Forum Tevere Programma Progetti Interventi

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polarità naturale e polarità urbana PROGRAMMI PROGETII INTERVENTI

PALOMBI EDITORI


Forum Tevere polarità naturale e polarità urbana

PROGRAMMI PROGETTI INTERVENTI

PALOM BI E DITORI


I Forum Teve re Po larità n atura le e po la rità urba na Programmi, progetti, int erventi

Roma 2002 Partn er dell'iniziativa Facoltà d i A rch itettu ra Va lle Gi u lia Università degli Studi di Roma " La Sapienza" Preside Roberto PALUMBO ACER - Associazione Costrutt ori Edili di Ro m a Presidente Silvano SUSI Presidente del Circolo Cuturale Giovambattista WALY Ideatore dell'iniziativa Achille M. IPPOLITO Com itato promotore

per la Facoltà di Architettura Valle Giulia Achille M . Ippolito (responsabile) Tiziana Ferrante Giancarlo Palmerio

per l'ACER Carlo De Maria (responsabile) M assimo Di Maulo M arco M ancinelli Direzione scientifica e coordinamento gen era le Tiziana Ferrante Achille M . Ippolito Collaboratori Marco Vivio, per i Rapporti tra le due Istituzioni Giancarlo Goretti, per i Rapporti con la Pubblica Amministrazione Benedetto Todaro, per i Rapporti con gli Ordini professionali Alessandro De Angelis, per gli Aspetti economici Gian Ran ieri Cuturi, per le Relazioni Esterne Laura Bertoni, per il Convegno Ilaria Pecoraro, Cristiano Tavani, Teresa Villan i, per la Ricerca cli base Massimo Valente, per la Ricerca iconografica e informatizzazione Lucilla Ventura, per il Laboratorio di tesi di laurea Claudio Betti, per la Grafica


Forum Tevere

L'iniziativa "Forum Tevere" si fonda sull 'incontro tra la ricerca scientifica ed il mondo produttivo: la sintesi tra teoria e prassi, in questo caso vuole concludersi ed identificarsi all'interno di proposte concrete che intendono portare un contributo alla riqualificazione urbana della città di Roma. Il Tevere, simbolo della città, è preso come simbolo riqualificante, come strumento di lettura e come luogo della progettuali tà, in senso metaforico ed in senso concret o. L'iniziativa vuol essere fu lcro di partenza per un dibattito ed un dialogo tra tutte le istituzioni, all'interno di tutte le fasce di cit tadi ni interessati. Il modo migliore per presentare l'intera iniziativa e quindi questa pubblicazione, è sicuramente quello di riportare il testo del manifesto concordato tra le due Istituzioni promotrici, e pubblicizzato a partire dal Lunedì dell'Architettura svoltosi presso l' ln/Arch il 25 febb raio 2002, al quale hanno partecipato, oltre ai massimi rappresentanti della Facoltà di Archit ettura Valle Giulia e dell'Acer, il presidente dell'Autorità di Bacino Roberto Grappelli, l'assessore alle politiche territoriali del Comune di Roma, Roberto Morassut, il presidente dell'Ordine degli architetti di Roma Amedeo Schiattarella, l'assessore al territorio del Comune di Fiumicino Franco Tegolini, l'assessore all 'ambiente della Regione Lazio Marco Verrasch i; il sovri ntendente Ruggero Martines, non potendo essere presente, ha fornito la sua adesione. Questa pubblicazione, rispetto al programma rappresenta la conclusione della ricerca di base e quindi il punto di partenza del dibattito da innescare nel convegno. Già dalla prima presentazione, in pratica, il dibattito è iniziato, il coinvolgimento del mondo accademico e del la

libera prof essione è già partito; il rapporto con le pubbliche Ammin istrazioni interessate al tema ha già superato il momento del dialogo per inseri rsi nella casella della collaborazione. In linea con i presupposti e con le finalità, quanto oggi presentiamo è organizzato in tre ambiti strettamente correlati e complementari. In un rapporto stretto tra ricerca e didattica, anche con l'ausilio di un Laboratorio di Laurea istituito sul tema, è stato analizzato e sistematizzato, soprattutto comparandosi con gli o rientamenti del nuovo piano regolatore, l'intero panorama dei sistemi in cui il Tevere ha o può avere un ruolo. Illustri personaggi, che hanno operato e progettato, che tutt'ora lavorano per Roma, hanno fornito un loro contributo che riteniamo fondamentale per l'intero inquadramento tematico. Nel terzo ambito vi sono le conclusioni, con le quali si è ce1·cato di analizzare tutti gli aspetti connessi alle singole diverse aree disciplinari operanti sul territorio, nonché le problematiche legate al passaggio dalla teoria alla prassi e quindi all'individuazione dei possibili ambiti urbani su cui intervenire. L'analisi dei diversi aspetti si conclude in un'ottica propositiva. Da qui è possibile far scaturire e verificare la fattibilità. Non a caso l'ultimo int ervent o è intitolato Fattibilità e Project Financing. In conclusione l'intero lavoro qui pubblicato può divenire il documento di base del convegno "Forum Tevere", assumendo il carattere di Tesi Congressuali. Presupposto per avviare la discussione e farne scaturire proposte concrete per Roma.

Achille M. Ippolito

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Forum Tevere Polarità naturale e polarità urbana

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L'iniziativa La Facoltà di Arch itettura Valle Giulia e l'ACER, Associazione dei Costruttori Edili di Roma e Provincia, secondo una comune volontà di intenti e di propositi, ognuno nell'ambito del proprio ruolo istituzionale, hanno deciso di innescare una serie di iniziative culturali volte a portare un contributo attivo e allo sviluppo urbano attraverso la riqualificazione del Tevere. Tali iniziative, che non intendono essere di carattere episodico, ma vogliono svilupparsi organicamente secondo una sequenza programmatica che possa coinvolgere un'ampia sfera di interlocutori, a livello cittadino, regionale e nazionale ed anche internazionale, hanno come obiettivo finale lo sviluppo di proposte progettuali di iniziativa privata e pubblica rivolta alle Amministrazioni competenti. Filo conduttore dell'iniziativa è l'incontro tra ricerca scientifica e produzione, tra teoria e prassi, volendo la Facoltà di Valle Giulia e l'ACER, essere protagonisti nelle scelte per Roma, assieme a tutte le istituzioni interessate.

Il t ema Nell'ambito di tale iniziat iva che intende caratterizzarsi il più possibile per la sua concretezza, si è scelto come tema di indagine e quindi di confronto e di progetto, uno degli elementi caratterizzanti e fondativi della città di Roma: il suo f iume. Il Tevere rappresenta da sempre il segno urbano che ha contribuito maggiormente al disegno della città di Roma, alla sua stratificazione urba na attraverso i secoli, alla sua morfologia, ai suoi spazi, naturali ed artificial i. Oggi si è perso in molte parti della città il rapporto diretto con il fiume in particolare, basti pensare a quanto è accaduto nel centro storico dove i muraglioni sono un ostacolo fisico e visivo orami invalicabile. L'iniziativa proposta non è, infatti, volta ad una nostalgica operazione di conservazione delle aree urbane attraversate dal Tevere, ma del loro recupero " innovativo" fi nalizzato oltre che alla tutela e salvagu ardia degli aspetti ambientali, anche alla

riappropriazione in termini fu nzionali, architetton ici e spaziali da parte del contesto sociale. La ricerca L'area di analisi, che deve far scaturire proposte di intervento, è ci rcoscritta a quella metropolitana . La Facoltà di Arch itettura Valle Giulia e l'ACER, hanno avviato una prima fase di ricerca che in via preliminare sta analizzando la città di Roma e il suo fiume, con l'intento di estrapolare ed inquadrare quei temi progettuali di maggiore attualità che scaturiscono proprio dalla lettura del Tevere nella città. Una ricerca che intende quindi caratterizzarsi per la sua concretezza attraverso la preparazione di iniziative possibili, praticabili e che hanno finalità reali al fine di non esaurirsi nello studio teorico e meramente accademico per "addetti ai lavori ". A tal fi ne è stato organizzato sul tema specifico un gruppo di ricerca, in st retto contatto con la didattica, composto dai


Programmi Progetti Interventi

membri dell'ACER e della Facoltà, apert o ad accogliere i contributi di quanti ne fossero interessati. I primi studi e quindi il successivo lavoro di ricerca in itinere hanno portato all'individuazione d i due filoni autonomi, ma continuamente interconnessi : a) Il fiume come polarità naturale b)ll f iume come polarità urbana Il primo filone si occupa dell'intero sistema ambientale, idrogeologico, naturalistico, con tutte le problematiche ad esso connesse relativamente: - al bacino del fiume, con alcuni temi, quali la navigabilità, l'utilizzo delle rive, gli argini già noti ed alt ri, forse parimenti importanti, da individuare; - al suo intero ambito naturalistico; il fiume è riletto nel proprio sistema ambientale, attraverso l'individuazione ed il rapporto con i parchi regiona li, urbani e soprattutto con l'analisi della possibile perimetrazione dell 'ipotizzato parco fluvia le.

Il secondo fi lone di ricerca si occupa di analizzare il Tevere come infrastruttura, individuandone: - aree ed emergenze architettoniche gravitanti su di esso; - strumenti da predisporre per ideare e pianificare gli interventi architettonici e urbani . In sintesi, l'analisi è più propriamente urbana ed i sistemi interessati riguardano gli insediamenti, le polarità, la mobilità ed i vuoti .

Il forum Le risultanze della ricerca, opportunamente selezionate ed organizzate in forma di tesi, avranno due scopi pratici ben individuati: diverranno la base di discussione la più ampia possibile e dovranno essere il punto di partenza di proposte progettuali concrete. Nel Forum, un vero convegno congresso tematico, esperti di vari settori, enti ed istituzioni, politici ed amministratori, dovranno confrontarsi, portare il proprio contributo, dibatt ere e proporre.

Il Forum si dovrà concludere con un manifesto programmatico metodologico, con auspici e desideri, ma anche con un elenco di interventi possibile ed una mappa che li racchiude. La chiusura del Forum coinciderà con l'apertura di un workshop di progettazione dal quale ci si attende contributi numerosi e di alt issimo livello scientifico.

Il w o rkshop e la most ra dei progetti È definito Workshop di progettazione per meglio comprendere l'aspetto concreto ed operativo, ma in sostanza trattasi di un vero e proprio concorso di idee dove progettisti provenienti dal mondo universitario e professionale, nazionale ed internazionale, saranno invit ati a dare un loro contributo di idee, nell'ambito delle diverse tematiche individuate nel convegno. Tutte le proposte saranno espost e in una mostra che dovrà riaprire il dibattit o congressuale per verificarne la coerenza e la fattibilità.

Il project fin an cing L'ACER si assocerà al le proposte ri tenu te idonee promuovendone l'esecuzione attraverso i propri associati e le società operative affinché vengano attivate iniziative di project financing. Sarà avviata una procedura che attraverso una approfondit a verifica di fattibil ità possa concl udersi con la presentazione alle Amministrazioni competenti di proposte di iniziativa privata . La Facoltà di Arch itettura Val le Giulia mant iene, nell'intero processo la tutela scientifica. Le opere pubbl iche Dalla suddetta analisi emergeranno correlativamente anche ipotesi di opere pubbliche che per le loro ca ratteristiche non ne rendano possibile la realizzazione in project f inancing. Tal i opere verranno segnalate alle competenti Amministrazioni per l'inserimento negli strumenti di prog rammazione, compresa la Legge obiettivo.

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Quaderni di Valle Giulia Università degli Studi di Roma " La Sapienza" Via A Gramsci 53 00197 Roma Quaderno n. 1 Forum Tevere Polarità urbane e polarità natura li Curatori del quaderno Tiziana Ferrante Achille M . Ippolito Giancarlo Palmerio Realizzazione Palombi Editori srl Progetto Grafico Lucia Caruso Impaginazione Omnia Artis

Le immagini dei ponti nelle pagg. 14, 50, 58, 90, 9 1 e92 sono di Marco Bo nanni

© 2002 Tutti i diritti spettano a Palombi Editori srl Via Germanico, 107 00192 Roma e-mail: palombi.editori@agora.it ISB N 88-7621 -262-0


Indice

Presentazione

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li sistema dei vuoti e degli spazi pubblici a cura di Lucilla Ventura ricerca prelim inare d i Alessandra Scardaoni

9 Roberto Palumbo 10 Giovambat tista Waly 11 Silvano Su si

55 La mobilità come elemento di valorizzazione urbana e salvaguardia ambientale nella città eterna

13 Roma e il Tevere: innovazione e restauro,

Gianni Orlandi

un comune ambito progettuale Giovann i Carbo nara

15 Il Tevere e la città nel nuovo piano di Roma Stefano Garano

19 Un viaggio lungo il Tevere Franco Purini

23 Tevereterno: progetti effimeri per la città eterna Kristin Jones

25 Le proposte progettua li dagli anni '60 ad oggi a cura di Cristiano Tavan i ricerca preliminare di Stella De M itri

32 L'architettura nelle città di fiume in Europa a cura di Cristiano Tavan i e Teresa Vil lani ricerca preliminare d i Alessandra Graziano e Sais Goretti

37 Tevere versus Roma: il paesaggio Franco Zagari

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Il sistema ambientale a cura di Daniele Morett i ricerca prel im inare di Etienn e Carrano

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Il sistema della mobilità a cura di Massimo Va lente ricerca preliminare di Valentina Delfini

(64) Il sistema delle polarità urbane a cura di Ilaria Pecmaro rice1·ca prel iminare di Gianluca Boccacci e Massimo Cespa

69 Aspetti progettuali: architettura, città e f iume Ach ille M. Ippol ito

75 Aspett i e ruoli della tecnologia nei possibili scenari di intervento Tiziana Ferrante

80 Aspetti urbanist ici Anto nio Albano

83 Aspetti del recupero nelle prospettive di sviluppo del nuovo piano regolatore di Roma Giancarlo Palmerio

88 Fattibilità e project financing Ca rlo De M aria

91 Bibliografia 47 Altri centri, varie storie, molti progetti? Anton ino Terranova

93 Fonti delle illustrazioni

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Presentazione

In occasione dei primissimi incontri fra l'ACER e la Facoltà di Architettura Valle Giulia, pur registrando da entrambe le parti viva cordialità e reciproca volontà d i collaborazione, qua lcuno degli interlocutori avrebbe potuto legittimamente pensare che con il tempo tutto sarebbe finito nella classica " bo lla d i sapone" e, sia pure con una punta di rammarico per l'ennesima occasione perduta, avere comunque sufficienti - e giustificate - motivazioni per essere scettico su un'iniziativa ch e tentava ancora una volta di porre a confronto e ritrovare sinergie fra mondo accadem ico e realtà imprenditoriale. Questo primo prodotto - realizzato peraltro in tempi brevissimi - fuga ogni preoccupazione e, nel costituire motivo di giusta soddisfazione, rappresenta una prova tangibile di una sfida vinta . Per l'ACER, che ha creduto in un dialogo che - se ben gestito - non può che apportare un "va lore aggiunto" in termini di qualità del prodotto e di rigore metodologico nella sua elaborazione. Per "Architettura a Valle Giul ia", che vede concretizzarsi ruo li ed obiettivi che hanno caratterizzato la sua fondazione: l'obiettivo di una diversa qualità didattica e di ricerca derivata da un costante confronto con il mercato del lavoro, ed il ruolo - non certo secondario - che una Facoltà deve necessa riamente svolgere nel contesto economico, socia le ed urbanistico nel quale opera e dal quale deve trarre stimoli ed indicazioni . Un ringraziamento pertanto all'ACER per la collaborazione di alto livello che ha fornito ed una soddisfazion e

per "Valle Giulia" che in tal modo vede rendersi possibili anche altre iniziative di collaborazione che ha intrapreso con il Provveditorato Regionale alle 00.PP., con lo l.A.C.P., con la C.R .I. , con la C.E .I. , l'l.N.A.l.L., ecc. Tali iniziative di collaborazione sono oggi rese più agevoli con la recente costituzione del C. l.T.E.R.A. (Centro Interdipartimentale Territorio, Edilizia, Restauro, Architettura) che costituisce lo strumento tecn ico-amministrativo attraverso cui "Valle Giulia" opera nel settore degli studi di fattibilità, della ricerca applicata, della programmazione, ecc. utilizzando una pluralità di qualificate competenze interdisciplinari forn ite da più Dipartimenti e da più Facoltà . Il materiale di lavoro che qui si presenta è frutto del contributo di esperti qualificati e di studiosi di alto profilo che hanno delineato quadri di riferimento e proposto tematiche che sono di indubbio stimolo per il prosieguo dell'iniziativa: si tratta di apporti concreti, esperienze, documenti e rifless ioni per creare reali i presupposti per supportare programmi, progetti ed interventi di iniziativa pubblica e privata che hanno com e oggetto il Tevere nel ruolo di infrastruttura urbana. Un sincero ringraziamento per l'impegno prof uso e per avere dato modo a "Valle Giulia" di meglio far conoscere il knowhow di cui dispone.

Roberto Palumbo Preside della Facoltà di Architettura Valle Giulia Aprile 2002

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Forum Tevere Polarità naturale e polarità urbana

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Nel quadro dell'ampia collaborazione fra la Facolt à di Architettura Valle Giulia e l' Acer, non poteva non avere un posto di rilievo la trattazione di uno dei probl emi da sempre aperti in questa Città: quello del rapporto con il suo fiume. È un argomento trattato da illustri studiosi, di cui quest' opera è testimonianza, ma anche avvertito dal cittadino . L'esperi enza ci indica che il problema dell 'alienazione, sorto con la real izzazione dei muraglioni, non ha trovato nel t empo una soluzione, ma anzi, con lo svil uppo del traffi co, si è andato aggravando, aumentando in modo drammatico e, apparentemente, irreversibile, il distacco fra Roma e il Tever·e. Dist acco tanto più innaturale, se si considera che il fiume non si limita a scorrere margina lment e rispetto al t essuto urbano, come, per esempio, a Vienna, e neppure taglia diritto per la città, come a Parigi o a Londra. Al cont rario, il tortuoso percorso del Tevere non solo compenetra Roma, ma l'ha plasmata e le ha dato la sua configurazione. Non è mio compito addentrarmi tecnica ment e in questo aspetto che resta peraltro la carat teristica del modo di

affrontare il problema in quest a pubblicazione e nel lavoro che farà seguito. Dunque il Tevere come occasione di urbanistica, di buona urbanistica, aperta a contri buti e soluzioni, fra le quali, mi auguro, non poche suscettibili di interesse imprenditoriale anche con lo strumento della f inanza di progetto, e senza ovviamente escludere la realizzazio ne di opere pubbliche necessarie allo sviluppo di iniziative imprenditoriali. Peraltro, fondamentale resta il ruolo delle Amministrazioni ai diversi livelli che sono , in definitiva le desti natarie di quest a iniziativa. Sono convinto che attraverso un comune sforzo fra esponenti dell'econom ia, della ricerca universitari a, della politica e dell'Amministrazione, si potranno stabilire metodi di collaborazione nuovi per risolvere problemi antichi.

Giovambattista Waly Consigliere Delegato al Circolo Culturale ACER (Associazione Costruttori Edili di Roma e Provincia)


Forum Tevere Polarità naturale e polarità urbana

Nel l'apri le del 2001 la Facoltà di Architett ura Valle Giulia e l'ACER hanno st ipulato un Protocollo d'intesa, avente la fina lità strategica di migliorare il dialogo, il confronto e la collaborazione fra l'istituzione universitari a e il mondo dell'imp resa, in particolare nell'edi lizia, che costituisce il natu rale sbocco della prof essionalit à dell'Architetto. Abbiamo così creat o un tavolo permanente di osservazione e di scambio nella ricerca di temi sui quali operare con giuntamente. Fra questi t emi sono finora emersi di particolare int eresse, quelli connessi alla didattica, alla ricerca e alla cultura. Nel campo della didattica, abbiamo avviato iniziative congiunt e con particolare rif erimento al Corso in Gesti one del processo edilizio, attraverso la real izzazione di seminari su t emi di interesse e di attualità per il nostro sett ore, seminari che prevedono la trat tazione contemporanea da parte di docenti un iversit ari, di imprend itori e di esperti tecni co-giuridici. Un alt ro campo in cui abbiamo iniziato una fruttuosa collaborazione è quel lo del M ast er in " Global Service " che la Facoltà vuole rea lizza re. Nel ca mpo della promozione è di particolare interesse l'iniziativa concern ente il "Forum Tevere" che vuole port are alla Città un contributo di qualità sotto il profilo urbanistico e suscitare occasioni di realizzazioni edi lizie, sia con l'applicazione del la finanza di progetto, sia con la realizzazione di opere pubbliche di su pporto. Sono convint o che dalla col laborazione col mondo universitario possano nascere proget ti concreti e migliorativi sotto il profilo della qualità a vantaggio della nostra Roma. A noi operatori spet terà fo rn ire il supporto dei necessari

studi di fattibilit à economica e t ecn ica. All'Am min istrazione, in senso ampio, spett erà la valutazione per inserirli nella programmazione ordinaria, per support arli dei finanziamenti pubblici occorrenti, e per concorrere a promuovere gl i investimenti privati. E' già avvenuta la presentazione congiunta fra noi e l'Università di proposte d i intervento . Così vorremmo conti nuare, nella convinzione che il nostro comune sforzo sarà apprezzato da ch i ha la responsabilità dello sviluppo e del progresso della Citt à. Bisogna riconosce re che le procedure di promozione da parte deg li imp rend itori privati, mancano ancora di un quadro normativo certo e completo, per la complessità e la carica di in novazione della mat eria . Stiamo lavoran do con impegno per contribuire alle soluzio ni, ma desidero so ttol inea re con convin zione che nell 'attesa è necessario anche il co raggio della speri mentazione da parte del le imp rese, come pu re u n convint o, reale incentivo da parte deg li Am mi nist ratori Pubbli ci e il lo ro necessario supporto . Desidero esp rimere, concludendo, l'apprezzamento per la collaborazione con la Facoltà e per tutti al Preside prof. Palumbo, che ci sta port ando ad una collaborazione ampia e diversificat a, vorrei dire al di là delle nostre aspettative.

Silvano Susi Presidente ACER (Associazione Costru ttori Edili di Roma e Provincia)

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Roma e il Tevere: innovazione e restauro, un comune ambito progettuale Giovann i Carbonara

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Se, com'è giusto che sia, s' intende il Tevere, con la parte della città di Roma che su di esso più o meno direttamente insist e, in termin i unitari, si vedrà come esso rappresentijl cardine di un sistema urbano complesso, ricco di potenzialità e di valori, anche naturalistici e storici, ma con problemi e manchevolezze tutt'altro che risolti. Insomma una presenza-assenza mal utilizzata o sottoutilizzata, più virtuale, oggi, che reale. Ne risulta che si tratta d'un possibile tema di riqualificazione e di restauro urbano d'importanza primaria, per la città e il suo territorio, da svilupparsi e da affrontare in modo ampiamente pluridisciplinare, unendo forze e competenze diverse, urbanistiche, architettoniche, t ecnologiche, economico-manageriali, imprenditoriali, naturalistiche, storico-critiche e conservative o di restauro. Valide risposte potranno emergere, considerando la ricca strat ificazione e le vicende stesse della storia urbana di Roma, da l1'attivazione di un serrat o dialogo fra le rag ioni dello svil uppo, dell ' innovazione, della valorizzazione e quel le della tutela del patrimon io architettonico, paesistico e ambientale in questione. Ciò attivando - volendosi esprimere in modo sintetico - un fattivo confronto fra 'conservazione' e 'innovazione' (o 'modificazione') le quali~ non rappresentano affatto, nonostante quanto possa sembrare a prima vista, degli opposti fra loro contraddittori ma semplicemente due facce della stessa medaglia. Premesso che non si dà conservazione senza intervento, quindi senza modificazione (dove il presunto 'congelamento' del manufatto o la sua 'mummificazione' o il non far nulla producono solo abbandono e rovina) si tratta di saper definire 'in che direzione', 'in quale misura' e con quali strumenti modificare, ponendosi, al tempo stesso, il dovere morale e culturale di tramandare al futuro, nelle migliori condizioni possibili , le memorie (criticamente vag liate o, se si preferisce, le testimonianze materi ali "aventi valore di civilt à") che ci pervengono dal passato, il cosiddetto 'patrimon io' culturale.

Sono concetti già espressi, ad esempio, da Leonardo Benevolo più di mezzo secolo fa e che tutta la più aggiornata cultura 'crit ica' del restauro ha approfondito sotto il profilo teoretico, sperime ntato e diffuso nel campo specialist ico. Al tempo stesso sono concetti sovente ignorati o mal interpretati, anche da parte degli operatori e dei pubblici responsabili . Se il restauro o un'attenta e rispettosa riqualificazione urbana si giocano sul la dialettica fra conservazione e innovazione, ciò significa che dei 'valori' (storico-a rtist ici in primo luogo, ma anche naturalistici, sociali ecc.) bisogna avere consapevolezza storica in primo luogo, ben fondata su peculiari capacità analitiche, d'indagine e di ricerca; poi che l'innovazione (la quale non è, ripetiamo, cosa distinta dalla conservazione ma realtà che con essa s'intreccia intimamente) richiede competenze progettuali, architettoniche ed urbanistiche, altrettanto matu re. Si tratterà di progettare sull'esistente, nell'esistente o, se si prefe risce, di ri-progettare l'esistente, ma pur sempre di progettazione. E ciò rich iederà l'apporto di una solida 'cultura del progetto', intesa come attitudine critica ed autocritica, formativa e compositiva, tecnologica e costruttiva, assumendo questi termini nel loro senso più lato. Richiederà, in altre parole, una capacità progettuale colta ed aperta alla sintesi di moltep li ci specialismi, oltre che abilità manageriali che, in gran parte, esulano dalle responsabilità più dirette dell'architetto. Per un compito arduo e complesso come quello appena delineato, l'apporto delle forze di un'intera facoltà di architettura, meglio ancora se alleate a quelle dei referenti politico-amministrativi e dell'imprenditoria, sembra porsi come una buona garanzia di successo; non si tratta d'un argomento settoriale né scientificamente specialistico, ma d'un evidente tema d' integrazione disciplinare e professionale. Per quanto riguarda l'apporto deg li architetti, poi, l'unione fra un sapere 'progettuale' ed un sapere 'costruttivo', fondati su una forte base storicocritica, è quanto distingue il profilo proprio della 'scuola romana'

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Forum Tevere Polarità naturale e polarità urba na

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di architettura, quale si è andato definendo sin da l momento J stesso; al tema~ non della el iminazione pregiudiziale dei muradella sua origine come st ruttura formativa universit aria, negl i \ glioni e delle relative banchine, ma dell'accessibilità di queste anni venti del secolo scorso. Una scuola, basti pensare alle figure ultime; a quello dell'integrazione, non imitativa né retrospetdi Gustavo Giovannoni e di Vincenzo Fasolo, ma anche di 1.tiva, ma 'critica' e 'moderna' del contesto; a quello della 'conservazione integ rata', attuata riducendo ad un ità quest ioni Arnaldo Foschini, fondata sullo stretto legame di 'storia' e 'progetto', pensato appunto in funz ione del perseguimento d'una di restauro archit ettonico, urban ist iche e di ricerca e selezione progettazione 'colta' e, sin dall'inizio, aperta sui due versanti di adeguate.f unzioni, ove queste manch ino o risulti no improdell 'architettura e dell'urbanistica, quindi estesa ai temi del terprie o si manifestino fenomeni di degrado edilizio e socio-ecoritorio e del paesaggio. Ai motivi ispiratori, tuttora validi, di nomico; ai temi della finanza di progetto (affrontati lucidaquella esperi enza, pur reinterpretati e declinati secondo la senmente, nel suo scritto, dall'i ng. De Maria con propost e concrete e precisi richiami alle proced ure); a quelli, non certo ultimi, sibilità e le esigenze attuali, s'ispira espressamente oggi il programma formativo della Facoltà "Valle Giulia", pur nella varietà della mobi lità, intesa in termini di compat ibilità ambientale della sua ben misurata offerta didattica, triennale, quinquen(di cui ha scritto Gianni Orlandi). nale e relativa al sett ore post-lauream, dai master al dottorato. Giustamente Achille Ippolito, nel suo contributo, ha sottoliAltre in iziative di studio e di ricerca , in altre sedi universitarie, neato che il tema del Tevere rappresenta un pret esto o, meglio, una sfida per una ricerca a più voci e con diversi operatori. Un hanno voluto confrontarsi con il tema del rapporto di Roma col suo fi ume, soprattutto in t ermini di 'recupero della bellezza tema indubbiamente di recupero dei 'valori', offuscati o latent i, della città' (P. Marconi) tramit e un'attenta riprogettazione del del fi ume e del suo intorno ma senza, per quest o, pronunciare sist ema delle ripe e di ampie porzioni del tessuto circostante, sommari giudizi d i condanna~fLontrario bisogna trovare il sacrificato soprat tutto dalla costruzione dei grandi muraglioni; 1i1 modo di "dialoga re " con i fam igerati muragl ioni che rap prema si è t rattat o, a nostro avviso, di approcci monodoscipli nari sentano anch'essi una presenza st orica sig nificativa , al di là ed orientati nel senso d'u n deciso 'riprist ino' di antich e situadell'attu alità o meno delle rag ioni di sicurezza e dif esa del la zion i perdute, comu nque di qualcosa di molto diverso da città dalle inondazion i che ne motivarono la cost ruzione. Si quanto qui ci si propone di fare. delinea così una ricerca che nasce e si sviluppa, insieme storiSi pensi, per quanto ci rigua rda, ali' attenzione riservata alle inica mente e progett ualmente, dapprima su un piano di riq uaziative del Comune, di razionalizzazione e valori.zzazione del lif icazione urbana per concretizzarsi, poi, in ben precisi episodi di nuova architettura e di moderne infrastrutture, ma anche patrimon io 'fluviale' esistente (muragl ioni e lungotevere compresi) ed al ruolo di promozione che dovrà svolgere il Comune di recupero e di rest auro di singoli manufatti e ambient i.


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Il Tevere e la città nel nuovo piano di Roma Stefano Garano Le scelte del nuovo piano regolatore di Roma Il nuovo piano di Roma (approvato dalla giunta nell 'ottobre del 2000) attualmente in corso di messa a punto su lle base delle osservazioni formulate dai municipi, inserisce il Tevere e le aree che con questo formano un sistema organico in un ambito di programmazione strategica, che insieme ad altri quattro ambiti dello stesso tipo (le mura Aureliane; l'anello ferroviario; l'asse Nord-Sud, dal villaggio Olimpico all'Eur; l'Appia Antica, dai Fori al confine comunale) costituiscono i prin cipali elementi strutturanti del nuovo piano 1·egolatore Si tratta di una scelta che vuole mettere in risa lto il valore strategico che si at tribuisce alla presenza di componenti fondamentali del sistema ambientale e storico-culturale del territorio e alle conseguenti azioni e interventi specifici. lnf atti, l'ambito del Tevere attraversa tutto il territorio comunale, per cui le preesistenze sono di natura diffusa nei trat ti extraurbani e si densificano nella parte urbanizzata, in particolare nei tratti compresi nella città st orica e consolidata. 1 Le elaborazioni che hanno port at o alla definizione dell'ambito strategico del Tevere si avvalgono di una serie consist ente di studi e analisi che hanno assunto come oggetto di attenzione le aree lambite dal fiume, al lo scopo di definire i valori attribuiti alle preesistenze che si distribuiscono lungo il suo percorso. Tale esperienza ricognitiva è riportata su un elaborato che fa parte della famiglia degli elaborati gestionali del piano 2 , definito "Tavola delle Risorse", che permette di avere un ampia rassegna di tutti gli elementi naturali e artificiali che sono distribuiti all'interno dell'ambito e che, quindi, ne costituiscono il patrimonio st orico e naturalistico. La sacralità del fiume e dei suoi ponti li rapporto tra fiume e città ha costituito il filo conduttore dello sviluppo urbano per mil lenni. Esso a Roma ha assu nto un valore

part icolare, poiché ha rappresentato un elemento sacro dispensatore di vit a e di morte (come dimostra la ricca mitologia), causa di abbondanza di raccolti e di disastri naturali, ma è stato anche un elemento di connessione con il territorio, un margine fisico e un riferimento per la crescita urbana. Tale sacralità, nel corso della costruzione della città, è stata estesa ai ponti intesi come strutture che permettono di superare il margine, di dom inarne gli aspetti meno favorevo li alla vita della comunità urbana. li ponte aveva, quindi, anche un va lore m etaforico nell'accezione di elemento che permette il superamento di un ostacolo, spesso avverso come un fiume, e nello stesso tempo unisce non solo territori e culture diverse, ma anche l'uomo con la divinità; per questo il sommo sacerdote era chiamato pontifex, appellativo che è rimasto al Papa. I romani, come è noto, furono esperti costruttori di ponti, all 'inizio di legno poi di pietra. Ne costruirono in tutta l'Europa: nel 55 a.e. i legionari di Giulio Cesare costruirono il pont e sul Reno lungo 430 metri e Traiano nel 104 d.C. ne costruì uno sul Danubio con piloni alti 40 metri. L'arte di costruire i ponti era talmente importante che fu creato il Collegium Pontificorum, cui erano attribuite anche funzioni sacerdotali, e il titolo di "pontefice" era attribu it o agli imperatori in quanto garanti di quest'arte sacra. La storia del la cit t à di Roma è particolarmente corre lat a con le vicende dei suoi ponti. Non a caso in età repubblicana questi presero il nome dei consoli che li cost ruirono, mentre durante l'impero presero i nomi degli imperatori. E' naturale che i ponti rea lizzati nella Capitale fossero molti, in relazione anche alla dimensione della città. Alcuni sono scomparsi, altri sono ancora funzio nanti, altri sono serviti come basamenti per ponti pi ù recenti, di altri permangono porzioni o tracce. Quindi le stratificazioni storiche fanno del Tevere l'asse di uno dei più vasti e densi bacini culturali del mondo.

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Foru m Tevere Polarità naturale e polarità urbana

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da Marco Aurelio Ant onino o Antonino Caracalla) sui resti del quale sarà costruito, sott o Sisto IV, Ponte Sisto; l'altro è il Ponte Elio, dal nome del l' imperatore El io Adriano, che conduceva direttamente al mausoleo, su i resti del quale sarà costruito Ponte S.Angelo. Nel lungo periodo che va dal Medio Evo fino al 1870 furono costruiti o riadattati non più di ci nque ponti, tra questi il già menzionato Ponte Sist o, inaugurato da Sisto IV nel 1475 (costruito sui pi loni di Ponte Aurelio e riadattato nell'Ottocento) ~e il Ponte S. Angelo, costruito sulle vestigia di un ponte romano (Ponte Elio) che conserva il nome originale f ino al 600 circa, quando Gregorio Magno ebbe la celebre visione dell'angelo che rinfodera la spada a significare la fine della pesti lenza; questo ponte ebbe un primo restauro totale nel 1450 sotto papa Niccolò V, dopo la tragedia causat a dalla calca dei pellegrini che fecero crollare le spallette con la conseguente caduta nel fiume di centinaia di persone; successivamente Bernini, per incarico di Clemente IX, diede al ponte la sistemazione definitiva. Qu indi gli ingegneri pontifici costruirono nel modo più semplice possibi le il Ponte Palatino, poiché si collocava vicino al "Ponte"; purtroppo i calcoli errati determinarono l'abbattimento delle ultime arcate di questo ponte verso la riva sinistra; per cui il ponte ora risulta vicinissimo alle vestigia del ponte romano. Un Ponte, quello dei Fiorentini, costruito nel 186 1 in ferro (a pedaggio); fu abbattuto nel 194 1 anche per riutilizza re il ferro per motivi bel lici. Infine il Ponte S. Paolo, costruito in ferro tra il 186 1 e il 1863, per farci passare la ferrovia Roma Civitavecchia, aveva la parte centrale sollevabile per far passare le imbarcazioni. Dopo la costruzione dell'attuale ponte ferroviario in muratura fu rimodernato con campate sempre in ferro e adiLa costruzione dei ponti bito al traffico veicola re. Della decina di ponti costruiti dalla fondazione al Medio Evo ne Quest o è l'ultimo ponte costruito dal Vaticano prima dell'unità rimangono con i loro caratteri strutturali solo tre: uno dei primi ,, d'Italia, attua lmente ha preso il nome di Ponte dell' Industria. ponti rea lizzati dai roma ni in epoca repubb lica na e più volte ~ Dopo l'unità d' Italia inizia un fertile periodo in cui sono stati rearest aurato è Ponte Milvio (Pons Mulvius dal nome del costrut- / lizzati più di venti ponti, dei quali ben 11 fino alla seconda guerra tore proveniente dalla gens Mulvia); l'ultima volta fu distrutto ', mondiale, su lla base delle previsioni dei pian i ottocenteschi e dai garibaldini nel 1849 per ritardare la marcia dei francesi del 1909: il primo fu Ponte Umberto I, inaugurato il 22 settembre quindi restaurato all'in izio del secolo XX; gli altri due sono i del 1885; costruito di fronte all'allora futuro Palazzo di Giustizia ponti Cestio e Fabricio all'Isola Tiberina, che collegano l'isola dell'architetto Calderini, su proget to dell 'ing. Vescovali, ritocalle due sponde del fiume. cato dal l'a rch. Andrea Busiri, che aveva proposto un ponte di Altri due risu ltano trasformati dai restauri e dal le sovrapposi- _ ferro con sopra una "galleria" sorretta da colonne. Esso unisce zioni posteriori: uno è il Ponte Aurelio o Gian icolense (i nomi il quartiere Prati a Tor di Nòna e il suo asse prosegue, attralatini erano Pons Aurelius, Pons Janicularis, Pons Antoninus verso via Zanardelli, tracciata nel quartiere rinascimentale, fino

I ponti è- la storia La lettura delle tavole che riguardano il Tevere (di corredo all'omonimo ambito strateg ico definito dal piano) ci permette di esperire in modo dinamico la conoscenza della storia urbana. Essa si basa sulla sequenza del le preesistenze distribuite lungo il percorso del fiume, di cui i ponti costituiscono gli elementi più consistenti. _I poQti legano il fiume con la città, scandiscono il suo percorso e rappresentano la memoria aeg li eventi che lo hanno coinvolto. Roma entro i suoi limiti comu nali possiede una trentina di ponti, costru iti, trasformati e restaurati in duemi la e cinquecento anni di storia . Molti sono i ponti scomparsi: il Ponte Sublicio è quello più antico, la cui datazione e la cui ubicazione sono incerte. Secondo alcuni autori risale al quarto re di Roma Anca Marcio (644-621 a.C.). La data potrebbe essere il 614 a.e., per altri la data potrebbe essere anteriore, più vicino alla fondazione della città, anche se Tito Livio lo fa risalire al 11 4 a.C., ma molti la ritengono errata. Altri ponti scomparsi sono: il Ponte Agrippa, di ubicazione sconosciut a; il Ponte Neroniano, poi Trionfale, di cui esistono i resti presso l'ospedale di S.Spirito; il Ponte Probo, poi Teodosio, con resti all'altezza di via del mascherone. Una testimonianza rilevante è costituita dell'arcata e mezza del "Ponte Rotto" nei pressi del l'Isola Tiberina. Questo ponte ha una lunga storia: all'inizio si chiamava Ponte Emil io, in seguito Fu lvio (il costruttore apparteneva al la famiglia degli Emi lii , probabilmente Manio Emi li o Lepido con lui Fu lvio Nobiliare da cui il nome Fulvio) quindi Senatorio, Consolare, Palatino, infine denominato S. Maria.


Il Tevere e la città nel nuovo piano di Roma

a Piazza Navona secondo le previsione del piano del 1873/83. memoria del deputato socialista barbaramente ucciso dai fascisti . Nel giugno del 1888 viene inaugurato Ponte Gariba ldi progettato da ll'i ng. Vescovali, per unire v'iale del Re , o ra viale , Ponte Duca D'Aosta,, che collega il quartiere Flaminio al Foro Trastevere, con via Arenula, fo rmando un important e asse sul Italico, fu costruito nel 1939, oggetto di un appalt o-concorso vinto dall'impresa Aureli con un progetto di Vincenzo Fasolo, quale sorsero i ministeri di Grazia e Giustizia e della Pubblica Istruzione. è ad una sola arcata chiaramente ispirata al ponte Risorgimento Il 17 dicembre 1891 fu inauguratQ_Ponte Regina Margherita, del 191 1. per i romani più semplicemente Pònte Margherita, che unisce Infine, il Ponte Amedeo di Savoia Aosta, costruito durante la il quartiere Prati con il centro st orico, in asse con Piazza del seconda guerra mondiale fu dedicato al Vicerè d'Etipia, medaPopolo; f u costruit o nel punto chiamato " La Penna", ricordato glia d'oro al valor militare per la difesa dell'Amba Alagi, morto in prigionia nel 1942. da una via che porta questo nome, dove ven ivano ancorate le barche dopo lo scarico effettu at o al Porto di Ripetta; il nome Dopo il secondo confli tto mondiale sono st ati realizzat i una Penna indicava la parte più estrema del fiume nel territorio decina di ponti per far fronte alla esigenza di infrastrutture posta urbano. Quindi il ponte segnava il confine della città verso Nord. dalla rapida espansione della città. Il primo ponte realizzato Dieci anni dopo, il 2 5 maggio 1901, fu aperto al transit o ll Ponte fu il Ponte Testaccia per unire i due quartieri che hanno le più Cavour, che unisce il quartiere Prati al centro storico in asse con rad icate tradizioni popolari: Test accia e Trastevere. Quindi fu via Tomacelli e via Condotti. Purtroppo la costruzione di questo portato a t ermine il ponte Flam in io, che ci ricorda la retorica ponte determinò la distruzione del porto di Ri petta. del fascismo. Infatt i, questo ponte doveva chiamarsi Ponte 28 ot tobre; progettato dall'a rch . Brasini nel 1938, la sua realizNel 19 11 si cost ru irono due ponti di rilevante importanza: il _ponte Vittorio Ema nuele Il e il Ponte R isorgimento~ il primo, prozazione fu interrotta durante la guerra, ripresa nel '47 e t ergettat o dall'ing. Ennio De Rossi, sostitul un ponte in ferro reaminata nel '52; voleva essere l'ingresso monumentale a Roma da Nord, ma dopo pochi anni dovette essere chiuso per motivi lizzato " prowisoriamente" nel 1889; il secondo ci ricorda la celebrazione del primo cinquantenario dell'unità d'Italia con la relastatici e sostituito da un ponte Baley fino al suo completo restauro. tiva Esposizione Internazionale d'Arte del 191 1. Questo è anche il primo ponte in cement o armato costruito a Roma . Fu proNel 1955 viene realizzato il Ponte Marconi, ad una sola arcata, gettato dall'arch itetto Hennebiq ue (t itolare del brevetto) ad che unisce il qua rti ere omon imo , al lungotevere che, ve rso unica ed elegante arcata di 100 metri con 1O metri di freccia. Nord, porta a alla Basilica di S. Paolo e al Viale Marconi che, verso Sud, porta all'Eur. Il ponte univa le parti dell 'Esposizione che si estendevano sulle Alla fi ne degli anni cinquanta, in occasione dei giochi olimpici due rive del fiume: sulla sinistra la sezione Artistica nella Valle Giulia fino al piazzale delle Belle Arti, sulla destra, dove attualdel 1960 fu rea lizzato, nella periferia settentrionale,JI Ponte Tor di Quint o, sul quale scorre l'i ntenso traffico del la via mente inizia il viale Mazzini, quella Etnografica. Si tratta di un'opera di altissima ingegneria e di notevole valore Ol impica. Quindi fu più tardi real izzato, nella periferia meriarchitettonico dionale, il Ponte della fe rrovia che ha sostituito il ponte S. Paolo, Tra le due guerre la costruzione dei pont i procede con alt erne attualuonte dell' Industria, per il passagg io della linea f errovicende, tenendo conto delle previsioni del piano regolatore di viaria Roma Genova. Sanjust del 1909 e di quello del 193 1. Un decennio più tardi viene realizzato il Ponte della Magliana, per raccordare l'autostrada Roma-Fiumicino con l'Eur, collocato _Viene costruito il ponte Aventino,. per collegare il quartiere Trastevere con Testaccia all'altezza di Porta Portese; quindi il in asse con il Palazzo della Civiltà e del Lavoro. _ionte Matteotti progettato dall'arch. Antonelli vincitore di un Per chiudere l'anello Anas (Gra) sono stati realizzati i due ponti concorso conclusosi nel 1920, la sua costru zione fu ritardata autostradali: il primo a Nord, appoggiato alla diga di Grottarossa, preannuncia, con il lento scorrere di una massa compatta di dagli eventi politici e si concluse nel 1929, unisce la via Flamin ia auto, uno dei maggiori problemi della citt à; il secondo a Sud per al quartiere delle Milizie, per cui all'inizio fu denominato Ponte ~ Littorio; ne l dopoguerra gli ftiattribuito il nome attuale in ' sostenere l'arco meridionale del Gra nei pressi di Tor di Valle.

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Forum Tevere Polarità naturale e polarità urbana

Prima della foce, oltre il Gra, incontriamo il Ponte Mezzocamino e il Ponte della Scafa, nei pressi di Fiumicino dove il Tevere si biforca. Infine, presso viale Giulio Cesare, fu realizzato negli anni Settanta il ponte della Metropolitana, dedicato a Pietro Nenni, che rappresenta l'ultimo ponte costruito nella città.

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Note conclusive Come si può evincere da queste brevi note i ponti, con le loro denominazioni spesso cambiate nel corso dei secol i in ordine ag li eventi politici, religiosi, sociali e con le loro stratificazioni architettoniche, costituiscono una incomparabile sequenza di risorse, che l'azione strategica del piano regolatore assume come elementi qualificanti dell 'ambito del Tevere. Le norme del piano prevedono all' interno dell'ambito meccanismi premiali per incentivare gli inteNenti di recupero e valorizzazione.

Strutture del Piano e strategie metropolitane

Owiamente tale azione necessita di una gestione attenta colta e continua, accompagnata da un adeguato monitoraggio, che permetta di calibrare le sequenze degli inteNenti. Inoltre, il Tevere costituisce uno dei corridoi ecologici più importanti del territorio romano e un elemento fondamentale della fitta rete ecologica, che contribuisce a definire il sistema ambientale. Esso, quindi, riassume sia i caratteri della testimonianza storica che della nervatura principale del sistema ambientale. 1 Il piano individua quattro differenti

2 Il nuovo piano

è costituito da

t ipi di strutturazione della città: la

cinq ue famiglie di elaborati:

città storica, la città consolidata, la

prescrittivi, gestionali, indicativi,

città da ristrutturare , la città della

descrittivi, comunicativi.

trasformazione


·~

Un viaggio lungo il Tevere Franco Purini Nel corso dell'attività progettuale svolta con Lau ra Thermes da l 1966 il Tevere ha 1·appresentato un tema ri corrente, presentandosi più volte con contenuti e sig nif icati dive1·si. Il primo confronto con il fiume di Roma è avvenuto proprio nel 1966 con la "Proposta di ristrutturazione dei Lungotevere".

Proposta di ristrutturazione dei Lungotevere, 1966 Progetto: F. Purini, L. Thermes I nuovi Lungotevere sono immaginati come una struttura percorribile al cui interno si svolgono ambienti affacciati sull'acqua[ ... ] con valori diversi rispetto alle varie situazioni che il corso del fiume incontra.[ ... ] La prima di queste riguarda il centro storico, dove la costruzione degli attuali muraglioni ha distrutto il rapporto tra fiume e città che si era consolidato da secoli.[ ... ] In questo caso la presenza di quinte edilizie sui Lungotevere obbliga ad intervenire su una sezione minima, riempendo le maglie vuote del vecchio tessuto.[ ... J l'arginamento del fiume diviene un fatto costruito abitabile la cui materia a volte riempe

le maglie vuote del vecchio tessuto, ispessendosi e immettendovi un elemento ristrutturante nei punti irrimediabilmente degradati.[ ... I A ovest del centro storico [ ... l l'assenza di persistenti quinte edilizie, permette al nuovo intervento di inspessirsi ed acquistare il valore di unica «architettura consolidata» contro la dispersione edilizia attuale. [ ... ]A nord del centro storico, [ ... ] in alcune zone il nuovo argine ha il valore di perimetrazione, in altre (Ponte Milvio, Corso Francia) infrastruttura le parti di tessuto interessate dal fiume, «consolidandole» e assimilandole a «piastre» urbane compatte. (da: F. Purini, Luogo e Progetto, ed. Cartesegrete, Roma. pag. 43}

Si tratta di un progetto, elaborato per il Corso di Restauro allo ra tenuto da Carlo Ceschi, che per la prima volta, a quanto m i rig uarda, proponeva di ripensare gli arg ini ottocen teschi pe r restitu ire alla città un rapporto diretto con l'acqua. 1 muraglioni venivano aperti da logge protese sul la

La nave cli pietra: il rinnovamento del bosco Tiberino, 1982 Progetto: F. Purini Isolare l'isola si è tradotto[ ... ] nell'immagine di un bosco fortificato da un bordo di case che echeggiano e specchiano i boschi circostanti del Palatino, dell'Aventino e del Gianicolo [ _.. 111 mio progetto è infatti quello dr un razionale luogo segreto, un ospedale o lazzaretto o ghetto o carcere capace di isolarsi contro l'assalto concentrico dei sani e dei regolari[ ...] I nuovi corpi di fabbrica dell'ospedale saranno costituiti da due navate continue sovrapposte,

ritmate dagli avancorpi delle scale e interrotte da pezzi traforati trasportanti la luce dal tetto, luce verde perché intercettante il giardino che ammanta la copertura. Le navate sono ventilate trasversalmente e verticalmente: attraversate da una luce fissa e orizzontale disegneranno le figure giacenti o deambulanti in spazi a doppia altezza percorsi a fil di solaio da rondini e pipistrelli. (da: AA.W, La Nave di Pietra, Storia, architettura e archelogia dell'Isola Tiberina; ed . Electa, Milano, 1983 . pag. 78)

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Forum Tevere Polarità naturale e polarità urbana

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) ,

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Sistemazione degli scavi archeologici dell'ex porto fluviale di

Tevere: è questo il paesaggio nel quale si è rappresentato un possibile

Testaccia, 1983 Progetto: F. Purini, L. Thermes Un interno riempito d'ombra

rapporto con la storia come estraneità e differenza, come teatro di un congedo. Imprigionati in una

appena inciso da lame di bianca luce che sezionano come coltelli affilati i resti del porto romano di Testaccia giacenti sulla riva pietrificata del

teca architettonica dalla ritmica concitata e oppressiva, dalla spazialità affollata e compressa, i muri romani scheggiati, le volte

crollate, le rampe quasi cancellate, le

marmoreo come oggetti sulla tavola

banchine corrose, sono sottratte al paesaggio della città e recluse in un

magnetica e misteriosa di una

piccolo universo solitario. [ ... I La grande nave, tagliata a metà della sua facciata sul fiume da una profonda galleria che ne mette in evidenza lo spessore, fiorisce sulla copertura di volumi sparsi sul piano

natura morta [ ... I tra architettura che chiede di essere costruita e quella che ch iede di essere dimenticata. (Da: F. Purini, Sette paesaggi, Quadern i Lotus, Electa, Milano 1989. pag. 75)


Un viaggio lungo il Tevere

corrente, utilizzate come osservatori privilegiati del mutevole. nomia dell'isola, il suo farsi antipolo ideale rispetta·a tutta la paesaggio delle rive;, essi ospitavano nella loro sezione una città. Nello stesso anno la Sovrintendenza ai Mo numenti ci metropolitana leggera e una serie di parcheggi a servizio delle incaricò d i studiare la sistemazione dei ru deri del porto aree urbane attraversate dal fiume; funzioni culturali erano romano di Testaccia. Il problema era quello di disegnare una accolte negli ambienti ricavati scavan do l'argine, colmando copertura che proteggesse le banchine e le volte dagli agenti così gli spazi interstiziali che la distruzione degli antichi tesatmosferici e da eventuali piene. La soluzione proposta consuti edilizi aveva creato. I Lungotevere acquistavano in questo sisteva nel racchiudere il porto romano in un ed if icio il quale, - modo un nuovo volto nel quale l'aspetto attuale veniva modimentre assicurava la sua conservazione, ne riproponeva sul ficato da una serie di nuovi interventi, che diventavano profronte l'i mmagi ne. L'interno di questa struttura si presentava gressivamente più numerosi man mano che il Tevere abba ncome un vasto spaz io il lum inato da ll 'alto nel quale la predonava la città storica. L'idea di util izzare il sedime dei mu rasenza dell'antico acquistava il valore surrea listico di un emblel/ glion i come volume utile è stata da allora ripresa più volte, matico ready-made. Un altro progetto lungo il Tevere riguaranche in progetti recenti, che fanno pensare che dopo circa dava un '.'Museo della letteratura/Danteum" a Piazza della quarant'anni la visione dei Lungotevere come infrastruttura Moretta . In questa p roposta del 1985, elaborata per il vivente può trovare finalmente la sua realizzazione. Una sorta Co nsulto di Roma organizzato da lla AAM per l'Assesso rato di città lineare consolidava le sue rive, rappresentando una agli interventi nel centro storico, due grand i scale ascendeespansione interna della città. Di due anni dopo è il progetto vano verso una torre contenente un vuoto a tutt'altezza . Le per un ;:f2nte pedonale San Giovanni dei Fiorentini", un scale si presentavano come due colline in travertino e in t ufo ponte/piazza di forma quadrata che si configurava come un corona te alla sommità dalla vegetazione, accoglienti all'innuovo monumento urbano, un complesso dispositivo architerno una serie di gradinate parallele lungo le quali si pretettonico che incastonava il paesaggio fluviale come una corvedeva di esporre pagine autografe di scrittori italiani. nice. Lo spazio sotto il piano inclinato della piazza assumeva Nell'ambito della stessa iniziativa della AAM Laura Thermes l'aspetto di una grande sala ipostila, un vano in penombra aveva stud iato una so lu zione per l' isolato parzialmente nel quale si moltiplicavano i riflessi del l'acqua e gli ech i del demolito dL_Piazza della Roveret proponendo un sistema di suo fluire. Ne l 1979, con un progetto per il Mattatoio, il inter·venti architetton ici tra i qua li un ed if icio lineare a ridosso Tevere torna a cost ituire un riferimento privilegiato per il del l'argine. Questo lungo manufatto faceva rivivere que l nostro lavoro. Cont r·ariamente alle ipotesi di possibili democarattere di sponda costruita che prima della costruzione dei lizioni avanzate dalla amministrazione di allora si prevedeva Lungotevere accompagnava il Tevere nel suo tratto urbano. il recupero totale della pregevo le arch itettura disegnata da Questi progetti sono stati oggetto nel 1987 di un a mostra Gioacchino Ersoch, inserendo in essa alcu ni nuovi manufatti a Palazzo Massimo presso la Cornei! University, dal titolo "Un nella prospettiva di un suo completamento orientato a traviaggio lungo il Tevere", presentata da Emilio Battisti. L'ultim o sformare la grande testimonianza di archeologia industriale confronto che chi scrive ha avuto con il Tevere, ma questa in un nuovo polo culturale e nel luogo di spettacolari eventi volta in modo più laterale, è stato du rante una consulenza metropolitani. Nel 1983, in occasione della mostra "La Nave per conto del Comune di Fiu micino sul progetto di Ricardo di Pietra", dedicata all'Isola Tiberina, è stata messa a punto Bofill per il "Parco Leonardo", un grande intervento che preuna lettura metaforica di questo luogo unico, nel quale i vedeva luoghi per la cu ltura e lo spettacolo, il commercio e caratteri identitari di Roma si manifestano nella maniera più il tempo libero disposti lungo un sistema di nuove piazze riconoscibile. Il progetto riaffermava si mbolicamente l'autoparallelo al f iume. I

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Fattibilità e project financing

ambiti suscettibili di proposte che possono costituire validi esempi di riqualificazione funziona le in siti che, più di altri, per la loro collocazione urbana, si prestano ad essere ottimizzati. Tali interventi così come illustrati in dettaglio, costituiscono una base di partenza per stimolare la discussione sulle metodiche di approccio adottate ed in generale costituire un prototipo da seguire e svi luppare per ricercare nuovi ambiti su cui foca lizzare l'attenzione degli operatori tutti, ed avviare così un ciclo virtuoso di individuazione di temi attuali e stringenti sui quali è riposto il soddisfacimento di sent ite esigenze pubbl iche e nel contempo proporne un cambiamento sostenibile con provate tecniche di attuazione e sviluppo. La proposta in ambito Porta Portese è un esempio di come può essere risolta una situazione di abbandono f unzionale e di sem idegrado per un'area centrale che può sviluppare viceversa tutte le sue potenzialità. L'attuale assetto vede l'Arsenale Pontificio del tutto privo di significato funzionale, le baracche presenti costituiscono chiaro esempio di preesistenze vetero-commerciali squalificate e sicuram ente al di sotto delle proprie potenzialità, sono assolutamente mancanti gli spazi di sosta e le correlazioni con gli ambiti circostanti del Tevere e con il quartiere di Trastevere. La proposta intende restituire decoro funzionale al sito in esame; so no previsti un adeguato recupero funzionale del1' Arsena le Pontificio mediante la creazione di uno spazio museale dedicato al Tevere, è previst a la real izzazione di spazi commerciali f unziona li e moderni e di strutture ricett ive con adeg uat a dotazione di spazi per la sosta e la razionalizzazione dei collegamenti viari col lungotevere ed il quartiere circostante . La proposta è in grado di produrre reddito, premessa essenziale del project financing: in essa il Promotore assume l'impegno di sviluppare e riqualificare questo ambito urbano ricorrendo esclusivamente al capitale privato ed attraverso un'accorta gestione delle opere real izzate, creare le premesse per il ristoro dell'investimento previsto, di circa 50 milioni di ?uro. La ricerca ha posto le basi per un metodo di lavoro che partendo dall 'individuazione di una proposta, possa svilupparsi un percorso metodologico in base al quale la st essa , così come individuata e dibattuta , possa percorrere, passo dopo passo, tutte le successive verifiche di fattibi lità tecnica, amministrativa ed economico-finanziaria, funziona li a darne attu azione con creta attraverso il coinvolgim ento del ca pitale privato. Cadono le difficoltà frapposte dalle esiguità di bilancio, i Promotori

privati affiancano la Pubblica Ammi nistrazione nel rilancio ed ammodernamento della Città. L'iniziativa Forum Tevere promossa dalla Facoltà di Architettura Valle Giulia e dall'ACER (Associazione Costruttori Edili di Roma e Provincia) si pone questo o biett ivo. Un apposito protocollo d'intesa fissa i t erm ini con cui, attrave rso il confronto e le sinergie fra mondo accademico e mondo imprenditoriale, si intende contribuire a stimola re e svil uppare un dibattito sulla Città attraverso studi, proposte ed interventi, su ambiti di per sé meritevoli di rivisita zione u rba nistico-arch itetton ica .e funzionale. Aldilà degli ambiti individuati e sui qual i è possibile intervenire immediata mente dando seguito alle procedure di cui agli artt. 37-b is e seguenti della legge 109/94, si vuole tuttavia indicare attraverso qua le prassi, già sperimentata pos itivamente, si intende ripropo rre un percorso metodologico che, pa rtendo dall' individuazio ne d i uno specifico tema, ovviamente ed oggettivamente ritenuto di stretta attua lit à e di riconosciuta esigenza, approdi attraverso varie fasi alla sua concreta possibilità attuativa. Il "Forum Tevere", oltre alle proposte portat e qua le contributo diretto e di auspicabile concreta attuazione, si apre a tutte le idee che saranno presentate nell 'ambito del workshop di progettazione, per le qua li rit eniamo possa attivarsi un succesivo iter, possib ilmente volt o a verifica rn e magg iormente la sua attuabil ità. Riteniamo pertanto di procede re nel m odo seguent e. Fra tutte le proposte presentat e ne verranno individuate alcune che, per loro int rinseca attual ità e validità, siano merit evoli di ulteriori approfondimenti fi nalizzati alla loro possibil e concreta attuazione con strumentazioni e tecn iche attuative di project financing. Questi progetti, così come individuati nel novero delle idee presentat e nel corso di una Mostra da aprirsi a conclusione del workshop, approderanno ad un organismo misto istituito presso una Società Operativa dell'ACER, finalizzato al riesame del progetto proposto con l'i ntento di perfezionarne t utti gli aspetti pro pedeutici e funziona li di fattibilità t ecnico ed economica . Per fare ciò è necessario sottopo rre il progetto ad un esame preliminare di verifica di fattibilità tecnica ed economica. Questa attività di studio è finalizzata ad individuare gli elementi fondamenta li, di base, utili ad orientarsi in una prima verifica

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Fo rum Tevere Polarità naturale e polarità urbana

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di fattibilità della proposta che si intende perseguire ed a stimolare, di conseguenza, l'Amministrazione a recepire la proposta stessa e, se accolta e gradita perché ritenuta utile e funzionale al soddisfacimento di una esigenza pubblica, inserirla nella propria programmazione. Le analisi di questa prima fase sono di due tipi : tecnico ed economico; le analisi tecniche si rivolgono ad accertare : 1) gli obiettivi specifici del l'Amministrazione Comuna le; 2) le interferenze e le relazioni con altri programmi dell' Amministrazione (in corso o in progetto) ; 3) la pluralità dei soggetti interessati (Comune, Soprintendenze, Enti gestori di servizi pubblici, Ministeri, Enti gestori di t rasporto pubblico ecc.) ; 4) le prescrizioni ambiental i ; 5) i rischi archeologici ; 6) le condizioni idromorfologiche dei siti ; 7) la presenza di sottoservizi ; 8) la presenza di altri vincoli puntual i ; 9) il gradimento della cittadinanza come rappresentata dai Municipi, comitati di quartiere ed altro. Si passa quindi ad una preliminare verifica di fattibilità economica che suggerisca e stimoli l'impiego del capitale privato; A tal f ine sulla scorta di una sommaria progettazione preliminare, ma corredata da idee morfol ogiche, architettoniche e quantitative, si procede ad una verifica di pre-fattibilità economico-finanziari a che accerti l'equilibrio economico-finanziario degli investimenti con la gestione funzionale ed economica di tutte le opere realiz-

zate. Si tratta in sostanza di verificare se, individuati i preliminari costi di realizzazione, sussistono le condizioni per un'adeguata remunerazione del capitale privato impiegato ipotizzando rientri economici dalla gestione, in tutto o in parte, delle opere progettate. Tutte le predette indagini ed analisi contribuiranno a dimostrare che il progetto proposto può essere realizzato con capitale privato, perché suscettibile di gestione economica. Successivamente alla verifica e/o ponderazione degl i elementi citati, ed in caso di riscontro positivo, si può passare : - alla redazione di un documento succinto e "prelim inare" che permetta di illustrare la proposta e la sua fattibilità al la pubblica amministrazione per un forma le riconoscimento e nullaosta operativo e, successivamente, se accolta - implementare e redigere, sempre a cura della società operativa dell ' ACER, una documentazione esaustiva che possa consentire la presentazione della proposta in sede associativa e, dopo attenta illustrazione e dibattito su tutti i pecul iari aspetti tecnici ed economici del progetto stesso, raccog liere le adesioni imprenditoriali e dare personalità giuridica al presentatore ufficiale della proposta, quale aspirante Promotore; - individuato così il/i soggeto/i titolato a presentare ufficialmente la proposta (da Promotore) alla pubblica amministrazione, si può passare alla verifica pu ntuale ed approfondita delle fattibi lità prima elencate e procedere alla redazione e presentazione della proposta, in tutti i suoi aspetti normativi, entro il 30 giugno dell'a nno in cui la proposta stessa viene inserita nell a programmazione pubblica.


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Da oltre cinquant'anni l'ACER associa le piccole, medie e grandi imprese edili di Roma e Provincia per la tutela della categoria dei costruttori e per una politica dell'edilizia adeguata allo sviluppo della SocietĂ . Gli Uffici dell'ACER offrono assistenza e informazioni agli Associati in ogni settore di attivitĂ :

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Preside Roberto Palumbo Vicepreside Giovanni Carbonara La Facoltà di Architettura Valle Giulia dell'Università "La Sapienza"

è impegnata nella formazione di una figura unitaria di architetto in grado di progettare e controllare le trasformazioni sull'ambiente. L'obiettivo di coniugare architettura e spazio urbano, città ed ambiente naturale, il disegno dell'edificio e la sua concreta realizzazione, l'innovazione e la conservazione, richiede un esauriente bagaglio di conoscenze di base e, soprattutto, una versatile capacità di giudizio e di sintesi.

Corsi di laurea • Architettura specialistica LI.E. I Unione Europea (5 anni) Presidente Sergio Petruccioli • Arredamento e Architettura degli interni I lnterior Design (3 anni) Presidente Marco Petreschi + Progettazione per l'architettura degli interni (2 anni) • Gestione del processo edilizio I Project Management {3 anni) Presidente Livio de Santoli Grafica e Comunicazione visiva (3 anni) Presidente Roberto De Rubertis Restauro Architettonico e Riqualificazione urbana (3 anni) Presidente Corrado Bozzoni Architettura e Restauro (2 anni)

Il Centro svolge attività di ricerca scientifica e applicata, e garantisce, in un progetto unitario e integrato, la formazione di alto livello nella progettazione dello spazio architettonico e urbano. nell'organizzazione, nella conservazione e nella valorizzazione del territorio e del paesaggio. Ha come fine l'elaborazione di studi di fattibilità e di ricerche per le amministrazioni pubbliche e private, awalendosi di una molteplicità di esperienze interdisciplinari. Nel perseguimento delle sue finalità, il CITERA: svolge attività, culturali, di studio, di ricerca scientifica, di pianificazione e di progettazione, di coordinamento, di cooperazione nazionale; promuove. coordina e svolge studi e ricerche e attività di progettazione e di pianificazione d'intesa con dipartimenti, istituti, università, enti di ricerca, governi. enti locali, enti pubblici e privati ed imprese. sia italiani che stranieri; promuove e organizza convegni, conferenze. dibattiti, seminari, mostre, viaggi di studio, corsi di studio ed ogni altra forma di attività culturale e scientifica funzionale al raggiungimento dei suoi fini; produce rapporti di ricerca e pubblicazioni; promuove e realizza, anche in collaborazione con dipartimenti, istituti, università, enti di ricerca, programmi didattici per la formazione di ricercatori e di esperti nei campi di propria competenza (dottorati di ricerca, master, scuole di specializzazione, corsi di perfezionamento, ecc.); cooclude accordi culturali e scientifici, fornisce prestazioni di consulenza e stipula contratti e convenzioni in conto terzi con governi, amministrazioni statali ed enti locali, con università e istituti di ricerca, con enti pubblici e privati. con imprese. italiani ed esteri.

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Direttore Giovanni Carbonara

Giunta Eugenio Arb1zzani, Alessandro Bacaloni. Paolo Calza Bini, Francesco Coccia, Maurizio Costa, Aldo Laganà

Master La Facoltà attiva master di primo e di secondo livello collocati, rispettivamente, al termine dei corsi triennali e del corso quinquennale.

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Giovanni Carbonara

ca

.e es Achille M.lppolito

Stefano Garano

Cristiano Tavani Teresa Villani

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Nell'ambito di tale iniziativa che intende caratterizzarsi il più possibile per la sua concretezza, si è scelto come tema di indagine e quindi di confronto e di progetto, uno degli elementi caratterizzanti e fondativi della città di Roma: il suo fiume. Il Tevere rappresenta da sempre il segno urbano che ha contribuito maggiormente al disegno della città di Roma, alla sua stratificazione urbana attraverso i secoli, alla sua morfologia, ai suoi spazi, naturali ed artificiali. Oggi si è perso in molte parti della città il rapporto diretto con il fiume in particolare, basti pensare a quanto è accaduto nel centro storico dove i muraglioni sono un ostacolo fisico e visivo oramai invalicabile. L'iniziativa proposta non è, infatti, volta ad una nostalgica operazione di conservazione delle aree urbane attraversate dal Tevere, ma del loro recupero "innovativo" finalizzato oltre che alla tutela e salvaguardia degli aspetti ambientali, anche alla riappropriazione in termini funzionali, architettonici e spaziali da parte del

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ISBN 88-762 1-262-0


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