Donne dalla A alla Z

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<<No, no, benissimo, andiamo?>> <<Andiamo>>. <<Buonasera!>> Dissero all’unisono alla signora, mentre uscivano di corsa ridendo. Era una magnifica giornata di Settembre, in cielo neanche una nuvola, faceva caldo. Scendendo verso la città, Andrea non era mai stata su uno scooter, il vento tra i capelli e quel senso di leggera instabilità, quell’ondeggiare, le dava un senso di ebbrezza; teneva le braccia intorno alla vita di Lapo e il contatto fisico del suo seno sul corpo del ragazzo la eccitava, e così Lapo nel sentire il turgido tepore di lei. <<Sai che è bellissimo? Vorrei che non finisse mai>>. Gridò Andrea, Lapo sorrise e, su una curva, piegò un po’ di più, così che Andrea lo strinse più forte per paura di cascare. <<Pazzo! Non lo fare più!>> Disse ridendo. Finita la discesa, Lapo girò a sinistra per seguire la strada lungo l’Affrico, il torrente che confluisce nell’Arno, per passare poi il ponte sul fiume e salire, sul Viale dei Colli, verso Piazzale Michelangiolo. Quando giunse al Piazzale, si fermò per far ammirare il panorama ad Andrea. Lapo le fece da cicerone e con questa scusa la cinse alla vita mentre le indicava il Ponte Vecchio, gli Uffizi, la cupola del Duomo, e si soffermava ogni volta spiegando l’epoca, la storia del monumento, le caratteristiche architettoniche ecc. Si rivelò un pozzo di scienza per Andrea che rimase colpita. <<Sai proprio tutto di Firenze>>. <<Mi piace, comunque studiando architettura è normale>>. <<Già, non ci avevo pensato>>. Lapo la teneva sempre per la vita e per cambiare discorso disse: <<Guarda, là davanti a te, su quella collina…è Fiesole>>. Mentre incuriosita, Andrea, girava la testa, Lapo le dette un bacio sulla guancia, lei lo guardò negli occhi e lo baciò sulle labbra, si abbracciarono per la prima volta, provando un'emozione che ricordarono a lungo. Ripartirono per il Forte, non c’era tanta gente. Quando ebbero finito di vedere le sculture, approfittarono per fare un giro dentro il Forte Belvedere, sbirciando, dall’alto, una parte del Giardino di Boboli, e poterono parlare più in quel pomeriggio che in tutte le


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