FOTOGRAFARE giugno 2015 - intervista Massimo Masini

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se dovessi elencare tutti i progetti importanti davvero mi dilungherei troppo. Poi dopo un viaggio a New York la mia strada si è incrociata con quella di Omer Bhatti, musicista di straordinario talento vissuto con il re del pop Michael Jackson. Una sessione fotografica di ritratto ci ha portato a stringere un rapporto di profonda amicizia e stima reciproca. Così ho cominciato a collaborare anche con lui e con la sua etichetta Universal Music per la promozione di alcuni suoi album. Questo è stato determinante per proiettarmi oltre confine, posso dire sia servito a globalizzarmi o almeno per cominciare a farlo. Di lì a poco un altro importantissimo incontro, quello a Los Angeles con la famiglia Jackson. Incontrare, collaborare, “mescolarsi” con persone di tale livello, nati e cresciuti nell’arte non ha prezzo. Per me è un bagaglio preziosissimo che mi ha spinto ulteriormente verso il panorama internazionale facendomi, tra l’altro, approdare a testate come Rolling Stone. Negli ultimi anni grazie anche ad un mio importante progetto di ritratto dedicato ai più importanti artisti del make-up e degli effetti speciali del panorama mondiale ho avuto la fortuna di incontrare, stringere amicizie, rapporti ed importanti collaborazioni con grandi personaggi di Hollywood, come con Michele Burke, straordinaria artista del make-up due volte premio Oscar per “Quest for Fire” e “Dracula” di Francis Ford Coppola. Poter lavorare con personaggi di questo calibro che ti stimano così tanto ti dà un’apertura creativa e mentale che nessun’altra esperienza credo possa dare. u Il tuo lavoro fotografico più recente? Ho da poco concluso di realizzare alcuni editoriali tra cui uno di moda ed uno per GQ Sud Africa in uscita ad agosto, ho scattato una campagna di accessori moda, sto finendo di realizzare la campagna promozionale per l’uscita del nuovo album di un grande artista italiano. Tra poco tornerò, poi, negli Stati Uniti precisamente a Los Angeles, dove mi aspettano parecchi impegni. Vado spesso lì, ho un feeling magico con quella terra. u I tuoi progetti nell'immediato futuro? Appunto da giugno tornerò a Los Angeles dove fra i molti progetti c’è anche in piano un editoriale che scatterò con la preziosissima

collaborazione, appunto, della make-up artist Michele Burke, ovviamente un immenso onore per me. u Pensi che ci sia un futuro per questa professione? (Sorride) Istintivamente richiederei la famigerata “domanda di riserva”, ma invece no… ti voglio rispondere e voglio farlo con uno slancio ottimistico. Si, penso che ci sia un futuro per questa professione. E’ stato certamente un tempo molto duro e difficile per la fotografia e lo è ancora per una serie di fattori che stare qui ad elencare ed analizzare sarebbe davvero troppo lungo. Ma proprio per questo credo che le coscienze stiano cambiando, almeno lo spero. In poche parole voglio dire che per la qualità e l’eccellenza il futuro c’è, non ce n’è invece per l’approssimazione, per l’improvvisazione, per la superficialità, mali a cui la fotografia è stata ultimamente

molto esposta. Certamente credo che nella nostra Italia tante, anzi tantissime, cose dovrebbero cambiare come per esempio le leggi a tutela delle immagini e i rapporti umani e professionali di categoria. Si respira un ingiustificato distacco tra artisti misto ad una sorta di diffidenza ormai vecchia, obsoleta spesso un po’ patetica. All’estero non è così, c’è molta solidarietà, stima, voglia di connessioni, di condivisione, di contaminazione. Non voglio dire che fuori sia meglio, piuttosto che ci siano delle cose da rivedere e cambiare qui. u Come utilizzi la rete e quanto ti serve effettivamente? Come dicevamo all’inizio dell’intervista io sono un analogico quindi per me la rete è stata una cosa assolutamente nuova alla quale adeguarsi. La uso per pubblicizzare i miei progetti e le mie attività specialmente tramite il mio sito web ma anche per

comunicare mediante i vari social network come FaceBook, Instagram etc. La rete ed annessi canali penso facciano ormai parte di ogni tipologia di rapporto ed in ognuno di questi rapporti credo vada usata con la testa, so che può suonare molto banale ma “siamo noi a dover gestire gli strumenti non gli strumenti a dover gestire noi” quindi può essere molto utile, può non esserlo per niente o può addirittura diventare controproducente. ■

MASSIMO Masini

La profonda attrazione per la fotografia giunge fin dall’ infanzia. Comincia, così, a fotografare e a sviluppare in camera oscura, quella che oggi chiama scherzosamente la “camera magica”. Il primo approccio professionale è, da giovanissimo, con il mondo prima del cinema poi della moda. Acquisisce preziosa esperienza e talento da suo nonno, regista ed autore cinematografico. Comincia, poi, a collaborare con importanti agenzie per pubblicità, moda, editoria. Oggi è un nome conosciuto e stimato a livello internazionale. Uno stile eclettico ed inconfondibile, ispirato dalla semplicità delle forme e delle geometrie. Semplici come il suo concetto alla base dell’arte fotografica. Molte immagini da lui realizzate occupano le pagine di importanti e prestigiosi magazine, promuovono aziende e raccontano straordinari personaggi. Negli ultimi anni il suo lavoro è stato premiato con tre Awards Internazionali per la fotografia di ritratto.

www.massimomasini.com giugno 2015 | fotografare 21


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