Matteo Marcato_portofio 2018-2024

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IL MUSEO

DELLE CINQUE TERRE

anno 2018 - 2019

luogo Monterosso al Mare funzione categoria spazio espositivo ex novo

Il progetto prevede la creazione di un nuovo museo dedicato al Parco Nazionale delle Cinque Terre e verrà collocato nella località di Monterosso al Mare. Nello specifico, verrà costruito lungo una striscia di terra stretta tra la montagna e il mare, nelle prossimità della stazione ferroviaria, il che rende questo spazio un punto strategico per il flusso turistico, presente soprattutto durante la stagione estiva.

Per il progetto è stata essenziale l’analisi preliminare del luogo: di fatto il museo prende forma ispirandosi ai terrazzamenti necessari per la coltivazione che caratterizzano l’intera area del Parco Nazionale; prendendo questi elementi e unendoli alle caratteristiche morfologiche del lotto (caratterizzato da tre livelli: binari ferroviari, careggiata stradale e spiaggia) è stato ideato uno spazio organizzato secondo una logica definita da un’unità modulare individuata nel volume e nelle dimensioni del collegamento verticale esterno. Le scale che connettono i tre livelli e su cui si sviluppa il progetto diventano, dunque, l’unità minima dalla quale si sviluppano gli altri volumi.

Anche la scelta dei materiali è basata sull’analisi del territorio, infatti l’elemento principale sarà l’ardesia, cioè il materiale utilizzato per i terrazzamenti. Nel caso specifico, questa pietra sarà utilizzata in diversi metodi, a seconda della collocazione; l’effetto ottico del rivestimento dei volumi sarà differente rispetto alla pavimentazione. Quest’ultima sarà trattata in modo tale da permettere al visita-

tore di percepire i collegamenti verticali, tramite la differenziazione di direzione delle fughe principali. Il progetto sviluppa i suoi collegamenti secondo le due direttrici fondamentali date dai punti cardinali: mentre sull’asse nord-sud le connessioni sono verticali e si articolano nelle scale, nella gradonata e nel blocco ascensore per garantire la massima accessibilità, sull’asse est-ovest corrono in verticale e seguono le linee della morfologia date dal livello ferrovia, quello stradale e quello della spiaggia.

Inoltre il progetto mira a creare una sensazione fortemente mediterranea e rigorosa, stemperata dalle zone pergolate, poste in corrispondenza del garage, davanti agli spogliatoi e al ristorante ed infine nello spazio libero tra i volumi di cui si compone lo spazio espositivo. L’utilizzo del pergolato permette di creare degli spazi di ombreggiamento necessario soprattutto nel periodo estivo e bilanciando la sensazione di aridità che trasmette la pietra.

Se si dovesse osservare l’intero progetto da una prospettiva a volo d’uccello, emergerebbero subito i volumi principali posti tra il piano ferroviario e quello stradale: questi ospiteranno diverse funzioni quali l’ingresso con i servizi annessi, le sale espositive, la caffetteria, l’auditorium, i laboratori e infine il garage coperto. Nel piano della spiaggia sono stati riorganizzati i servizi preesistenti, in continuità e coerenza con i volumi sopra citati.

prospetto dal mare

IL NUOVO INSEDIAMENTO:

TORREVENTO

anno 2019 - 2020

luogo Latina funzione categoria insediamento ex novo

Situato nel comune di Latina il nuovo insediamento urbano si collocherà in uno spazio ad uso agricolo lungo la via Appia, l’obiettivo di questo progetto sta nella sperimentazione di un tipo differente di vita urbana creando una comunità il più possibile autosufficiente.

La sperimentazione progettuale parte prendendo come riferimento il progetto di Malagueira (Álvaro Siza, 1977); in questo caso però le linee guida per l’organizzazione dell’intero insediamento parte dalla suddivisione agricola, partendo da essa sono state individuati le zone da destinare alle residenze e gli spazi collettivi poi caratterizzati forme ben distinte: la linea (per le residenze) e il quadrilatero (per gli spazi collettivi). La connessione tra questi due sistemi avverrà tramite l’utilizzo di porticati, posti in modo da favorire gli spostamenti evitando l’utilizzo di mezzi a carburante, inoltre per dare un’identità all’intero insediamento saranno disposte delle torri del vento, questo elemento inusuale caratteristico dell’architettura araba darà la possibilità ai residenti di trovare un luogo polifunzionale al giusto comfort termico solo grazie agli elementi naturali; grazie all’utilizzo di queste torri deriva anche il nome della nuova cittadina: Torrevento.

Per quanto riguarda l’organizzazione degli spazi nello specifico si può notare dome le funzioni destinate alla collettività siano principalmente concentrare all’interno di una zona di forma quadrata, evidenziata

dai porticati e dagli angoli presidiati da edifici polifunzionali. Questo spazio inoltre sarà suddiviso in quattro distretti uniti da una piazza centrale in cui sarà collocata la torre del vento maggiore, questi sono: distretto commerciale (in cui saranno presenti diversi spazi commerciali), distretto culturale (caratterizzato da una chiesa, un teatro all’aperto, un labirinto e un’area polifunzionale per lo spettacolo), distretto scolastico (saranno presenti le scuole dalla materna alle medie) e distretto sportivo.

Gli edifici ad uso residenziale sono disposti utilizzando la tipologia a schiera differenziando le singole cellule abitative, queste potranno accogliere da 1 ad un massimo di 5 persone. A livello stilistico l’intero progetto si presenta con forme pure, con un forte richiamo all’architettura mediterranea nel caso delle residenze anche grazie all’utilizzo dei pergolati.

Infine verranno riorganizzati gli spazi verdi, differenziati in parchi pubblici e spazi ad uso agricolo, quest’ultimi sono disposti perimetralmente rispetto all’insediamento e fungeranno da filtro oltre a ristabilire il carattere fortemente rurale dell’intera area.

planimetria generale

pianta

vista assonometrica

spaccato assonometrico

della Torre del vento

ENCLAVE

CAMPUS UNIVERSITARIO

anno 2020 - 2021

luogo Roma

funzione categoria residenza ex novo

Per comprendere al meglio questo progetto bisogna premettere che è frutto di un’analisi che ha come protagonista questa porzione di Roma; quest’ultima ha subito una serie di trasformazioni ben definite nel tempo e nate principalmente da due piani regolatori postunitari. Nello specifico, il lotto interessa la Biblioteca Nazionale, limitrofa al Policlinico Umberto I e alla Città Universitaria.

Prima dell’Unità d’Italia, questa zona di Roma, sia dentro sia fuori le mura, si presentava priva di edifici con i terreni a uso agricolo; i primi sviluppi urbanistici li ritroviamo dopo l’Unità d’Italia grazie a due piani regolatori, redatti tra il 1873 e il 1883. La zona all’interno delle mura viene invasa da una griglia in cui vennero costruiti edifici e ministeri nello stile in voga all’epoca a Torino. Per lo sviluppo urbano dello spazio al di fuori delle mura, dovremo aspettare il piano regolatore del 1909 il cui obiettivo, però, sarà quello di creare una porzione di città pensata escludendo le speculazioni bancarie dei piani precedenti. In questo caso, l’infrastruttura stradale si presenta più fluida e lascia la possibilità di creare spazi verdi. Questi due sistemi non entrano mai in conflitto grazie alle Mura Aureliane, le quali non permettono alcun genere di interazione, rispettando quello che è il loro ruolo, cioè essere un recinto. Anche se ben delineato, questo recinto entra in parte in conflitto nell’area in cui sono collocati quelli che potrebbero essere considerati quattro ulteriori recinti (Biblioteca Nazionale, il Policlinico Umberto I, Città Universitaria e lo spazio militare).

Il lotto in cui sorgerà il dormitorio si colloca in un punto privo di questi sistemi, attualmente utilizzato come uno spazio dedicato agli impianti sportivi, riservato al CUS, in cui, però, troviamo anche edifici senza una precisa logica. Per la realizzazione del progetto saranno innanzitutto eliminati gli edifici presenti, con l’obbiettivo di creare uno spazio in cui sorgerà un sistema frutto della somma dei tre recinti limitrofi, che rappresentano la sfera accademica. Verranno creati dei volumi che corrispondono agli spazi vuoti che caratterizzano l’edificio delle aule studio della Biblioteca Nazionale; questi, però, saranno disposti in modo da creare due spazi collettivi (come accade all’interno della Città Universitaria) e collegamenti ben definiti e non gerarchici (come nel caso del Policlinico Umberto I); oltre a questo, il progetto ha come obiettivo anche quello di sfruttare la morfologia della Biblioteca Nazionale, in modo da creare un nuovo corridoio che, partendo dalla stazione ferroviaria di Termini, conduce fino alla Città Universitaria o al Policlinico.

Il nuovo dormitorio universitario ripropone l’immagine del recinto, che diventa il basamento di quelli che saranno i volumi; questi ospiteranno sia le residenze per gli studenti, sia degli spazi collettivi; queste funzioni non sono disposte in maniera casuale, ma suddividendo il lotto in due porzioni ben distinte e caratterizzate dalle due piazze.

spaccato assonometrico

UNA MOSTRA PER

LA COLONNA TRAIANA

anno 2020 - 2021

luogo Roma funzione categoria spazio espositivo restauro

Dopo l’Impero Romano, il Foro di Traiano non fu più utilizzato per il suo scopo originario; dal III secolo, infatti, si può notare come si sia innescato un processo di decadimento direttamente proporzionale all’avanzamento del tessuto urbano. Solo dal XIV secolo si iniziano a verificare dei progetti per il miglioramento dell’area.

Analizzando questi progetti, si nota come la Colonna sia la protagonista indiscussa; questo elemento ci ha spinto a chiederci: “Perché proprio la Colonna di Traiano?”. Una delle motivazioni che potrebbero rispondere a questa domanda risiede nel fatto che la Colonna traiana rappresenta il primo esempio di colonna coclide istoriata.

Questo elemento è fondamentale, dato che si tradurrà nella sua fortuna, rendendola un perno verticale all’interno dello spazio urbano. Allo stato attuale, a differenza del passato, la Colonna ha perso gran parte del suo ruolo sia come landmark, sia come esempio di assoluta bellezza. Per quanto possa sembrare grave, questa affermazione risulta valida dopo aver constatato che la maggioranza dei visitatori che percorrono via dei Fori Imperiali vedono la Colonna come uno dei tanti oggetti architettonici che compongono l’area. Da qui deriva l’obiettivo dell’esposizione, ovvero far riscoprire i valori associati alla Colonna di Traiano.

Quello dei magazzini è un ambiente che nasce già negli anni Trenta per essere uno spazio espositivo, ovvero un luogo di collocazione di parte dei numerosi

reperti sparsi nell’area del foro di Traiano, che potesse essere ad uso e consumo di un pubblico di studiosi ed eruditi; si tratta dell’area sottostante all’esedra arborea, costruita contemporaneamente al progetto di via dei Fori Imperiali, la cui collocazione corrisponde per larga parte alla Biblioteca Occidentale e per una piccola porzione alla Basilica Ulpia; non a caso, infatti, l’interno dei magazzini risulta suddiviso in due macroaree che adempiono a funzioni diverse. Ad oggi, al loro interno sono conservate porzioni importanti di pavimentazione della Basilica e numerosi frammenti trovati in loco, di cui alcuni inamovibili, mentre altri sistemati con diverse disposizioni negli anni. Tuttavia, la posizione morfologicamente infelice dei magazzini (posti al di sotto dell’esedra arborea e, quindi, soggetti a infiltrazioni e umidità) ha fatto sì che tale proposito venisse ben presto abbandonato, sicché l’ambiente è diventato inagibile e chiuso al pubblico fino ad oggi.

Partendo dalla necessità di dover dare uno spazio alla nuova narrazione della Colonna, tale ambiente risulta particolarmente idoneo: la sua collocazione nelle immediate vicinanze della Colonna e direttamente collegata con il circuito di visita del Foro di Traiano ne fanno lo spazio ideale per la creazione della mostra, poiché il visitatore avrà la possibilità di riscoprire una porzione di Foro ad oggi inedita - restituendo all’ambiente dei magazzini, finora trascurato, la funzione didattica presente nelle intenzioni progettuali originarie.

pianta del percorso espositivo

schema illuminazione

schema dei pannelli espositivi

DECLINAZIONI

copertina del catalogo

La Colonna traiana e i suoi riverberi
Matteo Marcato
Giorgia Omiccioli

IL MUSEO

PALAZZO SORANZO SCOTTO

anno 2023 - 2024

luogo Noale (VE) funzione categoria spazio culturale restauro

Palazzo Soranzo-Scotto, collocato nella porzione Nord occidentale di Piazza XX Settembre, oggi appartiene al Comune di Noale il quale utilizza l’immobile come Biblioteca civica. In origine questo Palazzo, come la maggior parte dei palazzi appartenuti alle famiglie patrizie venete, fungeva da rappresentanza della famiglia Soranzo.

L’origine dal Palazzo risale al XV secolo, questo lo si denota sia dalla presenza di affreschi risalente a tale secolo sia dalla forma del lotto, quest’ultimo infatti ha la classica impostazione dei lotti di epoca gotica – caratterizzati da una forma stretta e lunga – nel caso specifico il lato corto è prospicente Piazza XX Settembre; quindi, il lotto si presenta disposto con lungo l’asse Nord-Sud. Questa forma oltre ad essere funzione del periodo in cui si formò Borgo San Giorgio – vedi resti dell’antica chiesa di San Giorgio – risulta particolarmente efficiente considerando che la famiglia Soranzo possedeva una Bastia posta a Nord rispetto al Palazzo, questa infatti era direttamente collegata al Palazzo il quale la collegava alla piazza attraverso il portico pubblico passante. Molto probabilmente l’aspetto attuale del Palazzo, pur mantenendo la forma Quattrocentesca, è il risultato di rimaneggiamenti avvenuti nel XVI secolo, periodo in cui Noale ritornò al suo massimo splendore dopo la devastazione della Lega di Cambrai – questa di fatto devastò la città durante l’assedio distruggendo o lasciando in stato di rovina la maggior parte dei palazzi.

L’intervento nasce dall’esigenza dell’Amministrazione Comunale di dismettere la funzione attuale del Palazzo, oggi sede della Biblioteca civica e non più funzionale a tale uso, sostituendola con quella di Polo aggregativo. Verranno quindi realizzati nuovi spazi per la cittadinanza a scopo sociale e culturale; al primo piano sono previsti una serie di interventi di restauro e risanamento al fine di realizzare una Pinacoteca, ospitando la corposa collezione civica relativa a Egisto Lancerotto; mentre il piano secondo è attualmente un sottotetto inutilizzato e andrà recuperato integralmente dando alla cittadinanza un nuovo spazio fruibile polifunzionale. Tale spazio sarà destinato ad accogliere le diverse attività: sia per gli utenti più piccoli, che per i giovani, gli adulti e gli stranieri. Lo spazio polifunzionale sarà in generale, destinato ad incontri di tipo formativo/specialistico e di concerto con le associazioni presenti ed operanti sul territorio, verranno organizzati corsi di formazione, “incontri con l’autore” per promuovere la cultura e l’educazione alla lettura dei libri, con lo scopo di condividere le esperienze ed il contatto sociale tra lo scrittore ed il lettore. Saranno proposti laboratori di pittura, fotografia, disegno e lingua per attuare l’interazione con le varie e diverse realtà associative.

IL MUSEO CASERMA MARRAS

anno 2023 - 2024

luogo Conegliano (TV) funzione categoria biblioteca restauro

Il complesso denominato “ex Caserma Marras”, collocato a Nord-Est rispetto a piazza Cima e lungo il fiume Monticano, oggi appartiene al Comune di Conegliano che ha ceduto la sola gestione di alcune porzioni all’Associazione Nazionale Alpini, la restante parte del complesso, tutta oggetto dell’intervento in argomento, si presenta inagibile e in uno stato avanzato di degrado. L’origine del complesso è riconducibile e strettamente collegata alla limitrofa chiesa dei SS. Martino e Rosa, di fatto si registra un primo impianto di fabbrica con la realizzazione dell’antico convento realizzato dai Crociferi, risalente al XIV secolo circa; questo venne poi demolito e ricostruito in seguito dai Domenicani i quali furono l’ultimo ordine ecclesiastico presente in loco. Conclusa la fase conventuale il complesso fu trasformato prima in Caserma ospitando prima un ospedale militare ed in seguito le truppe di stazionamento. L’attuale complesso si compone di corpi di fabbrica, questi sono suddivisibili in due macrogruppi: quelli appartenenti al convento del 1700 e gli immobili secondari usati come stalle e depositi. Per quanto riguarda il primo macrogruppo possiamo notare come sia ancora oggi perfettamente percepibile l’impostazione conventuale; questa è data la presenza del chiostro, in origine racchiuso da tre ali delle quali permane il solo corpo principale e l’ala Est (già oggetto in parte recuperata con gli interventi del primo stralcio e ad oggi lasciata al grezzo). Il corpo principale confina a Nord con un’estensione costruita negli anni ’70 del secolo scorso ad oggi in uso alla Associazione Nazionale Alpini. Il secondo macrogruppo (ex stalle e depositi) è rappresentato da un lungo corpo di fabbrica prospicente al fiume Monticano, che assieme al corpo principale, crea una corte accessibile direttamente dal piazzale San Martino. Questo immobile è stato oggetto di un accorto restauro realizzato nel 2015, attualmente ospita al suo interno il Museo degli Alpini ed è in uso dell’Associazione Nazionale degli Alpini.

L’intervento nasce dall’esigenza dell’Amministrazione comunale di portare a termine un ciclo di stralci iniziato tra il 2006 ed il 2007 e che avevano l’obbiettivo di trasformare l’ex Caserma nella Biblioteca cittadina. L’attuale intervento prevede dell’opera portando a termine la parte al grezzo e restaurando integralmente gli spazi rimanenti fino a restituire il sito alla comunità. L’intervento di ristrutturazione interesserà l’intero complesso, tutta l’attività di progettazione per la riconversione al nuovo utilizzo di biblioteca, sarà orientata ad accogliere le nuove funzioni nel massimo rispetto dell’impostazione originaria dell’edificio, coniugando le esigenze funzionali, tecnologiche e di sicurezza al rigoroso rispetto dell’anima storica del manufatto. Nello specifico si procederà alla descrizione degli interventi proposti suddividendoli per piano e ponendo particolare attenzione a quanto già argomentato nel parere espresso dalla Soprintendenza ai serramenti e al vano scale, questo al fine di una corretta lettura e corrispondenza dei medesimi.

mappatura degradi

mappatura intonaci di intervento

PROGETTO DI RILIEVO

SANTA MARIA MAGGIORE

anno 2019 - 2020

luogo Roma funzione categoria luogo di culto ricerca

Il seguente progetto di rilievo ha come obiettivo la restituzione delle geometrie fondamentali e delle caratteristiche principali dell’oggetto architettonico preso in considerazione.

Dalle scansioni ottenute grazie agli scanner laser è stato possibile creare, tramite la loro unione, due nuvole di punti. Questa operazione è stata effettuata tramite il software Autodesk ReCap PRO-2018, che consente l’unione automatica o tramite l’individuazione di tre punti omologhi. Grazie a questo programma è stato possibile navigare all’interno della nuvola, sezionarla e ottenere immagini panoramiche nel punto in cui è stata poszionata la stazione totale.

Le due nuvole si differenziano solo per la presenza dell’esterno. La prima nuvola, infatti, è stata generata unendo tutte le scansioni prodotte durante la campagna di rilievo, mentre nella seconda sono state unite solo le scansioni delle tre navate, del portico e della piazza anteriore.

fotogrammetria

rilievo dell’altare

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