De Sade - Le 120 Giornate Di Sodoma

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Donatien Alphonse François de Sade (Marchese De Sade) LE 120 GIORNATE DI SODOMA UGO GUANDA EDITORE. EDIZIONE 1983. INTRODUZIONE. Le grandi guerre che Luigi IV ebbe a sostenere durante il suo regno, esaurendo da un lato le finanze dello Stato e le risorse del popolo, svelarono dall'altro il segreto d'arricchirsi a quella stragrande moltitudine di sanguisughe sempre in agguato di pubbliche calamità, e che le esasperano in luogo di sedarle per approfittarne col maggior vantaggio. La fine di questo regno, altrimenti sublime, rappresenta forse una delle epoche dell'impero francese in cui vennero maggiormente alla luce oscure fortune che brillano unicamente per il lusso e le dissolutezze, sordide quanto quelle. Sul finire di questo regno, poco prima che il Reggente tentasse, attraverso quel famoso tribunale conosciuto come Chambre de justice, di farla pagare a quella moltitudine di sfruttatori, quattro di loro concepirono il progetto dell'orgia straordinaria che siamo in procinto di narrare. Sarebbe errato credere che solo i plebei cercassero di sfruttare questa corruzione; al contrario, anche grandi signori ne furono i protagonisti: il Duca di Blangis e suo fratello, Vescovo di..., che avevano accumulato entrambi fortune immense, costituiscono la prova incontestabile di come la nobiltà, a somiglianza di altri ceti, non trascurasse di arricchirsi per questa via con ogni mezzo. I due illustri personaggi, intimamente legati da un'affinità di vizi e di affari con il celebre Durcet e col Presidente Curval, furono i primi a concepire le dissolutezze che racconteremo e, avendone informati i due amici, furono tutti e quattro insieme i protagonisti di queste famose orge. Da più di sei anni i quattro libertini, accomunati da una affinità di ricchezza e di gusti, avevano progettato di rinsaldare i loro legami con una sorta di patto in cui la dissolutezza rivestiva un ruolo decisivo rispetto ad ogni altro motivo su cui, solitamente, si fondano rapporti di tal genere. Ed ecco i loro accordi: il Duca di Blangis, vedovo di tre mogli, da una delle quali aveva avuto due figlie, avendo intuito che il Presidente Curval mostrava un certo desiderio di sposare la maggiore, sebbene fosse a conoscenza delle libertà che il padre s'era permesso con lei, il Duca, ripeto, concepì immediatamente questa triplice relazione. " Voi desiderate in sposa Julie, disse a Curval, e ve la cedo senza esitare, ma ad una sola condizione: che non siate geloso se continuerà a dedicarmi, pur essendo vostra moglie, le stesse attenzioni che mi ha sempre riservato; oltre a questo, mi asseconderete nel convincere il comune amico Durcet a cedermi sua figlia Constance, per la quale provo, lo confesso, sentimenti simili a quelli che voi nutrite per Julie. - Ma, obiettò Curval, non ignorate certo che Durcet, libertino quanto voi... - Sono a conoscenza di tutto ciò che si deve conoscere, rispose il Duca. Alla nostra età, e con la nostra concezione delle cose, possono forse fermarci sciocchezze simili? Credete ch'io desideri una moglie per farne un'amante? La voglio per soddisfare i miei capricci, per celare, per coprire infinite piccole dissolutezze segrete che il velo delle nozze nasconderà a meraviglia. In breve, la desidero per lo stesso motivo per cui voi desiderate mia figlia; come se non conoscessi i vostri scopi e le vostre voglie! Noi libertini prendiamo le donne affinché siano le nostre schiave e la loro condizione di mogli ce le rende più sottomesse di quanto possa essere un'amante.


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