Gates e Bono a Repubblica: "Sogniamo un mondo 'in the name of love" www.repubblica.it /cultura/2017/02/23/news/bill_gates_bono_sognare_un_mondo_intervista-158964889/ MONACO DI BAVIERA - Uno indossa l'abito e la cravatta, l'altro ha una maglietta nera, stivali e orecchini. Uno è l'imprenditore più ricco del mondo, l'altro è una superstar del rock. Sono seduti uno accanto all'altro: Bill Gates beve una Coca Light, Bono un semplice bicchiere d'acqua. Ma cosa ci fanno questi due insieme? Perché sono a Monaco, alla Conferenza sulla Sicurezza? Bill Gates: "Ci siamo conosciuti un bel po' di tempo fa. Ci siamo incontrati a New York, immediatamente dopo l'11 Settembre...". Bono: "Già, mi ricordo, tu mangiavi un Big Mac!". Bill Gates: "Ho coinvolto Bono, con le sue esperienze in Africa, in questo lavoro. All'epoca la mia Fondazione era agli inizi. Gavi (Alleanza Vaccini) e il Fondo Globale si stavano fondendo ed è da allora che abbiamo sostenuto e amato l'attività che svolge One. E ci siamo resi conto di aver avuto un bel successo". Bono: "Dopo il nostro primo incontro e... i consigli sulla dieta, sono andato a trovare Bill e Melinda per tentare di ottenere un investimento a favore di One, in modo da formalizzare la nostra operazione e ingaggiare le persone migliori e più brillanti per poterla realizzare. Ma quello che ho tratto da quel nostro primo incontro è stato "qui non si tratta di denaro... la nostra carta vincente sono proprio queste due persone!"". Bill Gates: "Beh, eravamo abbastanza sprovveduti all'epoca. La nostra idea di cambiamento era di aiutare a creare nuovi strumenti, attraverso vaccini e medicinali. Non avevamo ben chiaro come distribuirli e quanto fosse difficile riuscire ad arrivare a tutti i bambini poveri, a vaccinarli, a coprire una zona così vasta e quanto fossimo dipendenti dagli aiuti dall'estero nel raccogliere i vaccini già esistenti e quelli nuovi per poi spedirli. Il problema della consegna, degli aiuti stranieri e della necessità di collaborare con i vari governi si è concretizzata solo negli anni a seguire. Dunque, One è testimone di come stessero effettivamente andando le cose, identificava i politici che avevano a cuore la questione e ci consentiva di conoscerli meglio. Abbiamo imparato molto sull'argomento. Abbiamo alle spalle quindici anni di grandi progressi ma, a patto che la generosità continui a sostenerci, abbiamo altri quindici anni grandiosi davanti a noi, perché ce lo permetterà la scienza. Ora siamo molto meno ingenui nell'affrontare le difficoltà per dare vita a questi progetti". Bono: "In questi ultimi giorni ho esortato la gente depressa dai titoli dei giornali e dallo stato di cose nel mondo a leggere la lettera annuale di Bill e Melinda. Contiene veramente le più belle notizie del mondo. 122 milioni di bambini salvati dal 1990: è incredibile. Credo si tratti di più di 13mila bambini al giorno o qualcosa del genere, pazzesco! È veramente un'enormità. Se ti senti sconfortato da come vanno le cose nel mondo, vieni a sostenere uno di questi movimenti: avrai un obiettivo da raggiungere e le tue azioni saranno davvero d'impatto. Unisciti a One perché funziona veramente". Avete partecipato alla Conferenza sulla Sicurezza per puntare l'attenzione sulle malattie, che rappresentano un rischio per la sicurezza globale. Siete soddisfatti della Conferenza? Bill Gates: "Siamo felicissimi perché finalmente si è stabilito quanto prosperità, sviluppo, sicurezza e salute siano connessi tra loro. Quindi parleremo molto di epidemie, di come dobbiamo interagire con la sicurezza istituzionale, di come dobbiamo investire e anche di come dobbiamo essere più preparati al riguardo. E la cancelliera Merkel, benché tenuta ad aumentare i fondi per la difesa, ha affermato che l'investimento per lo sviluppo deve andare di pari passo". Bono: "Siamo testimoni di un fatto straordinario: i militari sembrano essere più avanti dei propri capi nel ritenere che sia necessario investire nelle persone, nella prevenzione, invece che nell'intervento. Penso che ciò sia dovuto al fatto che loro sanno meglio di chiunque altro quale sia il prezzo da pagare in un conflitto. Non esiste
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