6Donna #6 128

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focus Vaccini, sì o no?

Tra obblighi e verità

al femminile ‘Araba Fenice’

Sessualità, cosa pensano i ragazzi

cucina Varietà di riso

L’estate è nel piatto

Beach style 2017

Per la foto in copertina si ringrazia

Sanitaria Pharmamedical Viale Giotto, 36/38 - Foggia

in spiaggia sfoggia lo stile ‘smart’


editoriale di Maria Grazia Frisaldi Eccoci qui. Ultimo numero prima dell’attesa pausa estiva. 6Donna tornerà, come di consueto, a Settembre con tante novità e un rinnovato impegno in quelle che sono le sue storiche ‘battaglie’. Prima di augurarvi buone vacanze, permettetemi una riflessione sul nostro piccolo ‘esperimento sociale’ di cui avete letto più volte in questi mesi. Mi riferisco al video presentato in anteprima durante la terza edizione del Premio 6Donna, nato da una intuizione dell’editore Franco Di Gemma: due attori professionisti del Teatro della Polvere - Mariangela Conte e Carlo Baldassini - hanno simulato, in strada, in pieno giorno,. una scena di ordinaria violenza all’interno di una coppia, mentre due telecamere nascoste di ‘Visioni Creative’ hanno ripreso il tutto permettendoci di avere importanti elementi per riflettere su come i foggiani si rapportano alla violenza di genere. In quelle scene, vi era tutto il campionario di frasi, situazioni e dinamiche raccontate dalle donne vittime di violenza. Dopo l’anteprima sul palco del Teatro Giordano, il video è stato diffuso ufficialmente riscuotendo un successo sperato, eppure inaspettato: circa 4mila visualizzazioni su YouTube, 49mila sui nostri canali social e 580 condivisioni. Non solo: il nostro esperimento ha interessato le principali testate locali e regionali (tra queste anche la prestigiosa agenzia di stampa AdnKronos), ma soprattutto ha scatenato un dibattito vivo e partecipato sui social network: tra favorevoli e contrari, tra chi ha colto appieno lo spirito del progetto e chi lo ha legittimamente criticato, i foggiani si sono confrontati su un tema quanto mai spinoso, riflettendo non solo sul tema della violenza, sia essa fisica, verbale o psicologica. Ma anche e soprattutto sull’importanza della cittadinanza attiva, della collaborazione e della solidarietà. Ed è da questi presupposti che parte la campagna social #nonvoltarelatestadallaltraparte che presto arriverà nelle associazioni, nelle scuole e nei luoghi di aggregazione giovanile, per una riflessione condivisa che non può più essere rimandata. Non so a quali esiti condurrà questo esperimento, ma come ha spiegato l’editore Di Gemma, “se dopo questo video, anche una sola persona non rimarrà indifferente di fronte a scene come questa, non girerà - appunto - la testa dall’atra parte, per noi sarà un successo”. Buona lettura e buona estate!

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sommario Personaggio 4 Maria Chiara Giannetta Un capitano donna per Don Matteo

Al femminile 5 Araba Fenice Sessualità, contraccettivi e consultori: cosa pensano i ragazzi Quando il chirurgo è una seconda mamma

Focus 6 Vaccini, tra obblighi e verità •

I dirigenti alle prese con gli adempimenti di fine anno

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“La libertà di scelta non è un bene in vendita” Quando un vaccino può proteggere dal cancro

Polis 8 Antonella Soldo, la politica disobbediente sulle orme di Mariateresa di Lascia

Società 9 Ecco l’aula d’ascolto protetta, fiore all’occhiello della Questura Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002

Editore Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l. Direttore Responsabile Maria Grazia Frisaldi Direzione commerciale Angela Dalicco In redazione Mariangela Mariani Dalila Campanile Hanno collaborato Michela Serafino Ilaria Di Lascia Valentina Pietrocola Rubriche dott.ssa Floredana Arnò dott.ssa Maria Nobili dott.ssa Valentina La Riccia dott.ssa Nella Santoro dott.ssa Claudia Mancini dott.ssa Vittoria Salice dott.ssa Graziana Muti Simonetta Campanella arch Redazione Foggia Via Tressanti, I trav. (Vill. Artig.) Tel. 0881.72.81.15 - Fax 0881.72.81.13 E-mail marketing@6donna.com redazione@6donna.com Sito internet www.6donna.com Social facebook: 6Donna twitter: @6DonnaMagazine Impaginazione e stampa Publicentro Graphic

giugno - duemiladiciassette

Speciale estate 10 Beach style, moda mare 2017 Bellezza 11 Con la luce del sole Salute 12 Da Foggia a Parigi nel segno del benessere psicofisico Cucina 14 Varietà di riso, l’estate è nel piatto 17 Rubriche Speciale lettura 21 Viaggiare con la mente, mille storie sotto l’ombrellone Attualità 22 Sui Monti Dauni, la prima laurea ”federata” Viaggi&Tempo Libero 23 Dimmi come viaggi e ti dirò chi sei •

‘8 stelle’, dentro il b&b gestito da ragazzi down


giugno - duemiladiciassette

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personaggio

Maria Chiara Giannetta, sul set con Terence Hill e Nino Frassica

Un capitano donna per Don Matteo E’

foggiana, ha 24 anni e nella prossima stagione televisiva la vedremo indossare la divisa dell’Arma dei carabinieri in una tra le fiction tv più amate (e longeve) del piccolo schermo: Don Matteo 11. Stiamo parlando di Maria Chiara Giannetta, attrice foggiana chiamata a prendere il posto dell’amato Simone Montedoro (il capitano Giulio Tommasi) al fianco di Terence Hill e Nino Frassica. Le riprese sono cominciate da alcune settimane e l’attrice, nata tra le mura del Teatro dei Limoni e formata al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, si divide tra il set in Umbria, Roma e Foggia, che vorrebbe fosse sempre la sua base d’azione. Prima di questa grande opportunità, tanto teatro in quel di via Giardino, a Foggia; poi tre anni - “intensi, stranianti e bellissimi”, precisa - al CSC, durante i quali ha avuto modo di saggiare questo mondo, facendo provini su provini, accaparrandosi ruoli di protagonista di puntata o da alcune decine di pose (è stata Asia nell’ultima serie di ‘Che Dio ci aiuti’). Ora, la prima grande opportunità per Maria Chiara, che però tiene sempre gli occhi (e il cuore) aperti al teatro. Maria Chiara, il tuo trampolino di lancio in questo mondo è stato sicuramente il Centro Sperimentale di Cinematografia… Indubbiamente. Provenire da un’accademia è un ottimo biglietto di visita. Poi tocca a te dimostrare di potercela fare. Tra pochi mesi ti vedremo protagonista di una delle serie più longeve della tv italiana. Come è iniziata questa avventura? E’ stato tutto abbastanza casuale. Quando ho saputo che la produzione cercava attori per questo ruolo, ne parlai con la mia agente, ma ero convinta che cercassero un’attrice più grande di età (non sapevo che un capitano dei carabinieri diventa tale a 27 anni). Ero a Foggia in quel periodo, chiesero comunque di provinarmi e mi catapultai a Roma, ma con poche speranze. La produzione

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L’attrice foggiana impegnata sul set in Umbria, ma con il teatro nel cuore Si ispira al maggiore Melissa Sipala, tra le prime donne arruolate nell’Arma provinò sia attrici 30enni che 25enni e alla fine ha optato per la linea giovane. Ed eccomi qua. Come ti hanno comunicato la notizia? Attraverso una telefonata della mia agente. Non mi sono scomposta più di tanto, mi sono semplicemente detta: “Ok, sono pronta!” Com’è organizzato il set, come sono i rapporti con gli altri colleghi? Sono subentrata in un ambiente che è già formato e rodato da tanti anni: è come una

grande famiglia. Inutile dire che sono tutti grandi professionisti: dal cast alle operatrici di trucco e parrucco, in grado di metterti l’entusiasmo addosso anche quando si inizia a girare alle 5.30 del mattino. E’ una esperienza indubbia-

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mente ricchissima ed entusiasmante: posso dire che, per la prima volta, sono soddisfatta di quanto fatto nella vita. Per la prima volta mi sono stretta la mano e mi sono detta: “Brava!”. Come ti sei approcciata a questo ruolo? Sostituirai un personaggio molto amato dai telespettatori… E’ stato strano. La gente non accetta volentieri i cambiamenti. Anzi, li vivono come una sorta di “tradimento”. Prendo il ruolo di Montedoro, che è amato e stimato dal grande pubblico: cercherò di conquistarmi lo stesso affetto puntata dopo puntata. C’è qualcuno a cui ti stai ispirando? Per questo nuovo personaggio, la produzione sta investendo tanto sulla preparazione. Ho avuto modo di incontrare il maggiore Melissa Sipala, tra le prime donne ad indossare la divisa dei carabinieri. Lei è una donna tutta d’un pezzo e di grande carisma, una bellissima figura alla quale mi sto ispirando tantissimo. Accanto a tutto ciò mi sto allenando al poligono, sto seguendo corsi di equitazione e judo, e tutto ciò che è necessario per rendere il mio personaggio più vero e credibile come capitano dell’Arma. Il teatro, però, è sempre il primo amore. Sì, e mi manca tantissimo. Quando sono a Foggia continuo a vivere al Teatro dei Limoni: anche poter dare una mano in biglietteria mi fa stare bene. E’ l’aria che si respira ad essere speciale. Oggi ci racconti di un tuo piccolo-grande ri-

sultato. Ma non deve essere stato tutto rose e fiori… No, infatti. Ci sono stati momenti bui, appena terminato il CSC: un limbo, in cui sei fuori dal Centro ma non sei ancora nel mondo del lavoro. Un periodo di grandi attese in cui aspetti il provino giusto. Io mi sono rimboccata le maniche e, nel frattempo, ho fatto la babysitter: la vita in quel periodo è stata più sofferta, ma il primo affitto pagato da sola è stata una grande soddisfazione. Non nascondo, però, di essermi data un tempo, oltrepassato il quale avrei cambiato strada. Poi però è arrivato il ruolo di Asia in “Che Dio ci aiuti!”, 20 pose che mi hanno aperto al mondo della fiction tv. Vorresti fare base sempre a Foggia, la tua città d’origine. Dal tuo punto di vista, qual è la fotografia sulle realtà culturali cittadine? Per cinque anni sono stata a Roma, lontana dalle dinamiche della città. Quando sono tornata a Foggia, però, devo ammettere di aver trovato la città cambiata, migliorata da questo punto di vista. Sarà anche la nostalgia di casa, ma ho trovato un diverso fermento, più realtà culturali e più voglia di fare. Maria Grazia Frisaldi


Sessualità, contraccettivi e consultori, questi sconosciuti: cosa pensano i ragazzi

Adolescenti in balia della ‘Madre Rete’ Il progetto Araba Fenice sfida i tabù di una società ipersessualizzata

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metodi contraccettivi sono considerati dagli adolescenti l’argomento più interessante di un corso di educazione all’affettività e alla sessualità ragionata e consapevole, al secondo posto ci sono le malattie sessualmente trasmissibili, peccato che finora si siano affidati alla Grande Madre Rete e si siano limitati a scambiarsi informazioni, senza andare oltre la cerchia di amici e confidenti. Dall’elaborazione delle risposte a 264 questionari somministrati agli studenti del Progetto Araba Fenice, emerge che più della metà non aveva mai avuto occasione di partecipare ad una lezione di educazione sessuale a scuola e non conosceva il consultorio, quasi l’80% è consapevole di quanto sia importante conoscere il funzionamento dei contraccettivi ma ne sa poco. I giovani vorrebbero parlare di sesso e salute, perché no di masturbazione, e dichiarano di non provare alcun imbarazzo a parlare di sessualità in classe. I risultati del programma ideato e curato dalla ginecologa Tiziana Celeste, dirigente medico Asl Fg Specialista in Ginecologia e Ostetricia, che si occupa da anni di una rubrica sulle pagine del nostro free magazine, sono stati presentati in un convegno a Pa-

momento in cui le competenze emotive e relazionali non sono ancora sviluppate - aggiunge la psicologa specializzata in sessuologia Maria Pia Conoscitore Il progetto conLe promotrici, organizzatrici e relatrici del progetto trasta i silenzi e i navigando a casaccio sul web, quanto tabù del momento, nonostante la nopiuttosto rivolgendosi a figure speci- stra sia una società ipersessualizzata fiche. Intorno al progetto è cresciuto e si parli di sesso quasi ogni giorno”. l’interesse e lo porteremo - annuncia Angela Procaccino, Professore - anche in provincia”. associato di Diritto Processuale PeIn un ciclo di otto lezioni, nell’ITE nale del Dipartimento di GiurispruPascal e nel Liceo Poerio, sono stati denza dell’Università degli Studi di analizzati e affrontati gli aspetti clinici, Foggia, nelle sue lezioni si è occupata le implicazioni psicologiche e i risvolti delle conseguenze di carattere civiligiuridici con l’ausilio delle altre stico e penalistico: “Mi sono concenesperte del pro- trata, in particolare, su alcuni temi di getto. “La tendenza più stretta attualità e largo interesse, ad una crescita come lo stalking e la violenza sessempre più antici- suale. Gli alunni sono stati molto colpata, porta gli ado- piti da questi temi, anche perché lescenti di oggi a hanno avuto un’evoluzione giuridica comportamenti anche alquanto repentina e sono poco che sono propri conosciuti”. dell’età adulta, tra Comune l’auspicio, formulato da cui l’inizio dell’atti- tutti gli ospiti e relatori, di garantire La dott.ssa Tiziana Celeste con alcune corsiste vità sessuale, nel continuità al progetto, assicurando

lazzo Dogana a fine anno scolastico. Più del 70% degli studenti, a conclusione del progetto, ha affermato che userà abitualmente il preservativo. Archiviati i tabù e superati gli imbarazzi, è cambiato l’approccio: quasi la metà ha dichiarato che in futuro, per fare domande e chiedere approfondimenti sulla sessualità, si rivolgerà alla mamma (49,4%) e al medico di famiglia (46,1%). “I ragazzi non sapevano come e a chi rivolgersi. All’inizio ne parlavano con gli amici, ricevendo un carico di nozioni distorte, e in secondo luogo non sapevano assolutamente quali fossero i metodi contraccettivi e come si usassero - spiega la ginecologa Tiziana Celeste - Abbiamo cercato di soddisfare tutte le loro curiosità e colmare le lacune. Hanno compreso che è importante documentarsi ma non

AL FEMMINILE

La dott.ssa Maria Nobili è direttore della Chirurgia Pediatrica degli OO.RR. di Foggia

Quando il chirurgo è una seconda mamma ”Oggi sono una donna e una professionista fortunata: ho curato bambini che ho visto diventare adulti felici”

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manamente e professionalmente parlando, è cresciuta insieme al reparto di Chirurgia Pediatrica, che oggi è un fiore all’occhiello degli Ospedali Riuniti di Foggia. In quelle mura ha trascorso gran parte della sua vita, da giovane assistente fino ad oggi. Stiamo parlando della dottoressa Maria Nobili, chirurgo pediatrico e storica rubrichista di 6Donna, recentemente nominata Direttore della Struttura semplice dipartimentale della Chirurgia pediatrica degli OO.RR. di Foggia. Dottoressa Nobili, come ha vissuto questo importante riconoscimento? Come una grande attestazione di stima. Data la mia età e la mia lunga attività in reparto è un punto

future edizioni e replicandolo in altri istituti. Al convegno conclusivo hanno partecipato i partner del progetto, sostenuto da Comune di Foggia, Provincia di Foggia, Università di Foggia, Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti di Foggia, Asl FG, Club per l’Unesco di Foggia, ITE B. Pascal e Istituto di Istruzione Superiore C. Poerio. Illedi, sponsor dell’evento finale, ha avuto l’occasione di presentare in Puglia, a Foggia, il suo assorbente innovativo brevettato, che introduce l’azione combinata di anioni di ossigeno e ioni di argento per contrastare la naturale proliferazione di batteri e funghi durante il ciclo mestruale. La redazione del free magazine 6Donna, che ha promosso il progetto e curato l’organizzazione del convegno, è convinta che sia necessario sostenere con questo tipo di interventi, finalizzati alla prevenzione e all’informazione, le azioni delle principali agenzie educative, per accompagnare nel processo di crescita le giovani generazioni. I dati restituiscono una loro precisa richiesta: parlarne, senza imbarazzi e inibizioni, e gli adulti sono chiamati ad ammetterli a loro stessi e a superarli. Mariangela Mariani

di arrivo: dopo di questo sarò alla fine della mia carriera. Ho ricoperto questo incarico dal 2010, ma in qualità di ‘facente funzioni’, sostituendo per lungo tempo l’ex pri-

La promozione

mario che ha lasciato il posto vacante. Ho cercato di gestire al meglio il reparto, facendo quadrare i conti e offrendo ai piccoli pazienti e alle loro famiglie il meglio dell’assistenza. Dal 1° aprile 2017, dopo

un concorso per titoli, ho avuto ufficialmente incarico quinquennale. Per me è l’epilogo più bello: i miei sacrifici sono stati premiati. Ad oggi qual è la squadra di lavoro che coordina? Siamo quattro dirigenti medici. Due donne e due uomini. Insieme a me ci sono i dottori Canale e Magistro e la dottoressa De Luca. Insieme ci scontriamo con l’atavico problema della carenza di medici in organico, ci sobbarchiamo h24 le urgenze di un territorio vastissimo, che va dalla Campania alla Basilicata fino alla Puglia, dove ci sono solo tre Chirurgie pediatriche (a

Foggia, a Bari e a Casarano, nel Leccese). Cosa è cambiato dopo questa promozione? In realtà nulla. I pazienti e la sala operatoria continuano ad essere la mia priorità. Continuo a fare ciò che ho sempre fatto, sobbarcandomi però anche incombenze di tipo organizzativo e burocratico. Possiamo dire che lei è cresciuta insieme al reparto che oggi dirige… Sì, assolutamente. E pensare che il mio progetto iniziale era fare il chirurgo generale: il percorso sembrava già tracciato a Roma, strutturandomi in un reparto di eccellenza per la patologia della tiroide. Poi sono venuta a fare il tirocinio a Foggia e sono stata coinvolta nelle esigenze di quello che

a l l’ e p o c a era un piccolo reparto. Il mio p e rco rs o qui è iniziato nel 1988, vincendo un concorso. Ero incinta Maria Nobili del mio primo figlio e della chirurgia pediatrica non ne ho potuto fare più a meno. Il chirurgo pediatrico è come una seconda mamma, cura le malformazioni, prende in carico un bambino malato e lo restituisce sano ai genitori. Per me, non si è trattato di un ripiego, ma di una vera e propria rivelazione. Oggi mi sento una donna e una professionista fortunata, perché raccolgo i frutti di quello che abbiamo seminato 30 anni fa: ho curato bambini che ho visto divenm.g.f. tare adulti felici.

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focus Vaccini, tra obblighi e verità

Le novità introdotte dal decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 19 maggio

A fare chiarezza sull’argomento è Giovanni Iannucci, direttore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica Area Nord – Asl Fg

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l’argomento del momento. Se parla ovunque: in tv, sulle riviste specializzate e non, nelle sale d’attesa dei medici e nelle file ai supermercati. Non sempre, però, le informazioni che ne vengono fuori, sul tema vaccini, sono tanto chiare e corrette quanto veloce è la loro diffusione. Al contrario, le famiglie sono disorientate e spaventate: per colmare le loro lacune o trovare risposte ai loro dubbi ricorrono all’onnisciente google, correndo il rischio di incappare in fake news e informazioni distorte. A fare chiarezza sul delicato argomento è il dott. Giovanni Iannucci, direttore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica Area Nord – Asl Fg. Innanzitutto, partiamo da due grosse novità in materia, che inevitabilmente convergono: il nuovo Piano Nazionale Vaccini e il recente decreto legge che reintroduce l’obbligo vaccinale. Il Piano Vaccini, pur essendo a carattere nazionale, per l’applicazione pratica dipende dall’autonomia che ogni Regione ha in materia di Sanità. “Si tratta di un piano triennale, targato 2017-2019, inserito nel discorso più generale del Piano Nazionale della Prevenzione”, spiega Iannucci. Recepito con atto d’intesa Stato-Regioni, il Piano Vaccini è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed è vincolante per le Regioni, che entro il 30 giugno devono recepirlo ed emanare il relativo calendario regionale, in modo che le Asl locali possano metterlo in pratica. “Sull’argomento, la Regione Puglia è stata sempre all’avanguardia: alcune vaccinazioni introdotte dal piano, noi le avevamo già come offerta attiva e gratuita. Inoltre, il nuovo piano è inserito nei Lea – Livelli essenziali di assistenza, ovvero quegli interventi in materia di Sanità che lo Stato è obbligato a garantire ai cittadini”. La seconda novità è riferibile al cosiddetto ‘obbligo vaccinale’, introdotto con il chiacchierato decreto legge approvato il 19 maggio dal Consiglio dei Ministri e pubblicato il 6 giugno in Gazzetta Ufficiale. “Sull’argomento se ne discute da anni. In molti ritengono l’obbligo di legge superfluo, essendo il vaccino un intervento di prevenzione primaria (ovvero, si interviene sulla persona sana per evitare che si ammali). Per varie cause,

non ultima la bagarre mediatica delle associazioni anti-vacciniste (le cui teorie si fondano su falsità scientifiche), la percentuale di copertura vaccinale si era abbassata ed è stato necessario reintrodurre l’obbligo”. I risultati di questa contrazione sono presto detti: “In Italia abbiamo avuto, ad esempio circa 3mila casi di morbillo (in Puglia una decina), che non è assolutamente una malattia da sottovalutare”. Per proteggere la popolazione, spiega ancora Iannucci, è necessario che la copertura sia maggiore al 95% (rapportando il denominatore popolazione a 100, almeno 95 devono essere vaccinati). In gergo si parla di ‘Herd immunity’ ovvero ‘immunità di gregge’. “Questo fa sì che ci sia protezione dei vaccinati e non (ovvero chi per particolarissime condizioni di salute, o difese immunitarie precarie non possono sottoporsi a vaccini)”. OBBLIGO VACCINALE. Poiché le coperture sono calate, lo Stato è ricorso all’obbligo per 12 tipi di vaccini, con l’impegno di presentare la relativa documentazione al momento di iscrizione alla fase scolare iniziale (nidi e scuola materna), fino a 6 anni. Dopo, l’obbligo permane, dai 6 ai 16 anni (scuola dell’obbligo): in questo caso, la mancata copertura vaccinale non comporta la non iscrizione a scuola, ma una sanzione pecuniaria a carico dei genitori - da 500 a 7.500 euro - più eventuale segnalazione al Tribunale dei Minori, il cui giudice potrebbe anche revocare la patria potestà. Tra le vaccinazioni obbligatorie, nel primo

anno di vita, vi sono quelle contro poliomielite, difterite, tetano, pertosse, epatite B e Haemophilus influenzae di tipo B. Di questi sei vaccini, quattro erano già obbligatori. Sono somministrati in un’unica soluzione (esavalente). Ancora, ci sono i vaccini contro Meningococco B e Meningococco C. A questi, si aggiungono quelli contro morbillorosolia-parotite-varicella, somministrati in un’unica soluzione. “Anche i vaccini per altri ceppi di Meningococco sono contenuti nel calendario vaccinale, ma non sono obbligatori: sono quelli che definiamo fortemente raccomandati”. L’OFFERTA DELLE ASL. Molti dei vaccini recentemente introdotti erano già presenti nell’ampia offerta del calendario pugliese. Tra questi, il vaccino contro il Meningococco B, iniziato con la coorte del 2014, poi retroattivamente fino ai nati del 2003. Stessa cosa per il vaccino anti Rotavirus che ora è attivo e gratuito per tutti i nuovi nati e per il Papilloma virus (vedi box). Per il Meningococco, la Regione Puglia offre anche la vaccinazione contro altri ceppi e sierotipi A, W135 e Y, che si aggiungono per completare la protezione contro la meningite. Ancora, è disponibile il vaccino contro il Pneumococco sia per il primo anno di vita, per gli adulti a rischio e per gli ultra 65enni, ritenuti anch’essi soggetti a rischio, nei quali è somministrato in modo combinato: il primo tipo contiene 13 antigeni, il secondo 23 per un’ampia protezione. Da ultimo, vi è il vaccino per l’Herpes zoster, un virus simile alla varicella, che negli adulti origina il cosiddetto ‘fuoco di Sant’Antonio’, che colpisce soprattutto le persone anziane. I DATI. A fare paura ai più è la percentuale bassa di copertura vaccinale per il morbillo-parotite-rosolia-varicella che, nella coorte di nascita nel 2012, in provincia di Foggia ha raggiunto il 79% (ben al di sotto del 95% previsto dal cosiddetto ‘effetto gregge’) e che irrimediabilmente cozza con i diktat del recente decreto legge che rende i vaccini obbligatori per l’ammissione ai nidi e alle scuole materne. Il dato, già salito all’85% per la coorte dei nati nel 2013, fa ben sperare: “In provincia di Foggia la situazione non è così dram-

matica”, tiene a precisare il dott. Iannucci. “Almeno stando ai dati ufficiali, rilevati al 31 dicembre 2015 (quelli del 2016 sono in fase di elaborazione). C’è stato un calo delle coperture vaccinali in Italia, in Puglia e nella provincia di Foggia a partire dal 2010-2011, ma che negli ultimi due anni sta mostrando una leggera risalita nella nostra provincia. Le previsioni dei dati per il 2016, a Foggia, sono in netto miglioramento per quel che riguarda i vaccini principali: per tetano, poliomielite, difterite, pertosse, epatite B siamo al di sopra del famoso 95%. Raggiunto l’obiettivo di copertura auspicabile. Per altre vaccinazioni non siamo ancora al 95, ma miglioriamo: ad esempio, per il Meningococco C registriamo un 5% circa in più rispetto al 2015; stessa cosa per i vaccini associati al morbillo dove siamo molto prossimi all’auspicato 95%”. Insomma, il trend è assolutamente in netto miglioramento, e il rischio di domande di iscrizione scolastica rimandate al mittente sembra essere ridotto all’osso. Settembre è alle porte: adesso si attendono le circolari esplicative che dovranno regolare il ‘dialogo’ tra le Asl e le istituzioni scolastiche, pubbliche e private, per la verifica delle avvenute vaccinazioni e dei relativi richiami. REAZIONI AVVERSE. Come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, Iannucci nega ogni presunto collegamento tra vaccini e insorgenza di autismo. “Ci sono dei vaccini che possono avere delle reazioni avverse, questo è vero”, precisa. “Tutti i vaccini possono averli, dalle conseguenze banali - gonfiore, rossore, dolenza, febbricola - a quelle più importanti, di tipo neurologico, che però sono estremamente rara. Quello che va valutato è l’incidenza delle (possibili) reazioni con l’incidenza delle malattie se non vaccianiamo: da 1 a 100mila fino a 1 a 10milioni di vaccinati. Nella mia esperienza pluridecennale, di reazioni avverse importanti ne ho viste pochissime. Tutte le altre si curano con una tachipirina o una pomata. Oggi più che mai, però, i genitori vanno informati e formati sull’argomento: non va nascosto loro niente”.

Anche a Foggia c'è qualche preoccupazione nella scuola primaria, ma nessuna levata di scudi

Dirigenti alle prese con gli adempimenti di fine anno, problema rimandato

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dirigenti scolastici sono alle prese più con gli scrutini che con i vaccini. A Foggia e in provincia, prima di pronunciarsi, hanno aspettato il decreto, entrato in vigore l'8 giugno. E non c'è stata alcuna levata di scudi preventiva come successo altrove. Anche perché le informazioni, diffuse perlopiù a m e z z o stampa, erano piuttosto frammentarie, senza indicazioni dettagliate, e nessuno intendeva sbilanciarsi. La stragrande

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maggioranza dei genitori ha accolto con un sospiro di sollievo la legge. Per i dirigenti scolastici, manco a dirlo, è l'ennesima incombenza, considerati i compiti di vigilanza, controllo e segnalazione: altre scartoffie e comunicazioni da inoltrare all'Asl competente in caso di inottemperanza agli obblighi. Per effetto del ridimensionamento, i presidi che hanno incarichi di reggenza, si dividono già tra più istituti, con tutto quello che

giugno - duemiladiciassette

ne consegue. C'è una certa preoccupazione nella scuola primaria e dell'infanzia ma, presi come sono dagli adempimenti di fine anno scolastico, preferiscono procrastinare il problema a quando si paleserà, o quantomeno leggere prima la circolare esplicativa del Miur, annunciata a stretto giro, piuttosto che fasciarsi subito la testa. La palla avvelenata finisce nelle mani dei nidi e delle materne: senza idonea documentazione non si entra proprio. Più si sale nei livelli di istruzione, maggiore è la serenità. "Nella scuola superiore, devo dire la verità, è un tema rimasto un po' in sottofondo, non è stato ancora sviscerato - ci conferma il dirigente scolastico dell'ITE B. Pascal Giuliarosa Trimboli - Anche perché è al principio del percorso di studi, lì dove il bambino viene iscritto inizialmente, che possono generarsi le preoccupazioni. Potremmo riscontrare qualche diffi-

La dirigente dell'ITE B. Pascal Giuliarosa Trimboli

coltà quando ci sono alunni che provengono da altri Paesi. Ma grosse preoccupazioni, a tutt'oggi, non ce ne sono, e speriamo di non averne". Mariangela Mariani


focus FAMIGLIE AL FRONTE | Il punto di vista del Comitato Genitori Consapevoli Puglia

“La libertà di scelta non è un bene in vendita” L’allarme: “Un modello di cura coercitivo allontana dalle pratiche vaccinali”

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accini sì, vaccini no. Molte famiglie sono alle prese con la ricerca (disperata) di informazioni chiare al riguardo, tanti dubbi e poca trasparenza. Le famiglie del Comitato Genitori Consapevoli Puglia hanno già fatto la propria scelta: quella di un consenso legale informato. Ne abbiamo parlato con Lucia D’Augelli, coordinatrice regionale per la Puglia. Non vi definite antivaccinisti toutcourt né obiettori, ma siete consapevoli di operare un dissenso informato. Qual è la vostra posizione al riguardo? Non esistono genitori a favore o contro. Ci sono i genitori che hanno bisogno di informazioni pre-vaccinali per una scelta sicura e garantita. L’antivaccinista è una figura inesistente, creata ad hoc per mascherare le gravi negligenze delle Asl. Il dissenso informato è l’insieme di richieste, tutelate dalla legge, a cui le Asl non danno risposta. Più nel dettaglio, quali sono le vostre remore e contrarietà nei riguardi dei vaccini (e di quali in particolare)? Nessuna remora nei riguardi dei

Lucia D’Augelli

vaccini. Siamo favorevoli alla pratica vaccinale effettuata con i requisiti di legge per ridurre le insorgenze di gravi reazioni avverse, elencate nelle schede tecniche dei vaccini. In Puglia manca l’anagrafe vaccinale, il registro delle segnalazioni avverse, la farmacovigilanza attiva, il monitoraggio dei bambini che non rispondono all’immunizzazione, i rapporti di post-sorveglianza e i test pre-vaccinali. Occorre fornire ai genitori il numero dei bambini danneggiati e riconosciuti per cui la Regione paga l’indennizzo. Senza di questi presupposti il genitore è messo nell’impossibilità di scegliere con serenità. L’organizzazione mondiale della

SANITÀ IN ROSA

sanità, però, sostiene che non vi sia alcuna evidenza scientifica circa la correlazione tra vaccino esavalente e autismo. Voi quali prove avete? In Italia vi sono decine di sentenze, passate in giudicato, che correlano l’autismo alle vaccinazioni. Le perizie sono state redatte da medici legali con supporti scientifici. Non temete che, non vaccinando i vostri figli, si possa incorrere nella riesplosione di malattie ormai debellate? L’obiettivo è di mantenere alte le coperture vaccinali, ridurre al minimo i danni vaccinali, promuovere la cultura alle vaccinazioni, tutelare la libertà di scelta. Si sceglie di sospendere i vaccini quando i rischi e le complicanze non vengono prese in considerazione dalle Asl. Un modello di cura coercitivo e punitivo allontana i genitori dalle pratiche vaccinali e insinua il sospetto di gravi atti corruttivi. Qui è grave la responsabilità di chi non è in grado di accompagnare i genitori in un percorso vaccinale. Per giorni le famiglie pugliesi si

sono battute contro la proposta di legge presentata dai consiglieri Amati-Zinni. Qual è stata la risposta del Governo regionale e cosa chiedete al presidente Emiliano? La regione Puglia ha sospeso la proposta di legge Amati-Zinni. L’ufficio legislativo della Regione Puglia (ATN) ha bocciato la proposta di legge rile-

Genitori in protesta in Regione

vando gravi profili di incostituzionalità, gli stessi che gravano sul decreto della Lorenzin. Chiediamo al presidente Emiliano di implementare lo stesso modello assistenziale vaccinale della regione Veneto. Un modello di cura che crea una relazione di fiducia fra genitori e pediatri, che informa secondo la legge e che istituisce la far-

macovigilanza attiva. Intanto, il Consiglio dei Ministri, lo scorso 19 maggio, ha approvato un decreto legge contenente misure urgenti in materia di prevenzione vaccinale… Il decreto legge si basa sul calcolo sbagliato delle coperture vaccinali: lo afferma il dott. Valsecchi in un comunicato del 18 maggio 2017, firmato da 13 medici fra igienisti e epidemiologi. Dal sito del Ministero della Salute è possibile constatare che non vi sono epidemie in corso. Sono chiare le motivazioni economiche-politiche che niente hanno a che fare con la salute dei bambini. In conclusione, cosa rivendicano, in materia, i genitori? Prima di tutto chiediamo misure urgenti per contrastare il fenomeno della corruzione e del conflitto di interesse in materia sanitaria. Chiediamo legalità e trasparenza da parte dei medici delle Asl e la messa in sicurezza dei vaccini. La libertà di scelta è un principio inalienabile, non è un bene in vendita. m.g.f.

Papilloma virus, la prevenzione fa rima con la vaccinazione

Quando un vaccino può proteggere dal cancro Nuovi sierotipi oncogeni permettono di difendersi dal 90% dei tumori al collo dell’utero

E’

uno dei vaccini più recenti, introdotto soltanto nel 2006 in Italia e nel 2008 in Puglia. Uno dei più efficaci, visto che assicura una copertura dal 70% al 90% per i tumori al collo dell’utero e altre lesioni cancerose provocate dal virus. Ed è anche uno dei più discussi, visto che è destinato a ragazzi e ragazze che abbiano compiuto 11 anni, considerando che protegge da malattie a trasmissione sessuale. Stiamo parlando del vaccino contro il virus dell’Hpv, o Papilloma virus. Sono stati identificati più di 100 tipi di HPV, la maggior parte dei quali causa lesioni come le verruche comuni. Circa 40 tipi di HPV infettano invece le mucose, in particolar modo quelle genitali, causando verruche veneree, note anche come condilomi acuminati o creste di gallo. Alcune lesioni possono evolvere, però, verso gravi forme neoplastiche. Il carcinoma al collo dell’utero è il secondo tumore più frequente nel sesso femminile, con circa 500.000 nuovi casi all’anno e 250.000 decessi nel mondo, ed è il primo tumore riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come totalmente riconducibile a un’infezione. Un’infezione che si può prevenire con un semplice vaccino. Per sa-

perne di più, siamo andati a parlare con i medici responsabili del centro screening della Asl di Foggia, il dottor Domenico Martinelli e il dottor Giovanni Iannucci. La Asl, come servizio di igiene pubblica ha l’obbligo di convocare e invitare al vaccino la fascia di età interessata, quella dei ragazzi e delle ragazze che abbiano compiuto l’undicesimo anno di età. In Puglia, il piano di prevenzione per le ragazze è partito dal 2008; per i ragazzi è già attivo dal 2014, mentre a livello nazionale partirà col piano 2017-2019. “Siamo partiti con due tipi di vaccino - ci ha spiegato il dottor Iannucci - uno bivalente che conteneva i cosiddetti sierotipi 16 e 18, responsabili del 70% dei casi di tumore al collo dell’utero e un vaccino quadrivalente, che oltre questi due ceppi conteneva anche il 6 e l’11, che possono essere responsabili di altre problematiche, come condilomi e lesioni. Da circa un anno, a questi due

vaccini si è sostituito un vaccino nonovalente. Mentre con i primi due vaccini riuscivamo a prevenire il 70% dei tumori nel collo dell’utero, con l’introduzione di nuovi sierotipi oncogeni che questo nuovo vaccino prevede, riusciamo a prevenire oltre il 90% dei tumori al collo dell’utero. Una prevenzione davvero consistente e importante. E’ un vaccino altamente sicuro, ottenuto con tecniche di ingegneria genetica, non si tratta cioè di virus vivi e attenuati, ma sono generati con tecniche di laboratorio che fanno sì che la produzione del vaccino sia altamente sicura. E’ inoltre un vaccino poco reattogeno: reazioni sistemiche importanti sono estremamente rare.” A partire dal 2014, è stata introdotta una modifica nel calendario vaccinale regionale, che prevede, oltre alla somministrazione del vaccino agli individui di sesso maschile di età compresa tra gli 11 e i 12 anni, una seconda coorte di età, quella delle 25enni. Da quest’anno, come ci spiega il dottor Iannucci, sarà spostata

di un ulteriore anno, ai 26, l’età per il secondo target di individui interessati. Questo per abbinare la chiamata attiva del vaccino a quella per il pap-test, che avviene a partire dai 25 anni, per la prima volta. Con il posticipo di un anno si andrà quindi ad abbinare lo screening alla vaccinazione. Dati alla mano (osservatorio epidemiologico Regione Puglia) si osserva una copertura, per le ragazze, dall’anno di nascita 1991 fino al 2003. Quest’anno saranno vaccinate le ragazze nate nel 2005. Un range di età, dunque, piuttosto ampio che va dal 1991 al 2005. Mentre per i ragazzi si è iniziato a vaccinare a partire da una coorte di nascita del 2003. Gli ultimi dati di copertura ufficiale, riferiti al 31 dicembre 2015, per quello che riguarda la provincia di Foggia, evidenziano una percentuale poco al di sotto dell’80% per la coorte di ragazze nate nel 2003 a cui è stato somministrata una prima dose del vaccino, con il ciclo completo a due o tre dosi dose siamo attorno a una copertura del 70%. I dati in via di pubblicazione riferibili al 2016 sembrano confermare questi dati positivi. Sono percentuali ottime, rispetto al dato medio della copertura vaccinale di tutta la Puglia. Ilaria Di Lascia

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polis

Da novembre la presidente dei Radicali Italiani è una foggiana

a cura di Mariangela Mariani

Antonella Soldo, la politica disobbediente sulle orme di Mariateresa di Lascia D

isobbediente, battagliera e appassionata, Antonella Soldo ha tutti i crismi dei radicali, compresa la parlantina, mezz’ora standard anche se la acchiappi ai banchetti. Da novembre del 2016 la presidente del Movimento Radicali Italiani è una foggiana, di Rocchetta Sant'Antonio, trapiantata a Roma dai tempi dell'Università. È quel genere di dirigente che trovi a volantinare nel centro della città, come ogni radicale che si rispetti ("Marco Pannella l'ho visto volantinare fino a quando ha avuto le forze"). E non è certo una passeggiata di que-

sti tempi, orfani del carismatico leader. Ha appena trentuno anni, la sua scalata ai vertici del partito è stata incredibilmente rapida, con la benedizione di Mariateresa Di Lascia, sua conterranea, vicesegretario del partito negli anni '80, parlamentare e fondatrice di Nessuno Tocchi Caino, scomparsa a 40 anni, nel 1994, un anno prima che le venisse assegnato - postumo - il Premio Strega per il romanzo "Passaggio in ombra". Antonella Soldo ha raccolto in un'antologia, "Un vuoto dove passa ogni cosa", i suoi interventi, articoli, lettere e racconti.

a prima volta che ho messo piede nella sede del Partito Radicale, cercavo negli archivi del materiale su Mariateresa Di Lascia. Non lo so se sarei stata radicale se non avessi conosciuto la storia di questa donna, che è una donna del nostro territorio ed è poco conosciuta, purtroppo, anche nel nostro territorio - racconta oggi Antonella Soldo ripercorrendo la sua strada a ritroso, sulle orme della "strega radicale" - Una grandissima politica con una visione lungimirante, che ha ideato la battaglia per l'abolizione della pena di morte nel mondo. I risultati non li ha potuti vedere ma sono arrivati nel 2007, quando l'Onu ha votato la moratoria per le esecuzioni capitali e oggi quel lavoro continua, i paesi abolizionisti aumentano ogni anno. È un personaggio che veramente andrebbe conosciuto, proprio a partire dal nostro territorio. Secondo me, molte donne, molte giovani del nostro territorio, se conoscessero questa storia avrebbero grande fiducia nelle proprie capacità e nelle proprie possibilità". Membro del Consiglio Generale dell’Associazione Luca Coscioni, Antonella Soldo coordina anche il Radical Cannabis Club. Legalizzala è il suo stile di vita, come la semina proibita. Sta girando l'Italia per battezzare le nuove associazioni radicali che stanno spuntando come funghi. Radicali are back. Sono tornati.

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timo congresso dei Radicali Italiani sono stata candidata a presidente ed eletta. Qual è stato l'impatto con questo nuovo incarico? Non è un momento facile. È un po' un'avventura di ri-inizio, perché noi oggi ci ritroviamo a rimettere in piedi un movimento: dal punto di vista della struttura si cerca una nuova sede, degli strumenti di gestione, tutti i nostri database interni nuovi, un nuovo tesseramento, e nuove battaglie, nuove iniziative politiche. Quest'anno siamo impegnati soprattutto sull'immigrazione, sull'Europa e sulle droghe. L'anno scorso mi sono occupata come coordinatrice del gruppo antiproibizionista della raccolta firme di una proposta di legge di iniziativa popolare sulla legalizzazione della cannabis. Foggia - nota di merito è risultata una delle città in cui ne sono state raccolte di più, nella percentuale tra popolazione e numero di firme: 3mila. Vado in giro, stanno nascendo tantissime associazioni nuove, stiamo mobilitando di nuovo regioni in cui non eravamo più presenti. C'è una sua foto, particolarmente tenera, di Emma Bonino che le dà una carezza. Qual è il rapporto con lei e quale l'eredità di Marco Pannella? Quella foto è stata scattata dopo il congresso, quando l'ho rivista a una manifestazione e si congratulava per la mia elezione. In realtà tutti e due sono i leader, nel senso di punti di riferimento di una storia che ha fatto innamorare radicali di tutte le generazioni. Da Pannella io ho imparato, seguendolo - perché non posso dire di

"Da Marco Pannella ho imparato la capacità di non risparmiarsi mai"

Da Presidente dell'Associazione Mariateresa Di Lascia ai vertici dei Radicali Italiani, un bel salto... In realtà io ho iniziato a militare a Roma quando mi sono iscritta all'Università, ho iniziato a frequentare i Radicali perché avevo fatto uno stage a Radio Radicale e ci sono andata perché era ciò che cercavo: volevo stare con loro. Dopo i primi anni da iscritta, sono stata eletta nel Comitato nazionale, che è una specie di parlamentino dei radicali che si riunisce ogni tre mesi, e poi con alcune persone di Foggia che ho incontrato ai congressi, tra cui Elisabetta Tomaiuolo di Manfredonia, abbiamo rimesso in moto l'Associazione Maria Teresa Di Lascia (oggi il coordinamento è affidato al segretario Norberto Guerriero, ndr) che era ferma da un po'. Poi ho sostenuto la segreteria di Riccardo Magi, sono entrata prima nella direzione nazionale e nell'ul-

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Con Emma Bonino - Foto Lorenzo Ceva Valla

La semina ”proibita”

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aver avuto un rapporto personale - il suo non risparmiarsi mai. Non si tirava mai indietro nelle discussioni, con chiunque. Una volta, in particolare, mi ricordo di averlo seguito in una manifestazione degli indignados, e lui veniva insultato, sputato. Io ero terrorizzata da questa ondata di violenza, invece lui sapeva che sarebbe accaduto ma ci si è buttato dentro, perché credeva che se si fosse fermato a parlare con uno o due di loro avrebbe potuto convincerli con la forza del dialogo, della militanza e della nonviolenza. Emma Bonino per noi oggi è il punto di riferimento principale visto che Marco non c'è più e anche lei ha la stessa tenacia, la stessa forza travolgente, la stessa capacità di non smettere mai di imparare. È una fonte inesauribile di ispirazione ma anche di energia per le cose che facciamo. Per esempio, la campagna sull'immigrazione che stiamo portando avanti adesso è stata creata anche con il suo indispensabile contributo. Ci sono tante battaglie difficili da vincere. Raccogliete continuamente firme, a volte non la scoraggia che una proposta di legge non passi o che non entri proprio nel sentire comune? Stare in strada e parlare con le persone a me piace molto. Il dialogo è sempre fonte di una grande ricchezza. C'è da dire, poi, che per noi è una scelta obbligata, nel senso che nella politica come la intendiamo noi l'aspetto elettorale è solo uno degli strumenti accanto agli altri - referendum, iniziative popolari, ricorsi ai tribunali, disobbedienza civile - per cambiare le cose. Scoraggiarsi no, anche se le battaglie radicali sono state sempre delle sconfitte prima. È una cosa che ha detto Emma Bonino nell'ultimo Comitato che abbiamo tenuto a Parma. E la sconfitta - questa credo sia una delle cose più belle che ho imparato dal mondo radicale - non è una cosa che ci mortifica o che ti fa battere in ritirata, fa parte di un percorso, perché ci sono alcune battaglie che hanno bisogno di passare attraverso la sconfitta prima di essere accettate e di diventare senso comune. Sul testamento biologico, per esempio, abbiamo raccolto le firme nel 2013: a Foggia, mi ricordo - ero ancora nell'associazione Di Lascia - è stato dif-

ficilissimo fermare le persone e convincerle a firmare, però oggi abbiamo la discussione in aula che sta andando avanti. Se non fanno saltare questa legislatura, qualcosa l'abbiamo ottenuta. Qual è la battaglia a cui è adesso più legata e che vorrebbe vincere? Non riesco a sceglierne una, però ovviamente quella che mi sembra più urgente per la nostra contemporaneità è quella legata all'immigrazione ma anche quella legata all'Europa. Quest'anno abbiamo lanciato questa campagna che si chiama Europe First perché mentre nascono movimenti populisti e sovranisti che dicono "prima l'Italia" noi diciamo "prima l'Europa", perché l'Europa così com'è ci ha assicurato sessant'anni di pace, benessere economico, libera circolazione, concorrenza. Certo, le sue istituzioni vanno migliorate, cambiate, però non possiamo tornare indietro ai nazionalismi. Non possiamo rinunciare al progetto di una Europa unita, federale, che sia ancora il posto in cui dare asilo alle persone che fuggono dalle guerre, dalla miseria, dall'assenza di possibilità. Tutto questo è stata l'Europa: la patria di chi cercava libertà e felicità. Dal suo osservatorio, come vede Foggia e la sua provincia? In realtà, non benissimo. Ho ancora la mia famiglia che vive lì, la conosco e la vedo con i miei occhi. È una terra che negli ultimi dieci anni ha subito uno spopolamento pauroso: solo la città di Foggia, ha perso qualcosa come trentamila abitanti negli ultimi dieci anni. Poi c'è questo gravissimo problema dei ghetti, e io l'ho seguito un po' anche con l'associazione Di Lascia ultimamente. Diciamo che tutti i problemi nazionali, nella nostra provincia, sono acutizzati e nonostante siano acutizzati non sono all'attenzione nazionale come dovrebbero e questo dipende da tante cose: "dipende dai politici", come sempre si dice, però dipende anche dal fatto che ogni cittadino deve e può fare la sua parte per far valere i diritti del territorio. Però, d'altra parte, ci sono anche le cose belle: vedo molti dei mie amici che, in un territorio che non offriva tanto dal punto di vista occupazionale, si sono inventati aziende, attività, professioni. Si sono laureati nel pieno della crisi economica 20082009 e sono tornati per valorizzare un territorio ricchissimo che ha un patrimonio naturalistico e storico paragonabile a poche altre zone del nostro Paese. Tornerebbe mai a Foggia, in Puglia, per fare politica? Io non riesco a immaginare la mia vita senza l'attività politica quindi spero di poter continuare a qualsiasi livello, perché è una cosa di cui non riesco a fare a meno. Non lo escludo sinceramente e, anzi, penso che ci sono molte cose che potrei seguire in qualunque posto dovessi andare a vivere un domani. E nella mia terra mi piacerebbe continuare a farlo.

"Ci sono alcune battaglie che hanno bisogno di passare attraverso la sconfitta per diventare senso comune"


E’ stata donata dal Club per l’Unesco di Foggia, grazie ad una raccolta fondi

Ecco l’aula d’ascolto protetta, fiore all’occhiello della Questura

società

E’ il frutto più concreto del concerto-evento di beneficenza del Maestro Allevi. Soddisfatta Floredana Arnò: “Un progetto importantissimo per la società civile”

L

a questura di Foggia è tra le poche in Italia ad essere dotata di un’aula d’ascolto protetta per minori e donne vittime di violenza. Un risultato importante, figlio di un nuovo mecenatismo sociale e solidale promosso in città dal Club per l’Unesco di Foggia, che ha saputo convogliare su questo progetto le migliori risorse della città, e dando vita ad una raccolta fondi realizzata grazie ad una maratona di eventi culturali. Lo scorso 9 giugno, alla presenza delle autorità politiche e militari di Foggia e di quanti hanno contribuito al buon esito dell’iniziativa, è stata inaugurata la nuova aula d’ascolto protetta all’interno degli uffici di via Gramsci: un luogo familiare ed accogliente che rappresenterà un importante strumento per l’ascolto delle fasce protette della popolazione, in situazione di disagio o vittime di violenza. Qui si alterneranno poliziotti, psicologi e magistrati per raccogliere le storie delle vittime, in un ambiente accogliente, dotato delle tecnologie

più avanzate (e discrete) per il corretto svolgimento dell’acquisizione di testimonianze o dell’escussione dei

testimoni. L’aula infatti è vestita di colori, ricca di giocattoli e di tutti quegli elementi che, soprattutto per i bambini, contrastano con la freddezza di un’aula di giustizia,

principale fattore ambientale che potrebbe condizionare le deposizioni. Orgogliosa del risultato raggiunto, la presidentessa del Club per l’Unesco di Foggia, Floredana Arnò: “Solo

poche città in Italia possono vantare un ambiente del genere, un progetto che ritengo importantissimo per la società civile. Tutto è partito un anno e mezzo fa circa, con una raccolta fondi avviata dal Club per l’Unesco di Foggia, attraverso una serie di eventi e iniziative culturali, terminati il 20 febbraio scorso, con il concertoevento (realizzato con il contributo del Gruppo Salatto di Foggia) del Maestro Giovanni Allevi, che con grande sensibilità ha sposato il progetto dedicando alla nostra città ben due giorni, durante i quali ha veicolato messaggi di grande importanza”. Un lavoro di squadra importante dietro questa inaugurazione, a tutto vantaggio della città nella sua interezza. “Le forze di polizia sono nella società civile e la società civile deve fidarsi delle forze dell’ordine”, ha spiegato il questore Piernicola Silvis, rimarcando l’importanza di questa ampia collaborazione. “E’ fondamentale che ci sia questo rapporto: solo così si combatte la violenza, si combatte il malaffare e la

criminalità organizzata”. All’inaugurazione hanno voluto prendere parte quanti hanno contribuito alla realizzazione del progetto – il sindaco di Foggia, Franco Landella e l’assessore alla Cultura Anna Paola Giuliani, Potito Salatto per il Gruppo Salatto di Foggia e il presidente della Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri) della provincia di Foggia, Pasquale Conoscitore - e quanti ne gioveranno, come il procuratore reggente di Foggia, Francesca Romana Pirrelli, la presidentessa della Camera Minorile di Capitanata, Maria Emilia De Martinis e i vertici della questura di Foggia, del Tribunale dei Minori di Bari e del Tribunale di Foggia.

“Questa stanza che ci è stata donata dall’Unesco - spiega Alfonsina De Sario, dirigente dell’Ufficio Minori della questura - ci sarà di grande aiuto perché fa pensare ad un ufficio di polizia aperto alle problematiche della famiglia e della società civile”. m.g.f.

COS’È UN’AULA DI ASCOLTO? E’ una struttura che consente ai minori o a vittime e spettatori di reati (come minori o donne vittime di violenza o stalking) di poter fornire la propria testimonianza in un ambiente protetto in presenza di personale specializzato atto a garantire supporto psicologico, nel pieno rispetto della privacy. Può essere utilizzata anche nel caso in cui il giudice abbia necessità di raccogliere la testimonianza di bambini durante un processo di separazione dei genitori, per consentire loro di sottrarsi allo stress di un’aula giudiziaria e permettere il loro accoglimento in un contesto consono alla loro tenera età.

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speciale estate BEACH STYLE L

La moda mare 2017 è un omaggio all’era moderna per la sua versatilità

Dettagli di tendenza per uno stile smart, ma ricercato dedicato a chi non si ferma mai. Nemmeno in vacanza a cura di Dalila Campanile

Sarà un peccato indossarli solo in spiaggia: i costumi di tendenza per il 2017 sono l’ideale per le vacanziere che passano da un tuffo al mare all’aperitivo a bordo piscina. Il grande protagonista è il costume intero dall’aria retrò con fantasie floreali, tropical e l’immancabile nero essenziale con grafismi sul punto vita effetto slim. L’azienda Charmline li realizza in micro-forming, un materiale che fa sparire otticamente i chili superflui conferendo un sostegno perfetto. Da provare!

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Mai come quest’anno è il ‘copricostume’ a vivere una stagione d’oro. Si fa centro con uno studiato pendant con il costume: stessa stoffa, stessa fantasia. Meglio i modelli morbidi da portare sbottonati o legati da una cintura, oppure l’abbinamento blusa e minigonna, queste ultime rigorosamente in stile folk.

a moda mare 2017 è un omaggio all’era moderna per la sua versatilità: tra borse da mare oversize, comode anche in città, occhiali da sole strategici che si indossano dal tramonto all’alba, passando per copricostume e bikini da sfoggiare al posto delle classiche t-shirt: così lo shopping per il look vacanziero è più smart.

Cambiano le mode ma non le esigenze delle bagnanti: la borsa da mare deve essere necessariamente capiente, resistente e con un fondo strutturato. Tutte queste caratteristiche sono racchiuse nel modello a secchiello, da sfoggiare anche in città proprio come le nuova it-bag del momento. Da scegliere in tessuto colorato o in gomma per l’aria vacanziera.

E’ l’accessorio più vistoso concesso in spiaggia: gli occhiali da sole non possono mancare per schermarsi dai raggi ultravioletti ma anche per completare il proprio look. Grandi e tondeggianti stile anni 70 - sono l’ideale per chi ama l’aria da diva. Il taglio da gatta, invece, conquista le più frivole. Ma ciò che conta è la lente: rigorosamente colorata e a specchio.


bellezza

Con la luce

del sole RIFLESSI CALDI E DORATI, NELL’ARIA COME SULLA PELLE. IL MAQUILLAGE SI RIDUCE ALL’ESSENZIALE, PER BRILLARE GIORNO E NOTTE.

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asta poco per essere belle in estate: un po’ di abbronzatura, anche leggera, e il viso ha subito un radioso colorito bonne mine e un aspetto più uniforme. Quando poi si è in vacanza, relax e buonumore sono già una cura di bellezza. In questa magica stagione dell’anno, tutto quello che serve per essere splendide sono semplici, mirati tocchi di make up. Solo l’essenziale: quel tanto che basta per sottolineare lo sguardo, per illuminare il volto, per aggiungere un riflesso dorato sulla pelle. Non ci sarà bisogno d’altro. Sarà una splendida estate.

MAKE UP PREZIOSO day&night Splendide sempre, giorno e notte, con oro sfumature metalliche scintillanti. Sotto il sole l’effetto deve essere naturale: in spiaggia scegliete olio e crema protettiva con riflessi perlati e limitate il trucco ad una passata di mascara waterproof, niente ombretto, un tocco di gloss brillante con filtro solare su labbra e zigomi. In città utilizzate una terra illuminante con filtro solare. Per la sera, via libera a ombretti perlati e metal, esagerate con l’oro e le pagliuzze scintillanti di terre, glitter, gloss e prodotti al lover per sottolineare anche spalle, schiena e décolleté.

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cucina VALENTINA PIETROCOLA ‘LA CUCINA

DI

DEL FUORISEDE’

Le insalate sono un must di stagione: prepariamole con originalità e creatività

Varietà di riso, l’estate è nel piatto ‘Venere’, ‘Rosso’ o ‘Basmati’: tre basi per stupire gli invitati (con leggerezza) e insalate estive sono il vero must di stagione. Pratiche, fresche, sostitutive di un pranzo e soprattutto coloratissime. L’idea, infatti, è quella di rallegrare la tavola nei mesi più afosi dell’anno con delle insalate nuove e salutari, in grado di portare un “sor…riso” d’approvazione tra i commensali, senza mettere a rischio la temuta prova costume. In questo numero ho pensato di proporvi tre idee di insalate di riso innovative e dagli abbinamenti inconsueti, ideali per pranzi fuori porta, al mare o da gustare come antipasto prima di una bella cenetta a base di pesce.

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La prima ricetta che vi consiglio di provare è un insalatina fresca e nutriente a base di riso venere. Il famoso riso orientale, dal gusto intenso e dal colore scuro. Quella che ho pensato di realizzare per voi è una insalata agrumata con riso venere. Per prepararla avrete bisogno di 3 fettine di salmone, cubetti di feta, un pompelmo rosa, una manciata di mandorle, lime, pepe rosa e erba cipollina. Un tripudio gastronomico di colori e sapori che possono trasportarti dall’ufficio in riva al mare. Come primo passaggio dobbiamo bollire il riso e lasciarlo freddare. Facciamo roso-

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lare il salmone affumicato in padella, in modo da farlo diventare croccante. Nel frattempo prepariamo un’emulsione con lime, 2 cucchiai d’olio, pepe rosa e erba cipollina. Tagliamo a vivo il pompelmo rosa e siamo pronti a combinare tutti i nostri sapori estivi: bagniamo il riso con l’emulsione, aggiungiamo la feta, il salmone croccante, il pompelmo e le lamelle di mandorle. Un piatto unico, ricco di sali minerali e omega 3, ideale da gustare accompagnato da un vino rosato frizzantino e fruttato. Un’altra idea nuova è un piatto che vede abbinata la frutta al riso rosso integrale. Il riso rosso è una varietà di riso orientale che viene coltivato anche nella Pianura Padana: è una fonte importante di sali minerali come il fosforo e il magnesio ed è un alimento povero di grassi e ricco di fibre, fonte di carboidrati ma anche di

proteine vegetali. La mia ricetta è insalata di riso rosso al prosciutto di Parma. Lessiamo, come sempre, il riso per prima cosa, in modo da condirlo con gli ingredienti, una volta freddo. Tagliamo il prosciutto alla carrettiera e lo condiamo con del pepe. Prendiamo un melone retato (arancione) e un melone giallo, eliminiamo i semi e tagliamo a cubetti due fette per ogni tipologia di melone. Iniziamo ad amalgamare il riso con il crudo, la frutta e delle ciliegine di mozzarella affumicate. Condite con olio Evo e una spruzzata di aceto balsamico. Godurioso! Ultima ricettina alternativa è un riso basmati con pesto di rucola e gamberetti. Come prima cosa realizziamo il pesto di rucola unendo 70 gr di rughetta fresca, 4 cucchiai di parmigiano, 50 gr di noci, 80 gr di formaggio fresco, 2 cucchiai d’olio e un mestolo di acqua di cottura del riso. Una volta lessato il riso, lo condiamo con il pesto e lo conserviamo in frigo per 30 minuti. Nel frattempo puliamo i gamberetti, li impaniamo con del sesamo e li cuciniamo alla piastra. Ora possiamo prendere il riso, aggiungere una dadolata di pomodorini pachino e completiamo il tutto con dei gamberetti croccanti al sesamo. Coloratissimo!


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ARNÒ

L’Inps sugli assegni al nucleo familiare e prestazioni erogate dall’Istituto

Sostegni alla famiglia, cosa cambia dopo la Legge Cirinnà Gli effetti di unioni civili e convivenze di fatto sulla legislazione sociale

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on la circolare n. 84 del 5 maggio 2017, l’Inps fornisce importanti informazioni sugli effetti delle nuove norme introdotte dalla legge Cirinnà riguardo le prestazioni a sostegno delle famiglie erogate dall’Istituto. Di particolare rilievo sono le novità riferite alla pensione di reversibilità, l’assegno per congedo matrimoniale, gli assegni per il nucleo familiare e gli assegni familiari per convivenze di fatto e unioni civili, i congedi per assistenza a disabili.

La regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e la disciplina delle convivenze di fatto ai sensi della cosiddetta Legge Cirinnà ha in un primo tempo avuto effetto su tutta la legislazione sociale vigente, soprattutto per le unioni civili fra persone dello stesso sesso. Questo perché è la legge stessa che ha di fatto modificato tutta la normativa vigente disponendo che, al solo fine di assicurare l’effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile tra persone dello stesso sesso, le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole ‘coniuge’, ‘coniugi’ o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti nonché negli atti amministrativi e nei contratti collettivi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso. L’Inps si è adeguato alla nuova normativa: a decorrere dal 5 giugno 2016, ai fini del riconoscimento del diritto alle

prestazioni pensionistiche e previdenziali come pensione ai superstiti, integrazione al trattamento minimo, maggiorazione sociale, successione iure proprio, successione legittima e dell’applicazione delle disposizioni che le disciplinano, il componente dell’unione civile è equiparato al coniuge. Con una successiva circolare, che recepisce la legge sulle unioni civili e una recente sentenza della Corte costituzionale, dà indicazioni su permessi e congedi che potranno quindi essere richiesti anche all’interno di convivenze di fatto e unioni civili, per assistere però soltanto ‘l’unito’ e non i suoi parenti. D’ora in poi, anche le parti di unione civile e i conviventi di fatto potranno fruire dei permessi e dei congedi previsti per l’assistenza del proprio compagno o della propria compagna con disabilità.

Il 5 maggio infine, con la circolare n. 84, l’Inps illustra gli effetti su congedo matrimoniale, assegno nucleo familiare (ANF) e assegni familiari per convivenze di fatto e unioni civili. La circolare affronta quindi le seguenti tematiche: individuazione del nucleo di riferimento per le unioni civili; determinazione del reddito complessivo per i nuclei familiari composti da genitori conviventi; reddito di riferimento in caso di convivenza; diritto a l l’ a ss e g n o per congedo matrimoniale. Per quanto riguarda gli ANF o assegni familiari per convivenze di fatto, l’Inps precisa che ai fini della determinazione del reddito complessivo, necessario al calcolo degli assegni familiari spettanti, può essere assimilato ai nuclei familiari coniugali la sola situazione dei ‘conviventi di fatto’ che

abbiano stipulato il ‘contratto di convivenza’ e solo se nello stesso contratto è definita con chiarezza l’entità dell’apporto economico di ciascuno alla vita in comune. La convivenza di fatto quindi deve essere stabile e regolata da un ‘contratto di convivenza’ che dovrà contenere: l’indicazione della residenza; le modalità di contribuzione alle necessità della vita in comune; il regime patrimoniale della comunione dei beni. Solo in questo caso la ‘convivenza di fatto’ è equiparata al classico nucleo familiare con tutte le conseguenze del caso sulla normativa degli assegni per il nucleo familiare, riguardo ad esempio al reddito per il calcolo, i figli dell’uno o dell’altro convivente ecc. Nel caso di ANF e altre prestazioni a pagamento diretto dall’Inps, oppure per tutte le autorizzazioni previste dalla normativa sugli assegni familiari, il richiedente è tenuto a dichiarare sotto la propria responsabilità, ai sensi dell’art.46 del DPR 445/2000, lo stato di “coniuge”, “unito civilmente”, “convivente di fatto”.

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Prevenire la gestosi

S.O.S. Criptorchidismo E’ bilaterale in un terzo dei casi, monolaterale nei restanti due terzi E’ uno dei fattori di rischio per l’infertilità e il tumore dei testicoli

E’

Un gruppo di ricerca multidisciplinare, afferente alle unità operative di Nefrologia e Ginecologia dell’Azienda ospedaliero universitaria Ospedali Riuniti di Foggia e coordinato dai professori Giuseppe Grandaliano, Giovanni Stallone e Maria Matteo, ha condotto uno studio scientifico sulla produzione della ‘Semaforina 3F’ (un fattore che controlla la crescita dei vasi sanguigni, regolando l’ossigenazione dei tessuti), che si è rivelato fondamentale nella diagnosi precoce della gestosi. Questo studio ha evidenziato come la produzione di ‘Semaforina 3F’ risulta significativamente ridotta nelle placente delle donne che sono affette da pre-eclampsia (comunemente nota come ‘gestosi’ o ‘tossiemia gravidica’). Tale riduzione è già riscontrabile dagli esami del liquido amniotico tra la seconda e terza settimana di gravidanza durante uno degli esami che, talvolta, vengono richiesti per monitorare lo stato di salute e le condizioni generali del feto: l’amniocentesi. Questa scoperta potrebbe consentire di individuare precocemente le donne incinte che potrebbero sviluppare la gestosi, patologia che può colpire dal 5 al 10% delle gravidanze e può danneggiare, significativamente, la crescita fetale fino a determinare la morte intrauterina del feto e a mettere a serio pericolo la vita della madre. Individuare le donne che svilupperanno - o potrebbero sviluppare - la malattia è fondamentale per ridurne gli effetti sulla madre e sul feto. La ricerca è stata premiata con la pubblicazione sulla rivista specializzata internazionale Plos One e indicata come una nuova via scientifica alla soluzione del problema della gestosi. “I nostri risultati - ha dichiarato il prof. Giuseppe Grandaliano - aprono un nuovo orizzonte nella diagnosi precoce della complicanza più frequente e temibile della gravidanza. L’individuazione sin dal primo trimestre di gravidanza delle donne che svilupperanno la patologia è importantissima per prevenire efficacemente i danni della pre-eclampsia sulla mamma e sul feto”. Alla stesura e alla ultimazione della ricerca hanno collaborato, a vario titolo, i medici degli Ospedali Riuniti di Foggia e i docenti dell’Università di Foggia Giovanni Stallone, Maria Matteo, Giuseppe Stefano Netti, Barbara Infante, Adelaide Di Lorenzo, Clelia Prattichizzo, Stefania Carlucci, Federica Trezza, Loreto Gesualdo, Pantaleo Greco e appunto Giuseppe Grandaliano.

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’assenza alla nascita di uno o entrambi i testicoli nella sacca scrotale. Rappresenta l’anomalia più frequente dell’apparato urogenitale nel bambino e si può associare ad altre anomalie di questo tratto. Il criptorchidismo è uno dei fattori di rischio per l’infertilità e il tumore dei testicoli in età adulta. E’ bilaterale in un terzo dei casi, monolaterale nei restanti due terzi. Durante la vita fetale il testicolo scende nella cavità addominale fino ad arrivare nello scroto, attraversando il canale inguinale, ma può fermarsi in un punto qualsiasi del tragitto di discesa: a livello addominale, lungo il canale alto o al suo 3°medio, bloccarsi all’anello inguinale esterno senza raggiungere completamente lo scroto. L’interruzione di questo percorso fisiologico, porta ad avere il testicolo ritenuto in una sede diversa da quella scrotale, determinando un alterato funzionamento del testicolo,con riduzione degli spermatozoi ed ormoni in età

DENTISTA

adulta. Se il testicolo non scende spontaneamente entro il primo anno di vita, è necessaria una terapia medica e/o chirurgica, entro i primi 2 anni di vita. Il criptorchidismo in genere è asintomatico, si può presentare a volte con una masserella nella regione inguinale, mobile lungo il canale. I fattori di rischio più importanti del criptorchidismo sono la prematurità, il basso peso alla nascita, il diabete in gravidanza e il fumo materno. Le cause determinanti la mancata discesa sono: ormonali, meccaniche (spesso si associano ad ernia inguinale, brevità dei vasi spermatici, mancata formazione dell’anello inguinale, pressione insufficiente all’interno dell’ addome), genetiche ed ambientali. I fattori genetici sono più frequenti nel criptorchidismo bilaterale. La

diagnosi si avvale di una accurata visita del chirurgo pediatrico per valutare la sede, la morfologia del testicolo, se è palpabile. E’ importante la distinzione tra criptorchidismo, testicolo mobile, ectopico o anorchia congenita. L’ecografia si impone nel testicolo non palpabile lungo il canale inguinale, in mani esperte valuta la sede dove è ritenuto, la struttura e le dimensioni. Nel caso di testicoli non visualizzati all’ecografia, si ricorre alla Risonanza magnetica, o alla esplorazione laparoscopica, che può essere diagnostica, oltre che terapeutica, permettendo al chirurgo di individuare il testicolo e riportarlo nello scroto. La terapia è indispensabile per evitare i danni sulla futura fertilità e per la prevenzione dei tumori. Nel 75% dei bambini in cui non si associa l’ernia, il testicolo

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tende a scendere spontaneamente nella sacca scrotale entro i primi 8 - 10 mesi di vita. Pertanto la terapia medica (gonadotropine somministrate per spray nasale), può essere intrapresa dal 12° mese. Se non ha effetto, il piccolo deve essere sottoposto ad intervento chirurgico di orchidopessi entro i 2 anni di vita. Esso consiste nel fissare il testicolo nella sacca scrotale, in una sorta di tasca che il chirurgo prepara, correggendo anche l’eventuale ernia associata. Negli ultimi decenni l’incidenza del criptorchidismo sembra aumentata, probabilmente come conseguenza di inquinanti ambientali che interferiscono sugli ormoni e quindi sullo sviluppo dell’apparato riproduttivo. Molto importanti per chi ha sofferto di criptorchidismo i controlli periodici, da continuare anche nell’età adulta. Vanno eseguiti: visita medica, l’ecodoppler scrotale in età puberale per valutare lo stato dei testicoli,la vascolarizzazione e l’accrescimento.

DI VALENTINA

LA RICCIA

Sostitutivi nicotinici e alternative alla sigaretta: i consigli dei medici

Vincere la dipendenza dal tabacco C

ome ogni anno, il 31 maggio, si è celebrata la giornata mondiale senza tabacco, per sensibilizzare la popolazione ai danni del fumo e per incentivare la cessazione del vizio dannoso. In Italia, secondo le stime DOXA riferite al 2016, i fumatori sono 11.5 milioni, un numero che non cala rispetto all’anno precedente. Continuano a fumare infatti quasi 7 milioni di uomini e 4 milioni e mezzo di donne, il 22% della popolazione. Gli ultrasessantacinquenni fumano meno rispetto ai giovani e giovanissimi. Il consumo medio si attesta intorno a 13 sigarette al giorno. Sempre nel 2016 si è registrato per la prima volta dopo 3 anni, un aumento dell’uso della sigaretta elettronica: si tratta soprattutto di consumatori duali, cioè affezionati sia alla sigaretta tradizionale che all’e-cig, della quale però non si conoscono ancora gli effetti a lungo termine sulla salute delle persone. Questi dati servono a chiarire la portata di un evento tanto globale e radicato quanto dannoso. È ben noto che fumare faccia male alla bocca e a tutto il corpo, ma la sigaretta esercita ancora una notevole attrattiva. Troppo spesso la forza di volontà vacilla e ogni tentativo di gettare per sempre

giugno - duemiladiciassette

Fumare fa male alla bocca e al corpo: gli ‘aiutini’ per smettere definitivamente il pacchetto di sigarette senza richiedere l’aiuto di uno specialista risulta vano. Medici di famiglia, pneumologi, oncologi, dentisti, centri antifumo possono aiutare e fornire un valido supporto. Fa cc i a m o chiarezza sulle terapie convalidate da evidenze scientifiche e che i medici possono consigliare per almeno tre mesi. Innanzitutto, per capirne il funzionamento, occorre fare un accenno al meccanismo d’azione della nicotina, la sostanza psicoattiva che è contenuta nelle sigarette. Una volta inalata, la nicotina si diffonde in circolo e arriva al sistema nervoso centrale, dove si lega ai recettori della dopa-

mina, aumentandone la loro attività: per mantenere nel tempo gli aumentati livelli di dopamina, recettore del piacere e del benessere, il corpo è stimolato a ricercare una nuova somministrazione. Per questo motivo i farmaci sostitutivi nicotinici (cerotti, caramelle, gomme etc.) possono rivelarsi molto utili. Essi rilasciano nicotina più lentamente per contrastare gli effetti dell’astinenza: il dosaggio deve essere deciso dal medico. Questi farmaci sono utili al primo tentativo di smettere nei pazienti con una dipendenza moderata. Il bupropione è un antidepressivo

utile per i forti fumatori. Esso stimola la dopamina ed inibisce la noradrenalina, che di solito si attiva quando manca la nicotina causando ansia, aumento dell’appetito, insonnia e disturbi dell’umore. In coloro che hanno un’elevata dipendenza può rivelarsi utile la vareniclina, agonista parziale della nicotina: occupa i siti di legame sui neuroni impedendo alla nicotina di legarsi e stimolando al contempo il rilascio parziale della dopamina. Riduce i sintomi dell’astinenza e della dipendenza. Fondamentale è il supporto psicologico per gestire i momenti di crisi. Il supporto, che si tratti di counseling individuale al telefono o di persona oppure di terapia di gruppo, in abbinamento ai farmaci consente di ottenere risultati più confortanti. Soprattutto la terapia di gruppo consente di condividere con altri fumatori impressioni, sensazioni, problemi e soluzioni partendo dall’esperienza comune di base. Rivolgetevi al centro antifumo più vicino per entrare a far parte di un gruppo di supporto. Le terapie alternative (ipnosi, agopuntura, fitoterapia, citisina) non sono ancora validate da sufficienti studi scientifici a lungo termine.

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REUMATOLOGA

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DI

NELLA SANTORO

in poche parole

Nella sua forma primaria colpisce soggetti con meno di 25 anni, soprattutto donne

Cos’è il fenomeno di Raynaud? E’ uno spasmo eccessivo dei vasi sanguigni periferici: nei casi più gravi possono insorgere ulcere ed infezioni

I

l fenomeno di Raynaud è uno spasmo eccessivo dei vasi sanguigni periferici, che è innescato dal freddo e dallo stress emotivo e che causa una riduzione del flusso ematico nelle regioni cutanee colpite. Si manifesta soprattutto alle dita delle mani e dei piedi, ma può interessare anche la punta del naso, i lobi delle orecchie, la lingua e altre zone corporee sensibili alle variazioni climatiche. Durante un episodio, chiamato attacco vasospastico, si ha dolore, associato ad una sensazione di bruciore, intorpidimento e formicolio. Caratteristico è il cambiamento del colore della cute della zona colpita, che può diventare prima pallida, poi cianotica ed infine rossa e nei casi più gravi possono insorgere ulcere ed infezioni. Il fenomeno di Raynaud si distingue in primario e secondario. La forma primaria, nota come malattia di Raynaud, non si associa ad altre patologie e può persistere per anni o migliorare spontaneamente. La forma secondaria ricono-

PSICOLOGA

sce una patologia sottostante. In particolare, la condizione si verifica in circa l’85-95% dei pazienti con Sclerodermia ed è presente in circa un terzo dei pazienti con Lupus Eritematoso Sistemico. Altre condizioni che si associano al fenomeno di Raynaud sono la sindrome di Sjögren, la Dermatomiosite, la Polimiosite, le Vasculiti, la Artriti, la sindrome del tunnel carpale, alcune patologie tiroidee, l’aterosclerosi, taluni farmaci (i betabloccanti, i chemioterapici, la pillola contraccetiva orale… ) e alcune occupazioni professionali, come l’uso ripetitivo e prolungato di oggetti vibranti e pesanti che può causare un vasospasmo traumatico. Il fenomeno di Raynaud primario è la forma più frequente; di solito

colpisce soggetti con meno di 25 anni di età e predilige il sesso femminile. Le giovani pazienti spesso ricordano un’intolleranza al freddo che risale all’infanzia. Le persone affette da fenomeno di Raynaud secondario, invece, lamentano svariati sintomi, come astenia marcata, dolori articolari e muscolari, dermatiti, difficoltà respiratorie e digestive; anche in questo caso è prediletto il sesso femminile. Dal punto di vista diagnostico è necessario distinguere la forma primaria da quella secondaria, perché hanno un decorso ed una prognosi diverse. Inizialmente si effettueranno l’esame clinico, gli esami bioumorali (emocromo, autoimmunità) e la capillaroscopia periungueale, che consiste in un esame al microscopio dei piccoli vasi alla base

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dell’unghia. Ulteriori esami saranno prescritti ai pazienti con fenomeno di Raynaud secondario in base ai sintomi riferiti e ai segni clinici riscontrati. Il trattamento dipende dalla gravità della condizione e non richiede sempre l’intervento medico. Per i pazienti che manifestano sintomi lievi, alcune misure pratiche, come l’utilizzo di scaldamani, guanti termici e cappelli, possono contribuire ad alleviare i disturbi. È consigliata anche l’astensione dal fumo, in quanto può causare vasocostrizione e peggiorare il quadro clinico. La terapia farmacologica è indicata per i pazienti che presentano dolore intenso e compromissione funzionale dell’area colpita. Spesso, i farmaci sono prescritti ai pazienti con fenomeno di Raynaud secondario per prevenire i danni ai tessuti periferici e per controllare la patologia di base.

DI

CLAUDIA MANCINI

La mancanza di un figlio può generare delusione e frustrazione nella coppia

Il concepimento nasce dalla mente Il ruolo dello psicologo nel “gestire” il malessere della coppia: un percorso che può favorire la ri-comparsa di importanti risorse

L

a nascita di un bambino crea una riconnessione tra passato, presente e futuro, collocando il figlio nel punto d’intersezione tra due sistemi familiari: rappresenta, la nascita, anche l’opportunità di provare il senso di appartenenza alla stirpe e stabilire che cosa delle famiglie d’origine verrà continuato. Gli uomini e le donne che non riescono ad avere un figlio si percepiscono inadeguati a livello sociale: per molte coppie, tutto questo genera delusione e frustrazione, fino a minare l’intero equilibrio della coppia. L’accompagnamento psicologico permette di valutare non solo la presenza di un eventuale disagio, ma anche la necessità di offrire un supporto per contenere e gestire l’eventuale malessere della coppia. È utile, ancora, ad alleviare la sofferenza psichica e cercare di leggere i significati che la sterilità assume all’interno della coppia,

per aiutarla a superare il dolore, l’angoscia e la deprivazione. Le finalità dell’intervento psicologico potrebbero essere cosi riassunte: parlare liberamente del disagio dovuto ai tentativi, naturali, falliti; ricevere supporto e contenimento emotivo; maturare la scelta più appropriata. L’accompagnamento psicologico deve favorire la comparsa delle risorse indispensabili dentro di ciascuno: il primo a tradirci è il nostro corpo “la prima tessera d’identità” con cui conviviamo da amico e di cui ci prendiamo cura quotidianamente. Questo evento viene vissuto in modo differente dalla donna e dall’uomo, le reazioni della prima

sono più forti ed intense rispetto agli uomini. La donna presenta depressione, ansia, diminuzione del senso di autostima e un grande senso di colpa; ha come la percezione di non riuscire a realizzare

una parte della propria identità femminile. La reazione dell’uomo, invece, appare più “silenziosa” poiché ela-

bora poco concentrandosi, così, su altre attività per evitare di pensare a queste emozioni negative che susciterebbero troppa sofferenza: gli uomini, in realtà, vivono una ferita narcisistica sentendosi impotenti e meno virili. Una ricerca recente, per concludere, ha mostrato come la presenza dello psicologo all’interno dei percorsi di trattamento dell’infertilità favorisca la nascita di uno “spazio” in cui il programma proposto si arricchisce di connotazioni emotive. I vissuti di paura e di angoscia connessi alla patologia vengono mitigati dalla presenza dello psicologo: il supporto psicologico può ridurre lo stress e dunque quelle variabili emotive che possono essere d’ostacolo al concepimento.

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Talenti UniFg

Imprenditoria meridionale, premiate tre laureate all’Università di Foggia. Sono stati assegnati a Bisceglie, i premi speciali alle migliori tesi di laurea sull’argomento, tutti riconoscimenti messi a disposizione dal Distretto 2120 Rotary International nell’ambito del Forum distrettuale annuale “Finanza, impresa, cultura: l’Etica conviene a tutti”, organizzato in collaborazione con la Fondazione “Il Rotary per lo sviluppo dell’imprenditoria nell’Italia meridionale”. Tra le tesi premiate, tre appartengono ad ex studentesse dell’Università di Foggia. Si tratta della dott.ssa Lucia Maria Borrelli (laurea magistrale in Scienze pedagogiche e della Progettazione educativa, Dipartimento di Studi umanistici, in foto), della dott.ssa Simona Manfredonia (laurea triennale in Economia, Dipartimento di Economia) e della dott.ssa Antonella Cammarelle (laurea triennale in Economia, Dipartimento di Economia). Tra tutte le tesi premiate, particolare interesse ha suscitato quella presentata dalla dott.ssa Lucia Maria Borrelli, dal titolo “Innovazione digitale e formazione degli agricoltori”: la tesi approfondisce l’ambito della progettazione formativa nel settore dell’agricoltura. La tesi (con relatrice prof.ssa Antonia Chiara Scardicchio e correlatrice prof.ssa Anna Dipace, del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Foggia) è stata ideata e poi redatta per raccontare la relazione tra mondo dell’agricoltura e mondo della formazione professionale applicata a quel settore, con particolare attenzione alla formazione mediata dall’utilizzo delle ICT (Information and Communications Technology). “La formazione degli addetti al settore rurale, motore trainante dell’economia pugliese, non è di facile analisi - spiega Borrelli Questo lavoro ha messo in luce la necessità di favorire un ricambio generazionale. L’identikit del futuro IAP (Imprenditore Agricolo Professionale) è chiaro: ha meno di 40 anni e sa interpretare al meglio i paradigmi dell’innovazione, della modernità e della creatività per rendere la sua azienda più competitiva all’interno del mercato globale”. La motivazione al premio, firmata dal presidente dott. Ugo Patroni Griffi, recita: “Per un lavoro che ha evidenziato i vantaggi derivanti dall’utilizzo di metodologie formative innovative come l’e-learning nel settore dell’agricoltura”.

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PEDAGOGISTA

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DI VITTORIA SALICE

Con i genitori si apre un tipico periodo di potenziali conflitti

L’adolescenza: tra ricerca dell’identità e indipendenza Si accompagna a profondi cambiamenti morfologici, funzionali e psichici

L

’adolescenza, tra ricerca dell’identità, libertà e indipendenza. Possiamo distinguere due fasi principali. Innanzitutto le fasi “prepuberale e puberale”: dura dagli 11 ai 16 anni tutto ciò che era in latenza riaffiora di nuovo. E’ una fase di ricerca della propria identità, eterosessuale, omosessuale o bisessuale, ci si rivolge all’altro sesso, si avverte che si cresce e ci si sente abbattuti e incerti, non ci si riconosce neanche fisicamente. La pubertà si accompagna a profondi cambiamenti morfologici, funzionali e psichici. L’adolescenza è un’età in cui spesso il corpo - soprattutto nei maschi non è armonioso: infatti, alcune parti del corpo, non hanno ancora assunto le proporzioni dell’adulto ma hanno perduto quelle infantili. Ad esempio, i maschi possono preoccuparsi per l’incertezza di una voce ancora bitonale (grave, ma sono presenti degli acuti), per una barba che non cresce o per l’imba-

razzo che è legato alle prime erezioni, per un passeggero turgore dei capezzoli che però dura un breve numero di mesi e poi scompare, per i muscoli che non vogliono crescere, per l’acne giovanile, ecc; in altre parole, durante la pubertà, i ragazzi sono per lo più insoddisfatti della propria immagine. Capita che siano scontenti del proprio aspetto e che si sentano goffi, timidi e insicuri. Durante la pubertà è probabile che l’atteggiamento dei ragazzi verso i genitori cambi. Spesso i ragazzi pensano che i genitori siano insopportabili, noiosi e antiquati. Viceversa, i genitori trovano i loro “bambini” insolenti e scontrosi; è un periodo di potenziali conflitti. Difatti prerogativa degli adolescenti è di dire e

PODOLOGA

fare tutto ciò che i genitori proibiscono per affermare la loro indipendenza e ritrovare la loro libertà. Le prime di queste richieste

sono: il motorino e le chiavi di casa. L’adolescente acquisisce una sua indipendenza, magari non economica, non abitativa, ma di capacità di valutazione: ha sue opinioni, sue idee, che possono concordare o no con quelle dei genitori, ma che

sente comunque come “sue”. È perfettamente naturale e inevitabile, quindi, che nascano tensioni e controversie tra genitori e figli adolescenti, in effetti, è l’assenza di conflitti che dovrebbe preoccupare maggiormente i genitori, in quanto potrebbe significare che il ragazzo stia nascondendo i suoi problemi. Il passaggio dalla fanciullezza alla maturazione psico-fisica è, quindi, un momento davvero critico. Le modificazioni comportamentali che caratterizzano questo periodo ed il clima in cui lo si vive possono influire, anche notevolmente, sul futuro equilibrio e sulle capacità relazionali della persona. Quindi l’adolescente diventa più consapevole di sé stesso e manifesta, talora in maniera ancora ambigua, le proprie pulsioni sessuali; abbandona gli atteggiamenti infantili di dipendenza e

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tende ad affermarsi come protagonista autonomo. Il processo di affrancamento non è indolore ed è frequentemente contradditorio; determina conflittualità interiore e verso l’ambiente esterno, particolarmente verso i genitori e, più in generale, verso l’autorità. Le incertezze generate da tali conflittualità spingono gli adolescenti a ritrovare sicurezza aggregandosi in gruppo. Il periodo della pubertà tra i 14/16 è spesso accompagnata dalla prima visita endocrinologica sia nei maschi che nelle femmine che consente di verificare la presenza o meno di patologie provocate da disfunzioni e malattie legate al cattivo funzionamento delle ghiandole endocrine, quelle che producono gli ormoni e li riversano direttamente nel sangue. Gli ormoni sono le sostanze che regolano il metabolismo e l’attività di organi e tessuti del nostro organismo.

DI

GRAZIANA MUTI

E’ sede della manifestazione di molte patologie cutanee

Dermopatie del piede in età pediatrica Il ruolo del podologo nella gestione e nella cura dei sintomi

I

l piede del bambino presenta delle peculiarità rispetto a quello dell’adulto. La cute differisce sia dal punto di vista morfologico che funzionale. Gli strati epidermici sono ridotti di circa il 23% rispetto a quelli di un soggetto adulto. Differenze sostanziali sono apprezzabili anche nel contenuto e gestione dell’acqua e del grasso. La funzione melano-produttrice è assai scarsa alla nascita e la funzione barriera è ridotta probabilmente per un’immaturità della struttura cornea di superficie. Il piede è sede elettiva della manifestazione clinica di molte patologie cutanee sia congenite che acquisite. Tra le congenite possiamo citare le epidermolisi bollose, dove le proteine alterate comportano una diminuita adesione dermo-epidermica con conseguente formazione di bolle dopo traumi di varia entità. A livello del piede, il podologo può realizzare ortesi di scarico delle zone maggiormente sottoposte a stress e rivestirle con materiali dallo shore molto basso, inoltre

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può consigliare l’utilizzo di calzature che non abbiano punti particolari di frizione e pressione tra tomaia e cute. Le cheratodermie palmo plantari rappresentano un gruppo di patologie causate da anomalie di cheratinizzazione e che quindi hanno come sintomo un ispessimento notevole dello strato corneo nelle regioni palmo-plantari (in rari casi è stato descritto in altri siti), sia uniforme che diffuso a isolotti. Il trattamento è sintomatico. Il podologo può consigliare l’uso di

giugno - duemiladiciassette

creme che contengano principi attivi cheratolitici come urea o acido salicilico associato ad emollienti. L’escissione ipercheratosica a livello della regione plantare da sollievo al paziente. Le ortesi plantari sono di notevole aiuto per una corretta deambulazione. Anche malformazioni ossee congenite, come dita sotto o sovraddotte ad esempio, possono provocare lesioni cutanee a livello del piede. Queste deformità provocano la comparsa di ipercheratosi. Il podologo in questi casi può prevenire le manifestazioni cutanee grazie all’ortoplastia che, se effettuata prima che il piede del bambino si strutturi, è correttiva. Il bambino è soggetto di frequente a dermopatie cutanee acquisite in seguito a infezioni da microorganismi come miceti (onicomicosi, il piede d’atleta), batteri (cheratolisi) o virus (verruche). Nel trattamento delle micosi, cutanee e ungueali, il podologo deve consigliare al paziente un esame microscopico e colturale,

per verificare o meno la presenza dell’agente patogeno. Inoltre può consigliare l’applicazione topica di un antimicotico. La cheratolisi è una dermatosi da infezione batterica. Ha diverse espressioni cliniche. Vengono risolte con un trattamento antibiotico locale. Molto frequentemente arrivano all’attenzione del podologo essendo localizzate prevalentemente nelle zone di appoggio. Per evitare recidive, è utile consigliare ortesi plantari rivestite con materiali traspiranti e batteriostatici. La verruca colpisce più frequentemente i bambini e i giovani adulti. Il contagio spesso avviene in seguito a frequentazione di ambienti promi-

scui e a causa di basse difese immunitarie del soggetto affetto. Il trattamento podologico della verruca si basa principalmente sull’applicazione di un composto chimico, l’acido nitrico fumante (HNO3). La cura ha una durata variabile e consta di varie sedute di trattamento. Il ruolo di sentinella sul territorio si esplicita in numerosissime altre patologie, come per esempio nelle malattie come la mani-piedi-bocca o la giannotti e crosti, nelle facomatosi (neurofibromatosi, sclerosi tuberosa, nelle acro pustolosi, ittiosi, e in tutte quelle patologie su base genetica ma che si esprimono solo secondariamente alla sovrapposizione di altri fattori.

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Non è estate senza una buona lettura: giallo, thriller, sentimentale... e voi, di che ‘genere’ siete?

Viaggiare con la mente:

mille storie sotto l’ombrellone

consiglia

Con il numero di Giugno, la redazione di 6Donna vi saluta e vi da’ appuntamento a settembre. Non senza avervi prima consigliato una lettura per quest’estate ormai alle porte. Dopo aver chiuso il magazine che state sfogliando, ogni giornalista che vi collaborato ha messo sul tavolo il proprio libro del cuore, quello che gli ha cambiato la vita; o più semplicemente quello è sul comodino di casa o quello che le ha fatto compagnia durante una passata vacanza. Questi sono i nostri consigli. E voi, di che genere siete? Maria Grazia Frisaldi Angela Dalicco Direttore 6Donna Direttore marketing 6Donna Maurizio De Giovanni, Chiara Gamberale, Le Pane, Einaudi Editore luci nelle case degli altri, “Per me non è estate Mondadori Editore senza un buon libro giallo “Chiara Gamberale è sotto l’ombrellone. In spiaguna scrittrice da grandi nugia ho divorato tutta la serie meri, qualunque opera prode ‘I Bastardi di Pizzofalcone’, che mi ha letteral- ponga. Dotata di grande sensibilità e delicatezza, i mente conquistata! Per il suo ultimo capitolo - Pane, sentimenti sono il suo orizzonte da scrutare, vivere e appunto - non sono riuscita ad aspettare l’arrivo della raccontare. Quello che consiglio, da leggere e rilegprimavera. Al centro di ogni caso, la sgangherata gere ancora, è Le luci nelle case degli altri, che ha risquadra di lavoro dell’ispettore Lojacono&Co: un velato la sua capacità di intrecciare storie e regalare gruppo di ‘reietti’, ognuno con la propria verità e il spessore e intensità a più personaggi, con un creproprio peccato originale, che però nel lavoro di scendo di emozioni e sorprese sempre più coinvolsquadra si rivela brillante. E che sgomitando tra gente. In un palazzo, un condominio che diventa un mille difficoltà conquista la propria rivincita. Perché micro-mondo con tutte le sue sfumature, i suoi seil passato è una valigia di esperienze, non una za- greti, i suoi misteri, le sue contraddizioni, i suoi slanci, vorra da trasportare. sfondo e centro insieme di anime alla ricerca di sé”. Dalila Campanile Redattrice di 6Donna, si occupa di Moda & Bellezza Karen Swan, Un diamante da Tiffany, Newton&Compton “Una storia d’amore e di rinascita che si snoda tra Parigi, Londra e New York, tre amiche mondane dalle professioni prestigiose pronte a dare il massimo in nome dell’amicizia: se amate le letture romantiche, divertenti e con qualche spunto modaiolo da mettere in pratica anche nella realtà è il libro giusto da leggere sotto l’ombrellone: non lasciatevi scoraggiare dalle sue 500 pagine!”

Ilaria Di Lascia Collaboratrice di redazione, si occupa di Cultura & Spettacolo Stephen King, It, Pickwick “Mi aveva rovinato l’infanzia, ma non potevo non tornare ad affrontare Pennywise, proprio come fanno i ragazzini che si trovano ad avere a che fare con It, nel capolavoro di Stephen King. Qualche estate fa mi sono fatta coraggio e l’ho letto tutto d’un fiato. Horror, ma non solo, un romanzo di formazione, una storia di amicizia, di promesse da mantenere, di passaggi da compiere. Un libro di quelli che vorresti non finissero mai e che non finiscono mai davvero... Lo vuoi un palloncino?”

Valentina Pietrocola Collaboratrice di redazione, si occupa di Cucina & Dintorni Andrea de Carlo, L’imperfetta meraviglia, Giunti Editore “Leggendo questo libro sarete immersi nella splendida Provenza con i suoi colori e i suoi sapori intensi, che potrete provare a sentire nelle minuziose descrizioni dei sorbetti, semifreddi e gelati artigianali di Milena, una imperfetta meraviglia che con i suoi gelati saprà sciogliere il cuore di una rockstar in vacanza, ormai stanca della vita a base di sesso, droga e rock ‘n roll”.

Michela Serafino Collaboratrice di redazione, si occupa di Viaggi & Sociologia Paolo Coelio, L’Alchimista, Bompiani “L’Alchimista è il libro dell’estate per eccellenza, perché si viaggia e si sogna allo stesso tempo. Una storia incredibile, che ci fa superare i confini della terra per conoscere di più se stessi e gli altri. Per questo, alla fine, la voglia di tornare a casa sarà infinita”.

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attualità

Il primato di Angela Mazzeo, tra Pisa e Pavia in nome dell’Ingegneria Biomedica e Bionica

La prima laurea “federata” va sui Monti Dauni Nei suoi studi si è interessata dell’analisi delle performance tattili per valutare le prestazioni di nuove protesi bioniche della mano

E’

di Sant’Agata di Puglia, ha 22 anni, ed è la prima studentessa “federata” tra le scuole universitarie superiori IUSS e Sant’Anna a conseguire la laurea in Ingegneria Biomedica e Bionica. Una laurea che vale doppio (o quadruplo, quattro sono infatti gli atenei coinvolti in questa storia di talento e merito) durante un percorso di studi caratterizzato dalla frequenza di corsi delle scuole universitarie superiori federate IUSS Pavia e Sant’Anna e delle Università di Pisa e Pavia e che segna un primato. Angela Mazzeo, 22 anni, nata a Sant’Agata di Puglia, è stata la prima allieva dello IUSS Pavia la quale, grazie alla Federazione con il Sant’Anna di Pisa, ha potuto sostenere il concorso di laurea magistrale in Bionics Engineering, promossa dall’Università di Pisa e dal Sant’Anna e che frequenta tutt’ora. In questo alternarsi tra Pisa e Pavia, il percorso di studio di Angela Mazzeo si è appena arricchito di un nuovo capitolo. Dal contatto con l’istituto di Biorobotica della Scuola Sant’Anna è nato il suo lavoro di ricerca per il diploma triennale presso lo IUSS di Pavia, consistito nell’analisi delle performance tattili di persone sane per valutare le prestazioni di nuove protesi

ambienti DI SIMONETTA CAMPANELLA ARCHITETTO

L

a bella stagione è davvero alle porte, le giornate si allungano e il desiderio di stare all’aperto e goderne in modo libero è sempre più grande. I colori di complementi d’arredo e tessili si tingono di delicate note pastello o vivaci fantasie marine, e si vive una vera e propria fioritura di quelle parti della nostra casa che nei mesi freddi sono state relegate a ripostigli a cielo aperto. Salutiamo l’estate in arrivo parlando di balconi, terrazzi e giardini. Il trend di quest’anno è ancora una volta volto a favore della “funzione a tutti i costi”, soprattutto quando si tratta di risolvere spazi molto ridotti adoperando soluzioni tecnologiche salva-spazio. Non mancano, tuttavia, i casi di spazi ampi in cui ci si può permettere qualche agio in più. Il consiglio di base è sem-

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bioniche di mano, svolto con il dott. Calogero Oddo (Scuola Sant’Anna) e seguito dal prof. Paolo Bazzurro (IUSS Pavia).

Angela Mazzeo

“ L a storia di Angela Mazzeo – commentano Bazzurro e Oddo – rappresenta bene il valore aggiunto, di cui beneficiano i nostri allievi, della federazione tra le nostre scuole universitarie superiori, prossima a coinvolgere la Scuola Normale Superiore. Federarsi significa dare più opportunità per valorizzare il talento e il merito e aprire nuove forme di collaborazione nella didattica”. Il percorso di questa studentessa si interseca con le scuole

universitarie superiori già al quarto anno del liceo, con l’ammissione alla Scuola estiva di orientamento organizzata dalla Scuola Superiore Sant’Anna. Dopo l’esame di maturità, Angela Mazzeo è una delle vincitrici del concorso di ammissione allo IUSS Pavia e si immatricola al corso di laurea in Bioingegneria dell’Università di Pavia, dove si è laureata con lode con una tesi sui modelli matematici di crescita tumorale sviluppati sull’analisi del fabbisogno energetico. A fare da relatore il prof. Paolo Magni (Università di Pavia) e correlatrice la dr.ssa Elena Maria Tosca. Dopo la laurea triennale, Angela Mazzeo è stata ammessa al corso di laurea magistrale in Bionics Engineering, promosso da Università di Pisa e dal Sant’Anna. Grazie alla federazione tra IUSS Pavia e Sant’Anna, Angela Mazzeo ha potuto proseguire i suoi studi presso le scuole universitarie superiori di Pavia e Pisa e conservare, allo stesso tempo, lo status di allieva IUSS. Nell’estate 2017 Angela Mazzeo, grazie al programma Erasmus, svolgerà uno stage di due mesi all’Università di Lund in Svezia, polo di eccellenza nella ricerca neuroscientifica applicata alla bionica. La prima studentessa IUSS Pavia e Sant’Anna Pisa adesso ha un sogno: proseguire la collaborazione con l’Istituto di Biorobotica del Sant’Anna e poi finalizzare la sua esperienza in un dottorato o in una azienda privata. Ma nutre anche una aspettativa: poter trovare una occupazione soddisfacente in Italia. Angela Dalicco

Balconi, terrazzi e giardini: come organizzare e godersi in estate i propri spazi aperti

Un ‘angolo verde’ tra le mura di casa Dalle sedute alla gestione delle piante, passando per le suggestioni delle luci I consigli utili per ricreare una perfetta “atmosfera di vacanza” anche in città

pre quello di farsi guidare dal buonsenso e da qualche consiglio tecnico ad hoc, e i nostri esterni non saranno solo belli ma soprattutto funzionali, progettati con soluzioni appropriate, mobili e tessuti d’arredamento adeguati per poterne godere al meglio. La tipologia di “esterno” più frequente nelle nostre zone residenziali sono i balconi, grandi o piccoli che siano, “sfogo” naturale dei nostri appartamenti, che vengono spesso tenuti in scarsa considerazione, spogli, non arredati. Spesso, inoltre, li si usa per accatastare gli oggetti più ingombranti che all’interno delle case non trovano collocazione, da ciò discendono installazioni di terribili mobili contenitori o chiusure locali ottenute con tende improvvisate. Dunque, il primo obiettivo dev’essere quello dell’igiene, seguito dall’ordine e poi dalla possibilità di creare una schermatura dal sole e garantire un comfort tale da poter vivere il balcone con qualche se-

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duta minimale. Largo alle tende da sole, dunque, che siano sempre esteticamente in linea con quanto autorizzato dal condominio, o a frangisole eleganti in legno laddove siano compatibili con quanto esistente. Per ottenere, invece, un angolo verde, come un giardino tra le mura di casa, calzano a pennello vari tipi di étagère, anche in vimini, o traforati in metallo, con vasi smaltati dal sapore greco, con gerani e petunie, e con vasetti di gesso con piantine grasse per i pollici meno “verdi” e decorazioni applicate a muro, quali pesciolini in terracotta o pannelli polimaterici, per ricreare un’atmosfera di vacanza all’aperto ovunque lo si desideri. Se, invece, abbiamo a disposizione un terrazzo, certamente la prima mossa da mettere in campo è quella di un piano di appoggio, un tavolo e delle sedute; si può pensare anche a piccole zone di attesa e relax con poltroncine e sdraio, se la metratura lo consente, oltre che prevedere qualora possibile, una tenda o un ombrellone di protezione dal sole di giorno e dall’umidità di sera. Ottimizzare uno spazio con queste caratteristiche si-

gnifica anche prevederne la corretta illuminazione, quindi disporre prese elettriche e punti luce strategici e di portata idonea allo spazio da illuminare. Passiamo alle soluzioni da giardino, adesso. Esterno a verde per eccellenza, differisce dal terrazzo principalmente per la pavimentazione. Gli arredi e le idee per arredare e rendere funzionale un giardino dipendono fondamentalmente dalle dimensioni dello spazio in dotazione e dalla consistenza del nostro budget: la scelta varia da tavoli in ferro battuto dal sapore retrò, a soluzioni living basiche in vimini o polyrattan rivestite da cuscini a fantasia vivace. Ancora, a differenza del terrazzo, il giardino si trasforma in cornice davvero suggestiva se si integrano all’arredo dedicato anche piante a fiori colorati e, ancor di più di sera, se lo si illumina con luci di cortesia, lampioncini e contapassi. Si possono

integrare giochi d’acqua e fontanelle, probabilmente più gradevoli delle statuette dei nani da giardino (che comunque rimangono un evergreen dell’arredo di un esterno a verde!). E’ essenziale ricordare che alla base del risultato di un esterno di questo tipo in termini di decoro vi è la cura amorevole e costante delle piante, ma sempre evitando gli eccessi: niente intrichi di arbusti, quindi, ma nemmeno terra arida e rami secchi.


Un bed and breakfast eco-solidale dall’ospitalità speciale

‘8 Stelle’, dentro il b&b gestito da ragazzi Down A vete mai sentito parlare di turismo sociale? Un’interessante novità che in quel di Foggia ha come esempio il bed and breakfast ‘8 Stelle’: Laura, Elvira, Attilio, Marcella, Giampiero, Domenico, Antonello e Francesco, otto ragazzi affetti dalla Sindrome di Down a capo della gestione auto-imprenditoriale della stessa struttura che ha aperto le sue porte al pubblico lo scorso 31 marzo, in via Gramsci, al seguito di un percorso formativo e di accompagnamento professionale degli otto ragazzi. Un’opera concreta per mano di Formability, un progetto in corso da novembre 2016 fino a giugno 2017, che ha avuto compimento anche grazie all’intervento partecipativo fra i soggetti componenti e i partner dell’associazione Civico 21 O.N.L.U.S., centro didattico-educativo e di sviluppo dell’autonomia nella vita delle persone con Sindorme di Down, e dell’impresa sociale Formever Lab, una start up di Capitanata innovativa a vocazione sociale che da sempre si occupa di sviluppo e formazione di competenze nella vita di persone in condizione di disagio. Un’iniziativa così meritevole non poteva che raggiungere il podio agli “Orizzonti Solidali”, bando promosso dalla Fondazione Megamark in collaborazione con i supermercati A&O, Famila, Iperfamila e Dok sotto il patrocinio della Regione Puglia e dell’assessorato locale Welfare. Tuttavia, i veri protagonisti di questa opera sono senz’altro gli otto energici ragazzi e i loro operosi genitori, che insieme hanno eretto la costituzione di una cooperativa sociale ‘Costruire un sogno’ a supporto del b&b sorto in formula auto-imprenditoriale in cui turismo, salute, lavoro e benessere fungono da chiave di Volta nella gestione. Un vero e proprio sogno che si realizza, la cui mission mira all’autonomia lavorativa e professionale dei ragazzi nel settore del turismo sociale, ecosostenibile, accessibile e solidale. Attraverso questo progetto, infatti, sono stati offerti competenze e strumenti validi

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per adattare i ragazzi a un mondo dinamico e flessibile come il contesto economico e sociale del mercato lavorativo. Soprattutto in quest’ultimo aspetto, la Civico 21 O.N.L.U.S. supporta l’iniziativa attraverso la sua sede residenziale, si impegna dal 2014 ad educare i ragazzi affetti da disabilità intellettiva in merito a responsabilità, alla gestione di contesti domestici (in questo caso specifico della struttura ricettiva), all’affronto delle criticità e della quotidianità per una vita autonoma tipica di una persona adulta. Insomma, un punto di riferimento e un trampolino di lancio per tutti i ragazzi Down (e non solo) che nella provincia di Foggia intendono consolidare il proprio curriculum vitae e i rapporti interpersonali con altre persone e realtà aziendali. Di idee, infatti, ne hanno molte così come infinito è il loro impegno nell’ospitalità: una volta entrati nel b&b ci si sente come a casa. Accoglienza, disponibilità, cordialità e rispetto danno il benvenuto a tutti: professori, studenti, professionisti in trasferta per lavoro, bambini e amici a quattro zampe. Nessuno escluso. “Una casa speciale incorniciata dal cuore” spiega Savia Ciarambino, una dei genitori a capo della cooperativa. Un team entusiasmante al servizio del pernottamento, ristorazione ed organizzazione tecnica farà vivere la giusta esperienza di turismo eco-solidale con momenti ed attività indimenticabili: il loro estro è sorprendente. Michela Serafino

A Foggia, una casa “incorniciata dal cuore”, a gestione auto-imprenditoriale

Entro il 2030 per oltre 700 milioni di persone il viaggio sarà uno stile di vita MICHELA SERAFINO SOCIOLOGA

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olcemente viaggiare… con un ritmo fluente di vita nel cuore…” intonava una nota canzone di Battisti, che pare averci visto lungo sui trend turistici. Nel 2017, il viaggio è avventura senza limiti e confini. Il verbo “viaggiare”, infatti, è sinonimo di “esplorare” con il gusto di conoscere e scoprire nuove realtà e culture. A differenza del turista, il viaggiatore non parte per godersi le vacanze. Con zaino e gambe in spalla, esso va in cerca di novità mettendo a disposizione energia, pazienza e volontà. Il viaggio turistico fatto di abbronzatura, vestiti, sciarpetta al collo, valigie e macchina fotografica alla

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viaggi

Viaggiatore o turista? Dimmi come viaggi, ti dirò chi sei Tour ispirazionali verso destinazioni sconosciute ed autentiche: le mete 3.0 mano non gli appartiene. Nuovi stimoli, sorprese e novità sono il leit motiv dell’avventura. Uno spirito temerario, che affronta una nuova tipologia di viaggio, quasi selvaggio, ma allo stesso tempo al passo con i tempi: un’esperienza 3.0. Probabilmente saranno le nuove tecnologie, i comfort o la routine, a scaturire la voglia di essere viaggiatori liberi ed incontrollati, persi all’orizzonte di tour “fai da te”, in cui ritrovare sensazioni ormai dimenticate e molto profonde tanto da condividerle sui social network per mostrarle ai propri follower. Dalla BTO di Firenze 2015 è emerso che verso il 2030 oltre 700 milioni di giovani acquisiranno il viaggio proprio come uno stile di vita. Ciò significa che 1,8 mi-

liardi di persone valicheranno i confini nazionali per mezzo della prenotazione on line. Un mutamento che sta prendendo sempre più piede anche grazie al forte consolidamento di internet e della sharing economy (economia del consumo condiviso e consapevole). Oltre alla vita e ai comuni servizi del quotidiano, anche la scelta di viaggi è un’azione sempre più annessa alla rete virtuale e al web 3.0: strumenti prioritari soprattutto fra i giovani d’oggi. Le cifre del mercato turistico dimostrano che i migliori incrementi finanziari siano derivati proprio dal booking on line (pernottamento via internet) con un valore pari a 500 milioni di dollari tramite pc, tablet e smartphone, particolarmente prediletti nella ricerca di voli e viaggi su siti che negli ultimi tempi la fanno davvero da padrone, come Expedia e Tripadvisor, ad esempio. Per questo motivo il viaggiatore dei nostri giorni può definirsi ufficial-

mente 3.0, cioè una persona dinamica e flessibile, ma sempre connessa su app all’ultimo click come Trip for Real, Couchsurfing o Like a Local. Insomma, è come se non si scegliesse dove andare, ma piuttosto cosa andare a scoprire e vedere. Tour ispirazionali verso destinazioni sconosciute ed autentiche, piccoli paesi in crescita alla periferia del mondo, dove l’ambiente unico e meraviglioso permette di provare viaggi solidali e visite ecosostenibili. Numerosi luoghi della Terra meriterebbero la qualifica di meta 3.0, ma solo alcuni lo sono

davvero: in Europa vi sono Faro (Portogallo), Breslavia (Polonia), Kaliningrav (Russia), Las Palmas de Gran Canaria e Malaga (Spagna), Kiev (Ucraina), Rotterdam (Paesi Bassi) e Bucarest (Romania), le quali riempiono la lista delle destinazioni europee più cool. Ma cosa dire, infine, delle destinazioni extracontinentali? Whisler nel Canada britannico, Jodhpur in India, Tbilisi in Georgia, El Nido nelle Filippine, Jericoacoara in Brasile, San Jose del Cabo al sud del Messico e la meravigliosa Kihei alle Hawaii sono il top, soprattutto per chi non ha mai provato il viaggio d’oltre Europa. E voi cosa siete? Viaggiatori o turisti? Quale occasione migliore per scoprirlo questa estate.

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