forcella rimarrà storta.

Nel caso di vigneti con pali di testa in legno, di nuovo impianto o già esistenti, il sistema è facilmente adattabile con l’utilizzo di una guida verticale in tubolare di acciaio zincato. (Vedi foto a lato) 20

4. VIGNETO IN PRODUZIONE, OPERAZIONI ANNUALI VIGNETO A SPALLIERA, A VEGETAZIONE ASCENDENTE, FORMA DI ALLEVAMENTO GUYOT O CORDONE SPERONATO. Orditura dei fili, dal basso verso l’alto: filo di banchina fisso (es. 70 cm dal suolo), due coppie di fili traslabili, un filo superiore fisso a 90 -120 cm dal filo di banchina, a seconda del vigore del vitigno, dalla lunghezza degli internodi etc.

Il sistema è stato testato principalmente su Nebbiolo da Barolo, quindi vitigno vigoroso, con internodi lunghi e portamento ascendente, parete vegetale in piena vegetazione di circa 150- 170 cm di altezza netta.

AUTUNNO - INVERNO I fili traslabili sono in posizione “alta” (dall’estate passata) e così resteranno fino al termine delle operazionei di potatura.

POTATURA E STRALCIATURA: l’orientamento verticale e rettilineo dei germogli che si ottiene con il Metodo Grimaldi, e la scarsa presenza di viticci ancorati, rendeno l’operazione di “stralciatura” estremamente veloce, velocizzano l’intera fase della potatura rispetto sistemi tradizionali.

Nei sistemi a tralcio rinnovato (Guyot) il capo a frutto si può incastrare dietro il tutore della pianta vicina, dopo averlo avvolto a spira lungo il filo di banchina, evitando qualunque legatura.

Qualora si voglia tenerlo più corto, è sufficiente un punto di legatura all’estremità.

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SGANCIAMENTO DEI FILI:

1

2

3

1. Sganciare i fili accoppiati dai pali intermedi e attaccarli, a un estremità del filare, ad una piccola barra distanziatrice (in dotazione) per facilitare lo spostamento della coppia; proseguire per tutto il filare sganciando i fili fino in fondo.

2. Sui pali di testata traslare verso il basso le forcelle, posizionando la prima circa 20 cm sopra il filo di banchina, la seconda 20 cm sopra la prima. Questa operazione si può fare a mano o più facilmente con l’uso dell’apposito traslatore in dotazione.

3. Agganciare i fili, due per parte, alla molla di traslazione posta sul primo palo intermedio, basta fare questo solo sul primo palo intermedio (quello che viene dopo la testata), da una parte e dall’altra. Nel caso in cui il profilo del terreno lungo il filare non fosse piano ma ondulato, è opportuno agganciare i fili mobili anche ad alcuni pali intermedi, per garantire che in questa fase rimangano sempre al di sotto del filo di banchina o che non tocchino a terra.

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PRIMAVERA - ESTATE Si è considerato un vigneto con germogliamento intorno al 1 Aprile, Ma le date sono indicative visto che dipendono dall’annata, dalla latitudine, dalla precocità del vitigno etc. etc.

LA PALIZZATURA IN 3 MOSSE (O DUE*) *Su vitigni/vigneti poco vigorosi, o vitigni con internodi corti, il terzo passaggio non è necessario.

MOSSA 1 (PRIMO PASSAGGIO) Lunghezza del germogli 40-60 cm circa (5-15 Maggio): In questa fase i viticci non si “attaccano” ancora ai fili.

Sganciare le due coppie di fili dal palo dove erano stati agganciati (vedi punto 3 del paragrafo precedente): i fili si posizionano automaticamente all’altezza giusta per “ingabbiare” la vegetazione. Cioè a 20 cm sopra il filo di banchina la prima coppia; a 40 cm la seconda coppia o comunque all’altezza necessaria ad ingabbiare la vegetazione senza superare gli apici dei germogli. Nel primo passaggio NON vanno agganciati a tutti i pali, ma basta farlo ogni 2 o 3 pali, molto rapidamente. Solo se ci sono concavità o convessità occorre agganciare a tutti i pali intermedi per avere il filo sempre all’altezza giusta.

In questa fase è possibili verificare il tensionamento dei fili, al tatto o con un dinamomentro, (vedi pag.15) e se necessario agire sulla apposita leva per aggiustarne la tensione.

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MOSSA 2 (SECONDO PASSAGGIO) Lunghezza dei germogli 60-90 cm (20-30 Maggio): Traslare verso l’alto entrambe le coppie di fili, per la tratta necessaria ad ingabbiare la nuova vegetazione.

La coppia inferiore si posizionaerà subito al di sopra della fascia grappoli, lasciandoli liberi da qualunque vincolo, favorendo così un microclima ottimale della zona di fruttificazione e, d’ora in poi, non sarà più spostata.

In questa fase i viticci cominciano ad ancorarsi ai fili (tecnicamente si dice che diventano tigmotattici) ma questo non crea nessun problema, si srotolano o si rompono. In vigneti non molto vigorosi, con distanza tra i due fili fissi (banchina e sommità) non superiore a 1 metro, la palizzatura è finita.

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MOSSA 3 (TERZO PASSAGGIO) Il terzo passaggio è necessario solo nei vigneti vigorosi, con parete vegetale di oltre 130-140 cm.

Più o meno quando i germogli arrivano all’ultimo filo, fisso, traslare ancora verso l’alto solo la seconda coppia di fili, quella superiore, mentre quella più in basso rimane dov’è.

La palizzatura del vigneto è completata.

Si agisce sempre e soltanto in corrispondenza dei pali. Sulla testata si opera la traslazione della forcella a mano libera o con l’ausilio del traslatore. Sui pali intermedi si aggangiano i fili in tutte le asole.

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Alla raccolta i grappoli sono liberi dai fili e perfettamete esposti.

VENDEMMIA VELOCE E DI QUALITA’

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5. UN SISTEMA A BASSO IMPATTO AMBIENTALE

L’impatto sull’ambiente della gestione del vigneto con il metodo Grimaldi “Vigna d’Élite” è estremamente basso, e questo è un altro elemento da considerare nella scelta. Ecco le sue prerogative ecologiche: 1.

Come abbiamo visto il metodo è competitivo con la palizzatura a macchina sotto il profilo dei tempi di lavoro.

Sul piano ambientale il confronto tra i due metodi è decisamente contro la macchina e a favore del metodo Grimaldi: nessun consumo di carburante, nessuna emissione di gas serra, nessuna produzione di rifiuti da smaltire annualmente (filo e legature), nessun costipamento del suolo.

2.

La verticalità dei germogli limita la necessità di interventi meccanici di cimatura laterale e sfogliatura con ulteriore risparmio.

3.

Se i sarmenti di potatura vengono raccolti per produrre compost o biomassa combustibile la resa è massima e la presenza di terra minima, perchè ci sono pochi frammenti “corti”.

4.

La presenza di accessori è limitata ai pali di testata. Niente distanziali o altri accessori, materiali dispendiosi (anche sul piano energetico) da trasportare e da smaltire a fine vita del vigneto. I materiali per le testate viaggiano smontati, sono relativamente leggeri e occupano poco spazio nei vani di carico.

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Vigna d’Élite

® metodo Grimaldi 28