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Inchiesta Adozioni ai single

Attualità Imprenditoria in rosa

Moda Novità in passerella

Salute a tavola

Gabriella Carlucci

Mela contro il colesterolo

“La mia vita in prima linea”


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sommario

ditoriale di ANNA RUSSO E’ opinione comune che Marzo sia il mese del risveglio. Della natura, dell’amore, dei sensi tutti. Per molti di noi, invece, questo è stato il mese dell’incubo. Le inchieste senza esito sull’omicidio della piccola Yara, che sembrano girare intorno ad un enorme buco nero; la guerra in Libia con l’altalenante atteggiamento del resto del mondo, oscillante tra la linea interventista e quella di non belligeranza; il terremoto con conseguente tsunami in Giappone e il rischio di contaminazione nucleare. Cosa sta accadendo su questa terra e all’umanità intera? C’è ancora qualcosa di umano, che non sia il dolore? Nessuna pietà per una ragazzina di tredici anni dai grandi sogni. Abbandonata in un campo in una fredda sera di novembre, nulla è ancora chiaro su cosa le sia accaduto: chi l’ha uccisa, dove è morta, come, perché? Violenza sessuale, riti satanici, premeditazione, triste fatalità. L’unica cosa certa è che, come nel gioco delle tre carte, per tre volte la neve ha coperto e scoperto quel corpo offrendo e togliendo a inconsapevoli passanti l’opportunità di dare a Yara un luogo più consono per riposare. Carta vince, carta perde. Nessuna pietà per migliaia di libici che combattono in nome della libertà. Che senso ha sapere quanti morti ci siano già stati quando Gheddafi ha passato il tempo a promettere vendetta ai traditori e l’ONU a cincischiare: no fly zone sì, no fly zone no? Il mondo civile si indigna di fronte alle dittature, i grandi Stati si muovono per affermare la democrazia con le armi e quando c’è un popolo che lotta per conquistarla, si tergiversa per settimane perché il petrolio e i delicati equilibri internazionali vengono prima di tutto, anche dello spauracchio “libertà”. Carta vince, carta perde. Nessuna pietà per la terra del Sol Levante. Tutti gli elementi sembrano scatenarsi contro i giapponesi. Nessun rispetto per il loro rigore e ordine, per la loro precisione e educazione. Prima la terra con il terremoto, poi l’acqua con lo tsunami, poi il fuoco con gli incendi alle centrali nucleari, poi l’aria con la diffusione della nube radioattiva. Ed è proprio l’aria oggi a giocare il ruolo principale. Spirerà verso il mare o verso terra? Carta vince, carta perde. Ma per noi italiani, ci consoliamo, la situazione è diversa. Il territorio è altamente sismico, ma non tanto quanto quello del Giappone; non abbiamo ancora centrali nucleari, ma non importa perché quelle che le classi al potere promettono di regalarci saranno di ultimissima generazione per cui “non a rischio”. La democrazia, poi, in Italia è di casa: abbiamo festeggiato orgogliosi i 150 anni della Repubblica tutti uniti... no, scusate, mancava la Lega. Carta vince, carta perde.

4 Personaggio del mese • Gabriella Carlucci, sindaco di Margherita di Savoia 5 Società • La risposta delle Istituzioni ad un matrimonio che finisce 6 Inchiesta • Voglia di genitorialità tra diritti umani, sociologia, leggi e Costituzione italiana 8 Attualità • Onda rosa nell’imprenditoria di Capitanata • Donne per l’Italia volti, storie, passioni 9 Creatività • Fiabe del cuore, ponte tra bimbo e mondo degli adulti 10 Bellezza • Il benessere parte dalla testa 12 Moda • Novità in passerella 13 Mondo Bimbi • Cocco di mamma gioca con la moda delle grandi firme 15 Architetto • Case di luce vestite 16 Cucina • Mela contro il colesterolo 17 Rubriche 22 Salute • Fitness contro la cardiopatia 23 Agenda

ANNUNCI IN FIORE Il Garden Club Amarillis di Foggia ha organizzato un defilè floreale dal titolo: Fiori in passerella. La presidente del club, Nora Leone, e le socie tutte avranno il piacere di accogliere gli amici presso il vivaio Ricciotti, loc.tà Arpi Nova-Foggia, il giorno 26 marzo prossimo alle ore 18,00.


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personaggio del mese

DAL PALCOSCENICO ALLO SCRANNO DI PRIMA CITTADINA

Gabriella Carlucci, sindaco di Margherita di Savoia

Preparazione e un pizzico di fortuna gli ingredienti per sfondare. Sul Sexy Gate la parlamentare commenta: “Solo illazioni e pettegolezzi” Le saline di Margherita di Savoia

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i cittadini, che spesso capiscono di politica molto più dei politici stessi, si sono resi conto che la scelta migliore per il centrodestra era la sottoscritta e mi hanno chiesto con una raccolta di firme di candidarmi. Il successo con il 70% dei voti è stata la conseguenza di una candidatura i cittadini, dare una risposta ai problemi è nenata a “furor di popolo”. cessario studiare, prepararsi, parlare con la genCome riesce a te. conciliare attività Quale donna dello spettacolo vedrebbe parlamentare, attività di sindaco e bene nei panni di parlamentare? Mia sorella Milly sarebbe perfetta. E’ colvita privata? Alla famiglia e ta, preparata, attenta a tutto quello che succealla casa cerco di de nel mondo. Ha un forte legame con le assodedicare tutto il ciazioni ambientaliste, con il mondo della tempo che posso. cultura e dell’istruzione. Questo le permette di Cerco di ottimizza- arrivare al cuore della gente. re ogni minuto, facViceversa, quale parlamentare spingecio la spesa all’aeroporto, cerco ogni rebbe verso una carriera televisiva? Ce ne sono tante, spigliate, simpatiche e momento libero per stare con mio con un volto televisivo ma saprei segnalare nesmarito e mio figlio suna in particolare. Quasi trent’ana prezzo anche di ni fa l’esordio in teIl RubyGate sembra mostrare una nuova grandi sacrifici. I levisione, da quasi due giorni alla set- strada per il potere e il successo. Al di là delle venti anni in polititimana nei quali accuse al premier, che troveranno eventuale rica. Cosa l’ha spinta sono a Margherita scontro o smentita dall’azione giudiziaria, coa candidarsi la privalgono come ma volta? quattro di una perPer dedicarmi a sona normale. I rittempo pieno alla mi sono molto serpolitica, attività di grandi soddisfazioni ma molto impegnativa, da rati e la pausa pranzo per me è inesistente sia in qualche anno ho smesso di fare televisione. Nel Parlamento che in Comune. ’94 ho aderito al movimento di Forza Italia e poi Molto spesso, tra i tanti impegni, le donne mi sono candidata perché convinta della bontà del programma di modernizzazione del Pae- trascurano, per scelta o congiunture sfavorese proposto dal Presidente Silvio Berlusconi. voli, la vita sentimentale e privata. E’ mai caMi sono impegnata particolarmente nel cam- pitato anche a lei? No e sono molto orgogliosa di questo. Cerpo della cultura e dello spettacolo mettendo a disposizione la mia esperienza. L’Italia infatti co sempre di fare tutto nel poco tempo a dispoaspetta da tantissimi anni una legge che disci- sizione e ormai ho imparato ad essere multitaplini in maniera organica il settore dello spet- sking. Quando ero bambina facevo pattinaggio tacolo e mi sono quindi fatta promotrice di un te- alle 6 del mattino perché era l’unico modo per sto unico che oggi è in dirittura d’arrivo e spero praticare il mio sport preferito e anche oggi cerco di sfruttare ogni minuto della giornata. Senvenga approvato al più presto. to una grande responsabilità verso mio figlio e Tra le sue battaglie parlamentari c’è quel- la sera, anche dopo un’impegnativa giornata la per una maggiore regolamentazione delle di lavoro, cerco di seguirlo nei compiti e di agattività su internet. Quali crede siano i peri- giornarmi su quanto è successo nel corso della giornata. I viaggi e il tennis mi hanno molto unicoli maggiori del web? I pericoli derivano dall’utilizzo del web da to a mio marito e appena possibile cerchiamo di parte dei bambini e degli adolescenti che mol- organizzare qualche momento di svago tutti into spesso navigano in assenza di protezioni, ri- sieme. sultando così esposti alle insidie di adescatori, Vita politica e carriera televisiva: quale le pedofili e ai siti di contenuto improprio (siti porno, scommesse). C’è bisogno di un forte impe- ha dato più soddisfazioni e quale più delusiogno da parte dei genitori e dei provider, delle as- ni? Allo stesso modo. Le soddisfazioni che ho sociazioni che si occupano d’infanzia, della scuola per eliminare le minacce ai minori insi- avuto nel vincere in un collegio ormai dato per te nel web. Internet è uno strumento utilissimo perso per poi rivincere nuovamente in due eleper la diffusione della conoscenza, delle idee e zioni sono analoghe a quelle che ho provato nel non può essere bloccato, ma certamente va ge- presentare Sanremo. Sono equivalenti perché dipendono dalle capacità personali e dal lavostito con attenzione. ro compiuto. Come nasce il suo legame con la città di Un insegnamento ricevuto dall’attività poMargherita di Savoia? Nasce dal mio interessamento legato al por- litica e uno da quella televisiva. L’insegnamento che ho ricevuto vale per to della città che nel 2004 rischiava di perdere i finanziamenti statali e comunitari a causa del- tutti i mestieri. La tenacia, la costanza, il sacrila decisione dell’allora amministrazione di cam- ficio, sono indispensabili per raggiungere i ribiare il progetto, portando da 300 a 1000 i posti sultati. Anche nello spettacolo se non conosci i barca. Memore di quell’impegno e di tante al- tuoi ospiti e il copione vai incontro a figuracce. tre attività condotte per Margherita di Savoia, In politica per presentare leggi, rappresentare a show girl a parlamentare e sindaco. Non stiamo parlando di una delle tante starlette cadute recentemente nella trappola del Sexy Gate, ma di una donna che ormai da vent’anni ha abbandonato il mondo dello spettacolo e la cronaca rosa per dedicarsi attivamente alla carriera politica. Oggi è parlamentare della maggioranza e sindaco di Margherita di Savoia. E mentre l’inossidabile sorella Milly domina sovrana il sabato sera di RAI 1, Gabriella Carlucci si divide tra Roma e il piccolo comune delle saline, che un anno fa l’ha eletta a furor di popolo “prima cittadina”.

sa pensa della “via del compromesso” scelta da molte ragazze per ottenere denaro e incarichi politici e televisivi? Finché non ci sarà una sentenza non mi sento di giudicare pettegolezzi e illazioni. Ritiene che studio, capacità personali, caparbietà e duro lavoro siano ancora ingredienti validi per “sfondare”? Assolutamente sì. La mia esperienza mi spinge a dire che le qualità personali son ingredienti validissimi, uniti forse ad un pizzico di fortuna. Un consiglio a tutte le ragazze che intendono entrare nel mondo dello spettacolo. Il consiglio è di curare moltissimo lo studio e la preparazione perché non si può improvvisare. Se una ragazza vuol fare l’attrice deve frequentare corsi di recitazione, di ballo, di dizione, conoscere le lingue. Non basta una bella faccia. Ci vogliono talento, determinazione, preparazione. Anna Russo


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società

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Una parabola discendente: la trasformazione da “prima agenzia di socializzazione” a “istituto in crisi”

La risposta delle Istituzioni ad un matrimonio che finisce In Puglia sono 10mila i coniugi che ogni anno decidono di separarsi. In media si rompe una unione su due La parabola discendente della famiglia, da “cellula fondante della società” a “istituto in crisi”. E’ la trasformazione in atto affrontata dati alla mano - nell’ambito dell’incontro “La famiglia: aspetti giuridici ed etici. La risposta delle Istituzioni“, organizzato dal distretto foggiano dell’Associazione Nazionale Familiaristi Italiani, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Foggia, dell’Ordine degli Avvocati, dell’associazione Ge.Se - Genitori Separati, del Forum delle Associazioni Familiari di

Puglia e dell’Adiantum (Associazione di associazioni per la tutela del minore), svoltosi lo scorso 18 febbraio in una gremita Sala del Tribunale, a Palazzo Dogana, tra avvocati, studenti ed operatori sociali, tutti interessati ai vari risvolti offerti dall’incontro moderato dalla giornalista Angela Fiore. Quella che un tempo era la prima agenzia di socializzazione è stata analizzata sotto la lente d’ingrandimento dell’attualità e della giurisprudenza da un solido parterre di relatori. Risultato: un’analisi precisa delle fragilità che hanno determinato la crisi della famiglia storicamente intesa, come il passaggio dalla famiglia patriarcale a quella nucleare, una generalizzata disaffezione nei confronti del matrimonio a favore di diverse forme di convivenza, una crisi valoriale che svilisce il rito nuziale a mero contratto stipulato da due parti. I dati sono allarmanti: sono 10mila, in Puglia, le famiglie che ogni anno si separano. In media vi è una separazione ogni 2 matrimoni. Una situazione che sta determinando nuove emergenze, economiche e sociali. Si sta delineando un nuovo tipo di povertà: in Ita-

Un momento dell’incontro

lia sono 4 milioni i papà separati, 800mila dei quali vivono al di sotto della soglia dell’indigenza. Un dato in costante aumento, come ha evidenziato Roberto Notarangelo, presidente Anfi di Foggia, anche alla luce delle numerose richieste di separazione di coniugi ultrasessantenni, nella maggior parte dei casi coppie monoreddito. Ma anche emergenza sociale, essendo i figli le vittime designate di questa realtà “in cui spesso diventano ‘territorio di contesa’ – ha spiegato Vincenzo Bafundi, Sostituto Procuratore del Tribunale di Foggia –. I coniugi trasformano i figli in strumento ricattatorio che allontana la vera essenza dell’essere genitore per scelta e non per necessità biologica”. “La famiglia in crisi – spiega Antonello De Leonardis, consiglie-

re nazionale Adiantum e presidente della Ge. Se. di Foggia – uccide più della mafia e della camorra”. Per questo la risposta delle Istituzioni è più che mai necessaria: “la famiglia non è un fatto privato, ma sociale”. Si continuano a snocciolare dati, quelli del Tribunale di Foggia dove, in un anno, sono state definite 170 domande di divorzi congiunti su 171; 141 domande di divorzi giudiziari su 152, 485 separazioni consensuali e 327 giudiziali. “A Foggia –ha spiegato Costanzo Cea, presidente della Sezione Famiglia locale – c’è uno degli uffici più produttivi d’Italia, ma la risposta quantitativa non comporta necessariamente una risposta qualitativa, perché l’intervento dei giudizi in ambito familiare è vasto” ed è necessario “saper prendere le distanze da quel tipo di arroganza

scientista che crede di poter riassumere le esigenze della famiglia all’interno di formule giuridiche precostituite”. A Giulio Treggiari, avvocato del Foro di Foggia, invece, il compito di addentrarsi nei risvolti penalistici del tema, con una panoramica delle nuove figure di reato che si vengono, quindi, a configurare: maltrattamenti, aggressioni verbali e fisiche, pressioni psicologiche esercitate sui figli minorenni per scopi vendicativi nei confronti del coniuge. “Bisogna ripartire dalla formazione della persona per salvare la famiglia” ha risolto, invece, padre Walter Arrigoni, monaco diocesano, delineando un percorso che deve interessare tutti gli operatori del territorio, sociali e culturali. Maria Grazia Frisaldi

Scuola e famiglia due mondi a confronto

Oriana Fidanza: la “Mala Educazione” Autrice di saggi, affronta il tema della responsabilità di educare i giovani al rispetto della legalità

L’educazione dei figli, si sa, nasce tra le mura domestiche e si ciba di attenzioni, disponibilità e affetto. Il risultato, però, in un momento storico di grandi mutamenti che hanno investito la stessa istituzione della famiglia, non è sempre scontato e il confine tra la buona e la cattiva educazione è spesso molto controverso. Ne è convinta Oriana Fidanza, docente foggiana che ha rilevato, nel corso della sua esperienza lavorativa, la difficoltà di comunicazione tra scuola e famiglia. E’ proprio la scarsa collaborazione genitoriale, insieme al perpetrarsi tra i giovani di comportamenti spesso irrispettosi nei confronti delle istituzioni e della legalità, tema dell’ultimo lavoro della scrittrice foggiana: la “Mala educazione”. Cosa intende per mala educazione? Attualmente noto che o i minori vengono maltrattati, calpestati

nella loro innocenza, oppure vengono viziati, tutti i loro desideri vengono soddisfatti o addirittura prevenuti: questo è ciò che intendo per maleducazione. Prevenire addirittura i desideri di un minore significa non rispettarlo perché, se queste ‘famiglie bancomat’ come sono solita definirle, continuano a riempire il minore di regali e denaro per tacitare una richiesta di disponibilità, di tempo, di affetto, il minore sarà portato a privilegiare gli oggetti al posto delle persone. Crescerà anaffettivo e l’anaffettività è spesso l’anticamera dell’illegalità. Quali atteggiamenti condanna esattamente? Il bullismo, l’insofferenza verso le istituzioni, lo scarso senso ci-

vico che poi sono atteggiamenti già evidenti nei genitori. L’educazione ricevuta a casa si trasmette ai figli. Chi semina qualcosa la raccoglie. Chi non semina, non può pretendere di raccogliere. Come è giunta a queste riflessioni? Tutto questo l’ho verificato attraverso la mia esperienza di lavoro (infatti sono una insegnante da diciassette anni), ma anche attraverso lo studio di materiale di diverso genere, articoli di giornali, saggi, statistiche. Una ricetta per la buona educazione? Io mi auguro che questo libro possa sollecitare una presa dei coscienza. Tanto per cominciare nes-

sun genitore deve scrollarsi di dosso le responsabilità attribuendole esclusivamente alla società perché la società, in realtà, siamo noi, che ci piaccia o no. In secondo luogo occorre una fattiva collaborazione tra docenti e genitori. Con questo intendo una collaborazione non astratta. Un genitore che diserta le riunioni scolastiche dicendo di non avere tempo e poi quel tempo lo trova per precipitarsi a scuola per criticare l’operato del docente che ha messo un voto inferiore alle aspettative, sicuramente non è un genitore collaborativo. Occorrono, poi non tanto ‘scuole per genitori’ quanto ‘genitori per scuole’ nel senso che i genitori più coscienziosi e propensi ad educare spronino quel-

PER SAPERNE DI PIU’ Scrittrice e giornalista pubblicista, Oriana Fidanza si è occupata di sociologia ed antropologia antica (“Dono e denaro nella Grecia prericlea”) e moderna (“I proverbi del terrazzano”) e di critica letteraria. Oltre a saggi ed articoli culturali e di attualità ha pubblicato due romanzi recensiti con lusinghieri giudizi da Maria Marcone, Paolo De Caro, Francesco De Martino, Stefano Capote.

li più latitanti, anche attraverso incontri nelle scuole perché se questo genere di incontri è promosso dai docenti, i genitori non vi partecipano o lo fanno solo per chiedere informazioni sui voti del figlio. Lei rivendica allora quel ruolo che in passato il docente aveva come punto di riferimento e che oggi ha perso? Esattamente, occorre anche un sussulto di dignità da parte dei docenti che, troppo spesso cedono alle pressioni dei genitori che hanno una visione utilitaristica della scuola come luogo dove prendere un diploma per poi accedere al mondo del lavoro. Elisabetta Ciavarella


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inchiesta

Adozioni: bufera dopo la sentenza della Cassazione.

Voglia di genitorialità tra diritti umani, La nascita di un figlio cambia la vita di una persona. Ma anche la mancata nascita può farlo. Attese seguite da delusioni, corse nei centri specializzati. Poi il tentativo di adottare. Anche qui il percorso è duro. La trafila burocratica è lunga. Bisogna avere denaro e tempo a disposizione. Anche grande motivazione, ma soprattutto un coniuge a cui un giorno si è giurata eterna fedeltà. Perché se si è single o conviventi quella strada, se pur impervia, diventa impraticabile, nonostante

la corte di Cassazione, con una recente sentenza, abbia sollecitato il legislatore ad intervenire in merito. Se poi si è dotati di grande coraggio e di una buona dose di generosità, allora si può optare per l’affido, nella consapevolezza di star offrendo una casa a bambini che spesso non ne hanno avuta una e nella necessità di fare un passo indietro quando, ed è la grande maggioranza dei casi, l’affido non si trasforma in adozione.

IL PARERE DELL’AVVOCATO

Adozione dei single e Cassazione Sollecitazioni giudiziarie e priorità sociali Grande eco ha ricevuto la notizia di una decisione della Corte di Cassazione (n. 3572 del 14 febbraio 2011), secondo alcuni caratterizzata da intenti sollecitatori nei confronti del Parlamento per il varo di una legge che consenta ai c.d. single di adottare un minore. Si è conseguentemente aperto un intenso dibattito, nel quale le questioni di ordine giuridico sono state subito abbandonate, se non addirittura ignorate, per far luogo alla formazione di argomentazioni sociologiche nettamente contrapposte, utilizzate da schiere di gladiatori intellettuali e dalle relative tifoserie per darsi battaglia sul terreno del controverso “diritto all’adozione”. Il passaggio dal caso giudiziario alla discussione sociologica non costituisce una novità, anzi, sotto certi aspetti, almeno per il nostro Paese, sembra confermare un’abitudine

neanche tanto cattiva; ciò, però, a condizione di non travisare il dato giudiziario, cioè il contenuto della pronuncia del giudice da cui scaturisce il dibattito, non foss’altro per evitare l’insorgere di preoccupazioni circa tendenze eversive della Magistratura che non stanno né in cielo, né in terra. Orbene, la Corte di Cassazione, nel richiamare un’autorevole decisione della Corte Costituzionale (sentenza n. 183 del 1994) ha premesso che i giudici italiani non hanno “il potere di concedere l’adozione di minori a persone singole al di fuori dai limiti entro i quali tale potere è attribuito dalla legge nazionale,[…] cosicché perché tale adozione possa avere luogo in Italia è necessaria l’interposizione di una legge interna che determini i presupposti di ammissione e gli effetti dell’adozione da parte della persona singola. In vero, nel nostro ordinamento l’adozione di minori a persone singole è ammessa, ma entro limiti ristretti, in particolari circostanze, dal-

Genitori singoli o in coppia, sposati o conviventi

L’amore non si conta I condizionamenti sociali sono il frutto di cecità sentimentale

la legge 184/1983 (artt. 25 e 44). I “casi particolari” in questione sono le ipotesi di minori orfani di entrambi i genitori, richiesti in adozione da parenti entro il sesto grado o da persone cui sono legati da un preesistente rapporto stabile e duraturo (lett. A), del coniuge del genitore dell’adottando (lett. B), dei minori con handicap o svantaggi (lett. C) e, infine, tutti i casi in cui “vi sia la con-

statata impossibilità di affidamento preadottivo” a diversa famiglia (lett. D), tra i quali è stato ritenuto ammissibile quello relativo ad un effettivo, risalente rapporto tra il minore e l’adulto con cui lo stesso sia di fatto vissuto, tale che la consuetudine di vita renderebbe “impossibile” - ossia

Il rapporto che si crea tra genitori e figli ha una base di profonda intimità che si costituisce giorno dopo giorno, a partire dal concepimento ed ancor prima, dal desiderio del concepimento. Fisiologicamente, si esprime con la gravidanza, il conseguente parto, l’allattamento: tutte situazioni che, apparentemente, mancano nell’adozione. Apparentemente, perché il percorso emotivo e burocratico che affrontano i futuri genitori adottivi rispetta tutte le fasi del percorso biologico: concepimento - il progetto di avere un bambino o una bambina, gravidanza - l’affrontare l’iter burocratico ed emotivo che spesso dura più di nove mesi, il parto - l’entrata in casa del bambino o della bambina, l’allattamento – il nutrirli sia di cibo che di affetto. Il desiderio di maternità e di paternità, pertanto è così altamente motivato, sia nel percorso biologico che nel percorso adottivo, che merita

gravemente dannoso per l’adottando - il suo trapianto in una diversa famiglia in affidamento preadottivo (L. 184/1983 cit, art. 25, commi 4 e 5). In tutti questi casi, però, non si tratta di adozione piena, che crea un legame simile a quello fondato sul sangue tra adottante e minore adottato, con contestuale svincolo di quest’ultimo dal complesso di relazioni giuridiche con la sua famiglia biologica, a differenza della c.d. adozione semipiena, di cui, appunto, alle ipotesi previste dalla legge 184/1983, la quale conferisce al minore lo stato di figlio adottivo, che non estingue, ma si sovrappone al vincolo della filiazione di sangue. La recente sentenza della Cassazione, quindi, ha ribadito che, allo stato della legislazione vigente, soggetti singoli non possono ottenere il riconoscimento in Italia dell’adozione di un minore pronunciata all’estero con gli effetti legittimanti (cioè parificati a quelli dell’adozione piena) anziché ai sensi e con gli effetti (limitati) di cui all’art. 44 della L. 184/1983, pur evidenziando che “il legislatore nazionale ben potrebbe provvedere, nel concorso di particolari circostanze, ad un amplia-

un’attenzione particolare da parte della società e delle istituzioni, indirizzata alla comprensione e all’aiuto, piuttosto che al giudizio ed allo scoraggiamento. Le condizioni per avere un figlio, però, possono essere oggetto di consigli, sia nel caso di concepimento biologico che di concepimento adottivo. I bambini e le bambine devono crescere in un contesto sereno, amorevole, accudente. Devono avere stimoli emotivi positivi e negativi che permettano l’equilibrio del loro sviluppo fisico ed intellettivo. Devono crescere nella certezza di potersi fidare di chi si prende cura di loro, perché, a loro volta, possano saper concedere fiducia e sicurezza. Tutto questo - ed altro ancora - costituisce la base sicura per poter andare nel mondo, con convinzione e con positività. Dietro questo lavoro di costruzione devono esserci, obbligatoriamen-

mento dell’ambito di ammissibilità dell’adozione di minore da parte di una singola persona anche con gli effetti dell’azione legittimante”. Solo a questo punto la Cassazione passa la parola, senza alcuna intimidazione o sollecitazione, consapevole del fatto che quella finale dovrà essere pronunciata dal legislatore, pur non escludendo un confronto sociale serrato e certamente proficuo, così come accade (o dovrebbe accadere) in ogni sana democrazia. Va osservato, però, che in attesa degli sviluppi del dibattito sulla legittimazione dei single all’adozione, la vera priorità è quella di garantire a milioni di coppie di fatto la possibilità di donare una famiglia ad un bambino abbandonato, non comprendendosi per quale motivo si continui a vietare l’adozione ai conviventi che mettono al mondo ogni anno migliaia di bambini nel quadro di un paradigma familiare pressoché identico a quello dei coniugati. Avv. Antonietta Colasanto te, amore, consapevolezza, energia, sicurezza. Questi sentimenti possono provenire da una mamma biologica, da due genitori biologici, da due genitori adottivi, da una mamma adottiva, da un papà adottivo, da un papà biologico, da una mamma biologica ed un papà adottivo e così all’infinito. Credo che il compito del mondo degli adulti sia quello di assicurare ad un bambino ed ad una bambina “ la certezza del domani”, contrariamente a quanto simpaticamente proclamato da Lodovico de’Medici in un suo noto sonetto (Chi vuol essere lieto, sia: di doman non c’è certezza). L’amore non conosce metro che possa misurarlo. Può provenire da chiunque, destinato a chiunque. Le regole sociali, è legittimo che ci siano; i condizionamenti sociali però, spesso, sono il frutto di cecità sentimentale. Anita D’Atri - Psicologa


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inchiesta

Spiraglio per i single? Porte chiuse alle coppie di fatto

sociologia, leggi e Costituzione italiana Anche per i coniugi è un percorso impervio, lungo e costoso. L’alternativa è l’affido, un gesto d’amore per bambini in gravi difficoltà VINCENZO TRIA

DALL’AFFIDO ALL’ADOZIONE

Necessario il supporto psicologico

I perché di una scelta così coraggiosa

“L’avventura della mia famiglia è iniziata con un affido. Il destino ha poi voluto che si trasformasse in adozione”. Francesca, nome di fantasia, è una donna foggiana che sette anni fa, insieme al marito, ha preso in affidamento due fratellini di sei e cinque anni che presto diventeranno suoi figli a tutti gli effetti. “La strada dell’affido è particolare rispetto a quella dell’adozione perché accade tutto all’improvviso. Dopo aver contattato i servizi sociali di un comune della provincia, siamo stati sottoposti ad una serie di test psicologici di coppia per valutare la nostra solidità, la complicità e le comuni motivazioni. Ci è stato chiesto se avremmo accettato anche fratelli e noi abbiamo confermato che, ovviamente, in quel caso, non li avremmo divisi. Siamo stati chiamati improvvisamente senza conoscere i bambini e senza sapere neppure quanti fossero. Poi ci è stata raccontata la loro storia”. Si trattava di due fratellini affidati a servizi sociali e polizia di stato per un decreto di urgenza. “L’impatto è stato incredibile e difficilissimo. Forse siamo stati fortunati perché i bambini sono stati felicissimi di essere affidati: purtroppo per loro, venivano da una famiglia dove subivano violenze e privazioni di tutti i tipi, erano in condizioni pietose da ogni punto di vista. Il più piccolo non parla-

va. Entrambi ignoravano anche le più elementari regole di vita, dall’uso delle posate alle norme igieniche. Dopo tre giorni il grande ci ha chiamato mamma e papà”. Da allora sono passati sette anni ed oggi, essendo stata tolta ai genitori la patria potestà, sta per concludersi l’iter dell’adozione. “All’inizio non potevamo immaginare questa felice conclusione perché quando si decide di prendere dei bambini in affido lo si fa con la consapevolezza che poi bisogna lasciarli liberi di tornare nella famiglia d’origine. Per questo io e mio marito abbiamo riflettuto per circa un anno prima di deciderci a contattare i servizi sociali”. Francesca si sente un genitore a tutti gli effetti, con tutte le paure che ogni genitore porta con sé. Paure tante, ma dubbi pochi. “Quando mi chiedono perché faccio tutto questo, io rispondo sempliceAnna Russo mente: per amore”.

Forse non tutti sanno che a Foggia esiste una cooperativa, la Cooperativa AURA, che gestisce tre strutture che quotidianamente si occupano di accoglienza e di sostegno al minore: una comunità educativa maschile, una comunità familiare femminile e un centro socio educativo diurno (c/o l’Opera San Michele). Le prime due sono residenziali, attive 365 giorni l’anno, il diurno è aperto solo nel pomeriggio e si occupa di recupero scolastico, attività ludicoeducative e sostegno alla genitorialità. Il presidente, Vincenzo Tria, ci racconta che a volte ci si è trovati di fronte anche a casi di minori adottati che hanno vissuto con difficoltà l’inserimento all’interno delle famiglie. Quale ruolo avete avuto in queste situazioni particolari? “Abbiamo fatto da mediatori aprendo un dialogo tra il minore e la famiglia affidataria, o adottante, per cercare di ristabilire gli equilibri e impostare un percorso che fosse il più educativo possibile. Questo è lo stesso lavoro che noi cerchiamo di fare con tutti i ragazzi che accogliamo”. Quali sono le problematiche che può

DUE ALTERNATIVE

INFORMAZIONI UTILI

Le tappe del viaggio della speranza Adozione e affido hanno procedure diverse. Per quanto concerne l’adozione internazionale, la prima tappa è la dichiarazione di disponibilità: occorre rivolgersi all’ufficio di cancelleria civile per presentare la domanda che poi il Tribunale per i minorenni deve trasmettere ai servizi socio-territoriali entro 15 giorni. Oltre alla dichiarazione va allegata la documentazione personale ed economica della coppia (che deve essere regolarmente sposata da almeno tre anni). Seconda tappa è l’indagine dei servizi territoriali: i servizi redigono una relazione che fornirà al giudice gli elementi di valutazione sulla richiesta della coppia. Terza tappa è il decreto di idoneità. Una volta ricevuta la relazione il Tribunale convoca i coniugi e può, se lo ritiene opportuno, disporre ulteriori approfondimenti. Una volta rilasciato, il decreto viene inviato alla Commissione per le adozioni internazionali. La quarta tappa è quella della ricerca: la coppia deve iniziare la procedura di adozione internazionale, rivolgendosi ad uno degli enti autorizzati dalla Commissione per le adozioni internazionali. Quinta tappa è l‘incontro all’estero. Si tratta della fase più delicata. Se gli incontri della coppia con il bambino si concludono con un parere positivo anche da parte delle autorità del Paese straniero, l’ente trasmette gli atti e le relazio-

trovarsi a vivere chi decide di compiere questa scelta? “L’esperienza, di ormai circa 25 anni, ci porta ad osservare che spesso il disagio e le sofferenze che il minore si porta dietro dall’infanzia, esplodono con l’età adolescenziale e si evidenziano dei disturbi nel comportamento. Già normalmente c’è una fase critica che i ragazzi attraversano nelle loro famiglie naturali, in quelle adottive il conflitto è ampliato a causa del malessere pregresso. C’è da dire che queste famiglie non sempre vengono sostenute dagli assistenti sociali, a cui andrebbe affiancato anche un supporto psicologico, e quindi si ritrovano da sole a dover affrontare delle problematiche non facili”. E’ possibile per una famiglia adottare o prendere in affidamento un bambino che è ospitato presso la vostra struttura? “I nostri referenti sono i servizi sociali, e laddove una famiglia sia disponibile all’affido deve sempre contattare loro e seguire tutto l’iter necessario per arrivare all’affidamento o all’adozione” Maria Rosaria De Leonardis

ni alla Commissione per le adozioni internazionali in Italia. Sesta tappa è il rientro in Italia. Una volta ricevuta la documentazione sull’incontro avvenuto all’estero, la Commissione per le adozioni internazionali autorizza l’ingresso e la permanenza del minore adottato in Italia. Dopo che sia trascorso l eventuale periodo di affidamento preadottivo, la procedura si conclude con l’ordine, da parte del Tribunale per i minorenni, di trascrizione del provvedimento di adozione nei registri dello stato civile. Per quanto concerne la domanda di affido, invece, può essere presentata da coppie sposate o conviventi, da una persona singola o una comunità di tipo familiare che assicuri al minore il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui ha bisogno. La legge non stabilisce vincoli di età rispetto al bambino affidato né di reddito. Le persone interessate si possono rivolgere al servizio sociale del comune di residenza o di un altro territorio o alle associazioni del privato sociale che si occupano di affidamento, per avere le prime informazioni. La preparazione e la valutazione degli affidatari compete ai servizi sociali locali. (Fonte: lineaamica.gov.it)

Come orientarsi tra enti e uffici pubblici Tel:0874/318800) Territorio di pertinenza: Cile, Vietnam, Bielorussia, Federazione Russa, Romania, Ucraina. • Associazione Bambini Chernobyl ONLUS (sede decentrata di Termoli, 86039 Via Volturno 17 - Tel:0875 81826)Territorio di pertinenza: Bielorussia e Moldavia. • Associazione Figli della Luce - ONLUS Francavilla Fontana (BR) - Via San Francesco n. 221 - 72021 Tel: 0831 819373 - Fax: 0831819373 Territorio di pertinenza: Congo. • C.I.A.I. – Centro Italiano Aiuti All’infanzia ONLUS (sedi decentrate: Campobasso, 86100 Via Roma, 35 - Cell: 339.6120491; Enti autorizzati con sedi più vicine: 338.2329379; Monopoli, Piazza Manzoni 13 • Associazione Amici Dei Bambini (sede de- - 70043 Monopoli - Tel. 080 746808 - fax centrata di Alberobello, 70011 Via Dante, 38 080.742174 - cell. 338.8753497) Territorio - Tel:080/4322222 - Fax:080/4322222).Ter- di pertinenza: Burkina Faso, Etiopia, Colombia, ritorio di pertinenza: Marocco, Bolivia, Brasi- Ecuador, Perù, Cambogia, India, Thailandia, le, Cile, Colombia, Ecuador, Perù, Mongolia, Ne- Vietnam, Romania. pal, Sri Lanka, Albania, Federazione Russa, • La Dimora – ONLUS (sede decentrata: FogBulgaria, Kosovo, Moldavia, Romania, Ucraigia Via Marinaccio, 4/D - Responsabile: Carna. la Calabrese - Cell:335/265235) Territorio di • Ariete ONLUS (sede decentrata di Campopertinenza: Colombia, Bulgaria e Polonia. basso, 86100 Piazza della Vittoria, 14/a -

Di seguito si segnalano i riferimenti telefonici di enti e uffici che maggiormente possono risultare utili per chi volesse avviare le procedure di affido o adozione internazionale. • Commissione per le Adozioni Internazionali: Largo Chigi, 19 - 00187 Roma - Tel: 06.67791 - Fax: 06.67792165. • Tribunale per i minorenni di Bari: Via Fiore Tommaso, 49/D 70123 - tel. 080.5741658; 080.5741138. • Ufficio Adozioni c/o l’Assessorato Servizi Sociali di Foggia: via Fuiani, 16 - Foggia 0881.792811.

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attualità

CONFCOOPERATIVE PREMIA LE SUE DONNE

Onda rosa nell’imprenditoria di Capitanata Giorgio Mercuri, presidente dell’organizzazione foggiana: “La compagine femminile ha una marcia in più” Nel campo del lavoro le donne oggi esistono, sono diventate una realtà importante e si presentano sempre più determinate a far ascoltare la propria voce. Lavoratrici, ma anche imprenditrici nei più svariati campi dell’economia. E’ quanto emerge da un progetto di Confcooperative Foggia (organizzazione nata con l’intento di promuovere iniziative e favorire lo sviluppo della cooperazione), attuato per valorizzare le donne nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria. “Oggi, su 350 cooperative foggiane aderenti - commenta Giorgio Mercuri, presidente di Confcooperative Foggia - 60 sono dirette da donne. La compagine femminile è presente in tutti i settori, dall’agroalimentare alla sanità, dal sociale ai servizi. Sicuramente quelli in cui la presenza femminile è più cospicua sono la sanità e il sociale: in pratica l’insieme di servizi a domicilio per persone con problemi di salute e di assistenza da parte dei familiari”. Se, poi, si valuta anche la presenza delle donne tra i soci e i lavoratori, i nu-

meri tendono a salire notevolmente sfiorando una percentuale del 50 per cento. L’elevata presenza di donne nelle cooperative è spiegata Giorgio Mercuri Presidente Confcooperative Foggia

dalla stessa tipologia di società. “La strada della cooperativa – chiarisce il presidente - è la migliore perché è la forma più semplice, quella che più facilmente si può realizzare, basta mettersi insieme con un’idea imprenditoriale comune. Inoltre è la forma societaria che permette alla donna di essere più libera nel conciliare il lavoro con l’attività

quotidiana e gli impegni familiari. Nell’ambito economico, poi, è la forma più flessibile. Gli stessi dati nazionali dimostrano che la crisi economica è stata avvertita meno proprio nell’ambito della cooperazione. Questo è dovuto al fatto che costituzionalmente le cooperative hanno la possibilità di essere flessibili in termini di costi e ricavi”. Proprio per valorizzare le donne imprenditrici del sistema cooperativistico di Capitanata, Confcooperative ha premiato le 60 rappresentanti della categoria. “La donna oggi ha successo – conclude Mercuri - perché rispetto a ieri è più for-

PRESENZA ROSA NELLA GESTIONE DELLE COOPERATIVE FOGGIANE Settore Governance al femminile FEDAGRI 7,5% FEDERABITAZIONE 14% FEDERLAVORO 16% FEDERSOLIDARIETA’ 29%

mata, ha la stessa preparazione dell’uomo in una parità totale sotto questo punto di vista. Inoltre, è più ambiziosa perché non si accontenta di essere vista come ‘donna di casa’, ma vuole affermarsi nel lavoro e quindi probabilmente ha anche le idee più chiare di noi”. Tra le imprenditrici premiate c’è Daniela Gernone, presidente di Dauniagriex, consorzio che si occupa di importazione ed esportazione di prodotti tipici pugliesi come pomodori, pelati e passata, olio d’oliva, vino, ortaggi sottolio. “L’idea di dar vita ad un consorzio impegnato nel settore agroalimentare è nata dalla considerazione che, all’epoca della costituzione, sette anni fa, si trattava di un campo ancora poco esplorato”. Grazie ai fondi regionali, il consorzio permette alle aziende consorziate di partecipare a molte fiere all’estero, in particolare in Paesi europei come Germania e Francia. E se la crisi ha creato difficoltà al consorzio come società, anche a causa della riduzione dei contributi della Re-

Daniela Gernone, imprenditrice

gione, le consorziate, invece, proprio grazie alle fiere, non hanno visto ridotte le proprie relazioni commerciali con i Paesi esteri. “Il nostro è un servizio alle consorziate per cui se loro, nonostante la crisi, continuano ad avere rapporti commerciali vuol dire che il meccanismo che abbiamo attivato è soddisfacente”. Dauniagriex è costituita quasi principalmente da donne. Cosa serve per fare l’imprenditrice? “Tanta buona volontà e forza perché bisogna conciliare lavoro con casa e famiglia, un po’ di fantasia e naturalmente propensione al rischio: le cose possono anche andare male ma bisogna sempre provarci e tentare”. Anna Russo

Il ruolo femminile in epoca risorgimentale

Donne per l’Italia: volti, storie, passioni L’impegno della FIDAPA per restituire memoria storica a eroine invisibili che hanno operato per l’Unità d’Italia Commemorare le tante donne risorgimentali che, seppur nel loro silenzio e a volte neanche presenti sui libri di storia, hanno dato il proprio contributo compiendo azioni di grande coraggio e intraprendenza, mirando al lungo processo di unificazione per rendere l’Italia una vera ed unica Nazione. E’ con questa finalità che la FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari) di Foggia ha organizzato un convegno in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Ad aprire i lavori, la Presidente Antonietta Narciso Ferrucci: “Il nostro intento e bisogno è quello di restituire memoria storica a tante donne che autonomamente o con i figli hanno contribuito a rendere questa Italia unita”. Alla tavola rotonda hanno preso parola anche la Vicepresidente FIDAPA Flora Vassallo Di Giorgio, la Direttrice del Museo Civico di Foggia Gloria Fazia e le Past President FIDAPA Grazia Centra Pennelli e Anna De Sanctis Corsini. Durante la conferenza si è discusso circa l’importanza del ruolo della donna risorgimentale, messo costantemente in ombra da quello

maschile. Menzionate alcune donne che hanno lasciato un segno indelebile anche perché mogli di uomini di potere o di grandi eroi. Prima tra tutte, Anita Garibaldi, moglie di Giuseppe, universalmente conosciuta come l’Eroina dei Due Mondi. Una donna che diventò quasi una leggenda nel Risorgimento italiano e che incarnò l’ideale di donna-guerriero che combatteva per i diritti dei popoli e per l’eguaglianza dei cittadini. Forse meno nota, ma di altrettanto valore e coraggio, è stata Cristina Trivulzio Belgiojoso, definita “la principessa rossa” per il suo attivismo politico. Fu scrittrice, giornalista ed editrice di giornali rivoluzionari. Ritratta in un meraviglioso dipinto del 1832 da Francesco Hayez, la patriota italiana partecipò attivamente ai grandi cambiamenti del tempo risorgimentale: il suo salotto parigino diventò un punto di riferimento per intellettuali ed esuli, per scambi di ideologie politiche e idee rivoluzionarie basate su principi romantici e nazionalistici, ruotanti intorno al tema della creazione di un’unica, grande Nazione.

Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002 Editore Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l. Direttore Responsabile Anna Russo Caporedattore Angela Dalicco Hanno collaborato Maria Rosaria De Leonardis Maria Grazia Frisaldi Mariangela Mariani Elisabetta Ciavarella Irma Mecca

Ma per ogni donna alla quale la storia ha riconosciuto un ruolo di rilievo nel periodo risorgimentale, ce ne sono state tante altre rimaste sconosciute, il cui status sociale relegava nel ruolo di madri e mogli, come pure e semplici creature capaci solo di dare alla luce figli e occuparsi delle proprie dimore.

SAPEVATE CHE… La FIDAPA ha lo scopo di promuovere, coordinare e sostenere da sempre le iniziative delle donne che operano nel campo delle Arti, delle Professioni e degli Affari ed è estremamente sensibile a riconoscere il ruolo, gli onori, la qualità lavorativa, la vita sociale e le capacità delle donne che si sono distinte nel corso della storia senza distinzioni di etnia, lingua e religione.

Una condizione di certo non agevolata dallo stesso status giuridico, a quei tempi ancora in fase embrionale: la donna dovrà aspettare addirittura fino al 1946 per avere diritto al voto. Nella storia dell’Unità d’Italia, dunque, si sono evidenziate le gesta di alcuni protagonisti ed eroi maschili, tralasciando il più delle volte il valoroso apporto femminile, riscontrabile in tutte le tappe del difficile processo di unificazione. Molte donne, anche sconosciute, dal Nord al Sud del Paese hanno contribuito attivamente a creare la Nazione superando le barriere e i confini di appartenenza sociale e territoriale. Di qui l’operazione di recupero e riappropriazione del significativo ruolo della componente femminile nel lungo percorso di consapevolezza che trasformò in realtà l’idea di un’Italia unita. Irma Mecca

Rubriche avv. Katia Monopoli avv. Rosangela Loriso dott.ssa Elena Ricci Barbini dott.ssa Mariagrazia Bellantuono dott.ssa Marcella Bevilacqua dott.ssa Stefania Fariello dott.ssa Valeria Ventura

Redazione Foggia Via Tressanti, I trav. (vill. Artig.) Tel. 0881.56.33.26 - Fax 0881.56.33.19 e-mail 6donna@virgilio.it Impaginazione e stampa Publicentro Graphic La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite. Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia


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creatività

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Tra fantasia e realtà. Claudia Vinciguerra, scrittrice foggiana di racconti sui generis

“FIABE DEL CUORE”

Ponte tra bambino e mondo degli adulti Le favole servono ai bambini per acquisire fiducia in se stessi. Ecco come nasce il Laboratorio creativo didattico La fiaba è un racconto di meraviglie. Antica è la sua origine, tradizionalmente pensata per intrattenere i bambini e tramandata oralmente di generazione in generazione. L’elemento fantastico ha la prevalenza sul reale. Le illustrazioni e i colori donano un importante apporto di sostegno alla fiaba per rendere il racconto “reale” agli occhi dei piccoli lettori. Stimolare la fantasia e la creatività manuale del bambino a scopo ludico, ma soprattutto didattico, è l’intento primario della scrittrice foggiana di fiabe e filastrocche Claudia Vinciguerra. Il suo laboratorio creativo didattico si tiene nella saletta della libreria Ubik di Foggia, dedicato e realizzato prettamente per i bambini dai 6 ai 12 anni di età. Gli incontri prevedono la lettura, da parte della stessa scrittrice, di fiabe che hanno una finalità didattica e morale e racchiudono in sé il messaggio da trasmettere ai piccoli. A questo punto, i bambini vengono invitati a diventare essi stessi protagonisti attivi nel creare animali, fio-

ri, cuori o qualsivoglia forma che prende vita attraverso la tecnica dell’origami, termine che deriva dal giapponese e significa l’arte di piegare la carta. In pratica, con un semplice foglio di carta, che può essere di diversi colori, si possono realizzare meravigliose piccole opere d’arte. Si insegna ai bambini, passo dopo passo, come realizzare forme diverse e stimolare così la loro capacità inventiva. L’ascolto, l’immaginazione, l’interazione tra i piccoli, la manualità e i colori sono gli elementi fondamentali che rendono il Laboratorio unico, emozionante e davvero divertente. Claudia Vinciguerra, dotata di grande sensibilità e geniale originalità, interessata e ammaliata dalle fiabe fin da quando era bambina, ha coltivato questa passione rendendola sua, scrivendo fiabe e filastrocche denominandole “Fiabe del Cuore”. Nella sua attività è pienamente spportata dalla critica costruttiva dei suoi primi lettori e sostenitori, i suoi tre figli, di 11, 6 e 3 anni. “Loro sono la mia fonte di ispi-

razione, il metro di giudizio e confronto: sono il mio Laboratorio. Leggo sempre in loro compagnia e penso che i genitori debbano essere più disponibili a dedicare ai propri figli

tempo per la lettura, seguirli fin da quando sono molto piccoli, per insegnare loro che leggere è un piacere per imparare e non un impegno ostico, noioso, prettamente scolastico. I bambini non hanno pregiudizi sociali sovrastrutturati e forte è la loro capacità di stupirsi di fronte al mondo che li circonda. Le fiabe fun-

gono da ponte tra i bambini e il mondo degli adulti, diventano metafore del mondo sociale odierno, insegnano i valori fondamentali e la distinzione tra il bene e il male. Le fiabe insegnano a crescere, insegnano la vita”. Le sue fiabe seguono la struttura degli elementi costitutivi funzionali di Vladimir Propp: il protagonista/eroe, l’antagonista, l’aiutante, l’oppositore, l’oggetto della ricerca, il superamento dell’ostacolo ed infine il lieto fine che vede la vittoria dell’eroe e il

trionfo del bene sul male. Le piccole giovani menti riescono ad immedesimarsi nel ruolo dell’eroe dotato di intelligenza, forza, coraggio e invincibili abilità. Imparano così ad avere più fiducia in se stessi facendo crescere la propria autostima. Nel loro complesso processo di crescita e formazione i bambini necessitano del supporto di racconti che insegnino loro ad affrontare il mondo futuro che li aspetta e a sapersi relazionare con la società a cui dovranno un giorno appartenere, immergendosi finalmente nel lungo fiume della vita. Inoltre, la scrittrice si ispira alla fantasia e originalità di Gianni Rodari, il quale ha contribuito a rinnovare profondamente la letteratura per l’infanzia, sia nello stile che nel linguaggio. Tra i prossimi appuntamenti in programma, è previsto un incontro con l’adattamento dei grandi classici in fiabe come Romeo e Giulietta, Tristano e Isotta, e l’eroe romantico in chiave moderna di Cyrano de Bergerac. Irma Mecca


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Percorsi di bellezza e trattamenti esclusivi e personalizzati per capelli e viso. E per il giorno del “sì” speciali pacchetti “Nozze”

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bellezza

Il benessere parte dalla testa V

alorizzare la bellezza di ogni donna, risaltandone i lineamenti e le caratteristiche che la rendono unica, donare ai propri capelli il vigore ed il benessere della giovinezza, concedersi un meritato momento di relax, lasciando fuori la porta lo stress. E’ quello che ogni donna chiede – oggi sempre più spesso - al proprio parrucchiere ed al proprio hair stylist, vero consulente e “complice” di bellezza. Richieste, queste, che diventano sempre più pressanti in inverno e prendersi cura dei propri capelli può diventare una vera e propria necessità. Il freddo rigido e la continua alternanza del freddo-umido e freddo-secco si aggiungono ai ricorrenti shock termici contribuendo a danneggiare la struttura dei capelli che si caricano di elettricità, perdono sostanza e appaiono sfibrati, opachi e visibilmente indeboliti. Diventa, quindi, necessario intervenire con azioni e trattamenti mirati, un “pronto-intervento” rigenerante e rivitalizzante per una chioma sana e luminosa, che brilla di vitalità. E’ questa la mission perseguita da Samantha Cognetti, titolare del salone “Cheveux”, e del suo staff: nell’accogliente e curato ambiente, acceso da tonalità giallo oro e rosse, è possibile ritagliarsi un momento speciale da dedi-

care alla cura della propria bellezza, lasciandosi consigliare da professionisti del settore in grado di mediare tra i propri desideri ed i tagli e colori all’ultimo grido, con la garanzia dei marchi leader del settore, come Kerastase e Swartzkopft. “Il nostro intento– spiega Samantha Cognetti - è quello di restituire benessere alle clienti perché solo un capello sano è un capello bello. Una volta al mese, organizziamo dei “Percorsi Relax” che prevedono trattamenti e maschere a base di argille termali per capelli, viso e corpo, dall’effetto rigenerante, ristrutturante e de-stressante”. Si tratta di appuntamenti su prenotazione, per non più di 6 clienti per volta. “In queste occasioni, il locale si trasforma in un luogo intimo ed accogliente in cui relax, bellezza e benessere si incontrano per perseguire un rinnovato progetto di bellezza: dalla cura dei capelli al benessere sensoriale, per valorizzare la propria immagine con risultati altamente professionali”. Per il giorno del sì, invece, “Cheveux” offre alle future spose uno speciale “Pacchetto Nozze”, ovvero un percorso di bellezza strettamente personalizzato. “Il primo step è quello, insostituibile, della consulenza specifica sul capello (colorazione, analisi e ricostru-

zione capillare) e consulenza estetica – spiega Samantha - per indirizzare le spose verso trattamenti estetici personalizzati, con strategie di intervento mirate, in cui benessere, relax e piacere si sposano con eccezionale efficacia”. La consulente estetica valuta, quindi, il piano di trattamenti di hair care e skin care, dopodichè si passa alle prove tecniche di acconciature e trucco, accanto a trattamenti estetici specifici: dalla manicure classica alla ricostruzione unghie. “Il nostro obiettivo è ‘coccolare’ la futura sposa con le nostre cure di bellezza”. Il tutto prestando sempre attenzione ai dettami della moda e delle ultime tendenze. L’imperativo di quest’anno è valorizzarsi senza stravolgimenti di personalità. C’è la tendenza a ritornare alla naturalezza, dimenticando le complesse e laboriose “architetture” che andavano di moda fino a poco tempo fa. Oggi si prediligono acconciature pulite e “tirate”: dall’intramontabile e raffinato chignon a qualcosa di più creativo ed interessante realizzato attraverso l’utilizzo di accessori-gioiello, con perle e strass, per un risultato elegante, raffinato, ma al tempo stesso originale. La stessa cosa per il colore: si cerca l’effetto nature, con colorazioni delicate e riflessi giocati tra i capelli.


benessere

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moda

APPUNTI DI STILE, PRONTI AL CAMBIO DI STAGIONE

MODA: le novità in passerella Dal coloniale all’esotico, le ultime tendenze fondono il nuovo al dejà vu Brillanti, originali, impossibili da non notare sia nella versione elegante e glamour che sportiva e dinamica. Le proposte primaverili di ‘Zeno Negozi Outlet’, punto di riferimento in città per varietà e stile nelle scelte legate all’abbigliamento e agli accessori, sono tali e tante da soddisfare qualsiasi esigenza. E sono una ideale sintesi delle tendenze moda per la stagione primavera/estate finalmente alle porte, chiamata a restituire luminosità e sorrisi a giornate fredde e grigie. Sensuale e raffinata la donna, sia nello stile country, così sexy e sbarazzino, che nel maculato, tornato prepotentemente alla ribalta. I colori sono caldi o coloniali, i tessuti morbidi e preziosi, il lungo e il corto dei vestiti e delle gonne si alternano maliziosi in base all’umore, all’occasione e a forme da sottolineare. Irrinunciabili anche le sfumature dei verdi, i rosa tenui, i fucsia carichi, i gialli e gli arancioni, i blu profondi e i bianchi polari. Il cambio di stagione prelude anche al ritorno della tradizione. Così la moda rispolvera i fiori ed il trend botanico imperversa: rose turgide, timide violette, margheritee papaveri spuntano su top in voile, occhieggiano dagli abiti di chiffon, fioriscono sulle gonne fascianti. Un tocco esotico lo regalano i pantaloni alla araba dal cavallo basso e stretti alla caviglia e le maglie seconda pelle impalpabili. Per chi insegue gli ultimi must:

trench a volontà, lunghissimi oppure corti al ginocchio, a fiori o in tinta unita per giorni un po’ più freschi e serate piene di mondanità e di voglia di sorridere. Banditi però gli eccessi, concessi solo agli accessori, alle scarpe che non prevedono vie di mezzo (o tacco altissimo o molto basso), alle borse, ai foulard in seta o in cotone, per un gioco di contrasti che diventano al tempo stesso stupefacente armonia. Altrettanto distinto e intrigante si annuncia l’uomo à la mode nei prossimi mesi, amante dei classici colori marinari, dal blu, da sempre simbolo di sobrietà ed eleganza, all’altrettanto intramontabile bianco, dal rosso simbolo di personalità e di eterna “meglio gioventù”. Nessuna paura di osare, e quindi i jeans sono strappati e i bermuda si alternano con convinzione ed entusiasmo ai pantaloni lunghi. I giubbotti in pelle sono corti in vita, il blu e l’azzurro rappresentano una valida alternativa ai colori base, nero e bianco. Ma per gli amanti delle linee classiche ecco i vestiti dal taglio ben definito, le camicie botton down, a tinta unite oppure a righe, ancora bianco e azzurro combinati o in parallelo. E la gamma degli accessori, non dimentica le cinte in pelle bene in vista e si completa grazie a borse da lavoro Piquadro e Calvin Klein. Angela Dalicco


mondo bimbi

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Abiti semplici e preziosi da indossare anche dopo Battesimo e Comunione

Cocco di Mamma gioca con la moda delle grandi firme Le baby collezioni per la primavera-estate 2011 Il tenero orsetto glitterato ti rapisce nel piccolo mondo ovattato di “Cocco di Mamma” sito in Corso Giannone 72 che veste i bambini da 0 a 14 anni. Non vi tragga in inganno la classe del negozio e l’arredamento glam e chic, perché all’interno troverete un clima cordiale e prezzi accessibilissimi, nonostante le grandi firme. “Abbiamo diverse linee, da Scervino Street e Laura Biagiotti a Bebebò, dedicata esclusivamente al neonato – è Daniela, la titolare, a guidarci nel suo microcosmo –. Trattiamo diverse aziende che propongono il capo battesimale, tra cui Latte e Baci e Ladia. Per la bimba più sportiva abbiamo tutta la linea Fixdesign con quattro soggetti: Lucy, Snoopy, Chupa Chups e Linus. Per il maschietto, invece,

TEMPO DI CERIMONIE: COMUNIONI E BATTESIMI ALTERNATIVI “Proponiamo una ‘Comunione alternativa’ – Daniela ci mostra i piccoli capi da cerimonia – Non abbiamo il tait, ma abbiamo la giacca, foderata o sfoderata, da abbinare, magari a bermuda. Ogni singolo pezzo, poi, può essere tranquillamente sfruttato successivamente all’evento. Le nuove proposte piacciono, la gente è aperta al cambiamento. Per i maschietti nel giorno del battesimo, proponiamo le righe: una blusa con cappuccio e bermuda a righe con una camicia. Per le mamme più esigenti, abbiamo tutta la linea da Comunioni di Azzurra Collezioni: sono abitini tra i più raffinati, confezionati a mano, sono pezzi unici, di tulle. Accontentiamo chi desidera che la propria figlia sia unica in un’occasione così importante”.

abbiamo scelto la linea di Gianfranco Ferrè, Byblos (con le sue coloratissime polo) e Iceberg (per gli estimatori del marchio con il logo sempre in evidenza). Tra i nostri marchi ci sono anche Refrigiwear e Gallo. Ci vogliamo distinguere dagli altri perché proponiamo abiti da cerimonia alternativi, che non risultino troppo impegnativi e che possano essere sfruttati anche successivamente. Abbiamo articoli casual, che i più piccoli possono indossare con disinvoltura. Vestiamo i bambini fino ai 12 anni, ma abbiamo anche la ‘14’, e taglie più comode, per i maschietti con qualche chilo in più e le ragazze con le forme più pronunciate”.

GLI IMPERDIBILI DEL 2011 PIZZO A GO GO E LINUS BATTE TUTTI Dietro il bancone ci sono le stoffe più preziose e soffici. “Tornano il pizzo sangallo per le cerimonie, con i fiorellini ed il tulle in vita, il pizzo macramè, il lino e i vestitini di Bebebò, Biagiotti e Scervino che possono essere indossate per tutta l’estate. Tra le ragazzine e le bambine, quest’anno va di moda la linea Fixdesign: al momento il più gettonato è il personaggio di Linus, con la gonna e la felpa stampate”.

IDEE REGALO: IL ‘PENSIERINO’, DALLA BAVETTA AL CAPPELLINO DI PAGLIA Da un vetro vedi la moda in miniatura di GF Ferrè: copertine, cappellini, pagliaccetti e completi in filo. “Il mocassino è una delle chicche, un’idea regalo originale, insieme al cappellino di paglia rosa per le femminucce. E poi, ci sono le bavette della linea neonato Bebebò, e per la mamma la borsa per il fasciatoio”.

GIRLS A POIS, BOYS IN RIGHE Per le bimbe prevalgono i toni del bianco dell’azzurro del rosso rubino e del glicine. Vestitini, gonne e maglie sono studiate per essere combinate tra loro. Per i bimbi i colori sono più accesi l’azzurro intenso il grigio e il blu. Completano le collezioni una serie di t-shirt in versione sia girocollo che polo.


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architetto

Illuminazione: come riempire ogni ambiente di un’emozione diversa

Case di luce vestite Atmosfere accoglienti e spazi funzionali grazie ad una disposizione sapente delle fonti luminose

Un ambiente varia col mutare della condizioni di illuminazione, anche se al suo interno non vengono modificati né gli spazi né gli arredi. L’illuminazione gioca un ruolo fondamentale per creare atmosfere accoglienti ed ambienti funzionali. E’ la luce, con le sue variazioni di intensità, colore e tono a legare anche psicologicamente l’uomo al suo ambiente. La luce artificiale è sempre stata intesa come elemento del vivere che ci consente non solo di “vedere” le cose, ma di provare “emozioni”. L’illuminazione influisce sul nostro comportamento: molta luce e un ambiente ricco di contrasti luminosi sono di stimolo e favorisco-

no le nostre attività. Una luce più attenuata invece, facilita la distensione e il riposo. Il colore poi, apporta una dimensione supplementare all’illuminazione. I colori freddi (blu, verde, turchese) danno una sensazione di apertura ed esercitano un’azione tranquillizzante, i rossi attirano la vista, gli arancioni, i rosa, i gialli hanno un’azione stimolante e tonificante. Ma vestire la nostra casa di luce non è un’impresa facile. Occorre un progetto intelligente capace di creare situazioni di luce diversificata. L’errore più comune è la costituzione di un impianto di illuminazione tradizionale, con un punto luce centrale a soffitto, punti a parete e prese a ter-

ra. Un progetto di tipo differenziato prevede una luce di base, utile per vedere, e delle luci di atmosfera, sia bianche sia colorate, utili per emozionarsi. Nelle nostre abitazioni, poi, è concentrata la maggior varietà di ambienti ed attività, ciascuna dotata di proprie esigenze in fatto di luce. Occorre osare, i nostri designer ci offrono una gamma infinita di soluzioni, lampade da posizionare a pavimento, quelle a fibre ottiche, con microprocessori elettronici. Ma se non vogliamo rischiare basta rispettare alcune regole fondamentali. Il soggiorno, ambiente di vita

per eccellenza, è la stanza più difficile da illuminare dato che deve rispondere ad esigenze diverse all’interno di un unico spazio. Sulla tavola le appliques, i binari muniti

DI ANTONIETTA CIAVARELLA

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di faretti e i lampadari, che non dovranno essere troppo bassi ed abbagliare le persone sedute, aiutano a valorizzare le portate, illuminano i commensali. Anche la zona di lettura richiede un tipo di luce diretta, che deve concentrarsi sul punto preciso in cui viene svolta l’attività. Attenzione anche ai contrasti, che non devono essere molto accentuati, perché provocherebbero disturbi alla vista. La camera da letto richiede un tipo di luce morbida e ben distribuita. Le fonti luminose sui comodini sono indispensabili per la lettura, ma non devono disturbare, nel caso una delle due persone che occupano lo stesso letto voglia dormire mentre l’altra legge. Una luce orientabile, un’applique articolata o un faretto munito di lampadina alogena a bassissima tensione sono la soluzione ideale. In cucina, fulcro delle attività domestiche, l’illuminazione deve rispondere a momenti della giornata e a funzioni differenti tra loro. L’illuminazione di base, per cui si può ricorrere a sorgenti luminose a basso consumo che producono una luce ben distribuita, va associata ad una illuminazione localizzata sul lavello, sui piani di lavoro e sulla zona di cottura.


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eventi

Gran galà presso Dimora Romita

Nasce la joint venture del matrimonio di qualità Un galà a tutti gli effetti quello organizzato lo scorso 12 marzo presso la Sala ricevimenti Dimora Romita di Foggia a cui hanno preso parte oltre cento coppie di fidanzati, prossimi al matrimonio. Un modo originale per far degustare le specialità della casa prima del grande evento. La cerimonia, fortemente voluta dalla lungimirante proprietà della Sala Ricevimenti, la famiglia Scirano, si inserisce nell’ambito delle iniziative organizzate da dodici aziende leader nel settore matrimoniale che hanno aderito ad una joint venture dalle finalità tutte innovative. Le aziende, specializzate in tema di abiti nuziali, ricevimento, servizio fotografico, arredamento, lista nozze, autovetture per cerimonie, viaggio di nozze, trucco e acconciature, hanno dato vita all’ “Easy Wedding, Distretto per il matrimonio di qualità”, una trovata originale che coniuga qualità e convenienza. Le aziende del circuito sono: Art Hair Studio Staff Mitch, Auto di Classe, Bellantuono abiti da sposa, Berti Viaggi, Blue Door istituto di bellezza, Costanzelli Arredamenti, Bruno Cristalli studio fotografico, D.

Small Band, Dimora Romita, I Fiori di Valeria, Led Luci e Design, Via Zannotti Abbigliamento. “Alle coppie che si rivolgeranno al ‘Distretto’ – spiega Domenico Caputi, direttore di Dimora Romita, Sala Ricevimenti dove la tradizione enogastronomica pugliese meglio si sposa con raffinatezza e creatività - è offerta una fidelity card che permetterà loro di ricevere agevolazioni economiche nell’organizzazione del proprio matrimonio”. “La volontà delle aziende – conferma Marco Villani, direttore commerciale dell’azienda “Bellantuono”- è quella di offrire alle coppie che stanno per sposarsi la possibilità di realizzare una cerimonia che abbia uno standard qualitativo elevato e univoco, ma con un occhio di riguardo all’aspetto economico. I futuri sposi che stipulano un contratto con una delle aziende del circuito, infatti, presentandosi agli altri operatori, avranno, a scalare, agevolazioni sempre maggiori”. Per info: www.ideeperiltuomatrimonio.com

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cucina

Utile nella lotta a grassi e radicali liberi

Mela contro il colesterolo La tradizione popolare la consiglia e la medicina adesso conferma: davvero “toglie il medico di torno” Fra i tanti pregi del frutto c’è anche quello di ridurre il colesterolo, una sostanza con ruoli importanti e utili per l’organismo (tanto che viene prodotta dal fegato oltre ad essere assunta dagli alimenti) che però, quando è in eccesso, aumenta il rischio di malattie cardiovascolari; infatti, si deposita sulle pareti delle arterie formando placche che ostruiscono i vasi sanguigni, causando un aumento della pressione sanguigna e del rischio di infarto. E qui entra in gioco la mela. Il frutto ha infatti un elevato contenuto di fitosteroli, sostanze simili al colesterolo (ma prive dei suoi effetti negativi), che proprio grazie a questa somiglianza sono in grado di “ingannare” l’organismo: evitano che il fegato produca nuovo colesterolo e ne riducono l’assorbimento da parte dell’intestino. L’unico modo per godere dei benefici dei fitosteroli è assumerli con l’alimentazione perché l’organismo non è in grado di sintetizzarli da sé.

CONTRO I GRASSI, MA NON SOLO ANTINVECCHIAMENTO La presenza di antiossidanti (come l’acido caffeico e l’acido clorogenico) preserva i tessuti dall’azione dei radicali liberi, un particolare tipo di cellule che ossidano le altre provocandone l’invecchiamento. ANTISETTICA Il suo contenuto di pectina agisce come disinfettante dell’organismo. ASTRINGENTE Grazie alla presenza di tannini la mela contrasta la dissenteria. DIMAGRANTE Le fibre di cui è ricca sono di due qualità: solubili, che creano un gel in grado di “riempire lo stomaco” e dare un senso di sazietà; insolubili, che facilitano il transito intestinale, velocizzando così l’eliminazione delle scorie. Inoltre, i suoi zuccheri sono a basso indice glicemico, cioè non innalzano troppo la glicemia (gli zuccheri nel sangue). La mela apporta solo 45 calorie per 100 g e contiene proteine, amminoacidi, vitamine (in particolare la PP, utile per regolare la sintesi degli acidi grassi) e sali minerali (fra cui potassio e calcio, il primo fondamentale per l’attività muscolare e il secondo per irrobustire le ossa).

DIURETICA. L’85% è acqua che, insieme al potassio, facilita lo scambio di liquidi ed evita ritenzione idrica. PROTEGGE I DENTI La pectina disinfetta il cavo orale e le gengive, mentre il contenuto di acido ossalico sbianca i denti. Masticare polpa e buccia insieme, aiuta a rimuovere la placca. VASOPROTETTIVA La mela contiene molti flavonoidi (potenti antiossidanti) che proteggono i tessuti dei capillari; alla loro azione si aggiunge quella della vitamina PP e del potassio, che mantengono elastiche le pareti delle vene.

RISOTTO CON MELE E CURRY Ingredienti per 4 persone: 300 g di riso per risotto, 4 mele, 1 cipolla, 1 litro di brodo vegetale (senza glutammato), 1 cucchiaio colmo di curry, ½ bicchiere di vino bianco secco, 30 g di uvetta, una noce di burro (facoltativa), olio extravergine di oliva, sale, pepe bianco. Preparazione: Scaldare un litro di brodo (che verrà aggiunto poco alla volta al riso). In una casseruola soffriggere la cipolla con un cucchiaio d’olio. Quando sarà appassita, aggiungere l’uvetta sciacquata e le mele lavate, sbucciate e tagliate a dadini. Lasciare soffriggere finché anche le mele imbiondiranno, poi aggiungere il riso e farlo tostare. Sfumare con il vino bianco e aggiungere il curry, mescolando (gli ingredienti devono assumere una colorazione giallina). Aggiungere il brodo poco a poco, mescolando di frequente, completando la cottura del riso (circa 15-20 minuti). Poco prima di terminare la preparazione, regolare di sale, eventualmente spolverizzare ancora un po’ di curry e insaporire con una macinata di pepe bianco. Togliere il risotto dal fuoco, mantecare con una noce di burro e servire caldo.


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Da preferire ad ogni altro alimento lipidico

Olio di oliva, principe della dieta mediterranea Attenzione alle dosi a causa del suo alto contenuto di calorie L’olio d’oliva è uno dei capisaldi della cucina italiana. Il maggior produttore mondiale è la Spagna con un milione di tonnellate, seguita dall’Italia con 450.000. L’uso alimentare che se ne fa, cotto o crudo che sia, è naturalmente più forte nelle zone di produzione dove contribuisce in modo assai sostanzioso a caratterizzare quella che viene chiamata “dieta mediterranea”. Fra i popoli che fanno uso esclusivo di olio di oliva, infatti, risulta assai meno frequente l’incidenza di infarti e di malattie cardiovascolari, pur essendo elevato l’apporto calorico dell’alimentazione stessa. Sebbene l’olio extra vergine d’oliva deve essere considerato fra gli alimenti lipidici da preferire, essendo ipercalorico come tutti i grassi non si deve abbondare nell’uso; infatti non tutti forse sanno che 1 cucchiaio di olio (cioè 10 g) equivale a

90 kcal. Indicato per insalate, sughi e in generale piatti freddi, è opportuno limitarlo notevolmente per piatti caldi come le carni, il pesce, la verdura o le fritture. Infatti durante il processo di cottura e/o frittura i cibi lo assorbono avidamente, con il risultato che anche cibi poco calorici come il pesce o la carne diventano ipercalorici. In particolare, specie in caso di obesità e sovrappeso, si consiglia di dosarlo con un cucchiaio o con un cucchiaino, rispettando le dosi previste dal programma alimentare. La dose consigliata per una dieta sana

ed equilibrata è di 20 g = 2 cucchiai da tavola. Come l’olio, anche le olive da cui esso è estratto hanno un alto valore calorico: per 100 gr. di parte commestibile si calcolano 142 calorie per le olive verdi e 234 per quelle nere. Anche dal punto di vista della digeribilità l’olio di oliva risulta il migliore tra gli oli: se consideriamo pari a 100 la digeribilità dell’olio di oliva, quella dell’olio di semi di girasole risulta essere 83, mentre quella dell’olio di arachidi scende a 81 e quella dell’olio di mais arriva appena a 36. In definitiva, i pregi nutrizionali dell’olio di oliva lo rendono un alimento adatto a tutte le età, anche per i giovani che cercano sempre di mantenersi in forma e al massimo delle loro energie. È fondamentale per bambini ed anziani perché limita la perdita di calcio osseo ed è molto digeribile, facilita l’attività epati-

Si accerta con esami strumentali

Disfagia, disturbo della deglutizione

NUTRIZIONISTA DI STEFANIA FARIELLO Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

ca e regola l’attività intestinale. La presenza di vitamina E, potente antiossidante, permette di contrastare i radicali liberi, considerati fra i responsabili dell’invecchiamento dell’organismo, mentre la presenza di alcuni acidi grassi insaturi costituisce un ulteriore pregio nutrizionale, in quanto si tratta di sostanze di cui il nostro organismo ha bisogno ma che non è in grado di produrre. La composizione dell’olio di oliva è particolarmente bilanciata e vicina alle esigenze dell’organismo umano. Inoltre,oggi, l’uso dell’olio di oliva ha una certa rilevanza anche nell’ambito della cosmesi: le sue virtù cosmetiche si basano infatti sulla affinità acidica con il tessuto cutaneo ed adiposo dell’uomo.

sa, questo non inizierà con la somministrazione di cibo, ma, al contrario, con la esecuzione di una serie di esercizi: rinforzo delle labbra, apertura, chiusura

In un momento successivo, il logopedista, esaminando la masticazione, si accerterà se il paziente riesce a controllare in maniera corretta il bolo ed i liquidi presenti nel cavo orale, se c’e una sufficiente spinta retropulsiva linguale, se esiste fuoriuscita di liquidi dalla rima labiale o dal naso, se sono presenti i riflessi della tosse e del vomito. Quindi, con la collaborazione dei fisioterapisti, provvederà ad individuare delle posture che facilitino al paziente la deglutizione. Solo dopo queste operazioni preliminari si inizierà il trattamento riabilitativo. Diversamente da quanto si pen-

e stiramenti della rima labiale, esercitazione e quindi rafforzamento della masticazione, rafforzamento della lingua. Quest’ultimo si effettua sottoponendo la lingua a facili esercizi, come l’innalzamento e l’abbassamento, la lateralizzazione, la rotazione, il puntamento contro il palato ed il suo accarezzamento facendola scorrere avanti ed indietro. In seguito si provvederà ad impostare, se sono assenti, i riflessi della tosse e del vomito, che sono importanti perché di-

in poche parole

Oro verde

L’olio di oliva è costituito soprattutto da trigliceridi che rappresentano il gruppo più importante dei grassi alimentari. Gli acidi grassi si distinguono in saturi ed insaturi; l’olio di oliva ha una composizione estremamente equilibrata di acidi grassi insaturi: acido oleico 73%, acido linoleico 9%, acido linolenico 0,3%. Valori nutrizionali medi per 100 gr. I grassi saturi rappredi olio extravergine di oliva sentano il 15% (7-15 % Valore energetico 900 cal. acido palmitico e 2-6 % Proteine 0 gr. acido stearico). Carboidrati 0 gr. L’acido oleico riduce i Grassi totali 98,5 gr. livelli di colesterolo-LDL Grassi saturi 15,6 gr. senza intaccare la perGrassi insaturi 73,4 gr. centuale di colesteroloGrassi polinsaturi 9,5 gr. HDL. Questo acido grasColesterolo 0 gr. so, pur non essendo esVitamina E 19,4 mg. senziale, è quindi molto importante per il nostro benessere. L’acido oleico si trova in numerosi condiLOGOPEDISTA menti di origine vegetale ed in particolar modo nell’olio di oliva DI VALERIA VENTURA che, anche per questo motivo, rappresenta uno dei migliori conPer i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it dimenti da utilizzare in cucina. Tel. 0881.563326 L’acido linoleico è invece contenuto nelle stesse proporzioni che nel latte materno, ciò rende l’olio extravergine di oliva molto indicato per i bambini. fendono da un eventuale soffocaNell’olio ci sono poi gli acidi mento. Dopo aver rafforzato o riegrassi polinsaturi, detti essenducato i movimenti addetti alla maziali perché non possono essere sticazione e alla deglutizione, si sintetizzati dall’organismo umapasserà alla somministrazione di cino e quindi, devono essere inbo, evitando riso, minestre, uova sotrodotti tramite l’alimentazione. de, sughi troppo densi, biscotti secOltre a questa particolare chi, grissini, macedonia di frutta, e composizione, non dobbiamo tracomposti filamentosi o che si sbriscurare la presenza di compociolano. nenti minori ma interessanti dal Gli alimenti devono prepunto di vista biologico. Tutti sentare caratteristiche tali questi elementi (vitamina A, D, E, da facilitare la deglutie K, costituenti fenolici ed altri) zione senza creare athanno delle proprietà antiossitrito tra le pareti alidanti e dunque conseguenti efmentari, devono fetti protettivi antinfiammatori e avere buona comcardiovascolari. pattezza e non esLa qualità nutrizionale di un sere soggetti a sbriolio d’oliva può essere descritta ciolarsi. All’inizio, da una serie di fattori, infatti, l’olio pertanto, si sommid’oliva (extravergine e vergine) nistreranno cibi sempuò essere considerato: fonte di plici da deglutire e energia, per l’elevato apporto man mano se ne insericalorico tipico di tutte le sostanranno altri di consistenza ze lipidiche; importante per l’aldifferente. Inoltre è importante rito contenuto di acido oleico, che cordare che il paziente disfagico ha interviene nella regolazione del difficoltà nell’assunzione di liquidi metabolismo colesterolo; imporper cui è consigliato l’utilizzo di un tante per la presenza di compogel addensante, che rende il liquisti fenolici che per le loro caratdo di una viscosità tale da non createristiche di antiossidanti naturali re grossi problemi nella deglutiziorivestono un ruolo fondamentane. Il tutto deve avvenire con le nella dieta umana; fonte e gradualità e in un ambiente che non veicolo di vitamine liposolubili; presenti stimoli che possano diveicolo di aromi. s.f. strarre il paziente.

Scheda informativa

La riabilitazione comincia con l’esecuzione di esercizi di rafforzamento della lingua Prima di dare una definizione della disfagia è necessario spiegare le caratteristiche dell’atto deglutitorio che si divide in quattro fasi: fase di preparazione orale (è la lavorazione del cibo in bocca, ovvero la masticazione); fase orale (il bolo, o cibo, viene trasferito nell’orofaringe); fase faringea (il bolo viene trasferito nell’esofago prossimale); fase esofagea (il bolo viene trasportato lungo l’esofago). La disfagia è un disturbo della deglutizione e consiste nella difficoltà ad iniziare o a completare le prime due fasi: l’orale e/o la faringea. Le cause di tale disturbo possono essere: l’ictus ischemico ed emorragico, il Morbo di Parkinson, il trauma cranico. Tuttavia, anche interventi chirurgici, come l’asportazione della laringe, della faringe o di altri organi del cavo orale possono causare la disfagia. Prima di iniziare il trattamento riabilitativo con un soggetto disfagico, il logopedista deve accertare, con esami strumentali, in che modo il paziente deglutisca, e questo lo può fare somministrandogli del cibo, in modo da constatare il grado di difficoltà che incontra e se compaiono segni di aspirazione del bolo alimentare. Per questo esame è necessaria la presenza di un otorino-laringoiatra.

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in poche parole

Super cacao

È la terza causa di morte per neoplasia

L’UROLOGA DI ELENA RICCI BARBINI

Tumore della prostata

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L’innovazione in fatto di diagnosi si chiama PCA3

Una grande notizia per gli amanti del cioccolato. Un “super-frutto”, in realtà non molto dolce, ma gustoso. Che oltre al palato allieta anche l’umore, abbassa i livelli di stress, tiene sotto controllo la pressione e migliora la circolazione sanguigna, prevenendo anche il declino cognitivo. Una nuova ricerca pubblicata su Chemistry Central Journal ha dimostrato che, inoltre, il cacao e il cioccolato fondente sono più antiossidanti della frutta grazie al loro maggiore contenuto di polifenoli e flavanoli. Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’Hershey Center for Health & Nutrition che, comparando le capacità nutrizionali diversi tipi di frutta e cacao grammo per grammo, hanno così stabilito la supremazia nutritiva dei semi di cacao. I flavanoli sono un tipo di fitonutrienti appartenenti al più ampio gruppo dei flavonoidi: sono naturalmente contenuti nel cacao ma la gran parte si disperde nel processo di lavorazione per ottenere il cioccolato. Tra le proprietà loro riconosciute, quella di mantenere in salute i vasi sanguigni e di abbassare il rischio di aggregazione piastrinica che provoca la coagulazione del sangue. I polifenoli sono antiossidanti naturali presenti nelle piante e possono risultare utili nella prevenzione dell’ossidazione delle lipoproteine e contro i radicali liberi; tra gli effetti benefici a loro imputati, quelli a livello cardiovascolare, a livello cognitivo e contro la crescita tumorale. I ricercatori hanno paragonato gli antiossidanti contenuti nei semi di cacao, nel cioccolato fondente, nella cioccolata calda e in diversi tipi di frutta e succhi di frutta, trovando che cacao e cioccolato hanno capacità antiossidanti superiori e maggiori quantità di flavanoli totale e polifenoli della frutta e della cioccolata calda, in cui la maggior parte delle sostanze benefiche risultano alterate dal processo di preparazione. Tuttavia, tra cioccolato e cacao non c’è partita, perché il processo di lavorazione del cacao che porta alla realizzazione di tavolette e creme spalmabili - l’alcalinizzazione - disperde parte dei composti benefici: I semi di cacao dunque, spiegano gli studiosi, sono un super-frutto che fornisce un valore nutritivo che va oltre la loro composizione di macronutrienti. (Fonte: ilsole24ore.com)

Sembra una sigla senza nessun senso, ma il PCA3 è un test di ultima generazione che aiuta l'urologo nella diagnosi del Tumore della Prostata. Ha la qualità di essere molto sensibile per le cellule tumorali, ma soprattutto è poco invasivo rispetto alle comuni metodiche per la diagnosi di tumore prostatico, quali la Biopsia prostatica eco o digito guidata. Per capire, in poche parole , cos'è la prostata, è una ghiandola che si trova solo nell'uomo, si colloca subito sotto la vescica e si pone a manicotto intorno all'uretra. Questa ghiandola può andare incontro a numerose patologie, spesso sintomatiche, come la prostatite o l'ipertrofia prostatica benigna, ma anche e molto spesso a tumore (generalmente asintomatico). Il tumore della prostata è la terza causa di morte per neoplasia, ma, se scoperto e curato nelle fasi iniziali, può essere contrastato e il paziente può auspicare la guarigione. Ecco quindi l'importanza dello screening per il tumore della prostata. Attualmente abbiamo a disposizione il PSA o antigene prostatico

specifico, che viene dosato nel sangue e dà una buona indicazione e un corretto orientamento diagnosico all'urologo, anche se è poco sensibile, pur essendo molto specifico. Cosa voglio dire con ciò: che è prodotto dalla prostata (specifico), ma il suo valore si modifica anche in corso di prostatite (infiammazione della prostata) o in caso di IPB (ipertrofia o ingrossamento della ghiandola prostatica). Da questa considerazione si può dedurre che non è sufficiente il dosaggio del PSA per una diagnosi corretta. Qualora risultasse alterato, ossia con un valore superiore a 3ng/ml, una buona visita urologica con DRE (esplorazione rettale) e eventuale Ecografia Trans-rettale della prostata, possono avvalorare l'ipotesi diagnostica di tumore. Se permane elevato il valore del PSA, ma l'Ecografia e l'esplorazione rettale fossero negative per sospetto di tumore, abbiamo, oggi, il PCA3. Cos'è? In cosa consiste? Il PCA3 è un nuovo markers molecolare che si basa su ricerche

genetiche per quanto riguarda le cellule tumorali prostatiche. Si esegue su un campione di urine raccolto immediatamente dopo un massaggio prostatico. Questo campione viene poi trasferito in una provetta ed inviato in laboratori specifici per lo studio del gene del carcinoma prostatico. Si misura così lo score, ossia la presenza del gene nel campione e si valuta, in base al suo dosaggio, la presenza di eventuale patologia tumorale e la sua percentuale. Inizialmente questo esame veniva eseguito solo dopo biopsia prostatica, in caso in cui la stessa fosse negativa, ma il PSA (in prostata non ipertrofica e non infiammata) si manteneva costantemente a valori superiori la norma. Oppure dopo interventi di prostatectomia radicale (intervento chi-

Innamorati, ma eternamente incompresi

rurgico di rimozione totale della prostata) in cui il valore sierico di PSA, invece che essere di valori tendenti allo zero, iniziava ad avere una risalita graduale nel tempo. Oggi si sta utilizzando sempre più come test iniziale, avvalorato in un secondo momento dall'ETG trans rettale della prostata e dalla eventuale biopsia. Il limite che adesso impedisce di utilizzare questo test è il costo dello stesso, che è ancora a carico del paziente, e il numero limitato dei medici urologi che lo attuano. Visti i miglioramenti notevoli nel campo della diagnostica tumorale, la speranza è che questo tipo di test, poco invasivo e così realmente utile, possa essere divulgato in larga scala tale da permettere a chiunque di poter usufruire della sua validità.

PSICOLOGA DI MARIA GRAZIA BELLANTUONO

MASCHI CONTRO FEMMINE?

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L’incomprensione ha origine dall’educazione ricevuta nell’infanzia Dopo “Maschi contro femmine”, un film di Fausto Brizzi presentato nelle sale cinematografiche poco più di tre mesi fa, ha fatto la sua comparsa sul grande schermo anche “Femmine contro maschi”, commedia italiana prodotta dallo stesso regista che ripropone l’eterno conflitto tra uomini e donne, destinati ad amarsi pur sentendosi reciprocamente incompresi. È esperienza comune, infatti, che “gli uni” accusino “le altre” di essere troppo complicate, se non addirittura incomprensibili, per poi essere tacciati, a loro volta, di insensibilità e infantilismo. Come non sorridere, dunque, davanti a tragicomiche scene in cui l’uomo, vedendo la sua donna muta e arrabbiata, prova a chiederle cosa sia successo, scontrandosi con un lapidario quanto discutibile: “niente”, foriero di infiammate discussioni e liti furibonde? La diatriba su cosa renda “maschi e femmine” così diversi tra loro dura da tempo e, lungi dall’essere risolta, si complica via via di nuove, interessanti ipotesi, dalla grandezza del cervello alla differente funzionalità degli organi di senso, dalle connessioni tra gli emisferi cerebrali alle variabili or-

monali. Una cosa è certa però, e cioè che al di là delle differenze neuroanatomiche, l’educazione svolge un ruolo tutt’altro che marginale nel forgiare il carattere dei piccoli sessuati in un senso piuttosto che nell’altro. Non è un caso, infatti, che i bambini crescano con il culto delle macchinine che, da adulti, sfocerà nella più fanatica passione per le automobili e che, di contro, le bambine, amino giocare con le bambole, allenandosi a diventare future mammine di piccoli lattanti piagnucolosi. Già nella scelta dei giochi, infatti, i genitori orientano i propri figli ad esprimere alcune caratteristiche piuttosto che altre, mostrandosi soddisfatti dei maschietti che si fanno la guerra a colpi di spada e delle femminucce che fingono di cucinare nella casa di Barbie o di pulire il sederino del nuovissimo “Ciccio bello fa pupù”. Per non parlare delle ammoni-

zioni convinte che i genitori più “assertivi” fanno ai propri figli maschi quando, dopo essere caduti rovinosamente a terra, si lamentano legittimamente, richiedendo di essere abbracciati e consolati. Ebbene, è piuttosto comune che a loro si dica di non piangere “come una femminuccia”, cosicché si abituino a diventare degli “ometti”, salvo poi, da grandi, essere incapaci di esprimere le proprie sofferenze ed emozioni più profonde. Così, se i bambini giocano a fare gli ometti e le bambine si divertono a ballare e cantare come delle nascenti soubrette non è improbabile che da grandi diano prova, gli uni della loro virilità e le altre della loro femminilità, guar-

dandosi con reciproco interesse, così come si osserva un essere diverso da sé, nella segreta speranza di poter comprendere il mistero della loro diversità. E se gli uomini giungono piuttosto in fretta alla conclusione di non poter mai capire fino in fondo il mondo femminile, le donne si ostinano a pensare di poter cambiare i loro compagni, magari rendendoli più collaborativi nelle faccende domestiche o semplicemente più dediti alla famiglia che al calcio, per poi pagare il prezzo di una cocente delusione. Così, il copione si ripete arricchendosi di nuovi scenari in cui l’uomo, vedendo la sua donna ancora una volta muta e arrabbiata, comincia ad avanzare le più svariate ipotesi, sapendo di centrare sicuramente qualcosa nel suo malessere, ma non cogliendo esattamente “cosa”. E più l’uomo avanza le sue ipotesi, sbagliando, più la donna si adira per la sua insensibilità e mancanza di consapevolezza di ciò che l’ha ferita e che lui dovrebbe, in cuor suo, sapere ma che, ovviamente, non sa. Nonostante tutto, però, ciò che caratterizza l’eterna diatriba fra i sessi è che si tratta dell’unica “guerra” in cui i nemici dormono regolarmente insieme!


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PREVIDENZA SOCIALE

Attenzione ai redditi

Pensioni minime e maggiorazioni 2011

DI FLOREDANA ARNÒ

ENASCO

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Cosa va denunciato e cosa non rientra nella dichiarazione Con la Manovra Economica 2010 sono nuovamente cambiati i parametri con i quali i pensionati possono ottenere le prestazioni pensionistiche legate al reddito. Va ricordato che già nel 2009 era stato stabilito che, ai fini delle prestazioni collegate al reddito, si doveva tener conto unicamente del reddito conseguito dal beneficiario e dal coniuge nell’anno solare precedente. Da giugno scorso, invece, il legislatore con la legge n. 122/2010 ha ritenuto di stabilire la seguente nuova applicazione: • nel caso di concessione per la prima volta della prestazione i redditi da utilizzare sono quelli presenti nell’anno in corso, così anche i limiti di redditi da prendere a base; • se si tratta invece di una prestazione già concessa in precedenza i redditi da sottoporre a verifica sono quelli riferiti all’anno in corso e all’anno precedente, mentre i limiti di reddito sono quelli dell’anno in corso. Il calcolo della pensione minima Per capire con quale criterio viene attribuita l’integrazione dobbiamo ricordare anzitutto che l’Inps calcola la pensione sulla base dei versamenti effettuati. Ma se l’importo risulta inferiore al minimo di legge (467,43 euro al mese nel 2011) aggiunge la diffe-

renza, cioè una integrazione a totale carico dello Stato. Attenzione però, l’integrazione, che un tempo veniva concessa a chiunque avesse maturato il diritto a pensione, oggi è strettamente legata ai redditi personali per chi vive da solo e a quelli della coppia per chi è coniugato. La legge fissa determinati limiti di reddito che, come si è detto, vengono aggiornati di anno in anno in base al tasso di inflazione (costo della vita pari allo 1,4% per il 2011). E anche chi non li supera non è detto che riceva come integrazione la differenza tra la pensione maturata e il trattamento minimo. A seconda del reddito dichiarato può essere assegnata la misura intera o ridotta. Per chiarire meglio vediamo intanto come si presenta la situazione per i pensionati che vivono da soli. Nel 2011 possono contare sul trattamento minimo di 467,43 euro mensili se il loro reddito annuo non supera 6.073,59 euro. Se il reddito extra pensione si colloca tra 6.076,59 euro e 12.153,18 euro, l’integrazione spetta in misura ridotta, pari alla differenza tra quest’ultimo importo e il reddito conseguito. Il discorso diventa più complicato per le persone coniugate che devono superare in pratica un doppio sbarramento: quello del reddito personale che deve re-

stare nei limiti sopra indicati e quello della coppia. Quest’anno la situazione si presenta in questi termini: 1) reddito personale che non supera 6.076,59 euro e reddito della coppia non oltre 18.229,77 euro, in questo caso al pensionato spetta l’integrazione intera e viene quindi garantito il trattamento minimo di 467,43 euro al mese; 2) reddito personale compreso tra 6.076,59 e 12.153,18 e reddito della coppia compreso tra 18.229,77 e 24.306,36, in questo caso l’integrazione spetta in misura ridotta. La legge stabilisce che l’importo spettante è quello minore risultante dal doppio confronto tra il limite massimo di reddito personale (12.153,18) e quello effettivamente posseduto e tra il limite di reddito della coppia (24.306,36) e quello conseguito. Le maggiorazioni sociali Chi vive con una sola pensione o quasi può avere qualcosa in più della pensione minima. La legge riconosce, infatti, le cosiddette maggiorazioni sociali, che variano in base all’età del pensionato. La quota aggiuntiva è di 25,83 euro al mese per coloro che hanno dai 60 ai 64 anni, di 82,64 euro per chi ha un’età che si colloca tra 65 e i 69 anni. Dai 70 anni in su l’integrazione è di 136,44 euro. I 70 anni ri-

Beni destinati al mercato estero ma commercializzati in Italia

chiesti si possono ridurre fino a 65, in ragione di un anno per ogni cinque di contributi versati. Per gli invalidi totali l’età minima è di 60 anni. Per i non coniugati il limite di reddito personale è dato dall’ammontare del trattamento minimo, più l’importo annuo della maggiorazione. Mentre per i coniugati il reddito della coppia non deve superare il limite personale, maggiorato dell’importo dell’assegno sociale (417,30 nel 2011). Sia per la pensione minima che per la maggiorazione sociale, è il caso di ricordare che l’Inps considera tutti i redditi di qualsiasi natura, compresi quelli esenti o tassati alla fonte come gli interessi bancari e postali, i rendimenti da Bot e altri titoli. Nel computo rientrano anche le rendite Inail e gli assegni assistenziali. In altre parole bisogna denunciare tutto con la sola eccezione dei redditi provenienti da: • la casa di abitazione; • le pensioni di guerra; • l’assegno di accompagno; • i trattamenti di famiglia; • i sussidi erogati da Enti Pubblici senza carattere di continuità.

MOVIMENTO CONSUMATORI DI ROSANGELA LORISO Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

Gli “inganni” della garanzia europea I livelli di garanzia legale vanno garantiti. Come far valere i propri diritti Il Codice del Consumo prevede a favore dei consumatori che abbiano acquistato dei beni una garanzia legale della durata di due anni. Tale garanzia copre tutti i vizi di produzione e di conformità presenti sui beni acquistati dai consumatori e pone a carico del venditore precisi adempimenti. In particolare, il venditore nei due anni della garanzia è direttamente responsabile dei difetti e della non conformità del bene, per cui dovrà provvedere al ripristino, senza spese, della conformità del bene mediante riparazione o sostituzione con un bene analogo oppure, in casi particolari, ad una riduzione del prezzo fino ad arrivare alla risoluzione del contratto con restituzione di quanto versato dal consumatore all’atto di acquisto. La gratuità degli interventi di riparazione o sostituzione riguarda sia le spese inerenti la mano d’opera ed i materiali, sia le spese di spedizione del bene. Le riparazioni o sostituzioni, inoltre, devono essere effettuate in un congruo termine di tem-

po e non devono arrecare disagi ed inconvenienti al consumatore che ha due mesi di tempo dalla scoperta del vizio per contestarlo al venditore. Ciò detto, capita spesso però che il consumatore acquisti beni per i quali è prevista l’applicazione della c.d. “garanzia europea”: per tali beni, in caso di guasti, difetti di conformità e malfunzionamenti, i venditori spesso non riconoscono i diritti del consumatore alla sostituzione o alla riparazione. In verità, secondo quanto specificato da alcune case produttrici, un prodotto venduto con la dicitura “con garanzia europea”, è generalmente indicativo di un bene o di un prodotto di importazione parallela, ossia pensato, progettato e costruito dalle aziende pro-

duttrici per mercati diversi da quelli italiani e quindi con caratteristiche, qualità ed impostazioni specifiche. Tali beni, infatti, spesso hanno softwer che differiscono in modo sostanziale dai softwer dei beni commercializzati in Italia e per questo presentano notevoli problemi nel loro funzionamento ed utilizzo. In ogni caso, qualunque sia la garanzia indicata dal produttore, il bene venduto in Italia deve garantire i livelli di garanzia legale previsti dal Codice del Consumo a tutela del consumatore, pena la nullità del pat-

to contrario. L’art. 134 del Codice del Consumo, infatti, commina la nullità ad ogni patto, anteriore alla comunicazione al venditore del difetto di conformità da parte del consumatore/acquirente, volto ad escludere o limitare, anche in modo indiretto, i diritti riconosciuti al consumatore. E’, inoltre, nulla ogni clausola contrattuale che, prevedendo l’applicabilità al contratto di una legislazione di un Paese Extracomunitario, abbia l’effetto di privare il consumatore della protezione assicurata laddove il contratto presenti uno stretto collegamento con il territorio di uno stato membro dell’Unione Europea. Ne consegue che la garanzia legale riconosciuta al consumatore non può mai essere limitata o ridotta, men che meno per l’applicazione della c.d. “garanzia europea”, troppo spesso usata dai venditori al solo scopo di venir meno agli obblighi loro imposti dalla legge a tutela dei consumatori.

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in poche parole

Anoressia nervosa Non si sentono mai abbastanza magre e smettono di mangiare, ammalandosi così di anoressia perché, guardandosi allo specchio, hanno una percezione alterata della propria immagine. La colpa sembra essere di un “difetto di fabbrica” del cervello che è più vulnerabile in quelle aree coinvolte nella rappresentazione mentale di sé e nella manipolazione delle immagini mentali. La scoperta si deve a un gruppo di ricercatori italiani che, sulle pagine di Psychiatry research: Neuroimaging, spiega come nelle persone malate di anoressia si assista a una riduzione del volume del cervello, un meccanismo questo che è capace di modificare la percezione di sé stessi. L’anoressia è una malattia che parte dalla mente per poi arrivare al corpo devastandolo nella sua biologia. Lo studio è stato realizzato al Dipartimento di neuroscienze dell’ospedale Bambino Gesù di Roma da Santino Gaudio, medico psichiatra, impegnato in diversi progetti di ricerca con importanti ospedali italiani, il quale è il primo a riconoscere una base neurobiologica alla distorsione dell’immagine corporea, sintomo cardine dell’anoressia nervosa. Quel meccanismo cioè che induce una persona affetta da questo disturbo alimentare a pensare di non essere mai abbastanza magra e che, addirittura, lo porta a temere di ingrassare anche quando si versa in uno stato di denutrizione. Lo studio scopre una nuova possibile causa di questo disturbo alimentare. Fino ad ora infatti si era sempre attribuita all‘interazione di molteplici fattori: biologici, genetici, ambientali, sociali, psicologici e psichiatrici. Per comprendere il rapporto tra le misure del cervello e l’origine dell’anoressia nervosa, i ricercatori hanno utilizzato la morfometria basata sui voxel (Vbm), una tecnica di analisi in neuroimaging che consente proprio di calcolare il volume di aree specifiche del cervello. In questo modo sono riusciti a confrontare la quantità di materia grigia presente nel cervello di 16 adolescenti con anoressia nervosa restrittiva (senza alcun altro disturbo psicologico) e di 16 ragazze adolescenti sane. L’analisi ha rivelato una significativa diminuzione del volume di materia grigia nelle pazienti affette da anoressia. E in particolare il volume “ridotto” riguardava quelle aree - lobo parietale inferiore e superiore - coinvolte nella manipolazione delle immagini mentali e nella rappresentazione mentale del sé. (Fonte: repubblica.it)


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L’ANNOSA QUESTIONE DEL RISARCIMENTO DANNI

Infiltrazioni di acqua

AVVOCATO DI CATERINA MONOPOLI Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

Se è la terrazza a provocarle, le spese vanno ripartite tra il proprietario della terrazza e gli altri condomini Anna lamenta gravi infiltrazioni d’acqua piovana nel suo appartamento; in particolare, il fenomeno riguarda una stanza sottostante una terrazza a livello, che funge da tetto per gli appartamenti sottostanti. La lettrice chiede di conoscere i criteri di ripartizione delle spese occorrenti per l’eliminazione delle cause delle infiltrazioni e per il ripristino dello stato dei luoghi. Cara Anna, generalmente in ambito condominiale la terrazza a livello è quella superficie scoperta di uso e proprietà esclusiva di un condomino, a cui si accede attraverso una porta-finestra da un appartamento posto al medesimo livello e che copre, proteggendoli dalle intemperie, sottostanti locali abitabili, oppure parti comuni (come ad esempio l’androne o un passo carrabile).

La terrazza a livello, solitamente, risulta dall’arretramento dell’ultimo piano dell’edificio (il c.d. attico), ma può anche essere posta ad un piano inferiore dell’edificio, quando questo presenta più di un arretramento a vari piani. Essa è destinata non tanto e non solo a coprire le parti verticali sottostanti del palazzo (dato che in tal caso si tratterebbe di lastrico solare), quanto e soprattutto a dare un affaccio e ulteriore comodità all’appartamento cui è collegata e del quale costituisce in definitiva, una proiezione verso l’esterno (Cass. civ., 28/03/73 n. 836); infatti, la terrazza a livello si differenzia dal lastrico solare, in quanto, come detto, la sua funzione principale non è quella di fungere da copertura dell’edificio e, inoltre, non rientra tra le parti comuni, dovendosi ritenere appartenente al proprietario del contiguo alloggio, di cui strutturalmente e funzionalmente è parte

Insorgono nei mesi invernali

Parliamo di geloni

integrante (Cass. civ., 18/08/90 n. 8394). Premesso ciò, la Cassazione ha deciso che, poiché la funzione di copertura dei piani sottostanti svolta dalla terrazza a livello è meramente sussidiaria rispetto a quella principale di estensione e integrazione dell’appartamento cui sono annesse, contrariamente, quindi, a ciò che avviene per i lastrici solari, la ripartizione delle spese deve effettuarsi tra il proprietario della terrazza e gli altri condomini in proporzione dei vantaggi da essi rispettivamente ritratti, soccorrendo all’uopo la disciplina degli artt. 1123 e 1126 cod. civ., salvo che le spese si siano rese necessarie per fatto imputabile solo a chi ha l’uso esclusivo del terrazzo

FARMACIA A CURA DELLA

FARMACIA SANTA RITA Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

Prevenzione e cura: alimentazione, pediluvi e creme cortisoniche I geloni sono un’alterazione cutanea conseguente all’esposizione al freddo, soprattutto, al freddo umido. Insorgono, infatti, di solito nei primi mesi invernali, localizzandosi alle mani, ai piedi, ai calcagni, al volto, al naso, alle orecchie, alle ginocchia, ai glutei. Si presentano inizialmente come chiazze di colore rosso scuro, su una cute fredda, tesa e lucente, e possono poi diventare dei veri e propri noduli rosso bluastri, di consistenza molle, fortemente pruriginosi, a volte, anche dolorosi. Una forma più grave sono i geloni con disturbi trofici, in cui sono presenti ulcerazioni dolenti, a lenta guarigione, e alterazioni ungueali. Oltre che dall’esposizione prolungata e ripetuta al freddo umido, il rischio che insorgano i geloni è aumentato dall’indossare indumenti umidi, scarpe bagnate, e dalla presenza di vento gelido. E’ però necessaria anche una predisposizione individuale, infatti, i soggetti interessati dai geloni, generalmente presentano anche turbe circolatorie periferiche, che concorrono alla comparsa delle lesioni. Talvolta è presente una colorazione cianotica, rossobluastra, delle mani e dei piedi, accompagnata da disturbi della sensibilità, che si manifestano come formicolio o intorpidimento della zona colpita e screpolature cutanee. Spesso, poi, i sog-

getti che nella stagione fredda hanno i geloni, durante la stagione calda presentano una iperidrosi, caratterizzata dalla formazione anormale ad eccessiva di sudore, per una reazione abnorme dei vasi della pelle al calore. Non esiste una prevenzione specifica ed efficace per i geloni, a parte il consiglio di coprirsi adeguatamente, con guanti e calze di tessuti termici, e calzature traspiranti (che mantengono sempre asciutti i piedi), di esporsi meno possibile al freddo umido; di evitare di scaldare, in modo troppo veloce, i piedi freddi presso fonti di calore, perchè lo sbalzo di temperatura può aumentare il dolore e il prurito; limitare poi il consumo di tabacco e caffè, dato che la nicotina e la caffeina, in essi contenuti, sono dei vasocostrittori. Anche fare attività fisica è molto utile, poichè rimette in moto il sistema cardiovascolare, migliorando la funzionalità dei piccoli vasi sanguigni, che così diventano più elastici e non hanno più la tendenza a chiudersi sotto l’effetto del freddo, e poi mangiare alimenti ricchi di vitamine, flavonoidi e acidi grassi omega 3. Si suggerisce poi l’assunzione di polivitaminici, in particolare betacarotene e vitamina C, e di farmaci vasoattivi, sia per via orale, che sotto forma di creme protettive. Quando invece i geloni sono già presenti, si con-

siglia l’utilizzo di creme antibiotiche e cortisoniche, per attenuare il prurito e il bruciore. Contro il prurito è possibile anche frizionare la pelle dei piedi con alcool etilico, in quanto capace di attivare la circolazione sanguigna, però senza esagerare, poichè tende a seccare la pelle. Inoltre si consiglia di fare dei pediluvi in acqua tiepida, alla quale si può aggiungere un infuso con fiori di lavanda o foglie di salvia, che hanno proprietà lenitive molto spiccate, o oli essenziali di pino, timo, rosmarino o eucalipto o sale grosso, da alternare con quelli in acqua più fresca con lo scopo di stimolare positivamente il flusso sanguigno. I diabetici devono astenersi da tale pratica in quanto l’umidità aggrava le eventuali lesioni presenti. E’ utile eseguire un massaggio applicando localmente dei rimedi contenenti sostanze ad azione vasodilatatrice periferica e vaso protettrice come il Rusco, il Ginkgo biloba, la Centella asiatica, o sostanze ammorbidenti, lenitive e cicatrizzanti, come la Calendula, l’Urea, la Glicerina, o antiinfiammatoria come l’Arnica. In presenza di geloni è comunque necessario consultare quanto prima il medico o rivolgersi al proprio farmacista di fiducia per la diagnosi e la terapia più specifica.

(Cass. Civ., 19/02/86 n. 1029). Pertanto, la Corte di Cassazione (Sezioni Unite, 29/04/97 n. 3672) ha statuito che dei danni cagionati all’appartamento sottostante per le infiltrazioni d’acqua provenienti dalla terrazza a livello, deteriorata per difetto di manutenzione, rispondono, secondo le proporzioni stabilite dal citato art. 1126 cod. civ.: • il proprietario dell’immobile di cui la terrazza è elemento accessorio, nella misura di un terzo; • i condomini ai quali la terrazza serve da copertura, in proporzione dei restanti due terzi. Sono tenuti a concorrere alla spesa, in proporzione alle tabelle millesimali riparametrate, i condomini proprietari delle unità abitative poste al di sotto della terrazza a livello, in rigorosa proiezione verticale. Qualora, però, non sia già allegata al regolamento di condominio una tabella così riparametrata, nell’ipotesi in cui non vi sia l’unanimità dei singoli condomini nella riparametrazione di detta tabella, occorre tener presente che la delibera assembleare può essere invalidata ex art. 1137, comma 2 c.c. La richiesta, eventuale, del risarcimento dei danni causati dalle infiltrazioni, è proponibile nei confronti del condominio in persona dell’amministratore, quale rappresentante dei condomini tenuti alla manutenzione.


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salute

Quando l’esercizio fisico diventa una medicina

Fitness contro la cardiopatia Gli italiani, come il resto della popolazione del mondo industrializzato, soffrono di cuore. I dati ISTAT ci dicono che il 45% dei decessi che si verificano ogni anno in Italia sono dovuti a disturbi cardiovascolari, metà dei quali attribuibili alla cardiopatia ischemica. In tal senso le malattie coronariche sono anch’esse definibili come “malattie sociali”, essendo il risultato di un modello di vita improntato alla sedentarietà. Secondo quanto emerge dalla totalità degli studi prodotti dalla comunità scientifica , l’inattività fisica rappresenta un altissimo fattore di rischio, perché accresce di ben cinque volte la possibilità di contrarre la malattia coronarica,. I dati dei programmi di prevenzione sanitaria, a tale riguardo, sono altrettanto espliciti. Uno studio a cura del Dipartimento di cardiologia di New Orleans apparso di recente sull’American Journal of Medicine evidenzia un abbattimento del 60% della mortalità nei soggetti a rischio cardiaco che hanno svolto regolarmente un programma di attività motorie della durata di sei anni. Dal canto loro i rilievi statistici documentano che nell’ultimo decennio il training fisico controllato e individualizzato ha ridotto del 25% l’indice di mortalità dovuta alle patologie cardiovascolari. Le linee guida internazionali sulla prevenzione e sulla riabilitazione cardiovascolare prescrivono oggi in modo obbligatorio l’esercizio fisico ai soggetti affetti da cardiopatia ischemica. Da notare che lo svolgimento sul lungo periodo di un programma di attività fisica riveste un’importanza cruciale soprattutto per le persone a cui la patologia è già stata diagnosticata. I meccanismi fisiologici indotti dall’attività fisica e che generano effetti benefici sul cuore sono molteplici. Un training fisico della du-

DI MARCELLA BEVILACQUA Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

rata dai tre ai sei mesi accresce in modo significativo le capacità funzionali dell’organo, determinando un calo della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa e producendo viceversa un innalzamento della soglia ischemica e anginosa tra l’11 e il 66%. L’allenamento, inoltre, aumenta il diametro dei vasi coronarici e l’afflusso del sangue al cuore, riducendo il rischio di aritmie ventricolari talora mortali. Ma non è tutto: l’attività fisica dona al paziente cardiopatico dei benefici aggiuntivi (come la riduzione del colesterolo e dei trigliceridi) che limitano fortemente le complicanze croniche connesse alla patologia. È importante sottolineare che per le persone affette da cardiopatia ischemica la scelta dell’attività fisica da praticare deve essere oculata. In generale, gli sport più indicati sono quelli che implicano il metabolismo aerobico (camminata, corsa blanda, cyclette, ecc.), a medio o basso impegno cardiovascolare. Inoltre, per attivare meccanismi biologici protettivi, l’esercizio fisico deve essere svolto in modo continuativo e con assoluta regolarità (almeno tre sedute settimanali, di durata variabile tra 40 minuti e un’ora): i benefici dell’allenamento si perdono a breve se si abbandona il programma anche per pochi giorni soltanto. Lo sport, quindi, non dovrebbe essere vietato ai soggetti cardiopatici come si faceva un tempo, ma assolutamente raccomandato perché rappresenta un poderoso strumento terapeutico-riabilitativo.

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agenda

DA VISITARE

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Cicogna bianca 3 - foto V. Rizzi - arch CSN

Lago Salso, un’Oasi tutta da scoprire A soli quaranta chilometri da Foggia un’area protetta dove fare birdwatching e scoprire le meraviglie della natura Ci si lamenta spesso della scarsa offerta naturalistico-culturale dei nostri territori eppure esistono in terra di Capitanata luoghi dal grande fascino, molto spesso sconosciuti al pubblico di massa. E’ il caso dell’Oasi del Lago Salso. 1041 ettari di estensione, fa parte del sistema delle zone umide di Capitanata, le più importanti dell’Italia Meridionale. Formata da un alternarsi di specchi d’acqua e folti canneti, l’Oasi fa parte del territorio del Comune di Manfredonia ed è compresa nel perimetro del Parco Nazionale del Gargano.“Le Paludi sipontine – spiega Michela Ingaramo, Responsabile attività di educazione ambientale e fruizione dell’Oasi - rappresentano il secondo polo di zone umide italiane. La loro importanza, oltre che all’estensione e varietà di habitat, è dovuta alla posizione geografica centrale e di ponte tra oriente ed occidente nel bacino del Mediterraneo. Il numero di specie di vertebrati di rilevante valore conservazionistico è elevato: sono infatti censite complessivamente cir-

ca 200 specie d’interesse nazionale o comunitario”. Posizionata sulla strada litoranea che collega Manfredonia a Zapp o n e t a , Prati e canneto-foto V. Rizzi - arch CSN l’Oasi può essere visitata previa prenotazione. tività. All’ingresso dell’oasi, inoltre, “Solitamente la visita, effettuabile sono presenti aree pic nic in cui ci si solo con la guida, è consentita a può trattenere liberamente”. Il costo gruppi organizzati oppure, ma solo del biglietto è di € 5 per gli adulti e la prima domenica del mese, a tutti € 3.50, per i bambini. “Questo è il prenotando allo 0884.571009. Si ar- periodo migliore per visitare l’Oariva intorno alle ore 9.30 nei mesi in- si, perché è attualmente popolata vernali, alle 17,00 in quelli estivi e da moltissimi uccelli provenienti anci si incammina con la guida per una che dal nord Europa, giunti per escursione di un paio d’ore. Ai par- svernare e pronti a ripartire in pritecipanti vengono forniti i binocoli mavera. La concentrazione magper fare attività di birdwatching. Ci giore è infatti proprio adesso. In prisi trova di fronte allo spettacolo in- mavera, invece, sono presenti comparabile offerto da tantissime quelle specie che vengono a nidifie.c. specie di uccelli liberi e non in cat- care.

LA FAUNA Le zone umide sono ambienti ricchi di vita. La ricca vegetazione presente è alla base della rete alimentare che, passando attraverso insetti, piccoli crostacei, molluschi, pesci, anfibi, rettili giunge agli uccelli, l’aspetto più appariscente e spettacolare delle zone umide. La particolare vegetazione offre un ambiente ideale per la sosta e la riproduzione di anatre e aironi, come il Tarabusino, l’Airone rosso, la Sgarza ciuffetto, la Nitticora, la Garzetta. Altre specie frequentano l’area e saltuariamente vi nidificano come il raro Tarabuso e il Mignattaio, e altre ancora, come l’Airone cenerino e l’Airone bianco maggiore, la frequentano fuori dal periodo riproduttivo. Nel mezzo dei chiari, che si aprono tra le canne, si possono osservare folaghe e diverse specie di anatre. Ve ne sono di tutte le forme e di tutti i colori, alcune delle quali particolarmente rare come la Moretta tabaccata, oltre a germani reali, alzavole, moriglioni e marzaiole. Oltre alle anatre, si osserva anche l’elegante

Svasso maggiore, campione di immersione grazie al corpo affusolato e senza coda. Piuttosto comuni sono la Folaga e la Gallinella d’acqua. Tra canne e specchi d’acqua è possibile scorgere anche il Martin pescatore e i cormorani, dal potente becco ad uncino. Nell’area è facile scorgere anche molte specie di rapaci, dai grossi falconi come il Lanario e il Falco pellegrino, al Falco di palude, al Falco pescatore, alle diverse specie di albanelle. Spettacolare è in primavera il passo dei Falchi cuculi che interessa tutta l’area posta ai piedi del Gargano. Soprattutto nella bella stagione è possible scorgere molte specie di anfibi, come la Rana verde e il Rospo smeraldino, e di rettili, tra cui diversi serpenti (Cervone, Biacco, Biscia dal collare, Natrice tassellata), lucertole, ramarri e anche la rara Testuggine palustre. Per quanto riguarda i mammiferi infine, sono presenti la Volpe, il Tasso, la Faina, la Lepre e varie specie di arvicole.


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