PORTFOLIO - Il processo della forma

IL PROCESSO DELLA FORMA PORTFOLIO

Università IUAV di Venezia Laurea triennale in Architettura: Tecniche e Culture del Progetto Anno Accademico 2020/2021

Marta Dal Bello matricola n. 291351

Marta Dal Bello 25.02.1999 m.dalbello@stud.iuav.it FORMAZIONE A.A. 2018/2019 – 2020/2021 Università IUAV di Venezia Corso di Laurea Triennale in Architettura – Tecniche e culture del progetto L-17-Classe delle lauree in Scienze dell’architettura A.S. 2017/2018 Liceo Scientifico Statale “M. Grigoletti” – Pordenone Diploma di maturità linguistica EsaBac – Baccalauréat série littéraire ESPERIENZE Tirocinio curricolare Studio Arch. Antonio Stefanuto A.A. 2019/2020 ENSA Nantes (École Nationale Supérieure d’Architecture de Nantes) Progetto europeo Erasmus+

INDICE UN RIFUGIO LETTERARIO Laboratorio d’anno 1 Professore_Gundula Rakowitz Collaboratori_Michele Barbiero, Lorenza Gasparella, Federico Letizia, Davide Mazzocato, Alessandro Mosetti, Massimo Mucci, Piercarlo Palmarini L’AFFINITÀ OMOLOGICA Laboratorio di rappresentazione dell’architettura Professore_Fabrizio Gay Collaboratore_Irene Cazzaro MA MAISON A TOKYO Laboratorio d’anno 2 “Project Architectural: matière et contexte” Professore_Hervé Potin Collaboratori_Benoit Moreira, Cécile Nizou Progettazione Tecnologica Professore_Maria Antonia Barucco Collaboratore_Emilio Antoniol CAMPUS SOTTO(CU)TA(NEO) W.A.Ve 2020 Professore_Lukas Martin Fuster Troche Collaboratori_Joaquin Corvalan, Maria Gloria Gutierrez

EDIFICIO 35 FORTE MARGHERA Laboratorio di restauro Professore_Sara Di Resta Collaboratori_Giorgio Danesi, Verdiana Peron PARCO SAN MATTIA Laboratorio di urbanistica Professore_Paola Viganò Collaboratori_Anna Livia Friel, Alessio Tamiazzo SANTIAGO DE QUERETARO Laboratorio d’anno 3 Professore_Renato Rizzi Collaboratori_Susanna Pisciella, Anna Franchini, Marco Renzi, Alvise Rittà Ziliotto, Ludovico Dal Piccol, Davide Colapinto, Edna Baroni

UN RIFUGIO LETTERARIO Laboratorio d’anno 1 Professore_Gundula Rakowitz Collaboratori_Michele Barbiero, Lorenza Gasparella, Federico Letizia, Davide Mazzocato, Alessandro Mosetti, Massimo Mucci, Piercarlo Palmarini

Il Laboratorio d’Anno, svolto durante il primo anno di corso, aveva come tema principale il Lusthaus, edificio simbolo del divertimento e del tempo libero della Vienna del Settecento.

Il Lusthaus era infatti un edificio storico nel parco del Prater a Vienna, inizialmente aveva funzione di residenza di caccia, per poi essere aperto al pubblico nella seconda metà del Settecento e dedicato alle celebrazioni e imperiali e grandi feste nobiliari.

Il significato del termine tedesco Lusthaus non ha una traduzione unica ma può essere tradotto come dimora delle delizie, casa di svago, architettura del piacere, il termine Lust può assumere dunque sfumature diverse.

Con il passare del tempo questi edifici divennero delle vere e proprie machines à amuser per il tempo libero, per il gioco e il divertimento.

Il progetto si è sviluppato studiando il contesto, le risorgive del Bacchiglione in provincia di Vicenza, cercando di far interagire il paesaggio con il progetto stesso.

Le risorgive del Bacchiglione costituiscono un parco divenuto area protetta. Esse sono parte di uno dei più grandi acquiferi d’Europa e della rete “Natura 2000” per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna.

La descrizione del progetto come un rifugio letterario esprime a pieno il suo obiettivo: dei nascondigli, delle nicchie, dei rifugi per immergersi nella lettura.

I temi della lettura e della riservatezza sono centrali. La lettura che ha guidato a raggiungere questo progetto è stata quella di Mme Bovary di Flaubert: la protagonista desidera evadere dalla realtà, sognando ciò che ha sempre letto nei libri e vivendo nell’immaginazione di luoghi lontani, Emma Bovary è alla costante ricerca di un “rifugio”.

Il progetto si sviluppa in sei stanze ben illuminate da grandi vetrate e collegate tra loro, la struttura complessiva si erge su un sistema palafitticolo per distaccare in parte l’edificio dal contesto, come colui che lo fruisce vuole distaccarsi momentaneamente dalla realtà che lo circonda.

Planimetria Risorgive del Bacchiglione

A'

A

Pianta piano terra

A'

A

Pianta primo piano

Sezione AA’

Prospetto ovest

Prospetto est

L’AFFINITÀ OMOLOGICA Laboratorio di rappresentazione dell’architettura Professore_Fabrizio Gay Collaboratori_Irene Cazzaro

Il Laboratorio di Rappresentazione dell’Architettura, svolto durante il primo anno di corso, aveva come obiettivo fornire delle solide basi e degli strumenti affini alla rappresentazione delle diverse tipologie di elaborati.

La prima parte del corso è stata caratterizzata da un approccio teorico alla materia, analizzando gli apsetti della geometria descrittiva: le proiezioni, la proiettività, la prospettiva, l’interpretazione dell’omologia ed il Metodo di Monge.

La seconda parte del corso è stata invece caratterizzata da un approccio pratico alla materia, attraverso la realizzazione di diversi elaborati grafici aventi come soggetto progetti sviluppati in altri Laboratori, i quali hanno permesso di applicare l’aspetto teorico e la rappresentazione grafica degli stessi.

Assonometria ortogonale trimetrica del Lusthaus relazionata in affinità omologica con i prospetti verticali e orizzontali in vera forma.

MA MAISON A TOKYO Laboratorio d’anno 2 Project Architectural: matière et contexte Professore_Hervé Potin Collaboratori_Benoit Moreira, Cécile Nizou

Progettazione Tecnologica Professore_Maria Antonia Barucco Collaboratore_Emilio Antoniol Il progetto per questa casa unifamiliare è localizzato nella metropoli di Tokyo, in Giappone e più precisamente l’abitazione si trova nel quartiere Arakawa. Per poter sviluppare questo progetto ho analizzato il contesto e l’organizzazione del tessuto urbano per comprendere al meglio i bisogni degli abitanti del quartiere.

Arawawa è un quartiere con una forte densità abitativa, con carenza di spazi verdi e gli spazi tra gli edifici sono molto ristretti. Dopo questa analisi il progetto è stato sviluppato in modo tale da creare un luogo lontano dai rumori della città, un luogo tranquillo per poter abitare.

L’abitazione è pensata per una famiglia di tre persone e si sviluppa su tre piani. Lo studio del contesto e dell’orientamento dell’abitazione ha fatto si che il progetto rispondesse al meglio alle esigenze abitative di una famiglia.

L’ingresso è posto a est e una volta entrati nell’edificio si è guidati dalla luce proveniente da una porta scorrevole vetrata posta sulla facciata ovest dell’abitazione. La porta scorrevole vetrata porta a un piccolo giardino sul retro ed è una fonte di luce naturale per il piano terra.

Il primo piano è caratterizzato da un open space che accoglie la cucina e il soggiorno, entrambi illuminati dalla luce proveniente da est. Sul lato est infatti sono posizionate due grandi aperture: una vetrata fissa e una porta scorrevole vetrata per poter accedere al giardino pensile. Un luogo molto importante per questo progetto è questo terrazzo e giardino che crea una divisio-

ne tra la strada e l’abitazione, esso infatti oltre a ospitare un vero e proprio giardino, ha la funzione di separare l’interno dall’esterno. Il parapetto del terrazzo è posizionato solo su due dei tre lati, a sud e ad est, mentre il lato esposto a nord si caratterizza per la presenza della continuazione del muro perimetrale dell’abitazione forato al centro per far passare la luce diffusa da nord ma al tempo stesso creare una barriera visiva e sonora con la strada.

Al secondo piano lo spazio è organizzato in modo tale da ospitare due camere da letto, un bagno e un ripostiglio nel retro delle scale. Entrambe le camere da letto hanno una grande vetrata verticale che si affaccia sul terrazzo del primo piano. I piani sono connessi da una scala illuminata su tutta l’altezza da tre grandi vetrate fisse, le quali sono fonte di luce diretta da sud e caratterizzano la facciata stessa.

Processo compositivo

9,4 m

2% 9,6 m

2% A

A

Chiusura esterna orizzontale

A

A

Pianta piano terra

A

A

Pianta primo piano

A

A

Pianta secondo piano

Prospetto Nord

Prospetto Est

Prospetto Sud

Prospetto Ovest

0 1 2 3 4 5 6 7 8

9 10 11 12 2

5

7

8

8 7 5 13 4 14 15

16 10 17 18

19 3 20

9 8 7 5 4

14 15

0

1

2

3

4 D

D'

D''

11

5 1

6

D

7

1 8 9 10

D'

10

D''

11 12 13 14 15 16 17 16 18

C

14 15

CAMPUS SOTTO(CU)TA(NEO) W.A.Ve 2020_Post-Covid Scenarios Undersuolo Professore_Lukas Martin Fuster Troche Collaboratori_Joaquin Corvalan, Maria Gloria Gutierrez Studenti_Marta Dal Bello, Mauro De Paris, Luca Ghanem, Rachele Mascarin

«La salute caput l´umanitá caput no where to morire no where to vivere»

Fonte: 1

Dopo il COVID NINETEEN dopo the wars, after terremoto il futuro non é un vicino lontano il futuro is now APOCALIPSIS NOW con mascherina, con telecamere without abbracci, niente kiss senza contatto [...] come andiamo to live adesso? dove restano i morti? dove going la gente? il COVID 19 is not la peggiore pandemia anche se l ́unica in history che ha confinato the whole world allo stesso tempo Pandemia VS Confinamento [...] stay home, stay home e quelli que no? quelli esclusi dal sistema? be or not to beat [...]

UNDER PRESSURE eh du da da be people on streets sotto the streets undercover cities di CALVINO un ́altra città un ́altra architettura new nuova diversa another pensiero la logica from le form_iche apocalips_is origine la grotta under la capanna a bridge ab_origen “between two abysses, upper and lower” the hole down-town uNDErSuOlO

EDIFICIO 35 FORTE MARGHERA Laboratorio di restauro Professore_Sara Di Resta Collaboratori_Giorgio Danesi, Verdiana Peron Studenti_Marta Dal Bello, Mauro De Paris, Chiara Seganfreddo

Obbiettivo del corso di Restauro, svolto nel primo semestre del terzo anno, è stato quello di riqualificare uno dei tanti edifici che versano in una condizione di disuso all’interno del sito storico di Forte Marghera, porta della Laguna alla terraferma.

Lo stabile in questione è stato denominato “edificio 35”, una casermetta di età Napoleonica, usata in passato come deposito di armi e munizioni, collocata nella parte meridionale del sistema del forte, soggetta notevolmente all’ azione del tempo e ai corrispettivi degradi.

La committenza, Fondazione Forte Marghera, prevedeva come nuova destinazione d’uso una duplice funzione: una sede distaccata dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia, che, all’occorrenza, potesse diventare luogo espositivo.

Per giungere al meglio al fine ultimo del corso, dunque ad un progetto di restauro conscio della materia storica su cui andava ad intervenire, bisognava dapprima comprendere la nascita e le trasformazioni che avevano interessato il sito di Forte Marghera, dalle sue origini, sino ai giorni nostri.

Questi studi di ricostruzione cronologica sono stati svolti a due scale differenti per meglio comprendere le interrelazioni tra due sistemi differenti, quello proprio del Forte Marghera e quello più ampio e complessa della Laguna di Venezia.

Una volta compresi i principali mutamenti, scendendo di scala, si è andati ad analizzare in dettaglio il contesto più prossimo all’edificio di

interesse, attraverso una planimetria e una sezione territoriale, con particolare attenzione alla conformazione e tipologia del terreno, il suo rapporto con l’acqua, la viabilità, e le diverse specie arboree presenti nell’area; tutte caratteristiche fondamentali del sistema del forte.

Scendendo nuovamente di scala, si è andati a studiare le tecniche costruttive proprie dell’“edificio 35”. L’impalcato ligneo realizzato con capriate palladiane a nodo chiuso e contraffissi semplici, i pilastri portanti in muratura ad apparecchiatura a quattro teste, tamponamenti in muratura ad una testa, costituiscono certamente l’eredità costruttiva più interessante da conservare e tramandare.

Il passo immediatamente successivo è stato condurre un’attenta analisi dei materiali e del degrado delle superfici del prospetto sud, preso come campione per una strategia basata sulla logica del “minimo intervento” da ampliare all’intero edificio.

Questa fase ha gettato delle solide basi conoscitive per la realizzazione del progetto di restauro vero e proprio, basato anche esso sul “minimo intervento”, che prevede, all’ esterno la creazione di una trincea drenante, volta ad una migliore conservazione dei laterizi, e una riqualificazione dell’ area verde retrostante all’ edificio, mentre, all’ interno, la creazione di uno spazio flessibile e dinamico grazie al sapiente uso di pannelli mobili sospesi, che creano un ambiente dalle infinite possibilità spaziali.

PROCESSI TRASFORMATIVI: GENESI E MODIFICAZIONI DI FORTE MARGHERA SISTEMA DIFENSIVO CONTERMINAZIONE IDROGRAFIA DELLA LAGUNA LAGUNARE LAGUNARE CONTERMINAZIONE IDROGRAFIA SISTEMA DIFENSIVO

TAV 1 FONTI STORICHE FONTI STORICHE SECOLO XVI

DELLA LAGUNA

LAGUNARE

LAGUNARE

Prende avvio l’edificazione del sistema difensivo della laguna su progetto della Repubblica di Venezia. Si innalzano venti fortezze a scopo difensivo.

La linea di conterminazione lagunare non è ancora stata tracciata.

La Repubblica di Venezia attua la diversione dei fiumi Brenta (direzionato a sud della laguna) e Marzenego (portato a confluire nel Dese e nel Muson).

Progetto di Restauro B Dal Bello Marta, De Paris Mauro, Seganfreddo Chiara

TRASFORMAZIONE URBANA DI MARGHERA TRASFORMAZIONE URBANA DI MARGHERA

SECOLO XVI

Nella prima metà del secolo Venezia subisce le mire espansionistiche delle grandi monarchie europee rivolte al territorio peninsulare italiano.

Al contempo, l’inarrestabile espansione dell’Impero Ottomano rappresenta una grave minaccia per il settore del commercio marittimo.

A.S.V. Raccolta Terkuz, 25, sec. XVI.

SECOLO XVII SECOLO XVII

In corrispondenza dell’attuale forte si sviluppa il Borgo di Margera, principale luogo di interscambio commerciale tra terraferma e laguna.

Preesistente

Proseguono gli scontri tra la Serenissima e l’Impero Ottomano, dai quali Venezia esce sconfitta e stremata. Ad aggravare la situazione, intorno agli anni ‘30 si scatena una grave epidemia di peste che provoca una vertiginosa diminuzione della popolazione.

A.S.V., S.E.A. Laguna, 13 maggio 1695 (copia del 1556).

SECOLO XVIII

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

La Repubblica di Venezia delinea su carta un possibile tracciato di conterminazione lagunare.

Le acque del fiume Muson vengono convogliate nel Brenta all’altezza di Mira. Qui si realizza il Taglio Novissimo che prosegue rettilineo fino a Chioggia.

Il borgo assume maggiore importanza e diventa un luogo strategico di confine e di scambio commerciale. Si realizzano strutture ricettive per le merci.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

La prima linea di conterminazione lagunare viene fissata con l’erezione di novantanone cippi in cotto.

Il tracciato si estende per oltre 157 km.

Si susseguono diverse proposte di diversione del fiume Marzenego ma alcun progetto viene portato a compimento.

Gli austriaci progettano di edificare una nuova fortezza strategica. Si procede con lo smantellamento del borgo e il trasferimento degli abitanti insediati.

SECOLO XVIII

Se dal punto di vista geo-politico Venezia si mostra sulla via del tramonto, dal punto di vista culturale è invece assoluta protanista. La città lagunare nel corso del 700 è tra le mete più raffinate d’Europa e tra le più influenti sull’arte, l’architettura, la letteratura e la musica.

Planimetria di Venezia, Marghera e Mestre. Fonte sconosciuta.

1810 1810

Progetto non realizzato

Con la definitiva caduta della Repubblica Veneziana i territori lagunari subiscono l’invasione degli eserciti austriaco e francese. Successivamente, il Congresso di Vienna(1814) stabilisce l’annessione di Venezia al Ducato di Milano dando vita al Regno lombardo-veneto.

_Planimetria del catasto austriaco raffigurante il nuovo ponte ferroviario. _Carrano, Pianta del forte e dintorni (Biblioteca Marciana - Venezia).

1897

Gli eserciti austriaco e francese provvedono al rafforzamento delle opere preesistenti e all’aggiunta di nuove fortificazioni nella laguna e nell’entroterra.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Si modifica il tracciato della Brenta Nova per ottenere un percorso rettilineo fino all’incrocio con il Bacchiglione. Si apre la bocca di porto di Malamocco.

I lavori di edificazione del forte procedono sotto il controllo dell’esercito francese. Gradualmente la città di Marghera si sviluppa a sud-ovest.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Si verifica un significativo avanzamento delle opere di bonifica. Nasce il canale San Secondo e si apre la bocca di porto del Lido.

Prosegue l’espansione della città di Marghera ma si sviluppano gravi problemi di sovraffollamento e di insalubrità pubblica.

Si procede con l’edificazione di una serie di moderne fortezze in terraferma che complessivamente prendono il nome di Campo Trincerato di Mestre.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Proseguono i lavori di bonifica nella zona sud della laguna. Si apre la bocca di porto di Chioggia.

Alla vigilia della Grande Guerra prendono avvio i lavori di edificazione del porto e della zona industriale di Marghera.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Si delinea un nuovo tracciato di conterminazione nell’area del “Delta del Brenta”. La modifica è segnalata da trenta nuovi cippi in calcestruzzo.

Proseguono i lavori di bonifica nella zona nord della laguna. Il progetto di realizzazione del canale Vittorio Emanuele viene abbandonato.

Parallelamente allo sviluppo della zona indutriale nasce il grande quartiere residenziale ispirato al modello di Città-giardino di Ebenezer Howard.

1897

Venezia entra ufficialmente a far parte del Regno d’Italia e attraversa un decennio di crescita economica: si verifica un fiorire di investimenti commerciali - anche provenienti dall’estero - che complessivamente comporta un’evoluzione ed una crescita economica e tecnologica.

_R. Foffano, D. Lugato, rilievo planimetrico del forte (1856). _A.S.V. - I.R. Direzione del Genio militare Venezia.

Planimetria di Venezia, Mestre e Marghera (1897).

1910 1910

Nei primi anni del XX sec. si assiste ad una serie di rilevanti trasformazioni a livello territoriale ed urbanistico. Inizia la grande espansione edilizia della terraferma veneziana, che provoca un significativo trasferimento della popolazione dal centro storico all’immediato entroterra.

Planimetria di Marghera e Mestre, 1910.

1920 1920

Nell’immediato dopoguerra prosegue il fenomeno di espansione edilizia che coinvolge l’entroterra veneziano. Nasce il grande quartiere residenziale di Marghera su ispirazione della Garden City britannica. Si realizzano importanti opere infrastrutturali come il Ponte della Libertà.

Planimetria raffigurante lo sviluppo dell’area industriale di Marghera, Archivio IUAV, 1920.

1950 1950

Progetto non realizzato

La rapidità dello sviluppo industriale, commerciale ed insediativo di Marghera provoca una crescita disordinata della città. Un grave alluvione del 1966 mette in luce la vulnerabiltà e la precarietà delle abitazioni veneziane, provocando un ulteriore spopolamento del centro storico.

Planimetria raffigurante lo sviluppo dell’area industriale di Marghera, Archivio IUAV, 1950.

1970

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

1970

Prendono avvio i lavori di scavo del canale dei Petroli, un collegamento tra la bocca di porto di Malamocco e Marghera.

Negli anni del secondo conglitto mondiale l’area di Marghera è fortemente colpita da bombardamenti nemici. Si risolleva a partire dagli anni ‘50.

Progetto in corso d’opera

La città lagunare subisce un grave tromba d’aria che provoca danni inestimabili agli edifici e alle imbarcazioni. In questi anni l’espansione di Mestre e di Marghera raggiunge il suo apice; a partire dagli anni ‘80 la crisi dell’industria chimica da avvio al suo declino.

Planimetria raffigurante l’area portuale di Marghera e l’ampliamento del ponte ferroviario, Archivio IUAV, 1970.

2020

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Si concludono i lavori di scavo del canale Malamocco-Marghera e prendono avvio quelli per il canale di collegamento tra Chioggia e la terraferma.

L’espansione dell’insediamento industriale e portuale di Marghera ha raggiunto il suo apice. Viene abbandonato il progetto di Città-giardino.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Il Ministero dei Lavori Pubblici aggiorna il tracciato per adeguardo ai cambiamenti morfologici, naturali e antropici avvenuti nell’area di Marghera.

Terminano i lavori di scavo del canale Contorta Sant’Angelo.

La zona industriale prosegue il suo sviluppo in un’ottica sostenibile mentre la zona urbana diventa gradualmente una realtà con una fisionomia propria.

2020

Al giorno d’oggi Venezia vive del settore terziario e del suo ruolo di centro artistico-culturale d’importanza mondiale. Tuttavia, l’impatto negativo del turismo di massa e le difficoltà logistiche della vita in laguna sono causa dell’irrefrenabile “svuotamento” della città.

Planimetria di Forte Marghera, Carta Tecnica Regionale, 2020.

Università Iuav di Venezia | Dipartimento di Culture del Progetto | Corso di Laurea Triennale in Architettura: Tecniche e Culture del Progetto | AA 2020/2021

Fonte:

prof.ssa Sara Di Resta | collab. arch. Giorgio Danesi, arch. Verdiana 2 Peron

PROCESSI TRASFORMATIVI:

TAV 2 FONTI STORICHE

IDROGRAFIA FORMA E BASTIONI AREEFORTIFICATO VERDI GENESI E MODIFICAZIONI DEL SITO

FONTI STORICHE

IDROGRAFIA

FORMA E BASTIONI

EDIFICATO

AREE VERDI

EDIFICATO

VIABILITA’

Progetto di Restauro B Dal Bello Marta, De Paris Mauro, Seganfreddo Chiara

VIABILITÀ

1805 1805

Dopo la caduta della Repubblica di Venezia e la stipula del Trattato di Campoformio, i territori lagunari cadono sotto il controllo dell’esercito austriaco. Gli occupanti progettano la realizzazione di un sistema difensivo con il duplice scopo di difesa e di controllo della città lagunare.

R. Foffano, D. Lugato, Borgo di Margera attraversato dalla Fossa di Gradeniga, 1805.

Fossa Gradeniga (Canal Salso) e affluenti non noti.

I bastioni non sono ancora stati edificati.

Prima dell’edificazione del forte si nota una significativa estensione delle aree verdi.

È in atto l’opera di smantellamento dell’antico borgo e il trasferimento degli abitanti insediati. Rimangono alcune case d’abitazione, case coloniche e la Chiesa di S. Salvatore.

I percorsi affiancano la Fossa di Gradeniga.

Le prime opere bastionate si posizionano a cavallo della Fossa di Gradeniga. Si realizzano i primi fossati ai piedi dei bastioni edificati.

Sorgono i primi quattro bastioni difensivi nel punto più strategico tra terraferma e laguna. Il progetto e i lavori sono gestiti dagli occupanti austriaci.

Si verifica una parziale riduzione dello spazio verde dovuta all’inserimento delle prime opere bastionate.

L’esercito austriaco procede con ulteriori demolizioni per consentire l’edificazione dei primi quattro bastioni del forte.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Procedono i lavori di scavo dei fossati difensivi e si progetta un nuovo canale di collegamento tra la Fossa di Gradeniga e il canale San Secondo.

Si portano a compimento i lavori di edificazione dei bastioni in modo da rendere il forte agibile al più presto.

Si verifica una riduzione degli spazi verdi dovuta al completamento del forte. Lo spazio tra i bastioni è privo di vegetazione verticale per facilitare l’avvistamento nemico.

Del vecchio borgo rimane soltanto qualche piccolo fabbricato. Si realizzano le polveriere francese e austriaca e le due caserme napoleoniche.

L’accesso via terra avviene attraverso i tre percorsi che collegano i bastioni esterni a quelli intermedi. L’accesso via acqua avviene attraverso il canal Salso.

Il sistema di canali che attraversa il forte non subisce modificazioni ad eccezione di un nuovo canale a semicerchio localizzato nell’area a ovest.

Si verifica l’aggiunta delle due piccole appendici dei bastioni centrali interni.

Si verifica una riduzione dello spazio verde dovuta all’edificazione di nuovi fabbricati e percorsi. Si inseriscono alberature a fusto alto nella zona centrale.

Si realizzano una serie di strutture lignee temporanee in corrispondenza del secondo anello di bastioni con la funzione di “edifici vedetta”.

Gli accessi non subiscono variazioni. Si delinea un sistema di percorsi interni che facilita gli spostamenti all’interno del forte.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Il verde subisce una lieve riduzione nella zona a nord-ovest del forte.

Si realizzano cinque nuove casermette in corrispondenza del secondo anello di bastioni e del bastione nord-est esterno.

La rete ferroviaria rappresenta una nuova modalità attraverso cui raggiungere il forte. Si sviluppa un nuovo percorso a nord-ovest e un ponte di collegamento nell’area centrale.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Il forte assume la funzione di polo logistico militare dell’esercito italiano. Si realizzano nuovi fabbricati per attività militari, depositi, uffici, alloggi e mense.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Si verifica l’inserimento di alcuni piccoli fabbricati destinati ad attività militari e logistiche.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Non si verifica alcuna modificazione rispetto al quadro precedente.

Si realizza un collegamento tra l’asse stradale principale e il nuovo parcheggio. I principali ponti di accesso subiscono un intervento di consolidamento.

La proposta progettuale prevede il mantenimento dell’attuale conformazione del sistema idrografico.

La proposta progettuale prevende il mantenimento dell’attuale conformazione delle opere bastionate.

La proposta progettuale prevede il mantenimento dell’attuale disposizione degli spazi verdi ed un intervento di riordino del verde incolto.

La proposta progettuale prevede il mantenimento dell’attuale stato di edificazione del forte.

La proposta progettuale prevede l’inserimento di un nuovo percorso ciclo-pedonale in corrispondenza dei bastioni in modo da renderli di nuovo percorribili.

1807 1807

Le truppe austriache ordinano di procedere con lo smantellamento del vecchio borgo di Margera, finalizzato all’edificazione di una nuova fortezza strategica: Forte Marghera.

L’opera bastionata sorge nel punto in cui più la terraferma si avvicina a Venezia.

R. Foffano, D. Lugato, Borgo di Margera e primi quattro bastioni del forte, 1807.

1811 1811

Procedono speditamente i lavori di edificazione della nuova fortezza alternativamente sotto il controllo delle truppe napoleoniche e quelle austriache. Al tramonto del primo decennio dell’800 Forte Marghera è completo e pronto al suo utilizzo.

R. Foffano, D. Lugato, Forte Marghera completato, 1811.

1856 1856

L’ondata di moti rivoluzionari del ‘48 coinvolge i territori mestrini, dove hanno luogo diverse insurrezioni contro gli occupanti. Nonostante gli esiti negativi delle rivolte, questi eventi riescono a mettere in luce la crescente debolezza degli austriaci.

_R. Foffano, D. Lugato, rilievo planimetrico del forte (1856). _A.S.V. - I.R. Direzione del Genio militare Venezia.

Planimetria di Venezia, Mestre e Marghera (1897).

1900 1900

Alla vigilia della Grande Guerra appare evidente la scarsa utilità bellica del Forte e per questo viene convertito in base logistica del fronte nord-est italiano. Si realizzano nuovi edifici la cui destinazione d’uso appare legata a svariate attività militari.

C. Zanlorenzi, Forte Marghera, 1900.

1940 1940

Negli anni del secondo conflitto mondiale l’area di Forte Marghera funge da polo logistico-militare dell’esercito italiano.

Si procede con l’edificazione di nuove strutture di servizio finalizzate ad ospitare attività di natura ogistico-militare.

Planimetria raffigurante lo sviluppo dell’area industriale di Marghera, Archivio IUAV, 1940.

1970 1970

Gli anni del secondo dopo guerra si caratterizzano per la grande e rapida espansione edilizia che coinvolge i territori dell’immediato entroterra veneziano e per lo spopolamento del centro storico della città. Forte Marghera è ancora operativo come polo militare.

Planimetria raffigurante l’area portuale di Marghera e l’ampliamento del ponte ferroviario, Archivio IUAV, 1970.

2020 2020

Al giorno d’oggi Forte Marghera si configura come un monumento e parco pubblico che connette Venezia alla realtà della terraferma.

L’area viene principalmente utilizzata per eventi culturali, attività di ristorazione, spazi didattici e aule studio, eventi di intrattenimento o di spettacolo.

Planimetria di Forte Marghera, Carta Tecnica Regionale, 2020.

LINEAMENTI DI PROGETTO LINEAMENTI DI PROGETTO

In generale, le proposte di progetto mirano al mantenimento dell’integrità formale del sito con lo scopo di trasmettere al futuro l’autenticità del forte.

Gli interventi sono limitati alla risistemazione del verde incolto e alla riapertura del percorso pedonale lungo la cinta di bastioni.

Università Iuav di Venezia | Dipartimento di Culture del Progetto | Corso di Laurea Triennale in Architettura: Tecniche e Culture del Progetto | AA 2020/2021

Fonte: 3

prof.ssa Sara Di Resta | collab. arch. Giorgio Danesi, arch. Verdiana Peron

Planimetria del contesto e sezione territoriale

Acer campestre

Celtis australis

h_10 m _15-20 cm

h_10-15 m _20-60 cm

Fraxinus excelsior

Morus alba

h_10- 15 m _20 cm

h_6-8 m _90-100 cm

Populus nigra

Prunus avium

h_10-15 m _50 cm

h_15 m _40 cm

Punica granatum

Robinia pseudoacacia

h_3 m _10-15 cm

h_10m _15-20 cm

Tilia

Tilia platyphyllos

h_10-15 m _20-30 cm

h_10m _20-30 cm

Thuja orientalis

Corylus avellana

h_8 m _20 cm

h_3 m _WW20 cm

Rilievo delle specie arboree

NODO B

NODO A

NODO B

Dettaglio incastro del monaco con le saette e la catena

Dettaglio incastro della catena con il puntone e la trave lignea

NODO C

NODO D

Dettaglio giunto a Dardo di Giove presente nella catena della capriata

Dettaglio incastro semplice tra il monaco e i puntoni

NODO D

NODO A

NODO C

Sezione prospettica Scala 1:50

Copertura a doppia falda inclinata realizzata in coppi

Assonometria isometrica della disposizione dell’elemento laterizio nel campione murario ad una testa.

Arcarecci

Doppio tavolato in legno di larice

Impalcato ligneo realizzato con capriate palladiane a nodo chiuso e contraffissi semplici

Struttura portante e tamponamenti Assonometria isometrica della disposizione dell’elemento laterizio nel campione murario a quattro teste.

Sezione prospettica e rilievo delle tecniche costruttive

Rilievo fotografico prospetto sud

Rilievo dei materiali prospetto sud

Rilievo del degrado prospetto sud

Simulazione interventi prospetto sud

ANALISI DEI MATERIALI M01 MURATURA AD UNA TESTA

Paramento murario ad una testa costituito da laterizi (dimensioni max 120 x 250 x 55 mm e min 110 x 125 x 45) e giunti di malta cementizia (spessore verticale dai 10 ai 30 mm, orizzontale dai 10 ai 20 mm) con inerti di diametro 4-8 mm.

MORFOLOGIA DEL DEGRADO

DS

PG

M02 MURATURA A QUATTRO TESTE

Muratura a quattro teste costituita da laterizi (dimensioni max 120 x 250 x 55 mm e min 110 x 125 x 45) e giunti di malta cementizia (spessore verticale dai 10 ai 30 mm, orizzontale dai 10 ai 20 mm) con inerti di diametro 4-8 mm.

DS

PG

DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI

DEPOSITO SUPERFICIALE Strato di materiale estraneo ed incoerente con la superficie muraria (guano, polvere) distribuito sull’intera facciata.

PL01

FASE 1 - Pulitura ad acqua nebulizzata con ugelli idraulici a dispersione per ammorbidire il deposito e solubilizzarlo.

- Ove necessario, l’azione pulente può essere sollecitata da spazzolatura con spazzole morbide di saggina.

CROSTA Strato superficiale di aterazione del materiale di spessore 1 mm, dura, fragile e distinguibile per colore e morfologia della parte sottostante.

PL02

FASE 1 - Pulitura con soluzione alcalina di ammonio bicarbonato (“pappetta”) lasciata agire per il tempo necessario (massimo 24-48 h).

- Asportazione della sostanza pulente con spatole di legno.

- Rimozione dei residui con lavaggi d’acqua.

FESSURAZIONE (non passante) Formazione di una netta spaccatura (nel nostro caso superficiale) che implica uno spostamento reciproco delle parti.

PL03

FASE 1 - Pulitura rapida ad acqua a bassa pressione per evitare un eccessiva bagnatura della fessura.

FASE 2 - Stuccatura sottosquadro del quadro fessurativo tramite iniezione di malta compatibile.

POLVERIZZAZIONE DEL GIUNTO Decoesione provocata dall’azione di microrganismi che si manifesta con la caduta del materiale sottoforma di polvere.

PL04

EFFLORESCENZA Presenza di sostanze cristalline e pulverulente di colorazione biancastra localizzate nella fascia inferiore della muratura.

PL05

FASE 1 - Rimozione meccanica della sostanza cristallina con spazzole morbide di saggina.

- Impacco d’argilla per rimuovere la sostanza salina dall’interno della muratura.

FRONTE DI RISALITA Limite di migrazione dell’acqua causata da umidità di risalita. E’ accompagnato da variazione di colore nella zona sottostante il limite.

NO01

FASE 1 - Scavo di una trincea drenante a ridosso della muratura.

Posizionamento di un geotessile non tessuto ad azione filtrante all’interno dello scavo.

- Posizionamento di un tubo microfessurato alla base della trincea e riempimento di essa con materiale drenante (ghiaia).

PRESENZA DI VEGETAZIONE Presenza di organismi infestanti (licheni, muschi, piante, rampicanti) localizzati a ridosso della superficie muraria.

PL06

FASE 1 - Applicazione di prodotto diserbante che provoca la morte della pianta e facilita la sua rimozione con minori danni.

- Rimozione meccanica della vegetazione con spazzole.

FASE 2 - Integrazione con materiale compatibile degli eventuali buchi o lesioni per prevenire l’impianto di nuove specie di male erbe.

DEPOSITO SUPERFICIALE Strato di materiale estraneo ed incoerente con la superficie muraria (guano, polvere) distribuito sull’intera facciata.

PL01

FASE 1 - Pulitura ad acqua nebulizzata con ugelli idraulici a dispersione per ammorbidire il deposito e solubilizzarlo.

- Ove necessario, l’azione pulente può essere sollecitata da spazzolatura con spazzole morbide di saggina.

MANCANZA Perdita di una porzione di muratura causata da fenomeni di umidità ascendente o da stress termico nel punto di innesto di elementi metallici.

PL04

FASE 1 - Pulitura ad acqua a bassa pressione e prolungata per ottenere una bagnatura profonda del giunto.

FASE 2 - Rincocciatura con malta compatibile e frammenti di laterizio non visibili a stuccatura completata.

IN01

IN02

IN03

IN04

FASE 1 - Pulitura ad acqua a bassa pressione e prolungata per ottenere una bagnatura profonda del giunto.

FASE 2 - Stilatura sottosquadro del giunto con l’utilizzo di spatole ed esercitando sufficiente pressione per colmare tutti i vuoti.

FASE 1 - Pulitura ad acqua a bassa pressione e prolungata per ottenere una bagnatura profonda del giunto.

FASE 2 - Stilatura sottosquadro del giunto con l’utilizzo di spatole ed esercitando sufficiente pressione per colmare tutti i vuoti.

POLVERIZZAZIONE DEL GIUNTO Decoesione provocata dall’azione di microrganismi che si manifesta con la caduta del materiale sottoforma di polvere.

PL04

FRONTE DI RISALITA Limite di migrazione dell’acqua causata da umidità di risalita. E’ accompagnato da variazione di colore nella zona sottostante il limite.

NO01

FASE 1 - Scavo di una trincea drenante a ridosso della muratura.

- Posizionamento di un geotessile non tessuto ad azione filtrante all’interno dello scavo.

- Posizionamento di un tubo microfessurato alla base della trincea e riempimento di essa con materiale drenante (ghiaia).

PRESENZA DI VEGETAZIONE Presenza di organismi infestanti (licheni, muschi, piante, rampicanti) localizzati a ridosso della superficie muraria.

PL06

FASE 1 - Applicazione di prodotto diserbante che provoca la morte della pianta e facilita la sua rimozione con minori danni.

- Rimozione meccanica della vegetazione con spazzole.

FASE 2 - Integrazione con materiale compatibile degli eventuali buchi o lesioni per prevenire l’impianto di nuove specie di male erbe.

IN02

IN03

ANALISI DEI MATERIALI PI01 PITTURA A BASE DI CALCE

Pittura bianca a base di calce di rivestimento esterno della muratura. Spessore approssimato: 3-4 mm.

MORFOLOGIA DEL DEGRADO DILAVAMENTO Erosione del materiale dovuta alla prolungata esposizione agli agenti atmosferici (soprattutto acque meteoriche).

DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI

PL07

PT01

PI02 PITTURA ACRILICA

Pittura acrilica di colore nero con cui si è tracciato il numero “51”. Spessore approssimato: 1-2 mm.

DILAVAMENTO Erosione del materiale dovuta alla prolungata esposizione agli agenti atmosferici (soprattutto acque meteoriche).

PL08

IN05

FASE 1 - Pulitura ad acqua nebulizzata con ugelli idraulici a dispersione per rimuovere eventuali sostanze estranee dalla superficie muraria; - Stesura di un protettivo superficiale di resina acrilica e cera paraffinica o microcristallina per ottenere un film trasparente e opaco.

FASE 2 - Stesura di un protettivo superficiale di resina acrilica e cera paraffinica o microcristallina per ottenere un film trasparente e opaco.

FASE 1 - Applicazione di un prodotto solvente con spazzolino localizzata nelle aree maggiormente dilavate.

- Lavaggio con acqua per rimuovere il residuo della sostanza solvente.

FASE 2 - Ripristino della scritta originaria attraverso l’aggiunta di nuova pittura acrilica.

V01 VERNICE ACRILICA

Vernice acrilica di colore bianco e verde. Spessore approssimato: 1-2 mm.

Nessun degrado.

Nessun intervento.

Nessun degrado.

Nessun intervento.

V02 VERNICE ALCHIDICA

Vernice alchidica di colore verde. Spessore approssimato: 1-2 mm.

MA01 MALTA A BASE DI CEMENTO

Aggiunte recenti di malta a base di cemento localizzate in vari punti della superficie muraria.

MA02 MALTA A BASE DI CEMENTO

Targhetta rettangolare di malta a base di cemento. Dimensioni e spessore: 40 x 60 x 2,5 cm.

L01 LEGNO DI ABETE

Legno di abete posizionato a ridosso della muratura nell’estremità sinistra del prospetto. Dimensioni e spessore: 12 x 280 x 3 cm.

L02 LEGNO DI LARICE

Legno di larice. Dimensioni sezione: 100 x 120 mm.

DEGRADO ANTROPICO Alterazione dello stato di conservazione del manufatto causata da un uso improprio (in questo caso dalle aggiunte irregolari di malta).

Nessun intervento.

ALTERAZIONE CROMATICA Modificazione diffusa del colore del materiale causata dalla prolungata esposizione ai raggi solari (UV).

ALTERAZIONE CROMATICA Modificazione diffusa del colore del materiale causata dalla prolungata esposizione ai raggi solari (UV).

Nessun intervento.

AR02

ALTERAZIONE CROMATICA Modificazione diffusa del colore del materiale causata dalla prolungata esposizione ai raggi solari (UV).

MARCESCENZA Variazione della colorazione e della consistenza del materiale.

Nessun intervento specifico riguardo alla morfologia del degrado.

FASE 1 - Rimozione dell’elemento ligneo.

Nessun intervento.

PL08

FASE 1 - Parziale demolizione con tecnica cuci e scuci della muratura in corrispondenza della trave danneggiata - Realizzazione di un’impalcatura provvisoria di sostegno della muratura; - Realizzazione di un incalmo con sostituzione delle parti ammalorate con altre nuove; - Ricostruzione della muratura finalizzata a restituire la primitiva integrità formale.

rr-

a e

ANALISI DEI MATERIALI L03 LEGNO DI ABETE

Legno di abete in listelli costituenti il portone esterno d’igresso. Dimensioni e spessore: 290 x 20 x 3,5 cm.

a

ALTERAZIONE CROMATICA Modificazione diffusa del colore del materiale causata dalla prolungata esposizione ai raggi solari (UV).

DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI

AR01 NO02

DEGRADO ANTROPICO Alterazione dello stato di conservazione del manufatto causata da un uso improprio (in questo caso macchie di vernice).

a e

z-

MORFOLOGIA DEL DEGRADO

L04 LEGNO DI ABETE

Legno di abete posizionato a chiusura delle aperture circolari.

AR03 Nessun degrado.

NO03

Nessun intervento specifico riguardo alla morfologia del degrado.

FASE 1 - Rimozione dell’intero portone ligneo.

FASE 2 - Inserimento di una nuova porta d’accesso che garantisca un adeguato isolamento termico negli spazi interni.

FASE 1 - Rimozione del serramento.

FASE 2 - Inserimento di un nuovo serramento per garantire un adeguato isolamento termico negli spazi interni.

di

a

o

m-

i-

VE01 VETRO

Vetro posizionato a chiusura delle aperture circolari.

F01 LEGA DI FERRO

Elementi cardine in lega di ferro con funzione di connessione tra i listelli e chiusura del portone.

F02 LEGA DI FERRO

Grata in lega di ferro posizionata a chiusura delle aperture circolari. Diametro: 83 cm.

Nessun degrado.

NO03

FASE 1 - Rimozione del serramento.

FASE 2 - Inserimento di un nuovo serramento per garantire un adeguato isolamento termico negli spazi interni.

OSSIDAZIONE Fenomeno di deterioramento dovuto all’interazione chimico-fisica tra la lega metallica e l’ambiente circostante.

AR01

Nessun intervento specifico riguardo alla morfologia del degrado.

1- Rimozione dell’intero portone ligneo.

2- Inserimento di una nuova porta d’accesso che garantisca un adeguato isolamento termico negli spazi interni.

AR03

OSSIDAZIONE Fenomeno di deterioramento dovuto all’interazione chimico-fisica tra la lega metallica e l’ambiente circostante.

NO02

AR04 PL09

PT02

F03 LEGA DI RAME

OSSIDAZIONE Fenomeno di deterioramento dovuto all’interazione chimico-fisica tra la lega metallica e l’ambiente circostante.

F04 LEGA DI FERRO

OSSIDAZIONE Fenomeno di deterioramento dovuto all’interazione chimico-fisica tra la lega metallica e l’ambiente circostante.

Canale di gronda in lega di rame. Spessore approssimato: 3-4 mm.

Elementi in lega di ferro che fuoriescono dalla muratura.

F05 LEGA DI FERRO

Portone esterno in lega di ferro.

CORROSIONE Decadimento e disgregazione del materiale dovuta all’interazione chimico-fisica tra la lega metallica e l’ambiente circostante.

PL10

FASE 1 - Rimozione della grata in lega di ferro.

FASE 2 - Pulitura meccanica con carta abrasiva di adeguata granulometria.

- Lavaggio con acqua deionizzata o distillata per eliminare i sali solubili ancora presenti sulla superficie.

FASE 3 - Aggiunta di una percentuale 1-3% di nitrito di sodio nella soluzione di lavaggio precedente.

FASE 1 -Pulitura con impacchi di acido EDTA (etilendiamminotetracetico).

- Lavaggio con acqua deionizzata o distillata per eliminare i sali solubili ancora presenti sulla superficie.

Nessun intervento.

AR05 NO04

Nessun intervento specifico riguardo alla morfologia del degrado.

FASE 1 - Rimozione del portone in lega di ferro.

FASE 2 - Inserimento di una nuova porta d’accesso che garantisca un adeguato isolamento termico negli spazi interni.

ANALISI DEI MATERIALI C01 CALCESTRUZZO ARMATO

Elemento orizzontale (architrave) in calcestruzzo armato. Dimensioni prospetto: 30 x 270 cm.

P01 PVC

Pluviale in PVC di scarico delle acque provenienti dal tetto. Diametro: 15 cm; altezza: 325 cm.

MORFOLOGIA DEL DEGRADO

DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI

EROSIONE Asportazione di materiale provocata dall’esposizione prolungata all’azione degli agenti atmosferici (soprattutto acque meteoriche e vento).

ALTERAZIONE CROMATICA Modificazione diffusa del colore del materiale causata dalla prolungata esposizione ai raggi solari (UV).

Nessun intervento.

AR06 NO05

Nessun intervento specifico riguardo alla morfologia del degrado.

FASE 1 - Rimozione del pluviale in PVC. FASE 2 - Inserimento di un nuovo pluviale in lega di rame.

P02 PVC

Tubazione in PVC. Diametro: 7 cm; spessore: 3mm.

Nessun degrado.

Nessun intervento.

Nessun degrado.

Nessun intervento.

Nessun degrado.

Nessun intervento.

Nessun degrado.

Nessun intervento.

Nessun degrado.

Nessun intervento.

ALTRI MATERIALI Cartello dispersore di terra in alluminio di dimensioni 20 x 30 cm.

Faro in materiale plastico per l’illuminazione dell’esterno.

Allarme antincendio in materiale plastico.

NR Non rilevabile.

NR

Alternativa 1

Alternativa 2

Alternativa 3 Spaccato assonometrico

Pianta disposizione principale Scala 1:200

Sezione prospettica Scala 1:50

Stratigrafia chiusura orizzontale superiore - Pannello in cartongesso con orditura metallica strutturale e intercapedine isolante - Pannelli XLAM in legno massiccio (strati 5) formanti struttura portante - Materiale isolante - Guaina bituminosa impermeabilizzante - Calcestruzzo alleggerito - Lamiera in rame ventilata e relativo sistema d’ancoraggio Stratigrafia chiusura verticale esterna - Pannello in cartongesso con orditura metallica strutturale e intercapedine isolante - Pannelli XLAM in legno massiccio (strati 5) formanti struttura portante - Sottostruttura metallica di ancoraggio - Accessorio di allineamento e sostegno - Doga di rivestimento con doppia faccia in acciaio Corten, estrusi laterali in poliammide e schiuma poliuretanica Stratigrafia chiusura orizzontale inferiore - Fondazione in calcestruzzo armato - Cordolo perimetrale in legno massiccio - Doppia piastra in acciaio di ancoraggio dei pannelli Xlam - Copertina metallica di chiusa del rivestimento - Guaina bituminosa impermeabilizzante - Pannelli Xlam in legno massiccio (strati 5) Struttura pannelli espositivi e divisori mobili

Legenda ancoraggio alla catena - Pannello con doppia lastra in alluminio di rivestimento e tamburato interno - Binario metallico di scorrimento e relativo sistema di fissaggio - Guida metallica a “C” di ancoraggio alla catena - Intercapedine per il passaggio di impianti - Staffa ad “L” metallica e relativo sistema di fissaggio

Stratigrafia trincea drenante - Scavo della trincea drenante a ridosso della fondazione - Geotessile non tessuto ad azione filtrante - Tubo microfessurato di smaltimento dell’acqua - Ghiaia di riempimento - Terreno ricompattato

Sezione prospettica e dettagli costruttivi di progetto

PARCO SAN MATTIA Laboratorio di urbanistica Professore_Paola Viganò Collaboratori_Anna Livia Friel, Alessio Tamiazzo Studenti_Marta Dal Bello, Mauro De Paris

Il Laboratorio di Progettazione Urbanistica, svolto durante il secondo semestre del terzo anno, ha avuto come obbiettivo il raggiungimento di una visione collettiva, con orizzonte temporale nel 2050, dell’intero sistema della Laguna di Venezia, andando a intervenire in tre aree principali che ne esemplificassero le caratteristiche: la Gronda Lagunare, collocata in terraferma a nord-est della Laguna, il Lido di Venezia e l’isola di Murano

Il progetto si colloca all’interno dell’isola di Murano e fa parte di una costellazione di diversi progetti, che, intesi nella loro unione, mirano a coesistere con problematiche già oggi evidenti ma che sicuramente si imporranno maggiormente in un futuro non troppo lontano.

Fin da subito si sono riscontrate nello spazio pubblico le maggiori difficoltà per uno scenario futuro, sia legate alla sua scarsità e disomogeneità all’ interno dell’isola stessa, sia perché diviene l’area maggiormente afflitta da odierni e futuri danni di carattere ambientale, quali l’inquinamento del suolo e l’aumento del livello delle acque ai limiti dello scenario.

Paradossalmente l’area maggiormente problematica ma anche dalle più grandi potenzialità future è quella di Sacca San Mattia, risultato del deposito di materiale di dragaggio dei canali lagunari, scarti edili e dell’industria del vetro che hanno aumentato considerevolmente la quantità di inquinanti inorganici all’ interno del suolo.

Mappa del Nolli dell’isola di Murano, stato di fatto

Mappa innalzamento delle acque nel 2050 + 106 slm - marea normale + 130 slm - marea sostenuta + 166 slm - marea eccezionale

Mappa inquinamento del suolo di Sacca S.Mattia suolo con livello di inquinamento entro il limite di legge

<100 mg/kg

401-500 mg/kg

101-200 mg/kg

501-600 mg/kg

suolo con livello di inquinamento oltre il limite di legge

201-300 mg/kg

601-700 mg/kg

301-400 mg/kg

701-800 mg/kg 801-900 mg/kg >1000 mg/kg

COMPONENTI PRINCIPALI DEL TERRENO 6%

Sabbia Limo

55%

Argilla

39%

STRATIGRAFIA DEL TERRENO DI SACCA S.MATTIA 1. Terreno vegetale 2. Riporto: materiali eterogenei (sabbie limo-argillose) 3. Limi argillosi (sedimenti dello scavo dei canali lagunari) 4. Caranto (limo argilloso compatto)

1 2 3 4

5

5. Sabbie medio-fini e limi sabbiosi

DETTAGLIO STRATI SUPERFICIALI DEL TERRENO La granulometria del primo metro di terreno si presenta pressoché uniforme con dimensione massima attorno ai 2cm di diametro e contenente scarti dell’indutria del vetro di maggiori dimensioni.

Fonte: 4

INQUINAMENTO DEL SUOLO SACCA SAN MATTIA

Zn

1624 mg kg-1

Cd

1452 mg kg-1

Pb

749 mg kg-1

Se

341 mg kg-1

As

429 mg kg-1

Cr

178 mg kg-1

Cu

101 mg kg-1

Ni

83 mg kg-1

Sb

74 mg kg-1

1500 mg kg-1

15 mg kg-1

1000 mg kg-1

15 mg kg-1

50 mg kg-1

800 mg kg-1

600 mg kg-1

500 mg kg-1

30 mg kg-1

Valore medio della concentrazione del metallo pesante nel suolo Valore limite di legge della concentrazione del metallo pesante nel suolo

STRATEGIA DI BONIFICA DEL SUOLO

Fonte: 5

METODO DI PROGETTO

Inquinamento del suolo

Organizzazione in fasce

Individuazione aree

Individuazione fasce di fitobonifica

Circolazione pubblica

Circolazione privata

Punti funzionali

Layer finale

Il progetto vuole riconoscere le intrinseche potenzialità della sacca e ha come scopo la creazione di un parco pubblico nell’intera area, importante per dimensioni non solo all’interno di Murano stessa ma anche a livello lagunare.

Tuttavia non dimentica le notevoli difficoltà con cui si ritrova a doversi scontrare, perciò non si propone la creazione dell’area verde pubblica come obbiettivo certo, ma quanto più l’attuazione di un metodo che, se applicato in maniera corretta e paziente, potrebbe in un futuro, portare alla creazione del parco. Esso si basa sulla metodologia proposta dal progetto per il concorso di Parc de La Villette di Rem Koolhaas di una sovrapposizione di layer.

Vengono individuate fin da subito le aree immediatamente sfruttabili per l’abbozzo di un sistema parco, collegate da strade pedonali, in netta minoranza rispetto alle aree soggette ad inquinamento, nelle quali verrà attuato un processo di fitobonifica e fitoestrazione per mezzo di specie arboree ed erbacee ben selezionate, per renderle nuovamente servibili in futuro.

Il Parco San Mattia non va interpretato solamente come potenziale soluzione ai problemi della sacca, ma più come l’estrema visione di un sistema di verde pubblico più complesso, diffuso e dinamico che pervade l’intera isola del vetro.

ORGANIZZAZIONE DELLE SPECIE per la fitobonifica

A’

A

Sezione A-A’

Acer pseudoplatanus L.

Alnus incana

Pteris vittata L.

Phragmites australis

Salix dasyclados

Populus trichocarpa

Chrysopogon zizanioides

Typha latifolia

Fraxinus excelsior

LE SPECIE DEL PARCO per la fitobonifica

Acer pseudoplatanus

Alnus incana

h 20m

h 15m

Zn

Cd

Zn

Cd

Pb

Populus trichocarpa h 40m

Zn

Cd

Cu

Ni

Phragmites australis h 4m

Cd

Fraxinus excelsior h 40m

Cd

Pb

Salix dasyclados h 6m

Zn

Cd

Pb

As

Pteris vittata L. h 0.5m

Cd

Pb

Cu

Cu

Chrysopogon zizanioides

Typha latifolia

h 1.5m

Se

Cr

h 2.5m

Cd Sb

Cu

Sistema delle aree verdi Murano 2050

Mappa del Nolli di Murano, stato di progetto Scenario 2050

SANTIAGO DE QUERETARO Laboratorio d’anno 3 Professore_Renato Rizzi Collaboratori_Susanna Pisciella, Anna Franchini, Marco Renzi, Alvise Rittà Ziliotto, Ludovico Dal Piccol, Davide Colapinto, Edna Baroni

Studenti_ Francesca Adami Federica Babbato Vittoria Babetto Camilla Bacchin Roberto Baldin Silvia Bertelli Alberto Brugnera Christian Cacco Pietro Campri Chao Chen Federico Fedio Da Deppo Marta Dal Bello Dylan Jordan Dal Col Leonardo Dalla Valle Mauro De Paris Federica De Sanctis Estella Del Bianco Mariachiara Di Cosmo Olimpia Fecchio Vincenzo Ferri Andrea Franzin Alessia Gaiotti Marta Granzotto Petra Grdakovic Giovangabriele Iacono Emile Jourcin

Mattia Lenzi Marco Lonardi Andrea Martin Giorgia Mingotto Lisa Netto Beatriz Pacheco Gaviao Natatalia Paltanin Davide Pavone Greta Petiziol Mattia Pezzolla Nicola Rizzato Alessandra Rodriguez Nicola Rosolen Umberto Sambo Alessia Sangiorgio Alberto Scarsi Sokol Shiroka Rachele Stronati Fabio Toninato Emilia Trevisan Francesco Vendrame Luca Verzaro Garolla Federico Vidilini Martina Villa Chauanjiang Xia Erica Zanella Weijian Zhang

Il corso di Laboratorio d’ Anno, svolto durante il terzo anno, è stato organizzato in due parti, una prettamente teorica, partendo dai temi derivanti dalla dicotomia di significato all’interno del termine ARCHI-TETTURA, e una seconda parte puramente pratica, di sviluppo dei modelli, strettamente interconnesse tra loro.

La parte teorica si può riassumere in 7 punti fondamentali, che ci aiutano a comprendere le problematiche che caratterizzano la società contemporanea: 1.PAROLA: dal greco “arché”, l’indominabile, richiamo alla sapienza; “téchne”, il dominabile, richiamo alla scienza; estremi ai quali appartiene il mondo e pure noi stessi, indissolubilmente vincolati.

2.STORIA: richiamo alla totalità dei tempi, riapertura ad un orizzonte atemporale.

3.CONTRADDIZIONE: ”arché”,il grande passato, l’ unità del tutto, ovvero il relato; “téchne”, il grande presente, ovvero l’irrelato. Visione negativa del sapere tecnico-scientifico.

4.APPARIRE: da dove deriva tutto il nostro sapere, l’apparire del mondo fuori di noi, l’appa-

rire del mondo interno a noi.

Tutto appare, tutto è in relazione, indifferenza al giudizio di valore, distinzione tra estetica (ambito dei dominabili) ed estetico (ambito degli indominabili).

5.SOGGETTO: legame tra architettura e persona: “arché”, singolarità, dativo; “téchne”, arbitrarietà, nominativo.

6.PROGETTO: “il progetto si fa carico del debito contratto con i nostri predecessori per essere restituito come dono ai nostri successori” 7.MATRICE: le sfere dell’indominabile e del domabile, sono distinte ma non inscindibili, nel progetto gli attriti tra le due potenze genera la forma.

Si può dunque dedurre che il fenomeno delle periferie esprime il male del nostro tempo: l’informe, il fallimento della civiltà contemporanea, vista come l’estinzione dei valori umani a scala planetaria.

Il progetto si prepone dunque di restituire una forma all’informe della periferia.

Il luogo prescelto per questa operazione è Santiago de Queretaro, città messicana fondata all’ inizio del XVI secolo, caratterizzata dalla maglia ortogonale e dalla presenza di un

acquedotto costruito nel XVIII secolo, simbolo dell’avvento della democrazia. Da qui in pochi decenni la popolazione della città vedrà una rapida e incontrollata crescita, che a livello urbano, si tradurrà nell’ avvento della periferia, l’informe.

La seconda parte, quella più strettamente pratica, non si presenta slegata rispetto all’ impostazione teorica, poiché i modelli realizzati ci aiutano nello spostamento del punto di vista del progetto, dalla nostra referenzialità a quella dei luoghi, diventano dunque dispositivi ottici di dinamica per il progetto, cercando un punto di vista interno ai paesaggi.

Vengono impostati secondo due criteri fondamentali: precisione planimetrica e un coefficiente di incremento delle altezze, in modo da mettere a fuoco l’informazione del territorio, entità indominabile.

I modelli sono stati realizzati partendo da un disegno digitale bidimensionale, per poi realizzare le varie matrici in cartoncino murillo, negativi in gomma bicomponente e i relativi positivi in gesso.

MODELLO SCALA 1 : 25.000

MODELLO 1:25.000

8 6 5

7

2 1

3

4

Quota minima: +1790 m Quota massima: +2390 m Incremento: +250% Altezza reale: 2,4 cm Altezza modello: 6 cm Numero livelli reali: 72 Numero livelli modello: 181

MODELLO SCALA 1 : 50.000

MODELLO SCALA 1 : 250.000

5

1

2325

6

2

2525

3500

7

3

3500

8

4

PROGETTO

BIBLIOGRAFIA Madame Bovary, G. Flaubert Carlo Scarpa e il Giappone. Ediz. illustrata: Strumenti Ed Elementi DI Una Riflessione, Mauro J.K. Pierconti, Atlante dei materiali, Hegger, Auch-Schwelk, Fuchs, Rosenkranz (trad. Trentini L.), UTET Legno, Theodor Hugues, Ludwig Steiger, Johann Weber (trad. De Angelis E.), UTET Trattato di restauro architettonico, G. Carbonara, Torino, UTET, (4 voll.)

Che cos’è il restauro?, A. Bellini, G. Carbonara, S. Casiello, R. Cecchi, M. Dezzi Brandeschi, P. Fancelli, P. Marconi, G. Spagnesi Cimbolli, B.P. Torsello, Marsilio La città del ventesimo secolo, B. Secchi, Editori Laterza La Solemnidad de la Civilidad,R. Rizzi,A. Tagliapietra, Mimesis Edizioni Eppure, Divisare, Rizzi R. Il Daimon di Architettura, vol. II, Manuale, R. Rizzi, S. Pisciella, A. Rossetto, Mimesis Edizioni, Milano

SITOGRAFIA vicenzapiu.com atlantedellalaguna.it oma.com

FONTI Alexander Brodsky, Ilya Utkin, A Bridge, Etching, 1987, printed 1990 A.S.V Raccolta Terkuz, 25, sec. XVI. A.S.V., S.E.A., Laguna, 13 maggio 1695 (copia del 1556).

Planimetria di Venezia, Marghera e Mestre. Fonte sconosciuta.

Planimetria del catasto austriaco raffigurante il nuovo ponte ferroviario.

Carrano, Pianta del forte e distorni (Biblioteca Marciana – Venezia).

R. Foffano, D. Lugato, Rilievo planimetrico del forte con particolare attenzione alla localizzazione dei manufatti e alle vie di comunicazione interna nel 1856. A.S.V. – I.R. Direzione del Genio Militare Venezia.

Planimetria della laguna di Venezia, Mestre e Marghera, 1897 circa.

Planimetria di Marghera e Mestre, 1910.

Planimetria raffigurante lo sviluppo dell’area industriale di Marghera, Archivio IUAV, 1920.

Planimetria raffigurante lo sviluppo dell’area industriale di Marghera, Archivio IUAV, 1950.

Planimetria raffigurante l’area portuale di Marghera e l’ampliamento del ponte ferroviario, Archivio IUAV, 1970.

3 R. Foffano, D. Lugato, Borgo di Marghera attraversato dalla Fossa Gradeniga, 1805.

R. Foffano, D. Lugato, Borgo di Marghera e primi quattro bastioni del forte, 1807.

R. Foffano, D. Lugato, Forte Marghera completato, 1811.

R. Foffano, D. Lugato, Rilievo planimetrico del forte con particolare attenzione alla localizzazione dei manufatti e alle vie di comunicazione interna nel 1856. A.S.V. – I.R. Direzione del Genio Militare Venezia.

C. Zanlorenzi, Forte Marghera, 1900.

Planimetria raffigurante lo sviluppo dell’area industriale di Marghera, Archivio IUAV, 1940.

Planimetria raffigurante l’area portuale di Marghera e l’ampliamento del ponte ferroviario, Archivio IUAV, 1970.

Planimetria Forte Marghera, Carta Tecnica Regionale, 2020.

4 Periodico SIGEA Società Italiana di Geologia Ambientale Relazione geologica e indagine storico ambientale per la gesione delle terre e rocce da scavo; Comune di Venezia; 2017 5 Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 - Norme in materia ambientale 1 2

UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA DICHIARAZIONE DI CONSULTABILITA’ O NON CONSULTABILITA’ DELLA TESI (da inserire come ultima pagina della tesi/elaborato finale) Marta Dal Bello 291351 Il/La sottoscritto/a ………………………………………….matr. n. ...…………….

Il/La sottoscritto/a ………………………………………….matr. n. ...…………….

Il/La sottoscritto/a ………………………………………….matr. n. ...…………….

Architettura: Tecniche e Culture del Progetto laureando/a/i - diplomando/a/i in ………………………………………………... prima (luglio 2021) 2020/2021 sessione ………………………… dell’a.a. …………….………….

DICHIARA/DICHIARANO

che la sua/loro tesi dal titolo: Il processo della forma …………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………….

X è consultabile da subito   potrà essere consultata a partire dal giorno …………………..  non è consultabile

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20/07/2021 data …………………..

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