Pressbook 2011

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Giovedì 15 Luglio 2010 IL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO

FESTIVAL PUCCINIANO

L’intervento

«Tuttol’orgoglio di unFestival che parla al mondo di ENRICO ROSSI*

DOMANI si inaugura a Torre del Lago il 56˚ Festival Puccini che mette in scena quattro capolavori del compositore nello scenario incomparabile del Gran teatro all’Aperto Giacomo Puccini, in riva al Lago di Massaciuccoli. Sono felice di salutare tutti gli appassionati che vorranno testimoniare con la loro rinnovata presenza in questo luogo speciale l’attaccamento a un compositore straordinario, così legato alla Toscana e così universalmente riconosciuto come l’ultimo grande poeta del melodramma italiano. LA MANIFESTAZIONE si svolge dentro un moderno anfiteatro con 3370 posti, dotato di sofisticati impianti tecnologici e acustici che ne assicurano la massima funzionalità e di un auditorium da 500 posti per ampliare l’offerta culturale del Festival nei mesi invernali. La creazione del Parco della Musica di Giacomo Puccini di Torre del Lago e la realizzazione del Nuovo Teatro all’Aperto rappresentano uno degli interventi più significativi della politica culturale in Toscana negli ultimi decenni. La manifestazione offre il meglio della nostra tradizione musicale dentro un prezioso palcoscenico naturale e, da quel lontano 24 agosto del 1930, dopo l’esordio su un palco costruito su palafitte, continua ad attrarre pubblico e critica con rappresentazioni innovative. La formula che caratterizza da alcuni anni il Festival è quella dello spettacolo lirico intrecciato con i lin-

guaggi dell’arte contemporanea in allestimenti non tradizionali. IL FESTIVAL è l’occasione per presentare la dimensione internazionale di Giacomo Puccini, quel linguaggio musicale che interpreta e descrive sentimenti universali raggiungendo un pubblico vastissimo che proviene da ogni angolo della terra. Allo stesso tempo offre la possibilità di percepire il legame profondo e inestricabile tra il compositore e la parte di Toscana rappresentata da Torre del Lago, con l’antica torre di guardia ristrutturata che diventa per trent’anni la casa e la fonte d’ispirazione di Puccini, il luogo dove compone tutte le sue opere maggiori. NELLA SUA LUNGA storia, il Festival ha ospitato i nomi più importanti della lirica mondiale, da Mario del Monaco a Luciano Pavarotti, da Renata

Patrimonio culturale «Sentimenti universali che raggiungono un pubblico vastissimo» Scotto a Raina Kabaivanska, grandi spettacoli di danza e grandi nomi dell’arte internazionale che hanno curato spettacoli straordinari. Quest’anno si celebra con un nuovo allestimento il centenario dalla prima rappresentazione de “La Fanciulla del West”, al Metropolitan Opera House di New York. Il Festival Puccini è un esempio riuscito di valorizzazione del nostro straordinario patrimonio culturale che parla al mondo e attrae un pubblico qualificato ed entusiasta tutte le volte che riusciamo a trovare le forme giuste per farlo conoscere. *Presidente della Regione Toscana

I cent’anni della di Beppe Nelli

· Torre del Lago (Lucca)

TROVARE una strofa pucciniana che mostri i segni del tempo è una scommessa e anche questa «Fanciulla del West» che compie cent’anni sembra una bimba. L’edizione dell’anniversario va in scena domani sera con la collaudata coppia Dessì-Armiliato, antipasto del 56˚ Festival Puccini che si annuncia ricco di stelle di prima grandezza. Dal 2000 il Pucciniano inanella successi col fortunato ciclo «Scolpire l’opera», allestimenti firmati da grandi artisti. Quest’anno tocca a Franco Adami, pisano molto conosciuto anche in Francia. Andrà in scena una «Fanciulla» moderna, talvolta fuori dal tempo e dallo spazio, in un saloon molto Liberty e una California astratta (foto a sinistra). Gli indiani sembrano tribù messicane, e statue grandi come totem disegnano nativi e nuvole, quelle delle Cloudy Mountains della storia originaria di David Belasco, «The girl of the golden West». In contrasto

con le scene la regia realistica di Kirsten Harms, sovrintendente della Deutsche Oper di Berlino, attenta ai ritratti psicologici. Chiude l’affresco privo di cartoline cinematografiche Giovanna Fiorentini, che ha disegnato costumi moderni o démodé, ma raramente western. La direzione è di Alberto Veronesi. Per il centenario ha recuperato alcune battute, riferite ai cercatori d’oro, che Puccini tagliò

L’anniversario Un allestimento moderno diretto da Alberto Veronesi con le scene di Franco Adami dopo la prima al Metropolitan Theatre. Johnson: «Minnie! Potete correr tanto rischio per ciò che non è vostro?». Minnie: «Oh, lo fareste anche voi! Se sapeste quanta fatica costa, e quanto è caro questo denaro! E’ una lotta superba! L’alcali, il sasso, la creta, la zolla: tutto è nemico! S’accoscian sull’erba umida: il fango negli occhi, nell’ossa, nel cuore! E un giorno,

con l’anima frolla, col dorso ricurvo, con arso il cervello, sull’orlo a una fossa, in riva a un ruscello s’adagian, non sorgono più!». Daniela Dessì è Minnie (come nel 2005, nell’edizione di Nall ora uscita in Dvd), Fabio Armiliato Dick, Carlos Almaguer lo sceriffo Jack Rance. La «Fanciulla» richiede anche uno stuolo di voci soliste tra cui: Ashby, Luigi Roni; Sonora, Giovanni Guagliardo; Nick, Cristiano Olivieri, Trin, Marco Voleri. In replica il 23 luglio e il 7 agosto. MAI COME quest’anno però le vere protagoniste del Pucciniano sono le voci. Amarilli Nizza è Cio Cio San nella fortunata «Madama Butterfly» riproposta dopo il debutto del 2010, quella con le scene del giapponese Kan Yasuda. Sul palco Ishinku, Tenmoku, Shosei, le gigantesche sculture Zen su cui si stagliano i meravigliosi costumi di Regina Schrecker per la regia di Vivien Hewitt. Nel cast Renata Lamanda (Suzuki), Massimiliano Pisapia


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