Calendario artistico
Rossano
Anno Duemila
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Salda sulle sue rocce a picco (timpe rosse), entra nella storia coi Romani (inizio sec. II a.C.), ma forse la sua vicenda è assai più antica. Fu caposaldo militare e amministrativo dell’Impero Bizantino, centro e tramite di quella civiltà, culla del movimento monastico italo - greco e sede, nella seconda metà del sec. X, dello stratego. Dotata di privilegi da Svevi e Angioini, fu Principato dal 1417 al 1816, sede di due Accademie, partecipe attiva del movimento illuministico rivoluzionario e poi di tutte le fasi della vita nazionale. Fervida di attività politica e culturale, è sede di Arcivescovado, punto di riferimento di vita amministrativa, centro di produzione olearia e agrumicola, polo turistico per la felice concomitanza mare - montagna e per la presenza d’insigni monumenti:Codex Purpureus, San Marco, Panaghia, Cattedrale, Abbazia del Patire. E’ patria dei santi Nilo e Bartolomeo.
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La Panaghia
Febbraio - Anno Duemila L
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Anche la chiesetta della Panaghia (tutta santa), che il popolo nomina tautologicamente Santa Panaghia, è riportabile per i caratteri stilistici ai secoli IX - X. Sita a brevissima distanza dall’attuale Cattedrale, ma più in basso, fu probabilmente in origine oratorio degli anacoreti della zona nord est del Celadi, dalla quale risalivano attraverso l’armonico apparato di viuzze ancora visibili. E’ interessante per l’armoniosissima bifora dell’unica navata e la sapienza artigianale delle decorazioni esterne, fatte di laterizi variamente composti, con spazi interni riempiti di ciottoli. Anche questa chiesetta doveva essere originariamente affrescata come é evidente da resti delle figure di S. Basilio di Cesarea e di San Giovanni Crisostomo, venuti alla luce con la ristrutturazione. Delle altre numerose chiesette bizantine residuano quella del Pilerio, nei pressi di San Marco, e di S. Onofrio, in piena montagna.
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Il S. Marco
Marzo - Anno Duemila L
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La Chiesa di S.Marco, gemella, ma più ampia, ed esternamente più severa, della Cattolica di Stilo è riportabile, per i caratteri stilistici, ai secoli IX - X. Si erge sul filo delle timpe all’estremo sudest della città ed é considerata oratorio dei numerosi anacoreti che popolavano quella zona, dalla quale presumibilmente l’abitato di Rossano si sviluppò e dove sono ancora visibili allo stato originario numerose grotte, mentre altre sono state trasformate o in globate in civili costruzioni. Ha piano quadrangolare a struttura cruciforme, con un’alta cupola centrale retta da pilastri quadri e quattro più basse agli angoli, l’una e le altre lievemente sbalzate all’esterno, e tre absidi fornite di bifore divise da colonnine. Il restauro ha messo in evidenza un resto di affresco con l’immagine dell’Odigitria e altro resto non decifrabile, il che fa supporre che tutta la superficie parietale fosse originariamente affrescata.
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Il Venerdì Santo
Aprile - Anno Duemila L
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Dei sacri riti che caratterizzavano in Rossano la Settimana Santa (resti del rito greco nella Domenica delle Palme, uffizio delle tenebre fino al Giovedì, visita dei cosiddetti Sepolcri nell’alba del Venerdì da parte delle congregazioni al seguito del Cristo gravato della Croce a piedi nudinel fragore delle tocchite e di altri strumenti ligneii etc.) attualmente spogliati della teatralità del passato, il principale é la processione del Venerdì Santo. Gli splendidi gruppi statuari di scuola napoletana, originario corredo della chiesa dell’Addolorata, furono sostituiti negli anni venti da opere più semplici e maneggevoli; restano dell’antica magnificenza il Crocefisso e il Cristo morto. Lo svolgimento della processione, una volta assai suggestivo pur nella sua pagana coreografia e chiassosità, che diede non raramente luogo a spiacevoli eccessi, è stato da qualche anno ridotto a devota compostezza.
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Patire
Maggio - Anno Duemila L
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L’Abbazia del Patire, cioé del Padre Bartolomeo di Simeri, suo fondatore, detto da Paolo Orsi Patirion, sorse agl’inizi del secolo XII per la munificienza dei Normanni. Una prima donazione di Ruggero II e molte altre successive di varia provenienza gli costituirono un immenso patrimonio, che si assottigliò nel tempo in un continuo processo di decadenza del monastero, fino all’abbandono definitivo da parte dei monaci (1836) e alla sua vendita, col bosco circostante, allo Stato (1915). Dell’antica Abbazia restano ruderi e un’ala del porticato, sovrastruttura rinascimentale; resiste al tempo la chiesa, un massiccio complesso di armonica bellezza. Il Patire esplicò una insigne opera di penetrazione religiosa e sociale e rappresentò uno dei principali veicoli culturali dell’alto medioevo, col suo scriptorium, donde uscirono per il mondo i più bei codici dell’arte italo-greca.
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Codex
Giugno - Anno Duemila L
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Il Codex Purpureus Rossanensis, detto cosi perché di pergamena color porpora, contiene gli evangeli di Matteo e Marco, al quanto mutilo il secondo, una parte dell’Epistola di Eusebio a Carpiano e 15 tavole miniate, ornate di testi accessori. Gemma unica al mondo, si ritiene dai più nato a Costantinopoli o Antiochia di Siria in periodo oscillante tra il V e il VI secolo. Custodito da tempo immemorabile nella cattedrale dal clero ignaro del suo valore, fu segnalato al mondo nel 1846 dal giornalista Cesare Malpichi e da allora oggetto continuo di studio. E’ stato riprodotto in cromo fototipia agli inizi del secolo e recentemente in facsimile con un Commentarium specialistico. A parte il molteplice valore storico, il Codex vive come straordinaria opera d’arte per quello che l’artista riesce a realizzare in colori, volumi, movimento, con un esito complessivo di straordinaria drammaticità.
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Lido S.Angelo
Luglio - Anno Duemila L
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Salda sulle sue rocce a picco (timpe rosse), entra nella storia coi Romani (inizio sec. II a.C.), ma forse la sua vicenda è assai più antica. Fu caposaldo militare e amministrativo dell’Impero Bizantino, centro e tramite di quella civiltà, culla del movimento monastico italo - greco e sede, nella seconda metà del sec. X, dello stratego. Dotata di privilegi da Svevi e Angioini, fu Principato dal 1417 al 1816, sede di due Accademie, partecipe attiva del movimento illuministico rivoluzionario e poi di tutte le fasi della vita nazionale. Fervida di attività politica e culturale, è sede di Arcivescovado, punto di riferimento di vita amministrativa, centro di produzione olearia e agrumicola, polo turistico per la felice concomitanza mare - montagna e la presenza d’insigni monumenti:Codex Purpureus, San Marco, Panaghia, Cattedrale, Abbazia del Patire. E’ patria dei santi Nilo e Bartolomeo.
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Cattedrale
Agosto - Anno Duemila L
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L’attuale Cattedrale risulta, dai documenti, funzionante dalla meta del secolo XII, ma recenti lavori di scavo hanno messo in luce, al di sotto del pavimento del presbiterio, resti di mosaico databili alla metà circa del secolo XI e, ancora al di sotto di essi, una precedente fase edilizia. Probabilmente il primitivo nucleo sorse intorno ad un affresco della Vergine, centro di pietà popolare, di chiara stilizzazione bizantina, risalente al periodo tra il VII e l’VIII secolo, ora racchiuso in una nicchia di marmo dello splendido altare marmoreo al centro della Chiesa e venerato col titolo di Achiropita (non dipinta da mano). Ristrutturata per la prima volta, probabilmente, nel 1330 ad opera di Roberto d’Angiò, la Chiesa crebbe nei secoli per le amorose cure dei Vescovi, che ne fecero man mano quel gioiello di armonioso eclettismo che oggi appare. Interventi sconsiderati ne hanno, in questi ultimi anni, compromesso l’antico splendore.
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Palazzo Martucci
Settembre - Anno Duemila L
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Il palazzo dei marchesi Martucci é una delle testimonianze più cospicue di quell’aristocrazia che, insieme alla Chiesa, ha costituito nei secoli l’asse portante della vita cittadina. A chiunque infatti, visiti la città, non sfugge che il suo tessuto si è sviluppato intorno ai palazzi, alle chiese, ai conventi, questi ultimi ora adibiti a usi civili. Con la sontuosità dei palazzi cittadini, numerosi e vari per tempo e titolo e qualità, contendono le ville rurali, quelle montane, luoghi della villeggiatura estiva, e soprattutto quelle di pianura, ove i proprietari trascorrevano generalmente i mesi invernali, cioé della raccolta delle olive, curandole, per il decoro dei rapporti socali, con non minore ricercatezza che le abitazioni cittadine. Cronologicamente le presenze più vistose corrono tra i secoli XVI e XIX, con predominio dei due ultimi, ma non mancano residue testimonianze dell’alto medioevo.
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P.zza del Progresso
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Festeggiamenti
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Via S. Nilo
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