6Donna #7 56

Page 1

Inchiesta Genitori e figli I perché di una bocciatura

Fashion Voglia di coccole

Bellezza Tintarella su misura

Cucina Pasta d’estate

Moda

Saldi a colori

Abito in copertina si ringrazia:

“DIVI&DIVINE” Corso Giannone, 7 - Foggia


2

l u g l i o duemilaundici

sommario

ditoriale di ANNA RUSSO Tanto agognata dopo il tempo incerto dei mesi scorsi, l’estate è finalmente arrivata. Per tutti giunge, o almeno, nella migliore delle ipotesi, dovrebbe giungere, la pausa estiva dalle fatiche lavorative invernali. Anche 6Donna, come ogni anno, ferma la sua attività ad agosto e saluta tutti con un numero che, sulla scia della sua migliore tradizione, unisce il serio al faceto, il divertente al riflessivo. Passerelle, fornelli, viaggi: tanti spunti per una estate all’insegna della leggerezza, una vacanza modaliola, che non rinuncia ai piaceri della tavola e al gusto dell’avventura. Ma come sempre, alla frizzantezza delle pagine light, la redazione cerca di associare tematiche più impegnative che, lungi dal voler appesantire i lettori, si ripropongono di offrire spunti riflessivi. Sul tema dell’inchiesta per esempio: la difficoltà degli adolescenti di affrontare gli insuccessi scolastici. Proprio questo, infatti, è tempo di bilanci, pagelle ed esami. Non è raro ascoltare storie di famiglie in crisi per una bocciatura o, peggio, di gesti estremi da parte di ragazzi, incapaci di affrontare quella bocciatura con la spavalderia solita della loro età. Dietro l’autolesionismo estremo, sembra essere chiaro, si nasconde tutta una scala di malesseri che coinvolgono gli adolescenti e che trovano, nell’insuccesso scolastico, solo la goccia che fa traboccare un vaso già pieno. Alla base, l’incapacità di tollerare le frustrazioni che li porta a crollare alle prime difficoltà, proprio loro che, come commenta don Antonio Menichella, in apparenza si mostrano così sicuri di sé. Ma ancora più a fondo, oltre alla componente caratteriale, è quanto emerso dalla nostra inchiesta, ci sono problematiche che investono le amicizie, le prime delusioni amorose e, soprattutto, il rapporto con la famiglia e l’immagine di coppia che i genitori offrono ai loro figli. Tutto torna, così, all’origine, al nido familiare dove il nucleo si crea e dove si forma il carattere e la storia stessa di ogni individuo. Spunti riflessivi vengono poi, anche dalla cronaca degli ultimi giorni: prostitute a dodici anni per quei clienti disposti a pagare un surplus in cambio di una vergine; l’ennesimo militare morto in Afghanistan e il solito tira e molla sull’opportunità di richiamare in patria il contingente italiano; il lavoratore suicida per mobbing in ufficio. Ma poi, grazie al cielo, ritorna la leggerezza con il matrimonio dell’anno (il secondo in realtà) dei regali monegaschi, condito in salsa piccante e accompagnato da fuga della sposa e nuovi figli da riconoscere. C’è anche la rottura tra George Clooney e Elisabetta Canalis e la spy story sul “sarà stato tutto vero?”. Anche questa leggerezza fa parte della vita ed è giusto che non manchi… sempre per il principio a me caro che la vita ha il sapore del pollo all’ananas e pinoli, uno straordinario sapore agrodolce.

4 Personaggio del mese • Umberto Veronesi laureato honoris causa 5 Storie al femminile • Martina Piteo, quanta passione in un solo “scatto” • Insieme per una rivoluzione gentile 6 Inchiesta • Incubo pagelle e esami di stato: l’insuccesso scolastico e l’intolleranza alle frustrazioni 8 Attualità • Percorso nascita, per mano verso la genitorialità 9 Società • Le donne vogliono e meritano di più 10Moda • Tinte forti per donne a colori 11Tendenze • La moda sul naso: gli occhiali da sole 12Fashion • Capelli, voglia di coccole 13Bellezza • Tintarella su misura • Sensuali rituali 14Ambienti • Nuovo stile orientale 16Cucina • Pasta d’estate 17 Rubriche 21Test • Scopri che fototipo sei 22Viaggi • Norvegia, montagne sull’oceano


l u g l i o duemilaundici

3


4

l u g l i o duemilaundici

personaggio del mese

DOTTORE IN ODONTOIATRIA CON LA PASSIONE PER L’ONCOLOGIA

Umberto Veronesi, laureato honoris causa

CARTA D’IDENTITÁ Nome Umberto Cognome Veronesi Nato a Milano Il 28.11.1925 Professione Oncologo Segni particolari Vege tariano, animalista

Come prevenire i tumori? Mangiando carote, pomodori e mirtilli natore Nichi Vendola. Si siede accanto al Sindaco Gianni Mongelli, dopo aver stretto le mani a tutta la prima fila titolata. “Il Professor Veronesi – aveva commentato il primo cittadino - diventa così un testimone della nostra realtà, della nostra Università e della nostra città”. Uno di noi. E a chi si domanda il perché di una Laurea honoris causa in Odontoiatria al celebre oncologo, il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Foggia Matteo Di Biase risponde che “Il Professor Veronesi ha già la Laurea in Medicina, e quindi non si poteva certo duplicare”. L’occasione di un convegno organizzato a Pugnochiuso dalla Società Italiana di Patologia e Medicina Orale è propizia, proprio quando si intensificano gli studi sui tumori della bocca e del collo. Rito medievale con formule in latino, il “tocco” sul capo e un libro prima chiuso e poi aperto, perché il neolaureato divulgherà il suo sapere. Volume di Pirandello, “L’uomo dal fiore in bocca”, dramma di un uomo condannato a morte dal tumore. Tredici volte dottore ad honorem, l’oncologo più famoso al mondo aveva ritirato la sua ultima pergamena in Madagascar. Lui continua a lottare contro il cancro e a predicare la prevenzione con la stessa insalata di vent’anni fa, nonostante le psicosi. Per la platea, forse neanche troppo numerosa per un professore del suo calibro, e per l’amico Ferzan, quell’uomo di scienza rappresenta la speranza. Mariangela Mariani

Nessuna goliardata prima di indossare la toga. Il laureando si fa attendere. La commissione, con le braccia conserte, lo aspetta per un’ora. Se lo può permettere. Quando apre lo sportello, c’è la solita ressa di giornalisti. E ci si stupisce solo di quanto sia alto, quell’uomo mingherlino che per associazione di idee ti fa pensare a uno dei mali più terribili: il cancro. Umberto Veronesi, classe 1925, è il primo laureato ad honorem del Corso di Odontoiatria e Protesi Dentaria della Facoltà di Medicina. Un odontoiatra foggiano, con la passione per l’oncologia. Il 15 giugno, il direttore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia, dal pulpito dell’Aula Magna della Facoltà di Economia di Via Caggese, ha raccontato conquiste e sconfitte di una vita dedicata alla ricerca. Medico oncologo di fama mondiale che ha dedicato tutta la sua attività clinica e di riPrima di fare il suo ingresso sul red carpet, racconcerca alla prevenzione e alla cura del cancro, per le indiscutibili doti professionali che hanta le complicazioni degli studi all’italiana. “La ricerca no caratterizzato la sua carriera, per il costante impegno professionale allo studio ed alha difficoltà nel nostro Paese, ma ne ha un po’ in tutto il la cura dei tumori e per la sua dedizione a diffondere le conoscenze mediche, come mondo. Stiamo superando un momento difficile perché testimoniato dalla creazione della Scuola Europea di Oncologia e dalla decisione di istila scoperta del Dna, con tutte le sue implicazioni, ci ha tuire, come Ministro della Salute, la Formazione Medica Continua Obbligatoria. Il prodato molte speranze però abbiamo scoperto anche che fessor Umberto Veronesi, noto in tutto il mondo per il notevole contributo scientifico deè molto più dura di quanto pensassimo”. Quanto ai fondicato all’approfondimento di alcuni aspetti della terapia e della di, non ci vuole un prevenzione dei tumori, ha con le sue scoperte permesso di ragoncologo di fama giungere nuove frontiere nella terapia delle neoplasie maligne. mondiale per capiIl professor Veronesi ha, inoltre, avviato una serie di processi dire come siamo mesvulgativi ed educativi che hanno promosso il miglioramento delsi: “Si investe poco lo stato di salute del singolo e della collettività mediante l’adozioin Europa, molto ne di appropriati stili di vita e di forme di prevenzione primaria e negli Stati Uniti ed secondaria. Per tutto quanto su indicato, visto il suo pregevole ed altrettanto in Giapelevato apporto all’approfondimento delle conoscenze applicapone e in Cina”. bili nel trattamento di tutte le neoplasie di origine epiteliale e alSi stringe nelle l’introduzione di innovative metodiche di terapia e prevenzione si spalle quando gli si chiede del nucleare: “Non c’è più ritiene di proporre il professor Umberto Veronesi per il conferimento della Laurea hononiente da dire, è finita (ride, ndr)”. Ma alla fine il Presiris causa in Odontoiatria e Protesi Dentaria. dente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare non si ras-

segna: “Io sono convinto che questa bellissima possibilità di ricavare da un atomo tanta energia debba essere sfruttata”. Vegetariano convinto, come vent’anni fa, quando arrivò a Foggia per l’AIRC, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, riconferma la sua ricetta per la lotta ai tu-

La motivazione

mori: carote, pomodori e mirtilli, almeno tre volte a settimana. Ad attenderlo c’è il pubblico delle grandi occasioni, e persino il regista Ferzan Ozptek, un amico, che per l’AIRC ha girato due spot. Grande assente giustificato, il Gover-


l u g l i o duemilaundici

storie al femminile

5

Nelle sue foto d’autore delle istantanee di emozioni

Martina Piteo, quanta passione in un solo “scatto” Bianco e nero o colori per esprimere tutta la freschezza e complessità dei suoi anni Istantanee di emozioni, sguardi “freschi”, pieni di gioia ed incredulità, espressioni di meraviglia rubate al quotidiano. Sono gli scatti di Martina Piteo, 17enne foggiana dalla grande passione (ed abilità) per la fotografia. Nelle sue foto d’autore, Martina racchiude ad un tempo tutta la freschezza e la complessità della sua età, con uno sguardo attento e disincantato sul resto del mondo; suggestioni che si fanno concrete attraverso un uso “funzionale” del colore e “strumentale” del bianco e nero, senza disdegnare le possibilità offerte dai programmi di fotoritocco per esprimere la profondità dei suoi pensieri. “La fotografia per me è un mezzo attraverso il quale manifestare idee, pensieri ed emozioni. C’è chi le esprime scrivendo, chi disegnando, chi cantando; nel mio caso riflessioni e suggestioni prendono corpo attraverso l’obiettivo”, spiega Martina ripercorrendo le tappe che l’hanno portata – oggi – a mostrare le sue foto al vasto pubblico degli internauti attraverso una sua pagina facebook (i più curiosi possono cercare Marty.Photography*) ed il sito/vetrina personale

(http://www.martyphotography.it), entrambi cliccatissimi. “Sono cresciuta circondata da flash, una passione grande che mi è stata trasmessa nel corso degli anni da mio padre. Poi, da quando ho avuto in regalo la mia prima macchina fotografica professionale, la voglia di “scattare” è cresciuta sempre più e credo continuerà a crescere senza limite”. Attraverso l’obiettivo (il suo “terzo occhio”, come lo definisce) Martina cerca di catturare “un mondo pieno di particolari, forme vive e sensibili”; dettagli che non sfuggono al suo sguardo, curioso ed originale, tipico della sua età. Non solo scene dal quotidiano, però. Nei suoi scatti c’è spazio anche per una più puntuale riflessone sociologica. “I miei scatti ritraggono soprattutto volti di amiche, amici o bambini. Penso che attraverso l’espressione degli occhi o del volto una persona esprima molto: immortalare un singolo momento o un’emozione è stupendo. Però ho avuto modo di misurarmi anche con foto “a tema” per esprimere il mio punto di vista su tematiche più importanti e di attualità. Disturbi ali-

mentari o la continua ed estenuante ricerca della perfezione, ad esempio, due argomenti che toccano da vicino le mie coetanee e la mia generazione, sono al centro di molti miei scatti”. Cercando di scavare a fondo il suo personale modo di fotografare per rintracciarne i tratti caratterizzanti, Martina spiega con sincerità: “Probabilmente a 17 anni la mia risposta In alto a sinistra: Martina Piteo. non potrà essere del tutto com- Sopra: uno scatto della fotografa foggiana sul tema dell’anoressia piuta, ma sono convinta che, quando c’è di mezzo una passione grande, prattutto la realtà di chi scatta: la mia è molin ogni scatto si rifletta una parte dell’auto- teplice e complessa e attraverso Photoshop re, e che questo si renda manifesto attraver- riesco a esprimerla appieno”. Sul suo futuro, invece, al di là di incogniso un dettaglio distintivo che lo rende unico e riconoscibile a prima vista. Non saprei an- te “fisiologiche” tipiche di chi ha ancora tutcora individuare il mio. In questo momento mi ta la vita davanti, campeggia una sola, granpiace molto sperimentare le possibilità de certezza: “Fare ciò che si ama in assoluto espressive derivate dall’uso del Photoshop può aiutarci a dare il meglio di sè, quindi (programma di elaborazione digitale delle anche se è una risposta scontata - spero di poimmagini, ndr): dicono tutti che la fotografia ter avere una macchina fotografica in mano dovrebbe rappresentare la realtà pura e sem- per tutta la vita”. Maria Grazia Frisaldi plice. A mio parere deve rappresentare so-

ASSOCIAZIONE DONNE IN RETE

Insieme per una rivoluzione gentile Inaugurata a Foggia la nuova sede operativa con lo scopo di promuovere la partecipazione delle donne E’ costituita essenzialmente da donne, ma non solo. A far parte di Donne in rete anche uomini che le stesse associate definiscono “illuminati”, capaci di apportare il “loro contributo per il miglioramento della città”. Tutti pronti a combattere per la salvaguardia dei beni comuni (acqua, aria, territorio, lavoro); favorire lo sviluppo della città economicamente, civilmente e culturalmente per tessere una rete comunicativa con altre città del territorio; puntare sulla energia, capacità e la creatività delle donne e rivolgersi alle giovani e ai giovani che rappresentano il futuro del territorio. Oggi, con una spinta in più. Donne in rete infatti, ha appena inaugurato la nuova sede foggiana in via Emilio Perrone, 35, un luogo dove le donne potranno riunirsi e programmare le attività dell’associazione. “E’ un’associazione di donne per le donne per costruire insieme il futuro di questa città. L’idea – spiega Grazia Bonante - è nata dalla volontà di tutte noi di creare un luogo innovativo e all’avanguardia di ascolto e condivisione dei problemi, una rete di partecipazione

Grazia Bonante Associazione “Donne in rete”

che promuove la cittadinanza attiva senza discriminazione e pregiudizi, senza distinzione di status di appartenenza, orientamento sessuale, età, religione, nel pieno rispetto dell’alterità e di ogni differenza. Non nasce dalla voglia di rivendicazione nel senso di pari opportunità tra uomini e donne, ma dal sentito bisogno e dall’urgenza di manifestare il nostro essere diverse, di fare la differenza in quanto donne. E’ importante mettere al

servizio della cittadinanza le nostre capacità e la nostra estrema sensibilità in un lavoro vero e continuo per dare voce e sostegno a chi ha difficoltà”. L’associazione si presenta come una rete inter-istituzionale contro la violenza sulle donne e contro il degrado allarmante della città. “Vogliamo dire basta: basta subire. Vogliamo diventare parte attiva sia nel privato che nel pubblico per farci sentire e risolvere i problemi che accomunano tante persone. Oggi la società è costituita dagli uomini in cui le donne sono solo “ospiti clandestine”. Come direbbe Simone de Beauvoir, la madre del movimento femminista francese, la donna ha preso coscienza della sua condizione di essere il secondo sesso e per questo deve prendere atto e consapevolezza di una rivalsa rispetto all’uomo. Ai giorni nostri, nonostante le tante lotte femministe, ancora siamo in dovere di riportare la donna da oggetto a soggetto come parte intellettuale pensante e attiva della società. La rivoluzione che l’associazione promuove e che definisce “gentile”, raccoglie l’eredità del movi-

mento delle donne e si presenta come una rivoluzione culturale, capillare che vuole coinvolgere tutti gli aspetti della politica, dell’economia, del vivere sociale; si propone di rendere le donne protagoniste e porre al centro la loro capacità di pensare al femminile. Donne che sentono l’obbligo di accompagnare la società verso un futuro diverso. “L’esperienza ci insegna che per favorire cambiamenti duraturi è necessario approvare leggi che riqualifichino le regole del vivere sociale”. La stessa inaugurazione della nuova sede è stata occasione per aprire un dibattito con gli ospiti della serata, intervenuti apportando il proprio punto di vista sulla situazione foggiana: immondizia sulle strade, mancanza di lavoro, criminalità, maleducazione, cultura, famiglia, istituzioni e giovani. Un degrado generale che il cittadino sembra vivere con malcontento, consapevole che per migliorare la qualità della vita il cammino è lungo e difficile. Per contatti ed info: 3894994883; 0881 206112. Irma Mecca

Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002 Editore Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l. Direttore Responsabile Anna Russo Caporedattore Angela Dalicco Hanno collaborato Maria Rosaria De Leonardis Maria Grazia Frisaldi Mariangela Mariani Dalila Campanile Elisabetta Ciavarella Irma Mecca Emanuela Cafaro Rubriche avv. Rosangela Loriso dott.ssa Floredana Arnò dott.ssa Stefania Fariello dott.ssa Edwige Carnevale dott.ssa Marcella Bevilacqua dott. Roberto Gabrieli Redazione Foggia Via Tressanti, I trav. (vill. Artig.) Tel. 0881.56.33.26 - Fax 0881.56.33.19 e-mail 6donna@virgilio.it Impaginazione e stampa Publicentro Graphic La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite. Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia


l u g l i o duemilaundici

6

inchiesta

Il brutto voto e la bocciatura sono solo il sintomo e non la causa

Incubo pagelle e esami di stato: l’insuccesso Il futuro dei figli è una partita che si gioca soprattutto in famiglia. Da non trascurare, poi, il ruolo di amicizie e relazioni affettive esioni autoinferte o tentativi di suicidio: è con questi “comportamenti estremi” che gli adolescenti comunicano un disagio o una sofferenza psicologica. La concomitanza tra simili comportamenti ed eventuali insuccessi scolastici, soprattutto nel periodo di pagelle e esami di stato, potrebbe indurre a subordinare l’autolesionismo al calo del rendimento scolastico. E invece, ne è certa la comunità scientifica, gli insuccessi scolastici sono il sintomo e non la causa del disagio. Lo conferma la psicologa clinica Ines Panessa, esperta in perizie psicologiche e valutazioni del danno psichico.

L

Quanto è diffuso il disagio tra gli studenti? Lavorando nelle scuole dove offro sostegno psicologico ad adolescenti, genitori e docenti, ho potuto accorgermi che il disagio tra gli studenti è diffusissimo. E’ chiaro che il discorso è a monte e parte dall’intolleranza alle frustrazioni: noi siamo il prodotto di quelli che sono stati i nostri modelli familiari che ci hanno dato determinati insegnamenti e valori, ragion per cui, se l’adolescente arriva ad una intolleranza delle frustrazioni, è perché già in età precedenti non è stato abituato alla tolleranza di situazioni particolari che coinvolgono ogni campo della loro vita, comprese le prime delusioni d’amore e quelle scolastiche. Quindi gli insuccessi scolastici devono fungere da campanello d’allarme? Il disagio scolastico è il campo principe in cui un bambino e un adolescente manifestano le loro problematiche, che in realtà c’entrano ben poco con la scuola, ma è lì che il ragazzo presenta il suo disagio: non studia più, è disinteressato a tutto ciò che accade in classe. Può capitare che un ragazzo sia andato bene fino ad un certo punto del percorso scolastico e che poi, all’improvviso, venga bocciato. Quello è un campanello d’allarme che ci permette di indagare altrove, in altri ambiti della quotidianità del ragazzo. Il rischio suicidio raramente può essere legato solo alla delusione scolastica, o meglio, penso che questa sia la goccia che fa traboccare un vaso già pieno. Gli insuccessi scolastici, ripeto, solitamente sono il sintomo di qualche altro disagio, legato ai tratti di personalità, a particolari dinamiche familiari, a educazione e valori impartiti in famiglia: è lì che bisogna guardare quando un adolescente non va bene a scuola e rischia la bocciatura. Se il problema non è prettamente quello scolastico, allora è possibile che i ragazzi

Ines Panessa, psicolga clinica

soffrano di depressione nonostante oggi, a livello materiale almeno, hanno tutto o quasi? Partiamo dal presupposto che l’adolescenza è un’età molto particolare. Prima dei 18 anni per la letteratura non si può parlare di disturbo clinicamente definito perché non abbiamo una personalità strutturata. Parliamo di periodi di difficoltà che si manifestano con una introversione e una mancanza di motivazione allo studio. Di sicuro va indagato in tutte le aree di azione dell’adolescente, quella relazionale (il gruppo, gli amici), affettiva (il primo innamoramento). C’è poi la sfera familiare, che comprende non solo il rapporto con i genitori, ma anche l’idea che il giovane ha della sua famiglia e dei genitori come coppia. Quali sono i primi segnali di queste difficoltà? Una modificazione degli usuali comportamenti e stili relazionali. Se per esempio ci troviamo di fronte ad un adolescente che si è sempre confidato e confrontato con i genitori, che ha frequentato un rego-

lare gruppo di compagnie, svolto attività sportive e che, all’improvviso, modifica i suoi comportamenti, questo può essere un segnale da non sottovalutare. E’ chiaro che, affinché il genitore possa avvertire questi segnali che, in alcuni casi, sono molto deboli, deve essere molto attento. Questo significa che deve controllare il figlio dall’alto, dando l’impressione di lasciarlo libero. Importante è, naturalmente, che ci sia una buona intesa tra genitore e figlio, altrimenti è più facile che il ragazzo si ritiri in se stesso. Come si fa a costruire una buona relazione emotiva con ragazzi che, a quell’età, sono ribelli a tutto? Alcuni genitori hanno paura perché l’adolescenza spaventa. Il proprio figlio cambia, non si sa più come prenderlo, cosa e come chiedere, perché si ribella e non è più quello di prima. Ma attenzione. L’adolescenza non è una malattia, è una normalissima fase del ciclo vitale ed è bene che ci sia. La ribellione ne è l’elemento classico: per i giovani è usuale

pensare che il genitore abbia torto, il migliore amico ragione. Questo atteggiamento è normale. Se mancano tutti i comportamenti tipici adolescenziali (ci sono genitori che dicono: mio figlio è tranquillissimo, non mi dà problemi, non mi chiede di rientrare più tardi, non dice bugie, non fa marachelle), allora significa che l’adolescente non sta vivendo propriamente quella fase e potrebbe avere problemi e difficoltà futuri. Ciò che possono fare i genitori è preparare il ragazzo che va incontro alla fase adolescenziale a quelli che sono i risvolti naturali della vita quotidiana con i quali si troverà ad avere a che fare: le relazioni interpersonali, i concetti di amicizia, dovere, responsabilità, il valore dei soldi, tutti elementi che, se ben trasferiti all’adolescente, lo educano alla tolleranza alle frustrazioni. In che modo trasferirli? Alle frustrazioni gli adolescenti e prima ancora i bambini vanno preparati sin dall’infanzia. Per esempio con la strategia educativa dei premi e delle punizioni: se fai bene meriti un premio, altrimenti una punizione. Chiaramente tutto questo va motivato. Non

possiamo dire ad un bambino che una determinata cosa non si fa senza spiegarne il motivo, perché altrimenti non è in grado di assorbire la valenza educativa della punizione. Bisogna utilizzare la politica del merito. E in questo è fondamentale il ruolo del padre. La figura paterna è quella normativa per cui spetta al padre la responsabilizzazione dei figli e la trasmissione del senso del dovere. Questo non perché il padre è l’orco cattivo, ma perché, biologicamente, è la figura che impartisce le regole che vanno motivate e se c’è una buona relazione tra padre e figlio, il figlio le regole le ascolta. Per questo lo stesso genitore deve fare da modello dedicandosi ai suoi doveri, compreso quelli di seguire i colloqui e curare le relazioni scolastiche dei figli. Per mantenere un contatto costante con il figlio, poi, deve monitorare costantemente il suo comportamento, far sì che il ragazzo viva liberamente la sua età. Ma come può un genitore essere al tempo stesso presente e non invadente? Facendo capire al figlio che il genitore c’è sempre, che è la sua base sicura e che deve rivolgersi al genitore nei momenti di difficoltà, senza che il genitore vada ad invadere i suoi spazi. Una madre guarderà il cellulare e i cassetti dei figli, ma senza farsi scoprire. Vigilare e monitorare dando l’impressione al proprio figlio di lasciargli i propri spazi. E se nel cassetto o sul cellulare il genitore trova qualcosa che non va? Si mette il figlio in condizione di raccontare tutto, ma non ammettendo di aver spiato nella sua vita privata perché poi il ragazzo potrebbe perdere fiducia. Di fronte ad un cattivo voto come dovrebbe reagire un genitore? In quei momenti anche il genitore si sente deluso. E’ vero che la prima reazione è quella di rabbia, ma è più produttivo parlare con il proprio figlio e capire le motivazioni che hanno portato a quell’insuccesso per dare all’episodio una valenza educativa. Parlo dei primissimi insuccessi, prima ancora della bocciatura. Capire le motivazioni dell’insuccesso significa comprendere i bisogni del figlio e a questi dare una risposta. Quando si è andati oltre l’insuccesso iniziale? Bisogna tener presente che l’adolescente, con i suoi comportamenti, sta comunicando qualcosa e il genitore tenta di fare di tutto per comprendere cosa accade al ragazzo. Anche il tentativo di suicidio è un atto dimostrativo con cui l’adolescente cerca di attirare l’attenzione della famiglia. E’ chiaro che è il caso di rivolgersi ad un esperto per capire, con l’ausilio di quest’ultimo, le motivazioni celate dietro ad un gesto così estremo. E se l’adolescente si rifiutasse di andare in terapia, allora saranno i genitori ad andarci. Qui saranno aiutati ad aiutare i propri figli. Anna Russo


l u g l i o duemilaundici

inchiesta

7

del disagio. Dietro si celano problematiche più profonde

scolastico e l’intolleranza alle frustrazioni PASQUALE PELLEGRINO

Il Comune contro la dispersione scolastica Si chiama “Piano di Salute” ed è una pubblicazione presentata dall’amministrazione comunale appena qualche settimana fa, un lavoro frutto di un percorso fatto di azioni avviate dagli amministratori dopo uno studio approfondito del profilo di salute della città di Foggia. Obiettivo dell’iniziativa è quello di prevenire, ridurre o rimuovere i fattori negativi e, di contro, promuovere i fattori positivi che incidono sulla salute della collettività. Tra le dieci macro aree di intervento su cui è stato impostato il “Piano di salute” c’è, oltre a ambiente, popolazione, fenomeni migratori, anziani, formazione professionale, trasporti, educazione stradale, inquinamento acustico, mezzi di informazione, anche la dispersione scolastica. Dallo studio sul tema emerge ad esempio che la dispersione è spesso causata dall’insuccesso scolastico. Tra le principali cause anche le seguenti: circuiti comunicativi e relazionali poveri e monotoni; rigidità ed uniformità dei curricoli formativi; organizzazione didattica poco flessibile; approccio alle discipline di studio prevalentemente contenutistico; prevalente

Claudio Lopolito

CLAUDIO LOPOLITO

“La didattica non basta” Pasquale Pellegrino

attenzione al compito e non al soggetto; centralità del risultato ed indifferenza per il processo. “La pubblicazione del Piano di Salute è il risultato di un percorso durato oltre un anno - ha precisato l’assessore alle Politiche Sociali Pasquale Pellegrino –. La pubblicazione finale nasce dall’esigenza dell’Amministrazione di fare il punto sui risultati raggiunti nei settori analizzati”. Oltre ai risultati vengono anche proposte delle possibili soluzioni per la dispersione scolastica. Tra le misure volte a contrastare il fenomeno: l’elaborazione, da parte di ogni scuola, di un progetto teso a comprendere, verificare e migliorare la validità della proposta educativa attraverso la costruzione di una banca-dati dei successi e degli insuccessi scolastici per essere in grado di evitare che il fenomeno passi inosservato; la costruzione di un percorso sperimentale secondo il metodo della ricercaazione; la costruzione di un percorso didattico che abbia come obiettivo raggiungibile l’innalzamento del successo scolastico e di conseguenza la lotta alla dispersione scolastica. Maria Rosaria De Leonardis

La scuola non è solo un registro aperto in cui segnare voti, una classifica di meriti e demeriti. E’ il luogo in cui i ragazzi trascorrono una parte importante del loro tempo, luogo di formazione e crescita individuale. Delusioni amorose, inquietudini adolescenziali, problematiche familiari: tutto ciò inevitabilmente filtra dagli sguardi assenti dietro ai banchi di scuola. Sta al docente attento intuire quali cause si celino dietro ad un improvviso o sistematico calo del rendimento scolastico. E’ il parere di Claudio Lopolito docente di italiano e storia al Liceo Polivalente “C. Poerio” di Foggia. Cosa può determinare l’insuccesso scolastico? Ogni insuccesso scolastico è la risultante di più fattori che interagiscono negativamente; in generale essi si concentrano attorno a tre elementi: una famiglia poco presente o eccessivamente incombente nella vita del ragazzo, un possibile “difetto di comunicazione” scuola/alunno che sottrae interesse ed efficacia all’azione didattica ed infine l’influsso del contesto socio-culturale all’interno del quale il giovane si muove, che spesso non lo aiuta a motivarsi adeguatamente allo studio. Quali sono i principali segnali da captare?

Non c’è univocità di manifestazioni, ma è l’esperienza che rende il docente capace di cogliere una eventuale condizione di disagio. I comportamenti “sopra o sotto le righe” (allegria immotivata e sguaiata, forme esibizionistiche prolungate così come musoneria eccessiva e scontrosità accentuata) sono da considerarsi altrettanti “messaggi” lanciati al docente, un appello da non far cadere nel vuoto. In che modo un docente attento può e deve intervenire? La prima forma di intervento educativo per un docente è la testimonianza: rappresentare nel proprio modo di essere e di relazionarsi con gli altri una persona credibile ed autorevole, un esempio di umanità al quale potersi riferire; il resto viene quasi da sé. Bisogna lasciare che il ragazzo elabori da solo i tempi di una possibile apertura; il docente sensibile ed esperto saprà manifestare all’alunno la propria vicinanza umana, lanciandogli una serie di “provocazioni” ben calibrate e facendosi trovare sempre pronto all’ascolto e all’accoglienza benevola ancorché esigente. Ultimi due elementi importanti, il lavoro in equipe con gli altri colleghi e la possibilità di ottenere puntuale consulenza psicologica. Maria Grazia Frisaldi

DON ANTONIO MENICHELLA CLAUDIO AMORESE Claudio Amorese

“L’Università non è un salto nel buio” Il passaggio dall’apprendimento guidato tipico della scuola a quello individuale ed autogestito dell’Università, unito ad una pregressa esperienza scolastica non proprio brillante, può compromettere sul nascere l’esperienza universitaria, dove rallentamenti sul programma, rinunce allo studio e cambi di facoltà contribuiscono ad una inevitabile “selezione naturale” verso l’ambìto traguardo. Ad accompagnare gli studenti nel lungo percorso verso la laurea, però, ci sono le associazioni studentesche universitarie, come Area Nuova, presente a Foggia da 17 anni. Il coordinatore è Claudio Amorese, rappresentante Adisu. Quali sono le principali difficoltà riscontrate dalle matricole? Le matricole si presentano molto disorientate e senza un vero e proprio metodo di studio e – a causa della mancanza di un contatto diretto con i professori e con una “classe circoscritta” – devono imparare ad orientarsi in autonomia e senza supporti. Che tipo di supporto offre l’associazione Area Nuova? Noi offriamo agli studenti un sistema di informazione e orientamento in entrata, in itinere e in uscita attraverso punti informativi e incontri nelle classi per aiutare gli

studenti a relazionarsi con i docenti e affrontare i piani di studio i programmi didattici. Area Nuova, inoltre, fornisce materiale di supporto agli esami, come appunti e dispense, e guida gli studenti nei percorsi di tutorato e ricevimento. Con quale percentuale di successo? Il totale dei ragazzi avvicinati dall’associazione riesce a comprendere il metodo di approccio con i docenti e i percorsi di studio. Inoltre, il continuo sostegno agli studenti nell’ambito didattico infonde loro una buona dose di sicurezza e tranquillità nell’affrontare le prove dei singoli corsi di studio. Secondo l’esperienza maturata sul campo, le frustrazioni dovute da un pregresso insuccesso scolastico si ripercuotono nell’esperienza universitaria? Non sempre. Anzi, l’Università mette in condizione gli studenti di tirare fuori la propria personalità e il proprio carattere. Certamente ci sono momenti di frustrazione o scoramento, ma Area Nuova esiste anche per sostenere gli studenti nei momenti di difficoltà e per alleggerire il percorso di studi arricchendo l’offerta formativa attraverso corsi professionalizzanti o iniziative culturali. m.g.f

“I giovani hanno bisogno di guide su cui contare” Soli, senza punti di riferimento. E in caduta libera di fronte alle prime difficoltà. E’ la fotografia che don Antonio Menichella, parroco della Chiesa Santi Guglielmo e Pellegrino, fa dei giovani. Uomo di chiesa, buon conoscitore dell’animo umano, ossequioso della dottrina cristiana ma mai rigido nella sua osservanza, lancia un appello sulla necessità di offrire una guida sicura ai giovani adolescenti. Come è possibile aiutare adolescenti sempre più chiusi in se stessi, spesso incapaci di affrontare l’insorgere delle difficoltà della vita? Fondamentale nella crescita è l’accompagnamento di questi ragazzi perché quello che ho potuto constatare è che alla fine si sentono storditi, senza punti di riferimento. Anche la famiglia fa fatica a lavorare con loro. Io vedo che quando i ragazzi trovano un punto di riferimento in un accompagnatore, un confidente, riescono ad aprirsi, ancor più di quanto facciano in famiglia: raccontare della prima sigaretta o del primo innamoramento a papà e mamma risulta sicuramente più difficile. E quando i ragazzi non trovano punti di riferimento positivi, rischiano di affidarsi ad amicizie che possono risultare sbagliate. E così, nel momento di difficoltà, che può essere anche una bocciatura o la prima delusione amorosa, crollano, proprio loro che, paradossalmente, apparivano forti e spavaldi.

Don Antonio Menichella

Vengono mai a chiederle aiuto genitori in situazioni di difficoltà? La chiesa è ancora un avamposto sotto questo punto di vista. Proprio di recente si sono rivolti a me genitori preoccupati per il figlio. Lo vedono più chiuso, assente. Ora, con il pretesto di andare a far loro visita, incontrerò questo ragazzo per cercare di avvicinarlo alla parrocchia, coinvolgendolo nelle varie attività che organizziamo. La parrocchia nel suo piccolo, riesce ancora ad ottenere risultati perché è l’unica realtà sociale attiva sul territorio. Quindi avverte una scarsa attenzione a livello territoriale nei confronti della “questione giovanile”? Credo sia così. Per esempio, alla chiusura delle scuole, se non pensassero le parrocchie ad organizzare giochi estivi o attività di intrattenimento, come quella teatrale, da noi di recente messa in piedi con il musical di Pinocchio, i ragazzi non saprebbero cosa fare. Sono tutti modi per dare loro alternative, per coinvolgerli. Questo è il difficile ruolo dell’accompagnatore, seguire i ragazzi imparando ad usare il loro stesso linguaggio.


8

l u g l i o duemilaundici

attualità

Dai consultori un aiuto ai neogenitori a gestire l’arrivo di un figlio

Percorso nascita, per mano verso la genitorialità Assistenza, ascolto e sostegno dall’inizio della gravidanza fino ai primi mesi di vita del bambino La gravidanza, il parto, la nascita sono momenti fondamentali nella vita delle persone; momenti di cambiamento e di crescita per la donna, il bambino e la coppia. Con la nascita di un bambino, infatti, nascono anche due genitori che devono assumersi la responsabilità di avere cura e amare il proprio figlio. “La tutela della salute in tale ambito – commenta Anna Michelina D’Angelo, direttore del Servizio Sovradistrettuale delle Attività Consultoriali della ASL FG - è uno degli obiettivi sanitari prioritari a livello mondiale (Progetto Obiettivo Materno Infantile) per il riflesso che gli interventi di promozione della salute, di cura e riabilitazione hanno

Anna Michelina D’Angelo ASL FG

sulla qualità del benessere psicofisico nella popolazione generale attuale e futura”. Essendo la prevenzione e promozione della salute della donna, della coppia e del bambino compito prioritario ed istituzionale dei Consultori Familiari, il Servizio Sovradistrettuale delle Attività Consultoriali ha elaborato ed implementato il Progetto “ Percorso Nascita ”. Rivolto alla donna e alla coppia, garantisce assistenza, ascolto e sostegno dall’inizio della gravidanza fino ai primi mesi di vita del bambino. Il progetto ha come obiettivo: • la promozione del benessere psicofisico e sociale della madre e del bambino; • il vivere la gravidanza e il parto come evento “fisiologico”. • il benessere della coppia che si prepara all’esperienza della genitorialità; • il rafforzamento della competenza materna finalizzato all’attivazione di processi decisionali au-

tonomi e consapevoli; • la promozione e il sostegno dell’allattamento al seno. Presso ciascun Consultorio del

è la stipula di un protocollo d’intesa con gli Ospedali Riuniti di Foggia al fine di favorire una continuità assistenziale dalla fase preconcezionale, per tutta la gravidanza, durante e dopo la nascita. “Percorso Nascita” ha previsto una diversa modalità di offerta dei sevizi consultoriali attraverso una campagna di informazione e sensibilizzazione che ha visto il coinvolgimento dei medici di medicina generale e la trasmissione di spot infopromozionali sulle emittenti locali. Menzione a parte ha il sito web www.percorsonascitafoggia.it, di recente pubblicazione.

Corsi di accompagnamento alla nascita I CAN, corsi gratuiti di accompagnamento al parto, sono organizzati in dieci incontri, a partire dal quarto mese di gravidanza, che servono a: • ricevere informazioni sulla fisiologia della gravidanza, le modificazioni in gravidanza e in puerperio; • conoscere e capire i meccanismi e i tempi della nascita; • favorire il legame con il bambino/a e prepararsi all’allattamento al seno;

FOGGIA, UN NOME, UNA STRADA...

Chi era Felice Cavallotti? Al drammaturgo e politico Felice Cavallotti (Milano 1842 – Roma 1898) è intitolata la strada che parte dalla via A. Mangano e giunge in via Giardino; mentre il cortile, sempre a lui intitolato, dà su via G. Urbano, tra via Matteotti e corso Giannone. La poesia, dagli scapigliati ai decadenti, riconosce in Felice Cavallotti uno degli esponenti più rappresentativi. Tra i temi prevalenti di questo movimento letterario di fine ottocento emerge la protesta sociale come riflesso di un contesto, che vedeva la crisi delle strutture burocratiche dello Stato e il confuso affollarsi d’iniziative imprenditoriali e finanziarie spesso errate e speculative. Giovanissimo, infatti, si unisce alla seconda fase della spedizione dei Mille e partecipa alle imprese garibaldine sino alla mancata insurrezione di Roma (1867), per l’intervento delle truppe francesi giunte in aiuto di Pio IX. Dopo l’Unità d’Italia è eletto deputato dell’estrema sinistra; brillante e focoso avversario di Depretis e di Crispi, si rivela sempre protagonista generoso e disinteressato. Fonda con Bertani il Partito radicale, attivo sino all’avvento del fascismo. Muore a Roma in un duello sostenuto con il direttore della Gazzetta di Venezia e, per la sua morte, lo stesso Giosuè Carducci pronuncia un accorato discorso funebre all’Università di Bologna. Le sue opere poetiche sono raccolte nel “Libro dei versi” (1898), mentre le “Opere” edite in dieci volumi (1895 - 1896). Nella

territorio provinciale sono offerti gratuitamente: • visite ostetriche e colloqui in gravidanza; • interventi di supporto psicologico e sociale; • corsi di accompagnamento alla nascita; • visite ginecologiche post-partum; • incontri individuali e di gruppo dopo il parto; • sostegno al puerperio e all’allattamento prolungato con contatti telefonici e visite domiciliari; • consulenze per la pianificazione familiare. Parte importante del progetto

più famosa delle sue poesie la “Marcia di Leonida”, scritta nel 1880 a celebrazione dell’impresa di Mentana, parla di Leonida che, levatosi dal suo sepolcro alle Termopili, declama i luoghi consacrati dal valore di nobili eserciti. I versi ricordano la clamorosa teatralità del carme “Giustizia” di Rapisardi. Tale poesia, venuta di moda in quel periodo, ha tutte le caratteristiche di un testo teatrale, perché presenta l’alternanza di parti didascaliche e di altre, destinate alla recitazione. L’inclinazione della poesia ufficiale della “terza Italia” verso le forme del teatro, procede di pari passo con l’ambizione di questi poeti a condizionare l’opinione pubblica contemporanea in maniera più efficace di quanto fosse consentito dalla poesia tradizionale. Nella storia della poesia romantica rappresenta il poeta privo d’ideologia o incerto tra dottrine diverse, che si affida alla sovrabbondanza decorativa, al fragore della versificazione, ma la sua passione di patriota, prima, e di parlamentare, poi, nel rivendicare le riforme, la generosità d’animo evidenziata anche nel 1885 a Napoli, colpita dall’epidemia di colera, l’hanno reso un leader dei fautori di quella politica e un uomo sinceramente attento all’emancipazione delle classi più povere. Rina Di Giorgio Cavaliere

• conoscere le competenze del neonato; • condividere con altre coppie l’esperienza della gravidanza; prepararsi alla genitorialità; • apprendere tecniche di rilassamento e strategie di contenimento del dolore; • conoscere i servizi che si prenderanno cura della madre e del bambino durante e dopo la nascita. È previsto anche un incontro dopo la nascita per condividere l’esperienza del parto e dell’essere ma-

dre. Su richiesta è possibile ottenere una visita e la consulenza dell’ostetrica al proprio domicilio dopo il parto per: • la verifica del decorso post-partum; • il sostegno e la consulenza per la cura del neonato/a; • il sostegno all’allattamento al seno; • l’informazione e la consulenza contraccettiva.

LA COMUNICAZIONE EFFICACE

Dalla psichiatria un manuale per la comunicazione di tutti i giorni L’ipnosi è uno strumento che può dare buoni risultati nelle nevrosi, nel controllo del dolore e, in maniera più contenuta, anche nelle psicosi. Ma è anche uno strumento di comunicazione che può consentire di raggiungere un’ottima intesa tra medico e paziente o tra due interlocutori facilitando il raggiungimento degli obiettivi terapeutici, di vendita o di scambio comunicativo. Ne è convinto Michele Grana, psichiatra, ex Direttore del Centro di Salute Mentale Gargano Sud di San Marco in Lamis e attualmente libero professionista che all’interesse per l’ipnosi ha dedicato il libro “La comunicazione efficace”. Quali sono le motivazione che l’hanno spinta a scrivere questo libro? Ho deciso di scrivere “La Comunicazione efficace”, opera corposa sullo psichiatra americano Milton H Erickson, padre dell’ipnosi moderna, per colmare un vuoto letterario nel settore. Erickson è stato per la psicoterapia ipnotica quello che Freud è stato per la Psicanalisi. Il testo analizza le tecniche di intervento attraverso l’esposizione di casi clinici personalmente trattati. Con l’ipnosi si può davvero conoscere parti del passato di un uomo rimosse dalla coscienza per qualche trauma o è so-

lo suggestione cinematografica? Si possono conoscere parti del passato della vita di un uomo ma non è necessario che le conosca anche il paziente. Conoscere il passato può essere utilissimo all’operatore per dirigere, calibrare e finalizzare il suo intervento anche se la terapia ipnotica, a differenza delle tecniche psicoanalitiche, dà poca importanza al passato della persona basandosi soprattutto sul qui ed ora, come del resto tutte le moderne psicoterapie, compresa quella psico-comportamentale tanto in voga al giorno d’oggi. Perché un testo su tecniche psichiatriche può essere utile anche per la comunicazione quotidiana? Indubbiamente il testo è pensato per gli psichiatri e psicoterapeuti ma ne è indubbia l’utilità per tutti coloro i quali si servono della comunicazione come strumento professionale e quindi anche assistenti sociali, insegnanti, venditori, comunicatori di professione come giornalisti, politici e religiosi (anche se, a ben guardare, queste ultime due categorie di operatori già ben sanno di cosa si parla). S’intende quindi quanto contenuto nell’opera diretto a chiunque abbia interazioni comunicative con l’altro da sé. Sono tecniche che possono essere applicate, con un po’ di riflessione, a qualsiasi campo della comunicazione umana.


l u g l i o duemilaundici

società

9

Limiti di un marketing al maschile

Le donne vogliono e meritano di più Fondamentale per le aziende ambiziose rapportarsi con la praticità femminile Un nuovo dizionario del marketing che parli la lingua delle donne. Prodotti e servizi immaginati, ideati e vissuti da donne per le donne, da considerare finalmente protagoniste attive di scelte elementari eppure coraggiose, secondo stereotipi prettamente maschili da tempo superati. Uno studio del Boston Consulting Group, elaborato dai ricercatori guidati da Kate Sayre e Michael Silverstein dopo aver raccolto le esperienze e le testimonianze di 12mila donne di 22 Paesi del mondo, Italia compresa, apre squarci illuminanti sulla necessità di allargare i propri orizzonti anche su un

fronte finora granitico: e il titolo dell’edizione italiana del libro ricavato proprio dallo studio, “Le donne vogliono di più”, racconta e fotografa solo parzialmente un mondo che necessita di uno stravolgimento. Una “rivoluzione sociale silenziosa” per citare lo stesso Silverstein, che ricorda la sempre maggiore influenza delle donne – per quanto riguarda la gestione e l’utilizzo del reddito, e quindi il potere di spesa – non solo nella sfera privata e familiare, ma anche nell’ambito lavorativo. Ecco allora che per le aziende

diventa fondamentale avviare quel processo di rinnovamento del proprio approccio comunicativo e relazionale, articolato in quattro tappe ben distinte: riconoscere, ricercare, rispondere, perfezionare. La prima offre uno spaccato nitido e ben determinato della realtà con la quale ci si deve confrontare. La seconda permette di classificare con sempre maggiore precisione i propri segmenti di riferimento, i gruppi omogenei di consumatori ideali, destinatari dei propri prodotti. La terza sfocia nel vero e proprio lancio del prodotto, la quarta è un ulteriore tentativo di migliorarsi supplendo a eventuali lacune e

carenze emerse in precedenza, nonostante sforzi e capacità. In ognuna di queste fasi, la variabile “donna” è decisiva: e più appare imprevedibile, più necessita di essere considerata nelle sue mutabili esigenze e necessità. Non un mondo a parte, ma parte del mondo, la più importante, la più interessante, anche in termini di marketing: basti pensare alle madri lavoratrici – il 70 per cento, ormai – e alla lunga serie di bisogni insoddisfatti anche per l’incapacità delle aziende di confrontarsi con una realtà fin troppo dinamica, e che necessita di un salto in avanti e di qualità anche da parte loro. Ciò che manca è il

tempo libero, sempre più prezioso e sempre più da dedicare ai figli, alla loro salute, al loro benessere; il tempo libero da strappare al lavoro e alla gestione della casa. O al controllo pressoché totale dell’economia domestica, destinato a scontrarsi con imprese per gran parte ancora gestite da uomini lontanissimi dalla sensibilità femminile, che magari ignorano i meccanismi e le pulsioni che spingono le donne alla scelta, all’acquisto, all’uso di un determinato prodotto, alla sua successiva promozione con un passaparola ben più efficace di una costosa campagna pubblicitaria. Angela Dalicco


10

l u g l i o duemilaundici

publiredazionale

La classe della “moda a portèr” a portata di mano

Tinte forti per donne a colori

Tonalità fluo e deluxe per gli abiti estivi e da grandi occasioni. Da concedersi con i saldi, in un’estate elettrica e senza sensi di colpa

Anche se avete già pronta la valigia sul letto – quella del lungo viaggio delle tanto agognate vacanze estive – vogliamo darvi ancora qualche dritta: lasciate pure uno spazio vuoto nel vostro bagaglio, lo riempirete sicuramente con un vestito nuovo a prezzo scontato. I saldi sono l’occasione giusta per lasciarsi tentare dalle ultime novità modaiole della stagione come le tonalità fluo e deluxe degli gli abiti estivi che si prestano a tutte le occasioni mondane di una bella vacanza e non solo. Il luogo ideale che concilia la classe della moda a portèr e dei prezzi per ogni tasca è la boutique Divi e Divine. Gli arrivi con cadenza settimanale e l’amore e la cura con cui ogni singolo capo viene selezionato garantiscono una vasta scelta che può contare anche su un ottimo rapporto qualità prezzo. Proprio quello che serve, per concedersi uno shopping estivo senza sensi di colpa e rispettoso delle ultime tendenze moda che quest’anno assicurano un’estate a tinte forti. Tanto forti da prevedere accostamenti audaci che sposano anche tre tonalità diverse. Se l’obiettivo è farsi notare questo è sicuramente lo stile giusto. Per adeguarsi a questo tripudio di colore si può cominciare con un approccio graduale, magari indossando un’unica tinta fluo co-

me il giallo elettrico, il fucsia, il verde smeraldo, il corallo. L’alternativa è il bicolore: il classico bianco e nero viene accentuato dall’alternanza di righe orizzontali di misure diverse. La tonalità protagonista dell’estate 2011 è senza dubbio l’arancio con le sue sfumature: mandarino, albicocca, co-

rallo. Quest’ultimo viene spezzato dall’innovativo contrasto con il nero o da graffi di stoffa usati per dare une effetto tridimensionale ad un abito semplice. Anche se i riflettori sono puntati sui colori, i vestiti presentano sempre fattezze molto femminili: tubini ade-

renti, scollature profonde anche sulla schiena e punto vita in evidenza grazie al volume delle gonne a ruota. Non credete che non valga la pena investire in questi abiti poco passepartout: non solo colori e fantasie renderanno vivo il prossimo autunno ma si prestano benissimo ad essere indossati per matrimoni ed eventi mondani in genere, grazie all’eleganza fashion che sprigiona ogni abito di Divi e Divine. Al sopraggiungere dei primi freddi basterà indossare leggings leggeri nelle tonalità del blu elettrico o rosso fragola per dare vita ad un contrasto glamour e attuale, come confermano i campionari autunnali già disponibili in boutique. Chi non desidera indossare una varietà così accentuata di colori può sfruttare le stampe e le fantasie, altro grande ritorno che ci terrà compagnia in inverno. Kiwi, mele, grappoli d’uva e albicocche mischiano le loro squillanti bucce su abitini leggeri e a fondo verde. Intramontabili i fiori che aprono le loro corolle variopinte di rosso e rosa su un fondo albicocca. Infine non credete di sfuggire al diktat estivo per qualche chilo in più: Divi e Divine sa rendere le sue clienti più morbide sempre giovanili e alla moda grazie alla sua disponibilità di taglie.


l u g l i o duemilaundici

tendenze

11

Indispensabili per proteggere la retina dai raggi solari, sono diventati un accessorio irrinunciabile

La moda sul naso: gli occhiali da sole

Vintage, “occhi di gatto” o lenti oversize, a dominare sono i colori, le fantasie floreali e il tartan Con l’arrivo della bella stagione gli occhiali da sole sono un must. Consigliati dagli ottici per dare sollievo agli occhi quando il sole diventa più insistente, sono diventati un accessorio irrinunciabile: la scelta di un modello piuttosto che un altro può dare l’impronta personalissima ad una mise con un solo gesto. Per l’estate 2011 l’imperativo dettato dagli stilisti ci farà viaggiare avanti e indietro nei decenni della moda. Metteremo così da parte gli occhiali con lenti a goccia che tanto hanno spopolato nelle stagioni passate, per indossare occhiali che si ispirano ai decenni ’50 – ’60 e ’70. Ecco allora occhiali decisamente vintage a forma di occhi di gatto o in plastica con lenti oversize dai vari colori. Si avrà anche un piccolo accenno agli anni ‘80: gli occhiali dalla forma esasperata di quel decennio sono rivisitati in chiave più moderna, con linee più definite ed enormi lenti sfumate dal nero fino al viola. Comune denominatore per tutti i modelli sarà il materiale impiegato, l’acetato. De-

cisamente più svariati saranno invece i colori: rosa, azzurro, viola, verde, il rosso su tutti. Di gran moda anche fantasie floreali e tartan. Dettaglio da non trascurare è ovviamente la scelta del modello più appropriato. Ogni viso ha infatti una propria forma e, per questo, è importante rispettarne le proporzioni per non stravolgere l’estetica. E così, con un viso triangolare, magari con naso e mento abbastanza pronunciati, si opterà per un modello a lenti tonde. Regola contraria per i visi tondi che hanno bisogno di essere alleggeriti grazie ad un modello a lenti rettangolari che allunghi il taglio degli occhi. Più fortunati i visi ovali: qualunque modello sarà giusto poiché i lineamenti non subiranno alcuna trasformazione. Non dimentichiamo i bambini per i quali è ancora più necessario assicurare la giusta protezione degli occhi dai raggi solari e per tutti il consiglio è scegliere sempre ottime lenti per evitare problemi alla vista. Emanuela Cafaro

Curiosità Gli storici sono indecisi su chi sia stato il primo a inventare gli occhiali. La prima testimonianza scritta si ha con Ruggero Bacone, che in un testo del 1268 li descrive come un mezzo per migliorare la vista. Sempre in quell’epoca, era in uso nelle vetrerie di Murano fabbricare dischetti di vetro trasparenti biconvessi, assemblati e collegati tra loro con fili di piombo, applicati poi alle finestre dei palazzi signorili. Fu proprio durante la lavorazione di questi dischetti che qualche artigiano si accorse che, guardando attraverso di essi, le immagini apparivano più nitide e ingrandite. I primi a farne uso furono gli amanuensi impegnati a scrivere tanto, i notai e quanti avevano familiarità con libri e scrittura in genere, tanto che per lungo tempo indossare gli occhiali equivaleva ad essere considerato un intellettuale. Soltanto nel ‘700 furono inventate le stanghette: prima di allora gli occhiali venivano tenuti fermi con delle cordicelle fissate intorno alla fronte, o tenuti con le mani. e.c.


12

l u g l i o duemilaundici

fashion

Hair styling: come affrontare l’estate al meglio

CAPELLI voglia di coccole Pratici suggerimenti e prodotti specifici per dire addio ai danni di sole e salsedine Finalmente è estate, voglia di mare e di tintarella. I capelli sono messi a dura prova dalle aggressioni ambientali; ma l’esposizione al sole, specie se prolungata, la salsedine e l’acqua salata possono danneggiare la capigliatura. Di qui la necessità di adoperarsi per prevenire e combattere i danni a cui si va incontro. Per contrastare la disidratazione cutanea una buona prevenzione inizia già da una sana alimentazione, con un giusto apporto di vitamine (soprattutto C ed E), acidi grassi, sali minerali, oligoelementi (magnesio, rame, zinco, selenio) e tanta acqua, frutta e verdura. I capelli sono una parte delicata del nostro corpo. Come il viso e le gambe, hanno bisogno di particolari cure e attenzione. Soprattutto è necessario preparare il cuoio capelluto ad una stagione di maggiore stress, in cui si è soliti sottoporsi a più bagni in acqua salata, lavaggi frequenti e lunghe esposizioni ai raggi solari. Ad offrirci validi consigli su come prenderci cura dei nostri capelli durante la bella stagione è il team di “Ispirazione di Stile Parrucchieri”. Bastano infatti essenziali accorgimenti per evitare di danneggiarli e stressarli troppo. Innanzitutto occorre stare attenti ai lavaggi. Allo shampoo è bene che segua l’applicazione di un balsamo o di una crema idratante. Se poi, durante la stagione invernale, pensiamo di aver dedi-

cato poche cure alla nostra chioma, è bene prepararla all’estate con maschere ristrutturanti e rigeneranti che potranno ridare lucentezza ai capelli, anche a quelli sottoposti ad elaborati processi di styling. Una cura appropriata può iniziare già immediatamente prima di partire per le vacanze, applicando un prodotto “conditioner”, leggero e senza necessità di risciacquo, in grado di proteggere in ogni periodo dell’anno dai danni del sole, prevenendo la secchezza e aumentando l’idratazione. In vacanza al mattino, prima di andare in spiaggia, è opportuno applicare una protezione water resistant: le radiazioni UV, unite agli effetti aggressivi dell’acqua salmastra, rovinano infatti la fibra dei capelli. Il calore e il sole causano il sollevamento delle cellule della cuticola, che non riflettono più la luce; i capelli diventano così secchi e opachi. È quindi importante proteggerli con prodotti contenenti filtri. Ne sono esempio gli oli, che danno un effetto bagnato, e gli spray invisibili, ottimi quelli della linea Redken, che li proteggono pur mantenendo un aspetto naturale. Inoltre, è bene sapere che le spazzolature violente o troppo intense rovinano la fibra dei capelli, arrivando a volte addirittura a spezzarli; in superficie essi subiscono maggiormente l’attrito di pettini e spazzole, per questo sono di solito più rovinati.

Una spazzolata delicata e non troppo prolungata può invece liberare i capelli da residui di polvere o cosmetici fissanti, senza danneggiarli. E’ opportuno evitare di pettinarli quando sono bagnati, soprattutto se non è stato utilizzato il balsamo. Ricordarsi anche di pulire periodicamente il filtro dell’asciugacapelli; i residui rimasti ne ostruiscono la resistenza e aumentando la temperatura possono arrecare

danni. Ma l’attenzione per la chioma non termina con l’estate. Successivamente, al rientro dalle vacanze, è consigliabile l’utilizzo di prodotti studiati e realizzati per capigliature stressate dal sole e dal mare come quelli per la ricostruzione che, grazie all’azione combinata di proteine e attivi idratanti, ne ripristinano il benessere donando brillantezza e morbidezza. Elisabetta Ciavarella


m a r z o duemilaundici

bellezza

Raggi UVA e UVB: Sun Protection Factor

Tintarella su misura Prodotti mirati per catturare il sole limitando i danni alla pelle Fa bene alla pelle perché stimola il ricambio cellulare, favorisce la sintesi della vitamina D e giova all’umore. E’ il sole, tra i migliori amici del nostro benessere. Ma per godere dei suoi benefici, bisogna evitare piccoli inconvenienti e grandi disastri quali l’invecchiamento precoce del derma. L’allarme suscitato negli ultimi anni dagli strappi nello strato d’Ozono che circonda la terra dovrebbe convincere tutti a mantenere un atteggiamento prudente, che indice a valutare il proprio fototipo e a scegliere la protezione e il solare più adatti. Questi ultimi devono dosare adeguatamente i filtri UVA e UVB e bloccare i raggi nocivi, come stabilito dalle raccomandazioni della Commissione Europea riguardanti la regolamentazione degli indici di protezione solare SPF (SUN PROTECTION FACTOR).

Tali raccomandazioni prescrivono tra l’altro, che vengano considerati prodotti solari solo ed esclusivamente quei preparati in grado di fornire una protezione dai raggi UVB e

UVA superiore a 6, pertanto la Commissione europea invita tutte le aziende produttrici ad attenersi ad una classificazione chiara e schematica. In base a tale classificazione tutti i prodotti per il sole devono essere suddivisi in 4 fasce differenti, caratterizzate ciascuna da una minore o maggiore proprietà schermante, secondo la tabella che segue: CATEGORIE

INDICI SPF

Protezione bassa Protezione media

Protezione alta Protezione molto alta

6 10 20 25 30 50 50+

Su ognuna delle confezioni dei solari in commercio un numero riconducibile a questa segmentazione da 6 a 50+ indica la capacità del prodotto di bloccare, di estinguere i raggi UVB e UVA. La presenza del simbolo UVA dichiara infine che il prodotto risponde alle prescrizioni della commissione europea, ovverosia garantisce un’attività schermante dai raggi UVA pari ad 1/3 del fattore di protezione solare complessivo (un solare con fattore di protezione 30, ad esempio, garantirà un’azione schermante dai raggi UVA pari o superiore a 10).

E’ il tocco che personalizza

Sensuali rituali Profumi fruttati e agrumati per una freschezza a lunga durata Lievi, freschi, sensuali. Sono i profumi estivi, un piacere che si concedono molte donne, a giudicare dalla vastità dell’offerta. Perché sono facili da portare, poco impegnativi e infatti spesso sono trattati alla stregua di amori estivi, da apprezzare finché dura la bella stagione, per poi tornare alla fragranza di sempre con le piogge di settembre. Quest’anno, poi, le maison si sono sbizzarrite con flaconi di tutti i colori e accordi particolarmente fruttati e agrumati, come a voler soddisfare il desiderio di innocente

trasgressione della popolazione femminile in procinto di andare in vacanza e incline a fantasticare paradisi lontani e cocktail colorati. Ecco dunque la vitalità del rosso, l’energia dell’arancione, l’intensità del blu, la freschezza del verde, la delicatezza del rosa, la sensualità del viola, l’allegria del giallo, la purezza del bianco… Qualunque sia la fragranza preferita, va ricordato che è bene evitare di metterla prima di esporsi al sole perché può dare origine a fenomeni di fotosensibilizzazione. Se ci si trova al mare o in montagna, meglio riservare alla sera il rito del profumo; in città, o se si passano le ore di luce soprattutto al chiuso, si può tranquillamente indulgere a questo piacere fin dal mattino. Purché non si esageri: per quanto fresche, le fragranze, conservano comunque una certa persistenza, specie se si tratta di eau de parfum (EdP), più concentrate delle eau de toilette (EdT). a.d.

13


14

l u g l i o duemilaundici

NON PIÙ SOLO MINIMALISMO ZEN

Nuovo stile ORIENTALE

Cina e Giappone irrompono sulla scena dell’arredo proponendo colori e decori tradizionali

ambienti Sushi, zen, karaoke. Molti sono i termini giapponesi ormai entrati nel linguaggio comune, così come i sapori della cucina orientale. Anche lo stile del Sol levante da tempo influenza il gusto occidentale, nella moda ma soprattutto nell’arredamento: gli ambienti delle nostre case ne hanno prediletto il minimalismo, fatto di eleganza, colori sobri, texture raffinate. Una scelta stilistica mai tramontata, che oggi però si amplia, aprendosi alle influenze provenienti dai Paesi orientali. FIORITURA INASPETTATA L’attuale ritorno della decorazione assume uno stile tutto orientale: su arredi e complementi sbocciano le delicate fioriture che da sempre contraddistinguono i tessuti dei kimono, si moltiplicano le esili geometrie dell’origami (l’arte di creare complesse figure di animali, fiori, oggetti piegando fogli di carta) e del mondo figurativo cinese, esplodono le tinte accese delle lacche. Una tendenza che porta a un’originale reinterpretazione contemporanea di queste decorazioni; nascono così oggetti che abbinano evocazioni e ricordi orientali a certezze occidentali come tavolini realizzati con esili gambe simili ai bastoncini del gioco dello Shangai o con ripiani in tessuto kimono cristallizzato nella resina trasparente o sedie imbottite dalla linea europea vivacizzate con cuscini e tessuti dai rami in fiore di segno orientale. SEDUZIONI ZEN Astrazione, eleganza pura, essenzialità e sintesi delle forme. Un mix sapiente impossibile da riproporre negli appartamenti delle nostre città: inutile cercare di ricreare alla perfezione le stanze giapponesi prive di arredi, separate da leggeri pannelli scorrevoli in carta di riso, attutite nel silenzio da pavimenti interamente ricoperti di tatami (la stuoia in giunco intrecciato) . Meglio una libera interpretazione, che ricrei l’atmosfera. Pochi mobili in stile, come un grande letto basso e ante degli armadi in carta di riso per una camera da letto sofisticata, un tavolo ad altezza dimezzata in soggiorno per chi vuole provare a cenare con gli amici seduti sui cuscini, una grande lampada di carta in un angolo dello studio o so-

spesa sul tavolo della sala da pranzo. E tanti accessori suggestivi: ciotole in ceramica tradizionale raku, vasi in bambù per composizioni discretamente chic ispirate all’ikebana (l’antica arte giapponese di disporre fiori e foglie in composizioni simboliche ed esteticamente perfette), stuoie in paglia di riso intrecciata. STILE FUSION Le tendenze più attuali oggi vogliono case slegate da un unico stile, con ambienti che sappiano accogliere accostamenti di gusto differente, di suggestioni e di atmosfere mutevoli. Contaminazione è la parola chiave: indica in senso lato un nuovo modo di mescolare e di armonizzare mobili, oggetti, colori e materiali provenienti da diverse culture. Arricchire un arredamento antico con alcuni pezzi moderni, e viceversa, da tempo non costituisce più un problema: così può avvenire anche per gli oggetti, i mobili e i tappeti acquistati in luoghi lontani. È lo stile fusion, capace di fondere cose e sapori importati da altri Paesi con ciò che da sempre dimora tra le nostre mura di casa. L’Oriente rappresenta a tal fine un pozzo dal fascino inesauribile, cui attingere a piene mani: il tipico armadio cinese, laccato rosso e nero, saprà fare una bella figura in soggiorno, ma anche in una cucina moderna, per custodire piatti e bicchieri; la consolle bassa giappo-

nese è adatta vicino al tavolo da pranzo contemporaneo come base d’appoggio di servizio; un paravento decorato con le fantasie dei kimono risolve brillantemente l’angolo dedicato al lavoro e rende sofisticato anche il più anonimo dei bagni. Angela Dalicco


l u g l i o duemilaundici

15


16

l u g l i o duemilaundici

cucina

PASTA

d’estate

MACCHERONI AL SUGO DI POMODORO CRUDO E BASILICO Ingredienti per 4 persone 400 g di maccheroni, un mazzetto di basilico, 8 pomodori perini maturi, 100 g di parmigiano, 4 spicchi d’aglio, olio extravergine di oliva, sale. Pulire l’aglio, lavare le foglie di basilico e pestarli insieme in un mortaio, irrorandoli con 3 cucchiai di olio. Lasciare macerare il tutto per circa mezz’ora. Lavare i pomodori, privarli della buccia e tagliarli a dadini. Trasferirli in una ciotola, aggiungere 6 cucchiai di olio e salare. Unire infine il trito d’aglio e basilico. Cuocere i maccheroni al dente, raffreddarli sotto l’acqua corrente e condirli con il sugo di pomodoro crudo, spolverizzando con il parmigiano grattugiato.

PASTA FREDDA AI PEPERONI Ingredienti per 4 persone 400 g di pasta tipo gemelli, un peperone rosso, un peperone giallo, un peperone verde, 3 spicchi d’aglio, una tazza di olive taggiasche, 50 g di pecorino a scaglie, un peperoncino piccante, menta fresca, olio di oliva extravergine, sale. Lavare i peperoni, avvolgerli nella carta stagnola e porli sulla placca del forno già caldo a 180° C lasciandoli cuocere per circa 40 minuti, fino a quando la pelle non sia facilmente asportabile. Lasciarli intiepidire, poi spellarli ed eliminare i semini e il picciolo da ciascuno, quindi tagliarli a listarelle, abbastanza sottili; trasferire i peperoni tagliati in un piatto di portata e condire con olio e sale. Aggiungere infine gli spicchi d’aglio taglia-

ti a lamelle sottili insieme al peperoncino spezzettato e mescolare bene. Cuocere la pasta al dente, raffreddarla sotto l’acqua corrente per fermare la cottura e versarla nel piatto di portata. Mescolare per amalgamare la pasta al condimento, aggiungere le olive taggiasche, le scaglie di pecorino e le foglie di menta. Conservare la pasta in frigo fino al momento di servire.

Primi piatti stuzzicanti, leggeri, coloratissimi e completi, da servire freddi e preparare in anticipo INSALATA DI RUOTE CON FRUTTI DI MARE

Ingredienti per 4 persone 200 g di pasta tipo ruote, 200 g di cappesante, 250 g di cozze pulite, 400 g di gamberi sgusciati, il succo di un limone, qualche foglia di rucola selvatica, aglio, prezzemolo, olio extravergine di oliva, sale, pepe nero macinato al momento. Cuocere le cozze con il loro guscio in una pentola con poco olio, uno spicchio d’aglio e 2 cucchiai di prezzemolo tritato fino a quando non si apriranno. Lasciarle raffreddare, sgusciarle e trasferirle in un’insalatiera. Cuocere anche le cappesante in poca acqua per 5 minuti fino a quando non risulteranno di colore bianco. Scolarle e unirle alle cozze insieme ai gamberi, dopo averli privati del filo nero e cotti al vapore per una decina di minuti circa. Spruzzare i frutti di mare col succo di limone, irrorare con 4 cucchiai di olio di oliva e spolverizzare con abbondante pepe nero e prezzemolo tritato. Mescolare gli ingredienti affinché assorbano bene il condimento e porre l’insalatiera nel frigorifero per circa 30 minuti. Cuocere la pasta al dente, raffreddarla sotto l’acqua fredda, unita ai frutti di mare e alla rucola mescolando bene.

FARFALLE AL RADICCHIO E CAMEMBERT Ingredienti per 4 persone 350 g di farfalle, 2 cespi di radicchio rosso di Chioggia, 2 scalogni, mezzo bicchiere di vino bianco, 100 g di formaggio Camembert, 80 g di pinoli, olio di oliva, noce moscata, sale, pepe. Tritare gli scalogni e farli appassire in una casseruola con 3 cucchiai di olio. Unire il radicchio lavato e tagliato a striscioline, annaffiarlo con il vino bianco e mescolare per qualche minuto, finché il vino sarà evaporato. Cucinare la pasta al dente e versarla in un piatto da portata. Unire il radicchio, i pinoli precedentemente tostati in una padella antiaderente e il Camembert privato della crosta e tagliato a dadini. Regolare di sale e pepe, spolverizzare di noce moscata e servire fredda.


l u g l i o duemilaundici

NUTRIZIONISTA

Con il ritorno del caldo e dell’estate

DI STEFANIA FARIELLO

Voglia di gelato, peccato di gola?

Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

17

in poche parole

Pro e contro del gelato

In base alla composizione varia l’apporto calorico. Importante è associare attività fisica Il gelato è una miscela di varie sostanze molte delle quali sono dotate di un buon valore nutritivo. Gli ingredienti di base impiegati nella sua preparazione sono: latte, uova, zucchero, caffè, cacao e frutta. Pertanto è un alimento che apporta proteine, glucidi, grassi, sali minerali e vitamine. Molti si chiederanno: “Può essere un peccato di gola da concedersi ogni tanto?”

La composizione dei diversi tipi di gelato varia molto, l’apporto calorico per 100 g di alimento può andare da 130 a 300 kcal. In linea di massima si tende a distinguere tra i gelati alle creme, maggiormente ricchi in grassi, e i gelati alla frutta, meno calorici. Ad esempio un cono con panna e cioccolato di circa 75 grammi apporta 242 calorie, nonché una quota di proteine (3 grammi), di zuccheri (25 grammi) e di grassi (14 grammi). Un gelato al fior di latte dello stesso peso contiene invece 170 calorie, mentre uno alla frutta presenta 3 grammi di proteine, 18 grammi circa di zuccheri, 6 grammi di grassi, per un totale di 135 calorie. Ci troviamo di fronte ad un alimento completo con un buon contenuto di proteine di alto valore biologico, quelle del latte e spesso anche dell’uovo; proteine ricche di amminoacidi essenziali indispensabili per la sintesi proteica, facilmente digeribili ed assimilabili. Il contenuto lipidico è rap-

presentato da grassi di buona qualità, principalmente provenienti dal latte. Lattosio e saccarosio, presenti con un contenuto totale intorno al 20-25%, sono zuccheri a rapido assorbimento e a pronta disponibilità energetica; il che è particolarmente importante nell’età evolutiva, nella vecchiaia e nel recupero energetico dello sportivo specie dopo attività agonistiche. Qualora vengano aggiunti cialde o biscotti, la composizione nutrizionale si arTabella 1 ricchisce del contributo di amido; ecco VALORE ENERGETICO DEL GELATO così che il gelato diventa un alimento PER 100 g DI PARTE EDIBILE equilibrato nei vari nutrienti, di rapiGelato da utilizzazione metabolica e perciò kcal/100g di facile impiego nell’integrazione Cono con panna e cioccolato 245 della dieta. Buono è anche l’apporto Fior di latte 218 di micronutrienti (vitamine e sali miNocciola 183 nerali) dovuto alla presenza del latte e Stracciatella 193 quindi di vitamina A e B2, calcio e foPanna 189 sforo, con quantità di sodio molto riGhiacciolo all’arancio 137 dotte. Quindi indicato anche nei bamSorbetto al limone 132 bini per favorirne la crescita.Dal punto Fonte: INRAN, 2000 di vista della produzione, esistono due tipi di gelato: quello Tabella 2 KILOCALORIE APPORTATE DA ALCUNI GELATI E TEMPO NECESSARIO PER SMALTIRLE CON L’ATTIVITÀ FISICA. industriale e quello artigianale. Le inforAlimento Quantità Energia Camminare in piano Bicicletta mazioni nutrizionali (g) (kcal) (4 km/ora): minuti (22 km/ora): minuti del gelato industriale Cono gelato piccolo alla nocciola g 90 208 70 18 sono facilmente repeCono gelato medio al cacao g 130 273 90 24 ribili in quanto sulle Cono gelato grande alla stracciatella g 180 400 130 36 confezioni sono riporGhiacciolo g 60 48 16 5 tate le kcal per 100 g

Permette una diagnosi estremamente precoce

di alimento e la ripartizione in macronutrienti. Ben più difficile invece è stimare l’apporto calorico e il valore nutrizionale dei gelati artigianali in quanto la loro preparazione varia e dipende dalla ricetta utilizzata dall’artigiano che lo produce. Oggi, grazie alla sterilizzazione del latte e degli altri ingredienti utilizzati e ai progressi tecnologici si riducono al minimo le manipolazioni e quindi le contaminazioni batteriche. Per chi ama prepararlo in casa è importante utilizzare sempre degli ingredienti di buona qualità (uova, latte, frutta ecc..) seguendo la giusta procedura che garantisca una corretta igiene per evitare contaminazioni batteriche. Esistono in commercio anche gelati preparati con latte di soia; possono essere consumati da soggetti con ipercolesterolemia o con allergia alle proteine del latte vaccino o intolleranti al lattosio. Quindi alla domanda “può essere un peccato di gola da concedersi ogni tanto?” possiamo rispondere SI, purchè non si dimentichi che al peccato di gola deve sempre essere associata una quotidiana attività fisica, o comunque il gelato deve essere sostitutivo di un pasto per poter bilanciare le calorie giornaliere e mantenere il bilancio giusto tra carboidrati, proteine e grassi.

BIOLOGA DI EDWIGE CARNEVALE

Emocoltura per individuare i batteri L’antibiogramma è successivo e serve a trovare il miglior antibiotico da somministrare L’emocoltura è una analisi specifica del sangue che serve ad isolare e identificare eventuali microrganismi presenti (batteri e miceti). Questo test, proprio per la sua rilevanza, va sempre associato al test di suscettibilità farmaceutica dei patogeni rilevati, ovvero l’antibiogramma. Di fatto, il primo esame identifica i microrganismi patogeni e il secondo verifica quale potrebbe essere il miglior antibiotico da usare per combatterli efficacemente. L’emocoltura è molto utile per effettuare la diagnosi di molte malattie infettive tra cui la sepsi (infezione generalizzata dell’organismo causata dall’invasione dei germi infettivi nel sangue), la salmonellosi (infezione intestinale), la brucellosi (malattia infettiva trasmessa dagli animali domestici), la meningite (grave malattia infettiva che colpisce il midollo spinale e le membrane che avvolgono il cervello), la polmonite (stato infiammatorio a carico dei polmoni), ecc.. Non sempre la presenza di microrganismi batterici è associata ad una sintomatologia chiara ed inequivoca-

bile anche perché, in alcuni soggetti quali bambini, anziani e immunodepressi, tale sintomatologia potrebbe essere molto sfumata e quindi trarre in inganno. La presenza di microrganismi nel sangue può essere legata ad infezioni locali o generalizzate, favorite da condizioni che diminuiscono le difese immunitarie dell’organismo (bambini, anziani, chemioterapia, uso di cortisonici, AIDS, cancro ecc.). In tutte queste situazioni, l’emocoltura può permettere una diagnosi in fase estremamente precoce, anticipando a volte la comparsa di sintomi e segni patologici. Tale esame si svolge come ogni altro normale prelievo, fatta eccezione che sarebbe opportuno effettuare più prelievi in tempi e siti diversi. Il prelievo di sangue deve avvenire durante il picco febbrile. Tuttavia data la difficile prevedibilità del picco febbrile, il prelievo può avvenire in corrispondenza delle prime fasi febbrili. È fondamentale l’accuratezza del prelievo, che deve avvenire in condizioni di assoluta sterilità (utilizzo di guanti e dispositivi sterili) e

dopo disinfezione della cute. Negli adulti occorre prelevare circa 10 ml; nei bambini sono sufficienti circa 25 ml. In molte situazioni i microrganismi non sono costantemente presenti nel sangue e si possono avere infatti delle batteriemie transitorie o intermittenti, infatti è preferibile effettuare più prelievi (3 in 24 ore o almeno 2 a distanza di alcune ore) da diverse sedi corporee. Tuttavia, in situazioni di estrema gravità, sono considerati validi anche 3 prelievi in un’ora. Inoltre è preferibile prelevare il sangue prima della terapia antibiotica. Il 60% dei malati è già in terapia e in questo caso bisogna effettuare il prelievo prima della successiva somministrazione. Il sangue deve essere raccolto in particolari contenitori sterili detti “flaconi Bactec®” che contengono delle resine e dei terreni di coltura. Solitamente si utilizzano due flaconi per prelievo; uno per la ri-

Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

cerca degli anaerobi e uno per la ricerca degli aerobi. I flaconi Bactec® devono essere trasportati il prima possibile al laboratorio di microbiologia e inseriti in sistemi automatizzati che rilevano anche la minima crescita batterica. Per consentire un’adeguata crescita dei microrganismi i risultati dell’esame emocolturale sono disponibili solo dopo qualche giorno. La consegna dei risultati definitivi avviene normalmente entro tre o quattro giorni, ma in alcuni casi può essere necessario attendere una o più settimane a causa della crescita particolarmente lenta di alcune specie microbiche ricercate con l’emocoltura. L’identificazione del batterio è seguita dalla comunicazione al reparto per la terapia antibiotica precoce. Se un flacone è positivo, un microbiologo eseguirà una colorazione di Gram e poi si passerà all’esame colturale del sangue. I batteri più comunemente isolati sono batteri gram positivi quali: Stafilococchi pneumoniae o Stafilococco aureus, altri stafilococchi, vari streptococchi ed enterococchi. Tra i gram negativi, i più diffusi sono: Escherichia coli, Salmonella spp, Pseudomonas aeruginosa, Haemophilus spp., Neisseria meningitidis e Neisseria gonorrhoeae. Tra i miceti, i più diffusi sono la Candida albicans e la Candida spp.

Perché piace così tanto? I motivi sono molti, innanzitutto per il senso di freschezza che si avverte sulle mucose della lingua e del palato degustando il gelato. A questo si aggiunge il sapore dolce proveniente dal latte, dagli zuccheri presenti, dal cioccolato e dalla frutta ed in più la varietà di colori, la vivacità delle confezioni, la fantasia delle decorazioni rendono ancor più gustoso e appetibile questo alimento. I pro. È un alimento molto gradito anche ai bambini perché è buono, è gratificante ed inoltre apporta importanti nutrienti utili per l’accrescimento; può essere una buona alternativa al pasto, o meglio ancora un’aggiunta, soprattutto per i bambini inappetenti. Se il bambino invece presenta un eccesso di peso, il gelato alla frutta è una valida alternativa ad una merenda pomeridiana più calorica (es merendine farcite o pane e nutella). È anche un’ottima soluzione per chi presenta problemi di masticazione grazie alla sua consistenza soffice e cremosa non disgiunta dal beneficio di una rapida assimilazione dei nutrienti. Questo è valido soprattutto per le persone anziane che possono presentare un quadro di malnutrizione senile con carenza di principi alimentari essenziali. Ottimo in casi di tonsillectomia o di altri interventi del cavo orale. Per quanto riguarda le controindicazioni legate all’assunzione di gelati, è noto che il freddo stimola il riflesso gastro-colico e l’attività muscolare dell’intestino tenue. Di conseguenza il gelato è da sconsigliare alle persone che soffrono frequentemente di diarrea e di colon irritabile anche se questo disturbo può variare da individuo a individuo. Gli effetti del freddo possono essere notevolmente ridotti se la degustazione del gelato avviene lentamente. I gelati a base di cioccolato, uova, panna, stimolano anche l’attività della colecisti e quindi sono sconsigliati nei soggetti che soffrono di calcoli alla cistifellea. Uno strappo alla regola. Anche i diabetici possono consumare questo alimento ma in piccole porzioni e possibilmente a fine pasto in modo tale che l’assorbimento degli zuccheri semplici sia più lento e modulato. È ovvio che il consumo di gelato da parte del diabetico, così come dell’obeso, deve avvenire con una bassa frequenza. s.f.


18

l u g l i o duemilaundici

in poche parole

Colf in ferie E’ periodo di vacanze anche per i lavoratori domestici. Se la colf o la badante ha già usufruito delle ferie a giugno, la data di scadenza per il pagamento dei contributi da parte dei titolari è l’11 luglio 2011. Per le ferie fruite da luglio a settembre i contributi vanno pagati entro il 10 ottobre 2011. Regole da ricordare Per quanto riguarda la durata, il contratto stabilisce che, a prescindere dalla qualifica, vanno riconosciuti 26 giorni lavorativi se l’anzianità di servizio presso la stessa famiglia è di almeno un anno. Le ferie vanno godute preferibilmente tra giugno e settembre e non possono essere frazionate in più di due periodi. Nulla vieta alle parti di decidere di comune accordo un periodo diverso. Il calcolo Durante il periodo di ferie la colf va retribuita come se stesse lavorando. Per il calcolo della cifra da pagare si prende la retribuzione globale di fatto corrisposta mensilmente. Se l’anzianità è inferiore all’anno, il calcolo va fatto in dodicesimi, considerando come mese intero le frazioni superiori a 15 giorni. Così se la colf è stata assunta l’ 11 aprile di quest’anno e chiede le ferie dal 1° agosto avrà diritto a 4/12 della retribuzione mensile. Per quanto riguarda il calcolo va chiarito che: a) non ci sono differenze tra colf a servizio intero e a ore. Nel secondo caso, bisogna risalire sempre alla retribuzione mensile, moltiplicando la paga settimanale per 52 e dividendo il risultato per 12; b) se la colf usufruisce di vitto e alloggio, va aggiunto alla retribuzione mensile il valore convenzionale delle relative indennità, pari a 1,75 euro al giorno per ogni pasto e a 1,52 euro per il pernottamento. Le ferie sono un diritto sancito dalla Costituzione e come tale non sono rinunciabili. Può tuttavia capitare che la colf debba farne a meno per esigenza propria o della famiglia. In questo caso la lavoratrice ha diritto ad una paga doppia: per le ferie non godute e per le giornate lavorate. Una rinuncia del tutto particolare è consentita alle lavoratrici straniere. Se la famiglia è d’accordo, la colf può cumulare le ferie spettanti per un periodo massimo di due anni, in questo modo si dà all’interessata la possibilità di trascorrere nel Paese di origine un periodo di vacanza abbastanza lungo da giustificare le spese di viaggio. f.a.

Requisiti: età e reddito

PREVIDENZA SOCIALE

Quattordicesima per le pensioni basse

DI FLOREDANA ARNÒ

ENASCO Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

La si può ottenere a partire dai 64 anni. E’ esentasse e non costituisce reddito Anche quest’anno è in pagamento da luglio la cosiddetta “quattordicesima”, introdotta dalla legge n.127 del 2007 sulle pensioni di importo basso. A beneficiare sono oltre 3 milioni e 300 mila pensionati di età pari o superiore a 64 anni, indipendentemente dal fatto che siano uomini o donne, con importi di pensione attualmente inferiori a 702 Euro mensili, pari a 9.132,82 Euro l’anno. Detta somma aggiuntiva non è uguale per tutti ma è stata articolata in relazione all’anzianità contributiva raggiunta dal pensionato. I requisiti Il beneficio spetta se il pensionato possiede, oltre l’età pari o superiore a 64 anni, anche il requisito reddituale: per poter percepire l’intero aumento non bisogna superare per il 2011 un reddito complessivo individuale fino a 9.132,82 Euro. Nel caso in cui, invece, il reddito personale sia di poco superiore ad esso, la somma aggiuntiva viene proporzionalmente ridotta. Quali redditi Ai fini della quantificazione dei limiti reddituali, occorre considerare tutti i redditi di qualsiasi natura, compresi quelli esenti o tassati alla fonte come gli interessi bancari e postali, i rendimenti da Bot e altri titoli. Nel computo rientrano anche le rendite Inail e gli as-

segni assistenziali; in altre parole bisogna denunciare tutto eccetto redditi provenienti da: casa da abitazione; indennità di accompagnamento; importi dei trattamenti di famiglia; somme riscosse per i trattamenti di fine rapporto, comunque, denominati (Tfr, Tfs, ecc.); importi arretrati soggetti a tassazione separata. La quattordicesima è esentasse e non costituisce reddito né ai fini fiscali, né per il riconoscimento di altre prestazioni previdenziali assistenziali. La domanda Ai pensionati che già l’hanno percepita nel 2007, 2008, 2009 e 2010 la quattordicesima viene pagata regolarmente con la rata di Luglio. Mentre coloro che compiono 64° anno di età nel corso del 2011 devono presentare un’apposi-

ta domanda con allegata la dichiarazione da cui risulta che il loro reddito personale non supera li limite di legge. L’importo in questo caso viene corrisposto in tanti dodicesimi per quanti sono i mesi in cui spetta, considerando comunque mese intero quello in cui è stato compiuto il 64° anno di età. Una impostazione preconcetta Va sottolineato, infine, che per i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti e coldiretti) sono stati stabiliti tre anni in più di contribuzione nelle relative tre fasce di anzianità contributiva legate agli aumenti pensionistici. E’ questa una impostazione preconcetta che differenzia ancora una volta il lavoro autonomo da quello dipendente. Non si comprendono,

Per trascorrere vacanze sicure

infatti, i motivi per i quali un trattamento di sostegno al reddito che deriva da risorse a carico della collettività possa poi differenziare i pensionati a seconda dell’appartenenza all’una o all’altra categoria. E’ per questo che l’Associazione 50&Più – insieme al CUPLA Coordinamento Unitario dei Pensionati Lavoro Autonomo – ha promosso, già dal 2007 una costante azione di protesta per sottolineare che il trattamento differenziato tra categoria di pensionati, a prescindere dalla sua entità effettiva, viola ogni principio di giustizia sociale ed è in contrasto con i principi costituzionali. Questi aumenti di pensione sono finanziati dallo Stato e non legati alla storia contributiva di ciascuno. Da ciò deriva che ogni discriminazione basata sull’appartenenza a categorie lavorative durante la vita attiva si presenta non solo contraria all’articolo 3 della Costituzione, ma anche, e soprattutto, errata dal punto di vista della giustizia sociale.

MOVIMENTO CONSUMATORI

Decalogo del turista informato

DI ROSANGELA LORISO Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

Poche ma importanti sono le regole da seguire per evitare cattive sorprese Se il cittadino/consumatore, soggetto debole nei rapporti socio economici, richiede una tutela giuridica rafforzata, ciò vale ancor di più per il consumatore turista: fuori dal proprio ambiente, con poco tempo a disposizione, a volte ignorando la lingua, si è più deboli del solito verso le proprie controparti contrattuali e così si finisce per accettare, in nome del suddette vacanze, ogni tipo di sopruso. A tal uopo elenchiamo alcune semplici, ma essenziali regole, da seguire per non rischiare e trascorrere vacanze tranquille e sicure:

PRIMA DI PARTIRE • verificare presso l’Assessorato al turismo della Regione - Ufficio licenze agenzie di viaggio che l’agenzia o il tour operator prescelti risultino iscritti negli elenchi regionali che abilitano alla vendita dei servizi turistici (si eviterà così il rischio di affidarsi ad operatori improvvisati); • richiedere copia del contratto che si sottoscrive, accertando che faccia chia-

ro riferimento alle offerte contenute nel catalogo informativo; • se si sottoscrive una polizza di assicurazione, leggere attentamente le condizioni contrattuali (attenzione alla previsione di franchigie, spese non rimborsabili); • qualora la destinazione sia un Paese straniero, verificare la necessità di adempimenti burocratici o sanitari (documenti di espatrio, visto di ingresso, vaccinazioni). DURANTE LA VACANZA • il soggiorno deve svolgersi esattamente come previsto (ogni modifica del programma o della sistemazione alberghiera legittimano il consumatore al rimborso del prezzo per la prestazione non goduta oltre al risarcimento del danno); • rivolgersi ai rappresentanti dell’organizzazione sul posto per segnalare ogni difformità rispetto al contratto di viaggio (è utile precostituire la prova scritta delle lamentele inoltrate); • documentare gli eventuali di-

sagi tramite fotografie, dichiarazioni sottoscritte da altri turisti, fatture di spesa (saranno indispensabili per ottenere dal Giudice il risarcimento dei danni). AL RIENTRO • entro 10 giorni dal rientro, nel caso di difformità o disservizi, formalizzare un reclamo con richiesta di rimborso a mezzo lettera raccomandata a.r. indirizzata all’agenzia di viaggi ed al tour operator; • conservare, in ogni caso, il catalogo, la documentazione di viaggio, eventuali dichiarazioni di altri turisti e la documentazione comprovante l’eventuale inadempimento del tour operator.


l u g l i o duemilaundici

ORTOPEDICO

Un problema frequente in età senile

DI ROBERTO GABRIELI

Conoscere l’osteoporosi

Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

Calcio e vitamina D per una giusta prevenzione e terapia Osteoporosi significa ‘osso poroso’. Si tratta di una malattia dello scheletro caratterizzata dalla riduzione della massa ossea e da alterazioni della sua architettura con un conseguente aumento della fragilità dell’osso e del rischio di fratture. Nel nostro Paese, il problema dell’osteoporosi ha ripercussioni non solo in ambito sanitario, ma anche sul piano sociale ed economico. La forma più comune di osteoporosi è quella che insorge nella donna dopo la menopausa a causa dell’insufficiente produzione di estrogeni (ormoni sessuali femminili) da parte delle ovaie. Con l’invecchiamento, inoltre, si riduce l’assorbimento intestinale di calcio e, di conseguenza, le ossa diventano più fragili. La diagnosi di osteoporosi e la valutazione del rischio di frattura richiedono un’attenta indagine anamnestica, esami del sangue e delle urine ed esami strumentali. La massa ossea può essere valutata con differenti metodiche che prendono il nome di densitometria ossea o mineralometria ossea computerizzata (MOC). La densitometria ossea con tecnica a doppio raggio X (DEXA - Dual energy X-ray Absorptiometry), eseguita a livello femorale e vertebrale, rappresenta la metodica più utilizzata ed è il modo più af-

fidabile di valutare il rischio di fratture osteoporotiche. Devono sottoporsi a questo esame tutte le donne con più di 65 anni e le donne con meno di 65 anni in presenza di fattori di rischio. La prevenzione e la terapia dell’osteoporosi sono basate, innanzitutto, sul corretto apporto di calcio e vitamina D. Il calcio è l’elemento principale delle ossa ed una sua carenza conduce inevitabilmente ad una fragilità scheletrica. Fortunatamente, il calcio può essere introdotto attraverso alimenti comuni come il latte, i latticini, lo yogurt, le noci, le mandorle, i cavoli, i legumi, le acque minerali e molti altri. La vitamina D permette l’assor-

Ha un’incidenza maggiore nelle donne

bimento del calcio nell’intestino. Al contrario del calcio, però, la vitamina D è contenuta poco negli alimenti. Le maggiori fonti alimentari sono l’olio di fegato di merluzzo, alcuni pesci grassi (il salmone, lo sgombro, le sardine etc), il tuorlo d’uovo, il burro, il formaggio, il fegato e le verdure verdi. Una fonte importante di vitamina D è l’esposizione al sole e, per tale ragione, è consigliabile esporsi al sole quotidianamente per almeno quindici minuti. Negli anziani, i supplementi di calcio e vitamina D sono spesso necessari per prevenire l’osteoporosi. Altro fattore importante al fine di prevenire la riduzione della massa ossea è fare quotidianamente un minimo di attività fisica, anche leggera, come ad esempio camminare per trenta minuti. Esistono, infine, diverse possibilità di intervento farmacologico (bisfosfonati, ranelato di stronzio, paratormone) ma la scelta più idonea può essere presa solo dal medico dopo aver valutato rischi e be-

nefici di ogni possibile trattamento. La cura dell’osteoporosi è possibile, ma la prevenzione non deve restare qualcosa di astratto e marginale. In una società che vive un importante mutamento demografico con il progressivo “invecchiamento” della popolazione, tutti devono essere sensibilizzati verso questa problematica.

ESPERTA IN SCIENZE MOTORIE DI MARCELLA BEVILACQUA

Artrosi? Curarla con il movimento

Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

Il moto rafforza la muscolatura, lubrifica le articolazioni e nutre la cartilagine articolare Dolore alle ossa, rigidità articolare, talvolta perfino difficoltà a muoversi o a compiere banali gesti quotidiani. Colpa dell’artrosi, una malattia cronico- degenerativa delle articolazioni che è tra le principali cause d’invalidità nella popolazione anziana. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’artrosi è per diffusione la seconda malattia dopo la cardiopatia ischemica. In Italia ne soffrono circa 4 milioni di persone. L’insorgenza dell’artrosi è direttamente correlata all’età: si manifesta nella quarta o quinta decade della vita, con un picco di massima incidenza tra i 75 ed i 79 anni. Purtroppo l’artrosi ha un’incidenza maggiore nelle donne: fino ai 50 anni i due sessi sono colpiti in ugual misura. Dopo la menopausa, le donne sono tre volte più colpite degli uomini e ciò è

dovuto alla perdita degli ormoni sessuali, prodotti dalle ovaie, e del prezioso DHEA, ormone steroideo prodotto dal surrene. Molte persone credono erroneamente che artrosi ed esercizio fisico siano incompatibili. Per anni la comunità medica ha sconsigliato l’esercizio ai sofferenti di artrosi nel timore di produrre danni alle articolazioni. Fortunatamente la ricerca scientifica ha dimostrato che tra i fattori che favoriscono l’insorgere e l’aggravarsi di alcune malattie osteoarticolari vi è proprio l’assenza o l’insufficienza di esercizio fisico nella vita di tutti i giorni e nel corso della malattia. Una ricerca americana pubblicata sulla rivista Arthritis & Rheumatism ha evidenziato che oltre il 64% dei malati d’artrosi che avevano visto peggiorare le proprie abilità fi-

siche non praticava alcuna forma di attività motoria, o la praticava in misura non significativa. L’attività fisica è importante sia nella prevenzione sia nel trattamento dell’artrite per il semplice motivo che le articolazioni, se non vengono usate, tendono inevitabilmente a irrigidirsi. L’esercizio fisico, se condotto in maniera corretta, è invece in grado di mantenere una buona escursione articolare, evitando l’instaurarsi di un circolo vizioso estremamente comune: immobilità - aggravarsi dell’artrosi - aumento del dolore - ulteriore riduzione del movimento. Il moto, infatti, oltre a rafforzare la muscolatura contribuisce a lubrificare le articolazioni e a nutrire la cartilagine articolare. Un articolo pubblicato sulla rivista Arthritis Care and Research da un gruppo di ri-

cercatori australiani dimostra come un programma strutturato di potenziamento muscolare consenta ai malati d’artrosi di aumentare la forza, migliorando la funzionalità articolare e riducendo il dolore. Ecco perché è importantissimo compiere almeno un’attività fisica, meglio se consigliata e programmata da professionisti del settore motorio e sportivo e non da improvvisatori. Sebbene i riscontri scientifici abbiano dimostrato una volta per tutte che lo sport è la strategia più efficace per ridurre la sintomatologia dolorosa e per migliorare la funzionalità articolare, proprio coloro che ne avrebbero maggiormente bisogno sembrano trascurare questo aspetto della prevenzione. Le persone affette da artrosi, infatti, si attestano ai livelli più bassi nella pratica dello sport o di qualsivoglia attività motoria perché involontariamente si affidano all’”istinto di risparmio” dell’articolazione colpita. Ma attenzione: i nostri principali nemici sono proprio l’atteggiamento rinunciatario e l’ignoranza nei confronti di questa malattia. E’ bene convincersi invece che la prevenzione e la lotta contro l’artrosi non sono affatto una partita persa. E l’attività fisica è la regola numero uno per sconfiggerla.

19

in poche parole

Benefici del caffè

La caffeina è un alcaloide, una sostanza psicostimolante, ma non dà dipendenza né assuefazione. Al contrario esiste una tolleranza, e infatti nei bevitori abituali gli effetti sono più blandi che in quelli occasionali. Sono i risultati degli ultimi studi svolti sul caffè, la bevanda universalmente più diffusa. Dunque sì al caffè, ma senza esagerare. Bisogna inoltre tener presente che c’è caffeina anche nelle bevande a base di cola, nel cappuccino e nel tè, come nel cioccolato. E che, a seconda della miscela utilizzata, una tazzina di espresso può contenere da 40 a 80 mg di caffeina. La quantità che si consiglia di non superare è di circa 4 tazzine al giorno. A chi ha un’ulcera o soffre di gastrite acuta, reflusso gastroesofageo, ipertiroidismo o malattie renali croniche si consiglia di evitare il caffè o di ricorrere al decaffeinato. Ma sarebbe sbagliato identificare il caffè con la sola caffeina. Il caffè, infatti, ha una composizione chimica complessa, con potassio e magnesio e numerosissime sostanze bioattive, fra le quali molti antiossidanti: una tazzina ne contiene più di un bicchiere di succo di mirtillo o di tè. Fra questi l’acido clorogenico, che ostacola anche l’assorbimento del glucosio nell’intestino, abbassando un po’ la glicemia postprandiale. Il caffè è stato attentamente studiato e ha mostrato tante proprietà: riduce il rischio di comparsa del diabete 2, non provoca nel consumatore abituale aumento di pressione arteriosa o di rischio cardiovascolare, migliora il livello di attenzione e stimola la digestione. Qualche precauzione in più negli anziani, più sensibili all’azione della caffeina, e nelle persone con dieta povera di calcio perché il caffè aumenta la perdita di questo minerale con le urine. Tazzina assolta invece per l’aumento di colesterolo: riguarda solo il caffè bollito alla turca, non filtrato. In tutte le altre preparazioni le sostanze grasse vengono bloccate dal filtro. E, anzi, la caffeina ha un lieve effetto antifame e provoca un piccolo dispendio extra di energia a spese dei grassi. Altro discorso quello della sensibilità personale. Alcuni studi, infatti, hanno individuato differenze legate a caratteristiche genetiche nella metabolizzazione della caffeina. Inoltre i recettori del sistema nervoso centrale su cui agisce la caffeina possono essere più o meno espressi e in genere più se ne beve più si esprime questa tolleranza. (Fonte: repubblica.it)


20

l u g l i o duemilaundici

in poche parole

La casa che uccide

FARMACIA

Il termine tecnico è “cinetosi”

A CURA DELLA

Mal di viaggio

FARMACIA SANTA RITA Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

Diversi i rimedi, dai farmaci ai prodotti omeopatici. L’importante è prevenire

Rumore, umidità, qualità dell’aria, freddo e sicurezza: un alloggio inadeguato causa la morte di oltre 100 mila persone l’anno in Europa e contribuisce all’ insorgere di molte malattie, da quelle che colpiscono sistema respiratorio, nervoso e cardiovascolare, fino al cancro. Sembra un paradosso ma è così: il nido familiare, il focolare domestico, da luogo accogliente al di fuori del quale lasciare problemi e preoccupazioni, può trasformarsi in una trappola mortale. A denunciarlo è l’Organizzazione mondiale della sanità che presenta i risultati di uno studio internazionale avviato a Bonn nel 2005 e coordinato dal Centro Europeo Ambiente e Salute, realizzato in collaborazione con la sede centrale e gli esperti e le istituzioni europee. Il rapporto esamina i dati sull’esposizione a fattori di rischio e quantifica per la prima volta gli effetti sulla salute. Si muore per le basse temperature interne (12,8 morti ogni 100 mila abitanti all’anno) e per l’esposizione al radon (2-3 morti ogni 100 mila). L’esposizione al fumo passivo provoca 7,3 morti e l’uso di combustibili solidi come fonte di energia domestica, senza un’adeguata ventilazione ,16,7 decessi per 100 mila bambini e 1,1 ogni 100 mila adulti, ogni anno. “La casa dovrebbe essere un luogo sicuro- ha spiegato Zsuzsanna Jakab, direttore regionale Oms per l’Europa-. Ma per molti non lo è, specialmente per le persone vulnerabili che trascorrono la maggior parte del loro tempo a casa, come i bambini piccoli, anziani e persone con disabilità. Speriamo- ha aggiunto- che queste nuove prove spingano governi e autorità locali a rivedere le politiche abitative per proteggere la salute degli europei e ridurre le disuguaglianze sociali”. La maggior parte della case in Europa non è adeguata secondo l’Oms: i dati del 2009 già denunciavano che il 22% presentava un’esposizione al rumore eccessivo, ma anche umidità (16%) e sovraffollamento (18%). Il 9% non era adeguatamente riscaldata in inverno e il 3% mancava di un gabinetto coperto , bagno o doccia (3%). E la situazione peggiora per le persone con basso reddito. (Fonte Dire, Notiziario Sanità)

Viaggiare può essere un incubo per chi soffre di cinetosi o malattia da movimento. In pratica è quella serie di disturbi che avvengono durante un viaggio e su mezzi di trasporto di diverso tipo: navi, imbarcazioni varie, aerei, treni, automobili, autobus, tram. Questo disturbo si riscontra soprattutto nell'infanzia, ma, a volte, può persistere anche negli adulti. Il problema di base, che scatena il malessere generale, è l'eccessiva stimolazione di quelle delicatissime e piccolissime strutture, deputate al controllo dell'equilibrio, che si trovano nell'orecchio interno (apparato vestibolare). In alcune persone, un po' più sensibili, quando il corpo è sottoposto a sollecitazioni rapide dell'apparato vestibolare, si manifestano una serie di sintomi, che si possono facilmente riconoscere. Di solito, ad una iniziale percezione di malessere generale, accompagnato da pallore e sensazione di peso allo stomaco, seguono un aumento di sudorazione e salivazione, il respiro diventa più frequente e si hanno vertigini, nausea e spesso anche vomito. Di norma, la sindrome si risolve rapidamente, appena cessano le sollecitazioni che l'hanno prodotta, ma, poichè è molto fastidiosa, sarebbe meglio giocare d'anticipo, adottando una serie di misure preventive.

Un consiglio valido per tutti, anche per chi non soffre di cinetosi, è consumare prima dei viaggi pasti leggeri a basso contenuto di grassi e zuccheri, bere con moderazione evitando bevande gassate o contenenti sostanze eccitanti. Evitare il fumo durante i viaggi, sia attivo che passivo, adottare posizioni, per quanto possibile, comode e rilassate, tralasciando attività che impegnino molto la vista, come la lettura, o comportino la fissazione dello sguardo su punti di riferimento mobili. La posizione ideale, per chi soffre di cine-

tosi, sarebbe supini con la testa in direzione della marcia, ma è ovvio che questo non è sempre possibile. Per chi soffre costantemente di cinetosi, prevenire è meglio. Ci sono diversi

preparati ad azione essenzialmente antistaminica, anticolinergica o tranquillante che contrastano la comparsa degli sgradevoli sintomi. In genere, devono essere assunti una mezz'ora prima della partenza, fatta eccezione per le formulazioni in chewing-gum, da assumere alla comparsa dei primi sintomi, e per quelle in cerotto, da applicare due ore prima. La maggior parte di questi farmaci, acquistabili in farmacia senza ricetta medica, provoca sonnolenza e diminuizione della vigilanza. Non devono, quindi, essere usati da chi guida o deve utilizzare mezzi o strumenti potenzialmente pericolosi. Inoltre, se si soffre di altre patologie o si stanno assumendo altri farmaci, prima di ricorrere a un antichinetosico, è indispensabile chiedere consiglio al proprio medico o al farmacista di fiducia. Possono risultare utili anche alcuni prodotti omeopatici come i granuli di Cocculus, Petroleum, Tabacum, da assumere lontano dai pasti. Tra i rimedi fitoterapici sono da preferire preparazioni a base di zenzero o limone. Un ruolo importante hanno anche gli integratori, in particolare di vit.B6, di vitamine K e C che attenuano la sensazione di nausea. Esistono, infine, dei braccialetti elastici, da ap-

plicare a quattro centimetri dalla piega del polso, che, attraverso un bottoncino, premono su un punto indicato dall'agopuntura, che, stimolato, riduce la nausea e favorisce il rilassamento. Chi è in gravidanza si può trovare in una condizione di predisposizione temporanea a sviluppare uno stato di malessere da viaggio, infatti, l'ansia per la maternità e per la salute del bambino, ma anche l'oggettiva difficoltà a trovare una posizione comoda in spazi ristretti, possono causare disagi, anche in chi non aveva mai avuto problemi prima. E' naturale, che, in questo caso, l'assunzione di qualsiasi farmaco o rimedio, per combattere il mal di viaggio, deve avvenire soltanto sotto consiglio medico.


l u g l i o duemilaundici

test

21

Scopri che fototipo sei e che fattore di protezione utilizzare Difendere la pelle dagli effetti nocivi dei raggi UV è un obbligo per tutti. Ma la protezione va dosata con cura, a seconda del fototipo. Ecco come identificare il proprio e il fattore di protezione da preferire 1. Come si presenta la tua pelle? a) Color bianco opalino b) Color roseo rosso c) Color olivastro d) Colore scuro 2. Di che colore sono i tuoi occhi? a) Verdi o grigi b) Azzurri o blu c) Castano scuro d) Neri 3. Di che colore sono i tuoi capelli? a) Rossi o biondo chiarissimo b) Biondo chiaro/scuro c) Castano chiaro/scuro d) Neri 4. Hai le lentiggini? a) Tante b) Alcune c) Pochissime d) No

5. Ti abbronzi facilmente? a) No, non mi abbronzo mai b) Mi abbronzo poco c) Mi abbronzo sin dalla prima esposizione d) La mia pelle è già nera 6. Quando ti abbronzi, di che tonalità è la tua abbronzatura? a) Chiarissima e molto rossastra b) Media, dorata c) Molto scura d) Scurissima 7. Ti scotti facilmente quando prendi il sole? a) Sempre, senza eccezioni b) Qualche volta c) Raramente d) Non mi è mai successo

Maggioranza Risposte A: Fototipo 1 Carnagione lattescente o molto chiara che può presentare efelidi. Capelli di colore rosso o biondo-rossastro. Occhi chiari, in genere sulle tonalità dell’azzurro o del blu. I soggetti che appartengono al fototipo 1 hanno una bassa quantità di melanina. Proprio a causa della dotazione melaninica insufficiente non riescono a ottenere una vera e propria abbronzatura e sono ad alto rischio di gravi scottature o di danni permanenti alla pelle. I prodotti solari consigliati al fototipo 1 devono avere un filtro di protezione molto alta, corrispondente cioè a 50+ SPF. Maggioranza Risposte B: Fototipo 2 Carnagione chiara. Capelli di colore biondo scuro o castano chiaro. Occhi tendenzialmente chiari, in genere sulle tonalità

del blu o del verde. I soggetti che appartengono al fototipo 2 hanno una ridotta quantità di melanina e, quando abbronzata, la pelle tende ad assumere un colore dorato. È presente il rischio di subire scottature con una certa facilità. I prodotti solari consigliati al fototipo 2 sono differenziati. Durante i primi tre giorni di esposizione al sole il viso e le parti più delicate del corpo devono essere protetti da un solare con filtro di protezione molto alta (50+ SPF) mentre il solare per il corpo deve avere un filtro di protezione alta (30 SPF o 50 SPF). Dal quarto giorno è possibile passare a un solare con filtro di protezione medio-alto (25 SPF) per il viso e a un solare con filtro di protezione medio (15 SPF, 20 SPF) per il corpo.

Maggioranza Risposte C: Fototipo 3 Carnagione abbastanza scura. Capelli di colore castano. Occhi tendenzialmente scuri, in genere sulle tonalità medie del castano o del grigio. I soggetti che appartengono al fototipo 3 hanno una buona quantità di melanina e possono quindi contare su un’abbronzatura intensa e durevole. Il rischio di subire scottature è basso poiché avviene solo in seguito a esposizioni al sole troppo prolungate. Anche i prodotti solari consigliati al fototipo 3 devono essere distinti. Durante i primi tre giorni di esposizione al sole viso e corpo sono da proteggere grazie a un solare filtro di protezione medio (15 SPF, 20 SPF o 25 SPF) mentre dal quarto giorno in poi si può optare per un solare con filtro di protezione medio-basso (15 SPF) o basso (10 SPF).

Maggioranza Risposte D: Fototipo 4 Carnagione olivastra. Capelli di colore nero. Occhi molto scuri, in genere sulle tonalità del castano scuro. I soggetti che appartengono al fototipo 4 hanno un’alta dose di melanina che permette di ottenere un’abbronzatura intensa con poche esposizioni - nemmeno troppo prolungate - al sole. Il rischio di scottature è praticamente inesistente. Questi soggetti hanno bisogno ugualmente di prodotti solari con filtro di protezione: i pericoli e i danni derivanti dai raggi ultravioletti UV-A e UVB di certo non evitano le persone con la carnagione scura. Durante i primi tre giorni di esposizione al sole si consiglia un solare con filtro di protezione medio-basso (15 SPF) per arrivare gradatamente a un solare con filtro di protezione basso (6 SPF o 10 SPF).


22

l u g l i o duemilaundici

viaggi

TERRA DI FIABE, FATE E FOLLETTI TRA MITI, LEGGENDE E MISTERI

NORVEGIA le montagne sull’oceano La natura maestosa e incontaminata dei fiordi e della tundra. Uno spettacolo da ammirare sia sotto il sole di mezzanotte che durante l’aurora boreale La Norvegia, terra che diede i natali al famoso pittore norvegese Edvard Munch, celebre per L’urlo, è un luogo per molti versi lontano dall’immaginario mediterraneo a cui siamo abituati e, come tutte le terre lontane, è patria di misteri e curiosità che inducono a fantasticare e a desiderare di visitarla. E’ uno dei paradisi mondiali del turismo ed è conosciuto notoriamente per gli itinerari turistici lungo i fiordi, montagne altissime a ridosso del mare e insenature che tolgono letteralmente il fiato da tanta bellezza. Una tale meraviglia della natura è difficilmente riscontrabile in altre parti del mondo. La Norvegia è una delle nazioni più progredite al mondo economicamente e socialmente: il benessere sociale, l’innato senso di libertà, la gente accogliente, la natura incontaminata e le bellezze paesaggistiche premiano questo Paese elevandolo al primo posto per l’alta qualità della vita. E’ in grado di farsi amare da ogni tipo si viaggiatore: è terra di meraviglie naturali, con paesaggi che variano dalla tundra alle spiagge, possiede città affascinanti come Oslo e Bergen; è punteggiata da piccoli villaggi che sembrano estratti da un libro di fiabe, sa offrire cultura, storia, tradizione, divertimento e modernità. Un Paese che ti ruba l’anima, un luogo rassicurante e romantico sotto la neve. Oslo d’inverno con i suoi musei e la gente nei caffè a sorseggiare qualcosa di caldo, i paesaggi dipinti da Munch, le candele. Poi la primavera, l’estate e il risveglio a nuova vita della natura che dona vigore anche alle persone. Il cielo si apre alla forza dei raggi del sole, il blu si fa intenso, le rocce si stagliano nitide nei fiordi. Le ore di luce crescono e la notte è colorata da bar galleggianti, da pontili pieni di tavolini. Gente che passeggia, la musica nell’aria. L’emozione che si prova nella terra del sole di mezzanotte è indescrivibile, unica e magica. Qui il sole si mantiene sopra la linea immaginaria dell’orizzonte anche di notte. Oslo, la capitale della Norvegia, è la città più estesa del Paese e senza dubbio la più bella della Scandinavia. Circondata da una foresta selvaggia (la Marka) sorge in una posizione splendida, nel punto più interno del-

l’omonimo fiordo, adagiata sul Mare del Nord. E’ una città dai mille volti: da un lato il carattere internazionale e metropolitano di capitale europea, dall’altro l’atmosfera di una città accogliente, lontana dalla confusione e dai ritmi frenetici, una città ancora a misura d’uomo. Nota per la sua sobrietà, riesce ad offrire un mix straordinario di natura, cultura e divertimento. I siti da visitare sono molto vicini tra loro e facilmente raggiungibili, anche a piedi. La via principale Karl Johans gate attraversa il cuore della città fino al Palazzo Reale. Su questa animatissima arteria si affacciano edifici importanti, quali l’elegante Stortinget (Palazzo del Parlamento) e la Cattedrale di Oslo. A sud della città il Castello e la Fortezza di Akershus, che domina il lungomare e rappresenta la principale attrattiva architettonica della città. Da qui è possibile imbarcarsi su di un traghetto verso la Penisola di Bygdoy dove si concentrano la maggior parte dei musei: pur non avendo una storia molto antica, Oslo ne conta almeno più di cinquanta, oltre a notevoli gallerie d’arte ed eccezionali esposizioni di capolavori di noti artisti sia internazionali che norvegesi. Una delle principali attrattive è la Galleria Nazionale di Oslo, che vanta un’ampia collezione di arte norvegese e le opere di numerosi impressionisti. Altri musei interessanti da visitare sono: il Museo Munch, il Museo del Folklore Norvegese e il Museo delle Navi Vichinghe dedicato al leggendario popolo di guerrieri. Bergen è un piccolo gioiello piacevolmente tranquillo, che deve alla sua splendida posizione naturale l’appellativo di “Porta

Curiosità Il Regno di Norvegia non far parte dell’Unione Europea. La forma di governo è una monarchia parlamentare, il re è Harald V. E’ uno dei maggiori produttori di petrolio su scala planetaria. Lingua ufficiale: norvegese, molto simile a danese e svedese; il 70% della popolazione parla anche l’inglese. Fuso orario: +1 ora d’estate. Moneta: Corona norvegese. Clima: temperato-freddo: inverno temperature mai al di sotto dei -5°C; estate sui 17°C. Mesi ideali per una vacanza: luglio e

agosto. E’ attraversata dal circolo polare artico, per questo nelle zone settentrionali si possono osservare fenomeni quali il sole di mezzanotte in estate e l’aurora boreale in inverno. La Norvegia è l’unica nazione al mondo senza debito estero: vanta un PIL tra i maggiori del mondo. Oslo è la città nella quale vengono insigniti i Premi Nobel per la Pace. Ogni anno presso la splendida sala centrale del Radhus (il Municipio) il re consegna il premio e questo rappresenta un vero motivo di orgoglio per la città e tutta la Norvegia.

dei Fiordi”, cinta tra i monti ed i fiordi più spettacolari della Norvegia. Molto diversa dalla sobria Oslo, Bergen cattura con la sua particolare atmosfera e colpisce il visitatore per l’architettura più ricca ed originale rispetto a quella della capitale. Ricca di cultura e tradizioni, è stata dichiarata nel 2000 Capitale Europea della Cultura. Da non tralasciare sono le famose Stavkirke, chiese in legno della Norvegia: la più antica è quella di Urnes, nel Sognefjord datata

1130 e diventata Patrimonio UNESCO. Il Naeroyfjord e il Geirangefjord sono iscritti anch’essi nella Lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 2005. Il primo,in particolare, situato nel Sognefjord e lungo 17 km, è il ramo più selvaggio e più bello tra tutti i fiordi norvegesi, tale che il passaggio attraverso questo è stato indicato dalla letteratura da viaggio come uno degli itinerari più fantastici d’Europa. Irma Mecca


l u g l i o duemilaundici

23


24

l u g l i o duemilaundici


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.