quelli di limitare l’obsolescenza espressiva dell’oggetto di design e di innescare processi di economia produttiva; la ricerca dello standard si fa quasi ossessiva ed è riconfermata anche dalla prima esperienza nel settore dell’arredamento rappresentata dalla libreria Glifo per Gavina. Il sistema modulare, progettato nel 1966, diviene paradigmatico di una struttura a composizione “programmata”, dalla geometria semplice e rigorosa, il cui nitore volumetrico e formale è garantito da un giunto ad incastro di straordinaria perfezione. Sempre nel 1966, in occasione della mostra allo Stedelijk Museum di Amsterdam, Enzo Mari progetta il Manifesto della produzione Danese nel quale ogni oggetto del marchio è presentato attraverso un particolare replicato innumerevoli volte. In questo modo si crea un palinsesto concettuale ancor prima che grafico, secondo cui l’opera trascende il suo significato funzionale ed espressivo specifico per entrare a far parte di un mondo di artefatti dove il vero obiettivo non è costituito dall’oggetto, ma dalla ricchezza formale ottenibile con le macchine industriali. Per l’autore, infatti, una ricerca finalizzata agli oggetti come proposta di metodo può portare a «risultati degradanti», mentre tutti i pezzi realizzati sino ad ora per Danese scaturiscono da «ricerche non finalizzate», che solo in seguito «sono state utilizzate per la produzione»9.
Enzo Mari, nove oggetti per la produzione Danese, 1960-69. Dall’alto: vasi Fitomorfici; vaso Camicia; portaghiaccio Antille; vassoio Arran; doppio vaso Pago Pago; portafrutta Adal; caraffa Trinidad; contenitore da tavola Java; ciotole Tongareva
Se è vero che il progetto di design di questi anni, per coerenza tecnologica e tipologica, converge verso la realizzazione di “forme industriali”, è altrettanto vero che la riproduzione seriale degli oggetti di Mari rimane sempre sospesa nella positiva ambiguità tra artigianato e industria. Emblematica in proposito è l’alternativa posta dal vaso doppio Pago Pago (1968) e dalla serie di vasi Fitomorfici (1969): «da un lato un modello altamente standardizzato con un alto investimento in stampi,
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