Sardinews febbraio 2013

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Mensile di informazione socio economica diretto da Giacomo Mameli n. 2 - anno XIV - febbraio 2013 - € 2

Gli editoriali di febbraio

Redazione: via Paruta 4/b 09131 Cagliari . Tel e fax: 070 4524668 . www.sardinews.it . Stampa: Litotipografia Trudu, Cagliari . Reg. Trib. Cagliari 6 del 5/02/2000 . Abb. post. 45% art.2 comma 20/b L. 662/96 - Cagliari

Un voto per cambiare l’Italia senza lavoro

L’incompetenza al potere dietro l’agonia del Crs4

Guido Melis

Giacomo Mameli

C

inque buone ragioni per votare centrosinistra? Eccole, sommariamente. Prima ragione: perché l’Italia è giunta a un bivio drammatico della sua storia recente, in bilico tra il declino nel quale la destra ha contribuito a cacciarla in questi ultimi anni e una possibilità seria di ripresa, una ripartenza. Declino, dico, sotto tutti gli aspetti: demografico, economico, di tenuta sociale, culturale. Un blocco che si esprime nella rassegnazione di tanti, nella delusione di moltissimi. Un enorme passo indietro che trova il suo drammatico campanello d’allarme soprattutto nella mancanza di futuro che affligge un’intera generazione di ragazze e ragazzi. Giunti al bivio c’è chi ancora propone le ricette illusorie di sempre (fallite senza appello, per altro) o chi (ed è l’altra faccia della stessa medaglia, ma persino più insidiosa) si appiglia all’illusione che basti cacciar via un’intera classe dirigente. Per sostituirla con chi, poi, non è chiaro: ma davvero si crede in una società che sarebbe tutta virtuosa, da contrapporre a un vertice tutto corrotto? Ma c’è un’altra proposta, responsabile e ragionevole insieme, quella riformista del centrosinistra: che sia possibile, facendo leva sulle risorse fondamentali che ancora possediamo, innescare un processo di inversione di tendenza. La fine della gelata e la ripresa. Nel rigore, naturalmente, e nel pieno rispetto dei vincoli: distribuendo più equamente il peso dei sacrifici ancora necessari, dando fiato alle imprese e restituendo potere d’acquisto alle famiglie, salvando i ceti impoveriti dalla crisi e immettendo specialmente i ragazzi nel lavoro dal quale sono stati esclusi. E invertendo la deriva demografica con un robusto innesto di immigrazione onesta e laboriosa, com’è del resto, nella stragrande media, quella che già produce nell’Italia di oggi quasi il 4 per cento del Pil. Seconda ragione per votare il centrosinistra: un voto per restare in Europa. Non in un’Europa dei soli governi, però, ma anche dei popoli, che realizzi compiutamente la sua unità politica, e

L

a maledizione tragica dei “Ventenni” continua a essere nefasta. Non solo in politica. Era durata vent’anni la vera epopea mineraria che creava lavoro ma lasciava sul campo anche duemila croci per silicosi e stragi nelle gallerie del Sulcis. È durata vent’anni la grande industria chimica e metallurgica sarda. Poi le ciminiere si sono frantumate seminando rovine dall’Asinara al golfo degli Angeli, lambendo le sponde del Tirso e spingendosi sotto le falde del Gennargentu. È durato vent’anni anche il sogno della Sardegna-Silicon Valley al centro del Mediterraneo, nata un po’ prima del 1990 per una delle idee veramente geniali della prima Autonomia. Perché quel parco tecnologico inaugurato in un palazzotto tra viale Trieste e Sant’Avendrace di Cagliari, poi trasferito a Piscina Manna tra cervi e foreste fronte-mare, sta per diventare un fantasma. È scomparso non solo dalle cronache sarde, ma soprattutto dai giornali internazionali e dalle riviste scientifiche che contano. Tranne gli addetti ai lavori, nessuno all’esterno – dopo anni di successi - sa quali collegamenti il Crs4 crei col resto del mondo, quale valore aggiunto dia alla Sardegna, quali meccanismi virtuosi inneschi per le aziende isolane che di innovazione hanno disperato bisogno. Di certo si sa solo una cosa. Quel Parco lascerà le colline che si affacciano sul teatro romano di Nora e – nel rispetto della lobby cagliaritana del mattone- si trasferirà nel capoluogo, tra Tuvixeddu e Santa Gilla. Qui, un tempo, osava una cementeria. Adesso c’è un polo privato dell’informazione (di centrodestra) e – fra desktop e open space, menabo elettronici e skype - svettano palazzine desolatamente vuote, costruite da un immobiliarista che si occupa anche di editoria (di nome fa Sergio e di cognome Zuncheddu). Il quale otterrà un bel regalo. Cash. Glielo sta infiocchettando una sua ex socia in affari (di nome – per gli intimi – fa Ketty e di cognome Corona, uffici privati in via Alghero di Cagliari). Perché Maria-Paola-Caterina-Ketty Corona, nominata a suo tempo assessore agli Affari generali dal presidente semper ridens Ugo Cappellacci, giubilata dopo pochi mesi

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