RASSEGNA STAMPA DEL 19 LUGLIO 2020

19-LUG-2020 Estratto da pag. 12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 28

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

17-LUG-2020 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

15-LUG-2020 Estratto da pag. 34

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

15-LUG-2020 Estratto da pag. 34

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

15-LUG-2020 Estratto da pag. 34

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

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15-LUG-2020 Estratto da pag. 34

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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19-LUG-2020 Estratto da pag. 3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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19-LUG-2020 Estratto da pag. 3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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19-LUG-2020 Estratto da pag. 12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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19-LUG-2020 Estratto da pag. 2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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19-LUG-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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19-LUG-2020 Estratto da pag. 13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 27

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 27

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 23

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 23

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 23

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 30

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

17-LUG-2020 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

17-LUG-2020 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

17-LUG-2020 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

17-LUG-2020 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

17-LUG-2020 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

17-LUG-2020 Estratto da pag. 28

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

17-LUG-2020 Estratto da pag. 26

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

17-LUG-2020 Estratto da pag. 26

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 39

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 24

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 24

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 24

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 24

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 24

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 28

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

17-LUG-2020 Estratto da pag. 24

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

17-LUG-2020 Estratto da pag. 24

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

15-LUG-2020 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

15-LUG-2020 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

15-LUG-2020 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

15-LUG-2020 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 21

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 21

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 31

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione

19-LUG-2020 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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2 VE

Domenica 19 Luglio 2020 Corriere del Veneto

PRIMO PIANO

L’inchiesta Il nuovo oro

D

oveva essere l’anno migliore di sempre. L’anno nel quale la Doc avrebbe superato il mezzo miliardo di bottiglie e lanciato nel mondo il Prosecco Rosé. L’anno nel quale la Docg di Conegliano e Valdobbiadene avrebbe visto le prime frotte di turisti innamorarsi del territorio Unesco. E invece il 2020 sarà ricordato come l’anno del Covid e delle prime promesse non mantenute. Questa almeno è la fotografia che si può scattare in questo soleggiato luglio, mentre i grappoli di Glera si apprestano alle ultime fasi di maturazione. Ora il business del Prosecco sta riprendendo, ma pesano come un macigno i dati diffusi dall’agenzia di consulenza Zara&Partners, secondo la quale le mancate vendite causeranno crisi di liquidità, che a loro volta genereranno fusioni e cessioni aziendali.

O, nella peggiore delle ipotesi, chiusure. Nel Trevigiano, alcune aziende vinicole hanno accusato nel mese di marzo perdite che si aggirano attorno al 70% rispetto all’anno precedente e, nel Triveneto, un’azienda media su tre è a forte rischio di fallimento.

IL BUSINESS DEL SISTEMA PROSECCO Il mondo del Prosecco però è ottimista. La forza dei suoi numeri è imponente: poco meno di 600 milioni di bottiglie immesse nel mercato lo scorso anno per un giro di affari di 3 miliardi di euro (valore stimato al consumo). Un fenomeno globale che si declina su territori diversi: se la Docg storica ruota attorno alle colline di Conegliano e Valdobbiadene, dove i viticoltori eroi sudano su pendenze verticali, la Doc di pianura si estende invece su 24.450 ettari tra Veneto e Friuli Venezia Giulia (11.460 le aziende viticole impegnate), spesso su piatte campagne dove regna sovrana la meccanizzazione della raccolta. Ne nascono bottiglie che il mondo si contende a suon di euro. Nel rapporto della Docg di Conegliano dello scorso anno (dati del 2018), questi erano i prezzi con cui uscivano gli spumanti dalle cantine: gli importatori tedeschi le pagano 5,54 euro all’una, gli inglesi 5,39 euro e gli statunitensi 4,91. I consumatori sono invece abituati a pagare molto di più. Emblematici in tal senso i valori di vendita degli spumanti della Doc nel Regno Unito (che vale il 36% dell’export della Doc) e negli Stati Uniti (25%). Stando a un’analisi di Nomisma su dati Nielsen, se sugli scaffali della Gdo Italiana lo spumante si trova a 4,6 euro a bottiglia, in UK costa 7 sterline, negli Usa 12,4 dollari, in Germania 7,8 euro, in Francia 6,3 e in Svezia 9,4. Chi poi compera il vino al calice spende ancora di più.

Gianluca Bisol, direttore della storica azienda confluita nel gruppo Lunelli, fa queste stime per il mercato chiave degli Stati Uniti: «La nostra Doc nei retail si vende a 14 dollari, mentre in enoteca un calice si paga 11 dollari e la bottiglia 30 - spiega -. Se saliamo di livello, la Docg nei retail viene proposta a 17 dollari, mentre nei wine bar un bicchiere costa 13 dollari e la bottiglia 40».

ALLA CONQUISTA DELLA COLLINA E quando nei calici fluttuano tanti soldi, inevitabilmente la competizione per arrivare al posto di comando aumenta. Innocente Nardi è presidente della Docg storica dal 2011. Dopo tre mandati, deve cedere lo scettro del potere e il passaggio di consegne sta causando delle polemiche. Prima Nardi non ha trovato posto nel comitato Unesco (gli è stato preferito Lodovico Giustiniani), poi è finito nel fuoco incrociato di piccoli produttori, cooperative e grandi imbottigliatori.

Ne è nata una campagna elettorale per la

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Gianluca Bisol La Doc si vende a 14 dollari nei retail Usa, in enoteca un calice è a 11

Lo stato dell’arte Il virus ha dato una mazzata al business, con punte del 70% in meno. Ma con il lockdown c’è stato il boom di vendite on line

Il Covid, Trump l’Unesco e il Rosé Tutte le sfide di Re Prosecco Le lotte di potere per la gestione dei consorzi tra collina e pianura. E la grande attesa per le nuove bollicine «colorate» di Mauro Pigozzo

● La parola MILLESIMATO Tecnicamente la parola «millesimato» indica, per i vini spumanti e il prosecco, un prodotto ottenuto a partire dalle uve di un’unica annata, più precisamente quando il vino è prodotto con almeno l’85% di uve vendemmiate nello stesso anno. Vale a dire che dopo la parola «millesimato», deve obbligatoriamente seguire anche l’indicazione di un anno. Il millesimo è dunque l’annata della vendemmia.

successione, i nomi fatti sono molti: oltre a Giustiniani, si parla di Aldo Franchi, Gabriela Vettoretti, ma anche esponenti delle famiglie storiche Bortolomiol e Drusian. Dopo i rinvii causa Covid, l’assemblea è convocata per il primo giorno di ottobre e solo dopo la nomina del consiglio sarà eletto il nuovo presidente (contestualmente avverrà anche la nomina del direttore, altra spina nel fianco dell’attuale Cda).

Sembra davvero una «guerra civile» tra le cooperative, che fanno grandi volumi di prodotto, e le aziende private dai fatturati milionari. In pochi credono che i piccoli viticoltori eroici (Nardi si è sempre fatto un vanto di esserlo) potranno giocare un ruolo reale. «Io sono sempre stato uno strenuo difensore della Docg e della sua differenza rispetto alla pianura - afferma Nardi -. La priorità è spiegare ai consumatori cosa significa lavorare sui pendii.

Alcuni invece vorrebbero più collaborazione con la Doc, altri guardano ad Asolo (piccola Docg a sé stante, ndr). C’è chi ipotizza persino la fusione dei vari consorzi dentro Sistema Prosecco. Io dico no: l’identità della Docg di Conegliano e Valdobbiadene va preservata».

Un inciso: nella fuga verso il vertice delle colline, ci sono aziende, in particolare quelle del Cartizze (citiamo Col Vetoraz), che vanno persino oltre: vorrebbero togliere la parola «Prosecco» dalle etichette, per evidenziare solo il nome del territorio. Ma sono una minoranza. Di fatto, dentro queste due spaccature «ideologiche», è però in corso anche una lotta per il potere. Nessun presidente lo ammetterà mai, ma sedere nella stanza dei bottoni del Consorzio permette di trattenere relazioni di altissimo livello e a cascata ne beneficia anche l’azienda di provenienza. Per questo, nessuno vuole perdersi l’opportunità.

La vicenda ● La Docg storica del Prosecco ruota attorno alle colline di Conegliano e Valdobbiadene, dove i viticoltori eroi sudano su pendenze verticali per il raccolto ● La Doc di pianura si estende invece su 24.450 ettari tra Veneto e Friuli Venezia Giulia (11.460 le aziende viticole impegnate), spesso su piatte campagne dove regna sovrana la meccanizzazio ne della raccolta

LA SPERANZA ROSA DELL’UNESCO Anche perché, mai come oggi, il mondo guarda alle bollicine con interesse. Un anno fa (esattamente il 7 luglio) a Baku, in Azerbaigian, la delegazione veneta guidata dal presidente Luca Zaia portava a casa uno dei traguardi più ambiziosi per il territorio: il «bollino» Unesco per le colline trevigiane. In cabina di regia c’è una donna, Marina Montedoro: una svolta rosa in un mondo prevalentemente dodal 17 luglio

2009

2 Regioni Friuli Venezia Giulia Veneto

minato dai maschi. Ma i sogni e le promesse sono state tutte messe in congelatore. Sostanzialmente, i mesi sono passati per costituire l’associazione e il comitato scientifico, ora si iniziano a definire i vari piani. Montedoro sintetizza così le priorità: «Le prossime azioni riguarderanno la redazione del piano di gestione del sito con il supporto del Comitato scientifico, la definizione del piano di comunicazione e la classificazione degli edifici rurali che andranno valorizzati da un punto di vista architettonico e urbanistico per strutturare un’accoglienza diffusa». Ma nel momento in cui stavano per arrivare i primi turisti (quelli «nuovi», attratti dall’Unesco e non solo dall’enogastronomia) è scattato il lockdown. Nei 29 Comuni del sito Unesco lo scorso anno si erano registrati oltre 186 mila arrivi, +1,1% rispetto all’anno precedente; il 2020 probabilmente registrerà un segno rosso.

Poco male, il percorso è lungo: le stalle diventeranno piccoli bed and breakfast, le tettoie dei fienili punti di degustazione. Gli enoturisti, quelli che passano anche per una sola giornata, non mancheranno e spenderanno sempre più soldi. Stando ai dati del Cirve di Conegliano, nel 2018 si era superata la soglia dei 400 mila visitatori, e nel 2019 si sono raggiunti i 460 mila, segnando un incremento del 13% rispetto al 2018 e del 45% rispetto al 2010.

La spesa quotidiana degli enoturisti è cresciuta dai 56 euro del 2010 agli 88 del 2019.

LA DOC RESISTE AL COVID L’impero mondiale delle bollicine però non si basa sulla collina, nasce in pianura. Ecco il dato che lo spiega meglio di ogni altro: nel 2019 la Doc ha venduto 486 milioni di bottiglie per un giro d’affari di 2,4 miliardi di euro, il Conegliano Valdobbiadene si è fermato a 92 milioni di bottiglie per un valore di 500 milioni. La crescita stimata per i prossimi anni è sempre del 4/5%, ma le tempeste sono in agguato. Al timone del Consorzio Doc c’è Stefano Zanette, che ha optato per scelte drastiche. Durante il lockdown quelli che sono stati ribattezzati «gli sciacalli della Gdo» avevano cercato di abbassare i prezzi di acquisto, facendo leva sui magazzini pieni. Il Consorzio ha quindi deciso di confermare il blocco degli impianti, lo stoccaggio della produzione e soprattutto di vietare l’imbottigliamento della vendemmia 2020

9 Provincie Belluno

METODO DI PRODUZIONE Udine

Treviso

Gorizia

Vicenza

Trieste

Padova

Pordenone

1 Vendemmia delle uve

2

Venezia Fonte: Consorzio di Tutela

Diraspatura (separazione acini dai raspi)

Corriere del Veneto Domenica 19 Luglio 2020

PRIMO PIANO

prima di gennaio dell’anno prossimo. In pratica: prima finiamo il vino in cantina, poi ne immettiamo di nuovo. Grazie a queste mosse, il valore del Glera si è stabilizzato oggi attorno a 1,5/1,65 euro al litro sfuso, garantendo utili a tutta la filiera. «Nei primi sei mesi dell’anno abbiamo registrato una flessione del 4%, ma se confrontiamo il periodo sui 12 mesi prima siamo praticamente alla pari - dice Zanette -. Visto il momento storico, speriamo di prenderci belle soddisfazioni entro fine anno». A conferma, Valoritalia ha appena diffuso dati ottimistici: nel corso del primo semestre di quest’anno sono state certificate 218 milioni di bottiglie (erano 228 milioni nello stesso periodo nel 2019).

LE BOLLICINE ROSÉ Anche perché Zanette ha cerchiato «in rosa» l’autunno 2020, che porta a compimento una rivoluzione storica. Per la prima volta si potrà imbottigliare il «Prosecco spumante rosè millesimato», frutto di una modifica al disciplinare che permette la vinificazione in rosso del Pinot Nero. Mancano pochi passaggi burocratici, le bollicine rosate dovrebbero apparire in Italia ai primi di ottobre e all’estero il mese successivo. C’è molta attesa: sarà un prodotto premium, la bottiglia di punta della Doc. «Di sicuro uscirà con un costo di almeno il 20% superiore al Prosecco - ipotizza Giorgio Polegato, che oltre ad esser rappresentante di Coldiretti è titolare di Astoria -. Speriamo che nel corso del 2021 se ne possano vendere 20 milioni di bottiglie, ma c’è chi ipotizza si arrivi persino a 50 milioni nel giro di qualche anno».

Mentre gli imprenditori sperano di incassare (la prima annata di produzione è già praticamente sold out), c’è chi invece questo Rosè non lo vuole proprio vedere. Per esempio i rappresentanti della Fivi, l’associazione dei piccoli produttori, portavoce dei radicali. «Rischiamo di far confusione», ripetono da tempo. Anche le due Docg hanno stroncato il progetto di Zanette. «Non fa parte della nostra identità». Recentemente il fronte si è aperto anche nella zona di Trieste, dove si trova il paese di Prosecco, utilizzato nella riforma del 2009 per legare l’uva al territorio, ma che da allora non ha ottenuto nulla in termini di aiuti ai viticoltori. Edi Bukavec e Franc Fabec, portavoce del gruppo, tenteranno il ricorso al Tar con-

3 Pressatura (separazione mosto dalla buccia)

600 3 186 92

4 Prima fermentazione (trasformazione mosto in vino)

tro il nuovo disciplinare Rosè. Sarà. Ma in Francia, patria del Rosè, non la pensano così. Il Domaine de Fontenille, che appartiene a un gruppo che ha cinque hotel di alto livello, ha presentato «Les Impatients, Prosecco della Provenza». Primo tarocco ufficiale del Rosè, che si inserisce in una lista lunghissima che a scadenza rituale viene aggiornata, causando polemiche internazionali, in particolare verso la Gran Bretagna, dove i casi di Prosecco alla spina ormai non si contano più.

Milioni

Le bottiglie di prosecco che sono state immesse sul mercato durante l’anno scorso

TRUMP, I DAZI E ASOLO

Miliardi

Nel flusso dei record di produzione si pone in prima linea il consorzio di Asolo, che sta vivendo una svolta epocale. Ugo Zamperoni ha raccolto il testimone della presidenza da Armando Serena, l’uomo che ha creduto dall’inizio nel prosecco «segreto», un comparto che ora ha ridisegnato la propria strategia comunicativa con un nuovo logo. Da inizio gennaio a fine giugno la produzione certificata di Asolo Prosecco è stata di 7,8 milioni di bottiglie, con un balzo in avanti dell’8,3% rispetto al primo semestre del 2019. Per questo l’assemblea ha deciso di non ridurre le rese (scelta fatta invece dalle due sorelle della Doc e Docg): l’anno scorso furono imbottigliate 17 milioni di bottiglie, quest’anno l’ambizione è arrivare a 20. Ma la crescita ha una contraddizione strutturale.

Circa due terzi della produzione viene infatti esportata da un unico grande imbottigliatore verso un solo importatore, che le colloca sugli scaffali dei supermercati negli Stati Uniti. E quel mercato ora è nella tempesta dei dazi minacciati da Donald Trump (Coldiretti ipotizza tagli delle richieste del 40% in caso di approvazione delle barriere commerciali). Zamperoni però tiene unite le linee in trincea: «Sono solo minacce, non dobbiamo preoccuparcene adesso - ripete ai soci -. La nostra realtà ormai è consolidata, la crescita avviene anche grazie alle piccole aziende, che ogni anno aumentano le loro quote di vendita. Vedo un generale stato di salute».

Il giro di affari delle aziende produttrici di prosecco (stimato al consumo)

Mila

Gli arrivi di enoturisti registrati nel 2019 nell’area diventata patrimonio Unesco

Milioni

Le bottiglie di Docg prodotte l’anno scorso che hanno generato introiti per 500 milioni

LA VENDEMMIA TRA VOUCHER E FITOFARMACI Spostando il focus dai mercati mondiali alle vigne, visto l’andamento meteorologico, i viticoltori stanno affilando le forbici. La vendemmia dovrebbe avvenire ai primi di settembre,

5 Seconda fermentazione o spumantizzazione in autoclave (il vino diventa spumante o frizzante)

6 Imbottigliamento e etichettatura

L’Ego-Hub

Siro Unesco Una veduta delle colline del prosecco, divenute il 7 luglio dell’anno scorso a Baku, in Azerbaigian, patrimonio dell’Unesco La strategia sarebbe quella di unire il bollino Unesco agli amanti del vino, per sviluppare dal punto di vista turistico, le colline del Trevigiano Purtroppo, il Covid-19 ha messo in ginocchio, almeno per quest’anno, l’enoturismo, costringendo gli operatori a rimandare almeno di un anno i primi test

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circa una settimana prima della media. In collina però il momento è atteso con apprensione. Ci sono infatti circa quattromila ettari da vendemmiare a mano e la confusione attorno ai voucher, unita alla mancanza di manodopera per le difficoltà di spostamento dei lavoratori stagionali in periodo Covid, fanno temere gli operatori. Si stima che ci vogliano 10/12 persone per vendemmiare un ettaro, la partita coinvolge diecimila lavoratori (queste le proiezioni di Nardi). In pianura, con la raccolta meccanizzata, questi disagi non saranno percepiti. Ma si rischiano polemiche coi vari gruppi antiProsecco, che temono l’abuso di fitofarmaci.

Su questo fronte, però, i consorzi (ed in particolare quello di Conegliano) mettono sul piatto certificazioni e iter produttivi aggiornati ogni anno, supportati da pubblicazioni che spiegano le modalità ecosostenibili di coltivazione. Senza contare che il biologico sta registrando crescite a doppia cifra e molti produttori colgono in questo segmento opportunità di business.

In ogni caso, non ci saranno problemi dal punto di vista quantitativo. Veneto Agricoltura ha fatto queste previsioni: «La Glera evidenzia una fertilità inferiore rispetto allo scorso anno, soprattutto nel Trevigiano e nell’area di Conegliano, ma va anche detto che le dimensioni dei grappoli sono eccezionali, raggiungendo addirittura i 30 centimetri. Le rese saranno nei termini dei disciplinari».

GLI SCENARI TRA DIGITALE E BIOLOGICO Di certo, il Covid ha lasciato anche eredità positive. Per riassumerle, abbiamo scattato due fotografie. La prima è green. Sul fronte del biologico, l’azienda famigliare simbolo è quella di Settimo Pizzolato, che da Villorba (Treviso) spedisce in Italia e nel mondo 7 milioni di bottiglie (il 60% di Prosecco): sono tutte biologiche, un segmento di mercato, questo, che nel mondo del Prosecco oggi vale circa il 6% per cento del totale (in ascesa). «Siamo convinti che le scelte biologiche siano fondamentali», spiega Pizzolato, che sta piantando anche vitigni resistenti in quest’ottica. «L’ecosostenibilità è fondamentale nel nostro mondo e per questo abbiamo lavorato anche sul packaging e sull’energia pulita in cantina». Il mercato gli dà ragione: l’azienda stima di chiudere l’anno in crescita del 25%.

La seconda fotografia è dedicata alle innovazioni digitali, e citiamo Villa Sandi. Il contesto è quello del boom delle vendite on line durante il lockdown. Mentre ristoranti e wine shop erano chiusi, gli italiani hanno iniziato per la prima volta a comperare vino sul web, sia sui marketplace che sui siti aziendali. Secondo le rilevazioni condotte da Netcomm, il consorzio del commercio digitale italiano, 29 milioni di consumatori durante il Covid hanno fatto esplodere le vendite di vino e birra (più 245%).

Villa Sandi ha perciò approfondito la propria presenza sul web con nuove «tasting experience»: viaggi virtuali innovativi, interattivi e rigorosamente «live», in compagnia delle guide. «Questa sinestesia tra digitale e reale diventa un nuovo modo di comunicare e interagire con clienti e wine lover, abbattendo le distanze geografiche e rilanciando il dialogo tra marchio e territorio -, disegna questo scenario Giancarlo Moretti Polegato -. Ritengo che la tecnologia e i social media possano aiutarci a creare nuova modalità di fruizione di questi momenti di gioia e di leggerezza».

Certo, sentire il profumo dell’uva è un’altra cosa. Ma il futuro ormai corre online, e le bollicine trevigiane si sono subito adeguate. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Giancarlo M. Polegato Digitale e reale, nuovo modo di interagire con clienti e wine lover

11

Corriere del Veneto Domenica 19 Luglio 2020

VI

Vicenza

NUMERI UTILI

vicenza@corriereveneto.it

Comune

0444221360

Polstrada VigiliUrbani Questura Emergenzainfanzia

0444250811 0444545311 0444337511 114

GuardiaMedica 0444567228 SOCCORSO ALPINO OspedaleCivile 0444753111 AmbulanzaC.R.I. 0444514222

AltopianoAsiago RecoaroValdagno

0424463359 330538683

S.PioX

L’ecologista,l’assessore,ilveterano Iprimibigincorsaperleregionali no per ora. Tanti potrebbero essere i candidati vicentini alle prossime elezioni regionali del 20 e 21 settembre. La scadenza per conoscere i volti in corsa alle Regionali è fissata al 20 agosto, quando si dovranno depositare nomi e loghi per la sfida elettorale.

Nel frattempo, però, tra chi annuncia e chi culla il desiderio, i vicentini sono molti.

L’ultima a scendere in campo, in ordine di tempo, è l’ex consigliera comunale Valentina Dovigo, che ieri ha annunciato di volersi presentare per un posto in consiglio regionale sostenuta da 150 firme di esponenti e simpatizzanti dei mondi dell’ambientalismo, del pacifismo e delle associazioni femministe. Dovigo sarà il volto berico nella lista «Il Veneto che vogliamo», a sostegno del candidato presidente Arturo Lorenzoni, che sfiderà il favoritissimo governatore uscente Luca Zaia (Lega) e che sarà sostenuto anche da altre liste come quella dei Verdi, del Pd e «Più Europa».

Volti noti Valentina Dovigo («Il Veneto che vogliamo»), Chiara Luisetto (Pd) e Matteo Tosetto (FI)

26 È il numero, almeno per ora, dei possibili candidati vicentini alle elezioni regionali

Tra i Verdi ha già annunciato di volersi ri-candidare la consigliera regionale uscente Cristina Guarda, vicentina, mentre tra le fila del Pd i nomi in lizza sono due: la segretaria provinciale Chiara Luisetto e l’ex consigliere comunale, nonché candidato alle primarie per le elezioni amministrative del 2018, Giacomo Possamai.

Entrambi hanno già annunciato la candidatura, anche se per Possamai sono in molti a considerarlo uno dei volti in corsa come candidato sindaco alle prossime elezioni comunali a Vicenza nel 2023. Per il momento, resta un solo altro nome tra le forze di centrosinistra che si schierano alle elezioni regionali

ovvero quello della parlamentare Daniela Sbrollini, (Italia Viva) unica (per ora) candidata donna alla presidenza del Veneto.

Poi, però, ci sono i candidati di centrodestra, che in virtù di partire con il vento in poppa del candidato presidente dato per favorito – Zaia, per l’appunto – si schierano in forze. Anche dal Vicentino.

La Lega ha già annunciato la volontà di ripresentare tutti i consiglieri regionali uscenti, dunque anche i vicentini Nicola Finco (capogruppo) e Maurizio Colman, ma anche il presidente del Consiglio Roberto Ciambetti e l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin.

Diversa invece la situazione tra le fila di Fratelli d’Italia, che vive forti tensioni interne dovute alle “correnti” che fanno capo all’ex-coordinatore regionale e ora eurodeputato, Sergio Berlato, e all’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan. Quest’ultima, salvo sorprese, dovrebbe candidarsi con FdI al fianco (pare) dell’assessore comunale Silvio

Giovine (Idea Vicenza-Rucco sindaco), anche se i diretti interessati ancora sorvolano sulla questione. Ma nella stessa lista dovrebbero convivere anche i nomi dell’ex coordinatore provinciale di FdI Vincenzo Forte e dell’ex assessore comunale Isabella Dotto, berlatiani di ferro, come pure il consigliere regionale uscente Joe Formaggio, prossimo ricandidato.

Meno numerosa la componente vicentina di Forza Italia, che potrebbe contare sul vicesindaco di Vicenza Matteo Tosetto, mentre i venetisti de «Il partito dei Veneti» ripropongono il consigliere regionale uscente Antonio Guadagnini, candidato presidente.

Infine il M5S: anche loro schierano un vicentino come sfidante di Zaia, l’ex parlamentare Enrico Cappelletti, con al fianco una platea di 9 papabili candidati vicentini tra cui anche l’ex candidato alle «comunarie» del Movimento nel 2018, Marco Di Gioia.

Gian Maria Collicelli

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Diritti gay

Legge Zan, in Comune duello a colpi di mozioni

Dovigo con Lorenzoni. La Lega ricandida gli uscenti. «Nodo Tosetto» per FI VICENZA La carica dei 26, alme-

FARMACIE MarsonBona

Le date ● La scadenza per conoscere i volti vicentini che saranno in corsa alle Regionali, previste il 20 e il 21 settembre, è fissata al 20 agosto, quando si dovranno depositare nomi e loghi per la sfida elettorale.

Sono già tanti, però, i big berici in corsa per Venezia, fra cui tanti uscenti e molti uomini di partito

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VICENZA Dopo l’alta tensione sull’assestamento di bilancio, finita con un ordine del giorno del sindaco Francesco Rucco per smorzare i toni, il motore della politica cittadina torna ad alti regimi. E sempre per mano di Fratelli d’Italia, alleato di maggioranza a Palazzo Trissino. Venerdì il gruppo consiliare ha presentato in Comune una mozione «per invitare il sindaco e la Giunta – fanno sapere da FdI – a manifestare presso il Parlamento il proprio dissenso all’approvazione della proposta di legge Zan». Il riferimento va al disegno di legge dell’onorevole Alessandro Zan (Pd) che inserisce il reato di discriminazione per orientamento sessuale.

Il provvedimento inizierà il suo iter nei due rami del Parlamento entro pochi giorni, ma già fa discutere in molte città, Vicenza inclusa: la scorsa settimana due manifestazioni contrapposte – una contro e una a favore del ddl Zan –

Turismo

ASIAGO Estate in Altopiano di Asiago: è boom di affitti di seconde case, e per lunghi periodi, da tutto esaurito per la stagione, mentre gli alberghi che stanno lavorando al cinquanta percento confidano nelle prenotazioni di agosto per riempire tutte le stanze.

E intanto all’aeroporto nel weekend atterrano fino ad un centinaio di velivoli privati, da tutto il Nord Italia, Austria, Germania e Svizzera.

«La ripresa è buona, siamo soddisfatti di come sta andando, il bilancio sul turismo è positivo» fa sapere il sindaco di Asiago, Roberto Rigoni Stern.

Un bilancio, quello del post lockdown, su cui pesa inevitabilmente anche il Covid 19. Sì perchè si sta in Italia per le vacanze e dovendo mantenere il distanziamento sociale si opta per una soluzione abitativa autonoma piuttosto che per una struttura che comporti anche dei momenti comunitari.

«C’è stata la riscoperta delle seconde case e degli appartamenti per le vacanze: il trend è da tutto esaurito, difficile trovare ancora immobili disponibili, e gli affitti sono per uno, addirittura due mesi e non invece una, due settimane come era negli anni passati» riferisce il primo cittadino di Asiago.

«La gente ha desiderio di contatto con la natura - prosegue - ma è anche più prudente e con gli appartamenti è convinta che il distanziamento sociale sia più facile da rispettare, che gli appartamenti riproducano le condizioni di sicurezza di casa pro-

Tanti arrivi L’aeropoto di Asiago registra anche cento voli nel weekend.

Boom di richieste per le vacanze nelle case

Asiago, è tutto esaurito per le seconde case Centinaia di voli privati La stagione decolla. Aeroporto trafficato pria. Quanto agli albergatori mostrano preoccupazione, ma sembra stiano arrivando riscontri per agosto».

Se infatti le case sono richiestissime non è così per i soggiorni in albergo. «In

❞

Il sindaco Immobili ancora liberi?

Quasi zero, ora si affitta anche per due mesi

questo periodo gli hotel sono pieni al cinquanta percento, il maggior flusso, di soli italiani, nei fine settimana - fa sapere il presidente degli albergatori, Andrea Rigoni contiamo comunque di alzare la percentuale per il mese di agosto, di riuscire ad arrivare vicini al cento per cento come è stato negli anni precedenti».

Che il turismo in Altopiano sia decollato lo dicono anche i numeri dell’aeroporto asiaghese, l’unico scalo civile d’Italia sopra i mille metri di quota.

«Siamo soddisfatti del

post lockdown: tra sabato e domenica si arrivano a contare anche un centinaio di velivoli privati: da tutto il nord Italia ma anche da Austria, Germania e Svizzera.

Persone che tornano ma anche nuovi turisti - spiega il noto imprenditore trevigiano Bruno Zago, presidente della società Aeroporto di Asiago - C’è chi arriva e riparte in giornata, chi atterra il venerdì e decolla la domenica sera o il lunedì, chi arriva durante la settimana».

Numeri in aumento che andranno a compensare il periodo di chiusura dell’aviosuperficie: uno stop imposto dall’emergenza coronavirus.

«Ogni anno siamo cresciuti del dieci percento e anche oltre, quest’anno però andremo a pari - ancora le parole di Zago - il buon inizio 2020 che abbiamo registrato, facilitati dal tempo, e la ripresa positiva del traffico delle ultime settimane andrà infatti a livellarsi con il periodo di blocco».

Benedetta Centin © RIPRODUZIONE RISERVATA

si sono tenute ai due lati opposti del centro. Ora la mozione di FdI: «Auspichiamo – dichiarano i consiglieri – che l’amministrazione tutta sarà con noi concorde nel sostenere la mozione, a tutela della famiglia naturale e della libertà di pensiero». Dopo gli attacchi della Lega a FdI a causa delle tensioni nate sull’assestamento di bilancio, questa mozione di certo non aiuterà a stemperare il clima il maggioranza. Anche perché nel giro di poche ore è arrivata la contromozione del centrosinistra, targata Coalizione civica: «Speravamo non ce ne fosse bisogno – dichiara il consigliere Ciro Asproso – ma le iniziative di FdI impongono una presa di posizione netta e inequivocabile a favore dei diritti civili, che speriamo possa essere sostenuta anche da molti consiglieri comunali di maggioranza».

E contro la mozione di FdI ecco anche il commento dell’associazione «Vicenza pride»: «Riteniamo opportuno – dichiara il portavoce, Dario Campagnolo – che il sindaco, l’assessore alle Pari opportunità Valeria Porelli e la consigliera delegata ai Diritti civili, Caterina Soprana, prendano posizione sul disegno di legge, dimostrando che la posizione di FdI non rappresenta l‘intera amministrazione».

G.M.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere del Veneto Domenica 19 Luglio 2020

VENEZIA E MESTRE

L’ira del prefetto: «Ingestibili anche sul Covid, li mando via» «Non riconoscono le leggi, non rispettano le regole, si rifiutano di fare i tamponi, di salire sull’autobus per essere trasferiti, di fare la quarantena.

Hanno mandato all’ospedale qualche operatore della Croce Rossa. Spacciano, si prostituiscono e usano la richiesta d’asilo come patente d’impunità». È furioso il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto. Dopo la scoperta di un gruppo di 42 positivi nel centro della Croce Rossa di Jesolo, sta gestendo una situazione che ricorda molto quella dei mesi caldi dell’emergenza profughi: i richiedenti asilo non li vogliono sul litorale e non li vogliono nel cavarzerano, positivi o negativi al coronavirus che siano.

E poi c’è, complicazione nella complicazione, anche la questione della ventina di nigeriani che portano continuo scompiglio. «Sono ingestibili – sillaba il prefetto - Avevo già pronti i provvedimenti per mandarli via ma il perdurare della pandemia consiglia di attendere ancora una decina di giorni.

Appena possibile, li manderò via uno ad uno. Che almeno, non vivano a spese dello Stato». Qualcosa nel centro della Croce Rossa non ha funzionato. «La gestione non è stata abbastanza rigorosa – spiega Zappalorto – Adesso cambierà, è stato inviato personale esperto proveniente da altre città.

Vedremo. Posso sempre impugnare il contratto e cambiare gestore, nel caso». Qualcuno dei nigeriani, positivo al Covid 19, è stato trasferito a Cavarzere col gruppo dei 42 che devono stare in isolamento. Dopo le proteste della popolazione, il sindaco Henri Tommasi ha informato i concittadini che sono stati spostati dal centro città e collocati in due casolari di campagna, a Rovigata al confine con il comune di Pettorazza e in località Rossetta al confine con il Comune di Agna. «Il Prefetto ha cercato di rassicurarmi

Cinque Stelle

di Gloria Bertasi

La protesta Cittadini in piazza a Cavarzere per l’arrivo dei profughi positivi da Jesolo (foto Errebi)

con la promessa che nei prossimi giorni saranno tutti ospitati in un’unica sede fuori Cavarzere - riferisce il sindaco Ho preteso e ottenuto garanzia che i due edifici vengano sorvegliati dalle forze dell’ordine h24. Sono tutti assistiti costan-

temente da personale sanitario, per cui il Prefetto assicura che non ci sia nessuna possibilità di fuga. Spiace constatare inoltre come il tutto stia avvenendo all’insegna del silenzio assordante da parte di Regione e Città Metropolitana di Vene-

Nuovo servizio della Rete biblioteche

Il Comune porta i libri a casa agli anziani e a chi non può uscire

P

omeriggi d’estate, voglia di leggere un classico o, magari, l’ultima novità in classifica. E se non si ha la possibilità di uscire di casa? Nasce «LibriDaTe», il nuovo servizio della Rete Biblioteca Venezia pensato per gli over 70 e le persone con disabilità motoria o fragili, di consegna di libri a domicilio in centro storico. Non solo libri, ma anche film e cd verranno portati direttamente a casa di chi ne fa richiesta, che potrà anche chiedere consigli di ricerca ai bibliotecari; per la restituzione, basterà una semplice telefonata e l’operatore incaricato tornerà a prendere i materiali. «È un servizio

sperimentale che parte dal centro storico e che in seguito verrà replicato su tutto il territorio, dedicato alle persone più fragili come gli over 70 o i disabili – commenta l’assessore alla coesione sociale Simone Venturini – Anche in questa estate particolare, in cui ci siamo abituati a nuove consuetudini, cercheremo di essere più vicini al cittadino, con un servizio che arriva direttamente a casa». È possibile chiedere in consegna un massimo di tre libri telefonando al 0412746740 o al 0412746741, oppure scrivendo a prestito.bibliotecacivica@comune.v enezia.it. (c. ga.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

zia». A Jesolo restano gli 85 richiedenti asilo negativi e la protesta divampa. Il sindaco Valerio Zoggia smentisce le voci di una fuga di una decina di profughi e assicura che nessuno può più andarsene in giro nella cittadina che ieri, per il weekend balneare, era strapiena. «Davanti alla porta principale e a quella secondaria è stata predisposta una sorveglianza continua delle forze dell’ordine – rassicura – Esprimo solidarietà al sindaco di Cavarzere Henri Tommasi: anche io mi sarei arrabbiato, al suo posto». Tutta Jesolo si è arrabbiata per essere finita sulla stampa come centro di uno dei «cluster» che hanno fatto impennare l’indice di contagio.

Tanto che l’Ascom ha presentato una denuncia in Procura.

«Vogliamo vengano accertate le responsabilità penali di tutti i soggetti coinvolti – dice l’avvocato Alberto Teso - Con riserva di costituzione di parte civile per il danno al tessuto economico della città». Se cioè si accertassero problemi nella gestione del centro, «è evidente che delle gravissime conseguenze economiche che ne sono seguite dovrebbero rispondere i responsabili dei comportamenti predetti». Il punto è che commercianti e albergatori, un centro profughi in centro città non lo vogliono.

«Questo è il momento di far capire alla Croce Rossa che non possono fare ciò che vogliono, nascondendosi dietro l’accoglienza, che frutta loro qualcosa come mezzo milione l’anno – accusa i il consigliere regionale della Lista Zaia Francesco Calzavara – Per il grave danno all’immagine della località è necessaria una presa di posizione collettiva: una class action che per la prima volta unisca tutta la città intorno ad una questione ormai insostenibile».

Monica Zicchiero

Centrosinistra

Da Bellati a Baratello: autonomisti in Idea comune

Presentati i candidati per le elezioni regionali «Un’alleanza con il Pd a Venezia? La base non la vuole». Ieri Federico D’Incà, ministro 5 Stelle per i rapporti con il Parlamento, a margine della presentazione dei candidati veneziani alle Regionali all’hotel Plaza di Mestre, aveva appena sottolineato l’efficacia del lavoro del governo e, soprattutto, smentito le voci di corridoio di un’imminente crisi («I numeri ci sono, abbiamo avuto - ha detto - 159 sì al Senato sul decreto rilancio, la maggioranza c’è, il distanziamento con l’opposizione era di 40 persone»), eppure di un asse M5S-Pd in città non se ne parla. «La nostra base ancora a fine 2019 ha scelto di correre da soli - ha sottolineato D’Incà - e io seguo le indicazioni». Anche se, ha ripetuto, «al governo stiamo lavorando molto bene con l’attuale mag-

«A La vicenda ● Grazie a un controllo casuale, legato al ricovero di uno di loro, sono stati poi scoperti 42 migranti positivi al coronavirus nel centro della Croce Rossa a Jesolo ● Dopo l’esplosione del caso la Prefettura ha deciso di trasferirne 31 nella zona di Cavarzere: una ventina in un casolare di campagna, una decina invece in un appartamento in centro ● Si è allora scatenata la protesta del sindaco di Cavarzere Henri Tommasi nei confronti del prefetto e c’è stato un sitin in piazza

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D’Incà: «A Venezia niente alleanza con il Pd la base non la vuole»

VENEZIA

Sindaco I 5s aspettano le indicazioni di Crimi. Comunarie cancellate

gioranza e come Movimento abbiamo portato avanti tanti temi nostri a difesa delle persone più deboli». Al collega Pier Paolo Baretta, sottosegretario dem dell’Economia e candidato sindaco del centrosinistra, al massimo «va il mio in bocca al lupo». Ma niente di più, a Venezia, i due colleghi di governo corrono su fronti opposti.

Chi schiererà il M5S per la poltrona di sindaco non è tuttavia ancora chiaro, anche se pare ormai certo che non ci saranno le «Comunarie», la scelta cioè con il voto digitale del nome da candidare. «In questo momento il nostro capo politico Vito Crimi sta verificando le ultime indicazioni da dare al territorio - ha concluso il Ministro - credo che nel giro di pochi giorni si andrà ad una soluzione delle modalità di gestione delle prossime comunali dove ci presenteremo da soli come Movimento 5 Stelle». Nell’attesa di lista, candidati in consiglio e, soprattutto, a sindaco, ieri sono stati presentati i nomi dei veneziani in lizza per uno scranno a Palazzo Ferro Fini, a sostegno di Enrico Cavalletti, sfidante di Luca Zaia. «Spesso ci viene detto

La vicenda ● Ieri il M5S ha presentato i candidati veneziani alle regionali ● Presenti il ministro Federico D’Incà, le senatrici Orietta Vanin e Laura Bottici e l’onorevole Alvise Maniero (Foto Errebi) ● Resta il nodo delle comunali, sarà Vito Crimi a decidere sui candidati

VE

Verso le elezioni

I casi di Jesolo, Zappalorto: Croce rossa, gestione non rigorosa. Denuncia di Ascom VENEZIA

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che la battaglia per la Regione sarà difficile - ha detto Cavalletti - d’altronde Zaia nei 130 giorni d’emergenza è salito sul trono». Il M5S però non si arrende: «Faremo vedere come è stata amministrata la Regione negli ultimi venti anni ha continuato - Il post-Covid poi si è inaugurato con il sì all’inceneritore di Fusina, una scelta che va nel senso opposto e contrario a quanto andava fatto». Difesa dell’ambiente e dei cittadini più deboli sono le parole chiave della campagna elettorale di un movimento che, forte dell’esperienza di governo, ha assunto le forme, i modi e i toni del partito. Capolista in Regione, la consigliera comunale uscente Elena La Rocca: «Sogno un Veneto a impatto zero», ha detto. Corre per il secondo mandato, Erika Baldin.

«L’esperienza, abbiamo visto, serve - ha spiegato - quelli che in questo Veneto sono gli ultimi per noi sono i primi». Ci sono poi il neolaureato Dario Dedi (Musile di Piave), Fabio Rossignoli di Caorle, Manuela Calzavara di Mirano, Flavio Baldan di Marcon e Tindaro Giuseppe Bisazza di Scorzè. © RIPRODUZIONE RISERVATA

mministrative 2020: il momento è giusto per riportare alla ribalta programmi rimasti frustrati nella tornata elettorale precedente». La lista Idea Comune, che sostiene il candidato del centrosinistra, il sottosegretario Pier Paolo Baretta, ora accarezza l’idea di metterli a segno. Gian Angelo Bellati, ex candidato sindaco civico della Lega nel 2015 e sostenitore di Brugnaro al ballottaggio, è il portavoce della formazione politica che ieri si è presentata: «Ho sostenuto Brugnaro, ma lui non ha rispettato i patti. Non possiamo più fare errori dice - Baretta ha dato la sua parola». Il tema cardine è: Venezia a Statuto speciale, il riconoscimento della specificità per avere vantaggi fiscali. I componenti della lista sono quasi tutti separatisti e autonomisti della prima e dell’ultima ora, cioè all’ultimo referendum per la divisione di Venezia e Mestre. Anche se l’autonoma determinazione di Venezia

«non è più separazione da Mestre», precisa Giorgio Suppiej. Con lui ieri, e in lista, ci sono Maurizio Baratello, Aldo Mariconda, Stefano Varponi, Claudio Bugati. Tutti arrivati da esperienze politiche passate diverse. In lista ci saranno anche Michele Maturi, Anne Flore Mamam, Alice Peris, Beatrice De Bacco, Mirta Diminic, Oliver Knick. «Il federalismo — dice Baratello, consigliere comunale Pd per 15 anni — significa entrate dirette e indirette in capo al Comune.

Il decentramento amministrativo e la restituzione dei bilanci alle Municipalità permetteranno il controllo dell’evasione e risorse per creare lavoro, domanda e walfare». Le 525 camere dei resort all’ospedale al Mare sono un progetto ignobile, tuona Baratello che invece propone un centro elioterapico. Il candidato sindacato Baretta ha accolto le richieste: «Sono federalista.

Dall’autonomia fiscale si liberano risorse — ha detto — che possono essere usate per restaurare le case comunali e dell’Ater».

Al tavolo dei candidati c’era anche Aldo Mariconda, candidato sindaco della Lega nel ‘93 contro Massimo Cacciari, che a 84 anni si rimette in campo. «Ero della Lega quando non era sovranista e nazionalista.

Baretta? Penso posso portare all’attenzione nazionale il problema dell’overturism». A fine presentazione Varponi dona a Baretta la fascia tricolore che appartenne al sindaco Giorgio Longo.

Antonella Gasparini © RIPRODUZIONE RISERVATA

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PRIMO PIANO

DOMENICA 19 LUGLIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

Coronavirus: il rischio sanitario

Altri 44 contagi e 105 in isolamento Palù: Veneto, il virus circola ancora Il virologo sull’Rt che è il più alto in Italia: «Calcolarlo ora che la curva è discendente ha poco significato» Laura Berlinghieri / VENEZIA

strato nella giornata di ieri.

È un’altra giornata di avanzata del Covid in Veneto, con 44 nuovi contagi nelle 24 ore, che portano a 543 il totale dei positivi.

L’AUMENTO DI RT

LA GIORNATA

I dati dei nuovi contagi sono da giorni stabili sopra la decina, esito dell’aumento dei focolai. Preoccupano i 43 positivi nella sede della Croce Rossa di Jesolo. E aumenta la paura a Padova, con un secondo contagio al Maap e i tamponi su 150 persone.

La nascita di focolai ha poi come conseguenza l’aumento degli isolamenti domiciliare.

L’ultimo dato parla di 1.722 persone in quarantena, 105 in più sul giorno precedente.

Anche in questo caso, i dati più preoccupanti riguardano il Padovano, con un’impennata di 38 persone costrette a casa. E sempre a Padova si registra, poi, l’unico decesso regi-

Un quadro da incrociare con l’aumento dell’indice di contagio. L'Rt, in Veneto salito a 1.61. Ben al di sopra della media nazionale di 1,01; ma, soprattutto, al di sopra dell’indice delle altre 19 regioni italiane. Invita alla calma Giorgio Palù, già presidente delle società italiana ed europea di virologia e consulente di Zaia.

«Calcolare l’Rt ora, in un periodo di 7-10 giorni, come ha fatto l’Istituto Superiore di Sanità, ha poco significato, è poco predittivo. L’Rt va calcolato nella fase ascendente della curva, non in quella discendente. Andava calcolato all’inizio della pandemia, immediatamente dopo l’R0» la critica di Palù ai colleghi romani di Iss e Ministero della salute.

IL VIRUS OGGI

Giorgio Palù

Il consulente della Regione: siamo in grado di individuare i focolai e spegnerli quanto prima

LA RICETTA

«Quello che bisognerebbe fare ora, e che si sta facendo, è

Tampone per la verifica dell’eventuale positività al Coronavirus

misurare il numero di casi incidenti nell’arco di almeno tre settimane, per calcolare la riproduzione virale» spiega Palù. «Giovedì erano 57, ma il 5

l’allarme nel veneziano

Migranti positivi alla Croce Rossa Esposto in procura e richiesta danni Il sindaco di Jesolo Zoggia valuta gli effetti sul turismo A Cavarzere ancora tensione per i richiedenti asilo contagiati rimasti sul territorio comunale JESOLO

Bufera sulla Croce Rossa dopo il caso dei migranti contagiati. Il Comune di Jesolo ora valuterà con gli uffici una richiesta di risarcimento danni contro chi verrà ritenuto responsabile di quanto accaduto. E mentre la Confcommer-

cio ha già presentato addirittura un esposto in Procura, sono iniziate le ricerche di un migrante che potrebbe essere scappato nella notte. Le ricerche sono in corso in tutta la città di mare, anche perché il fuggitivo potrebbe essere positivo. I 42 contagiati sono stati trasferiti a Cavarzere, restano gli 85 in quarantena sorvegliati da un cordone di sicurezza. Mentre i sei tamponi effettuati per accertare eventuali altri contagi sono risultati negativi. Intanto, in via Levantina si è completata l’igie-

nizzazione della struttura gestita dalla Croce Rossa e al lido domina la paura per l’esplosione di nuovi focolai e le conseguenze sul turismo.

«Vogliamo vengano accertate le responsabilità penali di tutti i soggetti coinvolti e chiediamo di sapere anche quando è stato scoperto il caso, che accertamenti sono stati fatti nei confronti di tutti i soggetti ospitati nel centro».

Si riserva la costituzione di parte civile per il danno al tessuto economico della città l’associazione commercianti.

L’avvocato Alberto Teso, delegato comunale di Confcommercio ha presentato denuncia querela alla Procura.

«Qualora venisse accertato che la gestione degli ospiti del centro della Croce Rossa di via Levantina sia stato quantomeno caratterizzato da leggerezza e scarsa professionalità» spiega «è evidente che delle gravissime conseguenze economiche che ne sono seguite dovrebbero rispondere i responsabili dei comportamenti. Vengono chiesti tutta una serie di accertamenti, per

Valerio Zoggia, sindaco di Jesolo

poi arrivare alla conclusione». Da parte sua il sindaco, Valerio Zoggia, ha annunciato che si valuteranno i danni all’immagine della città.

Resta intanto alta la tensione a Cavarzere, con la paura che possa esplodere una vera e propria bomba sociale dopo la scoperta che i richiedenti

Quello che i sovranisti non dicono sull’uscita dalla Ue

S

L’invito di Palù è alla calma, ma le sue parole sono piuttosto crude. «Questo virus c’è e circolerà ancora per molto tempo, se non per sempre.

Perché è un virus pandemico e, come tale, si riproduce.

Quando non circola in questo emisfero circola nell’altro, e viceversa. E comunque, continuando a fare tamponi, le positività emergono. Ma le persone in rianimazione in tutto il Paese sono pochissime, e la maggior parte dei nuovi positivi è asintomatica. È bene monitorare la situazione per segnalare i focolai sul nascere, ma per la maggior parte le positività riguardano casi di importazione e a basso impatto clinico».— © RIPRODUZIONE RISERVATA

asilo, positivi al Covid-19, arrivati da Jesolo, non hanno lasciato il territorio cavarzerano, nonostante le rassicurazioni ricevute dal sindaco.

Il gruppetto dei sei migranti, infatti, che erano stati ospitati in un primo momento in una palazzina in paese sono stati trasferiti di qualche chilometro, in due casolari di campagna. Tre in località Rovigata, al confine con il comune di Pettorazza ed altri tre in località Rossetta, nella frazione di Rottanova, al confine con il comune di Agna, mentre gli altri 20 non si sono mossi da Rovigata, dove già si trovavano. Una soluzione tampone, forse, fatto sta che la popolazione vuole vederci chiaro e si sta pensando di riorganizzare la manifestazione che non è stata autorizzata dalla Questura, per mancanza di preavviso, venerdì. —

VINCENZO MILANESI

IL COMMENTO

econdo una dottrina vecchia di secoli, consolidatasi con l’inizio dell’Età Moderna, si può definire come Stato soltanto una comunità di cittadini che vivono insieme, una istituzione o un’entità di diritto pubblico, che possa dire di avere piena e totale la propria “sovranità”. Da questa dottrina deriva quell’orientamento politico definito come “sovranismo”, che consiste nel non accettare nessuna forma di condivisione della propria sovranità con al-

e il 7 luglio erano zero. Poi sono saliti, complici i casi di importazione di Vicenza e Jesolo». Continua il virologo: «Tenere sotto controllo il numero di casi incidenti è fondamentale per capire se c’è un cluster e a quale velocità si sta diffondendo il virus. In Veneto è tutto sotto controllo, perché l’anagrafe regionale fornisce i numeri giorno per giorno, consentendo di individuare l’accensione di eventuali focolai, per spegnerli quanto prima. Qui c’è la capacità di tracciare i positivi e isolarli. Se non si verificano situazioni come a Vicenza…».

tri enti o con altre organizzazioni sovrastatuali.

Uno Stato “federale” è un’organizzazione all’interno della quale alcuni Stati hanno invece accettato di cedere ad esso parti più o meno consistenti della loro sovranità, così che, di conseguenza, quello Stato detiene quindi il monopolio delle decisioni su alcune materie, che in sé e per sè sono competenze (cioè poteri) esercitati da uno Stato sovrano. L’ Unione europea è invece a tutti gli effetti una forma di confe-

derazione “debole”, perché, dovendo le decisioni più rilevanti essere prese all’unanimità, ciascuno Stato che ha sottoscritto il “patto” da cui l’Unione è nata mantiene un esplicito diritto di veto, che è come dire che mantiene intatta la propria sovranità. Ci vuole dunque l’unanimità al Consiglio europeo, che riunisce i rappresentanti delle diverse sovranità statuali che hanno sottoscritto quel patto, quando prende decisioni strategiche, come nel caso del Next Generation

EU proposto dalla Commissione. È questo carattere “intergovernativo” del patto fondativo dell’Unione che rende così complicato arrivare ad una decisione sul Next generation EU. Se ora prendiamo Olanda, Austria, Danimarca, Finlandia e Svezia, cioè i Paesi che si sono autodefiniti (impropriamente) “frugali”, e facciamo due conti, vediamo che la loro popolazione complessiva è inferiore a quella della sola Italia, contano per un decimo quella totale dell’Unione, e

producono non più di un sesto del suo reddito. Eppure, obbligheranno tutti gli altri Stati favorevoli all’approvazione di quel piano ad un compromesso che sarà inevitabilmente al ribasso, con buona pace del nostro Presidente del Consiglio, l’impareggiabile ex-avvocato del popolo. L’opposizione dei Paesi dell’Est europeo pare meno granitica. C’è una sola istituzione europea dove le decisioni vengono prese a maggioranza, quindi in cui nessuno ha il diritto di veto derivante

dall’obbligo delle deliberazioni con voto unanime. Ed è la Bce, alla quale gli Stati hanno trasferito la propria sovranità monetaria con la moneta unica. I sovranisti nostrani che per difendere la “sovranità” dicono di voler uscire dall’Unione ma non dall’euro, mentono dunque sapendo di mentire, spudoratamente. Perché la nostra sovranità politica è intatta, non così quella monetaria.

Per riprenderci l’unica sovranità che non abbiamo più dovremmo uscire dalla zona euro, rinunciando alla moneta unica. Che finora ci ha salvato dal tracollo, per il coraggio di Mario Draghi. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

II

Primo Piano

Domenica 19 Luglio 2020 www.gazzettino.it

Il futuro dell’autostrada VIABILITÀ IN AFFANNO BELLUNO Alle 12.05 il primo battito del metronomo è un messaggio pubblicato sui social, dalla questura di Belluno: «Si segnala traffico intenso, uscita A27 Pian di Vedoia, innesto SS 51 direzione nord». È l’inizio di un altro sabato da dimenticare per la viabilità della provincia. Il preludio, a voler guardare ancor più in maniera distaccata, di un fine settimana che costringe i bellunesi a pianificare qualsiasi tipo di spostamento, per evitare di rimanere intrappolati nel serpentone. Ma costringe anche i turisti ad ore di coda sotto il sole. Il secondo battito è dell’assessore provinciale Massimo Bortoluzzi che, senza giri di parole, parla di situazione «inaccettabile, con ripercussioni oltre che per il turismo, anche e soprattutto per i residenti». Non è una melodia, né una marcia trionfale. Il problema infatti, se appare sopportabile, o quantomeno calcolabile, per chi è diretto verso una vacanza sulle Dolomiti o verso un fine settimana al fresco lo è decisamente meno per chi vive lungo la Alemagna. Le ripercussioni si estendono a macchia d’olio. «Anche a Ponte nelle Alpi è tutto bloccato» ha spiegato poco dopo un altro utente. Molti sono infatti gli automobilisti che per provare a evitare l’imbuto tra Pian di Vedoia e Longarone decidono di procedere fino a Ponte Santa Caterina, passando per Cadola e poi attraverso il centro di Ponte nelle Alpi. Il risultato? Altre code.

DESOLAZIONE E RABBIA Ma non è solo sconforto, è anche voglia di reagire in fretta.

Per questa ragione le parole pronunciate ieri dal presidente della regione Luca Zaia che ha sollecitato, ora che Autostrade passa allo Stato, di liberalizzare la A27 hanno regalato una speranza tra gli addetti ai lavori. «La proposta di eliminare i pedaggi sull’autostrada A27 non può che essere condivisa e sostenuta - ha spiegato ieri mattina la numero uno degli industriali bellunesi, Lorraine Berton - permetterebbe, tra l’altro, di abbassare i costi a carico delle aziende del nostro territorio, che come noto, già si trovano a dover sopportare disagi e spese più elevate rispetto a chi opera in pianura».

Gli industriali non si fermano però a questo: vanno oltre e propongono di mantenere il pedaggio destinandolo alla Provincia.

«Così da investire proprio per migliorare la viabilità. Perché il tema vero, al di là dei pedaggi prosegue Berton - è quello di migliorare i collegamenti, fisici e virtuali. È questo, come abbia-

SERPENTONE La foto che ha alimentato il dibattito in rete, a metà giornata si era già formata una lunga coda da Pian di Vedoia a Longarone

(foto da Facebook Massimo Max Vidori)

«Gli introiti dell’A27 vadano alla Provincia» Berton dopo la proposta di Zaia di cancellare i pedaggi: «Le imprese potrebbero risparmiare ma il problema è la carenza di infrastrutture» `

mo avuto modo di ripetere ormai tantissime volte, il presupposto fondamentale per la competitività e l’attrattività del nostro territorio. Senza infrastrutture non c’è sviluppo e senza sviluppo, sostenibile e inclusivo, non c’è futuro per la montagna bellunese».

anche di consentire di superare l’abitato di Longarone senza rallentamenti. «O si prolunga l’autostrada o la situazione sarà sempre peggio» conclude Bortoluzzi. L’impressione è che a scegliere le Dolomiti in questa stagione sia soprattutto un turismo pendolare. Quello che arriva dalla pianura per concedersi una giornata di serenità. «Quello che quassù, dopo un fine settimana in coda, potrebbe decidere di non venirci ancora» sottolineavano nei giorni scorsi gli operatori turistici. Insomma, dopo una stagione primaverile complicata per il virus l’assalto alla montagna bellunese, con una viabilità che fatica a reggere il colpo, sta rendendo difficile anche quella estiva. Una stagione che quassù mai prima d’ora era stata attesa con così tanta speranza.

Andrea Zambenedetti

IL PROLUNGAMENTO Per evitare l’imbuto l’unica soluzione è quella di sciogliere i nodi di Longarone. Permettere al traffico di incanalarsi verso Zoldo e Cadore senza attese, ma

BORTOLUZZI: «L’UNICA SOLUZIONE È IL PROLUNGAMENTO, SOLO COSÌ POSSIAMO AIUTARE RESIDENTI E TURISTI»

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Quasi un’ora per tre chilometri, interviene la Stradale TUTTO BLOCCATO SEDICO Un cantiere sulla provinciale agordina blocca il traffico alle 8 di mattina. Un operatore turistico che sta riaprendo il sito di Candaten, chiuso dopo il ciclone Vaia sbotta: «Rallentando un’arteria così importante di sabato, non si fa turismo. Serve attenzione per chi arriva in provincia e per gli operatori turistici». Dopo aver avvisato la Polizia stradale, gli agenti hanno contattato il gestore della strada che è intervenuto e il traffico ha cominciato a defluire.

LA SEGNALAZIONE A segnalare l’accaduto ci ha pensato Franco Roccon, che insieme a Manlio Doglioni, stava-

no sistemando il punto ristoro di Candaten, in comune di Sedico. A maggio, infatti, il Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi ha emesso un bando per la gestione del sito, che se l’è aggiudicato la società agricola Venice Dolomiti con sede a Feltre.

Candaten, rimasto chiuso dai tempi di Vaia, dell’autunno 2018, solo quest’anno torna in funzione.

LA STRUTTURA Parliamo di 22 postazioni fuoco e una quarantina di tavoli, con la possibilità di ospitare circa un’ottantina di persone. Il sito aprirà il 25 luglio tutti i giorni fino alla fine di agosto e poi i fine settimana, su prenotazione. Un luogo ideale, soprattutto in tempi di Covid, in quanto l’attività si sviluppa all’aria aperta

in una zona che è stata ben ripulita dopo il ciclone Vaia e che è tornata agli antichi splendori.

Ovviamente è consigliata la prenotazione, i riferimenti si trovano nel sito del Parco. Ieri mattina, di buon’ora, i due gestori avevano organizzato di completare la sistemazione dell’area.

DICIOTTO MINUTI A CHILOMETRO «Ci ho messo 55 minuti dal Mas a Candaten, per percorrere

FRANCO ROCCON: «RALLENTANDO UN’ARTERIA COSÌ IMPORTANTE NON SI FA TURISMO SERVE PIÙ ATTENZIONE»

TUTTI BLOCCATI A Candaten la colpa era del cantiere (archivio)

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tre chilometri – spiega Franco Roccon -. La causa era un cantiere, penso per la fibra ottica, segnalato con un semaforo a senso unico alternato al La Stanga. Ho chiamato la polizia stradale, che ha avvisato subito Anas per liberare il cantiere con il traffico, che solo verso le dieci ha cominciato a defluire.

Non si può far turismo in questo modo, tra l’altro dopo un periodo che il Covid-19 ha reso molto più difficile per chi opera nel settore turistico». Roccon fa notare che «non si possono creare sette chilometri di coda, per un cantiere lungo tre. Si creano disagi a migliaia di persone per agevolare un’impresa.

Sono lavori che, nel fine settimana, in una zona vocata al turismo, sarebbero da disciplinare meglio. Ci massacriamo per

portate turisti nel Bellunese. E poi non si fa attenzione agli operatori locali». Per fortuna la Polizia stradale è intervenuta subito, chiamando il gestore della strada cosicché avvisasse chi stava operando. «Una cosa è certa, non si deve arrivare a chiamare la stradale, ci dovrebbe essere una disciplina a monte».

Federica Fant © RIPRODUZIONE RISERVATA

«CI MASSACRIAMO PER PORTARE QUI I VISITATORI, MA NON VIENE POSTA ATTENZIONE AGLI OPERATORI»

VII

Treviso

Domenica 19 Luglio 2020 www.gazzettino.it

A27 gratis, Conte: «Scriverò al Governo» ` «Ha ragione Zaia,

entro pochi giorni invierò la richiesta» VIABILITÀ TREVISO L’autostrada A27 liberalizzata, quindi gratuita, torna a monopolizzare il centro della scena politica. Il governatore Luca Zaia ha chiesto al Governo di togliere il pedaggio lungo tutto il tracciato. E il sindaco Mario Conte si allinea: «In settimana formalizzerò la richiesta di rendere gratuito almeno il tratto trevigiano, meglio se tutto l’asse autostradale come dice il governatore. I tempi adesso sono maturi: il Governo, oltre che proprietario è nuovamente diventato anche il gestore della rete autostradale, quindi non ci sono più gli ostacoli di un tempo. Volendo si può liberalizzare anche domani».

IL DUELLO Il sindaco adesso getta la palla nel campo del Pd: «Ormai è una questione solo politica. Prima c’erano difficoltà concrete, date dalla presenza di contratti

firmati con un gestore. Adesso tutto questo viene a a cadere. Invito quindi tutte le forze politiche cittadine a spingere dalla stessa parte, soprattutto il Pd che forza di Governo». Ma Stefano Pelloni, capogruppo Pd in consiglio comunale, replica senza farsi intrappolare: «Per prima cosa siamo contenti che il governatore Zaia sia arrivato sulle nostre posizioni, adesso attendiamo anche il sindaco, che continua a prendere in giro l’amministrazione Manildo e i tentativi fatti per liberalizzare il tratto autostradale. Per quanto ci riguarda, la liberalizzazione si può fare anche domani e, se serve, siamo pronti a contattare i nostri sottosegretari e rappresentanti in Parlamento». il riferimento a Manildo però stuzzica la replica del sindaco: «La precedente amministrazione

ha mantenuto segreto il documento con cui il gestore diceva che non era possibile liberalizzare. Ma, ripeto, erano altri contesti. Adesso la realtà è cambiata, non ci sono più ostacoli ma dipende solo dalla volontà politica».

PELLONI (PD): «LA LEGA È ARRIVATA SULLE NOSTRE POSIZIONI ADESSO RIPENSIAMO IL TERRAGLIO EST, NON SERVE PIÙ»

POZZA: «IDEA MOLTO INTERESSANTE SOPRATTUTTO IN VISTA DELLE OLIMPIADI INVERNALI E DEI MONDIALI DI SCI»

il Put. Poi, considerato che la liberalizzazione avrà comunque un costo, anche se minimo visto che il gestore è lo Stato, quei 20 milioni coprirebbero ogni spesa relativa alla A27 per un discreto numero di anni». Zaia però ha già messo un freno su questo tema, ribadendo che il Terraglio Est si farà e che, al contrario, contribuirà a sgravare ulteriormente dal peso del traffico pesante.

IL NODO Il tema “liberalizzazione” si porta dietro anche un’altra questione: la realizzazione del Terraglio Est. Il Pd è contrario alla realizzazione di questa arteria e lo diventa ancora di più di fronte alla prospettiva di una A27 gratuita: «A questo punto - continua Pelloni - chiediamo al governatore Zaia di pensare a un utilizzo migliore dei 20 milioni di euro previsti per il Terraglio Est. Con la A27 gratuita diventa inutile, andrebbe solo ad appesantire la mole di traffico lungo

L’ECONOMIA Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio, osserva con interesse i nuovi sviluppi: «Se veramente si riuscirà a rendere libera la A27 sarebbe uno sviluppo interessante. Appurato che se si toglie un pedaggio sono tutti comunque più contenti, avere un’autostrada gratuita che va verso nord potrà essere sicuramente un vantaggio in previsione delle Olimpiadi invernali e i Mondiali di Sci. Poi ci sono altri aspetti da considerare: il tratto più trafficato e più remunerativo è quello che arriva fino a Conegliano, magari bisognerebbe ripensare alla possibilità di realizzare un casello a Santa Lucia di Piave.

Paolo Calia IL DIBATTITO Si torna a parlare dell’autostrada A27 gratuita

Treviso perde Fontana, ha realizzato tribunale e camera di commercio IL LUTTO TREVISO La città perde uno dei suoi personaggi più illustri.

All’età di 94 anni si è spento l’architetto Roberto Fontana, protagonista della rinascita di Treviso. Ricoverato all’ospedale Ca’ Foncello, Fontana è deceduto ieri sera. Sono tanti palazzi cittadini, soprattutto del centro storico, che portano la sua firma. Sono sue grandi opere come il palazzo della Camera di Commercio in piazza Borsa, il liceo ginnasio, inizialmente pensato come sede del liceo scientifico Da Vinci e poi diventato parte integrante del Canova. Suo anche il palazzo dei Tribunale e quello del Pime. La sua firma ha nobilitato tanti progetti, rendendolo una figura importantissima della scena culturale trevigiana. Era uno degli ultimi protagonisti di quell’epoca dell’architettura trevigiana che ha profondamente cambiato la città, dandole un nuovo volto e una nuova identità dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiali. Nel 2017 l’amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Manildo gli ha dedicato una mostra esponendo di tutti i suoi progetti.

TALENTI Fontana, residente a Fra’ Giocondo, è stato un trevigiano doc, innamorato della sua città e dei suoi cittadini. Oltre che un grande architetto, Fontana è stato anche pittore di ottime qualità. In gioventù ha frequentato i nomi storici della cultura cittadina e nazionale come Giovanni Comisso. Quando Trevi-

ALL’ETÀ DI 94 ANNI SI È SPENTO L’ARCHITETTO CHE HA CONTRIBUITO A CAMBIARE IL VOLTO DELLA CITTÀ

LA PERDITA Roberto Fontana ha cambiato il volto della città

so era veramente la “Piccola Atene” si è formato incanalando il suo talento verso il disegno di una Treviso nuova, con lo sguardo rivolto al futuro e i piedi ben piantati nella sua storia e tradizione.

LA FIGURA Persona colta, generosa e illuminata, personalità eclettica, era anche costantemente a disposizione della diocesi per la manutenzione del Duomo. Anche il museo diocesano porta la sua firma. Lascia un grande vuoto nella comunità e nel Duomo dove era attivo, volontario, sempre pronto ad aiutare i deboli e a supportare famiglie bisognose. Era vedovo dal 2014 dopo un felice matrimonio con Vittoria Possenti. Lascia molti amici che lo hanno accudito con cura tra cui Alfredo e Marisa Milossi. Abitava a Fra’ Giocondo. I funerali non sono ancora stati fissati.

P.Cal. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IX

Treviso

Domenica 19 Luglio 2020 www.gazzettino.it

Schiavon replica al procuratore «Io non c’entro»

Ambiente pulito e nuova sanità: il Pd è pronto a sfidare la Lega

`«Non ho presentato

io l’esposto al Csm per l’incompatibilità»

Presentati i candidati alle regionali Zorzi: «Porteremo il cambiamento» `

POLITICA TREVISO Il «mero bollino di Patrimonio dell’umanità apposto sulle colline del Prosecco», la «monocoltura del vigneto», il consumo di suolo, l’inquinamento, le opportunità non sfruttate dell’economia green. È l’ambiente il primo terreno su cui il Partito Democratico trevigiano lancia la sfida al governatore Luca Zaia in vista delle regionali del 20 e 21 settembre prossimi. Dopo che martedì scorso l’assemblea dei delegati aveva definito i nomi, ieri la presentazione dei candidati per la circoscrizione della Marca, anticipando anche il placet ufficiale della segretaria regionale (scontato, ma in attesa che pure le altre province completino il proprio “listino”).

LA SFIDA Il segretario provinciale Giovanni Zorzi sa bene come l’impresa sia improba, di fronte a Zaia e ad una Lega, accreditati di un ampissimo consenso e che, proprio nella Marca, hanno una loro roccaforte. Al tempo stesso, ribadisce come sia «impensabile che a risolvere i problemi dei lavoratori in cassa integrazione, dei gio-

vani precari senza lavoro, delle famiglie e degli anziani soli, sia chi negli ultimi dieci anni non ha prodotto alcun vero cambiamento, al di là degli indici di popolarità». «La nostra – sottolinea - è una lista che dà rappresentanza, a tutte le aree territoriali della nostra provincia e a tutti quelle istanze che, in questi anni, hanno attivato partecipazione e passione civica, dalle esperienze amministrative alle battaglie ambientaliste, fino ai grandi temi della sanità e dei diritti, della sicurezza e della dignità della persona, delle nuove generazioni, delle fasce più fragili. Ci muoveremo nel solco di questo impegno, in linea con la vocazione di una segreteria e un partito provinciale che si è aperto e ha cercato di contaminarsi con il mondo del lavoro, del volontariato, dell’associazionismo, che, come noi, riconoscono i limiti e i pericoli di un sistema di potere al governo in Veneto da 25 anni».

LA LISTA Nella squadra, dunque, cinque uomini e quattro donne, dai 22 ai 65 anni, amministratori locali d’esperienza e diversi giovani. Capolista Andrea Zanoni, di Paese, consigliere regionale uscente.

LA QUERELLE

IN CORSA Il Pd trevigiano lancia la sua lista in vista delle regionali

Poi Luciana Fastro, capogruppo in consiglio comunale a Pederobba e presidente dell’assemblea provinciale Dem; Claudio Beltramello, consigliere comunale a Castelfranco; Donatella Santambrogio, ex sindaco ed attuale consigliere a Godega Sant’Urbano; Amin Merouah, 22enne, consigliere a Cordignano; Rachele Scarpa, studentessa 23enne di Treviso, già coordinatrice provinciale e regionale della Rete degli studenti, stata coordinatrice provinciale della Rete studenti medi Treviso e coordinatrice regionale; Silvano Piazza, vicensidaco, dopo essere stato sindaco per

due mandati a Silea; Giulia Tonel, 33enne, consigliere comunale a Motta di Livenza e segretaria del locale circolo; Renzo Trevisin, fino al 2019 vicesindaco e assessore a Ponzano Veneto, dove ora è anch’egli consigliere comunale. Altri fronti chiave della battaglia, evidenziati dai candidati: la difesa della sanità pubblica, la scuola e la formazione, servizi a sostegno dell’innovazione del sistema produttivo locale, un welfare di qualità, un sistema di trasporto pubblico “accessibile e integrato.

Mattia Zanardo © RIPRODUZIONE RISERVATA

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TREVISO «Non ho mai presentato alcun esposto riguardo a presunte incompatibilità del dottor Michele Dalla Costa in relazione alle inchieste su Veneto Banca». Giovanni Schiavon, ex presidente del Tribunale di Treviso, smentisce qualsiasi suo coinvolgimento nella vicenda che ha interessato l’attuale capo della Procura della Repubblica nella Marca.

Il procuratore Dalla Costa, che dal primo ottobre, giorno del suo settantesimo compleanno, lascerà l’incarico andando in pensione, ha ripercorso i suoi otto anni alla guida degli uffici trevigiani della “pubblica accusa” e tra le attività salienti ha citato, come facile immaginare, quelle relative al crac del gruppo bancario montebellunese. Al proposito, però, si è rammaricato per un episodio che l’ha visto suo malgrado protagonista: il Csm, infatti, aveva aperto un fascicolo nei suoi confronti per una presunta incompatibilità, dopo che erano state segnalate delle consulenze svolte dalla moglie per conto dell’istituto bancario oggi in liquidazione coatta.

Il procedimento si è concluso con l’archiviazione, ma il disappunto, ha spiegato il procu-

ratore, è soprattutto dovuto al fatto che, nel frattempo, è stato di fatto estromesso dall’inchiesta, privando di un ulteriore magistrato il pool, già di per sè ristretto per i cronici problemi di organico della Procura, e rallentandone inevitabilmente il complesso lavoro. Giovanni Schiavon, tuttavia, ribadisce in modo categorico di non essere l’autore della segnalazione che ha portato all’avvio degli accertamenti su un eventuale conflitto di interesse del collega magistrato. «Non ho assolutamente presentato io quell’esposto – afferma l’ex presidente del Tribunale -.

Purtroppo, non è la prima volta che si fa il mio nome in merito a questa vicenda. A questo punto, sfido chiunque lo sostenga a esibire il presunto documento».

M.Zan. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GIOVANNI SCHIAVON Ex presidente del Tribunale di Treviso

VI

Primo Piano

Domenica 19 Luglio 2020 www.gazzettino.it

La politica padovana

Sondaggio YouTrend

Mille intervistati: Giordani e Zaia, alto gradimento

CONOSOCENZA E FIDUCIA IN GIORDANI E LORENZONI

IL GIUDIZIO SU LUCA

Quanta fiducia ha in Sergio Giordani?

Come valuta l’operato del P

14,2%

Molta fiducia

Molto positivamente

58,1%

Abbastanza fiducia Poca fiducia Nessuna fiducia

Abbastanza positivamente

20,3% 7,4%

0,0%

20,0%

Abbastanza negativamente 40,0%

60,0%

Molto negativamente

Quanta fiducia ha in Arturo Lorenzoni?

Non sa

12,5%

Molta fiducia

0

47,1%

Abbastanza fiducia Poca fiducia

21,7%

Nessuna fiducia

18,7%

0,0%

20,0%

SCENARI: IL VOTO AL

Pensando per un attimo alla nazionale. Lei per quale list

40,0%

60,0%

Lega Fratelli d’Italia

SCENARI: LE REGIONALI A PADOVA

`Il Pd primo partito, ma la Lega è vicina Sondaggio di “YouTrend”: promossi sindaco («un moderato») e governatore Forte preoccupazione per l’inquinamento `

62,2%

Luca Zaia

dovani il tema dell’inquinamento: il 52,8% si definisce “preoccupato” e il 22,1% addirittura “molto preoccupato”. Interessanti le risposte sulla raccolta dei rifiuti porta a porta: il 59,4% è “abbastanza soddisfatto” e il 35,8% addirittura “molto soddisfatto”. Ma quando viene chiesto “Vorrebbe il porta a porta nel suo quartiere?” a chi ancora non ce l’ha, il 63,6% risponde negativamente. Per il 77% dei padovani la giunta ha risposto bene all’emergenza Covid. Il 67%, infine, promuove il progetto del tram stazione-Voltabarozzo.

PADOVA «Come si vive a Pado-

va?». Una domanda-madre che racchiude tanti altri interrogativi. Dal gradimento per il sindaco al giudizio sulla risposta all’emergenza-Covid, dal parere sulla raccolta differenziata alle preoccupazioni sull’inquinamento. Uno sguardo sul presente, certo, ma anche sul prossimo futuro elettorale. A fornire una panoramica sullo scenario politico in città è l’ultimo sondaggio di YouTrend, portale nazionale che collabora anche con Sky e RaiNews. Tra il 15 e il 17 luglio sono state fatte 1.005 interviste da cui emerge anzitutto un alto gradimento in città sia per il sindaco Giordani che per il governatore Zaia. Il 74% degli intervistati ha “abbastanza fiducia” o “molta fiducia” nell’operato del sindaco, il 60% risponde allo stesso modo per il presidente della Regione.

Se la domanda diventa “Come giudica l’operato di Luca Zaia?” è addirittura il 90% a definire “positiva” o “molto positiva” l’azione politica del leader leghista.

LE INTENZIONI

PROMOSSI L’ultimo sondaggio premia Zaia e Giordani

In vista delle elezioni regionali Zaia doppia Lorenzoni (62% contro 30%) mentre in chiave nazionale il Pd è il primo partito (33,3%) seguito dal-

la Lega (31,7%). Da segnalare come Fratelli d’Italia sia saldamente terzo sopra M5S e Forza Italia. E se si ripresentasse oggi la sfida Giordani-Bitonci? Il sindaco in carica godrebbe del 65% delle preferenze. Si sale addirittura al 72,8% se l’avversario fosse Ostellari. Ma non sarà, probabilmente, nessuno dei due.

Il sindaco legge il sondaggio, sorride e guarda avanti: «L’unica cosa che conta continuare a lavorare per Padova a partire dalle cose che i cittadini vivono con più attenzione. Sicurezza, tutela dell’ambiente e lotta all’inquinamento, qualità della vita nei quartieri, salute, opere strategiche per la città. La gente vuole questo, poco si interessa dei massimi sistemi».

Gabriele Pipia © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Cappelletti Daniela Sbrollini Altri

Italia Viva Verdi La Sinistra

0,4% 0,7%

Altri

0,0%

10,0%

20,0%

Solo l’8% definisce “bassa” o “molto bassa” la qualità della vita a Padova e per il 53% il governo della città sta andando nella direzione giusta. Tra i temi al centro del sondaggio c’è la sicurezza: l’83% dei residenti si sente al sicuro, con percentuali che crescono in centro e calano all’Arcella. Va evidenziato quanto sia sentito tra i pa-

30,0%

40,0%

50,0%

60,0%

Benvegnù lancia la sfida: «Noi, alternativi ai Dem» REGIONALI/1 PADOVA Sale a quota 7 il numero dei candidati a Presidente della Regione. Ieri a Padova ha ufficializzato la sua candidatura Paolo Benvegnù, segretario regionale di Rifondazione Comunista, alla guida di “Solidarietà Ambiente Lavoro” promossa dal suo partito e dal Pci. Una formazione che vede al suo interno anche esponenti del mondo del lavoro, delle lotte sociali e ambientali e del mondo della cultura.

IL SEGRETARIO REGIONALE DI RIFONDAZIONE CORRE DA CANDIDATO GOVERNATORE: «CONTRO IL CARROCCIO MA NON SOLO»

LA CITTÁ

Indecisi/Astenuti

28,2%

Indecisi/Astenuti

«Ci proponiamo di rovesciare quelle politiche che, negli ultimi 25 anni, hanno portato il Veneto ad essere una delle regioni più inquinate d’Europa, tra le prime per consumo di suolo e con il 20% della popolazione sotto la soglia della povertà relativa o appena sopra, quota che purtroppo avrà una forte crescita dopo la crisi Covid - esordisce Benvegnù - Serviva un rovesciamento prima ed ora è ancor più indispensabile, si deve pensare a riconvertire la produzione, non si può pensare a tornare alla situazione ante Coronavirus. Il turismo è in ginocchio, il calo dell’export è sensibile per la riduzione della circolazione delle merci su scala globale. Sono stati persi 100 mila posti di lavoro negli ultimi anni e la ripartenza porterà altra disoccupazione.

Serve un modello di sviluppo diverso».

Poche settimane fa un sondaggio del Sole 24 Ore indicava Giordani alla posizione 99 tra i sindaci più amati d’Italia, irritando non poco Palazzo Moroni. Questa volta l’analisi a 360 gradi di YouTrend dà risposte molto differenti. La fascia che apprezza di più Giordani è quella degli under 34. Il gradimento arriva all’86% quando rispondono gli studenti, si ferma invece poco sotto il 59% tra i disoccupati. I quartieri che lo giudicano meglio? Guizza, Bassanello e Voltabarozzo. Le zone dove l’indice scende maggiormente? Brenta, Venezia, Mortise e Camin. Le percentuali superano il 90% quando l’elettorato intervistato si dichiara di centrosinistra, precipitano al 26% tra i sostenitori di Fratelli d’Italia. E i leghisti? Il 59% dichiara di aver fiducia nel sindaco. Ma Giordani, politicamente, da che parte sta? Solo il 10% lo identifica con la sinistra. Per la maggioranza (43,8%) è un moderato, per il 21,8% è un civico indipendente. E siccome la politica è bella perché è varia, c’è pure un 1,8% che esce dal coro: «Giordani? È di destra».

+Europa Azione!

6,4%

LA PROPOSTA

LE DIFFERENZE

Partito Democratico

30,3%

Arturo Lorenzoni

IL PANORAMA

Forza Italia Movimento 5 Stelle

Mi può dire, se oggi fosse il giorno del voto e si dovesse eleggere il nuovo Presidente delle Regione Veneto, per chi voterebbe?

Tra i punti qualificanti del programma, che ha quale primo obbiettivo «garantire a tutti i cittadini un reddito che permetta una vita dignitosa», un lavoro garantito e giustamente retribuito, la sanità «nella quale sono stati operati troppi tagli», istruzione, cultura e sociale. «Settori dove servono consistenti investimenti per garantire la possibilità di un impiego a tanti che non lo troveranno impedendo il diffondersi della precarietà tra i giovani, le donne e i settori più deboli del mercato del lavoro sottolinea - Il denaro c’è e va recuperato con la tassazione progressiva dei redditi, dalla lotta feroce all’evasione che Lega e chi ha governato la Regione mai ha voluto e da una tassa sulle grandi ricchezze come esiste in tutti i paesi europei. Il taglio della regionale Irpef, che ha favorito solo i più ricchi, ha comportato un mancato introito per 6 miliardi di euro in 5 anni mentre lavoratori e pensionati pagano il ticket sanitario più alto d’Italia».

ALTERNATIVA

Un «programma di contenuti», quello di “Solidarietà Ambiente Lavoro” come puntualizza Benvegnù: «Partiamo dai contenuti, le grandi opere non sono investimenti necessari come ad esempio le Olimpiadi, diciamo no all’autonomia differenziata elemento divisivo della Repubblica». Una lista a sinistra che non sostiene il candidato del Pd e VcV Lorenzoni. «Siamo alternativi al centrodestra e al centrosinistra, non possiamo essere ipocriti. Il problema non è battere Zaia: non è lui che ha fatto il Job Act ma il Pd, - dice - In primis siamo contro il centrodestra ma anche contro questo centrosinistra che sta sullo stesso piano di Zaia e centrodestra, la politica va fatta in chiaro». Benvegnù infine contesta che «il tempo per la raccolta delle firme sia stato ridotto a 20 giorni. E’ antidemocratico e arrogante. Abbiamo 4mila aderenti, in Veneto siamo il quarto partito e legittimati dal consenso. Capita poi che ci sia un consigliere con 20 seguaci che sarà agevolato mentre una lista con migliaia di seguaci farà più fatica. Ma presenteremo liste in tutte le provincie».

Luisa Morbiato © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IX

Padova

Domenica 19 Luglio 2020 www.gazzettino.it

Assalti ai bancomat, presa la banda Blitz dei carabinieri: 9 misure cautelari e 12 perquisizioni `Il “capo” nel 2005 fu protagonista della rapina di Abano Malviventi protagonisti di almeno tre colpi e di fughe folli in cui perse la vita il gioiellerie Piras: è di nuovo in carcere

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L’OPERAZIONE PADOVA Un’Audi A6 Avant dal va-

lore di 150 mila euro rubata il 20 settembre ad un turista tedesco a due passi da Mirabilandia. Un bolide da 350 cavalli di colore blu elettrico poi ridipinto e trasformato in nero opaco. Era questo il mezzo utilizzato da una banda, appena incastrata, specializzata negli assalti ai bancomat con l’esplosivo. Ed è sempre questo il mezzo filmato mentre sfrecciava a 180 chilometri orari lungo la strada dei Vivai, nel Piovese, tirando paurosamente dritto ad ogni rotonda. L’indagine dei carabinieri è partita da qui ed è arrivata a sgominare un’organizzazione comandata da un personaggio già molto noto: Maich Gabrieli, nomade di 43 anni, protagonista nel 2005 della rapina di Abano Terme dove perse la vita il gioielliere Gianfranco Piras. Uscito dal carcere nel 2018, ieri mattina è tornato dietro le sbarre.

LE MISURE L’inchiesta “Sorgente” è stata portata avanti per un anno dai carabinieri del nucleo investiga-

tivo del Comando provinciale di Padova assieme ai colleghi di Treviso e della Compagnia di Adria. Coordinata dalla pm della Procura di Padova Benedetto Roberti, l’indagine ha portato ieri mattina ad eseguire quattro custodie cautelari in carcere, una custodia ai domiciliari e quattro obblighi di dimora. Il blitz ha coinvolto oltre cento militari. I reati contestati a vario titolo sono associazione per delinquere, furto, tentato furto, riciclaggio, ricettazione e porto di materiale esplosivo.

Dietro le sbarre sono finiti quattro uomini di origine sinti: oltre a Maich Gabrieli sono stati incastrati Franco Battistutti (52 anni), Davide Gabrieli Massaroni (38 anni) e Samuel Pavan (49 anni). Ai domiciliari Jason Massaroni Gabrieli, sempre di origine sinti, 24 anni. Obbligo di dimora, con permanenza a casa dalle 21 alle 7, per Maurizio Beltramello (vicentino di 58 anni), Patrizia Sabbadin (trevigiana di Loria, 53 anni), Eddi Salihovic (sinti di 46 anni) e Denis Zanon (vicentino di 45 anni). Dodici le perquisizioni: sotto la lente d’ingrandimento anche un campo nomadi a Castelfranco.

L’INDAGINE L’indagine è partita da quell’auto impazzita che sfrecciava per le strade di mezzo Veneto ed è arrivata a scoprire una banda che manometteva i bancomat utilizzando micidiali congegni esplosivi composti da polvere pirica introdotti nei boc-

chettoni erogatori del contante e poi innescati con una batteria elettrica. I dettagli sono stati illustrati ieri dal comandante provinciale dei carabinieri di Padova, Luigi Manzini, assieme ai comandanti del Nucleo operativo (Roberto Grassi) e Nucleo investigativo (Giovanni Garrasi).

La banda è ritenuta responsabile di due tentati assalti (il 17 aprile 2019 all’ufficio postale di via Sacro Cuore a Padova e il 18 novembre allo sportello Monte dei Paschi di Siena di Sarmeola di Rubano) e di un colpo riuscito (il 16 dicembre alla Banca Popolare di Puglia e Basilicata di Vicenza, con cinquemila euro di bottino). La convinzione diffusa, però, è che i blitz agli sportelli siano stati ben di più.

In un garage di Loria dei coniugi Salihovic e Sabbadin è stata recuperata l’Audi A6 usata per le “missioni” con all’interno sei ordigni esplosivi e un ariete in ferro per sfondare le vetrate. I componenti della banda disponevano anche di disturbatori di frequenze radio e rilevatori delle stesse frequenze per individuare eventuali microspie. Il governatore Zaia applaude i carabinieri: «Ogni volta che vediamo un lampeggiante blu, una divisa, una paletta sulle nostre strade, sappiamo che ci sono un uomo o una donna che adempiono al loro compito istituzionale con abnegazione. Rispettiamoli e ringraziamoli».

Gabriele Pipia

DENUNCIATO TROVATO IN AUTO CON IL METADONE Nel corso dei quotidiani servizi di controllo del territorio in ambito cittadino effettuati dalla polizia, nella mattinata di venerdì la volante in via dei Colli ha controllato un’autovettura il cui conducente, 56enne cittadino italiano residente a Pordenone, è stato trovato in possesso di 7 flaconi di metadone assegnati nominativamente ad altra persona. Al termine degli accertamenti lo stesso è stato denunciato in stato di libertà per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e nella circostanza, considerati i numerosi precedenti penali, gli è stato notificato un foglio di via della durata di tre anni rilasciato dal Questore di Padova. Non è chiaro a chi il 56enne volesse rivendere i sette flaconi di metadone.

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SCAPPA AL CONTROLLO GUIDA LO SCOOTER A FARI SPENTI

ORGANIZZAZIONE L’Audi A6 Avant rubata ad un turista tedesco vicino a Mirabilandia e usata per i colpi. Nel tondo, Maich Gabrieli

Alle 21.30 di venerdì gli agenti di una Volante, insospettiti dall’andatura di un ciclomotore che procedeva in via Goito a fari spenti, ha sottoposto a controllo il conducente, un 23 enne cittadino italiano residente ad Albignasego. Il soggetto, dopo essere stato fermato, si è dimostrato immediatamente nervoso per il controllo in atto, pertanto gli agenti decidevano di approfondire l’attività di verifica rinvenendo all’interno dello zaino due involucri contenenti sostanza di tipo stupefacente di tipo marijuana che, successivamente analizzata, è risultata pesare complessivamente 92,47 grammi. Accompagnato in Questura per gli accertamenti del caso, il soggetto, risultato incensurato, è stato indagato in stato di libertà per il reato di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente. La sostanza è stata sottoposta a sequestro penale. Il giovane è stato quasi sicuramente sfruttato da uno spacciatore per consegnare la droga.

Gabrieli arrestato mentre era in vacanza a Gallipoli IL GRUPPO PADOVA È il 19 luglio, proprio come oggi.

Per raccontare la storia di Maich Gabrieli, però, dobbiamo tornare indietro di 15 anni. Sono le quattro del pomeriggio del 19 luglio 2005 quando un commando di quattro uomini arriva davanti alla gioielleria di Gianfranco Piras ad Abano Terme. Gabrieli è l’uomo che fa il palo. Gli altri tre malviventi, tra cui uno armato di Kalashnikov, entrano in negozio. Prendono quanto possono, Piras tenta di fermarli e viene ucciso colpito da una scarica di colpi. L’arresto, il processo, il carcere. Nel 2018 Gabrieli termina la sua pena e torna in libertà. Fino a ieri mattina, quando è stato arrestato dai carabinieri mentre si trovava in vacanza a Gallipoli assieme a Davide Massaroni Gabrieli, un altro dei componenti della banda appena sgominata. Un altro degli arrestati, in-

vece, si trovava al mare a Bibione.

Non tutti i componenti avevano gli stessi compiti. I due cugini in vacanza assieme in Salento eseguivano i colpi assieme a Battistutti e Pavan. Gli altri indagati, invece, secondo la ricostruzione dei carabinieri svolgevano compiti “logistici”. I militari hanno individuato due carrozzerie (quelle vicentine di Beltramello e Zanon) dove le auto usate venivano riparate dopo i danni provocati dalle fughe a folle velocità.

Le spie hanno permesso agli investigatori di sentire uno dei malviventi che insegna al figlio minorenne a guidare l’auto per sfuggire ai carabinieri: «Se si avvicinano tu butti per aria e ti giri di colpo».

La banda pianificava anche di andare a colpire all’estero: «Andiamo in Francia o in Belgio, lì si fanno meno anni in galera e i bancomat li caricano di più».

G.Pip. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IN CARCERE Franco Battistutti

IN CARCERE Davide Massaroni

IN CARCERE Samuel Pavan

DOMICILIARI Jason M. Gabrieli

OBBLIGO Maurizio Beltramello

OBBLIGO Patrizia Sabbadin

OBBLIGO Eddi Sahilovic

OBBLIGO Denis Zanon

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Primo Piano

Domenica 19 Luglio 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza Covid

L’IMPENNATA Preoccupano i nuovi casi di Covid diffusi attraverso le badanti e nelle case di riposo

IL PUNTO PADOVA/TREVISO Cresce di nuovo l’allarme nelle case di riposo.

Dopo la lunga scia di terribili lutti seguita da diverse settimane senza la registrazione di nuovi casi, ora torna la paura. E arriva soprattutto dai cittadini stranieri, in molti casi dipendenti di cooperative che lavorano all’interno degli istituti per anziani.

Gli episodi sono ripetuti sia nel Padovano sia nel Trevigiano.

TEST E TAMPONI A Camposampiero tre infermiere camerunensi che lavorano alla casa di riposo Bonora, dopo aver partecipato assieme ad altre 200 persone ad una commemorazione funebre a Padova di un connazionale lo scorso 4 luglio, hanno continuato a lavorare nella struttura per anziani per una settimana senza sapere di essere positivi al Covid-19. Hanno infettato un’operatrice socio-sanitaria che lavorava con loro e due anziani ospiti della struttura. «Il primo screening dei tamponi - afferma il presidente del Consiglio di amministrazione della casa di riposo, Vittorio Casarin - ci dice che l’infezione è fortunatamente limitata. Ma mi rammarica profondamente l’irresponsabilità di infermiere professioniste che non possono rischiare di frequentare luoghi affollati in questi tempi di pandemia. Così come è stata molto sofferta la decisione di impedire nuovamente ai familiari di visitare gli ospiti del centro».

Il presidente è molto duro nei confronti delle infermiere: «Sicuramente prenderemo dei provvedimenti nei confronti delle cooperative che devono garantire la serietà del comportamento di chi lavora a stretto contatto con le persone malate e anziane - puntualizza Casarin In questi giorni ho già contatto i responsabili. Da domani pretenderemo da chi si presenterà al nostro servizio dei test settimanali, per poter accedere nei reparti. É il minimo». Gli amministratori della casa per anziani di Camposampiero sono convinti che tutto quello che c’era da fare è stato fatto. «Quando abbiamo saputo della positività che circolava nella nostra struttura abbiamo immediatamente fatto tamponi a tutti - conferma Casarin - Nei giorni scorsi abbiamo

NELLE STRUTTURE RESIDENZIALI DELLA MARCA SALE IL LIVELLO DI ALLERTA: CONTROLLI MIRATI A CHI RIENTRA DALLE FERIE

Badanti e case di riposo: è allarme rosso anziani Camposampiero, provvedimenti per le tre infermiere `Focolaio a Maser, coppia di ottantenni ricoverata camerunensi che hanno infettato un’operatrice e 2 ospiti positive le due colf: in isolamento altri 5 familiari `

sottoposto al test tutte le persone che potenzialmente sono state avvicinate o hanno avuto a che fare con le donne contagiate. Domani avremo il responso della seconda ondata di tamponi. Giovedì prossimo abbiamo previsto di effettuare anche il terzo screening. Alla fine saranno effettuati 400 prelievi. Tutte le persone contagiate sono asintomatiche e stanno bene: i due ospiti del Bonora sono stati trasferiti in isolamento». Casarin spera di poter riaprire le porte della struttura ai parenti la prossima settimana.

TASSO DI INFEZIONI Anche a Treviso focolai in casa di riposo e tra le badanti. Torna la paura per gli anziani. La provincia è la prima del Veneto per tasso di incremento di infezioni da Covid-19. Negli ultimi dieci giorni sono emersi 27 nuovi contagi. Gli isolamenti sono più che raddoppiati: da 184 a 391. E gli anziani si riscoprono più che mai a rischio. Il focolaio

più grande è esploso nella casa di riposo Bon Bozzolla di Farra di Soligo. Contagiate 12 persone: nove anziani e tre operatori.

E purtroppo si è tornati a contare un decesso legato al Covid-19. Giovedì è mancato Lino Tonet, 96 anni, l’unico dei nove ospiti con i sintomi della malattia, che era stato ricoverato nell’unità di Malattie infettive dell’ospedale di Treviso. Gli altri sono in quarantena: gli anziani in un nucleo isolato all’interno della stessa struttura e gli operatori a casa.

Gli ultimi due casi positivi, un ospite e un’operatrice, sono emersi proprio ieri. E ora l’Usl trevigiana ha deciso di serrare i controlli: i test verranno effettuati ogni dieci giorni, non più una volta al mese.

Il Bon Bozzolla, intanto, si è blindato. Sono state sospese tutte le visite dei familiari. Fino a quando non sarà passata l’emergenza, ci potranno essere contatti solo attraverso le video-chiamate, come accaduto

La giornata

Altri 48 casi di contagio a Nordest IL BOLLETTINO VENEZIA Altri 44 casi di contagio nelle ultime ventiquattr’ore in Veneto. Oltre metà (23) delle nuove infezioni è concentrata a Padova, dove il bollettino regionale registra anche una vittima che aggiorna a 2.050 la conta dei morti dall’inizio dell’emergenza, ancorché l’Azienda Ospedaliera precisi che si tratta di un ricalcolo. Ad ogni modo il totale dei positivi sale a 19.578, di cui 543 lo sono attualmente. Crescono anche le persone in isolamento domiciliare: 1.722. Un degente in più in area non critica porta il conto a 129 (di cui 96 già negativizzati), ma ce n’è uno in

E Crisanti è pronto a lasciare il comitato scientifico veneto evidentemente gli dato fastidio la mia popolarità e ha avuto attribuire ad altri meriti che non erano loro. Io non voglio essere associato alle cose che stanno succedendo, ora il Veneto sta seguendo una linea completamente opposta a quella che ho sempre sostenuto io». Anche

sul tema dei migranti infetti la posizione del parassitologo è particolarmente critica. «Già il 30 marzo avevo scritto alla Regione evidenziando la necessità di monitorare le comunità dei richiedenti asilo. Su questa cosa non ho mai ricevuto risposta.

E comunque ci sono anche tantissimi italiani contagiati. Noi a Padova, per Covid-19, abbiamo il reparto pieno. Abbiamo 20 letti occupati, qualche settimane fa neanche uno. Come spieghiamo l’aumento dei ricoveri?

Con l’aumento del contagio.

Quando siamo usciti dal lockdown le circostanze erano molto favorevoli, ma poi le cose sono cambiate. Le spiego: io l’8 mar-

ROMA Lo scontro è frontale. E le accuse dirette. «Questo è il risultato della scelta di Zaia di affidarsi a persone che dicono che il virus è morto.» Andrea Crisanti, ancora non lo dice, ma è pronto a dimettersi dal comitato tecnico scientifico della Regione Veneto. E se l’addio ci sarà, sarà un addio fortemente polemico. Nei confronti della Regione e del mondo scientifico veneto e nazionale. «Sa cosa è successo? C’è stato un cambio totale di politica della Regione.

Da quando ho avuto quelle polemiche con Zaia, tutto è cambia-

to. Non dimentichi che due dei maggiori consiglieri del presidente sono tra coloro che hanno detto che il virus era morto.

Tutto questo ha delle conseguenze, questi indirizzano scelte, comportamenti». Ma per quale ragione il rapporto con il governatore si è deteriorato?

Crisanti non ha dubbi: il problema è stata la sua popolarità che, dopo il caso Vo’, dava troppo fastidio. «Io sono sempre stato nel comitato tecnico, poi si è sviluppato un rapporto personale con Zaia che ha fatto sì che venisse approvata la delibera sulla sorveglianza attiva del 17 marzo. Le cose sono andate bene, poi lui è cambiato perché

«NON RESTO AD ASSECONDARE SCELTE CHE NON CONDIVIDO. LA MIA POPOLARITÀ HA DATO FASTIDO A ZAIA»

IN FRIULI VENEZIA GIULIA Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, l’andamento registrato ieri rispecchia quello del giorno precedente. Altri 4 casi di contagio spingono il totale a 3.350, fra cui i 120 soggetti tuttora positivi. Non c’è stato alcun nuovo decesso, per cui la tragica contabilità resta ferma a 345. Nessun paziente è intubato, mentre 7 sono ricoverati in altri reparti e 92 persone si trovano in isolamento domiciliare. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

REGIONE Il prof. Andrea Crisanti pronto a lasciare il Comitato scientifico del Veneto

IL RETROSCENA

meno in Terapia Intensiva, dove restano in 7 (fra i quali 2 ancora infetti). Negli ospedali di comunità rimangono 17 pazienti, fra cui un solo positivo.

nel picco peggiore dell’epidemia. L’altro focolaio è scoppiato a Maser, nella pedemontana, dove si contano nove contagi. Una coppia di anziani di 85 e 90 anni con i sintomi classici dell’infezione è stata ricoverata nei giorni scorsi in Malattie infettive a Treviso. Di seguito, sono risultate positive le due badanti che li assistevano a casa, loro asintomatiche. Entrambe provengono dall’area dei Balcani. E ieri sono emersi altri cinque contagi collegati: il figlio di una delle due badanti e quattro familiari della coppia di anziani. Per questo si alza il livello di guardia. In primis nelle case di riposo. Casa Fenzi di Conegliano, già teatro di un focolaio, ha dato un giro di vite. Qui oggi non ci sono positivi. All’Israa di Treviso, la più grande Ipab del Veneto, stanno mettendo a punto un piano per rendere sicuro il rientro degli operatori dalle ferie.

Luca Marin Mauro Favaro

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zo, mandai un messaggio a Zaia per spiegare che i dati analizzati a Vo’ indicavano che bloccando la diffusione del virus diminuiva anche l’incidenza del virus. Mi viene da ridere quando qualcuno dice che il virus ha perso forza. Se circola meno più difficilmente raggiunge i soggetti più fragili, ma soprattutto circolando meno virus scende la carica virale. Ma se tornano ad aumentare i contagi, tornano i casi gravi. Lo avevo detto l’8 marzo. Io non resto ad assecondare le cose che si stanno facendo oggi in Veneto».

Quanto alla situazione italiana, il professore fa un previsione: «La speranza è che presto tra anticorpi monoclonali o vaccino ci possa essere una soluzione. Bisogna resistere altri cinque, sei mesi. Bisogna resistere.

E dire la verità alla gente».

Mauro Evangelisti © RIPRODUZIONE RISERVATA

XXV

Conegliano Refrontolo Farra

Domenica 19 Luglio 2020 www.gazzettino.it

La Docg “congela” le rive eroiche Innocente Nardi non raccoglie l’appello del sindaco di Farra ` Poi la bacchettata al primo cittadino: «Sventolare la paura «Attribuirne valore non spetta al consorzio ma al mercato» non è certo costruttivo anzi ci danneggia gravemente»

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FARRA DI SOLIGO «Attribuire un valore diverso al prodotto dei vigneti delle colline di Farra di Soligo, rispetto agli altri vigneti, è una questione estremante importante, che solo il mercato può riconoscere e che quindi esula dalle facoltà del presidente del Consorzio o del presidente della Regione o della presidente dell’associazione Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità». La risposta di Innocente Nardi, presidente del Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore docg, al sindaco di Farra di Soligo Mattia Perencin sulla tutela delle rive eroiche, non risparmia qualche stoccatina. «Soprattutto in questi momenti è compito delle generazioni più giovani, siano esse amministratori pubblici o imprenditori, contribuire con il proprio coraggio a disegnare il futuro con conoscenza e coerenza. Sventolare la paura non ci permette di costruire il futuro anzi ci danneggia gravemente».

i comportamenti speculativi di qualche operatore che agiva in una logica volta “al ribasso”, cogliendo gli effetti economici della crisi pandemica. Infatti il mercato, proprio in queste settimane, sta riattribuendo il corretto valore economico al Conegliano Valdobbiadene Prosecco docg e le misure adottate dal Consorzio hanno l’obiettivo di garantire ai prodotti della vendemmia 2020

LA RIFLESSIONE Il primo cittadino con una lettera ha sollecitato una maggiore tutela delle rive eroiche e del Conegliano Valdobbiadene che qui viene coltivato, riconoscendo più valore al prodotto qui fatto “spaccandosi la schiena”. «La mia – aveva spiegato il sindaco vuole essere una riflessione affinché quest’area sia maggiormente tutelata e con essa il prodotto coltivato che, a differenza della pianura, ha costi, fatica, metodologie di cura e di coltivazione diversi. Il rischio è che con il tempo si perda un patrimonio. È giusto dunque che ci si interroghi sul futuro». Una riflessione arrivata ad un anno esatto dal conferimento del titolo di Patrimonio dell’Umanità a queste colline.

PRESIDENTE Innocente Nardi

«È COMPITO DELLE GIOVANI GENERAZIONI DISEGNARE IL FUTURO CON CONOSCENZA E COERENZA»

LA RISPOSTA Nardi nella lettera indirizzata a Perencin ribadisce come sia compito del Consorzio «garantire l’equilibrio della domanda e dell’offerta dell’intera denominazione e contrastare i deprecabili comportamenti speculativi che danneggiano la credibilità della denominazione. E le recenti misure, adottate dall’assemblea dei soci del Consorzio, sembrano aver già raggiunto i primi obiettivi, visto che sono rientrati

gli stessi valori della scorsa annata». Quanto alla viticoltura eroica – che a Farra di Soligo interessa circa 600 ettari su 7.500 ettari totali dell’intera denominazione, pari a 7,6 milioni di bottiglie su 92 milioni prodotti lo scorso anno -, Nardi ribadisce come il Consorzio, da quando lui è presidente, l’abbia sempre valorizzata. «È stata portata alla ribalta e comunicata dal Consorzio con l’obiettivo di far conoscere le differenze di prodotto, poiché siamo certamente consapevoli che la collina non è la pianura – scrive Nardi a Perencin -. Il supportare l’azione del presidente Zaia, volta all’ottenimento del riconoscimento Unesco, è stato un obiettivo perseguito dal Consorzio volto ad incrementare il valore di tutto il nostro territorio. Il comportamento virtuoso in ambito di sostenibilità ambientale con l’eliminazione del glifosato non è un optional, ma un fondamentale prerequisito del valore di un prodotto che non dev’essere messo in discussione o visto come un sacrificio, bensì come un esempio virtuoso da dare alla collettività. E le recenti modifiche al disciplinare dell’area che delimita la menzione Rive sono una premessa fondamentale per la valorizzazione del duro lavoro nei vigneti particolarmente impervi». Nardi, che è un viticoltore delle colline farresi, conosce bene l’impegno e le difficoltà che richiedono i vigneti posti sui ripidi pendii e ricorda come il Consorzio sia impegnato a valorizzare queste realtà condotte da piccoli produttori.

Claudia Borsoi © riproduzione riservata

VITICOLTURA EROICA A Farra di Soligo 600 ettari dedicati sui 7.500 totali dell’intera denominazione

Cena in piazza e fuochi per la festa della patrona REFRONTOLO La comunità di Refrontolo non rinuncia ai festeggiamenti in onore della patrona, Santa Margherita. Il coronavirus non ha fermato l’appuntamento, ma senz’altro lo ha ridimensionato rispetto a quanto era nei progetti pre-pandemia.

Alla regia c’è sempre la Pro Loco di Refrontolo che, in collaborazione con il Comune, dà oggi appuntamento in paese, eventi che culmineranno domani sera, lunedì, con il tradizionale spettacolo pirotecnico, il primo post lockdown in Alta Marca Trevigiana e forse anche l’unico di questa estate.

Oggi, domenica, alle 9 dal Molinetto della Crode la partenza della prima edizione della “Camminata di Santa Margherita”, una passeggiata adatta anche alle famiglie organizzata dal Gruppo Marciatori di Refrontolo con arrivo poi al punto di partenza, dove al termine verrà offerta una degustazione di prosecco docg (per

informazioni 340 3313077).

Domani, giorno in cui si ricorda Santa Margherita, in piazza Fabbri alle 19 la messa, quindi in collaborazione con i ristoratori del centro ci sarà la possibilità di cenare in piazza.

La Pro Loco mette a disposizione i tavoli che verranno costantemente igienizzati rispettando la normativa anti-covid.

Chi lo vorrà potrà prendere dei piatti nei locali Ae ombre Sane, Bar 081, Antica osteria al forno e trattoria Argentina,

quindi gustarli in piazza dove la Pro Loco, con un proprio stand, proporrà vini locali e birre. La serata sarà animata dalla musica dell’associazione musicale di Refrontolo “Giovani Accordi”, quindi alle 22.30 il tradizionale spettacolo pirotecnico che come tradizione, anche in questo 2020, chiuderà i festeggiamenti in onore della patrona.

C.B. © riproduzione riservata

REFRONTOLO L’attesa è finita per la festa della patrona S. Margherita

Mostra e libro: Scomigo si racconta con le immagini CONEGLIANO Aperta nel weekend a Scomigo la mostra fotografica “Scomigo ’na volta”, ospitata presso l’azienda agricola “L’Antica Quercia”. Nell’ambito dell’evento presentato il libro “Ciak si gira: il novecento a Scomigo” del Circolo La Nostra Scomigo, scritto e curato da Flavio Dassié alla presenza del sindaco Fabio Chies. Una carrellata di pannelli espositivi racconta le trasformazioni di questa frazione che, a detta dei suoi abitanti, ha saputo più di altri mantenere viva la memoria storica del secolo scorso.

Molti dei suoi cittadini hanno partecipato alla prima iniziativa di raccolta di immagini del passato, confluita in una mostra fotografica nell’autunno 2017. Dopo questa altre persone hanno voluto contribuire con ulteriore materiale personale ad arricchi-

zale della dimora che avevano occupato e la colonna dei blindati tedeschi in fuga sulla strada del Menarè del giorno successivo. Non manca un ricordo al capitano Pietro Maset, medaglia d’oro al valore militare, eroe della seconda guerra mondiale nato qui nel 1911 e morto sul Piancavallo nel ’45, al quale è intitolata la scuola della frazione e dal 1984 una sezione degli Alpini.

re le memorie, prestando le foto agli organizzatori che hanno potuto incrementare un patrimonio di inestimabile valore sentimentale. Negli scatti in bianco e nero sono racchiusi i volti di mamme, nonni, parenti e personaggi che hanno animato la vita del paese, intenti in qualche lavoro all’aperto, in posa per le foto di rito del matrimonio, della comunione, all’asilo, a scuola o impegnati a festeggiare in occasione del panevin o della sagra di Sant’Elena.

INEDITI

LA GUERRA Ci sono i ricordi della guerra con una serie di immagini dedicate a questo terribile evento che non ha risparmiato questo vivace angolo coneglianese. Appare l’incendio datato 29 aprile 1945 dovuto ai bombardamenti di villa Lucheschi, perpetrati dagli anglo-americani per colpire i mezzi tedeschi parcheggiati nel piaz-

LA RASSEGNA Sui pannelli allestiti all’Antica Quercia e in un libro fotografico curato da Flavio Dassié raccontata la storia di Scomigo

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Questo e molto altro raccontano le immagini anche raccolte nel testo di Fabio Dassié dove sono inclusi un centinaio di scatti inediti, sviluppando la trama espositiva come fosse la pellicola di un film che dal passato traghetta il lettore ai giorni nostri.

Particolare cura è stata messa dall’autore per sottolineare le trasformazioni urbanistiche che hanno cambiato la fisionomia del territorio, accostando il pas-

sato in bianco e nero al presente a colori, in una transizione che inizia dalla copertina accostando uno scatto di oltre mezzo secolo fa a uno del 2019. Le strade bianche e polverose non esistono più, i dolci declivi hanno perso parte del loro fascino e moderne infrastrutture come l’autostrada hanno profondamente sradicato il volto rurale di queste zone. A consolare restano i volti sorridenti della gente, le imprese sportive dei ciclisti che hanno dato lustro a questa comunità, i musicisti e tutte le persone che hanno abitato e amato Scomigo.

Non si devono dimenticare i ceramisti, la cui attività iniziata nel 1958 è un fiore all’occhiello della marca trevigiana, ampiamente documentata nelle foto che raccolgono le testimonianze di quanto valore abbia raggiunto nel tempo.

Chiara Dall’Armellina © riproduzione riservata

XII

Mestre

Domenica 19 Luglio 2020 www.gazzettino.it

La sfida dei 5 Stelle allo “Zaiastan” «Ma senza il Pd»

Bellati dalla Lega a Baretta: «Lui saprà mantenere gli impegni presi»

`Su sanità, lavoro

e ambiente critiche al “regno” del presidente

Presentata la lista “Idea Comune”, con l’ex candidato sindaco, Suppiej e Baratello `

ELEZIONI COMUNALI MESTRE È ufficialmente parte del-

la coalizione di centrosinistra “Idea comune per Mestre e Venezia”, la quinta lista in campo a sostegno di Pier Paolo Baretta.

Rappresentata da Gian Angelo Bellati, 5 anni fa candidato sindaco di una lista sostenuta anche dalla Lega Nord (e subito “divorziato” da Brugnaro un paio di settimane dopo le elezioni), ha come organizzatore il commercialista Maurizio Baratello e come capolista Giorgio Suppiej, avvocato e separatista (anche lui candidato nel 2015 con la lista di centrodestra a sostegno di Bellati). Gli aspetti che sembrano stridere vengono subito affrontati da Bellati: «Ho constatato con dispiacere che la Lega e Brugnaro non volevano mantenere i patti.

Non dobbiamo più ripetere gli stessi errori e ora vogliamo lavorare con chi può accettare il nostro programma. Baretta sta rispettando gli accordi sul programma e la parola data».

RESIDENZIALITA’ Con lo slogan “Venezia ai veneziani” il programma di Idea comune 2020 si sviluppa sui temi di residenzialità e lavoro: «Con tutte le sue articolazioni chiarisce Suppiaj -. Si parte da un’attenzione alla residenza, che manca a Venezia e inizia a essere un problema anche per il centro di Mestre, e di conseguenza al lavoro, con tutti i complementi, dalla fiscalità agli alloggi pubblici. A Venezia ci sono decine di migliaia di case non assegnate, bisogna mettere subito mano al patrimonio pubblico».

Con Baretta hanno concordato un “Piano per la residenzialità”: «Deve iniziare da subito e svilupparsi nel tempo - spiega il candidato sindaco -. Con i soldi del bonus energetico possiamo individuare quartieri e lotti, sisteman-

«IL CENTROSINISTRA STA RISPETTANDO GLI ACCORDI SUL PROGRAMMA CENTRALE IL TEMA DELLA RESIDENZIALITA’ A VENEZIA E MESTRE»

do, rimodernando e rendendo disponibili le prime case in soli 6 mesi. Nell’arco di 2 anni si può fare una vera rivoluzione su migliaia di abitazioni». Baretta annuncia i suoi piani per l’industria: «Si dà sempre colpa al Governo ma si è mai pensato di creare un’Agenzia per Marghera, gestita dal Comune o dalla Città metropolitana? Noi ne avremo una e avrà il compito di attrarre investimenti green, ecologici e digitali». La lista ha proposto un approfondimento sul 4.0: «La quarta rivoluzione industriale prevede un’informatizzazione generale degli atti ma anche una serie di provvedimenti fiscali ed economici - spiega Baratello -. Uno dei nostri progetti consiste per esempio nel trasferire al Comune di Venezia parte della riscossione dell’Agenzia delle Entrate. Chi meglio del Comune può accertare l’evasione fiscale? Incassando le imposte potremmo trattenere quanto ci spetta con la Legge speciale». Il programma poi affronta molti temi legati all’ambiente (dalle grandi navi fuori dalla laguna alla lotta all’inquinamento) e ai rapporti con l’Europa: «Tra le candidature già raccolte, tutte di persone con un forte senso civi-

ELEZIONI REGIONALI MESTRE Ci tengono a far sapere

LA LISTA E IL CANDIDATO Pier Paolo Baretta e, in alto, il “tavolo”

co - conclude Bellati -, abbiamo professionisti, insegnanti, artisti e una forte impronta internazionale. Ma c’è ancora posto e siamo aperti a nuove proposte».

Tra i nomi già annunciati, oltre a Suppiaj, Bellati e Baratello, sono in lista Alice Peris, Mirta Diminic e Oliver Knick (entrambi artisti), Lorenzo Marangoni (esperto in comunicazione), Beatrice De Baco, Anne Flore Maman (professoressa di origine francese), Claudio Bugati (insegnante) e Aldo Mariconda che si era candidato a sindaco 27 anni fa portando avanti una delle prime battaglie contro l’overtourism di cui si parlava già allora.

In lista c’è anche Stefano Varponi che porta a Baretta una fa-

Sono aperte le iscrizioni per i corsi dell’Its Academy meccatronico veneto per il biennio 20-22, che quest’anno offre 6 profili professionali suddivisi in 14 corsi in regione per un totale di 336 posti. Il termine ultimo per le iscrizioni è fissato per lunedì 20 luglio alle 12. Già dal giorno successivo una parte dei candidati, diluiti in più giorni per garantire il rispetto delle normative anti-contagio, sosterrà la prova attitudinale nella sede centrale di Vicenza.

A Mestre in particolare si conferma il corso per formare tecnici superiori per l’Automazione e i sistemi meccatronici, 24 i posti disponibili. Lezioni ed esercitazioni si terranno in prevalenza

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Separatismo? No, basta il decentramento IL TEMA-AUTONOMIA Baretta e Idea Comune respingono anche le perplessità sulla convivenza tra la componente separatista e le altre forze in coalizione, unioniste o quantomeno imparziali (linea tenuta dalla segreteria del Pd veneziano) sui temi referendari: «Il referendum è un capitolo superato e ora vogliamo capire come portare avanti questa necessità, nell’ambito di una città metropolitana che dovrà avere un sindaco democraticamente eletto.

Il primo passo è ricominciare a dare autonomia alle municipalità. Dobbiamo fare le cose passo dopo passo, altrimenti finisce che facciamo promesse che non possiamo mantenere». Il programma condiviso viene ricon-

dotto al federalismo: «Questo è un tema trasversale - aggiunge Bellati - che si traduce nel riportare il residente al centro del nostro progetto, con un’amministrazione vicina al cittadino, secondo il principio di sussidiarietà». E Baretta (che aveva già annunciato l’intenzione di prevedere due vicesindaci, uno per Mestre e uno per Venezia e isole, e su questa proposta trova entusiasta Idea Comune) si smarca dall’ipotesi di incompatibilità: «Io sono federalista da sempre e sono convinto che un buon federalismo aiuti tutta l’articolazione. Noi siamo tutti d’accordo nel volere l’elezione diretta in Città metropolitana, lo Statuto speciale e il massimo decentramento con un potenziamento delle municipalità, con attenzione a questi temi anche

Its, ultimi giorni utili per le iscrizioni SCUOLA

scia da sindaco di mezzo secolo fa, appartenuta a Giorgio Longo nel 1970: «Quando sarà il momento - scherza Baretta - dovrò farla riadattare alla mia circonferenza». Infine un commento su chi aveva iniziato il percorso con loro ma poi ha deciso di restare fuori dalla coalizione: «Con Terra e acqua abbiamo tanti progetti in comune - concludono Bellati e Suppiej -. Anche Sitran è un amico e se farà marcia indietro ci troverà. Noi speravamo in una lista unica e non è andata così. Ma questa competizione andrà al ballottaggio e ci ritroveremo tutti insieme al secondo turno».

Melody Fusaro

presso l’Istituto salesiano San Marco, con la collaborazione degli istituti tecnici del territorio. Il corso impartito, così come tutti quelli erogati dall’Its meccatronico, è in grado di inserire gli studenti nel contesto aziendale ancora prima del diploma grazie alla formazione di 2000 ore tenute per il 50% da docenti provenienti dalle imprese, di cui 1200 teorico-pratiche svolte in aula e laboratorio e 800 di tirocinio formativo in azienda, che porta i ragazzi a misurarsi con le dinamiche lavorative. Due inoltre saranno le nuove sedi che verranno aperte a Belluno e Conegliano dove verrà svolto lo stesso corso di Mestre. A Padova invece prende il via l’area digital con il corso di Cyber security specialist e Machine learning. I corsi post diploma professionalizzanti in area

meccatronica formano tecnici superiori, figure in questo momento molto richieste dalle aziende che non ne trovano in numero sufficiente: «Per i post diplomati appassionati di materie tecnologiche, di informatica, meccanica o elettronica la scelta di un corso biennale post diplo-

LAVORO SICURO Studenti del corso di meccatronica

in termini di bilancio. Non si parla di separazione o autonomia ma di un progetto di nuovo decentramento e nuovo federalismo, compatibile con l’esigenza di tenere insieme molte cose e di discutere seriamente di Città metropolitana, anche in ottica allargata a Padova e Treviso». Suppiej rivendica: «Venezia e Mestre hanno bisogno di attenzioni diverse. Pensavamo che la strada fosse separare i due percorsi ma oggi purtroppo è tramontata, complice anche la linea adottata da Zaia con la Regione. Ma guardiamo avanti perché non conta il nome, che sia separazione o autonomia, ma il concetto sostanziale. La risposta è nell’attenzione che dobbiamo dare, come politica, alle realtà locali». (M.Fus.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

ma garantisce un contatto privilegiato con il tessuto produttivo di aziende che basano il proprio sviluppo anche su tecnologie chiave come l’Intelligenza artificiale e l’internet delle cose», spiega Giorgio Spanevello, direttore dell’Its meccatronico. Tramite i corsi si acquisiscono competenze tecniche e trasversali come il lavoro di squadra e la risoluzione di problemi per rispondere alla richieste del sistema produttivo, il tasso di occupazione infatti sfiora il 100%. Tutti i corsi sono realizzati in collaborazione con il Miur, con il co-finanziamento della Regione e del Fondo sociale europeo. Gli studenti, al termine del biennio, sosterranno un esame di Stato per ottenere il diploma statale di tecnico superiore, V livello europeo Eqf. Bando e dettagli su corsi e sedi sul sito www.itsmeccatronico.it.

Francesca Catalano © RIPRODUZIONE RISERVATA

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di essere stati scelti dai militanti del Movimento 5 Stelle attraverso le primarie e che si presenteranno tutti nella sola circoscrizione di Venezia anche se la legge elettorale regionale consente le candidature multiple. Oltre al candidato presidente e consigliere uscente Enrico Cappelletti, in corsa per un seggio nel prossimo Consiglio regionale ci sono la giovane consigliera uscente Erika Baldin, 31 anni, di Chioggia, Dario Dedi, 23 anni, neolaureato in scienze politiche di Musile di Piave, Fabio Rossignoli, 54 anni, agente di commercio di Caorle, Manuela Calzavara, 55 anni, ex commerciante di Mirano, Flavio Baldan, 53 anni, consulente finanziario di Marcon, Tindaro Giuseppe Bigazza, 51 anni, impiegato di Scorzè e infine la consigliera comunale veneziana Elena La Rocca, 44 anni, che tenterò il salto da Ca’ Farsetti a palazzo Ferro Fini.

Il primo obiettivo dei candidati consiglieri pentastellati sarà quello di scavare una breccia nello “Zaiastan”, ovvero nel regno di Luca Zaia, come i “grillini” definiscono il Veneto contemporaneo, per imprimere un cambiamento netto negli indirizzi delle politiche regionali nella gestione della sanità, nelle politiche per il lavoro e per l’ambiente, nella viabilità. «Ci batteremo contro l’inceneritore di Fusina e a favore di un centro di riciclaggio che possa essere il più moderno del Veneto –

ha sottolineato ieri a Mestre il candidato presidente Enrico Cappelletti in occasione della presentazione ufficiale di tutti i candidati veneziani – e per ridurre quello stillicidio di giovani veneti, in gran parte laureati, che sono costretti ad emigrare all’estero. Un altro grave limite della Giunta uscente lo abbiamo visto con il nuovo Piano regionale dei trasporti dove per mancanza di risorse è sparito il progetto del sistema ferroviario metropolitano di superficie, mentre la Regione ha sperperato 82 milioni in prodotti derivati e il project financing della Pedemontana veneta divorerà 13 miliardi di euro». A sostenere i candidati regionali veneziani del Movimento 5 Stelle, ieri mattina all’hotel Plaza di Mestre sono intervenuti i parlamentari Federico D’Incà, attuale ministro per i rapporti con il parlamento, il deputato Alvise Maniero, ex sindaco di Mira, e le senatrici Orietta Vanin e Laura Bottici. «Durante l’epidemia da coronavirus abbiamo avuto il presidente Zaia imperante ovunque mentre la commissione regionale sulle Rsa si chiude senza avere indagato su cosa sia successo nelle case di riposo – ha osservato Erika Baldin – in una regione che vede la presenza di centri di potere che si sono perpetrati da decenni, ma dove i cittadini in questi anni si sono ritrovati con meno treni e meno autobus e dove i veneti che non hanno i soldi per pagare la sanità privata devono aspettare i tempi infiniti delle liste di attesa». In Veneto il Movimento 5 Stelle ha escluso qualsiasi possibilità di alleanza con il Pd regionale per divergenze sui candidati e sul programma, ma anche perché questa è stata l’indicazione espressa dalla maggioranza dei militanti. «Sulle principali battaglie che stiamo portando avanti abbiamo posizioni diverse da quelle del Pd regionale, dalle infrastrutture all’ambiente – spiega Cappelletti - e dunque in Veneto non ci sono le condizioni politiche per un’alleanza».

Paolo Guidone © RIPRODUZIONE RISERVATA

COMUNE E REGIONE La consigliera Elena La Rocca

TRA I CANDIDATI IN REGIONE LA CONSIGLIERA COMUNALE LA ROCCA. ERIKA BALDIN CERCA LA CONFERMA

Passaggi a Nordest, Tigani si candida con “Italia Viva” LA SCELTA A due anni esatti di distanza dalla nascita dell’associazione, il direttivo di Passaggi a Nord Est ha sostenuto la candidatura del presidente Stefano Tigani nella lista di Italia Viva alle prossime elezioni regionali. La decisione è maturata dopo che i vertici nazionali del partito fondato da Matteo Renzi hanno proposto a Tigani di prendere parte alla imminente competizione elettorale, offrendogli così la possibilità di ricoprire un ruolo istituzionale. Un’occasione che è stata salutata con favore dal direttivo di Passaggi a Nord Est e dagli stessi militanti veneziani di Italia Viva, che ve-

dono nella candidatura di Tigani un’opportunità per portare dentro le istituzioni regionali le proposte e le campagne del movimento. In due anni di vita, Passaggi a Nord Est si è fatta promotrice di diverse iniziative politiche e culturali. Due convegni e un disegno di legge contro la violenza alle donne, un convegno insieme ad Anci e l’appello ai candidati per la certificazione di sostenibilità ambientale delle città, la raccolta firme “Figli Costituenti” per inserire in Costituzione la tutela delle future generazioni e il principio di sostenibilità, la raccolta firme per la cittadinanza onoraria a Liliana Segre da parte del Comune di Venezia. (p.gui) © RIPRODUZIONE RISERVATA

10 Primo Piano

IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 19 Luglio 2020

IlVenetoelalottalavirus

2050 ILNUMEROTOTALE DELLEVITTIME

Le conseguenzedel cambiodel quadroepidemiologico

7

Ilnumerodeidecessiancheieri ècresciutodiunaunità.In ospedalesonodecedute1440 persone,610invecenelle struttureresidenzialiperanziani

IPAZIENTI RICOVERATI INTERAPIA INTENSIVA

Negliospedaliveneti,nellearee noncritiche,risultanoancora ricoverati129pazientiper coronavirus.Diquesti33sono ancorapositivialtampone

ILCASO. Dopola scopertaalcentro diaccoglienza di43 contagiati

Migranti positivi AJesolosaltano leprenotazioni Cristina Giacomuzzo

«Stanno piovendo disdette qui a Jesolo. Difficile, al momento, quantificare con precisione, ma sicuramente sono saltate dal 10 al 20 per cento delle prenotazioni. Adesso abbiamo avviato un’indagine. Stiamo valutando una richiesta di risarcimento per danni d’immagine nei confronti della Croce Rossa. Ma prima, dobbiamo capire per-

ché, improvvisamente, sono saltati fuori 43 contagiati in una struttura di accoglienza.

Vuol dire che qualcosa lì non ha funzionato nei protocolli.

Chi doveva farli? L’Ulss o la Croce Rossa? Stiamo analizzando. Poi, con il nostro ufficio legale, agiremo di conseguenza». Il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, esprime tutta la frustrazione dei commercianti e albergatori della zona: «È una fase durissima per il turismo. Nonostante

“

Quisistanno facendosacrifici perilrilancio Questecosenon devonoaccadere VALERIOZOGGIA SINDACODIJESOLO

tutto, qui stanno stringendo i denti e investendo soldi. Si sta facendo tutti fatica per rilanciare la località. E poi capitano queste cose: la notizia si sparge e la gente ha paura e cancella le prenotazioni. Il responsabile deve saltare fuori».

CENTRODIACCOGLIENZA. Suc-

cede che nei giorni scorsi uno degli ospiti del centro di accoglienza gestito dalla Croce Rossa viene ricoverato in ospedale per un intervento di routine ad un arto, e, come di prassi, al momento dell’ingresso effettua il tampone. Risultato? Positivo. Ed ecco che scatta il protocollo sanitario. I test vengono eseguiti a tutti gli altri migranti del centro di via Levantina. Il coronavirus ce l’hanno in 43 su oltre cento ospiti. E sono tutti

I positivi 543

Vicenza

298 296 466 52 67 100

Belluno Rovigo

asintomatici. Vengono isolati e venerdì vengono trasferiti a Cavarzere dove i residenti protestano non poco, anche ieri. «Prima di allora - denuncia Francesco Calzavara, consigliere regionale ed ex sindaco di Jesolo - questi immigrati hanno sempre girato liberamente per la città. La notizia dei positivi rappresenta un duro colpo per il settore già martoriato. Ogni albergo, in pochissimo tempo, ha ricevuto almeno una o due chiamate per annullare le prenotazioni. Il fatto è che i migranti ci sono ancora a Jesolo, nel centro di accoglienza che è proprio in zona turistica, nella palazzina fronte mare. Lì dentro ce ne sono ancora un’ottantina, tutti negativi.

Adesso il personale della Cri li sorveglia e fuori il questore ha messo le forze dell’ordine

391

94

Verona 418

1/7/2020 18/7/2020

In isolamento fiduciario 25 Padova 185 134 Treviso Venezia

L’EGO-HUB

Ilsindaco:«Disdette dal10al20%.Stiamovalutando di chiedere un risarcimento danni alla Croce Rossa» Eintantol’Ascompresentaun espostoin procura

Mille persone in più in quarantena

198

TOTALE 758

TOTALE 1722

57 117

a piantonare. Ma così non va». Da segnalare che sono in corso le ricerche di un migrante che pare sia riuscito a scappare e che potrebbe essere positivo.

ASCOM SUL PIEDE DI GUERRA.

Anche l’Ascom di Jesolo ha presentato un esposto in Procura. Spiega l’avvocato Alberto Teso, delegato di Jesolo Confcommercio: «Qualora venisse accertato che la gestione degli ospiti del centro della Cri sia quantomeno caratterizzata da leggerezza e scarsa professionalità, è evidente che delle gravissime conseguenze economiche che ne sono seguite dovrebbero rispondere i responsabili».

POSITIVI STRANIERI IN CASA DI RIPOSO. Quello di Jesolo è

il caso numericamente più importante ed emblematico di ciò che sta succedendo in Veneto: il Covid-19, ancora cattivo e forte, sta arrivando portato dall’estero. Sì, perché, come evidenziato dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie che nei giorni scorsi ha sequenziato i genomi, si tratta di un virus diverso da quello veneto che ha colpito qui durante il lockdown. E mentre la variante locale è diventata meno aggressiva, quella che arriva dall’estero, in particolare dai Balcani, è virulenta.

GLIALTRICASI. Di focolai por-

tati da stranieri ormai ne è pieno il Veneto tanto che è saltato in testa alla classifica nazionale come regione con il tasso di contagio più alto d’Italia. A Longarone un ope-

«Stiamo valutando lo screening prima che tornino al lavoro nelle Rsa» Assessore alla sanità, Manuela Lanzarin,ilVenetoèprimoinItalia per numero di contagi: se lo aspettava?

«La maggior parte sono focolai d’importazione. Cioè stranieri che ritornano in Veneto da paesi come per esempio la Serbia, la Romania e la Moldavia, dove il virus sta circolando ancora molto, e che al ritorno non hanno adottato tutte quelle misure di attenzione che noi mettiamo in pratica».

Lanzarin, dal 21 febbraio, quando è scoppiata l’emergenza Covid-19 in Veneto, è in prima linea all’unità di crisi di Marghera insieme al governatore Luca Zaia e al collega alla protezione civile, Gianpaolo Bottacin. A distanza di quasi 5 mesi, la fase acuta è lontana, il quadro epidemiologico è in evoluzione, ma il virus resta.

E il rischio anche.

Nel giro di poco più di due settimane la fotografia dei contagi è cambiata: prima la maggior partedei focolaiera “infamiglia“.

Sì, prima c’erano focolai minimi, con poche persone, intra-familiari. Oggi ci sono focolai con numeri alti, come a Jesolo nel centro di accoglienza della Croce Rossa. Ma c’è stato anche il caso delle badanti moldave tornate in bus, o quello del funerale di Padova della comunità del Came-

caccia del positivo, lo andiamo a scovare. Così controlliamo la situazione. Questo fa salire l’indice? Va bene. Francamente, poi, non so quanti tamponi facciano in Puglia o in Calabria o nelle altre regioni.

Ma è evidente che l’indice di contagio Rt si basa sulla capacità e il numero di tamponi che si fanno. E questo l’abbiamo fatto presente al ministro Speranza: serve cioè che il dato si possa paragonare con le altre regioni in base alla capacità di analisi. Non può servire solo per fare comunicazione, altrimenti si rischia di creare inutili e infondati allarmismi.

Quindi avete contestato il risultato?

ManuelaLanzarin, assessore allaSanità e alsociale delVeneto

run. Il quadro è cambiato completamente. Restano le procedure che continuano ad essere messe in atto e che funzionano bene. È vero: ci sono più focolai e sono aumentati i positivi. Ma questi, per fortuna, sono per la maggior parte asintomatici ed è sufficiente l’isolamento a domicilio e il monitoraggio continuo dei sintomi. Insomma, il sistema regge: individuiamo il contagiato, facciamo l’indagine epidemiologica a tappeto veloce e isoliamo. Un esempio? Nel focolaio della casa di riposo a Farra di Soligo abbiamo eseguito in un giorno e mezzo

300 tamponi.

Lasfidaveraèriuscireafermare i positivi alle frontiere. Il governatore,LucaZaia,chiedepiùcontrolli. Avete feedback dal governo?

Il problema è di politica nazionale rispetto le frontiere e i controlli per gli arrivi via mare, via aerea e via terra. In Friuli, a Trieste, per esempio, arrivano i pullman organizzati, addirittura pubblicizzati nei siti, dalla Serbia. E da lì si spostano anche in Veneto. È chiaro che la competenza non è delle Regioni, ma del governo che deve mettere in campo

tutte le misure per bloccarne la partenza. Il ministro della sanità, Roberto Speranza, ha emanato la lista dei Paesi dai quali non si può arrivare in Italia. Insomma, c’è attenzione. Ma così non basta. Si deve stringere di più altrimenti tutti gli sforzi messi in campo finora saranno nulli.

IlVeneto adesso è primo inItalia percontagi.E il dubbio c’è: è perché qui si fanno tanti più tamponichealtrove?

Il Veneto può vantare una capacità di analisi di tamponi che altri non hanno. Eppoi qui, va detto, andiamo alla

MERCATO AGROALIMENTARE.

A Padova, al Maap, il Mercato agroalimentare, il gestore di due bar e un altro dipendente sono risultati positivi e con sintomi. È scattato il protocollo sanitario che ha fatto mettere in isolamento i familiari e non solo: ieri sono stati eseguiti tamponi a 150 facchini. E tra oggi e domani toccherà anche agli altri dipendenti. Come scrive Il Mattino di Padova, a finire sul banco dei (presunti) imputati sono i camionisti che arrivano dall’Est. I dipendenti della struttura lo dichiarano: «Arrivano dai loro paesi dove non si fa nulla per non ammalarsi. Non usano la mascherina. E non vogliono indossarla neppure quando sono qui.

Se diciamo loro qualcosa si rischia la rissa». • © RIPRODUZIONERISERVATA

ILPD ALL’ATTACCO

L’INTERVISTA. L’assessoreLanzarinannuncia unulteriore potenziamento delleMicrobiologie

Boomdifocolaid’importazione Sanitari stranieri, test al rientro

ratore sanitario straniero, ritornato dal paese di origine, ha ripreso a lavorare nella casa di cura. Risultato? Era positivo. È scattato l’isolamento di tutta la struttura. A Treviso stessa dinamica, ma con due badanti e due anziani e relative famiglie. Alla fine 8 contagiati, compresi figli e nipotini. A Camposampiero, altra Rsa, uguale dinamica: tre operatori del Camerun avevano partecipato ad un funerale che si è svolto di recente e dove hanno contratto il virus. E da lì il Covid-19 ha camminato sulle gambe di quegli operatori sanitari che hanno infettato una infermiera e un ospite: la Rsa ha chiuso le visite ai familiari.

No assolutamente. Abbiamo solo fatto presente che il dato deve essere più sostenibile e confrontabile con le altre Regioni. Per noi non cambia nulla. Continuiamo a fare accurate indagini epidemiologiche con massicce campagne di tamponi e allarghiamo, a centri concentrici, la caccia al possibile contagiato. È inevitabile che se lo cerchi il positivo, alla fine, lo trovi e questo ti permette di isolarlo ed evitare il diffondersi del contagio.

Quello che emerge in questa fase è che il virus è arrivato dall’estero. Per tutelare le case di riposo, dove molti operatori sono stranieri, stiamo pensando a un piano.

Cioè?

Stiamo cercando di rispondere alle richieste che ci sono arrivate dalle sigle di rappresentanza, in particolare Uripa, per organizzare un programma di screening per riuscire a fare il tampone al sanitario

straniero andato all’estero prima del rientro in struttura con l’obiettivo di salvaguardare gli ospiti.

Gli aumenti di contagi, intanto, restano. C’è il rischio che qui in Venetoripartanole restrizioni?

No. La situazione al momento è completamente sotto controllo. Sappiamo dove sono i focolai e sono isolati.

Zottis e Pigozzo «Ilcontrollo dellestrutture spettaall’Ulss»

Sì, anche questi diventeranno fondamentali per intercettare in tempi veloci eventuali positivi, per esempio nei pronto soccorso o per altre categori e contestualmente continueremo nel potenziamento delle le 14 Microbiologie del Veneto: su questo c’è un piano di investimenti per aumentare la capacità e superare gli attuali 12 mila tamponi. Poi ci aggiungeremo il test rapido.

Ma la diagnosi la si ha solo e sempre con il test molecolare ossia col tampone. • CRI.GIA.

«Anziché lanciare accuse, chi governa la Regione dovrebbe pensare a garantire i controlli e a porre le condizioni per una vera prevenzione.

In piena stagione turistica era chiaro che andassero rafforzate le misure di sorveglianza per evitare complicazioni in un momento già abbastanza difficile». È quanto affermano i consiglieri del Partito Democratico Francesca Zottis e Bruno Pigozzo dopo quanto accaduto a Jesolo con il focolaio di migranti positivi al Covid 19 poi trasferiti a Cavarzere. «C’è chi “spara” sulla Croce Rossa dimenticando il ruolo attivo, fondamentale, che ha avuto durante il periodo dell’emergenza.

Per come è fatta quella struttura era facilmente prevedibile che scoppiasse un focolaio.

Non era quella la soluzione, come non lo è un trasferimento a Cavarzere: è solo un modo di lavarsene le mani. È invece indispensabile trovare strutture adeguate in cui inserire persone positive, migranti inclusi, adattandole alla situazione. La pandemia ha evidenziato l’importanza del volontariato che però non può certo sostituirsi alle istituzioni. La responsabilità della prevenzione e del controllo sanitario spetta alle Ulss: il Governo ha messo a disposizione delle Regioni le risorse per farlo». •

© RIPRODUZIONERISERVATA

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IlpresidenteZaiahapiùvolteannunciato che state elaborando il pianoantiCovid-19persettembreche metteràincampo«l’artiglieria pesante», testuali parole.

Qualinovità?

Il nuovo piano aumenta la capacità di indagine, di sorveglianza e di geo-localizzazione dei focolai con tutte le misure di isolamento previste. E potenzia anche la parte territoriale oltre a quella ospedaliera per essere pronti a tutte le eventualità. A questo, si unisce anche l’attenzione per gestire tutte le altre patologie stagionali legate a sintomi influenzali o respiratorie.

Dasettembreusereteancheitest veloci, con risposta in 7 minuti?

IL GIORNALE DI VICENZA

Cronaca 15

Domenica 19 Luglio 2020

LANOVITÀ. Dopoil lockdown ilsettore riparte infiera con“Voice”

VicenzaOroridà vocealsuofuturo tra stand e digitale

Ilprogramma

Gioielli,arteecultura ViOffèl’appuntamento deldopoCovidincittà

Ieg ospiterà dal 12 al 14 settembre oltre 300 imprese perrilanciareilmercatodell’oreficeriaedell’export conunformatintegratodipresenzeeevention-line Luisa Dissegna

Una sola lettera ma ricca di simbologia - la “V” di “Voice” - che ridarà giustappunto voce al futuro dell’oreficeria e della gioielleria dopo il lockdown, che ha segnato duramente anche il mondo delle esposizioni. Un simbolo grafico, che somiglia ad una spunta, voluto per sottolineare la nuova sfida di Ieg (Italian exhibition group) con VicenzaOro, di inversione della tendenza e riattivazione economica del comparto e del made in Italy. Parte, dunque, dal quartiere fieristico di Vicenza, dal 12 al 14 settembre,

il D-Day della ripresa che riunirà anche dal vivo, nei padiglioni, in città e sul web, le aziende e gli operatori orafi; nell’attesa della piena ripartenza con VicenzaOro January 2021. «“Voice”, acronimo di VicenzaOro international community event, è un evento che nasce dall’ascolto del mercato, degli espositori, delle istituzioni, dal coraggio delle aziende compatte e dalla loro volontà di riprendere l’attività fieristica e le relazioni con la community nazionale e internazionale - spiega Marco Carniello, direttore della divisione Jewellery & Fashion di Ieg -. Un appunta-

“

Unatregiorni finalmentedalvivo pertornareafare sentirelavoce delleaziende

MARCOCARNIELLO DIRETTOREJEWELLERYDIIEG

mento di tre giorni, finalmente dal vivo, per rilanciarne nel mondo l’attività economica e l’export; per tornare a far sentire la voce dell’Italia che è viva e continua a produrre bellezza».

“Voice” si presenta come un “summit” dove i protagonisti discuteranno lo stato delle imprese e le prossime sfide sui temi di sostenibilità, trend e design, innovazione e tecnologia. «I momenti istituzionali, i convegni, la formazione, il business matching si snoderanno su più aree del quartiere fieristico vicentino, con il cuore nel padiglione 7, e un’innovativa integrazione con sofisticati sistemi di regia televisiva e strumentazioni digitali consentirà la diretta online di tutti i talks e seminari, visibili anche in streaming sui social».

Ma VicenzaOro con “Voice” tornerà soprattutto ad essere un grande showroom dove le aziende presenteranno dal vivo le loro collezioni, le ultime tendenze di design e le inno-

Unevento organizzatodal “fuori salone”Vioff nell’edizione scorsa Unpassoindietro,per poter andareavanti. Daqui prende vitail tema delweekendViOff “Anew goldenway”, il “fuori fiera”diVicenzaOroche quest’annoèdedicato ad“una nuovaviadell’oro”. Il programmadelprimogrande eventodeldopo Covidnel cuoredellacittà èfitto: esposizionididesigner vicentini,conospiti esclusivi MatteoCibic eCletoMunari; eventiorganizzati daColdiretti, CnaeassociazionePigafetta 500.Ancoralibri, performance dibody painting.Da segnalare inoltrecheil festivalCittà impresasiterrà quest’anno in concomitanzacon “Voice” e Vioff.Econcerti,“Viva Verdi”,e ilconcorso MissProvincia, nonchéunospettacolo di teatroclassico all’Olimpico.

Nonmancherà il coinvolgimento dellevetrinedelcentroedegli esercizipubblici.Infine, la Fondazionestudi universitari di Vicenzaorganizzerà unciclodi incontricon docenti universitari sulletematichedibusinesspiù rilevantiper le aziendedel settore orafoegioielliero. «“Voice” eViOff sonoun’occasione unicaper trasmettereal mondo l’immagine diun’Italiachecontinua a produrre bellezzaeperconfermare il ruolo diIegcomemotore diun compartostrategicodel Madein Italy,edellacittà per la gioielleria mondiale,valorizzando le politiche territorialiedisettore all’insegna dell’arte,dellacultura, dell’ospitalitàedella competenza»spiegaMarco Carniello,direttore Jewellery& FashiondiIeg. © RIPRODUZIONERISERVATA

L’edizionedi VicenzaOroche si èsvoltaa gennaioscorso

vazioni delle lavorazioni. «Sono già oltre 300 - dalla manifattura orafa all’alta gioielleria, dal gioiello fashion agli orologi, e ancora le gemme, il packaging, la tecnologia - le aziende che hanno scelto di esporre. E sono molte le eccellenze che torneranno a Vicenza da tutti i distretti italiani e dall’estero - spiega Marco Carniello -. Mentre per i Paesi in difficoltà a raggiungere l’Italia sarà attivato il progetto “buyer virtual room” con incontri programmati dagli stessi espositori e buyer».

Per visitare la fiera in completa sicurezza, Ieg ha progettato un allestimento all’insegna dei protocolli in linea con la comunità fieristica

mondiale. «Gli stand avranno un look molto curato: un contesto elegante ed essenziale che non solo riduce doverosamente le spese dei nostri investitori ma capace di dare il benvenuto ai buyer che potranno partecipare in presenza all’evento» aggiunge il direttore della divisione Jewellery & Fashion di Ieg. «“Voice” - conclude Carniello - metterà a disposizione i suoi contenuti in streaming in tutto il mondo, soprattutto per quelle aree ancora impossibilitate a raggiungere l’Italia, portando nei mercati internazionali le collezioni e le innovazioni dei suoi espositori». •

sempre dai banchi dell’opposizione, fino a due anni fa. E intanto è scattata la scintilla con Lorenzoni e la “sua” Coalizione civica.

Dovigo sa bene che agguantare il seggio veneziano con “Il Veneto che vogliamo” è un’impresa molto difficile, ma per lei la chiave è un’altra: «Solo un colpo di fortuna potrebbe portarmi a diventare consigliera regionale, ma io questa sfida la accetto lo stesso con entusiasmo perché per me – spiega Dovigo – è un modo per portare avanti i temi e le battaglie a cui tengo». A partire dalla battaglia ambientalista, che nel capoluogo vicentino era stata in parte raccolta da una fetta del Movimento 5 stelle, ma

che dopo la sparizione dai radar del movimento in città è rimasta orfana di rappresentanza.

«Le mie priorità – prosegue la candidata – sono il cambiamento climatico e il consumo del suolo». Altro tema che sta a cuore a Dovigo è quello delle disuguaglianze sociali che «il Covid ha accentuato». Al governatore Luca Zaia Dovigo rimprovera una cosa: «È una persona pratica, che ha un grande consenso, ma non ha una visione del futuro». Mentre su Daniela Sbrollini, che si candida per Italia viva in contrapposizione a Lorenzoni, dice: «Credo e spero tolga volti più al centrodestra che a noi». •

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VERSOIL VOTO REGIONALE. L’ex consiglieracomunale diDs e La cittàrespira correrà con la lista“Il Venetoche vogliamo”

Dovigo si candida per difendere il clima «Hoaccettatoperportare avanti tutti i temi che mi stanno a cuore» Roberta Labruna

«Sapete quando ho conosciuto Valentina? Quarant’anni fa, durante un viaggio in Spagna: c’erano due macchine parcheggiate vicine targate Vicenza, la mia e la sua, entrambe con un adesivo sullo stop all’energia nucleare».

L’aneddoto lo racconta il presidente di Legambiente, Bru-

no Cazzola, che è una delle 147 persone che hanno firmato l’appello a candidarsi alla regionali rivolto a Valentina Dovigo. L’ex consigliera comunale ha risposto ufficialmente all’appello ieri, a parco Fornaci, con un «sì». E la sua candidatura nella lista “Il Veneto che vogliamo”, quella per capirci che fa riferimento diretto al candidato presidente del centrosinistra Arturo

Lorenzoni, ha una caratterizzazione precisa. Non a caso l’appello per la sua discesa in campo arriva da chi fa parte del mondo ambientalista, del mondo pacifista, da quello femminista.

Perché questa è, da sempre, la cifra di Valentina Dovigo: 61 anni, dipendente di Avepa, è stata presidente di Legambiente, è stata eletta a palazzo Trissino una prima volta nel 2003 come indipendente nella lista dei Ds, nel 2013 si è candidata a sindaco con “La città respira” e ha fatto la consigliera comunale,

ValentinaDovigodurantela presentazionedellasua candidatura

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30

PADOVA

DOMENICA 19 LUGLIO 2020 IL MATTINO

l’appello dei familiari

«Lasciateci incontrare i nostri anziani nuove regole nelle Rsa» I parenti dei ricoverati chiedono protocolli meno rigidi «Si sentono abbandonati, fateci stare insieme a loro» I familiari che hanno fatto l’appello

«I nostri genitori, figli e fratelli si sentono abbandonati, si stanno lasciando morire.

Non possiamo più vederli attraverso una vetrata, senza poterci prendere cura di loro e solamente mezzora a settimana. Restituiteceli». È l’appello dei familiari dei ricoverati nelle case di cura padovane, che ormai da febbraio non hanno nessun contatto fi-

sico con i loro parenti a causa delle norme di sicurezza stabilite per le residenze sanitarie assistenziali. Parliamo di pazienti non autosufficienti, anziani o disabili gravi, che ormai da 6 mesi hanno rapporti solamente con il personale, chiusi nelle proprie stanze e senza l’opportunità di poter incontrare i propri congiunti. I parenti possono

andare a trovarli solamente una volta a settimana e per mezz’ora, ma senza avvicinarsi e divisi da una finestra.

A farsi portavoce del disagio dei familiari è Antonino Pipitone, medico endocrinologo, ma anche politico attivo in città (fa parte dell’ala renziana della maggioranza): «Chiedono di poter tornare a vederli, di poter prendersi cu-

ra di loro, ovviamente rispettando le norme di sicurezza e sottoponendosi ai tamponi» spiega Pipitone. L’esperienza lombarda nelle case di cura ha irrigidito molto le istituzioni politiche, che di conseguenza hanno previsto protocolli severi per le visite dei parenti a tutela degli stessi ospiti. Ma i protocolli negli ospedali, dicono i parenti, sono di-

ventati meno rigidi. Senza considerare che nel frattempo sono stati liberalizzati anche gli spostamenti.

Un dramma della solitudine che si sta compiendo nel silenzio di molti, quello denunciato ieri. Non quello dei parenti però, che mettono nel loro mirino direttamente il presidente della Regione, Luca Zaia: «In Veneto ci sono

230mila anziani non autosufficienti, di cui 27 mila nelle Rsa. Quindi circa un milione di persone sono coinvolte in questa situazione» spiega Alberto Borin, esperto del terzo settore «e quindi non possono essere gettati nel dimenticatoio. Zaia deve ammorbidire le linee guida».

Proprio al presidente della Regione sono arrivate nelle ultime settimane centinaia di lettere da parte dei parenti dei pazienti, così come all’assessora regionale alla sanità, Manuela Lanzarin: «Non ci hanno mai risposto» sostengono i familiari dei degenti, «ma nel frattempo i nostri parenti si sentono abbandonati da noi e non dalle istituzioni che invece stanno prendendo decisioni sulla loro vita. È una sofferenza enorme per noi e per loro, quasi non ci riconoscono più. Vogliamo solamente poterli portare fuori dalle loro stanze per una passeggiata all’aperto, poterci parlare più volte al giorno e non solo una a settimana».

LUCA PREZIUSI © RIPRODUZIONE RISERVATA

la soluzione al caos park

Parcheggi all’ospedale Oltre 2 mila posti riservati ai dipendenti

E T A T S E QUESTA A N A I L A T I A T T U T È Vigili in azione nei parcheggi di via San Massimo

Comune di San Michele al Tagliamento

Oltre duemila posti auto riservati per i dipendenti dell’azienda ospedaliera-università di Padova, ed altri 1. 200 se ne potrebbero ancora aggiungere.

Un’ottima notizia per tutti coloro che da anni si battevano per questa causa: perché i posti auto all’interno dell’ospedale ci sono, ma pochissimi e riservati solo ad alcune categorie. Tutti gli altri si conquistano ogni giorno arrivando sul posto di lavoro anche con un’ora di anticipo, o prendendo i mezzi perché posti parcheggio non ce n’è. Ieri, finalmente, nel corso della trattativa sindacale in merito alle gratificazioni per il personale dopo l’emergenza Covid l’amministrazione ha finalmente accolto la richiesta per i posti auto.

Una novità accolta con favore da Alessandra Stivali di Fp Cgil Padova, Achille Pagliaro della Cisl Fp Padova e Luigi Spada di Uil Fpl. «Positivo» dicono i sindacalisti «che fin da subito, per chi, seguendo le dovute modalità, farà richiesta entro il 10 settembre, si rendano disponibili circa 80 posti auto presso l’Esu e in via San Massimo. Ma an-

cora più appetibile è il numero di stalli riservati: circa 2 mila ripartiti tra quelli in via Gattamelata (435), all’Orus (242), all’Esu (80), a S. Eufemia (30).

All’AcegasApsAmga di via Corrado ce ne sarebbero altri 200 di eventualmente attivabili, cui se ne aggiungono ben mille che potrebbero liberarsi tramite un’altra possibile convenzione alla Cittadella, zona Stanga, di ben 1000 posti. In questi ultimi due casi, al fine di renderli più fruibili, l’Azienda potrà attivare un servizio di bus navetta nei giorni feriali, con più corse giornaliere nelle fasce orarie di inizio e fine servizio.

E questo è un punto su cui avevamo insistito parecchio».

I sindacati avvisano però che per l’attivazione del servizio navetta si rende necessario modificare le attuali tariffe per i parcheggi gestiti dall’Azienda Ospedale-Università Padova, uniformando tutti gli abbonamenti dei dipendenti e convenzionati ai seguenti costi mensili: per il comparto si passa a 23 euro mensili, per la dirigenza saranno 36. — SILVIA QUARANTA

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DOMENICA 19 LUGLIO 2020 IL MATTINO

PADOVA

PadovaVia N. Tommaseo, 65/b Centralino049/80.83.411 Fax 049/80.70.067 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 049/82.85.611

Il sondaggio

La fiducia per Giordani vola al 70% ma a Padova per Zaia due voti su tre Il sindaco esce rafforzato dalla crisi del coronavirus e trascina il Pd: se si votasse oggi, sarebbe riconfermato

IL QUADRO

Secondo il 34,2% degli intervistati la qualità della vita è alta, mentre per il 55,3% è sufficiente. L’amministrazione è apprezzata, così come i progetti – dal nuovo ospedale al tram – che sta portando avanti: per un padovano su due i cambiamenti sono andati nella direzione giusta, opinione che non è condivisa dal 27,8% degli intervistati. Complessivamente, dopo le avversità del Covid, si guarda con ottimismo al futuro.

CONOSCENZA E FIDUCIA

La fiducia riposta dai padovani in Giordani arriva al 72,3%, (il 14,2 ne ha “molta”, il 58,1 “abbastanza” e solo il 7,4 “nessuna”), mentre quella nel suo ex vice Arturo Lorenzoni si ferma al 59,6%. Il sindaco piace molto ai giovani, con un gradimento che sfiora l’80% tra i 18 e i 34 anni, soprattutto studenti, mentre si ferma al 52, 8% tra i disoccupati. Gode del gra-

ELEZIONI IN VISTA

Sebbene i due politici si misuri-

LA FIDUCIA IN GIORDANI PER AREA SUBCOMUNALE Lei conosce Sergio Giordani?

E quanta fiducia ha in lui?

Centro Storico

71,8%

28,2%

Arcella-San Carlo-Pontevigodarzere

70,0%

30,0%

Brenta-Venezia-Mortise-Camin

66,8%

33,2%

Forcellini-Santa Croce-Sant’Osvaldo

71,5%

28,5%

Guizza-Bassanello-Voltabarozzo

78,5%

21,5%

Armistizio-Savonarola-Sacra Famiglia

74,7%

25,3%

Chiesanuova-Brusegana-Altichiero

73,4%

26,6%

Molta/Abbastanza fiducia

Margine di errore +/- 3,1%

Poca/Nessuna fiducia

CROMASIA

Un amministratore moderato ma solido. Che a tre anni dall’elezione gode della fiducia del 70% dei cittadini. È il profilo tracciato per Sergio Giordani dal sondaggio realizzato da YouTrend: secondo i dati raccolti, il sindaco civico, alla guida di una formazione di centrosinistra, è uscito addirittura rafforzato dall’epidemia e gode di grande stima in un Veneto completamente sedotto da Zaia, laddove gli stessi padovani tributano al governatore un gradimento di oltre il 90%.

dimento maggiore nel quartiere Guizza-Bassanello e Voltabarozzo, dove la fiducia nei suo confronti sfiora l’80%; segue la zona Armistizio -Savonarola-Sacra Famiglia con il 74,7%, mentre il minor credito gli viene tributato nella zona Brenta-Venezia-Mortise-Camin, ferma al 66, 8%.

Civismo e politiche moderate sono anche le armi che consentono a Giordani di incontrare favore all’esterno della coalizione di centrosinistra che lo ha portato a Palazzo Moroni: solo per il 10,4% degli intervistati, infatti, il sindaco è identificabile come una figura di sinistra, mentre per il 21, 8% è indipendente e per il 43,5 una figura moderata. Non solo: secondo il sondaggio, più di un elettore su due di partiti concorrenti (in base al voto espresso alle Europee 2019), ha fiducia nel primo cittadino: il 59,2% dei leghisti, il 55,7% degli elettori di Forza Italia e il 52,4 dei 5 Stelle. Giordani riscuote una popolarità estremamente trasversale, in cui l’unico vero elemento di contrapposizione è l’orientamento politico: essere elettori di centrodestra o del Movimento 5 Stelle è l’unica caratteristica che determina una popolarità di Giordani più bassa rispetto alla media, mentre sembra funzionare l’effetto traino sul Pd che alle Politiche in città avrebbe il sostegno del 33,3% degli elettori, tornando ad essere il primi partito al posto della Lega, che scenderebbe al 31,7%.

SCENARI: LE REGIONALI A PADOVA Mi può dire, se oggi fosse il giorno del voto e si dovesse eleggere il nuovo Presidente della Regione Veneto, per chi voterebbe?

62,2%

LUCA ZAIA

30,3%

ARTURO LORENZONI

6,4%

ENRICO CAPPELLETTI DANIELA SBROLLINI

0,4%

ALTRI

0,7%

INDECISI/ASTENUTI

28,2%

Margine di errore +/- 3,1%

«Lo schema civico è vincente La Lega non mi impensierisce» quello pubblicato da Sole24Ore due settimane fa, dove era finito al 99esimo posto tra i 105 sindaci italiani. Proprio per la mancanza di proporzione tra i due dati, Giordani preferisce mantenere e predicare equilibrio: «Alla gente interessano i fatti, e si interessa poco delle contorte diatribe e delle riflessioni sui massimi sistemi. Per i prossimi due anni dovremo concentrarci sulle cose da fare in una situazione

non semplice dopo il coronavirus» commenta il primo cittadino «ma penso comunque che questo sondaggio confermi come lo schema civico sia vincente e convincente. Anzi, mi pare abbia rafforzato anche le forze politiche più organizzate, che restano comunque importanti riferimenti».

E veniamo quindi ai partiti.

Perché per quanto Giordani si professi civico, attualmente sta trascinando a Palazzo Mo-

no su campi diversi, i padovani riconoscono a Giordani come a Zaia, un ruolo di leader.

Quest’ultimo tuttavia, con un giudizio positivo che sfiora il 91% (operato valutato “molto positivamente” per il 33,5% e abbastanza per il 57, 4%) gode di un apprezzamento tale da renderlo il favorito anche in città contro Lorenzoni nella sfida delle Regionali di settembre: stando alle intenzioni di voto finirebbe 62,2% a 30,3%.

Quelle che escono dal sondaggio sono indicazioni che potrebbero rivelarsi utili in vista di un futuro alle urne, con Padova chiamata a confermare la sua scelta tra due anni.

In questo scenario, infatti, i sondaggisti hanno invitato gli intervistati a immaginare una nuova sfida tra Massimo Bitonci e Sergio Giordani dopo la vittoria di quest’ultimo alle urne nel 2017: ipotesi che vedrebbe confermato il successo del sindaco in carica con il 65,7% delle preferenze e con il leghista fermo al 34,3%; peggio andrebbe invece alla Lega qualora opposto a Giordani ci fosse il senatore Andrea Ostellari che finirebbe per fermarsi al 27,2%.

Per quanto le Comunali del 2022 siano ancora lontane, si può dire quindi che la scelta di un candidato civico per amministrare Palazzo Moroni si sia rivelata vincente per il centrosinistra e che ad oggi Giordani sarebbe il favorito per una rielezione, e le opposizioni dovranno lavorare per trovare un candidato valido da opporgli. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

roni una forza di centrosinistra, che ha addirittura prodotto il candidato “anti Zaia” alla presidenza della Regione, l’ormai ex vicesindaco Arturo Lorenzoni: «Leggendo i dati emerge come a livello locale e comunale le intenzioni di voto si esprimano in maniera anche molto slegata dalle appartenenze nazionali, e anche da questo punto di vista un’impostazione civica penso sia apprezzata» chiude Sergio Giordani «la Lega non mi impensierisce, ma non perché la sottovaluti. È un partito che ha una sua popolarità, con leadership anche significative ad ogni livello, ma le partite Comunali sono tutta un’altra cosa rispetto a quelle nazionali o europee». —

il commento

«L’unica cosa che conta per me è continuare a lavorare per Padova ogni giorno, a partire dalle questioni che i cittadini vivono con più attenzione: sicurezza, tutela dell’ambiente, lotta all’inquinamento, qualità della vita nei quartieri, salute e opere strategiche». Il sindaco Giordani prova a snobbare il sondaggio di YouTrend che lo attesta attorno al 70% del gradimento in città, decisamente in controtendenza rispetto a

CROMASIA

Simonetta Zanetti

Il sindaco Sergio Giordani

Il governatore Luca Zaia

LUCA PREZIUSI

20

DOMENICA 19 LUGLIO 2020 IL MATTINO

PADOVA

PadovaVia N. Tommaseo, 65/b Centralino049/80.83.411 Fax 049/80.70.067 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 049/82.85.611

Il sondaggio

La fiducia per Giordani vola al 70% ma a Padova per Zaia due voti su tre Il sindaco esce rafforzato dalla crisi del coronavirus e trascina il Pd: se si votasse oggi, sarebbe riconfermato

IL QUADRO

Secondo il 34,2% degli intervistati la qualità della vita è alta, mentre per il 55,3% è sufficiente. L’amministrazione è apprezzata, così come i progetti – dal nuovo ospedale al tram – che sta portando avanti: per un padovano su due i cambiamenti sono andati nella direzione giusta, opinione che non è condivisa dal 27,8% degli intervistati. Complessivamente, dopo le avversità del Covid, si guarda con ottimismo al futuro.

CONOSCENZA E FIDUCIA

La fiducia riposta dai padovani in Giordani arriva al 72,3%, (il 14,2 ne ha “molta”, il 58,1 “abbastanza” e solo il 7,4 “nessuna”), mentre quella nel suo ex vice Arturo Lorenzoni si ferma al 59,6%. Il sindaco piace molto ai giovani, con un gradimento che sfiora l’80% tra i 18 e i 34 anni, soprattutto studenti, mentre si ferma al 52, 8% tra i disoccupati. Gode del gra-

ELEZIONI IN VISTA

Sebbene i due politici si misuri-

LA FIDUCIA IN GIORDANI PER AREA SUBCOMUNALE Lei conosce Sergio Giordani?

E quanta fiducia ha in lui?

Centro Storico

71,8%

28,2%

Arcella-San Carlo-Pontevigodarzere

70,0%

30,0%

Brenta-Venezia-Mortise-Camin

66,8%

33,2%

Forcellini-Santa Croce-Sant’Osvaldo

71,5%

28,5%

Guizza-Bassanello-Voltabarozzo

78,5%

21,5%

Armistizio-Savonarola-Sacra Famiglia

74,7%

25,3%

Chiesanuova-Brusegana-Altichiero

73,4%

26,6%

Molta/Abbastanza fiducia

Margine di errore +/- 3,1%

Poca/Nessuna fiducia

CROMASIA

Un amministratore moderato ma solido. Che a tre anni dall’elezione gode della fiducia del 70% dei cittadini. È il profilo tracciato per Sergio Giordani dal sondaggio realizzato da YouTrend: secondo i dati raccolti, il sindaco civico, alla guida di una formazione di centrosinistra, è uscito addirittura rafforzato dall’epidemia e gode di grande stima in un Veneto completamente sedotto da Zaia, laddove gli stessi padovani tributano al governatore un gradimento di oltre il 90%.

dimento maggiore nel quartiere Guizza-Bassanello e Voltabarozzo, dove la fiducia nei suo confronti sfiora l’80%; segue la zona Armistizio -Savonarola-Sacra Famiglia con il 74,7%, mentre il minor credito gli viene tributato nella zona Brenta-Venezia-Mortise-Camin, ferma al 66, 8%.

Civismo e politiche moderate sono anche le armi che consentono a Giordani di incontrare favore all’esterno della coalizione di centrosinistra che lo ha portato a Palazzo Moroni: solo per il 10,4% degli intervistati, infatti, il sindaco è identificabile come una figura di sinistra, mentre per il 21, 8% è indipendente e per il 43,5 una figura moderata. Non solo: secondo il sondaggio, più di un elettore su due di partiti concorrenti (in base al voto espresso alle Europee 2019), ha fiducia nel primo cittadino: il 59,2% dei leghisti, il 55,7% degli elettori di Forza Italia e il 52,4 dei 5 Stelle. Giordani riscuote una popolarità estremamente trasversale, in cui l’unico vero elemento di contrapposizione è l’orientamento politico: essere elettori di centrodestra o del Movimento 5 Stelle è l’unica caratteristica che determina una popolarità di Giordani più bassa rispetto alla media, mentre sembra funzionare l’effetto traino sul Pd che alle Politiche in città avrebbe il sostegno del 33,3% degli elettori, tornando ad essere il primi partito al posto della Lega, che scenderebbe al 31,7%.

SCENARI: LE REGIONALI A PADOVA Mi può dire, se oggi fosse il giorno del voto e si dovesse eleggere il nuovo Presidente della Regione Veneto, per chi voterebbe?

62,2%

LUCA ZAIA

30,3%

ARTURO LORENZONI

6,4%

ENRICO CAPPELLETTI DANIELA SBROLLINI

0,4%

ALTRI

0,7%

INDECISI/ASTENUTI

28,2%

Margine di errore +/- 3,1%

«Lo schema civico è vincente La Lega non mi impensierisce» quello pubblicato da Sole24Ore due settimane fa, dove era finito al 99esimo posto tra i 105 sindaci italiani. Proprio per la mancanza di proporzione tra i due dati, Giordani preferisce mantenere e predicare equilibrio: «Alla gente interessano i fatti, e si interessa poco delle contorte diatribe e delle riflessioni sui massimi sistemi. Per i prossimi due anni dovremo concentrarci sulle cose da fare in una situazione

non semplice dopo il coronavirus» commenta il primo cittadino «ma penso comunque che questo sondaggio confermi come lo schema civico sia vincente e convincente. Anzi, mi pare abbia rafforzato anche le forze politiche più organizzate, che restano comunque importanti riferimenti».

E veniamo quindi ai partiti.

Perché per quanto Giordani si professi civico, attualmente sta trascinando a Palazzo Mo-

no su campi diversi, i padovani riconoscono a Giordani come a Zaia, un ruolo di leader.

Quest’ultimo tuttavia, con un giudizio positivo che sfiora il 91% (operato valutato “molto positivamente” per il 33,5% e abbastanza per il 57, 4%) gode di un apprezzamento tale da renderlo il favorito anche in città contro Lorenzoni nella sfida delle Regionali di settembre: stando alle intenzioni di voto finirebbe 62,2% a 30,3%.

Quelle che escono dal sondaggio sono indicazioni che potrebbero rivelarsi utili in vista di un futuro alle urne, con Padova chiamata a confermare la sua scelta tra due anni.

In questo scenario, infatti, i sondaggisti hanno invitato gli intervistati a immaginare una nuova sfida tra Massimo Bitonci e Sergio Giordani dopo la vittoria di quest’ultimo alle urne nel 2017: ipotesi che vedrebbe confermato il successo del sindaco in carica con il 65,7% delle preferenze e con il leghista fermo al 34,3%; peggio andrebbe invece alla Lega qualora opposto a Giordani ci fosse il senatore Andrea Ostellari che finirebbe per fermarsi al 27,2%.

Per quanto le Comunali del 2022 siano ancora lontane, si può dire quindi che la scelta di un candidato civico per amministrare Palazzo Moroni si sia rivelata vincente per il centrosinistra e che ad oggi Giordani sarebbe il favorito per una rielezione, e le opposizioni dovranno lavorare per trovare un candidato valido da opporgli. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

roni una forza di centrosinistra, che ha addirittura prodotto il candidato “anti Zaia” alla presidenza della Regione, l’ormai ex vicesindaco Arturo Lorenzoni: «Leggendo i dati emerge come a livello locale e comunale le intenzioni di voto si esprimano in maniera anche molto slegata dalle appartenenze nazionali, e anche da questo punto di vista un’impostazione civica penso sia apprezzata» chiude Sergio Giordani «la Lega non mi impensierisce, ma non perché la sottovaluti. È un partito che ha una sua popolarità, con leadership anche significative ad ogni livello, ma le partite Comunali sono tutta un’altra cosa rispetto a quelle nazionali o europee». —

il commento

«L’unica cosa che conta per me è continuare a lavorare per Padova ogni giorno, a partire dalle questioni che i cittadini vivono con più attenzione: sicurezza, tutela dell’ambiente, lotta all’inquinamento, qualità della vita nei quartieri, salute e opere strategiche». Il sindaco Giordani prova a snobbare il sondaggio di YouTrend che lo attesta attorno al 70% del gradimento in città, decisamente in controtendenza rispetto a

CROMASIA

Simonetta Zanetti

Il sindaco Sergio Giordani

Il governatore Luca Zaia

LUCA PREZIUSI

MESTRE

DOMENICA 19 LUGLIO 2020 LA NUOVA

la polemica

«Rinvio farsa per la terza linea dell’inceneritore di Fusina» Fronte ambientalista e municipalità di Marghera restano contro il progetto «Non basta rinviare la decisione sui fanghi Pfas, bisogna azzerare tutto» Alla Municipalità di Marghera e al fronte ambientalista che contestano fin dalla sua presentazione il progetto di Veritas per il potenziamento dell’inceneritore di rifiuti a Fusina, non basta la decisione del “tavolo tecnico” della Regione Veneto e del ministero dell’Ambiente che di fatto da il via libera finale solo a due delle tre linee previste. E tornano a chiedere l’azzeramento dell’intero progetto.

L’assessore regionale Giampalo Bottacin e il ministro Ser-

gio Costa a hanno concordato sul via libera per le sole due linee “convenzionali” dell’inceneritore per bruciare (e recuperare energia) dal Css (rifiuti non riciclabili) e residui legnosi, scorporando, per il momento, la prevista terza linea, quella relativa al trattamento dei fanghi di depurazione urbana potenzialmente contaminati dai Pfas. «Come previsto il tavolo tra Regione e Ministero è stato una farsa», dice senza mezzi termini un comunicato con-

L’impianto di produzione di Css e l’inceneritore di Veritas a Fusina

elezioni regionali

giunto delle venti associazioni e comitati che da mesi contestato il progetto di Veritas che ha il pieno sostegno dal Comune, «La sospensione della linea fanghi non è sufficiente, anzi è un trucco per aggirare la procedura nazionale di valutazione dell’impatto ambientale (Via). Il progetto è comunque sbagliato e pericoloso, deve essere ritirato».

«Di fatto, sia per la Giunta Zaia, sia per il Ministro Costa questa è stata solo una mossa per dimostrare apertura nei confronti delle preoccupazioni e delle istanze dei cittadini, senza però affrontare la sostanza del problema di un’opera, come l’inceneritore, che mette a repentaglio la salute dei cittadini e dell’ambiente», aggiungono i comitati annunciando una grande manifestazione in autunno e invitando tutti i cittadini d ad esporre dai balconi delle lenzuola con la scritta “Andrà tutto in fumo – no Inceneritore Fusina”. Sulla stessa lunghezza d’onda la Municipalità di Marghera, con il presidente Gianfranco Bettin.

l’appello dello spi-cgil

M5S, ecco i candidati La Rocca sarà capolista Si ricandida anche Baldin e c’è l’ex commerciante Calzavara Per le Comunali tutto in alto mare. «In attesa di indicazioni» Anziani a passeggio con le badanti

«Gli ultra ottantenni sono quasi 350 mila Non lasciamoli soli»

I candidati veneziani al Consiglio regionale del Movimento Cinque Stelle

Si entra nel vivo della campagna elettorale per le elezioni locali e anche il Movimento 5 Stelle svela chi prenderà parte alla contesa. Mentre resta in alto mare la scelta della squadra per le comunali veneziane - e soprattutto il nome del candidato a sindaco - ieri i pentastellati hanno presentato i candidati che correranno per il consiglio regionale nella circoscrizione di Venezia. Sarà la terza volta che il M5S presenta le proprie liste in Veneto, come ha ricordato il ministro Federico D’Incà: «Ormai siamo una realtà consolidata», ha detto, «che da anni dimostra vicinanza ai veneti su molte questioni, soprattutto quella ambientale». Nell’elenco dei candidati, scelti e votati dagli iscritti al Movimento, saltano subito all’occhio due “big”: la consigliera regionale uscente Erika

Baldin e la consigliera comunale di Venezia Elena La Rocca, che sarà capolista. «Il Veneto non deve diventare il reame di Zaia», ha attaccato Baldin, «La Lega ha lasciato indietro quelli che considera “cittadini di serie B”: chi vive in periferia, i disabili, chi non può permettersi una visita privata. Una Regione migliore esiste ed è possibile». «Siamo giovani ma non inesperti», ha rincarato la dose La Rocca, «Io sogno un Veneto a impatto zero dove sviluppo, salute e ambiente vadano a braccetto». Gli altri candidati sono volti nuovi provenienti da tutta la provincia: il classe ’97 Dario Dedi di Musile di Piave, Fabio Rossignoli di Caorle, agente di commercio, Manuela Calzavara di Mirano, ex commerciante legata al volontariato, Flavio Baldan di Marcon, consulente finanziario, e

FOTO PÒRCILE

Tindaro Bisazza di Scorzè, impiegato. Li ha presentati il candidato presidente del M5S Enrico Cappelletti, che ha toccato alcuni punti centrali del suo programma: opere pubbliche («La Pedemontana una scelta scellerata, ci costa come 50 ospedali»), ambiente («Nostro consumo di suolo il doppio della media nazionale»), sanità («Con Zaia perso il 25% di posti letto, siamo tra le Regioni che spendono di più nel privato»). Presenti anche le senatrici Orietta Vanin e Laura Bottici. E per Venezia? Prima del Covid era imminente la votazione su Rousseau tra i due candidati sindaci Visman e Grigoletto, ora è tutto fermo. I 5 Stelle allargano le braccia: «Attendiamo indicazioni da Roma, è già tardi ma non possiamo fare altrimenti». — C.R.

«Se nel 1982 nel territorio Veneziano c’erano 59 anziani ogni 100 giovani, oggi questo rapporto si è ribaltato con 244 anziani ogni 100 giovani e in numero di ottantenni passato dai poco più di 16.000 ai quasi 65.000 attuali». Con questa premessa di dati dell’Istat, il segretario generale Metropolitano del sindacato dei pensionati Spi-Cgil, Daniele Tronco, lancia un appello alle istituzioni locali e nazionali: «Sul-

la necessità di una profonda modifica che riguardi soprattutto le politiche fiscali, gli interventi di Welfare e i servizi mirati a una fascia di popolazione sempre più anziana e in difficoltà che non va lasciata sola». Secondo gli ultimi dati diffusi in questi giorni dall’Istat, rielaborati dallo Spi-Cgil, nel Veneto gli anziani over 80 sfiorano ormai quota 350 mila (di cui il 64% donne), fotografia di un territorio con una

in via castellana

Un pugnale in borsetta Ventenne denunciata Si aggirava insieme ad alcuni tunisini nei pressi di via Castellana quando è stata fermata dai vigili urbani per un controllo.

La ragazza, una 22 enne mestrina, aveva nella borsetta un pugnale ed è stata denunciata per porto abusivo di arma da taglio.

Gli agenti della polizia municipale stavano svolgendo un servizio serale nelle strade del centro di Mestre quando, in via Ca-

Il pugnale sequestrato

31

«Quella che viene presentata come la valutazione di un organo “tecnico”, con il via libera alle prime due linee del nuovo inceneritore di Fusina», dice Bettin,«non è invece altro che il frutto di una decisione politica assunta dall’assessore regionale Bottacin e dal ministro per l’ambiente Costa. Si tratta di una forzatura rispetto alle richieste di associazioni, comitati, Municipalità di Marghera, ma anche rispetto a quanto sostengono parti della stessa maggioranza parlamentare e di Governo». «E’ evidente la volontà soprattutto della Regione Veneto e del Comune di Venezia di chiudere in fretta la partita, mettendo tutti di fronte al fatto compiuto», conclude Bettin, «La stessa dilazione della decisione sull’impianto per i fanghi era di fatto già prevista fin dall’inizio, avendo una tempistica diversa. Si procede, dunque, sulla strada sbagliata, la più regressiva e impattante sulla salute e sull’ambiente». — G.FAV. © RIPRODUZIONE RISERVATA

popolazione sempre più vecchia associata a un crollo delle nascite e a una diminuzione di abitanti. «Ormai non si può più ignorare questa situazione», commenta Renato Bressan, della Segreteria regionale dello Spi Cgil del Veneto, «la pandemia ci ha dimostrato chiaramente che non abbiamo ancora preso coscienza di quanto siano cambiati i tempi, con una inversione demografica che non può più essere ignorata. Agli inizi degli anni 90 abbiamo assistito ad una marcatissima inversione dell’indice di invecchiamento». Va ricordato– aggiunge Tronco– che i lavoratori, gli anziani e i pensionati sono i soggetti primi da cui gli Enti pubblici dello Stato, a partire dai Comuni, ricavano le proprie entrate.

Per questo serve una vera svolta nel recuperare le ingenti risorse rappresentate da imposte non pagate alle quali si aggiungono altri 11 miliardi di contributi previdenziali non versati. «E’ necessario ristabilire al più presto la legalità e la giustizia fiscale, abbassando le tasse per reintrodurre il principio della giustizia fiscale, al fine di abbassare le tasse soprattutto alle fasce più deboli e indifese, nonché incentivare la ripresa del lavoro». —

stellana, hanno notato la giovane che si accompagnava ad alcuni tunisini.

All’interno della borsetta, la ragazza aveva un pugnale che, probabilmente, le avevano passato i suoi stessi compagni di serata sperando di non dare nell’occhio.

In Riviera XX settembre, sempre nel corso di venerdì sera, i vigili urbani hanno sequestrato la marijuana che alcuni ragazzi, alla vista degli agenti, avevano fatto cadere a terra. A fiutarla, davanti all’ingresso di un locale aperto da poche settimane ma già meta serale dei ragazzi, sono stati i cani antidroga della polizia municipale. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

MESTRE

DOMENICA 19 LUGLIO 2020 LA NUOVA

la polemica

«Rinvio farsa per la terza linea dell’inceneritore di Fusina» Fronte ambientalista e municipalità di Marghera restano contro il progetto «Non basta rinviare la decisione sui fanghi Pfas, bisogna azzerare tutto» Alla Municipalità di Marghera e al fronte ambientalista che contestano fin dalla sua presentazione il progetto di Veritas per il potenziamento dell’inceneritore di rifiuti a Fusina, non basta la decisione del “tavolo tecnico” della Regione Veneto e del ministero dell’Ambiente che di fatto da il via libera finale solo a due delle tre linee previste. E tornano a chiedere l’azzeramento dell’intero progetto.

L’assessore regionale Giampalo Bottacin e il ministro Ser-

gio Costa a hanno concordato sul via libera per le sole due linee “convenzionali” dell’inceneritore per bruciare (e recuperare energia) dal Css (rifiuti non riciclabili) e residui legnosi, scorporando, per il momento, la prevista terza linea, quella relativa al trattamento dei fanghi di depurazione urbana potenzialmente contaminati dai Pfas. «Come previsto il tavolo tra Regione e Ministero è stato una farsa», dice senza mezzi termini un comunicato con-

L’impianto di produzione di Css e l’inceneritore di Veritas a Fusina

elezioni regionali

giunto delle venti associazioni e comitati che da mesi contestato il progetto di Veritas che ha il pieno sostegno dal Comune, «La sospensione della linea fanghi non è sufficiente, anzi è un trucco per aggirare la procedura nazionale di valutazione dell’impatto ambientale (Via). Il progetto è comunque sbagliato e pericoloso, deve essere ritirato».

«Di fatto, sia per la Giunta Zaia, sia per il Ministro Costa questa è stata solo una mossa per dimostrare apertura nei confronti delle preoccupazioni e delle istanze dei cittadini, senza però affrontare la sostanza del problema di un’opera, come l’inceneritore, che mette a repentaglio la salute dei cittadini e dell’ambiente», aggiungono i comitati annunciando una grande manifestazione in autunno e invitando tutti i cittadini d ad esporre dai balconi delle lenzuola con la scritta “Andrà tutto in fumo – no Inceneritore Fusina”. Sulla stessa lunghezza d’onda la Municipalità di Marghera, con il presidente Gianfranco Bettin.

l’appello dello spi-cgil

M5S, ecco i candidati La Rocca sarà capolista Si ricandida anche Baldin e c’è l’ex commerciante Calzavara Per le Comunali tutto in alto mare. «In attesa di indicazioni» Anziani a passeggio con le badanti

«Gli ultra ottantenni sono quasi 350 mila Non lasciamoli soli»

I candidati veneziani al Consiglio regionale del Movimento Cinque Stelle

Si entra nel vivo della campagna elettorale per le elezioni locali e anche il Movimento 5 Stelle svela chi prenderà parte alla contesa. Mentre resta in alto mare la scelta della squadra per le comunali veneziane - e soprattutto il nome del candidato a sindaco - ieri i pentastellati hanno presentato i candidati che correranno per il consiglio regionale nella circoscrizione di Venezia. Sarà la terza volta che il M5S presenta le proprie liste in Veneto, come ha ricordato il ministro Federico D’Incà: «Ormai siamo una realtà consolidata», ha detto, «che da anni dimostra vicinanza ai veneti su molte questioni, soprattutto quella ambientale». Nell’elenco dei candidati, scelti e votati dagli iscritti al Movimento, saltano subito all’occhio due “big”: la consigliera regionale uscente Erika

Baldin e la consigliera comunale di Venezia Elena La Rocca, che sarà capolista. «Il Veneto non deve diventare il reame di Zaia», ha attaccato Baldin, «La Lega ha lasciato indietro quelli che considera “cittadini di serie B”: chi vive in periferia, i disabili, chi non può permettersi una visita privata. Una Regione migliore esiste ed è possibile». «Siamo giovani ma non inesperti», ha rincarato la dose La Rocca, «Io sogno un Veneto a impatto zero dove sviluppo, salute e ambiente vadano a braccetto». Gli altri candidati sono volti nuovi provenienti da tutta la provincia: il classe ’97 Dario Dedi di Musile di Piave, Fabio Rossignoli di Caorle, agente di commercio, Manuela Calzavara di Mirano, ex commerciante legata al volontariato, Flavio Baldan di Marcon, consulente finanziario, e

FOTO PÒRCILE

Tindaro Bisazza di Scorzè, impiegato. Li ha presentati il candidato presidente del M5S Enrico Cappelletti, che ha toccato alcuni punti centrali del suo programma: opere pubbliche («La Pedemontana una scelta scellerata, ci costa come 50 ospedali»), ambiente («Nostro consumo di suolo il doppio della media nazionale»), sanità («Con Zaia perso il 25% di posti letto, siamo tra le Regioni che spendono di più nel privato»). Presenti anche le senatrici Orietta Vanin e Laura Bottici. E per Venezia? Prima del Covid era imminente la votazione su Rousseau tra i due candidati sindaci Visman e Grigoletto, ora è tutto fermo. I 5 Stelle allargano le braccia: «Attendiamo indicazioni da Roma, è già tardi ma non possiamo fare altrimenti». — C.R.

«Se nel 1982 nel territorio Veneziano c’erano 59 anziani ogni 100 giovani, oggi questo rapporto si è ribaltato con 244 anziani ogni 100 giovani e in numero di ottantenni passato dai poco più di 16.000 ai quasi 65.000 attuali». Con questa premessa di dati dell’Istat, il segretario generale Metropolitano del sindacato dei pensionati Spi-Cgil, Daniele Tronco, lancia un appello alle istituzioni locali e nazionali: «Sul-

la necessità di una profonda modifica che riguardi soprattutto le politiche fiscali, gli interventi di Welfare e i servizi mirati a una fascia di popolazione sempre più anziana e in difficoltà che non va lasciata sola». Secondo gli ultimi dati diffusi in questi giorni dall’Istat, rielaborati dallo Spi-Cgil, nel Veneto gli anziani over 80 sfiorano ormai quota 350 mila (di cui il 64% donne), fotografia di un territorio con una

in via castellana

Un pugnale in borsetta Ventenne denunciata Si aggirava insieme ad alcuni tunisini nei pressi di via Castellana quando è stata fermata dai vigili urbani per un controllo.

La ragazza, una 22 enne mestrina, aveva nella borsetta un pugnale ed è stata denunciata per porto abusivo di arma da taglio.

Gli agenti della polizia municipale stavano svolgendo un servizio serale nelle strade del centro di Mestre quando, in via Ca-

Il pugnale sequestrato

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«Quella che viene presentata come la valutazione di un organo “tecnico”, con il via libera alle prime due linee del nuovo inceneritore di Fusina», dice Bettin,«non è invece altro che il frutto di una decisione politica assunta dall’assessore regionale Bottacin e dal ministro per l’ambiente Costa. Si tratta di una forzatura rispetto alle richieste di associazioni, comitati, Municipalità di Marghera, ma anche rispetto a quanto sostengono parti della stessa maggioranza parlamentare e di Governo». «E’ evidente la volontà soprattutto della Regione Veneto e del Comune di Venezia di chiudere in fretta la partita, mettendo tutti di fronte al fatto compiuto», conclude Bettin, «La stessa dilazione della decisione sull’impianto per i fanghi era di fatto già prevista fin dall’inizio, avendo una tempistica diversa. Si procede, dunque, sulla strada sbagliata, la più regressiva e impattante sulla salute e sull’ambiente». — G.FAV. © RIPRODUZIONE RISERVATA

popolazione sempre più vecchia associata a un crollo delle nascite e a una diminuzione di abitanti. «Ormai non si può più ignorare questa situazione», commenta Renato Bressan, della Segreteria regionale dello Spi Cgil del Veneto, «la pandemia ci ha dimostrato chiaramente che non abbiamo ancora preso coscienza di quanto siano cambiati i tempi, con una inversione demografica che non può più essere ignorata. Agli inizi degli anni 90 abbiamo assistito ad una marcatissima inversione dell’indice di invecchiamento». Va ricordato– aggiunge Tronco– che i lavoratori, gli anziani e i pensionati sono i soggetti primi da cui gli Enti pubblici dello Stato, a partire dai Comuni, ricavano le proprie entrate.

Per questo serve una vera svolta nel recuperare le ingenti risorse rappresentate da imposte non pagate alle quali si aggiungono altri 11 miliardi di contributi previdenziali non versati. «E’ necessario ristabilire al più presto la legalità e la giustizia fiscale, abbassando le tasse per reintrodurre il principio della giustizia fiscale, al fine di abbassare le tasse soprattutto alle fasce più deboli e indifese, nonché incentivare la ripresa del lavoro». —

stellana, hanno notato la giovane che si accompagnava ad alcuni tunisini.

All’interno della borsetta, la ragazza aveva un pugnale che, probabilmente, le avevano passato i suoi stessi compagni di serata sperando di non dare nell’occhio.

In Riviera XX settembre, sempre nel corso di venerdì sera, i vigili urbani hanno sequestrato la marijuana che alcuni ragazzi, alla vista degli agenti, avevano fatto cadere a terra. A fiutarla, davanti all’ingresso di un locale aperto da poche settimane ma già meta serale dei ragazzi, sono stati i cani antidroga della polizia municipale. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

TREVISO

DOMENICA 19 LUGLIO 2020 LA TRIBUNA

politica

«Luca Zaia sta smantellando la sanità pubblica per la privata» Regionali, scendono in campo i candidati trevigiani del Partito democratico Il segretario Zorzi: «Il governatore? Alla Marca solo Prosecco e Pedemontana» Una sfida difficile – impossibile secondo molti – quella che ieri è stata lanciata da Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito democratico, presentando i nove candidati trevigiani alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre.

«Sappiamo che è una partita difficile, ma sappiamo anche che un Veneto diverso e migliore è possibile», ha detto Zorzi in conferenza stampa nella sede provinciale del Pd di via Castagnole, «In questi giorni di preparazione della campagna elettorale mi sono chiesto cosa abbia fatto il governatore Luca Zaia per la provincia di Treviso in questi anni.

Ha fatto mettere un bollino sulle colline del Prosecco, ha dato un cantiere mangia soldi come quello della Pedemontana e ha trascorso il tempo a scaricare responsabilità sul governo per ogni problema, dal Covid all’autonomia».

Cinque stelle. Zaia voleva passare al modello Lombardo, che abbiamo visto come ha reagito all’emergenza del Covid-19. Nel 2013 la Regione Veneto ha tagliato posti letto, nel 2019 ne ha tagliati altri; e ha continuato a farlo in piena emergenza coronavirus. Due mesi fa infatti ha chiuso un reparto di lungodegenza, in quel di Noale». — FEDERICO CIPOLLA © RIPRODUZIONE RISERVATA

l’iniziativa

IL COVID

I candidati trevigiani del Pd alle elezioni regionali

A guidare la pattuglia trevigiana come capolista sarà il consigliere regionale uscente Andrea Zanoni, poi ci sono Luciana Fastro, consigliere a Pederobba e presidente dell’assemblea provinciale del Pd; Claudio Beltramello, consigliere a Castelfranco; Aiman Me-

i ritardi nei cantieri

Pd e lista Manildo «Zampese senza alibi Il nulla dopo i proclami» «Zampese prova a nascondere l’inerzia sua e di tutta la giunta Conte, ma non ci riesce. Ed è inutile invocare il Covid-19 o la burocrazia».

Le opposizioni di centrosinistra replicano alla difesa dell’assessore ai Lavori pubblici, finito sulla graticola anche nel suo partito (ma difeso da Conte) per i ritardi dei cantieri, e per il fatto che non siano stati ultimate le opere impostate dalla giunta Manildo, e nemmeno quella annunciate dalla Lega per la nuova

la campagna elettorale.

«Tornado della riviera del Brenta, siccità del 2017, tempesta Vaja nel 2018, l’acqua granda di Venezia.

In questi anni abbiamo avuto prova di quanto sia fondamentale investire per migliorare l’ambiente in cui viviamo», ha detto Zanoni.

«L’Unione Europea metterà a disposizione mille miliardi nei prossimi dieci anni attraverso il Green New Deal, bisognerà andare a prendere quei fondi e utilizzarli bene».

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Fabio Pezzato

rouah, 22 anni, consigliere a Cordignano; Rachele Scarpa, altra giovanissima, 23 anni, unica candidata del capoluogo, tra le promotrici del movimento delle sardine a Treviso; Silvano Piazza, vicesindaco di Silea; Giulia Tonel, consigliere a Motta di Livenza; Ren-

legislatura. Stefano Pelloni, capogruppo del Pd, attacca: «Non solo la Lega ha capito benissimo la situazione, ma i cittadini dei quartieri hanno compreso come la giunta Conte abbia rinviato e sposato tutti gli interventi chiave in periferia», precisa, «Procede il Bailo, si parla della rampa di San Giuseppe e della rotatoria davanti alla Fanna, ma le ciclabili più importanti, e gli altri cantieri promessi sono ben di là da venire. E a San Zeno? La giunta Manildo ha lasciato un progetto per le “Don Milani” ma dopo due anni siamo nell’inerzia totale. O piazza Martiri di Belfiore: meno male che i colpevoli eravamo noi, e loro i santi. Purtroppo la verità viene a galla, a fronte delle promesse elettorali, a oggi disattese: devono ancora terminare i cantieri da noi avviati e impostati».

zo Trevisin, consigliere a Ponzano ed ex vicesindaco.

Una lista con cui il Pd ha cercato di dare rappresentanza a tutte le aree della provincia.

I TEMI

Ambiente e sanità saranno di certo i temi caldissimi del-

Dal canto suo Fabio Pezzato, della lista Manildo, parte dalla scorsa legislatura: «Se penso che Michielan, che aveva a cuore le cose e le preparava con cura, è stato sommerso di critiche e polemiche... Oggi si scopre che aveva impostato tutto per bene anche per chi sarebbe arrivato dopo di lui», esordisce, «Oggi Zampese respinge le critiche, ma si scopre che non ha ancora completato nulla, in questi primi 25 mesi di legislatura. Fra poco siamo a metà mandato: sconfortante è dir poco. Un quadro che stride con gli annunci roboanti del sindaco e della Lega, dalla campagna elettorale in poi. E vorrei anche aggiungere che forse dovremmo sintonizzarci su Rai 3, per un altro assessore, quello all’urbanistica: chi ha visto la Tassinari?». — A.P.

Ma negli ultimi mesi il Covid ha fatto esplodere il tema dei rapporti tra sanità pubblica e privata; con la Lega che non ha nascosto l’importanza di avere una sanità privata di qualità e diffusa: «La verità è che serve il contrario, è il pubblico che va rafforzato. Il privato sta sottraendo medici, mentre gli ospedali sono costretti ad assumere personale dall’estero e proveniente da esperienze formative di qualità minore rispetto alla nostra». Beltramello, che è medico e coordinatore del gruppo sanità del Pd Veneto, rincara la dose: «Il modello Veneto e le intuizioni del dottor Crisanti ci hanno permesso di arginare prima di altri il Covid. Ma il presidente Luca Zaia in questi anni ha fatto di tutto per smantellare questo modello, ed è stato limitato grazie alla battaglie dei consiglieri del Partito democratico e dei

Ca’ Sugana diventa Comune amico delle api Ca’ Sugana entra a far parte dei Comuni amici delle Api. «Le api sono fondamentali per la salvaguardia dell’agricoltura e dell’equilibrio ambientale. Pesticidi, nuove tecniche di coltura e cambiamenti climatici mettono però a rischio la vita di questi insetti così importanti per la vita dell’uomo: è dovere di tutti gli amministratori fare tutto il possibile per tutelarle», dice il capogruppo della Lega ai 300 Riccardo Barbisan, dopo la decisione del sindaco di accogliere la proposta di aderire al gruppo dei Comuni che metteranno in atto alcune azioni per salvaguardare le api. Ogni qualvolta si faranno delle aree verdi, dovranno essere privilegiate le piante che aiutano la proliferazione e la vita delle api. —

Avviso d’asta - Immobili DATA DELL’ASTA 15 Settembre 2020 alle ore 10:30 LUOGO DELL’ASTA Sede “ASTE 33” a Treviso (TV) Strada Vecchia di San Pelajo, 20

TRIBUNALE DI TREVISO - FALL. N. 90/2019 R.F. PREZZO BASE DI VENDITA: Euro 25.038,00 LOTTO N.03 (Lotto 3.1) Unità ad uso Residenziale sita al piano primo, presso “Condominio Ai Portici” Ubicazione: Loria (TV) via Fratelli Pinarello al civico 01 int. 16 Superficie: di circa mq. 69,30 Stato dell’Immobile: Libero comprensivo di arredo

PREZZO BASE DI VENDITA: Euro 19.200,00 LOTTO N.04 (Lotto 3.2) Unità ad uso Residenziale sita al piano primo, presso “Condominio Ai Portici” Ubicazione: Loria (TV) via Fratelli Pinarello al civico 01 int. 17/A Superficie: di circa mq. 53,30 Stato dell’Immobile: Occupato con contratto di locazione annuale

PREZZO BASE DI VENDITA: Euro 11.722,00 LOTTO N.05 (Lotto 3.3) Unità ad uso Residenziale sita al piano secondo, presso “Condominio Ai Portici” comprensiva di magazzino al piano seminterrato dello stabile Ubicazione: Loria (TV) via Fratelli Pinarello al civico 01 int. 17/B Superficie: di circa mq. 33,40 Stato dell’Immobile: Occupato con contratto di locazione

PREZZO BASE DI VENDITA: Euro 10.897,00 LOTTO N. 06 (Lotto 3.4) Unità ad uso Residenziale sita al piano secondo, presso “Condominio Ai Portici” comprensiva di magazzino al piano seminterrato dello stabile Ubicazione: Loria (TV) via Fratelli Pinarello al civico 01 int. 17/C Superficie: di circa mq. 31,20 Stato dell’Immobile: Occupato con contratto di locazione

il lutto

Morto Roberto Fontana L’architettura trevigiana piange il suo maestro

PREZZO BASE DI VENDITA: Euro 25.050,00 LOTTO N. 07 (Lotto 3.5) Unità ad uso Residenziale sita al piano secondo, presso “Condominio Ai Portici” Ubicazione: Loria (TV) via Fratelli Pinarello al civico 01 int. 17/D Superficie: di circa mq. 69,30 Stato dell’Immobile: Occupato con contratto di locazione

PREZZO BASE DI VENDITA: Euro 23.272,00

È mancato ieri all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso Roberto Fontana, classe 1926, notissimo architetto che ha scritto una pagina fondamentale della storia trevigiana. Figlio del preside del Canova, Fontana è uno degli ultimi testimoni della grande architettura trevigiana.

Sue le grandi opere: la Camera di commercio, il

ginnasio (ex da Vinci) il Pime, il tribunale e molte altre opere. Nel 2017 il Comune gli ha dedicato una grande mostra coi disegni di tutte le grandi opere.

Persona colta, generosa e illuminata, personalità eclettica, era a disposizione della diocesi per la manutenzione del Duomo ed ha progettato il museo diocesano.

LOTTO N.08 (Lotto 3.6) Unità ad uso Residenziale sita al piano terra, presso “Condominio Ai Portici” comprensiva di magazzino al piano seminterrato dello stabile Ubicazione: Loria (TV) via Fratelli Pinarello al civico 01 int. 18 Superficie: di circa mq. 60,50 Stato dell’Immobile: Occupato con contratto di locazione annuale

L’architetto Roberto Fontana è morto a 94 anni

Lascia un grande vuoto nella comunità e nel Duomo dove era attivo, volontario, sempre pronto ad aiutare i deboli e a supportare famiglie bisognose.

Era vedovo dal 2014 dopo

un felice matrimonio con Vittoria Possenti. Lascia molti amici che lo hanno accudito con cura tra cui Alfredo e Marisa Milossi. Abitava a fra’ Giocondo. Il funerale sarà al Duomo. —

PREZZO BASE DI VENDITA: Euro 60.675,00 LOTTO N.09 (Lotto 5) Unità ad uso Direzionale sita al piano secondo, presso “Condominio Residence Giotto” comprensiva di garage al piano seminterrato e quota di proprietà di posto auto esterno Ubicazione: Padova (PD) via Venezia al civico 73/A int.17 Superficie: di circa mq. 72,30 Stato dell’Immobile: Libero

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Domenica 19 ....Luglio 2020

La Voce

ROVIGO

Redazione: piazza Garibaldi, 17 - Rovigo Tel. 0425.200.282 Fax 0425.422584 e-mail: cronaca.ro@lavoce-nuova.it

LA QUESTIONE VENETA Giovedì riprenderanno le trattative con il governo. Zaia: “Ce la faremo”

Autonomia, mille giorni di stop Il governatore: “Inaugurato un nuovo corso”. Ma la Rete 22 Ottobre provoca: “Molli la Lega” Marco Randolo

ROVIGO - Mille giorni dal referendum sull’autonomia del Veneto. Ma, da allora, nulla è cambiato. Allarga le braccia Luca Zaia: “Non so cosa farci.

Noi abbiamo fatto il massimo, il governo sa che ora è finita la stagione delle chiacchiere. Vogliamo ottenere le competenze sulle 23 materie: porteremo a casa il risultato, per portare questo Paese fuori dal medioevo e verso un nuovo rinascimento”.

Intanto, però, ieri, a Venezia, la Rete 22 Ottobre (il giorno in cui, nel 2017, venne celebrato il referendum) ha manifestato a

n Corazzari “A Roma sono sordi ma noi meritiamo questo obiettivo” favore dell’autonomia del Veneto e contro la Lega, il partito di Zaia. Tra loro, anche il rodigino Fabio Benetti: “Mille giorni di prese in giro e di ipocrisia - le sue parole - dobbiamo essere consapevoli che un partito nazionalista com’è diventata la Lega di Salvini non può avere a cuore la questione dell’autonomia, perché è più attento a prendere voti al Sud che non alle richieste di autonomia di Veneto e Lombardia”.

Un ragionamento che coinvolge direttamente anche lo stesso Zaia, in vista delle elezioni regionali di settembre. “Zaia - dice Benetti - deve capire che per ottenere l’autonomia deve candidarsi da solo, dissociandosi dalla Lega, da Salvini, e da partiti come Fratelli d’Italia che di

In alto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che ieri ha fatto il punto sui mille giorni dal referendum sull’autonomia. A lato, Fabio Benetti alla manifestazione di Venezia autonomia non vogliono assolutamente sentir parlare, perché parlando di sovranismo che è il contrario dell’autonomia.

Se Zaia avrà il coraggio di correre da solo vincerà a mani basse e avrà le mani libere per chiedere l’autonomia, altrimenti dovrà soggiacere alle logiche della campagna elettorale nazionale permanente. Se poi accetterà di formare una coalizione con Fdi, che potrebbe essere il secondo partito del centrodestra, sappia che l’autonomia non arriverà, se non in un futuro molto remoto”.

Chiaramente, Luca Zaia - anche per logiche politiche - non può dare ragione a Benetti. Ma una cosa se la lascia scappare.

“Non ho ottenuto niente né col centrodestra né col centrosinistra. Ma ci ricorderemo di quei

politici che in Veneto parlano di autonomia e poi quando vanno a Roma diventano centralisti e nazionalisti. In questi mille giorni - sottolinea Zaia abbiamo parlato con interlocutori diversi: il governo Gentiloni non ci ha ascoltato molto ma abbiamo firmato una preintesa con il conferimento di cinque materie e approfondimenti sulle altre; il primo governo Conte (Lega-M5s, ndr) ha portato risultati zero, se non per il lavoro ciclopico fatto dal ministro Stefani; il secondo governo Conte (Pd-M5s, ndr) poi non ha prodotto proprio nulla”.

Ma di questi mille giorni non è tutto da buttare. “Abbiamo inaugurato un nuovo corso - dice Zaia - il fatto che il presidente del consiglio sia costretto a parlare di autonomia del Vene-

to, e che questa sia entrata a pieno titolo nell’agenda del governo, è una svolta storica. Indietro non si torna, e all’autonomia si arriverà. A Roma se lo mettano in testa”.

E sul dialogo con il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, che riprenderà giovedì con un tavolo tecnico già convocato: “Se questo governo vuole scrivere una pagina di storia, noi siamo pronti. Ormai la questione è solo procedurale: la bozza di accordo c’è, devono soltanto portarla in parlamento. Se questo non accadrà, prenderemo atto che le forze di governo sono contro l’autonomia. Ne parleremo con chi verrà dopo di loro”.

Sui mille giorni dal referendum interviene anche l’assessore regionale Cristiano Co-

LO ZOOM Al referendum affluenza del 57% con il 98% di “sì”

Il Veneto chiede 23 materie Sono 23 le materie che il Veneto chiede allo Stato di poter gestire. Per farlo, ovviamente, però chiede anche le relative risorse economiche: parliamo di oltre venti miliardi di euro di tasse, contro gli attuali 5 miliardi circa, che, anziché prendere la via di Roma, resterebbero nelle casse della Regione, che potrebbe così spenderli sul territorio. Il Veneto, infatti, chiede di poter trattenere il 90% dell’Iva, il 90% dell’Irpef e il 90% dell’Ires versato sul territorio.

E’ quanto era previsto dalla proposta di autonomia approvata con legge regionale e poi trasmessa a governo e parlamento. Da quel documento

hanno poi preso il via le trattative tra governo e Regione, che riprenderanno la prossima settimana dopo il lungo stop dovuto all’emergenza. Per la Regione, resta irrinunciabile la richiesta di ottenere la piena competenza su tutte le 23 materie che la Costituzione riconosce poter essere amministrate a livello regionale.

Nel dettaglio, il Veneto chiede di avere voce in capitolo nella definizione dell’istruzione, della tutela dell’ambiente e dei beni culturali e dell’organizzazione della giustizia di pace. E di poter governare tutta una serie di attività: dalla tutela del-

la salute alla ricerca scientifica, passando per la sicurezza sul lavoro, il commercio con l’estero, i rapporti con la Ue, il sistema del credito e la produzione dell’energia. Insomma, un vastissimo spettro di competenze che sta alla base del referendum celebrato mille giorni fa.

Il 22 ottobre del 2017 il “sì” all’autonomia ottenne due milioni e 273mila voti, contro appena 43.938 “no”.

Quel voto ha visto un’affluenza alle urne del 57,2% con un 98,1% di “sì”.

Ma l’autonomia, che allora sembrava dietro l’angolo o quasi, resta ancora un’illusione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

razzari: “Oltre due milioni di veneti hanno votato per il sì all’autonomia, ma da Roma sono ‘sordi’: non ci vogliono ascoltare - scrive - il Veneto ha dimostrato sul campo, soprattutto in questa emergenza sanitaria, di meritarsi l’autonomia richiesta. Il nostro presidente non molla e sono certo che i veneti saranno al suo fianco e tutti insieme riusciremo a portare a casa anche questo risultato”. Mentre da Rovigo, il consigliere comunale della Lega Riccardo Ruggero annuncia che “continueremo sempre a lottare insieme al presidente Zaia per ottenere l’autonomia che noi Veneti ci siamo conquistati sul campo, e la gestione dell’emergenza sanitaria ne è stata l’ennesima prova”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Domenica 19 Luglio 2020

La Voce

.ROVIGO

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CARABINIERI Facevano saltare gli Atm: 9 arresti e 12 perquisizioni in diverse province del Veneto

Sgominata la banda dei bancomat Gli inquirenti stanno vagliando le possibili connessioni con assalti avvenuti anche in Polesine I carabinieri hanno stretto il cerchio attorno alla banda che assaltava i bancomat con l’esplosivo.

Ieri mattina all’alba, i militari del nucleo investigativo di Padova, con il supporto di 100 carabinieri in forza al comando provinciale patavino, tra cui anche le unità antiesplosivo del nucleo cinofili di Torreglia, sono stati impegnati nella conclusione di un indagine iniziata lo scorso anno nei confronti di un gruppo criminale dedito alla commissione di assalti agli sportelli bancomat in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, con l’utilizzo di potenti cariche esplosive artigianali che servivano per impadronirsi del denaro dopo avere fatto deflagrare i dispositivi di erogazione automatica.

I carabinieri hanno così dato esecuzione a nove misure cautelari firmate dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Padova, su richiesta del pm che ha coordinato l’indagine, il sostituto procuratore Benedetto Roberti. Inoltre sono stati eseguiti 12 decreti di perquisizione. I destinatari delle misure sono stati rintracciati in varie province del Veneto e in un’altra provincia del Sud Italia.

I carabinieri stanno inda-

POMPIERI Alle Torri

Incendio al supermercato chiuso il centro commerciale

Un bancomat sventrato con l’esplosivo, in Polesine (foto d’archivio) gando anche sulle possibili connessioni della banda con assalti ai bancomat avvenuti anche in Polesine.

“Un plauso agli oltre cento militari dell’Arma che hanno compiuto questa operazione, con nove arresti e l’esecuzione di una dozzina di sequestri - le parole di Luca Zaia - questa è la riprova che i carabinieri, e con loro tutti gli uomini e le donne delle forze dell’ordine, costituiscono un imprescindibile

caposaldo di legalità sul territorio. E’ necessario dare loro più forza in termini di uomini e di mezzi, per tutelare le nostre famiglie, ma anche una economia che deve svilupparsi in modo sano e senza concorrenze sleali”.

“La legalità è il primo e il più importante fra i principi di una società civile ha dichiarato ancora Zaia - e per questo mi congratulo con i carabinieri di Padova per questa opera-

zione, che assicura alla giustizia una banda che ha terrorizzato i nostri territori”.

“Ogni volta che vediamo un lampeggiante blu, una divisa, una paletta sulle nostre strade - ha concluso il presidente della Regione - sappiamo che c’è un uomo o una donna che adempiono al loro compito istituzionale con abnegazione. Per questo rispettiamoli e ringraziamoli”.

ROVIGO - Resterà chiuso fino a domani il centro commerciale Le Torri, a causa di un principio di incendio che ieri mattina è scaturito dal forno del supermercato, che si trova all’interno della struttura, in pieno centro a Rovigo.

A risolvere la situazione ci hanno pensato i pompieri, ma ora serviranno un Il centro commerciale Le Torri paio di giorni di chiusura per controllare che tutto possa ripartire in sicurezza.

L’allarme, al supermercato, è scattato ieri mattina, verso le 8. Nessun danno grave, ma immediatamente è stata disposta la chiusura del supermercato, con l’arrivo di vigili del fuoco e carabinieri.

A innescare il principio d’incendio sarebbe stato un problema a un forno del supermercato. Non si parla, importante precisarlo, di danni ingenti, grazie anche all’intervento dei vigili del fuoco, come sempre pronto ed immediato.

E’ stato comunque inevitabile disporre la chiusura del supermercato, per consentire le necessarie verifiche, trattandosi di un ambiente nel quale si commercializzano prodotti alimentari.

Poi, nel pomeriggio, la decisione di chiudere per due giorni tutta la struttura. © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

DECORO Ma Rossini non molla la presa sui vigili urbani

Ex Gabar, fatto lo sfalcio

Sfalcio eseguito La pulizia nell’area dell’ex Gabar

ROVIGO - Erba tagliata nell’area ex Gabar di viale Oroboni, ma il consigliere comunale Antonio Rossini non molla la presa, e torna a chiedere al Comune se “il comandante della polizia municipale si era o meno attivato per intimare la manutenzione del verde come previsto dal relativo regolamento e sanzionare chi legalmente amministra il terreno in questione”.

“Un comandante attivo e meticoloso nell’applicare le nor-

me in periodo di lockdown”, punge Rossini. Che chiede poi se il numero uno dei vigili urbani, il cui comando è proprio a due passi dall’area dell’ex Gabar, “si era, prima che i giornali ne dessero notizia, attivato per intimare di far sistemare il terreno incolto che, tra l’altro, visivamente sembrava una piccola foresta nel cuore della città?”.

Il tutto soprattutto per questioni legate alla salute pubblica, prima ancora che per motiva-

zioni legate al decoro. Per Rossini, infatti, quell’area incolta era l’habitat ideale per animali infestanti, che lì proliferavano e poi si espandevano in tutto il quartiere: zanzare e topi su tutti. “Non bisogna dimenticare - sottolinea infatti Rossini - anche le derattizzazioni eseguite al comando polizia municipale: il diffondersi di topi, zanzare e insetti era infatti causato dal confinante terreno incolto”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

22 Cronaca

L'ARENA Domenica 19 Luglio 2020

L’EPIDEMIA. Ilbollettino quotidiano dimostrache l’infezionenon èstataancora sconfitta.I focolaipiùconsistenti sonoaPadova e aJesolo, inprovincia di Venezia

Covid-19,spuntanoaltripositivi NelVeronese registrati quattronuovi casiin24ore Intuttalanostra regioneil bilanciofinale dellagiornataèstato di44pazienti colpitidal virus

Medicie infermieriin ospedale conla mascherina Luca Fiorin

Non si ferma la corsa del coronavirus, a Verona come nell'intero Veneto. Ieri nella nostra provincia si sono contatati quattro nuovi casi di contagio, tre si erano manifestati nella notte precedente e uno in giornata: hanno portato a quota 55 il numero delle persone attualmente positive. La cifra di coloro che sono stati infettati da quello che in gergo tecnico si chiama Sars-Cov-2, dall'inizio dell'epidemia è ora salita a quota 5.157. Stabile, invece, il numero dei deceduti: nelle 24 ore trascorse tra le 17 di giovedì e le 17 di ieri non c'è infatti stato nessun nuovo decesso. Il numero delle vittime rimane a quota 582.

Sono due i pazienti attualmente ricoverati in ospedali veronesi, uno al Magalini di Villafranca ed uno alla Pederzoli di Peschiera, mentre è cresciuto di nove unità il numero di coloro che si trovano in isolamento a casa. In aumento, in questo caso fortunatamente, anche il numero di coloro che risultano negativizzati, ovvero, che non hanno più il virus. Ieri risultavano essere 4.520, uno in più rispetto a giovedì.

Decisamente rilevante il nu-

mero dei nuovi positivi registrati in Veneto. Ieri se ne contavano ben 44 in più rispetto al giorno precedente: 25 sono stati accertati fra le 17 di venerdì e le 8 di ieri, di cui 13 nel Padovano e 7 nel Trevigiano, e 19 dalle 8 alle 17 di ieri, di cui 10 a Padova.

Nonostante ciò, la nostra rimane la provincia con i dati peggiori della regione.

Come dicevamo, qui, nonostante da qualche tempo la crescita sia più contenuta di quella di qualche settimana fa, siamo arrivati a 5.157 casi.

Padova, che è la seconda provincia più colpita, ne conta 4.053. Numero che comprende anche il primo focolaio, quello di Vo' Euganeo. Molto più basse, poi, Vicenza, con 2.883 contagiati, Venezia, con 2.736, e Treviso, 2.731. E se Belluno è a quota 1.204, Rovigo si conferma la provincia con meno positivi, essendo essi, seppur in leggera crescita, in tutto 451.

Il Veneto, che nel suo complesso continua ad avere una curva di contagi che rimane elevata e che conta 19.578 positivi dall'inizio della pandemia, di cui 543 attuali, ed ha sinora avuto 2.050 decessi e 16.985 negativizzati, ha registrato negli ultimi giorni due focolai di entità rilevante.

Il primo è quello che è stato

scoperto a Jesolo, nel Veneziano. Si tratta di 42 migranti di nazionalità africana ospiti di una struttura di accoglienza della Croce Rossa e di un operatore della stessa.

Questa situazione, che è emersa in seguito alla necessità di sottoporre un ospite ad un intervento chirurgico ortopedico, non ha mancato di suscitare discussioni a livello politico, con Luca Zaia, il presidente della Regione, che ha parlato della necessità di attuare controlli alle frontiere.

La situazione è diventata ancora più esplosiva venerdì, in seguito al trasferimento di una parte dei positivi di Jesolo in una struttura di Cavarzere, sempre nel Veneziano.

Paese il cui sindaco si è lamentato con forza perché non preavvertito. Un focolaio potenzialmente ancora più rilevante è poi in atto a Padova. In seguito ad una commemorazione funebre svoltasi sabato 4 luglio in città a cui era presente una parte della comunità camerunense che risiede a Padova, circa 200 persone in tutto, sono stati registrati 17 casi di contagio fra i partecipanti ed il virus è stato portato da qualcuno, che vi lavora, all'interno di una casa di riposo, a Camposampiero, dove ci sono altri sette contagiati. •

Idati Istat IlCovid19 è statalacausa direttamente responsabiledella morte nell’89percentodei decessidi persone positivealtest,mentre perilrestante11 lecause didecessosono le malattiecardiovascolari (4,6),itumori (2,4),le malattiedel sistema respiratorio(1),il diabete (0,6),ledemenze ele malattiedell’apparato digerente (rispettivamente0,6 e 0,5).È quantoemerge da unrapportocongiunto dell’Istate dall’Istituto Superioredi Sanità, su 4.942morti italiani a causadel Coronavirus.Per novecasi fatalidi Covid19 sudieci quindi,è presumibilecheildecesso nonsi sarebbe verificato sel’infezionenon fosse intervenuta.Neicasi restanti,il decessosi può riteneredovuto ad un’altramalattiao circostanzaesterna. In questicasi, Coronavirusè comunqueuna causache puòavercontribuitoal decessoaccelerando processimorbosigiàin atto,aggravando l’esitodi malattiepreesistenti o limitandola possibilità di cure.Laquotadi deceduti incuiCovid 19è lacausa direttamente responsabiledella morte, variainbaseall’età, sebbenesiacomunque elevataa tutteleetà.

Questapercentuale è dell’81percento, nella classe0-49 annied aumentanelle classidi età successiveraggiungendo ilvaloremassimo del 92 percentoa 60-69anni, per poiridursileggermente nelleultime classi. Il Coronavirusè peròuna malattiachepuòrivelarsi fataleanchein assenzadi concause.Nonci sono infatticoncause dimorte preesistentinel28,2per centodeidecessi analizzati,percentuale similenei duesessi e nelle diverseclassidi età.Solo nellaclassedi età0-49 annilapercentuale di decessisenza concause è piùbassa,pari al18 per cento.

SI RIPARTE... alla scoperta delle meraviglie dell’Italia... ...”I VIAGGI BREC” ... DI 1 GIORNO DOMENICA 26 LUGLIO - LAGO DI LEDRO e RIVA DEL GARDA e …pranzo con menù tipico con “carne salà” SABATO 1 AGOSTO - IL LAGO DI MOLVENO e… degustazione di grappe trentine DOMENICA 9 AGOSTO - LE DOLOMITI FRIULANE - BARCIS e la Valcellina

SABATO 15 AGOSTO - DOBBIACO e il LAGO DI BRAIES …dove la natura è la protagonista!

SABATO 22 AGOSTO - IL TRENINO ROSSO DEL BERNINA e… l’elegante St. Moritz SABATO 29 AGOSTO - BELLUNO e MEL - e... pranzo con menù tipico

...”I VIAGGI BREC”... DI PIÙ GIORNI 14-16 AGOSTO (3 GIORNI) - FERRAGOSTO IN TOSCANA Cortona, Arezzo, Poppi e La Verna 12-13 SETTEMBRE (2 GIORNI) - LAGO MAGGIORE e TRENINO CENTOVALLI il San Carlone, Stresa, Isole Borromee e Locarno 25-27 SETTEMBRE (3 GIORNI) - SIENA e la VAL D’ORCIA San Quirico d’Orcia, Montepulciano e Pienza 9-11 OTTOBRE (3 GIORNI) - SANREMO - Montecarlo e i Giardini di Villa Hanbury

21-25 OTTOBRE (5 GIORNI) - COLORI E SAPORI DELLA PUGLIA - e... i “SASSI” DI MATERA

..I NOSTRI SOGGIORNI MARE... con trasferimento in pullman da Verona 23-30 AGOSTO (8 GIORNI) - MIRAMARE DI RIMINI Hotel Arno (3 stelle sup.) - Pension completa, bevande incluse. Servizio spiaggia E un breve relax: 1-3 SETTEMBRE (3 GIORNI) - ISOLA DI ALBARELLA Hotel Capo Nord (4 stelle) - Mezza pensione, bevande incluse - Servizio spiaggia Parco piscine - Utilizzo biciclette

Analisideitamponiin unlaboratoriodi microbiologia

LO STUDIO. I risultati di una ricerca statistica condottadatredottoresse

Ansia,iraedepressione Glieffettidellockdown Sonopesanti iriflessisulla psicologiadellepersone Adele Oriana Orlando

Covid-19 e mente: tre psicologhe veronesi raccontano le gravi conseguenze psicologiche, anche a lungo termine, nelle persone. Le dottoresse Elena Bersan e Clelia Cavedini dello Studio Psicologia MeTe a Zevio, insieme alla dottoressa Federica Ippolito con Studio a Verona professionalmente parlando hanno vissuto intensamente il periodo di emergenza sanitaria, attraverso la pratica clinica e gli sportelli di ascolto in diversi Comuni del territorio veronese.

«Il periodo appena trascorso ci ha messo a dura prova da diversi punti di vista», spiegano, «dalla nostra professione di psicologhe abbiamo avuto un punto d’osservazione privilegiato per indagare l’impatto psicologico. Siamo rimaste stupite ed amareggiate del fatto che quasi nessuno, all’interno di canali istituzionali o nelle reti di informazione pubblica, abbia parlato o posto attenzione alle conseguenze psicologiche che il lock-down ha causato o potrebbe causare».

Da queste riflessioni arriva l’idea di creare un questionario online per poter riuscire a ottenere una fotografia del benessere psicologico nel territorio veronese e dell’opinione che la popolazione ha della figura dello psicologo. Attualmente hanno risposto al questionario 339 persone provenienti da vari Comuni del territorio veronese, tra i 19 e i 75 anni, la maggior parte di sesso femminile.

Il numero è in continua crescita in quanto non è ancora chiusa la parte della raccolta dati. Tra i diversi quesiti proposti, ci sono i rapporti con i familiari, dove la maggior parte delle risposte indicano che non ci sono state variazioni nei nuclei (59,7%), seguita da una percentuale che afferma che i rapporti sono migliorati (31,2%) e una percentua-

Lepsicologhe CleliaCavedini, FedericaIppolitoed Elena Bersan

le minore che afferma che i rapporti sono peggiorati (8,2%), mentre lo 0,9 % non ha familiari.

Complessa la questione lavorativa, dove non ci sono solo diminuzioni e riduzioni: il 33,9% ha affermato che il lavoro è rimasto invariato, per il 25,7% si è interrotto, per il 23,6% delle persone che hanno risposto al test, è aumentato, diminuito per il 16,8%.

Tra le attività che risultano aumentate durante il lock-down, al primo posto c’è l’utilizzo dei social network, seguito da cucinare, curare la casa e guardare film, serie tv e programmi televisivi.

Sono aumentati i comportamenti a salvaguardia della salute. Quasi la metà delle persone che hanno risposto alle domande ha infine affermato di aver sofferto di malessere psicologico, il 51% per l’esattezza, ma questo dato non è inteso solo per il periodo del lock-down. «È un dato importante, perché sottolinea che circa la metà dei rispondenti al questionario durante la loro vita ha sofferto di una difficoltà psicologica come per esempio depressione, ansia, attacchi di panico e altro», sottolineano le psicologhe, «andando nello specifico della dimensione lock-down rileviamo che si sono manifestati sentimenti di tristezza, anedonia (cioé

l’incapacità di un paziente di provare piacere), stati d’ ansia, irritabilità, scatti d’ira, preoccupazione, pensieri invasivi inerenti al contagio, senso di impotenza, timore del contagio per sé stessi e per i propri cari».

Un altro dato che le psicologhe hanno segnalato è quello che riguarda le persone che hanno affermato di avere avuto occasionalmente pensieri suicidi, 17 persone su 339.

Nonostante questi dati il 74,6% non ha sentito la necessità di parlarne con un professionista, il 17,4% ha sentito la necessità ma non ha preso contatti con alcuna persona, mentre solo l’8% ha contattato qualcuno: un professionista, un amico, un parente.

«Nonostante il malessere psicologico provato durante il lock-down, soltanto una minima parte si sarebbe rivolta allo psicologo», concludono le psicologhe, «esiste ancora l’idea di rivolgersi ad amici e parenti per risolvere i problemi, anche gravi; esiste ancora lo stigma verso la categoria dello psicologo che porta a provare vergogna a chi sente il bisogno di rivolgersi a questa figura. La questione economica è rilevante nello scegliere o no se andare dallo psicologo. E c’è chi non sa come fare a chiedere aiuto ad un professionista». •

L'ARENA

Cronaca-Necrologie 27

Domenica 19 Luglio 2020

† I ANNIVERSARIO

NUOVILOCALI. Tre socihanno decisodi investirenel lounge bar

Primac’eral’Alterego Ora nasce il Panorama Un giardino estivo sulle Torricelle al posto della disco

GIORGIO MENGALI

Vivi in noi.

Moglie e figlia.

Povegliano V.se, 19 luglio 2020 O.F. OBELISCO CORDIOLI Villafranca - Valeggio s/M Sommacampagna - Dossobuono - Malcesine Servizio 24h Tel. 045.6303515 - 339.3156788 www.obeliscocordioli.it

RINGRAZIAMENTO I familiari di

ELENA ANDRIOLI SACHS

ringraziano tutti coloro che hanno partecipato al loro dolore.

Verona, 19 luglio 2020 NECROLOGI AL TELEFONO

045.9600204 FERIALI: 9.00 - 13.00 / 15.00 - 19.45 FESTIVI: 16.30 - 19.45 SPORTELLO DI CORSO PORTA NUOVA, 67 - VR FERIALI: 9.00 - 13.00 / 15.00 - 19.00 FESTIVI: 16.30 - 19.30 necrologie@larena.it

Si chiama Panorama, il nuovo giardino estivo sulle Torricelle con vista mozzafiato su Verona. Si riaccendono i riflettori all’ex Alterego, lo storico locale della città simbolo del divertimento per tutto il nord Italia. Aveva chiuso a gennaio 2019, per i costi di gestione troppo alti e altre problematiche legate alla struttura, ma già la scorsa estate qualcosa è cambiato.

«Abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo – racconta Pierangelo Vitelli, uno dei soci della nuova società che ha rilevato il locale – visti i tempi non è stata una scelta facile, ma per me e per molti veronesi la “collina” è qualcosa di più di una discoteca. Vederla chiusa e in decadenza mi faceva male. Insieme a Enrico Fraccari e Giulio Lenotti abbiamo deciso di riaprire la trattativa con la proprietà e fine gennaio 2020 abbiamo raggiunto l’accordo». Poi la pandemia ha rallentato la progettazione e l’inizio dei lavori, ma i ragazzi del Panorama non si sono persi d’animo: «Abbiamo lavorato sabati e domeniche insieme agli operai per accelerare la sistemazione del giardino esterno – puntualizza Lenotti. - Grazie al supporto degli architetti abbiamo studiato il restyling nel rispetto dell’ambiente e della particolarità delle Torricelle». Il nome Panora-

Sichiama Panoramail nuovo giardino estivosulle Torricelle

ma è stato scelto dopo un sondaggio fatto tra gli amici più affezionati dei tre soci e racconta ciò che si vede dal giardino, seduti a degustare un aperitivo o un cocktail dopocena. Il locale concepito come un lounge bar è aperto dal giovedì al lunedì sera, dalle 18 e 30 alle 2. Il servizio beverage è curato dallo staff dell’Archivio, l’attività in centro rinomata per i particolari drink, l’osteria Nosetta si occupa della parte food con una selezione di piatti e cicchetti d’assaggio. Il tutto sarà accompagnato dall’atmosfera suggestiva della magica collina. «Ci sarà sempre della musica di sottofondo, nel rispetto di tutte le normative vigenti – sottolinea i. – Inoltre,

alla domenica sera lo chef Matteo Rizzo porterà il nuovo progetto Esko sulle nostre tavole. Un connubio di cucina asiatica con influenze italiane e venete». «Fino a qualche mese fa sembrava un miraggio riuscire a riaprire visto le difficoltà e l’incertezza del periodo, ma non ci siamo persi d’animo – concludono i soci veronesi - con grinta, determinazione e un pizzico di follia abbiamo raggiunto il primo obiettivo. Venerdì abbiamo aperto, e la risposta dei clienti è stata molto positiva! Tra qualche settimana inizieranno i lavori di ristrutturazione all’interno delle mura dell’ex Alterego, ci saranno grandi sorprese per il prossimo autunno». • ALE. M.

Laconferma

EDICOLA& CAFFÈ

LucaFaccioni restaaltimone diCodive Luca Faccioni è stato riconfermato alla presidenza del Codive Condifesa Verona, il consorzio di agricoltori per l’assicurazione agevolata in agricoltura. Faccioni, al suo quarto mandato, guiderà per altri tre anni la principale realtà assicurativa con contributi pubblici della provincia.

«La corretta gestione del rischio aziendale – afferma Faccioni - utilizzando il sistema assicurativo agevolato è l’unica maniera per garantirsi un reddito agricolo. Nel 2019 sono stati registrati 163 giorni “no” per l’agricoltura contro i 143 del 2018. I soci del Codive hanno denunciato i danni subiti ed hanno ricevuto risarcimenti per 53,9 milioni di euro. Il costo a carico delle aziende è stato pari ad 18,7 milioni.

Quest’anno ancora non siamo in grado di fare stime, ma, nonostante, il Covid sono aumentate le imprese che ricorrono all’assicurazione». Il nuovo Consiglio di amministrazione di Codive è composto dal vicepresidente, Mauro Mantovani, da Giovanni Adami, Marco Borghetti, Filippo Carrarini, Moreno Cavazza, Riccardo Franco, Elia Gugole, Alberto Mantovanelli, Umberto Parodi, Enrico Tirapelle e Giampietro Valbusa.

MicheleTosilegge L’Arena all’edicolaFilippinidi Largo Ca’di Cozzi

ICinquestellesfidanoZaia?

DurabattereilGovernatore Michele Tosi, 51 anni, docente, acquista L’Arena all’edicola Filippini di Largo Cà di Cozzi e commenta le notizie del giorno.

I contagi tornano a salire e il sindacoblindalamovidadelcentro: èd'accordo?

Sì. È ragionevole essere cauti, siamo ancora in un momento di transizione. Essere usciti dalla fase più critica dell’emergenza non vuol dire esserne fuori.

Filobus: allo studio una versione senza fili e meno impattante ma il progetto prosegue. Ne vedremolarealizzazione?

Speriamo: se così fosse, evviva! Una versione di filovia ecosostenibile e meno impattante sarebbe molto interessante.

I 5 Stelle sfidano Zaia alle regionali,chene pensa?

Intanto sono contento che si torni al voto, dopo l’inevitabi-

le rinvio causa Covid. Detto questo, penso che l’attuale governatore abbia svolto un ottimo lavoro durante l’emergenza sanitaria, non farà fatica ad essere rieletto.

Da Bosco Buri a Zevio, il percorso di servizio del Genio civile diventa ciclabile. Una buona notizia?

Sì. Dal punto di vista ciclopedonale, la zona di Bosco Buri è piuttosto ben collegata anche con il centro città e con questo nuovo percorso si verrà a creare un tragitto molto lungo e interessante.

Boomdi 100e lode allamaturità dell'eraCovid: comecommenta?

Quello che si è concluso a giugno è stato un anno davvero speciale, ho un figlio in terza media e ho testato da vicino cosa è significato concludere un ciclo di studi a queste condizioni. Qualche concessione in più sui voti, va più che bene. • I.N.

ULTIM’ORA. Terribileincidente ieriseraall’incrocio fracirconvallazioneOriani, piazza Renato SimonieviaCittà diNimes. Lavittimaabitavaa Ca’ diDavid

Schiantofraautoe moto,muoreventenne Ilgiovane,che viaggiava insella auno scooter,inseguito dalla polizia, nonavrebbe rispettatoil semafororosso.Inutili itentatividirianimarlo da partedei soccorritori In sella al suo scooter Yamaha, Giacomo Goffredo ha attraversato l’incrocio di piazza Renato Simoni con via Città di Nimes forse senza rispettare il semaforo rosso. Proprio in quel momento, transitava una Golf guidata da una veronese che l’ha centrato in pieno. Per il ventenne, residente a Ca’ di David in via Colonnello Fasoli, non c’è stato niente da fare. La sua moto è volata fin sui gradini all’ingresso dell’ex zoo e gli è sfilata via facendogli fare un volo di alcuni metri. Una volta caduto sull’asfalto sul marciapiede in via Città di Nimes, il giovane ha riportato un gravissimo trauma cranico oltre ad una serie di fratture che non gli hanno dato scampo.

Quando i soccorritori di Verona emergenza sono arrivati, hanno fatto in tempo solo ad ascoltare i suoi ultimi battiti del cuore. È morto così Giacomo Goffredo ieri alle 22.45.

Sul posto oltre ai soccorritori del 118 intervenuti anche con il medico, si sono recati anche gli agenti della polizia locale oltre a due volanti della questura. Il traffico in circonvallazione Oriani proveniente da Corso Porta Nuova è stato bloccato proprio per consentire alla polizia locale di svolgere gli accertamenti

Loscooter diGoffredo è finito sui gradiniall’ingressodeigiardini

LaGolf dellaveroneseè finitacontrounalbero in circonvallazione Oriani FOTOSERVIZIOMARCHIORI

per venire a capo dell’incidente. La donna alla guida della Golf era sotto choc ma è riuscita a riferire agli agenti la dinamica dello scontro. Ora il suo racconto è al vaglio della polizia locale.

Secondo una prima ricostruzione. Giacomo Goffredo sarebbe stato intercettato dalla

polizia in sella alla moto appartenente ad un’altra persona, in corso Cavour mentre andava a forte velocità. Gli agenti hanno fatto un’inversione a U proprio per fermare il giovane. Ieri sera non si sapeva, però, se Goffredo si è accorto della manovra operata dalle Volanti che comun-

que sono rimasti ad una certa distanza dal suo scooter. Il giovane avrebbe proseguito comunque a forte velocità fino ad arrivare all’incrocio tra piazza Simoni, circonvallazione Oriani con via Città di Nimes. L’impatto con l’auto non ha lasciato scampo al ventenne mentre la Golf del-

la veronese, rimasta illesa, è finita contro un albero facendo scattare gli airbag. Per un quadro preciso dell’incidente, però, bisognerà aspettare la conclusione degli accertamenti della polizia locale, rimasta sul luogo dello scontro fino a dopo mezzanotte.

• G.CH.

Ilcorpo senza vitadi Giacomo Goffredo copertodaun lenzuolo

XII

Mestre

Domenica 19 Luglio 2020 www.gazzettino.it

La sfida dei 5 Stelle allo “Zaiastan” «Ma senza il Pd»

Bellati dalla Lega a Baretta: «Lui saprà mantenere gli impegni presi»

`Su sanità, lavoro

e ambiente critiche al “regno” del presidente

Presentata la lista “Idea Comune”, con l’ex candidato sindaco, Suppiej e Baratello `

ELEZIONI COMUNALI MESTRE È ufficialmente parte del-

la coalizione di centrosinistra “Idea comune per Mestre e Venezia”, la quinta lista in campo a sostegno di Pier Paolo Baretta.

Rappresentata da Gian Angelo Bellati, 5 anni fa candidato sindaco di una lista sostenuta anche dalla Lega Nord (e subito “divorziato” da Brugnaro un paio di settimane dopo le elezioni), ha come organizzatore il commercialista Maurizio Baratello e come capolista Giorgio Suppiej, avvocato e separatista (anche lui candidato nel 2015 con la lista di centrodestra a sostegno di Bellati). Gli aspetti che sembrano stridere vengono subito affrontati da Bellati: «Ho constatato con dispiacere che la Lega e Brugnaro non volevano mantenere i patti.

Non dobbiamo più ripetere gli stessi errori e ora vogliamo lavorare con chi può accettare il nostro programma. Baretta sta rispettando gli accordi sul programma e la parola data».

RESIDENZIALITA’ Con lo slogan “Venezia ai veneziani” il programma di Idea comune 2020 si sviluppa sui temi di residenzialità e lavoro: «Con tutte le sue articolazioni chiarisce Suppiaj -. Si parte da un’attenzione alla residenza, che manca a Venezia e inizia a essere un problema anche per il centro di Mestre, e di conseguenza al lavoro, con tutti i complementi, dalla fiscalità agli alloggi pubblici. A Venezia ci sono decine di migliaia di case non assegnate, bisogna mettere subito mano al patrimonio pubblico».

Con Baretta hanno concordato un “Piano per la residenzialità”: «Deve iniziare da subito e svilupparsi nel tempo - spiega il candidato sindaco -. Con i soldi del bonus energetico possiamo individuare quartieri e lotti, sisteman-

«IL CENTROSINISTRA STA RISPETTANDO GLI ACCORDI SUL PROGRAMMA CENTRALE IL TEMA DELLA RESIDENZIALITA’ A VENEZIA E MESTRE»

do, rimodernando e rendendo disponibili le prime case in soli 6 mesi. Nell’arco di 2 anni si può fare una vera rivoluzione su migliaia di abitazioni». Baretta annuncia i suoi piani per l’industria: «Si dà sempre colpa al Governo ma si è mai pensato di creare un’Agenzia per Marghera, gestita dal Comune o dalla Città metropolitana? Noi ne avremo una e avrà il compito di attrarre investimenti green, ecologici e digitali». La lista ha proposto un approfondimento sul 4.0: «La quarta rivoluzione industriale prevede un’informatizzazione generale degli atti ma anche una serie di provvedimenti fiscali ed economici - spiega Baratello -. Uno dei nostri progetti consiste per esempio nel trasferire al Comune di Venezia parte della riscossione dell’Agenzia delle Entrate. Chi meglio del Comune può accertare l’evasione fiscale? Incassando le imposte potremmo trattenere quanto ci spetta con la Legge speciale». Il programma poi affronta molti temi legati all’ambiente (dalle grandi navi fuori dalla laguna alla lotta all’inquinamento) e ai rapporti con l’Europa: «Tra le candidature già raccolte, tutte di persone con un forte senso civi-

ELEZIONI REGIONALI MESTRE Ci tengono a far sapere

LA LISTA E IL CANDIDATO Pier Paolo Baretta e, in alto, il “tavolo”

co - conclude Bellati -, abbiamo professionisti, insegnanti, artisti e una forte impronta internazionale. Ma c’è ancora posto e siamo aperti a nuove proposte».

Tra i nomi già annunciati, oltre a Suppiaj, Bellati e Baratello, sono in lista Alice Peris, Mirta Diminic e Oliver Knick (entrambi artisti), Lorenzo Marangoni (esperto in comunicazione), Beatrice De Baco, Anne Flore Maman (professoressa di origine francese), Claudio Bugati (insegnante) e Aldo Mariconda che si era candidato a sindaco 27 anni fa portando avanti una delle prime battaglie contro l’overtourism di cui si parlava già allora.

In lista c’è anche Stefano Varponi che porta a Baretta una fa-

Sono aperte le iscrizioni per i corsi dell’Its Academy meccatronico veneto per il biennio 20-22, che quest’anno offre 6 profili professionali suddivisi in 14 corsi in regione per un totale di 336 posti. Il termine ultimo per le iscrizioni è fissato per lunedì 20 luglio alle 12. Già dal giorno successivo una parte dei candidati, diluiti in più giorni per garantire il rispetto delle normative anti-contagio, sosterrà la prova attitudinale nella sede centrale di Vicenza.

A Mestre in particolare si conferma il corso per formare tecnici superiori per l’Automazione e i sistemi meccatronici, 24 i posti disponibili. Lezioni ed esercitazioni si terranno in prevalenza

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Separatismo? No, basta il decentramento IL TEMA-AUTONOMIA Baretta e Idea Comune respingono anche le perplessità sulla convivenza tra la componente separatista e le altre forze in coalizione, unioniste o quantomeno imparziali (linea tenuta dalla segreteria del Pd veneziano) sui temi referendari: «Il referendum è un capitolo superato e ora vogliamo capire come portare avanti questa necessità, nell’ambito di una città metropolitana che dovrà avere un sindaco democraticamente eletto.

Il primo passo è ricominciare a dare autonomia alle municipalità. Dobbiamo fare le cose passo dopo passo, altrimenti finisce che facciamo promesse che non possiamo mantenere». Il programma condiviso viene ricon-

dotto al federalismo: «Questo è un tema trasversale - aggiunge Bellati - che si traduce nel riportare il residente al centro del nostro progetto, con un’amministrazione vicina al cittadino, secondo il principio di sussidiarietà». E Baretta (che aveva già annunciato l’intenzione di prevedere due vicesindaci, uno per Mestre e uno per Venezia e isole, e su questa proposta trova entusiasta Idea Comune) si smarca dall’ipotesi di incompatibilità: «Io sono federalista da sempre e sono convinto che un buon federalismo aiuti tutta l’articolazione. Noi siamo tutti d’accordo nel volere l’elezione diretta in Città metropolitana, lo Statuto speciale e il massimo decentramento con un potenziamento delle municipalità, con attenzione a questi temi anche

Its, ultimi giorni utili per le iscrizioni SCUOLA

scia da sindaco di mezzo secolo fa, appartenuta a Giorgio Longo nel 1970: «Quando sarà il momento - scherza Baretta - dovrò farla riadattare alla mia circonferenza». Infine un commento su chi aveva iniziato il percorso con loro ma poi ha deciso di restare fuori dalla coalizione: «Con Terra e acqua abbiamo tanti progetti in comune - concludono Bellati e Suppiej -. Anche Sitran è un amico e se farà marcia indietro ci troverà. Noi speravamo in una lista unica e non è andata così. Ma questa competizione andrà al ballottaggio e ci ritroveremo tutti insieme al secondo turno».

Melody Fusaro

presso l’Istituto salesiano San Marco, con la collaborazione degli istituti tecnici del territorio. Il corso impartito, così come tutti quelli erogati dall’Its meccatronico, è in grado di inserire gli studenti nel contesto aziendale ancora prima del diploma grazie alla formazione di 2000 ore tenute per il 50% da docenti provenienti dalle imprese, di cui 1200 teorico-pratiche svolte in aula e laboratorio e 800 di tirocinio formativo in azienda, che porta i ragazzi a misurarsi con le dinamiche lavorative. Due inoltre saranno le nuove sedi che verranno aperte a Belluno e Conegliano dove verrà svolto lo stesso corso di Mestre. A Padova invece prende il via l’area digital con il corso di Cyber security specialist e Machine learning. I corsi post diploma professionalizzanti in area

meccatronica formano tecnici superiori, figure in questo momento molto richieste dalle aziende che non ne trovano in numero sufficiente: «Per i post diplomati appassionati di materie tecnologiche, di informatica, meccanica o elettronica la scelta di un corso biennale post diplo-

LAVORO SICURO Studenti del corso di meccatronica

in termini di bilancio. Non si parla di separazione o autonomia ma di un progetto di nuovo decentramento e nuovo federalismo, compatibile con l’esigenza di tenere insieme molte cose e di discutere seriamente di Città metropolitana, anche in ottica allargata a Padova e Treviso». Suppiej rivendica: «Venezia e Mestre hanno bisogno di attenzioni diverse. Pensavamo che la strada fosse separare i due percorsi ma oggi purtroppo è tramontata, complice anche la linea adottata da Zaia con la Regione. Ma guardiamo avanti perché non conta il nome, che sia separazione o autonomia, ma il concetto sostanziale. La risposta è nell’attenzione che dobbiamo dare, come politica, alle realtà locali». (M.Fus.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

ma garantisce un contatto privilegiato con il tessuto produttivo di aziende che basano il proprio sviluppo anche su tecnologie chiave come l’Intelligenza artificiale e l’internet delle cose», spiega Giorgio Spanevello, direttore dell’Its meccatronico. Tramite i corsi si acquisiscono competenze tecniche e trasversali come il lavoro di squadra e la risoluzione di problemi per rispondere alla richieste del sistema produttivo, il tasso di occupazione infatti sfiora il 100%. Tutti i corsi sono realizzati in collaborazione con il Miur, con il co-finanziamento della Regione e del Fondo sociale europeo. Gli studenti, al termine del biennio, sosterranno un esame di Stato per ottenere il diploma statale di tecnico superiore, V livello europeo Eqf. Bando e dettagli su corsi e sedi sul sito www.itsmeccatronico.it.

Francesca Catalano © RIPRODUZIONE RISERVATA

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di essere stati scelti dai militanti del Movimento 5 Stelle attraverso le primarie e che si presenteranno tutti nella sola circoscrizione di Venezia anche se la legge elettorale regionale consente le candidature multiple. Oltre al candidato presidente e consigliere uscente Enrico Cappelletti, in corsa per un seggio nel prossimo Consiglio regionale ci sono la giovane consigliera uscente Erika Baldin, 31 anni, di Chioggia, Dario Dedi, 23 anni, neolaureato in scienze politiche di Musile di Piave, Fabio Rossignoli, 54 anni, agente di commercio di Caorle, Manuela Calzavara, 55 anni, ex commerciante di Mirano, Flavio Baldan, 53 anni, consulente finanziario di Marcon, Tindaro Giuseppe Bigazza, 51 anni, impiegato di Scorzè e infine la consigliera comunale veneziana Elena La Rocca, 44 anni, che tenterò il salto da Ca’ Farsetti a palazzo Ferro Fini.

Il primo obiettivo dei candidati consiglieri pentastellati sarà quello di scavare una breccia nello “Zaiastan”, ovvero nel regno di Luca Zaia, come i “grillini” definiscono il Veneto contemporaneo, per imprimere un cambiamento netto negli indirizzi delle politiche regionali nella gestione della sanità, nelle politiche per il lavoro e per l’ambiente, nella viabilità. «Ci batteremo contro l’inceneritore di Fusina e a favore di un centro di riciclaggio che possa essere il più moderno del Veneto –

ha sottolineato ieri a Mestre il candidato presidente Enrico Cappelletti in occasione della presentazione ufficiale di tutti i candidati veneziani – e per ridurre quello stillicidio di giovani veneti, in gran parte laureati, che sono costretti ad emigrare all’estero. Un altro grave limite della Giunta uscente lo abbiamo visto con il nuovo Piano regionale dei trasporti dove per mancanza di risorse è sparito il progetto del sistema ferroviario metropolitano di superficie, mentre la Regione ha sperperato 82 milioni in prodotti derivati e il project financing della Pedemontana veneta divorerà 13 miliardi di euro». A sostenere i candidati regionali veneziani del Movimento 5 Stelle, ieri mattina all’hotel Plaza di Mestre sono intervenuti i parlamentari Federico D’Incà, attuale ministro per i rapporti con il parlamento, il deputato Alvise Maniero, ex sindaco di Mira, e le senatrici Orietta Vanin e Laura Bottici. «Durante l’epidemia da coronavirus abbiamo avuto il presidente Zaia imperante ovunque mentre la commissione regionale sulle Rsa si chiude senza avere indagato su cosa sia successo nelle case di riposo – ha osservato Erika Baldin – in una regione che vede la presenza di centri di potere che si sono perpetrati da decenni, ma dove i cittadini in questi anni si sono ritrovati con meno treni e meno autobus e dove i veneti che non hanno i soldi per pagare la sanità privata devono aspettare i tempi infiniti delle liste di attesa». In Veneto il Movimento 5 Stelle ha escluso qualsiasi possibilità di alleanza con il Pd regionale per divergenze sui candidati e sul programma, ma anche perché questa è stata l’indicazione espressa dalla maggioranza dei militanti. «Sulle principali battaglie che stiamo portando avanti abbiamo posizioni diverse da quelle del Pd regionale, dalle infrastrutture all’ambiente – spiega Cappelletti - e dunque in Veneto non ci sono le condizioni politiche per un’alleanza».

Paolo Guidone © RIPRODUZIONE RISERVATA

COMUNE E REGIONE La consigliera Elena La Rocca

TRA I CANDIDATI IN REGIONE LA CONSIGLIERA COMUNALE LA ROCCA. ERIKA BALDIN CERCA LA CONFERMA

Passaggi a Nordest, Tigani si candida con “Italia Viva” LA SCELTA A due anni esatti di distanza dalla nascita dell’associazione, il direttivo di Passaggi a Nord Est ha sostenuto la candidatura del presidente Stefano Tigani nella lista di Italia Viva alle prossime elezioni regionali. La decisione è maturata dopo che i vertici nazionali del partito fondato da Matteo Renzi hanno proposto a Tigani di prendere parte alla imminente competizione elettorale, offrendogli così la possibilità di ricoprire un ruolo istituzionale. Un’occasione che è stata salutata con favore dal direttivo di Passaggi a Nord Est e dagli stessi militanti veneziani di Italia Viva, che ve-

dono nella candidatura di Tigani un’opportunità per portare dentro le istituzioni regionali le proposte e le campagne del movimento. In due anni di vita, Passaggi a Nord Est si è fatta promotrice di diverse iniziative politiche e culturali. Due convegni e un disegno di legge contro la violenza alle donne, un convegno insieme ad Anci e l’appello ai candidati per la certificazione di sostenibilità ambientale delle città, la raccolta firme “Figli Costituenti” per inserire in Costituzione la tutela delle future generazioni e il principio di sostenibilità, la raccolta firme per la cittadinanza onoraria a Liliana Segre da parte del Comune di Venezia. (p.gui) © RIPRODUZIONE RISERVATA