Nuove Tecnologie ed Esperienza Museale. Alcuni interventi di Fondazione IBM Italia sui musei italian

Page 249

ripresa della programmazione. Questo necessitava un apporto di lavoro molto superiore a quello che avevamo preventivato. Non è stata quindi una scelta strategica me è stata una scelta dettata dal budget. MT: Per l’anno di realizzazione, il 2012, le sembra che il progetto fosse supportato da una tecnologia innovativa e all’avanguardia nel panorama generale dei musei dell'offerta museale? PC: Sicuramente sì, per quegli anni era un'idea molto innovativa. L’aspetto della geolocalizzazione e l'aspetto territoriale in quegli anni erano sicuramente all’avanguardia. MT: Sono state coinvolte altre istituzioni per la realizzazione del progetto? PC: Si e questo è stato uno degli aspetti maggiormente positivi del progetto. Anche se la redazione dei contenuti di tutto l'itinerario è stata sviluppata dal museo Leonardo da Vinci, è stata costruita una rete di istituzioni e soggetti leonardeschi milanesi, i quali sono stati informati sul progetto e ai quali è stato chiesto di mandare i contenuti sulla propria istituzione, in modo da arricchire i contenuti al meglio. Allo sviluppo del progetto hanno collaborato molte istituzioni milanesi legate a Leonardo da Vinci, che non erano partner di progetto, ma che comunque sono state coinvolte. MT: Avevate collocato lungo il percorso anche dei punti informativi riguardanti l’App LeonardoAround? Come è stato comunicato il progetto? PC: Questo stava nella volontà delle altre istituzioni. Qualcuno l'ha fatto, inserendo all’interno dei propri spazi informazioni relative all’App, mentre altri hanno deciso di non comunicarlo. Come lei saprà questo tipo di collaborazioni sono molto difficili ed è molto complesso riuscire a smuovere certe istituzioni. Noi abbiamo lanciato l’App attraverso il sito e i social. È stata una comunicazione prevalentemente online, in quanto essendo un'applicazione pensata per luoghi esterni al museo non aveva molto senso fare una comunicazione in loco. È ovvio che ci sono state comunicazioni anche interne al museo, ma l'investimento comunicativo è stato soprattutto online. MT: Ho visto che siete molto attivi sui social, probabilmente perché la vision del museo vi porta ad aprirvi a questi modelli comunicativi. Attualmente molti musei si stanno muovendo in questa direzione, anche se in Italia è una svolta piuttosto recente. Voi quando avete aperto i canali social? PC: Noi abbiamo iniziato nel 2008, inizialmente su Facebook e poi su Twitter. Abbiamo attivato l’account Instagram successivamente, in quanto è arrivato un po' dopo e aggiungere un social per un'istituzione significa tante cose. Ci si mette poco ad aprire un account ma ci vuole molto lavoro per mantenerlo, oltre all’investimento economico. E quindi è giusto programmare questi investimenti e fare le cose con i giusti tempi.

241


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.