Giornale giudicarie febbraio 2016

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Il personaggio

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La sua storia si interseca con quella delle Giudicarie, tanto che lui sente di appartenere a questa terra. Dal 1989, infatti, è arrivato in Trentino con il ruolo di Pretore a Tione, ricoprendo vari incarichi come Giudice tavolare e, successivamente Giudice di pace, rivelando doti di grande umanità e attaccamento al territorio. «È vero, sono molto legato alle Giudicarie, tanto da considerarle casa mia – spiega il Giudice Serao – basti pensare che, quando arrivai da Roma ero molto felice all’idea di poter lavorare in un contesto come quello giudicariese, dato anche il mio amore per la montagna. Vivo da anni a Carisolo, in una zona splendida da dove mi affaccio sul Brenta e anche ora che il lavoro mi richiama stabilmente a Trento (negli anni di Giudice di Pace ho sempre fatto la spola tra Tione e il capoluogo) continuo ad abitare in Val Rendena». Come ricorda i suoi anni a Tione? Sono molto orgoglioso del lavoro svolto in quegli anni a Tione, prima da Pretore poi da Giudice di Pace: anni in cui mi sono occupato di tutto, dalle cose più importanti a quelle più minute, penso solo al lavoro come Giudice tavolare in cui spesso mi recavo sul posto a fare misurazioni “dal vivo” per contenziosi su questioni di confini. Certo il tempo è passato e spiace che oggi la sede di Tione sia stata soppressa dallo Stato in nome della spending review: ho sempre creduto fino all’ultimo che si potesse salvare e mi sono speso in prima per-

Il giudice “giudicariese” nominato dal Csm presidente della Sezione Penale presso il Tribunale di Trento

A Giuseppe Serao nuovo importante incarico G

iuseppe Serao sarà da marzo il prossimo presidente della Sezione Penale del Tribunale di Trento. Il giudice ha ottenuto il via libera dal plenum del Consiglio superiore della Magistratura per il nuovo e prestigioso incarico con una netta maggioranza (15 a 7) ed entrerà nelle sue funzioni a partire da fine marzo. Sposato, con due figli, Riccardo e Aurora, si è laurea-

to nel 1982 con il massimo dei voti in Giurisprudenza a Roma: prima di entrare in magistratura (1986) Serao è stato assistente universitario del professor Gallo (noto giurista, già presidente della Corte Costituzionale), avvocato e Ufficiale di complemento della Guardia di finanza a Napoli. Nella sua produzione accademica troviamo diverse pubblicazioni e oltre 30 sentenze riportate sulle raccolte giurisprudenziali.

sona perché questo presidio rimanesse. La chiusura del tribunale a Tione è stata una perdita per la comunità? Direi di sì, mi sembra evidente. Si pensi solo che quando arrivai nel 1989 a Tione c’erano 5-6 avvocati, oggi siamo attorno ai 50, dunque il Tribunale ha creato una crescita anche professionale: ma non solo, penso all’indotto, al “movimento” che una sede di Tribunale inevitabilmente porta con sé, ed è certo che una chiusura di questo tipo impoverisca l’ambiente. Teniamo poi presente che le Giudicarie sono un territorio complesso, che abbracciano un arco che da Campiglio va al Lago d’Idro e per molte persone è davvero poco agevole arrivare fino a Trento per le pro-

Il giudice Giuseppe Serao

prie questioni giudiziarie. Che giudizio dà della situazione delle Giudicarie

sotto il profilo del contenzioso giuridico? Si tratta di una terra molto tranquilla: quando arrivai

oltre 25 anni fa trovai subito uno stacco netto con la realtà urbana di Roma e Napoli dove mi ero formato e devo

dire che questo è stato uno dei profili che mi ha sempre affascinato. C’era anche un forte rispetto per le istituzioni e dunque anche per quelle giudiziarie: devo dire però che negli ultimi 10 anni – pur rimanendo una terra “felice” - c’è stato un cambiamento anche da noi, una sorta di omologazione al resto d’Italia, di contestazione nei confronti dell’autorità giudiziaria e delle sue decisioni, e anche di maggiore litigiosità. Ci parli del suo nuovo prestigioso incarico. Da fine marzo sarò il Presidente della Sezione penale del Tribunale di Trento, con il compito di coordinare l’azione di Gip, Gup, Giudici del Riesame, dibattimento monocratico e collegiale. Proseguo dunque l’azione nel campo penale, che non ho mai abbandonato nemmeno ai tempi del mio incarico come Giudice di pace, e mi accingo a questo nuovo incarico con entusiasmo e spirito di servizio. (r.b.)

MeTe da leggere

C’è dello smog intorno alla parola sport Si parla molto di teorie secondo le quali lo sport è educativo e sano. Sì, questo è lo sport come dovrebbe essere ma poi quello che accade è che il lunedì a casa: “…inutile il giornale, parla solo di sport”; durate la settimana: “…quando finirai gli allenamenti: sono stanca di fare tutte queste lavatrici!”. Capita spesso che i bambini vengano iscritti a discipline senza neppure chiedere a loro se piacciono, solo perché l’orario è perfetto per tenerli impegnati in qualcosa di apparentemente utile; per non parlare di cosa accade nel week end sulle tribune dei campi sportivi. In questo mondo, dove spesso l’ipocrisia fa da padrona, abbiamo bisogno di frammenti di REALTA’. Lo Sport

deriva dal Gioco e la maggior parte delle persone (di ogni genere ed età) iniziano a praticarlo per divertirsi, svagarsi e stare in compagnia. È così che le due ore al “campo” diventano uno spazio per “respirare”, per staccare dalla quotidianità, dalle difficoltà, da quello che è ordinario, per entrare in qualcosa di straordinario. Lo sport di oggi è spesso orientato alla ricerca di talenti, alla produzione di campioni e di risultati, ecco che diventa logorante aprire il giornale quando è pieno di numeri: ranking, tempi, punteggi. Questa è la prima sfida: provate a leggerlo con occhi diversi! Se solo poteste vedere quello che c’è dietro quei numeri! Un mondo di storie, di PERSO-

NE, prima che di atleti, di impegno, dedizione, sacrifici. Sono ragazzi che si stanno impegnando nel cercare di realizzare i propri sogni o adulti che hanno il coraggio di rimettersi in gioco per sfidare se stessi prima che gli altri. E quante persone intorno a quei numeri! Difficile da immaginare ma sono REALTA’ strepitose dove si creano delle famiglie che diventano punti di riferimento essenziali nella vita di chi ne fa parte. Di questo nessuno ne parla: c’è dello smog attorno alla parola SPORT e spesso è ciò che rovina l’essenziale e che nel tempo va a logorare il sistema, per questo è importante partire dalla propria piccola realtà per cambiare qualcosa. Tutti dovrebbero

fare un minimo di attività motoria, per la propria salute e per prendersi cura di sé a 360°, per sentirsi bene mentalmente e fisicamente, provatelo! Andate a fare un giro del paese a piedi, in ciclabile o, ancora meglio, nei boschi e siate voi a dire come vi sentite; create gruppi o aderite a quelli già presenti, oppure partecipate dando il vostro aiuto ai settori giovanili che sono una fonte di ricchezza in termini di qualità di vita. Tanto le “vecchie generazioni” hanno bisogno della vitalità dei giovani, quanto le “nuove” hanno bisogno di ascoltare esperienze di vita per affrontare un mondo sempre più difficile. Lo sport come stile di vita può

andare dallo star bene con se stessi a prendere una medaglia alle olimpiadi, direte: “uguale proprio!”, sì perché non è il risultato che dà valore all’attività ma è il COME sono stati raggiunti i propri obiettivi. L’impegno, la costanza, la fatica, gli up&down fanno parte del percorso di ciascuno: cambiano i traguardi prefissati, ma quello che si raccoglie può essere sorprendente. Si parla, in Psicologia dello Sport, di Goal Setting (definizione di obiettivi): ognuno di noi può scegliere “come condurre la palla e riuscire a metterla dentro, realizzando i propri goal”. Pensando ai giovani atleti, lo Sport può svolgere la sua funzione di

agenzia formativa solo se ritorna ad essergli riconosciuta in un dialogo con le scuole e le famiglie: quale altro luogo oggi può permettere ai ragazzi di sperimentarsi in un ambiente sicuro? Successi, fallimenti, frustrazioni, essere parte di una squadra, fatica, impegno, disciplina, rispetto dei ruoli: una palestra nella quale provare e riprovare a sperimentare e conoscere se stessi. Qualunque sarà il loro futuro, avranno uno zaino ricco di abilità per poter far fronte ed essere più flessibili alla vita. Questo è ciò che lo sport potrebbe essere per ognuno di noi: un allenamento alla vita e una parentesi per ricaricarsi e viverla qualitativaMENTE.


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